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Autore: chaska    04/05/2009    3 recensioni
La mia primissima fanfiction, con l'ambientazione di assassin's creed ma con personaggi completamente inventati da me.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

 

Faceva un caldo bestiale fuori nel cortile, ma dentro la fortezza non sarebbe cambiato poi molto.
Mi guardai intorno e sbuffai: l’ “arena” non mi era mai piaciuta come posto, ma quando ti sfidavano non potevi fare altro che accettare, a meno che non volessi essere considerato un vigliacco...
Ah, non immaginatevi cose grandiose: l’arena era un piccolo recinto nel cortile della fortezza, dove si sfidavano i vari assassini ed ogni tanto vi si organizzavano veri e propri tornei.
All’improvviso mi riconnessi al mondo reale e cercai di non distrarmi nuovamente. Davanti a me mi ritrovavo un ragazzo, doveva avere all’incirca la mia stessa età. Aveva un sorriso beffardo sul volto e già prima che parlasse, sapevo perchè mi aveva sfidato: voleva dimostrare che l’assassina, cioè io, non era affatto imbattibile, che avevo vinto fino ad allora perchè avevo combattuto contro delle schiappe. Pensatela come volete, ma almeno la prima parte era vera: nessuno mi aveva ancora battuta.
-Non vincerai questa volta...
-Mmm? Ah, si certo...
-Però sei pur sempre una donna, anche se molto particolare. Cercherò di non farti troppo male.
-Idem.
Mi si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio.
-Se vuoi dopo potrai rivendicarti della sconfitta...magari in camera mia.
Mi avvicinai ancora e gli sussurrai flebilmente con fare provocatorio
-Prima battimi. Poi vedremo chi si dovrà rivendicare.
Quell’idiota rimase sul posto, con un’espressione sul volto davvero adirata ma anche divertita mentre mi guardava fare il giro dell’arena e mettermi in posizione per la sfida.
L’assassino che fungeva da arbitro allora fece un fischio, era l’inizio.
Il ragazzo impugnò la sua spada e mi fece segno di colpire per prima...mmm, non mi era mai piaciuto cominciare. Quindi presi un coltellino dalla cintura e mirai al suo volto, però, prima di lanciarlo, vidi fra la folla che si era riunita Salim che cominciò a urlare.
-Dai, ce la puoi fare Ko...
Allora lanciai il coltello che sfiorò la guancia del mio avversario ed andò dritta verso Salim: volò ad un centimetro dalla sua testa ed il moccioso interruppe immediatamente la sua incitazione quando sentì l’arma sibilare accanto a sé e conficcarsi nel muro alle sue spalle.

Maledetto ragazzino...non sa mai stare con la bocca chiusa?
-Ah ah, hai sbagliato mira, eh? Allora comincio io, se ne hai tanta voglia.
Gli sorrisi mentre alzava la spada corta e cominciava a correre.
-Non desideravo altro...
Quando arrivò cercò di ferirmi al fianco, ma io girai su me stessa evitandolo e presi la mia spada appoggiata alla recinzione. Allora cercai l’arma del mio avversario e, quando la trovai, mi ci accanii contro. Non usavo neanche la metà della mia forza, in quel caso cercavo solo di confonderlo con una stoccata e dopo mi spostavo velocemente alle sue spalle. Questo giochino andò avanti per qualche minuto, fino a quando non si vide che il ragazzo era entrato nel pallone.

E’ il momento di farla finita...
Mi leccai le labbra cominciai ad attaccarlo un pò più violentemente e dopo qualche colpo ben assestato, e parato malamente da lui, mi spostai con leggerezza alle sue spalle e con un piede lo feci cadere a testa in giù nel terreno.
-Allora, chi vuole adesso la rivincita?- Gli chiesi con sarcasmo sfiorandogli il collo con la punta della spada.
Dopo che l’arbitro fischiò la fine del duello, misi la spada nella cinta e mi avviai verso Salim.
La folla cominciò ad andarsene, ma si fermò all’improvviso, peccato che io non me ne accorsi, dato che avevo gli occhi chiusi. Poi sentii un urlo alle mie spalle e feci appena in tempo a girarmi per vedere il mio avversario che urlava con la spada alzata e che correva verso di me.
Cercai la spada nella mia cinta, ma si era incastrata. Allora la presi con tutte e due le mani, in modo da poterla sbloccare e poter combattere: era la mia unica arma efficace in un combattimento corpo a corpo.
Ero nel panico assoluto quando quell’idiota si accasciò al suolo.
Mi girai di colpo e vidi un Salim un pò arrabbiato che si avviava verso di me. Poi vidi che l’idiota perdeva sangue: aveva il mio coltello piantato fin in profondità nella spalla.
Mi chinai su di lui e guardai un attimo la ferita, poi estrassi con tutta la violenza possibile il mio coltello dal suo corpo, sorridendo mentre urlava.
-Questo è mio...e Salim...
Mi voltai verso di lui che ormai era fermo alle mie spalle.
Sussurrai un timido grazie, ma poi mi accanii anche su di lui.
-Ce l’avrei fatta lo stesso!
-Eh, si è visto!
-E poi chi ti ha dato il permesso di usare le mie armi? Usa le tue!
-Ma se mi stavi per bucare la testa con quella prima! Che permesso ti dovevo chiedere? Ah, la gratitudine di questi tempi non esiste più...
-Gratitudine un corno!- E nel frattempo stavamo uscendo dall’arena, dimentichi del ferito.
-Per fa...vore, aiutatemi!- disse con voce flebile.
Io mi girai e lo guardai di sbieco: prima di quella mattina era considerato come uno dei più promettenti assassini, o almeno così mi avevano detto. Adesso non era altro che un verme strisciante...si, lo so, gli assassini agiscono per natura nell’ombra e attaccano quasi sempre alle spalle, ma la setta ha conservato sempre un suo codice d’onore: in un duello mai agire in modo da essere considerati dei vigliacchi, specialmente se si sta duellando con un proprio collega.
-Non meriti nessuna pietà, vigliacco.
Fosse stato per me, lo avrei davvero lasciato marcire lì, ma Salim aveva già detto ad un ragazzino lì vicino di chiamare qualcuno e portarlo in infermeria.
-Secondo te, cosa gli succederà?- Mi disse Salim appena lo raggiunsi.
-Boh, come minimo il Maestro lo relegherà al più basso livello dei novizi...
-Uh, che bello! Potrò dare ordini ad un mio ex-superiore!- Scherzò il moccioso mentre riprendevamo a camminare.
-Calmati e ricordati che anche tu sei un novellino.
-Uffa, con te mai un momento di gioia per un povero, piccolo e indifeso assassino.
Povero, piccolo e indifeso assassino? Sorrisi quando sentii quelle parole. Piccolo lo era, eccome, ma indifeso...? Non credevo proprio.
-E’ così perchè è quello che ti meriti.

 
Presi la mira del fantoccio che distava circa 150 metri da me e lanciai una serie di quattordici coltellini. Dopo qualche istante le piccole armi argentate raggiunsero il bersaglio e lo trapassarono facilmente sparendo dietro la fitta nebbia. Poi feci una giravolta e nel mentre alzai il piede e presi il quindicesimo coltellino che nascondevo nello stivale sinistro e lo lanciai verso il fantoccio. Questa volta però lo lanciai con meno violenza, infatti l’arma si incastrò perfettamente in mezzo agli occhi del bersaglio disegnati con la pece.
Mi rilassai un attimo ed esaminai il mio operato: i coltellini avevano formato una linea verticale perfetta e la potenza era abbastanza anche per farli penetrare in profondità in un uomo adulto. Per non parlare poi della mira.
Insomma, tutto secondo i calcoli.
Allora cominciai a camminare per recuperare le piccole armi e appena le raggiunsi le raccolsi immediatamente. Dopo il combattimento di quella mattina avevo avuto una gran voglia di allenarmi con i coltelli da lancio ed inoltre avevo bisogno di starmene un pò da sola. E quale migliore occasione di quella? Come dire: due piccioni con una fava! Quindi andai avanti con l’allenamento per almeno un’ora fino a quando non sentii una voce che mi distrasse a tal punto da non mandare a segno nessuna arma.
-EHIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!
Era Salim, la sua voce era riconoscibilissima, ed ero altrettanto sicura che stesse cercando me, però...
-Ehi cretino.
Dissi poggiandogli una mano sulla spalla e lui si girò immediatamente con la faccia di uno che aveva appena visto un fantasma.
-ARGH! MA SEI IMPAZZITA? MI VUOI FARE MORIRE DI INFARTO?
-Ehm...perchè non la smetti di gridare? Così magari diamo meno spettacolo...
-Non ci vede nessuno tanto...
-Ma non credo che sia difficile sentirti...
Salim allora poggiò le mani sulle ginocchia e si curvò un attimo per riprendersi dallo spavento e in quel momento notai che aveva il cappuccio calato sul volto.
-Salim, quello si deve mettere solo in missione.
Il moccioso si rialzò e mi guardò stranito.
-Ah, ma perchè sei così bagnato?
Salim a questo punto mi guardò come se fossi una pazza.
-Ehm...Kores...guarda che sta piovendo e credo che se continui a stare qui fuori ti beccherai la polmonite.
A circa metà frase mi toccai il volto e notai solo in quel momento che ero anche più fradicia del moccioso e che tutto intorno a me pioveva a dirotto.
-Ah, non me ne ero accorta.
Risposi alla sua espressione preoccupata con una voce atona.
-Ehi, Kores, ma che ti prende? Come hai fatto a non accorgertene? E’ da almeno due ore che sei qui fuori.
-Mmh, quando mi concentro potrebbe esserci il diluvio universale ma non me ne accorgerei.
Lo dissi con un piccolo sorriso, tanto per rassicurarlo che la mia salute mentale era apposto.
-Kores...
-No, dai non è niente! Anzi entriamo che sennò mi viene un raffreddore!
-Kores.
Questa volta è come se me lo avesse imposto: aveva un’espressione seria in volto e il suo perenne sorriso era scomparso.
-Faccio tanto schifo a dire bugie?- chiesi con sarcasmo.
-Oppure io sono eccezionale!
-Va bene, ho capito, faccio schifo!
-Ma...! Comunque, lasciamo perdere...e adesso mi devi delle spiegazioni.
Sbuffai voltandomi a guardare la fortezza in modo da dare le spalle al giovane assassino. Non volevo che mi guardasse in volto, non sapevo come avrebbe reagito il mio viso a quel discorso...
-Niente, sono solo un pò depressa, forse anche delusa...
Aspettai in silenzio un pò, sperando magari che Salim rinunciasse in questo intento e che mi lasciasse da sola con i miei pensieri. E nel mentre mi avvicinai di qualche passo alle mura della costruzione per esaminare attentamente anche le più piccole crepe. Non ci avevo mai fatto caso, ma solo in quel momento capii quanto fossero vecchie quelle mura...
-Abbiamo fatto qualche passo avanti ma ancora non ci siamo.

Mai che capisca quando è il momento di stare zitto?
-Una persona...è partita un pò di tempo fa e mi aveva promesso che sarebbe ritornata, ma ormai...dubito che sia ancora viva...
La mia voce si fece sempre più melanconica fino a quando non sentii il naso pizzicarmi per le lacrime che volevano uscire dagli occhi contro la mia volontà. Quindi gli occhi cominciarono a diventarmi umidi e forse un pò rossi, ma mi imposi un pò di autocontrollo e quei sintomi di pianto scomparvero.
Mentre parlavo avevo continuato ad esaminare minuziosamente il muro, ma adesso mi voltai a guardare il ragazzo in faccia e mi sorpresi rendendomi conto di una cosa.

Io sono una sua superiore, perchè gli sto ancora dietro?
Scossi la testa agitata: no, non dovevo pensarci.
-Ehi, Kores...ma cos’hai...?
E nel mentre starnutii.
-Ecco, visto cosa succede se stai tutto questo tempo fuori sotto la pioggia?
Lo guardai un attimo: dalla serietà fatta persona si era tramutato di nuovo nel buffone che mi faceva ridere così tanto...e quindi feci una breve risata.
-Oh mio Dio...
Salim adesso era davvero preoccupato, mentre mi veniva incontro di corsa e mentre mi poggiava una mano sulla fronte.
-Kores stai delirando! Non mi dire che adesso hai anche la febbre?!?
Io continuai a ridere ancora più forte, aumentando le sue preoccupazioni.
Allora Salim tolse la sua mano dalla mia fronte e mi alzò sul capo il cappuccio e me lo mise in modo da coprire completamente il mio volto per proteggermi meglio dalla pioggia.
Mi calmai un attimo ritornando seria, anche se mi fu molto difficile.
-Ehi, moccioso.
-Mmm? Cosa c’è?
-Non chiamarmi mai più con il mio nome.
Anche se il cappuccio mi ricopriva completamente il volto, non avrebbe dovuto un grande sforzo di immaginazione per capire quanto la mia faccia fosse seria.
-Sembra quasi una minaccia...
-Infatti lo è.
-Eh,eh,eh...ma dai...non fare così, sarà sicuramente la febbre!
-Credilo, ma a tuo rischio e pericolo.
Intanto cominciai ad avviarmi verso l’ingresso della fortezza e Salim mi seguiva pochi metri dietro.
-Mi fai paura!
-Bene. Comunque ti ho avvertito, poi non piagnucolare se...
-Eddai! Non fare così!
Allora mi fermai e mi voltai verso di lui improvvisamente.
-Tu fallo ancora e ti renderò la vita impossibile.
Salim quasi balzò e cominciò a ridere un pò istericamente, aveva imparato cosa significava farmi arrabbiare.
-E allora come ti chiamo?
-Semplice, non chiamarmi. Ti complichi la vita per così poco?
-Eh? No, no...ah! Ti darò un soprannome! Mmm...quale potrei darti? Vediamo...
Sospirai quando mi girai e ricominciai a camminare lasciandolo solo con le sue considerazioni.
-Allora...ehm...lo sai che è difficile? Che ne dici di coniglietta?

Vuole morire...
Appena sentii la sua prima proposta smisi di ascoltarlo e rinunciai ad ogni minaccia che mi era venuta in testa.
Ormai avevo raggiunto il cancello che divideva la fortezza degli assassini dalla piuttosto breve strada che portava al villaggio di Masyaf.

Strano però che è aperto a quest’ora...ormai il tramonto è quasi calato! Dovrebbe essere chiuso da un pezzo...
Iniziai un pò a correre per chiedere spiegazioni agli assassini che facevano la guardia quel giorno fino a quando vidi tre cavalli che camminavano beatamente in direzione della stalla.
Rallentai il passo. Ah, assassini di ritorno da una missione, certo...
Quel pensiero mi ricordò il motivo della mia piccola depressione e mi persi nei miei pensieri quando notai che il cavallo che era dinanzi agli altri mi era stranamente familiare.

Quel manto bianco ed immacolato...
E poi quel profilo, quel portamento...non c’erano dubbi, era lui.
Mi fermai completamente non sapendo cosa fare, essendo stata presa alla sprovvista. Alle mie spalle c’era Salim che continuava con le sue considerazioni, evidentemente non si era accorto del mio comportamento.
-...no, quello no, è troppo sdolcinato! Allora che ne dici di coniglietta, eh? Non è carino?
Se me lo avesse detto in un altro momento gli avrei chiesto cosa c’è di più sdolcinato e idiota di “coniglietta” come soprannome per un’assassina, ma al momento nemmeno lo sentivo.
Alla fine il moccioso sbattè contro le mie spalle facendomi fare qualche passo in avanti a causa della spinta.
-Ehi, cosa succede?
-E’...è qui.

Ciao a tutti!!!
Allora...devo un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno recensito il capitolo precedente e che non hanno tolto questa piccola storia dai preferiti! (Grazie!!!!!!) Scusate ma non ho tempo di rispondere alle recensioni...mi farò perdonare(spero!XD). 
Comunque, scusatemi per questo capitolo che sinceramente non mi è piaciuto molto, ma per me è stato importante perchè è il primissimo duello a cui ho anche solamente pensato! Mi raccomadno ditemi come è andato quello! *_*
Vabbè, ci vediamo! Al prossimo capitolo!
Un bacio dalla vostra Phantom G! XD

   
 
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