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Autore: Francy_Kid    17/09/2016    5 recensioni
Marinette rimane ferita durante l'apparizione di un akuma, dislocandosi la caviglia e procurandosi una microfrattura alla tibia, ma Chat Noir la soccorre appena in tempo, allontanandola dal luogo dell'attacco. Poco dopo, Ladybug fa la sua apparizione, sconfiggendo il nemico assieme al suo partner.
Da quella sera, Chat va a trovare Marinette ogni sera, approfittando delle tenebre per non farsi scoprire, per tutta la durata del tempo durante la quale la sua compagna di classe deve tenere il gesso.
Un mese passa velocemente e quand'è arrivato il momento di muovere i primi passi senza stampelle, Marinette avrà paura.
Chat sarà in grado di aiutarla?
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Cap. 2

 

Un altro giorno di scuola era iniziato e, malgrado la fatica che Marinette ebbe dovuto fare durante il tragitto casa-scuola, senza contare le scale, era filato tutto liscio.

Per ora.

Adrien entrò con dieci minuti di ritardo, scusandosi subito con la professoressa, non potendo non voltarsi a guardare la corvina, sorridendole e facendola arrossire.

Le prime ore di lezione passarono abbastanza lentamente per tutti, soprattutto per Adrien, che non riusciva a togliere dai suoi pensieri la ragazza seduta alle sue spalle, preoccupato per la sua gamba e sollevato dal fatto che stesse bene per venire a scuola.

I suoi pensieri furono interrotti dalla campanella dell'intervallo e dai suoi compagni di classe che uscivano per prendere una boccata d'aria fresca.

Tutti tranne Marinette.

«Io rimango con te.» esclamò Alya, non cedendo alle lamentele della sua amica.
«Tu devi passare un po' di tempo con Nino, io me la caverò: dura solo un quarto d'ora l'intervallo!» rispose la corvina, facendola sbuffare.
«Posso rimanere in classe con voi.» s'intromise Nino, sistemandosi la visiera del cappello.
«Ma non scherzare. L'intervallo è l'unico momento durante la scuola in cui voi due potete nascondervi e sbaciucchiarvi senza che io vi dica quanto siete carini.» ammiccò Marinette, facendo arrossire il ragazzo e urlare la mora.
«Posso rimanere io con lei.» esclamò deciso Adrien, notando immediatamente le guance velate di rosa della corvina.
Alya guardò i due, sorridendo malignamente: «Ok, se la mettete in questo modo.» rispose, per poi chinarsi verso Marinette, sussurrandole nell'orecchio. «Dimmi se anche qua ci sono dei baci.»

I due loro amici uscirono dalla classe, chiudendo la posta alle loro spalle, ghignando per l'opportunità data alla corvina.

Marinette, era ancora più imbarazzata di prima, tant'è che non guardava Adrien dritto negli occhi.

«Posso sedermi accanto a te?» chiese il biondo, interrompendo il silenzio che era venuto a crearsi.

La ragazza annuì, sfregando il palmo della mano contro l'altro.

«Mi hanno detto che sei stata parecchio eroica ieri.» riprese Adrien, volendo attirare il suo sguardo. «Mi dispiace non essere stato lì, ma, appena ho visto l'akuma, ero andato a nascondermi.» mentì, fingendosi imbarazzato.

La corvina continuava a non guardarlo, ma i suoi atteggiamenti erano cambiati: ora sembrava che volesse dire qualcosa, ma non aveva il coraggio di farlo.

«Se fossi stato lì con te avrei impedito quell'incidente.» continuò il ragazzo, finalmente facendo voltare verso di sé l'amica, ancora rossa come un peperone.
«N-No...» balbettò. «S-Se tu fossi stato lì con me anche tu ti saresti potuto fare del male... Ed io non voglio che tu te ne faccia...» sussurrò l'ultima parte, ma Adrien riuscì a sentirla, sorridendo per la gentilezza dell'adolescente.
«So che è troppo forte per te e che faresti di tutto per aiutare gli altri, ma la prossima volta aspetta l'arrivo di Ladybug e Chat Noir. Così non ti farai male.» ammiccò il ragazzo, facendola annuire con la testa. «Ho anche saputo che Chat Noir ti ha soccorsa.» riprese, volendo conoscere meglio la ragazza che, solitamente, era seduta dietro di lui nei panni del modello parigino.
«Sì... Solo che gli ho fatto fare una cosa abbastanza... raccapricciante...» rabbrividì, rivedendo la scena del suo compagno di lotta che le tirava la caviglia per rimetterla in sede. «Ieri sera era venuto a casa mia, ma non mi ricordo se gli ho chiesto scusa o mi sono addormentata addosso a lui.» ridacchiò, cercando di ricordare, ma i ricordi erano sfuocati da quando il felino era entrato in camera. «S-Scusa. Ti sto annoiando con le mie paranoie.»
«Affatto.» ripose lui, tranquillizzandola.

Il biondo la guardò, ancora sorridente, divertito dalle sue reazioni e dal tempo che, in quei trenta giorni, passeranno insieme.

"Io me lo ricordo, Purr-incipessa."


 

«Tikki, come farò con gli akuma?» chiese preoccupata la corvina, seduta alla scrivania per finire degli schizzi, malgrado la gamba sollevata e la posizione scomoda.
«Non saprei... O che raggiungi Chat quando ha liberato l'akuma, o che, come ieri, fai fare tutto il lavoro a lui.» rispose, con la bocca piena per il biscotto.
«Ma il gesso? Si vede vista la tutina super attillata!» piagnucolò, poggiando la fronte sul tavolo, frustrata. «L'unica più plausibile è la prima opzione...»

Un bussare alla finestra attirò la sua attenzione, facendole alzare lo sguardo e trovandosi dall'altra parte del vetro proprio Chat.

La ragazza, a fatica, si alzò in piedi, aprendo l'anta per farlo entrare, per poi sedersi sulla sedia.

«Buona sera, Purr-incipessa.» miagolò il biondo, prendendole la mano e baciandone il dorso, non staccando gli occhi verdi da quelli azzurri della ragazza.
«Buona sera anche a te, Gattino.» rispose, accettando le avance dell'eroe. «Cosa ti porta nella mia stanza, questa volta?» chiese, con le labbra di Chat che le sfioravano la mano.
«Devo darti una notizia, Principessa.»

Il felino alzò lo sguardo su Marinette, per poi avvicinarsi lentamente al suo viso, sfiorandole la punta del naso con la propria, facendola arrossire.

Non si era mai trovata così vicino al suo partner prima d'ora –nelle sue vesti civili– e non aveva mai notato quanto meravigliosi fossero i suoi occhi anche quando c'era poca luce.

«Da oggi, e per tutti i trenta giorni seguenti, io ti assisterò nella guarigione, soddisfacendo ogni tuo desiderio, tranne quello di andarmene.» ghignò, notando immediatamente l'espressione crucciata e confusa dell'amica.
«Non dire cavolate. Devi proteggere Parigi di notte.» ribatté la corvina, voltando la testa a lato per non guardare più i suoi occhi magnetici.
«Io mi faccio vivo solo quando la situazione lo richiede, ed ora c'è una damigella bisognosa d'aiuto. Quando il dovere chiama, il cavaliere non può fare a meno che rispondere.» s'inchinò lui, facendole l'occhiolino non appena alzò la testa.

Marinette sbuffò, sapendo che Chat non si sarebbe arreso: "Dovrò condividere trenta giorni con un gatto rompiscatole." pensò l'adolescente, sedendosi nuovamente sulla sedia da ufficio, per continuare nel suo lavoro.

«Che stai facendo?» chiese curioso il felino, sbirciando dal bordo della spalla della ragazza.
«Uno schizzo di una creazione che mi è venuta in mente stamattina a scuola. Non sono riuscita a completarlo in classe, così lo completo ora.» ripose lei, aggiungendo un paio di scarpe ai piedi della figura femminile che aveva disegnato.

Il biondo si avvicinò ulteriormente, sfiorandole la guancia con la sua per guardare meglio.

Marinette s'irrigidì al gesto, sentendo il calore della guancia di Chat contro la sua, voltandosi verso di lui e sbirciando i dettagli della sua maschera nera, quasi trovando famigliari i lineamenti del viso.

«Io ci aggiungerei una giacca di jeans nera o un giubbotto di pelle.» esclamò il ragazzo, ma la corvina non lo stava ascoltando, finché l'eroe non si voltò verso di lei: i due erano a pochi millimetri di distanza, incapaci di distogliere lo sguardo dagli occhi dell'altro.

Chat si sistemò meglio accanto a lei, non interrompendo il contatto visivo.

Si diceva che gli occhi fossero lo specchio dell'anima e, in quel momento, il ragazzo capì quanto fosse fantastico l'animo di Marinette: forza, determinazione, gentilezza e parecchie altre qualità che la corvina possedeva.

«Sei bellissima...»
«Cosa?» chiese l'adolescente, non capendo ciò che Chat aveva detto, siccome aveva sussurrato.
«Ho detto che sei bellissima.» ripeté, vedendola arrossire.

I due si avvicinarono sempre di più, ignorando cosa diceva loro la mente: "Sei già innamorata di un altro!", "Non baciarlo!". Ascoltavano solo ciò che il cuore ed il loro corpo diceva.

"Fallo."

Chiusero gli occhi, perdendosi nel loro momento più intimo, finché le loro labbra non si incontrarono, morbide su quelle dell'altro.

Un lampo bianco esplose sotto le palpebre di entrambi, come dei fuochi d'artificio in una notte d'estate e un'energia nuova li travolse, energia che nessuno dei due aveva mai provato prima d'ora, nemmeno dopo la prima volta che avevano sconfitto un akuma.

Il felino sentì il calore del corpo di Marinette attraverso la divisa da eroe quando lei gli cinse le braccia attorno al collo, tirandolo verso di sé; lui le poggiò le mani sui fianchi, inclinando di poco la testa per assaporare meglio le sue labbra.

Marinette era incapace di pensare razionalmente; nella sua testa vorticavano immagini di Adrien e di Chat Noir.

Si meravigliava del fatto che quand'era Ladybug non aveva mai ceduto alle avance del suo compagno di lotta, non baciandolo perché innamorata di Adrien –senza contare durando le scontro con Dark Cupid–

Adrien.

La ragazza riaprì gli occhi quando si staccò dal felino per riprendere fiato, fissando i suoi verdi, provando sin da subito il senso di colpa.

«Chat... Mi dispiace... Non dovevamo...» disse con un filo di voce, dovuto al groppo in gola, voltandosi per non vedere la paura nei suoi occhi.
«Come "non dovevamo"? Mari, che significa?» chiese il ragazzo, mettendole il pollice e l'indice sotto il mento, volendo capire ciò che diceva.
«Lo sai anche tu che questa cosa è sbagliata: tu ami Ladybug ed io un altro ragazzo...» spiegò dispiaciuta, girando nuovamente la testa a lato, non potendo alzarsi per la gamba rotta.

Chat si allontanò da lei, camminando al centro della stanza, dandole le spalle.

«Mi disp–»
«Ti dispiace?» sbraitò, voltandosi di scatto.

La corvina si accorse subito delle orecchie del costume piegate all'indietro, proprio come i gatti quando sono arrabbiati.

«Tu credi realmente che ti avrei baciata se mi piaceva un'altra?»

Marinette sgranò gli occhi, non capendo ciò che stava dicendo: davvero non era innamorato di Ladybug?

«Chat...» tentò di dire, ma l'eroe si era già mosso verso la finestra, aprendola e poggiandosi sul bordo.
«Ho capito che questo bacio non ha significato nulla per te. Tranquilla, anche per me non è stato un granché.» esclamò, saltando per mischiarsi al buio della notte, lasciando l'adolescente sola.

«Che cos'ho fatto?» sussurrò, accorgendosi solo ora delle lacrime che le scorrevano lungo il viso.



 

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Vi prego: non picchiatemi!

C'è una spiegazione a tutto ciò.

...

Ok, non è vero, volevo solo farli litigare un po' xD

Oltre ai riferimenti "puramente casuali" a Shadowhunters, l
'amore non è bello se non è litigarello U^U

I'm a bad girl😏

Per sapere come continua, restate connessi ;)

Francy_Kid

  
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