NON
SONO SOLO!
Harry aprì gli occhi sbattendoli un paio di volte prima di riuscire a
sopportare la luce che filtrava dalle spesse tende bordeaux. Un sorriso gli si
dipinse sul volto sentendo quel corpo caldo dolcemente schiacciato contro il
suo e un peso che faceva pressione sul suo braccio. Con quello rimasto libero
cercò a tentoni gli occhiali sul comodino e, una volta inforcateli, voltò la
testa per rimirare quello che lui temeva essere stato solo un bel sogno.
Ginevra Weasley era lì, accanto a lui, coperta fino alle spalle dalla pesante
trapunta e il bel viso rilassato lievemente premuto contro il suo avambraccio.
Harry sfilò piano il braccio da sotto la testa della ragazza che mormorò
qualcosa nel sonno girandosi dall'altra parte e facendo ridere intenerito il
ragazzo che si era appoggiato a pancia in giù sui gomiti per poterla osservare
meglio. Quasi faceva difficoltà a ricordare quello che era successo la giornata
prima. Ricordava che ce l'aveva fatta, aveva raccordato a Ginny della profezia
e lei si era rivelata, come al solito, perfetta; l'unica medicina di cui avesse
bisogno! Non aveva detto quelle stupide frasi da manuale, ne l'aveva fissato
con quell'orribile espressione di pietà e nemmeno era scoppiata a piangere. Si
era limitata a baciarlo, baciarlo come mai aveva fatto prima, con tutto l'amore
possibile. E i baci era diventati due, e poi tre fino a lasciarsi scivolare
dolcemente sul letto. Ripensandoci si complimentò con se stesso per avere avuto
l'accortezza di chiudere ermeticamente le tende del baldacchino e ringraziò la
buona sorte per aver fatto sì che nessuno dei suoi compagni di dormitorio
avesse cercato di svegliarlo. Gettò un'occhiata alla sveglia sul comodino; non
erano ancora le sette ed era Sabato. Pensò di svegliare Ginny in modo che
potesse uscire dal dormitorio maschile prima che gli altri si svegliassero ma
fissandola non ebbe il coraggio di aprire bocca. Avrebbe voluto che il tempo si
bloccasse, di rimanere lì a fissarla per sempre, ma il sonno ebbe la meglio e,
appoggiata la faccia alla testa della rossa, ritornò felice nel mondo dei
sogni.
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"Fatto!"
"Ottimo!" Draco guardò con una strana luce esaltata negli occhi il
pacchetto che Pansy gli passava da sotto il mantello cercando di apparire
casuale "E' andato tutto bene?"
"Tutto liscio come l'olio" gli sorrise la moretta.
"Perfetto! Il momento è favorevole, ho appena saputo dal mio informatore
che quello che aspettavo è accaduto giusto ieri." esultò Draco graziandola
di un sorriso che non si estese agli occhi "Temo di doverti chiedere
ancora un altro favore, Pansy."
"Tutto quello che vuoi, Drakie!"
Draco fece una smorfia disgustata nell'udire quel nome ma non fece commenti,
Pansy era esattamente quello di cui aveva bisogno per il suo piano!
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Ginny terminò di infilarsi alla bell'e meglio l'uniforme prima di scendere dal
letto cercando di non svegliare il ragazzo addormentato che vi giaceva. Era
così bello e rilassato che le ricordava un angelo. Un groppone grande come una
noce di cocco le si fermò in gola e sentì gli occhi riempirsi di lacrime. La
sera prima, quando era venuta a conoscenza di quell'orribile profezia, aveva
cercato di farsi coraggio, di non sembrare debole agli occhi di lui. Ne era già
talmente scosso che avere un'altra persona da consolare gli avrebbe solo
causato altri problemi. Così aveva fatto l'unica cosa che in quel momento gli
era parsa appropriata cercando di dimenticare e fargli dimenticare quelle
parole fatali con quel piacere puro e intenso. Ma ora, alla luce del sole, un
brivido le percorse la schiena mentre riviveva momenti che avrebbe voluto
dimenticare. Nessuno dei due vivrà finche l'altro sopravvive. Con
un triste sorriso intenerito, ricoprì il busto nudo del suo ragazzo con la
trapunta e si chinò a dargli un bacio a fior di labbra prima di voltarsi e
uscire in punta di piedi dal dormitorio dei ragazzi.
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Pansy notò la figura alta e slanciata della rivale mentre usciva con aria
assorta dalla guferia. Chissà che cosa ci faceva lì a quell'ora di mattina. E
di sabato, poi! Ma non aveva tempo per le domande! Draco le aveva detto cosa
fare e per una volta lo avrebbe reso fiero di lei!
"Ehi, Weasley!"
La ragazza si voltò subito squadrandola con astio mentre Pansy si esibiva in
uno di quei sorrisi maligni che aveva imparato da Draco; era giunto il momento
di aprire le danze!!
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"Tu non ti senti osservata?" domandò a mezza bocca Ron sentendosi una
cinquantina di sguardi stupiti sulla nuca mentre entrava mano nella mano con
Hermione in biblioteca.
"Diciamo che gli abbiamo dato di che spettegolare!" sbuffò Hermione
guardando con un aria pressoché schifata un gruppetto di ragazzine che
bisbigliavano dietro la mano tra di loro al passaggio della riunita coppietta.
"E non ne sono mai stato così felice!"
"Che ne dici? Gli diamo altro materiale, alle comare?" fece Hermione
con un sorriso furbo.
Ron non si fece pregare e si sporse in avanti andando a baciare la sua ragazza
che si staccò quasi subito nell'udire qualcuno che tossicchiava rumorosamente
poco lontano da loro.
"Ma cosa?" chiese Ron sorpreso prima di girarsi "Mamma?!"
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Ginny non sentì la voce tanto conosciuta chiamarla forte, o meglio, la sentì ma
fece finta di niente! Mai più avrebbe voluto ascoltarla. Continuò a correre,
senza una meta ben precisa, con il solo scopo di mettere la distanza più grande
possibile tra lei e quella radura. Corse fino a quando il parco di Hogwarts non
fu più visibile tra la vegetazione fitta della Foresta Proibita, fino a quando
le sua ginocchia non cedettero e la trascinarono sul terreno ricoperto di neve.
Rimase lì, mentre il gelo le entrava in profondità nelle ossa e nel cuore e le
lacrime le bagnavano il viso. Nella mente una sola domanda: "Come aveva
potuto farle questo?"
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La Signora Weasley sorrise
maternamente di fronte all'espressione sconvolta del figlio mentre alcuni
membri dell'Ordine, ridevano apertamente da dietro le sua spalle.
"Cosa ci fate qua?!" domandò quasi urlando Ron mentre un po' di
ragazzi si voltavano a guardare lo strano gruppetto.
"Ma come? Siamo qua per spiarti, fratellino!" fece ridacchiando Bill
spuntando da dietro le spalle della madre.
"Ma voi…"
"Niente domande! Non qui! Ci potrebbero sentire." fece in fretta una
voce che riconobbero all'istante come quella di Moody che infatti si stava facendo
avanti zoppicando "Che avete da guardare voi, per la barba di
Merlino!" gracchiò agitando un bastone contro un gruppo di ragazzi
quindicenni che si erano fermati a fissarlo riconoscendo il loro vecchio
professore di Difesa Contro le Arti Oscure.
"Malocchio ha ragione ragazzi! Ci potrebbero essere dei mangiamorte
nascosti nelle armature!" fece una donna bassa e di mezza età ma con la
voce di Tonks.
"Schhh! Sciagurata! Vuoi che tutti capiscano?" sibilò astioso Moody
mentre Bill scoppiava a ridere.
"Alastor ha ragione, seguiteci, ragazzi, qui non è molto prudente
parlare!" asserì Molly risoluta.
Ron scoccò uno sguardo a Hermione buttando gli occhi al cielo ma lei non
contraccambiò e si limitò a seguire Moody e gli altri che si erano incamminati
verso delle scale secondarie. Arrivati davanti a grottesco gargoyle di pietra,
Ron riconobbe l'entrata della presidenza.
Moody gettò un'occhiata veloce tutt'intorno prima di avvicinarsi col viso a
pochi centimetri dal gargoyle e bisbigliare con fare da cospiratore
"Zuccotto di zucca"
Il gargoyle si spostò di lato rivelando una stretta scala a chiocciola
che trasportò la compagnia fino a una stanza circolare dove Silente, la
professoressa McGranitt e Piton erano chini su un pensatoio e parlavano tra
loro concitatamente interrompendosi immediatamente all'arrivo del gruppo.
"Ben arrivati! Entrate, entrate." fece benevolo spostando con un
delicato movimento di bacchetta una decina di sedie.
"Cosa ci fanno quei due, qui? Non è posto da studenti, questo!"
fece molto meno benevolo Piton occhieggiando maligno Ron e Hermione e
beccandosi un' occhiataccia dal prima dei due che lo ignorò sedendosi accanto
al fratello imitato da una titubante Hermione.
"Allora, che ci fate qua?!" domandò di nuovo Ron che subito dopo
dovette trattenere un gemito per il calcio rifilatogli da Hermione.
"Ron!" lo redarguì la madre.
"No, Molly" fece bonariamente il preside "I ragazzi hanno
ragione a essere confusi e a volere delle spiegazioni! Vedete, ormai Voldemort
sa della nostra vecchia basa, a Grimmauld Place."
"Ma non ha comunque modo di entrarci, no?" lo interruppe Ron mentre
Hermione gli mollava un altro calcio cercando di zittirlo.
"Sì, certo, ma è pericoloso lo stesso. Il quartiere sarà tenuto sotto
strettissima sorveglianza dai mangiamorte e sarebbe molto difficile potersi
muovere liberamente, ne convieni?"
Ron annuì leggermente imbarazzato.
"Così ho deciso di far venire a vivere qui almeno una parte dell'Ordine,
quella che prima frequentava di più Grimmauld Place, mentre gli altri andranno
e verranno dal castello.
Lo stomaco di Ron si chiuse a morsa Dover passare tutto l'anno a Hogwarts con
sua madre a piede libero nel castello?
Silente parve leggere nei suoi pensieri "Naturalmente i membri non
potranno circolare in tutta libertà, ho già provveduto affinché si potessero
stanziare in un'ala finora inutilizzata e lì dovranno rimanere. E' meglio che
gli studenti non li vedano, specie alcuni."
I due ragazzi annuirono di nuovo; logico! Non era il caso che tipi come Malfoy
vedessero i membri dell'Ordine con i rischio che poi lo andassero a riferire ai
cari paparini. Ron sorrise inavvertitamente al pensiero che sarebbe stato
molto difficile per lui e i suoi compagni incontrare sua madre rilegata
com'era!
"Ma, e i gemelli?" domandò poi accorgendosi della loro mancanza.
"Già, e Lupin?" gli fece eco Hermione dandosi un'occhiata intorno.
"Fred e George ci raggiungeranno più tardi. Hanno avuto problemi al
negozio."
Molly Weasley sbuffò contrariata "Come se non ci fossero abbastanza
tribolazioni da dover perdere tempo con quella stupida idea!"
"Mamma! Per loro è importante, cerca di capire."
Molly scosse la testa. Evidentemente continuava a non capire.
"Per quanto riguarda Remus, ci raggiungerà domani, credo. Stasera è
piena.."
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La mano di Harry si strinse a pugno contro quel foglio di pergamena,
stropicciandolo completamente. Fece per gettarlo con un colpo deciso nel fuoco
quando sembrò ripensarci; lo preso e lo stese con delicatezza cercando di non
romperlo definitivamente e rilesse l'intera lettera. Magari era stato solo un
abbaglio, uno stupidissimo abbaglio.
"Caro Harry,
ho riflettuto parecchio su quello che mi hai detto ieri e devo dirti che non
ha lasciato indifferente. Puoi immaginare che non è facile per me convivere
con quello che mi ha raccontato. Vittima o carnefice. Soffrirò Harry.
Soffrirò tantissimo e forse è meglio che mi allontani da te finche sono in
tempo! Mi mancherai, questo è indubbio, ma non posso continuare a vivere al
tuo fianco. A combattere per te. So di deluderti profondamente con queste
parole ma quello che mi viene richiesto è veramente troppo. Ti chiedo di non
rivolgermi più la parola, non faresti che peggiorare questa penosa
situazione! Cercherò di dimenticarti e anche tu dovrai fare lo stesso con
me. Credimi, è meglio per tutti e due!
Ginny"
Harry scosse la testa, incredulo. Ginny, la sua Ginny non poteva assolutamente
aver scritto una cosa simile! In un impeto di rabbia buttò il foglio di
pergamena nel caminetto acceso e corse verso il ritratto. Doveva trovarla,
parlarle. Si trattava di uno sbaglio, di questo ne era sicuro.
Non fece in tempo a raggiungere la Signora Grassa che il ritratto si fece da
parte lasciando entrare nella Sala Comune una figurina completamente coperta
dal mantello nero e da una cascata di capelli rossi che le ricadeva sul viso.
Harry sentì il cuore mancare un battito e le si avvicinò incerto
"Ginny?"
Niente. La ragazza non lo degnò di un'occhiata e proseguì per la sua strada
come se niente fosse scomparendo velocemente nel suo dormitorio.
Harry rimase lì, fermo accanto al ritratto, la bocca leggermente spalancata e
l'espressione più idiota che si era mai vista sulla sua faccia mentre non
toglieva gli occhi dalla porta del dormitorio femminile.
"Ginny." mormorò in un soffio; poi, quando capii che le lacrime non
l'avrebbero risparmiato, si girò e corse via, lontano da quella porta di legno,
lontano da Ginny.
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Remus chiuse con un colpa secco la Gazzetta del Profeta con aria preoccupata.
Era dall'attacco all'Ordine che Voldemort non si faceva sentire e, come sempre,
l'attesa era terribile. Alzò lo sguardo trovandosi davanti all'allegra vetrina
di Mielandia.
Un po' di cioccolato non può farmi che del bene! Sorridendo lievemente Remus
aprì la porta del negozietto facendo tintinnare una serie di campanellini
appesi allo stipite ma non poté fare un passo in più che si scontrò contro un
ragazzo che barcollò ma si affretto a scansarlo e a riprendere la sua corsa
bofonchiando un veloce "Scusate".
"Harry!"
Il ragazzo si voltò indietro ritrovandosi a guardare stupito il viso del suo
ex-professore.
"Pro... Cioè, Remus! Che ci fai qui?"
"E tu? Non è prudente venire qui a quest'ora..."
"Remus per favore non è il momento di ramanzine, ok? Sono maggiorenne e no
devo tenere conto di dove vado e quando! Non trattarmi come un bambino di
cinque anni!" scattò nervosamente Harry occhieggiando male l'amico di suo
padre.
"Non ti ho mai trattato come un bambino di cinque anni" gli rispose
tranquillo Remus "Mi stavo solo preoccupando per te..."
"E non ce n'è bisogno, va bene? Sò badare a me stesso!"
"Vuoi parlarne?"
"Di che?"
"Di quello che ti rende così nervoso"
"Non sono nervoso"
Remus alzò un sopracciglio "A no?"
"Ma perché tutti vogliono sempre parlare! Parlare, parlare, parlare! Non è
parlando che si risolvono i problemi, anzi se me ne fossi stato zitto... se non
avessi..." Harry si interruppe passandosi sconsolatamente la mano tra i
capelli se possibile più in disordine del solito.
Remus sospirò pazientemente "Vuoi parlarne?" ripeté appoggiando una
mano sulla spalla del ragazzo.
Harry abbassò gli occhi, annuendo.
Con la mano Remus indirizzò gentilmente Harry verso la nebbiosa stradina che da
Hogsmeade portava nella campagna circostante.
"Allora, che è successo?"
"Riguarda la profezia... E Ginny..."
Remus aggrottò le sopracciglia, si preannunciava essere più dura del previsto!
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"E tu sei assolutamente sicuro che quella lettera l'abbia scritta
Ginny?"
"All'inizio ho avuto anch'io dei dubbi, ma poi l'ho incontrata..."
"E?"
"... Ha fatto finta di non vedermi, come se fossi fatto di vetro, capisci?
Ma sono contento di averglielo detto, della profezia intendo, almeno adesso so
di che pasta è fatta!" fece il ragazzo moro fissando con astio le colline
ghiacciate che si estendevano a vista d'occhio dietro la Stamberga Strillante.
"Penso che in fondo è normale aver paura di fronte a una cosa del
genere..."
"Remus per favore non difenderla, eh?"
Tra i due scese un silenzio imbarazzate interrotto dopo alcuni minuti da Remus
"E tu? Come l'hai presa la Profezia?"
"Nonostante tutto mi sento più sollevato ore che l'ho detto a qualcuno...
Prima mi sentivo in colpa, capisci? Come se stessi ingannando le persone che
più mi stanno vicine!"
"A chi altri l'hai detto?"
"A Ron... Che conoscendolo l'avrà detto a Hermione!"
"E lui come ha reagito?"
"Non lo so... Cioè, mi è sembrato abbastanza distaccato, all'inizio... Poi
non abbiamo più parlato da quando gliel'ho detto..."
Remus sospirò appoggiandosi alla staccionata coperta di neve e fissando
profondamente Harry "Tu lo sai che di qualsiasi cosa tu abbia bisogno...
Se vuoi parlare con qualcuno o robe del genere... Io sono qui!"
Harry lo fissò riconoscente. "Grazie" mormorò senza staccare gli
occhi smeraldo da quelli color muschio dell'uomo. Avrebbe voluto dirgli molto
di più, di quanto la sua presenza e il suo appoggio significassero per lui in
quel momento ma un fastidioso groppone gli ostruiva la gola.
"Ora sarebbe meglio che tu tornassi al castello..."
Harry annuì con poca convinzione "Senti... Ma dove ti posso trovare? A Grimmauld Place?"
"Oh, no... A Hogwarts, sarò lì da domani..."
Harry aggrottò le sopracciglia, sorpreso.
"Più sicuro" fece Remus sbrigativo "Ora, va! Vuoi che ti
accompagn... No, ok, hai ragione non ti tratterò come un bambino!" si
corresse dinnanzi a un'occhiataccia da parte di Harry.
"Ci vediamo..." E Harry si allontanò in direzione Mielandia
voltandosi solo una volta a salutare con la mano quella figura allampanata
stagliata sulla catapecchia innevata.
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Harry fece a due a due i gradini del dormitorio maschile e aprì bruscamente la
porta di legno massiccio trovandosi davanti l'inconsueta immagine dei suoi
migliori amici, dolcemente avvinghiati l'uno all'altra intenti a esplorarsi
reciprocamente le tonsille.
Harry fece un passo indietro schiarendosi rumorosamente la gola facendo voltare
immediatamente Hermione che si staccò fulminea dal rosso e balzò in piedi
cercando di assumere un apparenza più o meno decente.
"Harry!"
"Non volevo disturbare" mormorò quest'ultimo imbarazzato.
"No, macchè disturbare, vero, Ron?"
Ron scosse la testa, parzialmente spaventato da un'occhiataccia lanciatagli da
Hermione.
"Siediti Harry!" continuò questa avvicinandosi premurosamente al
nuovo arrivato "Va tutto bene? Dove sei stato? Desideri qualcosa?"
Harry spostò lo sguardo lievemente frastornato a Ron "Le hai detto tutto,
vero?"
Ron si morse un labbro, colpevole "Mi dispiace..."
"Non fa nulla... Anzi, meglio, almeno ora lo sapete entrambi. Vi chiedo
solo... Si, insomma, niente pena o roba del genere, va bene?"
Harmione lo fissò per alcuni secondi con gli occhi che le divenivano via via
sempre più lucidi, poi, senza preavviso, si gettò fra le braccia di Harry
abbracciandolo stretto.
Ron si alzò dal letto facendo alcuni passi in avanti in evidente imbarazzo
mentre Hermione si staccava da Harry e si passava una manica sugli occhi.
"Quello che ti vorremmo dire" iniziò Ron "E' che qualsiasi cosa
succeda, siamo al tuo fianco, Harry, e lo saremo sempre!"
Hermione annuì con vigore avvicinandosi al suo ragazzo e sorridendo
incoraggiante a Harry che sorrise a sua volta.
"Grazie" ripeté e per la seconda volta in quella giornata iniziata
così male maledì la sua poca loquacità; perché quel Grazie era decisamente
troppo poco per esprimere quello che provava dentro, per la prima volta da
quando era venuto a conoscenza della profezia, Harry, non si sentiva Solo!
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C'è Nessuuuno?????? Ok, lo sò che
con il ritardo questa volta ho esagerato... Ma la scuola, le vacanze di
Pasqua... Va bè, niente scuse! Alla fine ho aggiornato, no? Un grazie grande
grande a:
Patty: Come vedi il tuo Draco è sempre presente, seppur in pezzi molto
piccoli, e puoi stare sicura che continuerà ad apparire, sempre più frequente
oserei dire, nei prossimi capitoli! Continua a recensire...
Marty91: Devo ammettere di non aver risposto poi molto alle tue domande... La situazione è, a dir poco, incasinata ma col tempo si dovrebbe sbrogliare! Sì, effettivamente Ron non avrebbe dovuto dirlo a Hermione ma sinceramente non me lo immagino un asso a tenere i segreti e poi in un certo senso gli è uscito di bocca... Sono contenta che ti sia piaciuto l'altro capitolo, fammi sapere che ne pensi di questo, ok?! e Grazie per la comprensione! :)
Ale69: Mi dipace di non aver potuto aggiornare presto ma ti ringrazio immensamente per gli auguri e sono felice che ti piaccia questa ff! Effettivamente Luna è molto, molto, strana ma del resto, è Luna, no? Per Ron e Hermione puoi stare tranquilla, per il momento ho deciso di lasciarli un pò tranquilli... A differenza dell'altra coppia, come si è visto! Un bacio forte
Daisy: Hai visto che alla fine io sono uscita dal tunnel??!! Ora si aspetta solo il tuo ritorno grande Paddy! Ti voglio un casino di bene
Ed ora una originale raccomandazione: RECENSITE!!
No, davvero, so di non meritarmelo perchè aggiorno ogni morte di papa (Battuta infelice, temo...) ma dei bei commentini dovrebbero stimolarmi a darmi una mossa, no?
Un bacio grande grande a tutti!
Cloudy