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Autore: UnGattoNelCappello    20/09/2016    2 recensioni
Una replica della storia originale; ma questa volta, il nostro eroe indossa verde e argento, non rosso e oro.
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(TRADUZIONE)
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Note dell'autrice:  Sì, il discorso di Piton è preso parola per parola dal libro. Non me ne pento, perché quel discorso è fenomenale.
 



Capitolo 2:

Nel Quale Draco Incontra Thor e Harry Scopre il Volo
 

 

I bisbiglii iniziarono il giorno seguente. Gli altri Serpeverde nella sala comune non era stati troppo invadenti, limitandosi a guardarlo con più interesse di quanto susciterebbe normalmente un ragazzino del primo anno. La situazione peggiorò quando Harry lasciò i sotterranei e incontrò gli altri studenti. Mentre cercava di ignorare i commenti riguardo la sua cicatrice, Harry si sentì grato di avere tutte le sue lezioni insieme ai suoi compagni di dormitorio. Vedere gli altri studenti che camminavano all’indietro imbambolati per guardarlo era già abbastanza spiacevole. Gli sarebbe piaciuto ancora meno se avesse dovuto affrontarli da solo.

Era un sollievo arrivare in classe, nonostante la delusione che fu Difesa contro le Arti Oscure. Il resto delle sue materie era interessante, ad eccezione di Storia della Magia. Harry aveva passato la maggior parte della lezione insegnando a Draco come si giocava a tris. Dopo essere stato battuto ogni singola volta, Draco giurò che avrebbe avuto la sua rivincita quando avrebbe giocato con Harry agli scacchi magici.

Finalmente, venerdì mattina, arrivò il momento della lezione che Harry aspettava sia con eccitazione che con paura: doppie pozioni con i Grifondoro. Cercò di convincersi che Draco aveva ragione; Piton non aveva ragioni per detestarlo.

Si rallegrò un po’ quando vide Edvige atterrare di fronte a lui a colazione. L’aveva visitato spesso a colazione, ma prima d’ora non gli aveva mai portato niente. Il biglietto che stringeva nel becco risultò essere di Hagrid, che lo invitava a prendere il tè da lui quel pomeriggio, e Harry mandò velocemente indietro una riposta affermativa.

Quando i suoi compagni si alzarono dal tavolo della colazione per andare in classe, Harry disse a Draco che li avrebbe raggiunti nei sotterranei, e si fece strada fino al tavolo dei Grifondoro dove aveva visto Hermione e Neville raccogliere le loro borse.

“Andiamo nei sotterranei insieme?” li salutò Harry.

“Harry! Certo che veniamo con te. Com’è stata la tua prima settimana? Le materie non sono affascinanti?” sorrise Hermione.

Harry non poté evitare di sorridere in risposta al suo entusiasmo. “Per ora abbastanza bene. E tu, Neville?”

Neville gli rivolse un sorriso timido. “Mi piace Erbologia. Non sono molto sicuro di Trasfigurazione, però.”

Sembrava che Hermione stesse per dire qualcosa, prima di ripensarci e rivolgersi a Harry. “Allora, per Pozioni abbiamo il Professor Piton. È il direttore della tua casa, non è vero? Com’è?”

“Beh, non l’ho ancora incontrato, quindi non lo so,” rispose Harry a disagio. “Ma ho visto che mi guardava durante il banchetto di inizio anno, e non sembravo piacergli molto.”

“E perché mai? Tutti dicono che favorisce sempre i Serpeverde,” rispose Hermione.

“Non lo so, è solo una sensazione che ho avuto. Draco ha detto che stavo facendo l’idiota,” disse Harry.

“Beh, non userei proprio le stesse parole, ma sono sicura che te lo sei solo immaginato,” disse Hermione mentre entravano in classe. Avanzarono fino alla prima fila, dove era seduto Draco. Hermione e Neville riuscirono solo a rivolgergli un veloce saluto prima che la porta della classe venne sbattuta e Piton entrò nella stanza. Come il Professor Vitiuos durante l’ora di Incantesimi, Piton iniziò facendo l’appello. A differenza di Vitiuos, non cadde dalla sedia quando arrivò al nome di Harry.

“Ah, sì. Harry Potter. La nostra nuova… celebrità.” Harry ricambiò lo sguardo finché il professore non tornò a fare l’appello. Accanto a lui, sentì Draco muoversi a disagio.

Piton finì l’appello e alzò lo sguardo sulla classe prima di iniziare a parlare a bassa voce. “Siete qui per imparare la delicata scienza e l’arte esatta delle Pozioni. Poiché qui non si agita insulsamente la bacchetta, molti di voi stenteranno a credere che si tratti di magia. Non mi aspetto che comprendiate a fondo la bellezza del calderone che bolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane, ammaliando la mente, stregando i sensi… Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, la gloria, addirittura la morte… sempre che non siate una manica di teste di legno, come in genere sono tutti gli allievi che mi toccano.” Harry si sentì attraversare da un brivido di eccitazione. Gli era piaciuto leggere il libro di Pozioni, ma Piton faceva sembrare la materia ancora meglio. Il ragazzo raddrizzò di colpo la schiena quando Piton si rivolse a lui.

“Potter! Che cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia?”

Harry si spremette le meningi, cercando di ricordare che cosa avesse letto nel suo libro di testo riguardo l’asfodelo, mentre Hermione, accanto a lui, faceva scattare la mano in alto. L’asfodelo era il simbolo di una Dea della morte greca… “Ehm, il Distillato dei Non-Morti?”

Draco gemette a bassa voce mentre Piton sbatteva le palpebre, prima di continuare. “Si ottiene una potente pozione soporifera che va sotto il nome di Distillato della Morte Vivente. Proviamo di nuovo. Potter, dove guarderesti se ti dicessi di trovarmi un bezoar?”

Questa è facile, pensò Harry. “Nello stomaco di una capra, signore.”

“Sì. Può salvare dalla maggior parte dei veleni, ma non tutti. Qual è la differenza, Potter, tra l’Aconitum napellus e l’Aconitum lycoctonum?”

“Non sono la stessa cosa, signore?” chiese Harry confuso.

“Esattamente. Sono la stessa pianta, nota anche con il semplice nome di aconito.” Snape guardò Harry con occhio calcolatore prima di alzare lo sguardo sul resto della classe. “Beh? Perché non state prendendo appunti? E due punti a Serpeverde, per esserti dato la pena di aprire un libro prima di venire qui, Potter.”

Il resto della lezione passò piacevolmente per Harry, nonostante un Grifondoro dai capelli rossi lo avesse chiamato secchione suscitando le risate dei suoi amici. Ancora raggiante per aver fatto guadagnare qualche punto a Serpeverde, si mise in coppia con Draco per il resto della lezione. La loro pozione per curare i foruncoli riuscì alla perfezione, e furono gli unici della classe che Piton non criticò. Ma lo stesso, non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione di non piacere a Piton, e lo disse a Draco mentre salivano per pranzo.

“Oh, dacci un taglio, Potter! Ha detto qualcosa? No! Ti ha anche dato dei punti,” esclamò Draco.

“Non sembrava molto contento di farlo,” borbottò Harry.

“Certo che no, Piton non sembra mai contento,” rise Draco.

“Sì, ma-”

“Merlino, quanto sei fastidioso! A che ora andiamo a visitare Hagrid?”

“Andiamo?”

“Sì, andiamo. Tu sei chiaramente troppo paranoico e testardo per essere lasciato da solo con qualcuno senza che inizi a pensare che vogliano farti fuori.”

“Cretino.”

 

*******

 

Quando Harry bussò alla porta della capanna di Hagrid, lui e Draco sentirono l’abbaiare di un grosso cane, e poi Hagrid che gridava “Buono, Thor - buono.” La porta si aprì di una fessura. “Aspettate un attimo! Sta giù, Thor.” Hagrid aprì del tutto la porta tenendo per il collare un enorme cane nero, di quelli usati per la caccia al cinghiale. Draco aveva un lieve sogghigno sul viso mentre entravano, ma non disse niente.

“Fate come se foste a casa vostra,” disse Hagrid. Lasciò andare Thor, che balzò dritto verso Draco e iniziò a sbavargli sulla tunica.

“Questo è Draco,” disse Harry a Hagrid, cercando di non ridere alla faccia del suo amico, che aveva notato che la bava del cane copriva ora i suoi vestiti una volta immacolati.

Hagrid alzò lo sguardo dalla teiera per guardare Draco. “Malfoy, eh? Mi ricordo di tuo padre quando era uno studente, siete proprio uguali. Non posso dire di aver mai pensato di vedere un Malfoy a casa mia.”

“Io non sono mio padre,” disse piano Draco, arrendendosi nel cercare di spingere Thor via da lui. Iniziò ad accarezzargli la testa, rassegnato.

“Nah, non mi aspettavo che lo fossi,” disse Hagrid in tono piatto prima di servire il tè e dei biscotti dall’aspetto roccioso.

I biscotti quasi gli ruppero i denti, ma Harry fece finta di gradirli mentre lui e Draco raccontavano a Hagrid la loro prima settimana a Hogwarts. Draco allungò furtivamente i suoi biscotti a Thor quando Hagrid non stava guardando. Si lamentò rumorosamente quando Harry iniziò con la sua teoria su Piton. Hagrid si limitò a ridere e disse che a Piton gli studenti piacevano molto raramente.

“Ma sembrava che mi odiasse.”

“Sciocchezze!” disse Hagrid, versando altro tè senza guardare Harry. “Perché dovrebbe?”

Draco alzò gli occhi al cielo. “È quello che gli ho detto. Vedi con cosa ho a che fare?”

Mentre Hagrid di trovava d’accordo con Draco, Harry raccolse un pezzo di carta dal tavolo. Era un articolo ritagliato dalla Gazzetta del Profeta, che raccontava i dettagli di una rapina avvenuta alla Gringott. Ricordò Hagrid dirgli che solo un pazzo avrebbe cercato di scassinare la Gringott.

“Hagrid! La rapina alla Gringott è avvenuta il giorno del mio compleanno! Forse è successa quando c’eravamo noi!” esclamò Harry.

Hagrid evitò di nuovo di guardarlo negli occhi, porgendogli ancora una volta i biscotti rocciosi. Harry lesse l’articolo di nuovo. La camera di sicurezza presa di mira dai ladri era stata svuotata il giorno stesso. Harry ricordò la camera blindata da cui Hagrid aveva preso quel pacco, e come si era rifiutato di rispondere alle domande di Harry. Era quella la camera di cui parlava l’articolo? Hagrid aveva soffiato un qualche tesoro da sotto il naso dei ladri appena in tempo?

Mentre tornavano indietro verso il castello, Draco si lamentò rumorosamente dello stato dei suoi vestiti. Harry fece un suono comprensivo, ma non stava davvero ascoltando. Era troppo occupato a pensare a che cosa era appena successo da Hagrid. Hagrid svuotava una camera blindata, recuperando un misterioso pacco, lo stesso giorno in cui dei ladri cercavano di rubare qualcosa dalla Gringott. E il guardiacaccia non aveva neanche guardato Harry in faccia quando l’aveva rassicurato sul fatto che Piton non lo odiasse.

Durante la sua breve permanenza nel mondo magico, Harry aveva scoperto che cose come fantasmi e goblin erano reali. Ma ancora non credeva nelle coincidenze. 

 

********

 

Quella sera, una pergamena attaccata alla bacheca dei Serpeverde causò un gran fermento tra gli studenti del primo anno.

“Lezioni di volo!” disse Harry.

Draco dovette trascinarlo via dalla bacheca, ed erano ora seduti davanti al fuoco a giocare a scacchi magici. Draco era determinato a far imparare le regole a Harry, e velocemente. Gli aveva spiegato che lui e sua madre facevano partite almeno una volta alla settimana, e che gli mancavano ora che stava ad Hogwarts. Blaise e Theo non erano interessati al gioco, quindi era toccato ad Harry imparare. Al momento stava trovando molto difficile concentrarsi.

“L’hai già detto. Più di una volta,” disse Draco irritato. “Concentrati!”

“Ma… Lezioni di volo! Draco, lezioni di volo!” Harry mosse il suo alfiere in avanti e alzò lo sguardo emozionato.

Draco sospirò e rimise l’alfiere di Harry dov’era. “Questi si muovono in diagonale, Potter, diagonale.”

“Scusa, è solo che-“

“Lezioni di volo, sì, lo so.” Draco si guardò intorno prima di sporgersi in avanti. “Senti, mi stai mandando ai matti-”

“Mi dispiace, è solo che, beh, sono un po’ nervoso,” ammise piano Harry.

Lo so. Ed è per questo che domani andiamo a volare.”

“Domani?” Harry lo fissò.

“Domani. Prendiamo in prestito i manici di scopa della scuola e andiamo a volare. In questo modo, posso farti vedere un po’ di cose prima della lezione, e finalmente chiuderai la bocca.” Draco tornò a poggiarsi allo schienale con un sorrisetto soddisfatto.

Harry gli rivolse un gran sorriso. “Draco, sei geniale!”

“Lo so.”

 

********

 

Il giorno dopo Harry e Draco erano seduti nella sala comune insieme ai loro compagni di classe. Harry stava rispondendo alle domande di Theo e Tracy riguardo il mondo dei babbani, e Draco stava scrivendo una lettera a sua madre. Mezz’ora prima di cena, Draco si alzò annunciando di dover andare in biblioteca, e che Harry veniva con lui. Assicurandosi di farsi sentire mentre borbottava sulla prepotenza di Draco, Harry lo seguì fuori dai sotterranei, ma non verso la biblioteca. Invece, si diressero alla sala d’ingresso, dove Draco fece finta di indicare le clessidre con le gemme delle case a Harry mentre aspettavano che i pochi studenti se ne andassero. Una volta che ebbero via libera, avanzarono velocemente fino al portone d’ingresso e sgattaiolarono fuori.

I prati erano silenziosi, ad eccezione della lontana figura di Hagrid che spaccava la legna accanto alla sua capanna. Mancava più di un’ora al tramonto, ma le loro ombre stavano già iniziando ad allungarsi, e smisero di preoccuparsi che qualcuno li avrebbe visti dal castello. Si scambiarono un sorriso e si avviarono velocemente verso il campo di Quidditch.

Il campo era deserto quando arrivarono, visto che nessuna delle squadre aveva iniziato ad allenarsi così presto all’inizio del semestre. Si fecero strada verso il ripostiglio delle scope, ma lo trovarono chiuso a chiave.

“Che facciamo adesso?” chiese Harry. “Io non so forzare una serratura, e tu?”

“Forzare la serratura? È una cosa Babbana? Vabbè, spostati,” Draco si lanciò una rapida occhiata intorno prima di puntare la bacchetta verso il lucchetto. “Alohomora!”

La porta si spalancò, e Harry si girò verso Draco. “Dove l’hai imparato?”

“È nel nostro libro di Incantesimi, stupido. Quando ho comprato la mia bacchetta il mese scorso, ho deciso di vedere che cosa tiene mio padre nei suoi armadi chiusi a chiave.”

“E?”

“Oh, niente di che in realtà. Solo qualche vecchio cimelio, dei libri, quel genere di cose. Di valore, ovviamente, ma non ho avuto il tempo di vedere se ci fosse qualcosa di davvero interessante.” Draco si diresse verso la rastrelliera di manici di scopa in fondo alla stanza mentre Harry faceva il palo.

“Aspetta, pensavo che non ci fosse permesso usare la magia fuori dalla scuola. Non sei finito nei guai?”

“Finisci nei guai solo se ti beccano,” disse Draco, ispezionando le scope. “La Traccia - l’incantesimo che avverte il Ministero nei casi di magia minorile - non può dire chi ha fatto l’incantesimo. Quindi qualcuno come te, l’unico mago in una casa Babbana, verrebbe quasi sicuramente beccato. Mentre quelli come me, che vivono in una casa dove gli adulti usano costantemente la magia, la fanno franca, visto che il Ministero più che altro si fida che i genitori sorveglino i loro figli.”

“Quindi i bambini nel mondo magico possono usare la magia, e quelli nel mondo dei Babbani no? È così ingiusto!”

“Immagino di sì. Non posso dire di averci mai pensato più di tanto. Ecco,” Draco spinse un manico di scopa nelle mani di Harry. “Questo dovrebbe andare bene. Andiamo.”

Si avviarono verso il campo di Quidditch, che era ormai completamente in ombra. Draco si fermò e si girò verso Harry.

“Volare è facile una volta che ci prendi la mano. Devi solo dirigere la punta del manico nella direzione in cui vuoi andare, e tirarti indietro per frenare; è tutto piuttosto intuitivo. Guarda come faccio io, e poi datti una spinta per sollevarti.” Draco si spinse piano dal terreno, e salì lentamente in aria, trovandosi a fluttuare qualche metro sopra Harry.

Harry afferrò stretto il suo manico, fece un respiro profondo, e si diede una spinta. Tutto d’un colpo, salì in aria, fermandosi di fronte a Draco. Sul suo volto si aprì un gran sorriso. Ce l’aveva fatta! Non riusciva a ricordarsi perché era stato così preoccupato, questa era la cosa più facile che avesse fatto in tutta la settimana.

“Calmati, stupido, ancora non hai fatto niente che non potrebbe fare un Tassorosso del primo anno,” rise Draco.

“No, non ancora,” disse Harry prima di partire. Sentì Draco urlare sotto di lui. Era fantastico! Sentiva il suo mantello svolazzare dietro di lui, e l’aria era molto più fredda quando ci volavi attraverso, ma non gli importava. Tutto quello che importava era che stava volando. Si fermò e aspettò che Draco lo raggiungesse.

“Hai finito di fare l’esibizionista?” brontolò.

“Neanche per sogno!” Harry si precipitò verso gli anelli in fondo al campo, volando dentro e fuori i cerchi. Draco lo seguì più lentamente, guardando Harry con un’espressione sorpresa.

“Sicuro di non aver mai volato prima?” gli gridò, mentre Harry iniziava a girargli intorno.

“Credo che mi ricorderei di aver volato, idiota!” rise Harry. “Anche se quando ero molto piccolo Hagrid mi ha portato alla casa dei miei zii in una motocicletta volante.”

Draco sbatté le palpebre. “Beh, sei piuttosto bravo. Sono sempre meglio io, però.”

“Ah sì? Prendimi e provalo!” Con quello, Harry partì, volando sopra gli spalti e dirigendosi verso la Foresta Proibita. Draco imprecò e lo seguì di corsa. 

Dentro la Foresta Harry dovette rallentare un po’, considerato che gli alberi bloccavano quasi tutta la luce serale. I rami degli alberi sembravano uscire dall’oscurità per disarcionarlo e graffargli il viso, quindi volò un po’ più basso. Vicino al terreno c’erano meno ostacoli, e trovò presto uno stretto sentiero. Lo seguì fino a una piccola radura, e si fermò ad aspettare Draco, che apparve un minuto dopo. Harry si chiese brevemente come avevano fatto i suoi capelli a restare immacolati dopo aver volato attraverso una foresta. La maggior parte del tempo, i capelli di Harry gli davano l’aria di essersi appena alzato dal letto, e non voleva neanche sapere che aspetto avevano in quel momento.

“Potter, perché ogni cosa che fai rovina i miei vestiti?” si lamentò Draco fermandosi. “Prima quel cane mi sbava sulle gambe, e ora ho un enorme strappo nella manica.” Mostrò il braccio in questione a Harry, che rise.

“Non avresti dovuto sbattere contro un albero allora, Malfoy.”

“Non avrei… Argh, mi farai morire, giuro.” Draco lanciò un’occhiata alla radura, corrucciato, ma si illuminò alla vista di un albero di mele. “Mele! Eccellente, sto morendo di fame.”

Volò verso l’albero e afferrò una mela dal ramo più alto prima di darle un morso. “Oh, che buona. Ne vuoi una?” Al cenno di assenso di Harry, gli tirò un’altra mela, ma il lancio finì troppo vicino a lui. Lanciando un’occhiataccia a Draco, Harry si tuffò per prendere il frutto, acchiappandolo a un paio di metri da terra. La morse trionfante mentre tornava su vicino a Draco.

Che lo stava guardando a bocca aperta.

“Che c’è?” chiese Harry.

Draco scosse la testa e chiuse la bocca. “Quel tuffo! Ho pensato che ti saresti di sicuro schiantato a terra!”

“Non era male,” disse Harry sulla difensiva.

“Lo so - è quello il punto. Hai preso una mela in picchiata la prima volta che voli!” Draco iniziò a raccogliere altre mele, senza fermarsi prima di averne un bel mucchio dentro il risvolto della sua tunica. “Ecco, te ne lancio altre, e vediamo se riesci a prenderle tutte come quella.”

“Non posso mangiare questa in pace e basta?”

“No, voglio vederti farlo di nuovo.” Con quello, Draco lanciò una mela alla destra di Harry.

Imprecando, Harry lasciò cadere la mela che stava mangiando e scattò verso quella nuova, prendendola facilmente. Afferrò tutte le altre altrettanto facilmente, anche quando i lanci di Draco diventarono sempre più spericolati.

“Okay, l’ultima!” gridò finalmente Draco quando ormai la luce del crepuscolo aveva lasciato quasi del tutto la Foresta. “Un tiro basso, ora!”

Harry puntò la sua scopa verso terra, per poi imprecare quando la mela volò alta sopra la sua testa. Borbottando di Malfoy bugiardi, girò la sua scopa e scattò all’inseguimento. Gli occhi fissi sul proiettile verde, non notò un altro paio di occhi che lo guardava. Non finché non si lanciò bruscamente in picchiata per acchiappare la mela…

E si fermò di colpo di fronte a Piton.

Harry deglutì e strinse la sua mela.

Piton stava raccogliendo degli ingredienti per Pozioni nella Foresta, a giudicare dalle cesoie che spuntavano dal cesto accanto a lui. Il professore si spolverò le mani sulla tunica e si alzò in piedi con un gesto fluido così da guardare Harry dall’alto, il quale stava fluttuando a un metro da terra.

“Mi dispiace, signore, non avevo intenzione di -”

“Di cosa, signor Potter? Non aveva intenzione di intrufolarsi nel ripostiglio delle scope mentre il resto della scuola è a cena? Non aveva intenzione di rubare un manico di scopa per andare a bighellonare nella Foresta Proibita? La foresta così chiamata perché agli studenti, come lei, è proibito entrarci?” Piton alzò un sopracciglio mentre aspettava la risposta di Harry.

Il ragazzo fu salvato dal dover pensare a una scusa quando improvvisamente sentirono Draco gridare tra gli alberi. “Potter, che stai facendo? Non dirmi che sei caduto e - oh.” Gli occhi di Draco si spalancarono alla vista di Piton. Esitò un attimo prima di scendere e mettersi in piedi accanto a Harry, che lo prese come un suggerimento e scese anche lui dalla scopa.

“Professore, noi…”

“Silenzio, signor Malfoy,” Piton gli rivolse una breve occhiata prima di rivolgersi di nuovo a Harry. “Per quanto mi addolori dirlo… Quella era una gran bella volata, signor Potter.”

Harry lo guardò a bocca aperta per un secondo. “Um, grazie, signore.”

“Oh, non essere troppo veloce a ringraziarmi. Venite con me, tutti e due.” Mentre si avviavano, continuò. “Ringraziami dopo che avrai fatto la tua prima sessione di allenamento come nuovo Cercatore di Serpeverde.”

Harry lo guardò disorientato, ma Draco emise un verso sorpreso. “Cercatore, signore?”

“Cercatore, signor Potter. Di certo il signor Malfoy qui l’ha informata sul Quidditch?” Al cenno di assenso di Harry, continuò. “Nonostante la squadra di Serpeverde abbia vinto lo scorso anno, non è stato grazie a delle particolari abilità del nostro Cercatore. Informerò il capitano che ha un nuovo Cercatore, e inizierai ad allenarti la prossima settimana.”

Harry e Draco camminarono in silenzio per un po’. Nessuno dei due riusciva bene a credere a quello che era appena successo, ma non avrebbero rischiato la furia di Piton parlando.

Fu Piton che infine ruppe il silenzio. “Ha denaro a sufficienza per comprare un manico di scopa da solo, signor Potter?”

“Sì, signore, nella mia camera blindata alla Gringott.”

“Molto bene. Domani mi farò prestare il catalogo di manici di scopa da Madama Bumb, e potrà fare il suo ordine via gufo. Darà un’occhiata al catalogo durante la sua punizione.”

“Punizione, signore?”

“Sì, signor Potter, punizione. Lei potrà anche essere quello di cui abbiamo bisogno per migliorare la nostra squadra, ma ciò non cambia il fatto che ha infranto delle regole.” Rivolse a entrambi un sogghigno. “Tu e il signor Malfoy vi unirete a me domani mattina per pulire i calderoni che i vostri imbecilli compagni di classe sembrano essersi messi d’impegno nel distruggere.”

 

*******

 

Piton li lasciò una volta raggiunto il castello dopo averli avvertiti di non farsi sorprendere fuori dal dormitorio dopo il coprifuoco. Harry lo guardò finché il suo mantello non svolazzò dietro un angolo per poi afferrare Draco con eccitazione.

“Draco, sarò un Cercatore!” Harry non riusciva a credere alla sua fortuna. Non era mai stato scelto prima a scuola per stare in squadra, visto che nessuno voleva che Dudley ce l’avesse con loro per Harry.

Draco permise a Harry di scuoterlo per qualche secondo prima di tirarsi indietro. “Congratulazioni.”

Harry esitò. “C’è qualcosa… Stai bene?”

“Bene. Sto bene.” Draco forzò un sorriso.

“Non sembra,” disse Harry schiettamente.

“Beh se vuoi saperlo, è un po’ sconcertante essere superato nel volo da qualcuno che non aveva mai visto prima un manico di scopa!”

“Mi dispiace. Come potevo sapere quello che avrebbe fatto Piton?” Harry era preoccupato. Stava per perdere il suo primo amico?

“Oh, smettila con quell’espressione, come se avessi appena preso a calci il tuo cucciolo. Immagino che ne valga la pena se Serpeverde vince di nuovo la coppa quest’anno.” Draco sorrise di nuovo, in modo più convincente. “Sai cosa significa questo, vero?”

“Em, domani devi aiutarmi a scegliere un manico di scopa?”

“Beh, sì, ovviamente. Ma anche: dobbiamo festeggiare. Andiamo giù alle cucine a rubare un po’ di dolci.”

“Dove sono le cucine?”

“Seguimi.”

Draco lo guidò fino a un corridoio al piano di sotto con dipinti di cibo alle pareti. Qualche Tassorosso camminava davanti a loro; la loro sala comune doveva essere nei dintorni.

“Cerca un dipinto di una ciotola di frutta,” disse piano Draco. “Dobbiamo fare il solletico alla pera.”

“Il solletico alla pera?” sbuffò Harry divertito.

“Chiudi la bocca, Potter, è il modo per entrare nelle cucine, me l’ha detto mia madre.” Draco gli lanciò un’occhiataccia.

“Scusa. Guarda, deve essere questo.” Harry allungò una mano e solleticò la pera. Di fatto, la pera si mise a ridacchiare, prima di trasformarsi in una maniglia. Harry aprì la porta e l’attraversò, prima di fermarsi così bruscamente che Draco gli finì addosso.

“Oof! Idiota, che stai facendo?” borbottò Draco.

“Scusa! È solo che, cosa diavolo sono?” sussurrò Harry.

La cucina era enorme, e al centro dominavano quattro lunghi tavoli che Harry notò essere l’esatta copia di quelli nella Sala Grande. C’erano fornelli e forni tutto intorno le pareti delle stanze, e le più strane creature che Harry avesse mai visto scorrazzavano dappertutto.

“Cosa? Oh, sono solo elfi domestici,” rispose Draco, annoiato. “Hogwarts ne ha un sacco. Cucinano e puliscono e si occupano dei maghi in generale. Ne abbiamo un po’ alla Villa, puoi vederli se vieni a trovarmi.”

La risposta di Harry fu interrotta da un gruppo di elfi domestici che si precipitarono da loro, inchinandosi.

“Cosa vogliono i signorini?” Harry guardò a bocca aperta il rappresentante degli elfi che gli aveva parlato.

“Dei dolci.” rispose Draco. Il gruppo partì immediatamente, tornando di corsa con due grosse borse straripanti di cibo.

“I signorini vogliono qualcos’altro?” squittì lo stesso elfo di prima.

“No, questo è abbastanza.” Draco si girò per andarsene, afferrando Harry.

“Grazie!” gridò Harry dietro di sé. La porta si chiuse sopra le voci acute degli elfi. Harry si girò verso Draco, che stava controllando il suo orologio. “Sono molto carini. Strani, ma carini.”

“Se pensi che loro siano strani, aspetta di vedere Dobby.”

“Dobby? Chi è Dobby?”

“Uno dei nostri elfi domestici. Lo puoi conoscere quando vieni a trovarmi. Nel frattempo, dovremmo sbrigarci, il coprifuoco è scattato qualche minuto fa.”

“Cosa? Cavolo, i sotterranei sono dall’altra parte del castello, dobbiamo correre.”

I ragazzi si lanciarono le borse in spalla, ed erano appena ritornati alla Sala d’Ingresso quando sentirono un miagolio. Guardarono terrorizzati Mrs Purr venire verso di loro con passo deciso dal corridoio che portava ai sotterranei.

“Corri!”

Si girarono di colpo precipitandosi in cima alla prima rampa di scale che videro. Sentivano il respiro ansimante di Gazza dietro di loro. Arrivati in cima, Harry afferrò Draco e lo spinse dentro un corridoio. Sorpassarono alcune porte prima di arrivare a quella in fondo. Harry strattonò la maniglia, ma era bloccata.

Alohomora,” ansimò, e la serratura si aprì. Si infilarono dentro velocemente e sbarrarono la porta.

“Penso che l’abbiamo seminato,” disse Harry con il fiato corto.

“Aspettiamo qualche minuto prima di uscire,” disse Draco.

Sentirono un basso ringhio venire da dietro di loro. Si girarono di scatto per vedere un enorme cane a tre teste ringhiargli contro.

“Oppure usciamo adesso!” gridò Harry.

“Adesso va bene!” Draco aprì la porta con una spinta e corsero fuori, chiudendola di nuovo quando il cane cercò di saltargli addosso. Corsero di nuovo fino all’Ingresso passando per una strada diversa. La fortuna era dalla loro parte, perché sembrava che Gazza si fosse infilato in un corridoio diverso. Finalmente, raggiunsero i sotterranei e rallentarono.

“Che diavolo era quello?” chiese Harry.

“Un enorme maledetto cane a tre teste!” Draco si strinse il braccio contro una fitta al fianco. “Su una botola.”

Harry sollevò di scatto la testa. “Una botola?”

“Ci stava sopra. Come se stesse facendo la guardia.”

“La guardia… oh!” Harry fissò il vuoto per qualche secondo mentre metteva i pezzi del puzzle insieme. Si riprese quando Draco gli sventolò una mano di fronte alla faccia.

Forza, Potter, dobbiamo entrare prima che Piton ci veda e ci dia un’altra punizione.”

Harry seguì Draco all’interno della sala comune. Attirarono qualche sguardo curioso mentre si facevano strada fino al loro dormitorio. Trovandolo vuoto, si buttarono con gratitudine sui loro letti e lasciarono cadere il cibo a terra.

“Perché sei diventato tutto strano quando ti ho detto della botola?” chiese Draco.

“Huh? Oh, em, stavo pensando…” rispose Harry.

“Ah, è per questo che non ho riconosciuto quell’espressione.”

“Stupido.”

“Idiota.” Un cuscino volò in aria colpendo Harry in faccia.

“Okay, okay! Hai detto che sembrava che stesse facendo la guardia a qualcosa, no? Beh, ti ricordi di quella rapina alla Gringott? Io e Hagrid eravamo là quel giorno, e lui ha preso un pacco da una camera blindata vuota. Tutto quello che mi ha detto è che erano affari privati di Hogwarts.”

“Quindi pensi che il cane stia facendo la guardia a questo pacco?” Draco si mise seduto per guardarlo.

“Sì.” Rispose Harry, proprio mentre la porta si apriva facendo entrare i loro compagni di dormitorio.

“Voi due siete proprio delle dive, eh?” esclamò Blaise. “Saltate la cena e poi correte qui come se i mastini dell’inferno vi stessero inseguendo.”

Harry e Draco si scambiarono un’occhiata. “Uh, ci siamo scontarti con Piton e ci siamo persi la cena, quindi siamo andati a prendere del cibo dalle cucine.”

“Gazza e la sua gatta ci sono venuti dietro proprio mentre scattava il coprifuoco,” aggiunse Draco. “E dovreste ringraziarci, abbiamo preso abbastanza cibo per tutti. Stasera si festeggia.”

  
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