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Autore: chronophoenix    03/05/2009    2 recensioni
Una nuova creatura, una speranza.
Capitava, che, quando uscissi in giardino per passeggiare, leggere o scrivere, le foglie degli alberi cominciassero a tremare quasi fossero state attraversate da un grande vento e alcuni spasmi al petto e al ventre mi impedivano di respirare per più di una ventina di secondi.
La paura.
"Hai mai sentito parlare di qualcosa che si chiama... Radiazione?"
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anima





Ero scossa. Dopo che il dolore svanì rimasi ancora per qualche minuto, immobile, inginocchiata. Respiravo a fatica, tremando senza controllo, cercando vanamente di calmarmi.
Dopodiché, contai fino a dieci e mi sollevai piano, senza staccare gli occhi dalla radura che mi stava di fronte: sentivo il sudore scorrermi sulla schiena, ma non m’importava. Avrei tanto voluto capire cosa mi stesse succedendo, invece.
Rientrai in casa e, nonostante avrei voluto sbattere la porta, alzare la voce, forse urlare, feci il più piano possibile per non attirare attenzione su di me; però, arrivata sulle scale, l’impulso di correre fu più forte del resto, e mi ritrovai in camera, che era accogliente, ma in quel momento così estranea.
Mi gettai sul letto e lì rimasi, i capelli sparpagliati dappertutto, le braccia accanto alla testa, il petto che si alzava e si abbassava regolarmente, nonostante i dubbi e le domande che mi si agitavano dentro. Non capivo, e questo aveva il potere di frustrarmi più del resto.
«Calma, Nessie», mormorai a mezza voce. «Ragioniamoci su. Cosa hai provato?»
Mi sollevai di scatto, e in un balzo piuttosto goffo – per poco non mi storcevo una caviglia – fui accanto alla scrivania, presi un foglio, stappai con forza una penna e cominciai a scrivere di getto.


Step 1: Esco fuori.

Step 2: Respiro. Sono piuttosto serena.

Step 3: Le foglie cominciano a muoversi. L’aria si ferma.

Step 4: Non riesco a respirare. Fitte violente.


Sotto aggiunsi:

C’è da capire se:

- prima di uscire faccio pensieri negativi;

- esco sempre in alcuni determinati momenti della giornata;

- tutto ciò è casuale.


D’un tratto la porta che si apriva di scatto mi riscosse da quelle congetture, facendomi sobbalzare. La penna mi cadde dalle mani e colpì con un tonfo sordo il legno della scrivania.
«Allora, pupa, si va?» la voce allegra di Jake risuonò limpida nella stanza, ma ero ancora troppo tesa e spaventata, e non riuscii a sorridere.
«Ness…?» la sua voce e la sua espressione facciale erano il ritratto dell’incertezza, e l’assenza di spiegazioni lo fece leggermente innervosire. «Va tutto bene, piccola?» mi chiese con dolcezza, inginocchiandosi accanto a me e prendendomi la mano.
Scossi la testa lentamente. «Non lo so neanche io», sussurrai.
Il suo sguardo cadde sul foglio, e i suoi occhi percorsero velocemente la mia grafia rotonda. Non sorrideva più, aveva assunto un’espressione compunta e preoccupata. Lo guardai con affetto.
Si schiarì la voce e cominciò a parlare, incerto. «Questa è la stessa cosa che mi dicevi…» bisbigliò. «Alcuni giorni fa, intendo».
Annuii. Lo vidi arrossire, e sulle prime non capii il perché.
«Non sapevo che fosse così grave,» mormorò.
«Non è grave, Jake» risposi, cercando di non far trapelare il sarcasmo dalla mia voce «però è esattamente come te l’ho raccontato».
«Lo so» ribatté lui piano, evitando il mio sguardo.
Gli sollevai il viso con una mano. «Non sentirti in colpa, dai» sorrisi lievemente «non potevi saperlo».
Non rispose e picchiettò lievemente sull’ultima parte del foglio: «Cerca di capire meglio questi tre punti, eh? Se accade per caso o c’è davvero una spiegazione».
«Non mancherò» risposi stancamente. Era ovvio che una spiegazione c’era, e anche plausibile. La mia frustrazione derivava dal fatto che ancora non era in mio possesso, e ciò mi sconcertava e spaventava insieme.
«Allora, andiamo?» chiese nervosamente, grattandosi lievemente il capo.
Alzai lo sguardo verso di lui. «No,» sussurrai. «Scusami, Jake, oggi non me la sento».
«Nessie, sono due settimane che non andiamo a caccia» protestò lui impaziente, «potresti sentirti male».
«Una settimana e due giorni» precisai stancamente, «e comunque non mi sentirò male, davvero. Tra meno di un mese è il mio compleanno, potrò resistere…»
«Nessie, ti prego…» supplicò Jacob «non costringermi a portarti fuori. Magari ci andiamo a fare una passeggiata, non cacciamo… ma almeno esci, respira un po’…»
Sorrisi lievemente, scuotendo i riccioli bronzei. «No, Jake» mormorai tranquillamente.
Sbuffò, ma il suo sguardo si era intristito. «E va bene… cosa dico ai tuoi?»
«Assolutamente niente» risposi, leggermente agitata «non sanno nulla e per il momento non voglio che vengano a conoscenza di qualcosa».
Era già sulla porta, l’espressione stizzita che tentava di mascherare. Mi lanciò uno sguardo ironico, alzando i sopraccigli. «Come se non lo sapessero già», soffiò.
Non me ne curai. Dopotutto avrebbe sbollito molto presto la stizza che provava, ne ero certa.
No… il problema era un altro. Nello stesso momento in cui la porta si richiudeva dietro Jake, mi resi conto che stavo, per una volta buona, scegliendo io. Quel giorno mi sentivo stanca, e a dir la verità anche leggermente triste, ma questo non importava. Ora importava solo la sensazione di stare diventando grande, che mi pervadeva interamente, irradiava il mio petto e la mia anima, riscaldandomi. Tra meno di un mese, pensai, trionfante, potrò davvero scegliere io della mia vita.
Già, la mia vita…
Quello che non mi era ancora chiaro, però, in tutto quel turbinìo di sensazioni che provavo, era la questione dell’immortalità. Davvero ero pronta a vivere per sempre? E se questa eterna esistenza fosse stata piatta e monotona? Se mi fosse scivolata tra le dita come acqua, senza emozioni particolari?
Prima di divenire immortale avrei voluto vivere qualcosa di emozionante. Ecco il motivo di tutta quell’inquietudine. Ma, almeno quel giorno, ero venuta a capo di qualcosa, ero stata in grado di guardarmi dentro e capirmi un po’ di più. Questo mi rasserenò, e mi stiracchiai contenta sulla sedia.
Con Jake avrei chiarito più tardi.




Aggiorno in ritardissimo XD ma l’ispirazione è tornata, più viva che mai! *_*

Spero vi piaccia questo secondo capitolo, mi scuso davvero tanto, ma cercherò da ora in poi di postare regolarmente :)

Ringrazio Padfoot_07 per la recensione, spero tu mi voglia seguire ancora XD e chi mi ha letto o semplicemente aggiunto nei preferiti! ^^

A presto,

chronophoenix
  
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