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Autore: Fiamma Drakon    04/05/2009    0 recensioni
Un alchimista... un demone devastatore... legati per la vita da una profezia annunziata secoli prima. Riuscirà Edward Elric ad impedirgli di stendere un velo di morte sul mondo?
Genere: Malinconico, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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18_Dono Edward e Alphonse non riuscivano a credere che ciò che Eric stesse dicendo loro fosse vero.
Era un demone. Era con Elizabeth. Non bastava a renderlo tale?
- Come? Cosa... cosa vorresti dire? -  domandò Edward, stremato.
- Io sono un Divino. Un angelo, per così dire... il mio vero nome è Grisam. Grisam il Divino Stellare -.
Edward era esterrefatto: possibile che, in quindici anni di prigionia interiore, non avesse mai scoperto di essere entrato a far parte del cosiddetto “mondo sovrannaturale”? Non era plausibile che ora venissero fuori tutte le storie di demoni, Divini e via discorrendo!
Grisam si avvicinò a Edward cautamente e si chinò dinanzi a lui.
- Edward Elric, anche conosciuto come Alchimista d’Acciaio, tu sei stato l’involucro che ha permesso ad Elizabeth di ritornare in questo mondo, ma, contro ogni aspettativa, ne hai debellato la minaccia. Ti ringrazio, a nome di tutti noi Divini e ti conferisco il Sigillo... -.
Così dicendo, Grisam portò la mano sul petto di Edward e vi esercitò una lieve pressione.
Il biondo avvertì una scarica d’energia nuova fluirgli dentro, ridandogli vitalità.
Grisam si ritrasse dal contatto e fissò Edward negli occhi, con le sue pupille di un caldo azzurro, molto differente da quello che aveva visto nei suoi occhi precedentemente.
- Da ora tu hai il potere di percepire le presenze sovrannaturali in questo vostro mondo e la capacità di combatterli. Se sfruttare o meno tale dote, è una tua scelta. A questo punto, il mio compito qui è terminato. Addio fratelli Elric... -.
Così dicendo, Grisam svanì in una nube argentea.
Edward era ancora stupito da ciò che il Divino gli aveva concesso, da ciò che ora poteva fare.
Le forze fisiche gli vennero a mancare e cadde supino a terra.
- Fratellone! Fratellone! - lo chiamò invano Alphonse, correndo verso di lui.
L’ultima cosa che il biondo vide fu suo fratello chino su di lui, prima di cadere, privo di coscienza.

Quando riprese lentamente i sensi, Edward si ritrovò davanti agli occhi un’accecante luce biancastra, che lo costrinse a chiuderli nuovamente.
- ED! -.
La voce femminile che udì era così terribilmente familiare che gli ci volle un po’ prima di constatare che tutto ciò non era finzione.
Infatti, notò una ragazza dai lunghi capelli biondissimi accanto a sé.
- Winry? - chiese lui, spaesato.
- Fratellone, finalmente ti sei svegliato! - intervenne la molto più familiare e piacevole voce di Alphonse.
- Che... che cosa è successo? Dove sono? E... Gris...! -.
S’interruppe quando, cercando di rimettersi seduto, avvertì una fitta di dolore al petto, che gli mozzò il fiato, costringendolo a distendersi nuovamente.
- Calmati, fratellone... non avere fretta. Devi ancora rimetterti del tutto, non sforzarti... - lo tranquillizzò Alphonse.
- Non mi hai risposto... - gli fece notare il biondo.
- Sei svenuto e ti ho riportato in città... ora siamo in ospedale... -
- Ospedale?! - ripeté il biondo.
Era stato in ospedale solo una volta, ma era stato un periodo pessimo. Si ricordava fin troppo bene dei pasti che gli servivano e, cosa ancora peggiore, del fatto che, chissà perché, cercavano sempre di rifilargli il latte.
Scacciò disgustato il pensiero: ci avrebbe rimuginato sopra al momento, se sarebbe arrivato.
- Winry, ma che sei venuta a fare qui, scusa? -
- Come?! Io vengo fin qui da Resembool e l’unica cosa che sai fare è lamentarti?! Ingrato! - sbuffò Winry, offesa.
- Ma no... non mi stavo lamentando... chiedevo - si giustificò il biondo.
Alphonse l’aveva notato fin da subito: dopo la morte di Elizabeth, suo fratello era di nuovo se stesso. Era di nuovo il testardo, impulsivo alchimista che odiava essere pregiudicato per l’altezza e che odiava il latte. Era di nuovo il suo fratellone, come tanti anni prima.
- Comunque, sono qui perché mi ha chiamato Al. Ha detto che il tuo auto-mail era messo male. Non potevo lasciare che la mia creatura soffrisse così... -
- Con “mia creatura” ti riferisci all’auto-mail, vero? -
- Certo! A chi altri dovrei riferirmi? -
- Lasciamo stare... l’hai aggiustato? -
- Ovviamente, per chi mi hai presa?! Certo che era ridotto davvero male. Perché continui a maltrattarlo? -
- Guarda che non lo faccio di proposito! -.
Alphonse si ricordò improvvisamente di quella cosa che i dottori gli avevano detto a proposito di Edward.
- Fratellone... hai visto il tuo petto? -
- ...? C’è qualcosa di strano? -
- Guarda... -.
Edward si guardò il torace: era vestito, non vedeva niente. Si alzò la maglia e controllò.
Rimase muto, silenzioso e immobile.
Ecco cos’era il Sigillo. Ecco cosa significava quella pressione lieve sul suo petto. Ma non credeva che fosse tanto evidente: era una stella argentea che riluceva sulla sua pelle come fosse ricoperta di minuscoli brillanti. Davvero molto appariscente.
- Wow... - mormorò, esterrefatto.
- Cosa? - chiese Winry.
- Niente... niente... -
- Lo voglio sapere! -
- Cose da maschi... - mentì Edward.
- Ba’... certo che siete proprio strani voi due... -.
E così, dopo quella lunga degenza, Edward decise di accettare il ruolo che Grisam gli aveva concesso.
Così, nella sua vita, erano aumentati gli obiettivi: trovare la Pietra Filosofale, restituire ad Al il suo corpo e sconfiggere il maggior numero possibile di malvagi esseri sovrannaturali.
Quella sarebbe stata la sua nuova missione.
   
 
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