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Autore: Sana_Akito    18/09/2016    6 recensioni
One shot ispirata ad un episodio della serieTv "How I Met Your Mother".
Akito, racconta ai suoi amici dello strano incontro avvenuto con una ragazza dai lunghi capelli ramati, durante il ricevimento del matrimonio di Fuka e Takashi...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Aya Sugita/Alissa, Sana Kurata/Rossana Smith, Shinichi Gomi/George, Tsuyoshi Sasaki/Terence | Coppie: Sana/Akito
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Ti rendi conto che è a dir poco assurdo essere così preso da una ragazza della quale non conosci praticamente nulla?» esordisce Gomi, fissandomi tra lo sconvolto e l’incredulo, manco mi fosse sbucata un’altra testa «Ma poi, proprio tu, Akito Hayama, il donnaiolo alla ricerca di avventure da una sola notte, stronzo e menefreghista per eccellenza, si lascia imbambolare in questo modo? Spero solo che tu sia ancora sotto l’effetto dell’alcool»
Prima che possa in qualche modo controbattere, Aya si posiziona di fronte a lui, puntandosi le mani sui fianchi «Dacci un taglio, non c’è nulla di male nell'essere innamorati di qualcuno»
«Innamorato?! Ma se l’ha conosciuta solo ieri sera»
«Evidentemente si è trattato del famoso "colpo di fulmine"»
«Credo che sia più plausibile pensare che sia stato colpito da una botta sulla testa»
«Non sei per niente romantico»
«Sei tu che sei troppo ingenua»
Roteo gli occhi al cielo, maledicendomi per aver avuto la brillante idea di accennare loro dell’incontro avvenuto con quella ragazza dai lunghi capelli ramati, durante il ricevimento delle nozze di Fuka e Takashi «Piantatela di battibeccare, mi state dando su i nervi»
«Avanti Akito, diglielo anche tu che sei innamorato» m'incinta lei ed io avverto uno spiacevole ed imbarazzante calore invadermi il viso «Ma che dici…mi...mi ha incuriosito…ecco, nulla di più»
Ed in fondo è la verità.
Non posso essermi innamorato di una ragazza con la quale avrò parlato per al massimo un paio d’ore, è a dir poco ridicolo e surreale.
Anche se devo ammettere che, stando al suo fianco, ho provato qualcosa di nuovo, un qualcosa mai provato prima d’ora, a cui non riesco ancora a dare un nome.
Non ci sto capendo più niente, l'unica cosa che so è che voglio rivederla, il prima possibile.
 «Vedi?» la rimbecca l'altro, soddisfatto «Voleva solo portarsela a letto, nulla di più»
«Dice così solo perché teme il giudizio degli altri, ad esempio il tuo, razza di imbecille»
«Comunque sia, la torta era squisita» interviene Tsu, beccandosi un'occhiata interdetta da parte di tutti i presenti.
E' sempre il solito. Cosa c'entra la torta adesso?
Aya si siede sulla poltrona, posta accanto al divano sul quale sono seduto «Voglio che tu ci racconta per filo e per segno come si sono svolti i fatti»
«Scordatelo»
«Perché?»
«Perché non mi và» mi limito a risponderle, facendo un'alzata di spalle.
Non mi è mai particolarmente piaciuto aprirmi con gli altri, soprattutto quando si tratta di cose tanto personali.
«Ti avviso che se ti rifiuti...
» assottiglia gli occhi, inscenando un'aria minacciosa «Non muoveremo un dito per aiutarti a trovarla»
Maledetta!
Impreco, passandomi una mano tra i capelli e, dopo aver sospirato pesantemente, narro loro come si svolti i fatti, mentre nella mente si susseguono gli avvenimenti della scorsa sera:


 
 L’avevo notata già durante la cerimonia: due grandi occhi color cioccolato, una cascata di capelli ramati che le ricadevano morbidi sulla schiena ed un sorriso radioso, splendente, tanto da togliere il fiato.
Un lungo vestito color lavanda, senza inutili fronzoli ed un viso acqua e sapone.
Era la ragazza più semplice presente alla festa, eppure nonostante questo la si notava perfettamente, come se fosse stata messo in rilievo rispetto agli altri invitati.
Decisi di farmi avanti quando, durante il ricevimento, seduta da sola accanto ad uno dei tanti tavoli, mi sorrise timidamente.
Presi posto accanto a lei ed iniziai a parlarci, ponendole la prima domanda che mi passò per la testa…
«Sei sola?»
Annuì «Da sola e a disagio, visto che non conosco praticamente nessuno»
«Oltre agli sposi, vorrai dire»
«Veramente non conosco bene nemmeno loro»
Aggrottai la fronte, confuso «Sei un’imbucata?»
 «Ma no!
» ridacchiò «diciamo che li conosco appena, ecco»
«Mmmh, capisco» le sorrisi, porgendole la mano «Io sono Akito Hayama, piacere di conoscerti»
Me la strinse, provocandomi una piacevole scossa su per la spina dorsale «Sana Kurata, piacere mio»
«E dimmi Sana, da dove vieni?»
Appoggiò un braccio sul tavolo, sorreggendosi il volto con una mano «Non è che ci stai provando con me, Akito Hayama?»
«Fidati, se ci stessi provando con te, te ne accorgeresti»
«Quindi, è un “no”?»
«No, non ci sto provando con te»
Sana sollevò appena un sopracciglio, fissandomi tra lo scettica e  il divertita ed era chiaro quanto poco ci credesse a quella mia risposta.
«E va bene, forse un pochino ci sto provando»
«Mi dispiace Akito, ma ho una regola: mai iniziare una relazione con un tipo conosciuto ad un matrimonio»
«E che razza di regola è?»
Fece spallucce «Non mi aspetto che tu capisca, ma comunque potremmo trascorrere ugualmente la serata insieme, se ti và»
Avrei potuto salutarla, decidendo di terminare lì la conversazione e recarmi verso qualche altra ragazza, che magari non si fosse imposta simili "regole" ed ero assolutamente convinto che non mi sarebbe risultato difficile trovarla e conquistarla, ma c'era qualcosa che mi frenava dal farlo «Certo, perché no»
«Ma non verrò a letto con te»
Feci una faccia imbronciata che la fece ridere di gusto «Perché no?»
«Non faccio certe cose con un tipo che conosco appena»
«Potremmo conoscerci adesso»
«No, preferirei che entrambi restassimo all’oscuro della vita dell’altro»
 «Continuo a non capire il perché, ma se proprio ci tieni... » sbuffai «Allora, come preferisci trascorrere il resto della serata?»
«Ti va se andiamo a farci un giro?»
Annuii, alzandomi e poco dopo lei mi seguì.

«Aspetta, prima voglio fare una cosa» afferrò il bouquet della sposa, appoggiato sul tavolo dov'era posta la torta nuziale e se lo nascose dietro alle spalle «Dobbiamo portare via questo coso, così non ci sarà alcuna rissa tra quelle povere fanciulle che desiderano sposarsi il prima possibile»
La guardai, cercando di trattenermi dal riderle in faccia «Dubito che passerai inosservata»
«Infatti sarà tuo compito distrarre gli invitati, in modo tale che io possa sgattaiolare fuori dalla sala, senza attirare l’attenzione»
«E cosa dovrei fare?»
Mi fece l’occhiolino «Sorprendimi»
Ci pensai su per qualche secondo, per poi decidermi ad alzare un bicchiere in aria ed improvvisare un brindisi per gli sposi, attirando l'attenzione su di me e permettendole quindi di sgattaiolare fuori.

 

 

 

«Ecco perché l’hai fatto» commenta Tsu, come se finalmente gli fosse tutto chiaro «Mi sembrava strano che avessi preso una tale iniziativa, proprio tu che di solito rimani sempre in disparte»
«Esatto»
«Quindi è stata lei a rubare il bouquet» interviene Aya «Devo ammettere che ha avuto una buona idea, ha evitato la solita “tirata di capelli”, tra le ragazze»

«Stai forse insinuando che nemmeno tu lancerai il bouquet al tuo matrimonio?»
«Oh certo che lo farò, aggiungendo anche un “Beccatevi questa, zitelle”» esclama, scoppiando a ridere e contagiandoci con la sua risata.«E poi, cos’è successo?»«Siamo entrati in un’altra sala, c’eravamo solo noi due. Lei ha iniziato a danzare e io a suonare il piano e…»
Gomi sputa la birra che stava bevendo, iniziando a tossire convulsamente «Hai... hai suonato il piano?»
E' sconvolto, manco gli avessi detto di nascondere cinquanta chili d'erba sotto al letto.
Sospiro, esasperato da queste continue interruzioni «Lasciami finire…»

 

 

«Ed ora, sai che sono negata con la danza» esordì lei, sedendosi al mio fianco sulla panca del pianoforte ed inebriandomi con il suo profumo alla vaniglia.
«E tu sai che sono negato a suonare questo affare»
Ridemmo entrambi e in quel momento, non riuscii a far a meno di pensare che fosse ancora più bella mentre rideva.
«Perché mi guardi così?»
«Muoio dalla voglia di baciarti» mi lasciai sfuggire, facendola arrossire.
«Non possiamo farlo, rischieremo di rovinare tutto»
«E in che modo un bacio potrebbe rovinare tutto?»
«Beh, potrebbe deludere le nostre aspettative.Ad esempio, tu potresti metterci troppa lingua e io troppo poca e…»
«Ti prometto che metterò poca lingua» tentai di convicerla, facendola ridere nuovamente.
«Sai la cosa che preferisco del bacio?»
«No, cosa?»
«L’attimo prima»
Aggrottai la fronte, perplesso «L’attimo prima?»
«Sì, quando ci si guarda negli occhi e le labbra si trovano ad un soffio di distanza l’una dall’altra. Trovo che sia un momento magico»
«Io continuo a preferire il durante»
 «Forse perché non ti sei mai concentrato sulle sensazioni che ti travolgono in quel momento e delle emozioni che riesci a leggere negli occhi dell’altro»
«Non credo di aver mai provato qualcosa in vita mia, né prima, né durante il bacio, oltre all’eccitazione, s’intende»
«Forse perché non hai mai baciato la persona giusta»
Scrollai le spalle «Sarà»
«Ti va di provare quell’attimo con me?»
«Non credo che sarei in grado di fermarmi»
«Andiamo, ci vuole solo un po’ di forza di volontà»
Avvicinò il suo viso al mio, fermandosi ad un soffio dalle mie labbra «Mi stai rendendo le cose difficili, lo sai vero?»
Sorrise e continuò a fissarmi negli occhi, facendomi perdere in quelle due pozze color cioccolato.
Non so esattamente per quanto tempo restammo in quella posizione e nonostante la voglia di baciarla fosse tanta, riuscii a capire cosa intendesse dire qualche attimo prima, con quelle parole.

 

 

«E te la sei sbattuta sul pianoforte?»
«Gomi» lo richiama severamente Aya, lanciandogli contro un cuscino «Ma ti sembrano domande da fare?»
«Perché? Io l’avrei fatto!»
«In realtà non c’è stato nemmeno un bacio» sospiro, riportando l’attenzione su di me.
«Nemmeno un misero bacio? Mi auguro che tu stia scherzando» 
Ormai l'incredulità di Gomi ha raggiunto livelli talmente inimaginabili da rislutare quasi comica.
«Non sto scherzando affatto»
«Io avrei un’idea» interviene Tsu, battendo un pugno sulla mano, segno di un'improvvisa illuminazione «Non sai come rintracciarla, dico bene?»
Annuisco.«Beh, potresti chiamare Fuka e Takashi e farti dare notizie sul suo conto. Insomma, se è stata invitata al loro matrimonio, dovranno pur sapere qualcosa riguardo quella misteriosa ragazza, non trovi?»
Ed ecco che uno spiraglio di speranza si fa spazio dentro di me.
Come diavolo ho fatto a non pensarci prima?
Mi affretto a sfilare il cellulare dalla tasca dei pantaloni, con così tanta impazienza che sorprende anche me, e compongo il numero di Fuka che, solo dopo una serie di squilli, si decide finalmente a rispondermi «Che diavolo vuoi, Hayama?»
«Il tuo pessimo umore mi fa pensare che la prima notte di nozze sia stata un fiasco, dico bene?»
«Smettila di fare l’idiota che non è giornata. Il volo è in ritardo di un’ora e ho i nervi a fior di pelle, quindi sbrigati a spiegarmi il motivo della tua telefonata»
«Mi sai dire qualcosa su una certa “Sana Kurata”?» vado dritto al punto, prima che si stanchi e interrompa la chiamata. 
«E chi sarebbe? Ascolta Hayama, non ho tempo da perdere con…»
«Era un’invitata al tuo matrimonio, quindi devi pur sapere qualcosa sul suo conto»
«E invece no, mi dispiace. Sarà stata di sicuro un’imbucata. Ti saluto!» mi risponde a mitraglietta, chiudendomi la chiamata in faccia, senza nemmeno attendere una mia risposta.
Sospiro dallo sconforto, appoggiando il cellulare sul tavolino.
Peccato, un po' c'avevo sperato.
Anzi, c'avevo sperato molto.

«Dalla tua reazione mi sembra di capire che non hai ricevuto alcuna notizia utile»
«Proprio così, a quanto pare in realtà era per davvero un’imbucata»
«Che peccato» mormora Aya, dispiaciuta «Mi erano già partiti in testa i film sul vostro secondo incontro»
«Suvvia, quante storie» borbotta Gomi, alzando gli occhi al cielo «Se proprio ci tiene ad avere una ragazza dai capelli rossi, gliene presento io un paio»
«Sei il solito insensibile» gli urla contro lei, ricevendo in risposta una semplice scrollata di spalle.
«Beh, visto che ci siamo, perché non concludi il tuo racconto?» mi propone Tsu «Adesso siamo curiosi di sapere com’è andata a finire»
Faccio come mi ha chiesto anche se, dopo la telefonata avvenuta con Fuka, avrei solo voglia di metterci una pietra sopra e smettere di pensare a quello strano, ma piacevole incontro…

 

«Sembri proprio una bambina»
Sana continuò a giocherellare con i piedi all’interno dell’enorme piscina  «Perché non lo fai anche tu?»
«Non ci penso nemmeno e poi credo sia vietato»
«Non dirmi che sei uno che rispetta le regole, perché non me la bevo»
 «In effetti…» ghignai.
«Allora fallo, che aspetti? E’ divertente!»
Mi guardai furtivamente intorno, indeciso se accattare o meno ed infine mi sfilai le scarpe ed i calzini, sedendomi sul bordo piscina al suo fianco ed immergendo i piedi all’interno dell’acqua «E’ congelata»
«Non preoccuparti, pochi secondi e ti abituerai»
«Se dovesse vederci qualcuno…» prima che potessi terminare e cogliendomi alla sprovvista, mi spinse all’interno della piscina, facendomi bagnare dalla testa ai piedi.
«Ecco, così la smetti di pensarci e di farti inutili problemi»
Divertito, l’afferrai e le riservai lo stesso trattamento, lanciandola in  acqua.
Riemerse, spostandosi i capelli bagnati che le erano finiti davanti al viso e scoppiò in una risata cristallina, la più bella che avessi udito in vita mia «Questo è senza dubbio uno dei giorni più divertenti della mia vita»

 



«Volevo farlo anch’io il bagno in piscina, ma Fuka me l’ha impedito» m’interrompe Gomi, di nuovo «E’ sempre la solita guastafeste»
«Ti eri anche preparato, sfilandoti viai i pantaloni» lo schernisce Tsu.
«Volevo levarmi anche le mutande, se vogliamo dirla tutta»
«Beh, allora dovremmo ringraziare Fuka per averti fermato in tempo»
«Ragazzi, smettetela» li richiama Aya, con cipiglio severo «Voglio sapere come va a finire» dice, esortandomi con un cenno della mano a continuare.

 

Ci sedemmo su una delle panchine poste fuori al giardino
«Sei davvero una ragazza incredibile, credo di non aver mai conosciuto nessuna come te»
«Lo devo interpretare come un complimento?»
«Lascio a te libera interpretazione»
Si passò una mano tra i capelli ancora umidi, arrotolandosi una ciocca di capelli ramati intorno al dito «Anche tu sei diverso dai ragazzi che ho conosciuto e sono sicura che, dopo stasera, conserverò un bel ricordo di te»
«Dal canto mio posso dirti che conserverò due ricordi su di te, uno positivo e l’altro negativo. Quello positivo, ovviamente, riguarda la serata che abbiamo trascorso insieme»
«E quello negativo?»
«Sarà il ricordo di quando ti vedrò alzarti da questa panchina ed allontarti da me» mi lasciai sfuggire, arrossendo subito dopo.
Mi sentivo tremendamente in imabarazzo e a disagio, perchè dire certe cose non era affatto da me, eppure non ero riuscito ad impedirlo, era come se quelle parole mi fossero uscite ancora prima di pensarle.

Sana mi sorrise, accarezzandomi il viso, un semplice contatto che fu in grado di provocarmi una piacevole tachicardia «Ho un’idea, chiudi gli occhi»
«Perché?»
«Smettila di fare domande e fa come ti ho detto»
Incerto, lo feci e dopo circa un minuto, le chiesi «Posso riaprirli adesso?»
Non ricevendo alcuna risposta da parte sua, riaprii  gli occhi e di  lei non c’era più alcuna traccia.

 

 

Concluso il racconto Aya e Tsu mi fissano con gli occhi lucidi, con tanto di fazzoletto a portata di mano, mentre Gomi mi guarda con un’espressione a dir poco schifata stampata sul volto.
«E’ così romantico»
«Akito, devi assolutamente ritrovarla»
«E come? Non ho alcun recapito, né nulla»
«Potremmo chiedere informazioni a qualche invitato del matrimonio»
Apro la bocca con l'intento di dire qualcosa, ma mi blocco quando sento la suoneria del cellulare. Lo afferro e rispondo, senza neppure prendermi la briga di leggere il nome apparso sul display«Si?»
«Akito, sono Takashi»
«Mh, ti serve qualcosa?»
«Fuka mi ha raccontato della chiamata che avete avuto qualche minuto fa e volevo dirti che io so chi è Sana Kurata»
Sussulto sul posto, spalancando gli occhi «Lo sai?»
«Sì, è la pasticciera che ha preparato la torta»
«La pasticciera?»
«Esatto, Fuka ed io la trovammo così simpatica quando andammo ad ordinare la torta che decidemmo di invitarla al matrimonio, seppur la conoscessimo da pochissimo tempo»
«E sai dirmi dove lavora?»
«Certo, lavora in quella piccola pasticceria vicino allo stadio. Mi sembra che si chiami “Sweet” o “Sweetty” , qualcosa del genere»
«Ok, ti ringrazio» chiudo la chiamata con il cuore il gola e solo quando sento la voce di Tsu chiamarmi mi rendo conto di aver passato non so quando tempo a fissare il vuoto «So dove trovarla»
Circa venti minuti dopo giungiamo dinnanzi a quella pasticceria e dire che ho i nervi a fior di pelle è riduttivo.
Mi sento come diviso tra due fuochi: una parte di me è felice, perché finalmente potrò rivederla.
L’altra parte, invece, teme che non possa prendere bene la mia visita, visto che aveva ribadito più volte che la nostra dovesse essere solo una conoscenza dalla durata di una sera e nulla più.
«Allora, entra e fatti dare anche qualche fetta di dolce, visto che ti trovi» esordisce Sasaki, riportandomi alla realtà.
«E avvisami se ha qualche collega carina» aggiunge Gomi.
Mi passo una mano tra i capelli, indeciso su cosa fare.
Entro o non entro?
«Ti vuoi dare una mossa?»
«E se lasciassi perdere tutto?»
«E perché mai dovresti farlo?»
«Ma che ne so» sbuffo con così tanta enfasi da sembrare una pentola a pressione «E’ tutto così assurdo. La conosco appena e già mi sta complicando la vita»
«L’amore è sempre complicato»
«Smettila con questa storia Aya, non si può essere innamorati di una persona della quale non si conosce praticamente nulla e...»
«Si, invece»  mi interrompe «E' questo il "colpo di fulmine"» continua ad insistere con questa sua stupida teoria, facendomi sbuffare nuovamente.

«E va bene» apro lo sportello ed esco dall’auto «Ma se non dovesse andare bene, sappiate che me la prenderò con  voi» li avverto, chiudendolo nuovamente.
Mi affaccio alla vetrina di quella piccola pasticceria e sento i battiti del cuore impazzire, quando scorgo la sua figura intenta a decorare una torta, un po’ troppo rosa per i miei gusti.
Ed è così bella, anche con la divisa da lavoro e l’espressione concentrata, manco stesse facendo chissà quale complessa operazione di chirurgia.
Faccio un respiro profondo, abbasso la maniglia ed apro la porta.

Sana si volta e il suo sguardo passa dal sorpreso al gioioso in una frazione di secondo.
Con un sorriso stampato sul volto, posa quegli aggeggi che aveva tra le mani sul bancone e, senza proferire parola, corre verso di me, gettandomi le braccia al collo ed unendo le sue labbra alle mie.
Dal canto mio r
imango così spiazzato da questo gesto che ci metto qualche secondo prima di realizzare che stia accadendo per davvero e ricambiare, circondando il suo corpo con le braccia e stringendola ancora di più a me.
E ciò che sto provando in questo momento è incredibile, non ci sono parole per descriverlo.
«Speravo che mi avresti trovata» sorride, appoggiando la fronte sulla mia.
Sorrido anch’io, prima di tornare ad assaporare quelle labbra che ho desiderato tanto, deciso a non lasciarla scappare mai più.

   
 
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