Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: smak978    20/09/2016    10 recensioni
"Succorbentis?" Chiese Malfoy con un filo di voce, coprendo subito il volto con quell'insopportabile maschera. "Hai la Succorbentis?" Silenzio. "Lo sai che è una malattia incredibilmente rara, vero? ...E lo sai che è incurabile, vero?" Silenzio. "Non c'è da stupirsi che ti rifiuti di accettarlo." Ron/Hermione/Grifondoro OOC
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Scusate il ritardo gente, buona lettura!



Capitolo 18 – Sangue-sporco?
 
Harry se ne stava immobile ad osservare il dragone grigio avvinghiato al suo avambraccio, studiando il rossore attorno al nuovo tatuaggio. La sua pelle era rosa e dolorante, ma stando a quanto diceva Malfoy, sarebbe durato per pochi giorni. Il drago, però, era permanente.
 
Si stiracchiò un po’ sul suo letto, alzò il braccio per esporlo alla luce del sole e rimase sbalordito quando vide brillare e risplendere alcune squame; a quanto pareva, i tatuaggi magici erano diversi da quelli babbani. Era stato uno shock per lui, anche se in realtà avrebbe dovuto immaginarlo. Il suo drago brillava alla luce del sole, e si spostava come se ci nuotasse dentro. Malfoy aveva insistito per fare eseguire alla tatuatrice un incantesimo particolarmente complicato che l’avrebbe fatto muovere, non curandosi del prezzo esorbitante. Proprio come aveva detto lui, ne era valsa la pena. Il drago si mosse, sbatté le palpebre, e Harry giurò di aver visto del fumo d’inchiostro fuoriuscire dalle sue narici. Era un peccato che doveva tenerlo nascosto, per paura che la McGranitt decidesse di ammazzarlo. Una creatura così bella non era fatta per essere nascosta.
 
Harry ringhiò fra sé e sé, e gli scappò un risolino quando il drago sbatté ancora le palpebre, i suoi profondi occhi argentei erano pensierosi.
 
Cazzo, Draco era riuscito a marchiarlo con il suo ritratto sputato.
 
E ad Harry piaceva.
 
Dannazione.
 
Harry rotolò, alzandosi dal letto. Tirò un sospiro mentre frugava fra le varie pozioni, alle quali si era aggiunto anche un nuovo antinfiammatorio. Non c’era da sorprendersi che non era in vena di fare colazione, se doveva mandar giù quattro pozioni ogni mattina; era sazio già prima di raggiungere la Sala Grande.
 
Si vestì lentamente, guardandosi intorno nella stanza vuota. Era il suo ultimo Natale.
 
Ignorò la stretta al petto. Al contrario, i suoi occhi si posarono su una piccola pila di… regali? Li guardò confuso. Non si aspettava di ricevere regali quell’anno, riflettendoci su. Non capiva se il fatto che qualcuno era ancora interessato a lui tanto da mandargli regali gli procurava una buona o una cattiva sensazione; li avrebbe feriti, quando se ne sarebbe andato.
 
Harry si asciugò una lacrima, aveva il cuore in gola.
 
Gli era stato spedito un maglione Weasley.
 
.
 
.
 
.
 
Harry si diresse a colazione, sorridendo per il calore del suo nuovo maglione color castagna. Se Malfoy avesse detto una sola parola, Harry non avrebbe esitato a sfoderare la bacchetta e affatturarlo fino alla morte. Non poteva rovinargli quel giorno… non l’avrebbe fatto… o almeno sperava.
 
Harry lo adocchiò al tavolo dei Grifondoro e si avvicinò, come al solito. Il che era davvero strano.
 
Non disse nulla, si limitò solo ad alzare un sopracciglio e a fare una leggera smorfia. I suoi occhi, comunque, si posarono immediatamente sul avambraccio di Harry, e un sorriso comparve sulle sue labbra. Anche se non aveva detto nulla in proposito, era chiaro che gli piaceva il fatto che Harry aveva deciso di fare il tatuaggio proprio dove Malfoy aveva il Marchio Nero; conoscendo il biondo, probabilmente, pensava che avesse ammesso di considerarlo un Dio, o qualcosa che ci andava vicino.
 
Harry non aveva il coraggio di dirgli che era solo più facile nasconderlo in quel modo.
 
Harry si sedette, servendosi automaticamente del cibo. Sapeva che Malfoy l’avrebbe perseguitato se non mangiava; era più facile accontentarlo.
 
“ Come fai a sederti? ” Chiese seccamente Malfoy, con gli occhi che brillavano di una luce divertita.
 
“ Che vuoi dire? ”
 
“ Oh, sai, per il nuovo buco nel culo che ti ha aperto ieri la McGranitt. ”
 
Harry sputacchiò, facendo roteare gli occhi. “ Devi proprio essere così schietto? ”
 
“ E tu non fare l’inetto. ” Ribatté il biondo immediatamente, sorridendo.
 
“ Inizierò un conflitto. ” Lo minacciò Harry, tra le risate. A volte sapevano essere così idioti; era difficile credere che erano dell’ottavo anno. E che stavano per diplomarsi. Che Dio aiutasse il mondo. “ La McGranitt ci sta fissando. ”
 
“ E sta stringendo così tanto i denti che li ridurrà allo spessore di un foglietto.” Convenne Malfoy, ghignando ancora una volta. “ Non ne capisco i motivo. Io gliel’avevo chiesto. ”
 
Harry aveva già sentito quel discorso il giorno prima; non era in vena di riascoltarlo. Stando a quel che diceva la McGranitt, Malfoy non aveva capito il significato della frase, ‘ Dovrete Passare Sul Mio Cadavere ’. Malfoy rispose a bassa voce chiedendo come faceva a sapere che sarebbe sopravvissuta un’altra notte, dato che era così decrepita?
 
Avevano lasciato l’ufficio ricevendo una serie di pesanti avvertimenti, cinquanta punti in meno a testa, e una settimana di punizioni. Harry pensava che sarebbe potuta andare molto peggio, ma Malfoy si era aspramente lamentato. Almeno gli era ancora permesso di frequentarsi. Li aveva minacciati di separarli per il resto dell’anno, e quello l’avrebbe distrutto. Aveva bisogno di Malfoy in quel momento, anche se si sentiva in colpa per questo.
 
Cazzo, voleva stare con Malfoy più di quanto avrebbe dovuto. Ed era terrificante.
 
.
 
.
 
.
 
“ Per favore, si sieda, signor Potter. ”
 
Harry sospirò mentre affondava nella sedia davanti alla scrivania della McGranitt. Silente era lì che dormiva nella sua cornice, e russava leggermente. Aveva l’aria di fingere, comunque, visto il modo in cui apriva deliberatamente un solo occhio per guardarsi intorno ogni tre minuti, facendo sorridere Harry. Stava cercando di tirarlo su di morale, anche da morto… Silente era davvero il miglior preside che Hogwarts avesse mai avuto.
 
“ Prendi un biscotto. ” Harry prese una manciata di scotch finger, sapendo che non aveva altra scelta. Sapeva anche che sarebbe stata una conversazione molto tesa; i biscotti servivano per le situazioni difficili.
 
“ Come stai, Harry? ”
 
“ Bene. ” Borbottò, facendo fatica a incontrare il suo sguardo. Era difficile guardare qualcuno che lo vedeva come un morto vivente. Qualcuno che gli aveva urlato contro così tanto da farsi venire il mal di gola solo poche ora prima.
 
“ Ho due cose da dirti. ” Harry si contenne, ringhiando interiormente. Non le aveva detto dov’era andato il giorno prima, e col cazzo che l’avrebbe fatto ora!
 
Sapeva cosa facevano i Serpeverde alle spie.
 
“ Per prima cosa, è stata rilevata una leggera complicazione nel trattamento di martedì sera. ” Si accigliò mentre lo diceva, appena il petto di Harry si strinse. No. Non ancora. Quattro mesi non erano abbastanza. Non aveva fatto abbastanza! “ Abbiamo le prove che la tua magia inizia a diventare più aggressiva. Diventerà gradualmente più difficile gestirla, d’ora in poi. ” D’ora in poi? Non era stata già abbastanza aggressiva fino a quel momento? “ Ad ogni modo, Madama Chips sostiene che con le pozioni stabilizzanti e la tua astinenza dalla magia, dovrebbe essere perfettamente controllabile. ”
 
“ Okay… quindi come facciamo a evitare che peggiori? ” Harry si ritrovò a chiedere la prima domanda sulla sua malattia da quando l’aveva contratta. Non aveva voluto saperne nulla fino ad allora… fino ad allora…
 
La McGranitt si limitò a rivolgergli uno sguardo carico di pietà, costringendosi a guardare altrove. “ Dovresti sapere che non ci sono informazioni su questa malattia, Harry. Ci sono stati soltanto pochi maghi nella storia ad averla contratta, e quindi c’è una limitata- ”
 
“ Sì, ma io ce l’ho adesso, no? ” La interruppe Harry, ignorando il peso allo stomaco. Si sentiva male. “ Perché non sono attaccato a degli aghi con delle persone che fanno esperimenti e cose del genere? Non possono fare ricerche su di me? ”
 
“ …non sappiamo quanto tempo… ” La McGranitt non riuscì a terminare la frase. Non doveva. Non sapevano per quanto tempo la malattia sarebbe rimasta ‘ tranquilla ’.
 
“ Sì, lo capisco, ma perché non stanno facendo delle ricerche adesso? Non c’è nessuna cura sperimentale? Ci dovrebbe essere, cioè, se non ci sono molte persone a contrarla, sarebbe normale pensare che curare me sia una grande occasione… be’, per i dottori almeno. Nessuno lo sa ancora, grazie a Dio… ” Si zittì quando lei si asciugò gli occhi, evitando deliberatamente il suo sguardo. Perché stava piangendo? Sarebbe stato LUI a dover piangere, non lei! Non era lei a stare lì senza una cura disponibile!
 
Rimasero in silenzio per un po’, nessuno dei due sapeva esattamente cosa dire. Harry voleva soltanto che si facesse qualcosa… era stanco di sottoporsi al trattamento ogni settimana. Qual era il senso di sapere quando qualcosa andava storto, se non si poteva fare nulla per evitarlo?
 
“ Harry… non esiste un modo per contenere la magia. ” Disse infine, con un filo di voce, incontrando i suoi occhi con determinazione. “ Per quanto ne sappiamo. ”
 
Oh. La malattia era dispersa nella sua magia.
 
Harry digrignò i denti con rabbia, stringendo con forza i pugni. Era per questo che non voleva saperne nulla; ti entusiasmavi, ma venivi calciato così forte dalla realtà che non eri più neanche un cane, ma solo un mucchio di resti sanguinolenti sul pavimento. Era stato contento nella sua ignoranza… perché aveva fatto domande? Non poteva semplicemente rimanere ignaro di tutto?
 
Il tatuaggio bruciava sul suo braccio, pesava.
 
Ecco perché.
 
“ Qual… qual era la seconda cosa che aveva da dirmi? ”
 
“ Harry, non hai ancora motivo di preoccuparti. Anche se i primi segni si stanno manifestando, non significa che la tua magia diventerà già aggressiva. Potresti avere ancora settimane, o mesi, prima che- ”
 
“ Per favore. ” Farfugliò Harry, senza guardarla. Il biscotto si era sbriciolato nella sua mano. “ Qual è la seconda cosa che doveva dirmi? ”
 
Lei lo guardò mestamente per un momento, ponderando se fosse abbastanza forte. Come avrebbe fatto ad essere peggio di quello che aveva appena sentito, lui non lo sapeva. Dio, lo voleva sapere? Alla fine, lei si arrese; probabilmente perché non le piaceva stare nella stessa stanza con un morto.
 
Gli passò una lettera.
 
Era indirizzata a lei.
 
Senza dire una parola, la lesse.
 
“ Caro Preside Silente,
 
Ciao. Piacere di fare di nuovo la sua conoscenza. Spero in una circostanza migliore. O forse no, dato che questa lettera riguarda mio cugino. Harry mi ha detto che era malato, e non sono sicuro di cosa fare. Non siamo mai andati d’accordo, perché lui era un idiota, e io ero un cretino, ma voglio provare ad essere migliore. Voglio fargli visita quando è in chemioterapia. So che è un mago, e che io non lo sono, ma lei mi sembra un bravo ragazzo a cui non importano queste cose. Per favore, mi risponda. Con sincerità, Dudley Dursley. ”
 
Ma. Che. Cazzo?
 
Harry scoppiò a ridere, stringendo una mano sulla bocca. Suo cugino era un completo idiota. Si era rivolto a ‘ Silente ’ chiamandolo ‘ bravo ragazzo ’. Aveva scritto ‘ idiota ’ e ‘ cretino ’ in una lettera indirizzata a uno dei più potenti maghi defunti mai esistiti. Pensava che Harry avesse il cancro, e che per questo facesse la chemioterapia. Era evidente che non sapeva scrivere una lettera in modo decente.
 
Non riusciva a smettere di ridere.
 
E nemmeno di piangere.
 
.
 
.
 
.
 
Harry si affrettò verso la biblioteca, con gli occhi rossi e doloranti. Dannato Dudley e il suo cambiamento interiore. Avrebbe dovuto restare neutrale; senza essere sicuro se dovesse comportarsi in modo amichevole con Harry oppure odiarlo a morte. Quando cazzo aveva sviluppato una coscienza?
 
Sobbalzò quando Malfoy apparve dal nulla al suo fianco, i suoi occhi percepirono la situazione. Diede ad Harry uno sguardo, e poi continuò a camminare accanto a lui in silenzio. Non proferì parola, e Harry dubitava che l’avrebbe fatto. Malfoy era neutrale, e permetteva ad Harry di dire o fare qualunque cosa voleva. Se avesse voluto dargli un pugno in quel momento, probabilmente gliel’avrebbe lasciato fare. Il che significava che era tutt’altro che neutrale!
 
Il cuore di Harry accelerò quando le loro spalle si sfiorarono, palpitando dolorosamente.
 
Perché non lo lasciavano morire da solo?
 
.
 
.
 
.
 
Harry osservò il suo cibo, stringendo i denti così forte da farsi male. Non voleva mangiare; lo faceva vomitare, la maggior parte delle volte. Perché quel biondino egoista aveva anche solo cercato di convincerlo a completare quell’obiettivo della lista? Era una cosa stupida; non era per niente soddisfacente, eccetto quella volta che aveva vomitato sulle scarpe nuove di Malfoy. Quello era stato davvero divertente.
 
Harry ringhiò fra sé e sé, lanciando occhiate al tavolo dei Serpeverde. Appena i suoi compagni di casa in verde erano tornati Malfoy l’aveva completamente ignorato, come un vecchio vestito dismesso, ed era corso a cercare una veste di gala più costosa. Stronzo.
 
Non era geloso, comunque. Col cazzo. Perché doveva essere geloso di uno stronzo e della sua combriccola, che ridevano e se la spassavano dall’altra parte della sala? Non sembrava che si stessero divertendo. Non sembravano studenti felici, leali, oppure divertenti. Ai suoi occhi erano tutti idioti. Tutti quanti.
 
Tzé, e Malfoy pensava che Parkinson avesse monopolizzato le attenzioni di Harry? Era praticamente seduta sulle sue gambe! Non l’aveva mai notata prima, onestamente, ma adesso aveva la sua attenzione; si era assicurato di riservagli le sue occhiatacce più incazzate, anche se lei l’aveva già beccato due volte. Non era imbarazzato, nemmeno un po’. Cazzo, non aveva il tempo di essere imbarazzato. Non se ne pentì nemmeno per un istante.
 
E il fatto che Malfoy si rifiutava di degnarlo di uno sguardo era assolutamente scortese! Sì, Harry doveva ammettere che non era stato molto felice durante gli ultimi giorni. Era stato un po' spento, nel leggere, nello studiare, e anche nell’evitare lo sguardo fisso del biondo. Ma ciò non significava che doveva ignorare Harry! Quell’idiota. Quel completo idiota.
 
Harry afferrò un pezzo di carta e scrisse velocemente qualcosa, aspettando che arrivasse la posta mattutina. Non poteva ignorarlo per sempre.
 
D’altra parte, il suo braccio aveva smesso di bruciare. Infatti, il suo tatuaggio era meraviglioso adesso che era guarito. Quando si era svegliato, quella mattina, aveva trovato delle fiamme d’inchiostro sul suo avambraccio, il respiro infuocato del drago. Il modo in cui si muoveva era stupendo. Era stata davvero una bella mossa, scegliere il Draco.
 
Uhm, il drago.
 
Harry non ebbe il tempo di fare face-palm, perché la posta decise di arrivare in quell’istante. Era troppo occupato a cercare un gufo da prendere in prestito.
 
Tzé, non era per niente geloso.
 
Harry osservò nervosamente il gufo che atterrava davanti a Draco... Malfoy... graffiandogli il polso perché non si sbrigava a ritirare il messaggio. Harry aveva scelto un buon gufo; gli aveva promesso un premio se avesse morso il biondino, e non sembrava importante che era stato addestrato a non attaccare i maghi. Bene.
 
Malfoy guardò esterrefatto il gufo, accigliandosi.
 
I suoi occhi si posarono a malapena sul volatile prima di spostarsi su Harry, con quel sorriso splendente sulle labbra e un'aria di sfida. Avrebbe potuto iniziare a cantare, e avrebbe suscitato meno sorpresa di un suo sorriso.
 
I Serpeverde continuarono a guardarli entrambi, Parkinson alzò gli occhi al cielo e strappò il biglietto dalle mani di Malfoy, leggendolo ad alta voce. Vacca.
 
Dopodiché, tutti quanti si voltarono a fissare Harry. Che, prontamente, tornò a concentrarsi sul suo pasto. Malfoy era una cosa, Parkinson ne era un'altra. Ma essere fissato dalla maggior parte della casa Serpeverde era davvero snervante.
 
Mordicchiò un'omelette, gemendo per il suo dolce sapore. Gli sarebbe mancato il cibo di Hogwarts, poco ma sicuro.
 
Ghignò, comunque, appena qualcuno strinse le braccia intorno alle sue spalle. Qualcuno che aveva un forte odore di vaniglia. Fu uno sforzo non voltarsi indietro, e continuare a mangiare con la massima disinvoltura possibile.
 
“ Sul serio , Malfoy, non hai nemmeno un po' di finezza. ” Commentò, strozzandosi dopo che una voce profonda lo rispose.
 
“ Sicuro che sia Draco? ” In quel momento sobbalzò, voltandosi di scatto per vedere chi di quei mostri aveva le braccia intorno alle sue... accidenti a loro.
 
Zabini stava ridacchiando a pochi centimetri di distanza, scuotendo la testa divertito. Era Draco ad essersi poggiato su di lui... che bastardo. Avrebbe dovuto intuirlo che era qualche sorta di scherzo, trattandosi di Serpeverde.
 
“ Ci sei cascato così facilmente; e vorresti addirittura giocare con i grandi? ” Disse flemmaticamente Draco, lasciando la presa per sedersi al tavolo dei Grifondoro, come aveva fatto durante le vacanze. Zabini lo seguì. Come se fosse la cosa più normale del mondo.
 
“ Non siete grandi come credete. ” Era tutto quello che aveva da dire. E a quanto pareva era abbastanza, visto che Zabini rise ancora una volta, con una luce divertita negli occhi.
 
“ Sei un tipo a posto, Potty. ” Poi cacciò uno strillo, perché Draco gli aveva puntato contro la bacchetta all'improvviso. Si scambiarono degli sguardi esasperati prima di voltarsi di nuovo verso Harry. Come se non ci fosse nulla di strano.
 
Harry li fissò entrambi con le sopracciglia alzate, in attesa di una spiegazione per quello che era appena successo. Comunque, non la ottenne, perché Draco lo guardò, simulando innocenza. Certo, nemmeno una matricola avrebbe creduto a quello sguardo.
 
“ Se vuoi giocare, sono completamente a tuo favore, davvero, lo sono- ”
 
“ Ma? ”
 
“ Ma... ce l'hai il permesso? ” Harry si accigliò, scuotendo leggermente la testa. Di che cazzo stava parlando? Era ovvio che non gli era permesso partecipare a quel gioco; implicava bere alcol a scuola. Di certo non avrebbe chiesto il permesso della Preside.
 
“ Sono maggiorenne, ho una casa, ho il controllo sul mio patrimonio... penso di essere capace bere un drink. ”
 
“ Io intendevo, ti è permesso farlo? ” Oh. Harry alzò gli occhi al cielo, e si accorse della confusione di Zabini, trattenendo un ringhio. Doveva proprio essere così furtivo?
 
“ Smettila. ” Sussurrò, incontrando gli occhi di Draco con un’aria quasi supplichevole. Dio, era così debole. “Non succederà niente.” Avevano bevuto al loro primo appuntamento, e poi si erano smaterializzati. Bere al sicuro nel castello non avrebbe fatto male a nessuno.
 
“ Non puoi sapere- ”
 
“ Draco, non succederà niente. ”
 
E sorprendentemente, sospirò, arrendendosi e ghignando leggermente. “ Se ti sbagli, non ti farò la RCP. ”
 
“ Sì che la farai. ” Ghignò Harry, e rise appena Draco arrossì e alzando gli occhi al cielo con un lieve sorriso sulle labbra.
 
“ Ti ha beccato, Draco. ” Canticchiò Zabini, scoppiando a ridere quando il biondo si avvicinò a lui per colpirlo. Merda. Quando aveva smesso di chiamare Malfoy con il suo cognome? Dannazione, ecco cosa succedeva se entravi troppo in confidenza con qualcuno. Zabini si voltò verso Harry, ghignò e gli porse la mano. “ Non credo che ci siamo mai presentati; cioè, ho sentito ogni tipo di lamentela su di te, tutte le vicende, e i piagnistei, ma... ”
 
“ Io non piagnucolo! ”
 
“ Non ti sei mai sprecato a imparare il mio nome? ” Chiese Harry con un ghigno, pensando alla stupidità della sua domanda. Per favore. Ogni bambino della comunità magica, e anche alcuni di quella babbana, conoscevano il suo nome. Forse non sapevano perché era famoso, ma lo conoscevano. In un modo o nell'altro.
 
“ Blaise Zabini. ”
 
“ ...Harry? ” Era una delle conversazioni più strane che avesse mai avuto, considerando che si stava presentando ad un ragazzo con cui aveva frequentato la scuola per otto anni.
 
“ Basta Blaise, smettila di monopolizzarlo.” Li interruppe Malfoy, che si alzò in piedi e spinse praticamente Zabini giù dalla panca, lanciandogli un'occhiata che lo fece tornare al tavolo Serpeverde con le mani in alto. Strano. “ Giocheremo stanotte, allora. Nella Sala Comune Serpeverde. ”
 
“ È un appuntamento. ” Rise Harry, tornando alla sua colazione, anche se poté sentire Malfoy fissarlo ancora per alcuni minuti. Cazzo, riusciva ancora sentire l'odore di vaniglia.
 
Prendi questa, Parkinson.
 
No, non era assolutamente geloso.
 
.
 
.
 
.
Harry aveva continuato a saltellare per tutto il giorno. Quella sera, aveva un altro obiettivo da cancellare dalla lista. Era a cavallo considerando che la sua magia aveva deciso di fare la stronza e diventare più ' aggressiva '… qualunque cosa volesse dire.
 
Non sapeva perché, ma si sentiva in colpa per non averlo detto a Malfoy. Ma, non doveva dirgli proprio tutto, no? Se lo faceva, l'altro avrebbe girato i tacchi e sarebbe fuggito, nonostante l'evidente flirt che era nato fra di loro.
 
Alle dieci in punto, stava bussando alla porta di entrata della Sala Comune Serpeverde, leccandosi nervosamente le labbra. Aveva rubato una bottiglia di vodka dal baule di Ron mentre non guardava, e la teneva stretta sotto il braccio. Era snervante, andare nel nido delle vipere; aveva già bevuto un sorso per far diminuire il suo stress. Non era servito a niente.
 
La parete si aprì, e un robusto ragazzino del secondo anno sbucò fuori. Fu sorpreso di vedere Harry, i suoi occhi blu lo squadrarono con curiosità, prima di indietreggiare e indicargli con un cenno del capo di sbrigarsi ad entrare. Non si era aspettato un caldo benvenuto. Ma l'assenza di rabbia era strana.
 
La sala comune era esattamente come se la ricordava, tetra, con una delle pareti che dava sulle profondità del lago. Non sapeva come facevano a non trovarlo terrificante, con tutte le creature che scorrazzavano davanti alla finestra. Se loro potevano vedere il calamaro gigante, quasi sicuramente, anche lui poteva vederli.
 
I vari studenti alzarono lo sguardo per fissarlo, ma nulla di più. Tornarono a farsi gli affari propri, e quasi nessuno si voltò per dare un'altra occhiata. I Grifondoro sarebbero già balzati in piedi, pronti a combattere, mentre i Serpeverde avevano solamente scrollato le spalle.
 
“ Sono laggiù. ” Gli indicò un primino, con una smorfia sulla faccia che, Harry suppose, volesse somigliare ad un ghigno. In ogni caso, era stato un tentativo carinissimo. Sorridendo, Harry attraversò la stanza, e scompigliò i capelli del ragazzino, ridacchiando per il suo squittio d'indignazione. Quando eri nella tana del serpente, dovevi far finta di essere un serpente, altrimenti saresti stato morso.
 
Conoscendo la malvagità di Malfoy, un'intera orda di Serpeverde poteva essere molto più che fatale.
 
Si apprestò a scendere le scale, addentrandosi nell'oscurità. Diventava sempre più buio man mano che proseguiva, e la sua ombra si perse nelle tenebre; il che era dannatamente inquietante.
 
Finalmente, trovò la porta che conduceva al dormitorio e spinse la pesante anta di legno, strizzando gli occhi per l'improvvisa ondata di luce. Era una copia del dormitorio Grifondoro, solo che era colorato di argento, nero e verde e al posto delle finestre, aveva una parete di vetro che dava nel lago. Era molto più che spaventoso.
 
“ Potty. ” Lo chiamò pigramente Malfoy, sorridendo come se non si aspettasse il suo arrivo. Era ovvio che si sarebbe presentato; non poteva più avere rimpianti. Non ne aveva il tempo.
 
“ Ciao. ” Disse Harry con impaccio, facendosi strada attraverso la stanza, diretto da Malfoy; si sentiva più al sicuro lì. Parkinson era appoggiata a uno dei montanti di un letto, e fissava incessantemente Harry; non sembrava contenta. Zabini ghignò, era steso sottosopra con la testa che penzolava dal letto, e cercava di bere senza far cadere nulla. C'era anche Nott, aveva la testa piegata da un lato e lo squadrava, come aveva fatto il ragazzino di prima. Avrebbe pensato che fossero parenti, dal modo in cui entrambi mantenevano la compostezza. E infine, c'era Goyle. L'espressione sulla sua faccia, faceva sembrare Parkinson una fangirl entusiasta.
 
Si affrettò a prendere posto accanto a Malfoy, sedendosi con impaccio sul bordo del suo letto. Un'atmosfera tesa calò nella stanza; aveva l'aria della calma prima della tempesta. Una sola parola sbagliata, o una battuta fraintesa, e sarebbe crollato tutto. Tutti i presenti percepivano la tensione, e nessuno aveva intenzione di romperla.
 
Tranne Malfoy.
 
“ Allora, sei un mago o un sangue-sporco? ” Chiese lentamente, poi incrociò le gambe e si poggiò sopra il letto con una sola mano, fissando Harry come un predatore con la sua preda. Sorseggiò il suo drink con disinvoltura, come se non avesse appena detto un pesante insulto, come se non gli importasse. Probabilmente era così.
 
“ ...Uhm... mezzosangue. ” Harry sentì il suo volto andare a fuoco quando tutti iniziarono a ridere. Zabini rotolò per mettersi in una posizione corretta, scuotendo leggermente la testa. Non pensavano che Harry potesse farcela? Avrebbe mostrato loro che aveva del fegato... o dell'astuzia, o qualunque qualità necessaria a vincere quel gioco.
 
Malfoy non rise, ghignò soltanto. Non ruppe il contatto visivo con Harry. “ O spieghi alla donnola perché stavi dicendo che facevi sesso con me, ” Disse chiaramente, con una luce divertita negli occhi. Gli altri Serpeverde risero ancora, sputando i loro drink. “ O ti infiltri nella cucina e ci procuri altre bottiglie di whiskey incendiario. ”
 
“ Quindi è così che si gioca? ” Rise Harry, con un crescente entusiasmo. Sarebbe stato difficile convincere gli elfi domestici a dargli una bevanda vietata.
 
“ È così che giochiamo. ” Convenne Malfoy, ghignando.
 
“ Il limite di tempo? ”
 
“ Dieci minuti dovrebbero bastare; sei un principiante. ”
 
Harry fece roteare gli occhi, sogghignando. “ Ci vediamo fra dieci minuti. ”
 
I Serpeverde ridacchiarono per quella frase, certi che fosse impossibile. Stavano sicuramente parlando di lui in quel momento; forse Malfoy stava ancora cercando di convincerli a farlo giocare? In ogni caso, dieci minuti non erano molti.
 
Harry corse via dalla stanza, sorridendo. Non correva così veloce da mesi; non riusciva a girare agli angoli, quindi doveva finire leggermente contro le pareti prima di svoltare; doveva proprio sembrare un idiota! Comunque, stava giocando con i Serpeverde; doveva dimostrare il suo valore, il che significava ritornare entro dieci minuti esatti. Ogni secondo era importante.
 
Con un leggero affanno, solleticò la pera e scese giù in cucina. Il suo cuore batteva così veloce che riusciva a malapena a respirare, figurarsi sentire. Il battito era assordante. “ Salve? C'è nessuno? ” Chiese, ma dovette ripeterlo perché la prima volta era riuscito solo ad annaspare.
 
In pochi secondi, andò in panico e si avvicinò alla cucina, senza accorgersi che stava quasi per inciampare nell'elfo che era appena comparso davanti a lui. Questo iniziò a fissarlo, le orecchie a pipistrello dondolarono quando iniziò a saltellare per l'entusiasmo.
 
“ Oh, il Signor Potter, Signore, sei tu Signor Potter! È tardi, Signore. Cosa può fare Snuffy per te, Signore? ” Harry si sedette, aveva ancora l'affanno. Riusciva a malapena a sentirla oltre il rumore del suo cuore.
 
“ Be', ecco... ” Harry si mise a giocherellare con le maniche, guardandosi intorno in cerca di ispirazione. Non se la sentiva di mentire ad un elfo... forse avrebbe potuto dirgli la verità? Era un errore? “ Io... io mi stavo chiedendo se potevi aiutarmi a fare una cosa. ”
 
“ Tutto il possibile per Harry Potter, Signore! ”
 
“ Grandioso. Mi... chiedevo, per caso potresti darmi un paio di bottiglie di whiskey incendiario? ”
 
Il cambiamento fu istantaneo; l'elfo sbatté le palpebre, le si afflosciarono le orecchie e si accigliò. Sembrava che avesse messo il broncio, se un elfo poteva mettere il broncio. “ Ma, Signore, tu è giovane, non mi è permesso dare alcol agli studenti, Signore. Non si fa! Non si può! ”
 
“  Lo so, Snuffy, ma... uhm... ” Dio, Harry era la persona più orribile sulla faccia della terra per quello che stava per fare. Odiandosi, cercò di ricomporsi; metà del tempo era già volato. Doveva sbrigarsi. “ Vedi... io sono malato. Ho la... uhm... seccor... succorbentis? Oh, no, va tutto bene, davvero! ”
 
L'elfo singhiozzò, poi scoppiò a piangere. Rumorosamente.
 
“ Lo so, è brutto. Non è per niente bello. È solo che... questo è- ”
 
“ Ma... tu è la persona preferita di Dobby, Signor Harry Potter, Signore! Dobby ci dice di tutta la tua bontà. Dobby ci dice di prenderci cura di te... e noi abbiamo fallito! ” Pianse ancora più forte, ignara del fatto che Harry la stava guardando ad occhi aperti. Si avvicinò a lei lentamente e, con cautela, le diede delle pacche sulla schiena, consapevole dell'ora e dei suoi sentimenti.
 
“ Io... voi non avete fallito. Sto bene, sono felice. Però, sarei ancora più felice con del whiskey incendiario. ” Riuscì a dire, senza sembrare lo stronzo che ormai sentiva di essere. “ È la mia ultima opportunità di divertirmi con i miei amici. ” Se i Serpeverde potevano considerarsi ' amici '. “ Il whiskey incendiario è l'unica cosa che non ho avuto il tempo di provare, e... ”
 
L'elfo si limitò ad annuire, tirò su col naso e si affretto verso una credenza. La aprì con uno schiocco di dita, tornando da lui con due bottiglie che erano quasi delle sue stesse dimensioni. Era sbalorditivo che riuscisse a trasportarle. Gliele porse, con un sorriso incerto sulle labbra. Poi gli diede una fiala. “ Un anti-sbornia, Signore. Per te e per i tuoi amici. ” Disse, sbattendo di nuovo le palpebre. “ …se hai bisogno di altro, Snuffy lo prenderà. ”
 
“ Nah, va benissimo. In realtà, è perfetto. Grazie, Snuffy. ” Disse con sincerità, poi guardò l’orologio sulla parete. Aveva solo tre minuti per tornare indietro. “ E… grazie per essere stata una buona amica per Dobby. ”
 
Le sue labbra iniziarono di nuovo a tremare, quindi Harry batté velocemente in ritirata, affrettandosi a lasciare la stanza. Iniziò la sua frenetica corsa per ritornare al dormitorio, cercando di andare sempre più veloce. Era impossibile! Gli faceva già male il fianco, e stava affannando, ma sembrava che l’aria non fosse mai abbastanza per i suoi polmoni.
 
Bussò di nuovo alla porta, e quando una matricola Serpeverde lo lasciò entrare annaspò e rise. Ce l’aveva quasi fatta… forse. In ogni caso, quella corsa era stata divertente. Stava per battere i Serpeverde al loro stesso gioco! Era determinato a ricevere l’appellativo di ‘ purosangue ’ secondo i loro standard… anche solo per una notte.
 
Entrò nella stanza barcollando, aveva l’affanno e per poco non cadeva. Non era nemmeno lontanamente elegante, sicuramente non era negli standard di un purosangue. Poggiò entrambe le bottiglie accanto a Malfoy, e sorrise quando lo vide sorpreso. “ Nient’… altro? ” Chiese, cercando di riprendere fiato.
 
“ Come cazzo hai fatto ad entrare nelle cucine, e perché cazzo avrebbero dovuto darti del whiskey incendiario? ” Chiese Nott, poi si alzò in piedi e iniziò a guardarlo come se avesse barato. Andiamo, dovevano saperlo che ci voleva almeno mezz’ora per salire nella torre Grifondoro, no?
 
Harry si limitò a scrollare le spalle, senza sapere come rispondere a quel Serpeverde. Non avevano comunicato molto in passato; non sapeva come avrebbe reagito.
 
“ Non ci andrò leggero con te. ” Ghignò Malfoy, poi dovette scolarsi un bicchierino di whiskey incendiario. Come se prima avesse intenzione di farlo! Il suo obiettivo era quello di massacrarlo e umiliarlo… e Harry non gliel’avrebbe permesso.
 
Malfoy tirò fuori una boccetta, e ghignò mentre ne versava il contenuto in ogni bottiglia disponibile. Cazzo… quello era, se Harry non andava errato… Veritaserum. Sarebbe stato più difficile di quanto pensava.
 
Il prossimo era Nott, che rivolse a Draco un sorriso. “ Bevi. ” Malfoy ghignò, mandando giù il suo whiskey incendiario. “ O ci spieghi perché hai deciso che Potter è abbastanza Serpeverde da giocare, oppure mi dai i tuoi compiti di pozioni. ”
 
Malfoy fece roteare gli occhi quando Nott scrollò le spalle, imperturbato. “ Sono sul mio comodino. ”
 
“ Com’è possibile che io ho dovuto rubare del whiskey incendiario, mentre tu hai soltanto dovuto dargli i tuoi compiti? ” Chiese Harry, sorpreso di ricevere la sua risposta onesta.
 
“ Perché ci stavo andando leggero con te. ” Poi lo fulminò con un’occhiataccia, assottigliando gli occhi. “ Un po’ rischioso da parte tua farmi domande mentre sono sotto l’effetto di Veritaserum. Non credevo che ne avessi il coraggio. ” Traduzione; mi vendicherò.
 
Harry si voltò verso Nott quando gli rivolse la parola; non riuscì a fare a meno di ricambiargli il sorriso. “Gioca di furbizia, Potter. ” Gli suggerì, schioccandosi le dita con fare piuttosto compiaciuto. Tra tutti i presenti, Nott era l’ultima persona che Harry si aspettava essere… be’, gentile.
 
“ Potty, caro Potty, ” Ghignò Parkinson, schivando una fattura di Malfoy, “ Bevi. ”
 
Con la sensazione di star cadendo in trappola, Harry riempì il bicchiere che gli era stato dato con il whiskey incendiario, e trasalì quando il siero della verità lo invase. Poteva essere potenzialmente pericoloso… era fantastico.
 
“ O ci spieghi perché ti rifiuti di usare la magia in classe, ” Merda. Era così evidente? Cazzo, mannaggia al cazzo, cazzo…! “ Oppure, ci fai entrare nella torre Grifondoro e ce la fai ridecorare. ” La ragazza ignorò l’occhiata di Malfoy, il suo sguardo tagliente era fisso su Harry. Non c’era nessun senso di colpa nei suoi occhi, solo brutalità… e voglia di gossip.
 
Non aveva altra scelta, vero?
 
“ Seguitemi. ” Harry si costrinse a sorridere. Non sarebbe finita bene. E se erano ancora svegli?
 
“ Perché dobbiamo aggirarci per il castello? ” Ringhiò Nott, bevendo un grande sorso dalla sua bottiglia prima di continuare. A quanto pareva, non si facevano nessuno scrupolo. “ Tutta questa attività fisica non può essere salutare. ”
 
“ Perché, Tesoro, ” Rispose Parkinson fingendo un sorriso, i suoi occhi brillavano di una luce eccitata. Era strano vedere felicità sul suo volto, senza il solito ghigno. “ Voglio far parte del primo gruppo di Serpeverde che fanno irruzione nella torre Grifondoro; voglio fare la storia. E anche far incazzare qualche Grifondoro se posso. Vi va bene? ” Gli altri scrollarono le spalle, e alzarono le mani in alto con le loro bottiglie per poi dirigersi verso la porta. Sembrava che nessuno volesse andare contro Parkinson; non con la sua reputazione di castratrice.
 
Harry decise di camminare con Draco, si sentiva più al sicuro lì. E dal modo in cui ghignava, l’aveva capito, quell’idiota.
 
“ Spero che tu sappia che questa spedizione è inutile. ” Commentò Malfoy mentre attraversavano la Sala Comune Serpeverde, cogliendo di sorpresa la maggior parte delle persone che stavano bevendo in allegria con Harry Potter.
 
“ Spiegati meglio. ” Ridacchiò Parkinson, mettendosi a braccetto con Nott e Zabini. Sembrava… Harry osava anche pensarlo? Felice? Normale? Era uno strano cambiamento.
 
“ Perché? Perché sono già stato nella Sala Comune Grifondoro. ”
 
Harry sobbalzò quando la ragazza si voltò di scatto, con uno sguardo omicida. Dal modo in cui stava per sfoderare la bacchetta, sembrava pronta a lanciare fatture. I suoi occhi si spostarono su Harry, ridotti a due fessure, poi tornarono lentamente su Malfoy. Dio, lo sapeva. “ Cosa?! ”
 
“ Due volte. ” Malfoy continuò a camminare come se nulla fosse successo, e ghignò quando Parkinson gli si parò davanti. Era piuttosto divertente, a dir la verità. Se non facevi caso alle parolacce.
 
“ Che pezzo di merda! Razza di piccolo, sadico succhia-cazzi di merda! ” Harry rimase esterrefatto; certo, lui imprecava qualche volta. Ma aveva i suoi limiti. “ Lo sapevi che lo stavo pianificando! Da mesi! Anni! E cosa fai? Ti comporti da piccolo stronzetto del cazzo che e- ”
 
“ Draco, ” Blaise sovrastò i suoi insulti con un ghigno; gli altri Serpeverde ridacchiavano, divertiti dalla sua ramanzina. Harry era l’unico ad essere leggermente spaventato dal modo in cui aveva calciato un tavolino di vetro, distruggendolo? “ Perché eri nella Torre Grifondoro? ”
 
Draco non batté neanche ciglio. “ Perché sono andato a letto con Potter. ” Quel bastardo! Sapeva come sarebbe suonata! Non sembrava nemmeno turbato!
 
Harry resto a bocca aperta, aveva gli occhi sbarrati e l’aria mortificata. E come se non bastasse, Parkinson aveva smesso di urlare, e tutta la Sala Comune Serpeverde lo stava fissando con un ghigno, sforzandosi di origliare la loro conversazione. Proprio quando i pettegolezzi stavano morendo!
 
Blaise si voltò verso Harry, con un sorriso sadico stampato sul volto. “ Sei andato a letto con Draco? ”
 
Col cazzo che avrebbe rispos- “ Sì. ” Le parole erano uscite dalla sua bocca prima che potesse fermarle, realizzando con orrore di avere il Veritaserum in circolazione. Era alla loro mercé… tzé, Serpeverde con un po’ di compassione? Solo negli incubi peggiori.
 
“ Vogliamo distruggere o no la Sala Comune Grifondoro? ” Chiese Harry, il cui volto andò in fiamme mentre si affrettava verso l’uscita. Dannati Serpeverde; non avevano nessun senso dell’umorismo! Malfoy lo seguì velocemente, i suoi occhi avevano un’aria divertita. “ Oh, grazie per- ”
 
“ Mi sento come se ti stessi mettendo in vantaggio, ma stai giocando con dei Serpeverde, hai bisogno di tutto l’aiuto possibile. ” Disse lentamente, e ghignò quando Harry gli tirò una gomitata. “ C’è un modo per evitare di dire la verità, anche se hai ingoiato il siero. ” Disse, poi fece roteare gli occhi appena Nott lanciò loro un fischio, raggiungendo insieme agli altri la coppia nel corridoio.
 
Ingannare il siero della verità? Come?
 
“ Torniamo al gioco! ” Esclamò Zabini, con il sorriso ancora stampato sulle labbra. Si voltò verso Harry, ridacchiando di nuovo. “ Bevi. ” Disse, e il moro, alzando gli occhi al cielo, bevve un grande sorso d’alcol. Non era perché doveva rinnovare l’effetto del siero; non era stato ancora smaltito dal suo sangue! Sarebbe rimasto lì per ore, data la grande quantità che stavano assumendo. “ Okay. Potty, dolce Potty, ” Il suo sorriso non era per niente confortante. “ O ci spieghi perché stai litigando con Weasley, o ci dici quali sono le cose che ami di più di Draco. ”
 
Cosa?
 
Harry per poco non inciampò nel corridoio mentre si voltava per capire se il ragazzo dalla pelle scura faceva sul serio. Oh, era serio. Ma che diavolo? Non voleva rispondere a nessuna delle due domande! Non sapeva nemmeno come rispondere!
 
Un momento, perché stavano facendo il conto alla rovescia?
 
“ Tre, due, uno. ” Nott ridacchiò, sorridendo come un maniaco. Harry si allontanò da entrambi i ragazzi; volevano annientarlo.
 
“ Quali sono le tre cose di Draco che adori di più? Chiese Zabini, con gli occhi sicuri e crudeli. Harry rabbrividì, le parole gli uscirono di bocca senza che lui avesse il tempo di analizzarle.
 
“ I suoi occhi, il suo profumo, il suo sorriso. ” Harry ringhiò, nascondendosi il volto fra le mani mentre tutti gli altri se la ridevano. Non riusciva a guardare Malfoy; come cazzo faceva a guardarlo di nuovo negli occhi? Era tutto un complotto per buttare merda su Harry!
 
“ Il suo profumo? ” Ripeté Parkinson, ridendo con insensata felicità. Continuò a farlo per diversi minuti, infatti Zabini dovette addirittura sorreggerla mentre salivano le scale dirette alla torre. Quella vacca.
 
Era umiliante! Come faceva Harry a sapere cosa lo attraeva del Biondo? E poi, adorazione? Anche no.
 

 
Definisci ‘adorare ’?
 
Goyle parlò per la prima volta in tutta la serata. Si voltò verso Nott, che evidentemente era considerato l’obiettivo più debole fra tutti i Serpeverde. “ O mi dici chi mi ha fatto lo scherzo ieri, ” Grugnì, con lo sguardo freddo e tagliente. Sembrava che non si stesse divertendo nemmeno un po’. “ O lasci che io ti cruci. ”
 
Le risate morirono, un’atmosfera imbarazzante calò su tutto il gruppo. Harry non riusciva a credere che il ragazzo fosse serio, ma non sembrava un tipo a cui piaceva scherzare. Perfino Nott aveva smesso di sorridere e aveva iniziato a fissare cupamente il suo compagno di stanza.
 
Harry cercò gli occhi del biondo al suo fianco, ma il suo sguardo gelido era diretto a Goyle. Stavano tutti riflettendo, consideravano le loro opzioni. Non avrebbero certo accettato le condizioni?
 
“ …sono stati Draco e Pansy… è stata un’idea di Pansy. ” Borbottò, ignorando lo scappellotto che Pansy gli mollò sorpassandolo.
 
Attraversarono i corridoi successivi in silenzio, la pesantezza dell’atmosfera aveva avuto la meglio. Nessuno perdeva di vista il corpulento ragazzo, che di solito se ne stava in silenzio.
 
Harry li guidò fino al ritratto della Signora Grassa, poi tirò fuori la mappa controllandola velocemente. Sembrava che tutti fossero a letto, o almeno erano nei loro dormitori. Non c’era nessuno nella Sala Comune, grazie a Merlino.
 
“ Che cos’è? ” Chiese Malfoy, cercando di sbirciare. Harry la strinse al petto, piegandola velocemente.
 
“ Nulla. ”
“ Non è vero… c’ero io su quella cosa. ”
 
Harry scelse di ignorarlo, arrampicandosi per raggiungere il ritratto. “ Quidditch. ” Farfugliò, ignorando la Signora Grassa mentre arricciava le labbra e gli faceva una smorfia. A quanto pareva, non approvava. Però non poteva impedirgli di entrare, anche se era seguito da una serie di beffardi Serpeverde.
 
Tutti e sei si intrufolarono all’interno.
 
“ Argh! I colori! ”
 
Harry sobbalzò quando Parkinson si mise ad urlare, ghignando per aver attirato l’attenzione della maggior parte di loro. Sarebbero stati riempiti di fatture se li avessero beccati. Harry sarebbe morto.
 
Prese di nuovo la mappa, allontanandosi da Malfoy appena cercò di sbirciare. Nessuno sembrava essersi mosso. Fece cenno agli altri di continuare, tirando un sospiro di sollievo. Arrivati a quel punto, non potevano farsi scoprire.
 
“ È così… rosso… ” Sussurrò Parkinson, e per qualche bizzarro motivo, iniziò a ridere. Pansy Parkinson, stava ridendo come una ragazza normale… era inquietante. Ma Harry non riuscì a trattenere il sorriso. Erano solo dei normali ragazzi, almeno così pareva, proprio come lui. Non c’era motivo per non andare d’accordo. Davvero, non c’era motivo che le loro case fossero in conflitto.
 
Parkinson alzò la bacchetta, agitandola con gioia.
 
Harry osservò gli altri ridecorare la sua casa, con distaccato divertimento. I colori furono cambiati da rosso e oro, a verde e argento, fino a che non rimase neanche una traccia di Grifondorezza. Anche l’arredamento fu trasfigurato, le morbide poltrone divennero sgabelli di legno. Qualcuno aveva anche aggiunto le incoraggianti parole ‘ I Grifondoro fanno schifo ’ sulla parete che sovrastava il camino.
 
Come se non fosse già evidente che erano stati i Serpeverde.                                          
 
Sapeva che la colpa sarebbe ricaduta su di lui, o su Malfoy.
 
Avrebbe dovuto essere triste. Non lo era.
 
In realtà era divertente immaginare come si sarebbero arrabbiati i Grifondoro la mattina seguente.
 
Harry controllo di nuovo la mappa, gli salì il cuore in gola. Hermione era sveglia… e stava scendendo nella Sala Comune. Merda.
 
“ Si sono svegliati! ” Gridò Harry a bassa voce, e rimase sorpreso quando Parkinson gli sorrise, seguita da Zabini. Non se lo aspettava. Assolutamente no. Ma non dovevano odiarlo per il resto della sua vita?
 
Harry li guidò verso l’uscita, sgattaiolando nel corridoio. Malfoy non si affrettò; sembrava a malapena turbato. Non aveva partecipato alle decorazioni, si era limitato a starsene in disparte, alzando gli occhi al cielo. Come se fosse più maturo di loro!
 
Non si fermarono lì, e stavano quasi per girare l’angolo. Harry continuò a controllare la mappa, si fermò di scatto e afferrò il braccio di Parkinson prima che potesse svoltare l’angolo, però inciampò, arrestando tutti per non farli finire a terra come era successo a lui. Le sue mani bruciavano, si erano graffiate sul pavimento, ma non aveva il tempo di lamentarsene.
 
“ Gazza è qui! ” Sussurrò, e appena lo disse, i suoi passi strascicati e il miagolio di Mrs Purr riecheggiarono per i corridoi. Con gli occhi sbarrati i Serpeverde, iniziarono a correre a ritroso, sorpassando il ritratto aperto della Signora Grassa. Malfoy si fermò, esitando abbastanza per tirare su Harry; non riuscì a trattenere il sorriso, poi corsero per i corridoi, ridendo e facendo così tanto baccano che avrebbe potuto svegliare l’intero castello.
 
Lasciarono che Harry tenesse d’occhio la sua mappa, e che li guidasse aggirando sia professori che studenti. La Sala Comune Grifondoro si era già riempita di alunni, che stavano senza dubbio discutendo sull’accaduto. Non riuscivano a fare a meno di ridere mentre correvano.
 
Alla fine, si infilarono nella Sala Grande, affannando e ridendo allo stesso tempo. L’unico a rimanere stoico fu Goyle, ma nessuno gli prestò attenzione. Avevano smesso di farlo nel momento in cui aveva minacciato Nott di sferrargli una maledizione imperdonabile.
 
“ O ci dici cos’è quella pergamena, o vai dritto alla Torre Grifondoro e confessi di essere tu il colpevole. ”Ghignò Zabini, offrendo ad Harry un altro bicchierino.
 
Harry lo prese, grato di poter mandare giù il liquido. Scrollò le spalle, non era furtivo come suo solito. Che differenza faceva se lo sapevano un gruppetto di Serpeverde?  Lo sapevano già tutti quelli che facevano parte dell’Esercito di Silente, se non l’avevano detto anche a tutti i loro amici. Andava bene, fino a quando nessuno sapeva come usarla.
 
“ È una mappa di Hogwarts; è stata creata da mio padre e i suoi amici. ” Disse fra gli affanni, seguendo gli altri infondo alla stanza così che tutti poterono sedersi vicino al tavolo dei professori. Anzi, non solo vicino, letteralmente sul tavolo. Come se non stessero infrangendo già abbastanza regole. “ Mi mostra la posizione di tutti, e anche cosa stanno facendo, a qualunque ora, di qualunque giorno. ” Ghignò appena i loro occhi si illuminarono di curiosità.
 
“ Posso vederla? ”
 
“ Col cazzo. ” Harry la piegò, riponendola nella sua tasca. E si assicurò anche di renderla bianca con un sussurro. Non si era mai troppo cauti, non quando si aveva a che fare con i Serpeverde. Specie quelli più cordiali.
 
“ È il tuo turno, Potter. ” Harry guardò Malfoy, sorpreso che avesse parlato. Era rimasto in silenzio per circa mezz’ora, ascoltando attentamente ogni cosa, senza proferire parola. Da quando Harry aveva… ammesso quelle cose. Merlino, sarebbe mai riuscito a sopravvivere?
 
“ Bene. Bevi, Malfoy. ” Aveva l’attenzione di tutti, perché aspettavano di vedere come aveva intenzione di giocare. Loro giocavano sporco. E il Ragazzo Sopravvissuto, invece?
 
Ovviamente sì.
 
Malfoy sgolò il suo bicchierino con un ghigno, e gli occhi che brillavano divertiti. “ Sto aspettando. ” Disse pigramente, il perfetto ritratto dell’indifferenza. Tzé.
 
“ O mi chiami ‘ Harry ’ per il resto della settimana, ” Harry si voltò verso Zabini che iniziò a ridere, per poi tornare al biondo. “ o mi aiuti a fare i compiti di Pozioni. ” Non avrebbe fallito in Pozioni, visto che era l’unica materia che poteva praticare. E poi lo sapevano tutti che Malfoy era il Principe delle Pozioni… in tutte e due i casi, Harry avrebbe vinto.
 
“ Bene. Ci vediamo domani in biblioteca, Potter. ” Allora perché si sentiva come se avesse perso?
 
Era il turno di Malfoy, e non ci sarebbe andato leggero, come aveva promesso. Si diresse verso Harry, respirando contro il suo orecchio. Dio, era faticoso sembrare disinvolto, e non muoversi. Ogni nervo nel suo corpo gli stava urlando di spostarsi, di fare qualcosa. Fu invaso dalla vaniglia, e dovette trattenersi dall’inalare tutto il profumo. Cazzo, si stava trasformando in una sanguisuga eccitata in preda ad una tempesta ormonale.
 
“ O dici a tutti perché vai in infermeria ogni notte, ” Sussurrò, ignaro dell’occhiataccia che gli rivolse Harry. Dopodiché alzò la voce. “ Oppure, ti intrufoli nella stanza di Lumacorno e rubi una Pozione per Amplificare il Contatto. ”
 
Harry non sapeva se essere furioso, e ne aveva tutte le ragioni, spaventato, o divertito.
 
Quindi, al contrario, si voltò e cercò di sembrare indifferente mentre apriva le porte e usciva a testa alta. Poteva farcela.
 
.
 
.
 
.
 
Quindi, provando disgusto per quello che stava per fare, Harry sgattaiolò nella stanza privata di Lumacorno, sperando di trovare lì la pozione.
 
Avrebbe funzionato, se Lumacorno fosse stato addormentato.
 
Ma no. Al contrario, Harry dovette sorbirsi lo spettacolo di lui che andava in giro in camicia da notte, con la sua pancia ingombrante che sbucava dalla maglietta, intento a canticchiare e a danzare per la stanza. La cosa peggiore era che si stava registrando mentre lo faceva. Urgh; roba da incubo.
 
Harry era rimasto bloccato dietro una poltrona eccessivamente gonfia, sobbalzando ogni volta che lo sentiva avvicinarsi. Se continuava così, non avrebbe avuto il tempo di prendere la pozione. E per di più, come diavolo avrebbe fatto a spiegare cosa ci faceva lì se veniva catturato? Era perfettamente visibile dalla porta; e se un insegnante entrava e vedeva il docente di Pozioni mezzo nudo e Harry accovacciato lì nella stessa stanza? Doveva uscire, e anche di corsa.
 
Decidendo che ne sarebbe valsa la pena, o forse era l’alcol a parlare, Harry sfoderò la bacchetta, farfugliando un Accio. Sperava che fosse lì, altrimenti sarebbe stato molto strano se la boccetta si fosse schiantata contro la porta per raggiungerlo…
 
Harry sorrise quando vide la boccetta schizzare attraverso la stanza, appoggiandosi sul palmo della sua mano. Non sapeva come avesse voluto usarla Lumacorno, e francamente, non voleva saperlo. Ugh, che immagini! Per niente carine! Doveva soltanto bruciarsi gli occhi ormai!
 
Harry agitò la bacchetta verso l’altro lato della stanza, distruggendo qualcosa che fece sobbalzare Lumacorno, il quale scosse la testa e borbottò qualcosa fra sé e sé. Harry colse l’occasione per raggiungere la porta, poi la chiuse e iniziò ad affrettarsi lungo il corridoio. Merlino, dopo quello, Malfoy era in debito con lui! La sua innocenza era stata distrutta.
 
Fu solo quando raggiunse di nuovo la Sala Grande, che realizzò di aver usato la magia per ben due volte, e che non era successo nulla. Forse la fortuna era dalla sua parte.
 
Lanciò la fiala a Malfoy, sfoggiando il suo ghigno migliore; dopotutto, aveva avuto un bravo insegnante.
 
“ Ricorda, è utile, ma solo a letto e con molta esperienza, Malfoy. ” Sorrise, saltando e sedendosi accanto al biondo esterrefatto. Rise di nuovo, bevendo un altro lungo sorso. Non si aspettavano che passasse anche quella prova, vero? Si era già dimostrato un mago coi fiocchi, oppure no?
 
Il gioco continuò, e diventarono tutti più cattivi con le loro richieste. Harry si sorprese quando Nott chiese alla Parkinson di scegliere fra dire la verità su lei e i Carrows, oppure cambiare gli stendardi nella Sala Grande. È sufficiente dire che dopo la sfida, gli stendardi Grifondoro raffiguravano un tasso, quelli Corvonero, un serpente viola e i Tassorosso un piccione. Nemmeno un corvo, un piccione. E i punti delle case erano ormai tutti di un arancione fluorescente. Parkinson aveva davvero talento con gli incantesimi.
 
In ogni caso, Parkinson aveva preso di mira Harry, con l’aiuto di Zabini. Sembrava ossessionata dalla sua mancanza di magia, ma dati gli sguardi minacciosi di Malfoy, lui non aveva detto nulla. Se lei l’aveva notato, poteva notarlo chiunque. “ Dicci perché stai giocando, o provaci che puoi ancora usare la magia. ”
 
“ Perché, ” Biascicò Harry, sentendo le palpebre pesanti. Stava diventando difficile concentrarsi, con la Sala Grande che girava. “ Mi piace passare del tempo con Malfoy. Mi ha parlato di questo gioco, e da allora ho sempre voluto provarlo. ” Sorrise, anche se era il siero a strappargli le parole di bocca. “ E sembrava molto più divertente giocare con voi che con gli altri… loro non avrebbero nemmeno pronunciato il nome del gioco. ” Parkinson annuì mestamente, con un’espressione seria.
 
“ Questo è perché fanno schifo. ” Disse, annuendo e sorseggiando il suo whiskey. “ È una verità universale. ”
 
“ Potter, ” Dio, perché sceglievano tutti quanti lui? Non potevano dargli una tregua? “ O ci dici se sei morto davvero durante la battaglia, o prendi una dose di Pozione per Amplificare il Contatto che duri alcuni minuti. ”
 
“ …Pozione per Amplificare il contatto? ” Chiese Harry, che si accigliò quando Malfoy gli lanciò la boccetta. Oh, accidenti a tutti.
 
“ Ma… non c’è nessun letto. ” Rise vedendo gli sguardi seri degli altri, poi si scambiò un sorriso con Malfoy. Non era neanche lontanamente ubriaco quanto gli altri, ma stava ridendo più del solito. Il che era strano. Harry sorseggiò il contenuto della boccetta, e sorrise per il suo gusto alla ciliegia, ma il biondo gliela strappò via dalle mani.
 
“ Cristo, Potter, vuoi che duri per pochi minuti, o per giorni? ” Disse lentamente, e quando Harry trasalì alzò le sopracciglia. Dio, era proprio come quando i suoi nervi si erano danneggiati. Percepiva tutto in modo differente; più pesante, più liscio o più ruvido.
 
I suoi vestiti gli graffiavano la pelle, stretti e scomodi. Aveva l’impulso di togliersi la camicia, l’unica cosa che lo tratteneva era il sopracciglio alzato di Malfoy. Non poteva mettersi ancora più in imbarazzo di fronte al biondo; non sarebbe riuscito a sopravvivere nemmeno pochi mesi… o settimane… se doveva evitarlo. Come avrebbe fatto la mattina seguente, dopo aver confessato chi sa quale altra cosa quella sera.
 
Se ne stette lì seduto, percependo la superfice smaltata del tavolo come se fosse ruvida e scheggiata; non era questo quello che voleva. Sperava che l’effetto sarebbe finito presto; non poteva rivivere la stessa esperienza.
 
“ Malfoy, ” Esordì Goyle, sorprendendo ancora una volta tutti. Perché non chiamava Malfoy per nome? Non erano amici? “ O dici quello che hai fatto nella Camera delle Necessità quando andava a fuoco, ” Harry osservò il ragazzo robusto, stringendo i pugni con rabbia. Come osava? “ O ci spieghi perché cazzo Potter è qui. ”
 
Malfoy piegò la testa da un lato, sorseggiando il suo whiskey incendiario. “ Credo che tu abbia già avuto una risposta, comunque, ti asseconderò. Mi piace la sua compagnia, e ho pensato che gli sarebbe piaciuto unirsi a noi in questo gioco; pensavo che sareste andati d’accordo, e guarda un po’, non ci stiamo affatturando a vicenda. ” Vero, ma anche ambiguo allo stesso tempo. La semplice amicizia di Harry non era già abbastanza?
 
Harry si imbronciò, bevendo un altro sorso dalla bottiglia. L’alcol era lava allo stato puro che scivolava lungo la sua gola, marchiandolo a fuoco. Cazzo, non poteva più bere fino a che l’effetto della pozione non si fosse esaurito… che tristezza.
 
“ Zabini, ” Lo chiamò, voltandosi verso di lui. Per tutta la sera, non aveva fatto altro che impartirgli degli obblighi davvero subdoli… era tempo di vendetta. “ O domani mattina vai da Hermione e le canti il tuo eterno amore per lei o ci dici la cosa più imbarazzante che hai fatto nella tua vita. ”
 
Se non altro, sbiancò notevolmente, leccandosi le labbra. Malfoy sembrava compiaciuto, come se non credesse che Harry aveva il coraggio di giocare sporco. C’erano molte cose che non sapevano su di lui.
 
“ Dovrò odiarti adesso, Potter. ” Commentò Zabini, facendo un altro sorso dalla sua bottiglia prima di rabbrividire, strofinandosi la faccia. “ Be’, è davvero umiliante. Ero al cinquantesimo compleanno di mia zia, alcuni anni fa; Avevo circa quattordici anni ed ero ubriaco fradicio. Così tanto, che ballavo, bevevo e probabilmente fumavo un sacco d’erba. Be’ in quel momento vidi la ragazza più bella che avessi mai visto; ballammo, parlammo e scopammo. ” Sospirò, bevendo altro alcol. Sembrava sull’orlo di piangere… Harry aveva detto divertente, no? Imbarazzante significava divertente! “ Il mattino seguente, mi svegliai in un letto che non era il mio. ” Fece una pausa, rabbrividendo. “ Accanto a qualcuno della mia famiglia. ”
 
Ad Harry vennero i brividi; immaginatevi di perdere la verginità con un membro della famiglia… era assolutamente…
 
Ma Zabini non aveva ancora finito. Esitò, poi scrollò le spalle. Era come se stesse strappando un cerotto. “ Mio cugino di primo grado, Boris. ”
 
Harry sbuffò, scoppiando a ridere. Era così… divertente! Zabini aveva perso la verginità con suo cugino Boris, che molto probabilmente era un... travestito? Oh, l’avrebbe perseguitato per sempre con quella storia. Nott rotolava sul pavimento ridendo istericamente, e indicava Zabini continuando a ripetere il nome all’infinito.
 
Se non era per Malfoy che lo teneva fermo sul tavolo, Harry si sarebbe unito a lui. Iniziava a sentirsi accaldato e stanco, quella pozione gli provocava davvero delle strane sensazioni. Anche mentre rideva, riusciva a sentire il peso dell’aria nei polmoni. Ma quanto durava?
 
La mano di Malfoy sulla sua spalla era cocente, e il calore filtrava attraverso i vestiti. Gli mandava dei brividi lungo il braccio, gli tendeva i nervi. Voleva davvero che l’effetto finisse in quel preciso istante.
 
Harry era così preoccupato che per poco non si perse Parkinson che accettava di comportarsi ‘ relativamente bene ’ con lui per il resto della settimana. Era come se Malfoy fosse infastidito dalle sue domande insistenti, proprio come Harry; a nessuno piaceva essere ubriaco e spifferare tutti i suoi segreti. Specialmente se si erano tenuti nascosti per mesi perfino alle persone più care.
 
Nott era ancora arrabbiato per la minaccia di essere cruciato, e dopo essersi alzato dal pavimento, rivolse a Goyle un ghigno. C’era almeno qualcuno che andava d’accordo con il ragazzo dallo sguardo truce?
 
“ O Fai una battuta. ”Disse, sogghignando. “ O sorridi. ” Per l’ennesima volta, l’imbarazzo discese sul gruppo. Era più verosimile che iniziasse l’apocalisse.
 
“ Toc toc. ” Ghignò Goyle, con una pericolosa luce negli occhi. Harry si raddrizzò, ascoltandolo attentamente. Poteva essere solo o esilarante, o assolutamente imbarazzante.
 
“ Chi è? ”
 
“ Vaffan. Culo.”
 
Sembrava proprio che avesse optato per essere assolutamente imbarazzante.
 
Harry si mosse a disagio sulla panca, aveva un leggero giramento di testa. Si passò il pollice sulla punta delle dita, percependo le incavatissime impronte digitali che ricoprivano la sua mano. Il suo respiro contro quest’ultima era come vapore caldo, la bottiglia che aveva nell’altra, invece, sembrava seta. Riuscì a scorgere lo sguardo di Zabini, e si senti immediatamente male. Stava ghignando di nuovo, nessuna traccia di pietà nei suoi occhi. Grandioso, quale altra tortura era riuscito ad inventarsi?
 
“ Blaise, ” Lo interruppe Parkinson, ridendo rumorosamente. Ogni volta che cercava di completare la frase scoppiava a ridere senza riuscire a controllarsi. Alla fine, ce la fece, con un magnifico sorriso sulle labbra. “ Domani mattina devi andare da Granger e cantarle il tuo eterno amore per lei… ” Rise ancora, schiarendosi velocemente la gola. Merlino, lo trovava così divertente che stava addirittura piangendo di gioia. “ Oppure… vai dalla donnola e gli canti il tuo eterno amore per lui! ”
 
Harry scoppiò a ridere, scuotendo la testa. In entrambi i casi, Zabini sarebbe stato umiliato. I suoi amici non avrebbero fatto una piega, a parte irritarsi un po’. Ma Zabini, sarebbe morto dall’imbarazzo.
 
Come in quel momento. Aveva la bocca spalancata e gli occhi sbarrati per la rabbia. “ Stronza! ” Ringhiò, incredulo. “ Che cazzo ti ho fatto di male? ”
 
“ Esisti, caro, esisti. ” Rispose, sorridendo nel suo drink. Harry non vedeva l’ora di andare a colazione; pensava che l’avrebbe saltata, dati i postumi della sbronza con cui si sarebbe indubbiamente svegliato, ma era tentato di scolarsi l’intera boccetta di anti-sbornia. Zabini che cantava una serenata a Ron o a Hermione? Non se lo sarebbe perso nemmeno sul letto di morte… forse.
 
Harry stava ghignando nel suo drink quando sentì di nuovo lo sguardo di Zabini su di lui, neanche un po’ divertito. Si rifiutava di spostare i suoi occhi scuri dal volto di Harry, ma al contrario, sfidò Malfoy.
 
“ Draco, sono certo che sai perché Potter non usa più la magia, e il fatto che hai evitato di rispondere a tutte le domande in proposito ne è la prova schiacciante. Quindi, o ci spieghi il motivo, nei dettagli, ” Ghignò divertito. “ Oppure baci Potter. ”
 
Harry saltò giù dal tavolo come se colpito da una scarica elettrica, allontanandosi da Malfoy il più presto possibile. Dannazione, non l’avrebbe mai fatto, vero? Era… era un Serpeverde! Ovvio che l’avrebbe fatto!
 
Perché il suo obbligo doveva includere Harry? Nessuno degli altri aveva coinvolto uno dei presenti!
 
Harry deglutì, il panico si faceva strada nel suo stomaco, poi i suoi occhi incontrarono quelli di Malfoy. Merda.
 
L’altro si limitò a fissare Zabini per un istante, inespressivo. Poi, si alzò lentamente, piegò la testa di lato e si avvicinò ad Harry. Sembrava un predatore, i suoi occhi argentei brillavano di una luce pericolosa. Aveva il suo tipico ghigno stampato sulle sue labbra, come se lo trovasse divertente. Divertente!
 
Harry indietreggiò, scosse la testa e protese le braccia per proteggersi. Stava seriamente considerando di dire tutto riguardo al trattamento. Come avrebbe fatto a guardare in faccia Malfoy dopo quella notte? Però poteva andare peggio; Zabini poteva ordinare a Goyle di baciarlo. Rabbrividì al solo pensiero; no, quello era peggio. Almeno Goyle avrebbe fatto finta che non fosse mai successo… Malfoy invece, l’avrebbe usato per sempre come materiale di ricatto.
 
Malfoy lo seguì mentre indietreggiava velocemente.
 
“ Okay, basta con gli scherzi. Andiamo, Malfoy, quando è troppo è troppo. ” Cercò di sorridere, maledicendosi quando il suo stomaco si strinse per la felicità. Le farfalle erano tornate, e l’eccitazione scorreva nelle sue vene.
 
“ Si potrebbe pensare che tu abbia paura, Potter. ” Disse lentamente, il suo ghigno cresceva man mano che si avvicinava. Paura? No, cazzo, Harry era fottutamente imbarazzato. Riusciva a vedere Nott dietro di loro con la bocca spalancata per lo shock. Zabini aveva un’aria compiaciuta, mentre Parkinson doveva trattenersi dal raggiungerli di corsa, entusiasta. Non era un cazzo di show!
 
“ Malfoy, non- ”
 
“ È solo un obbligo. ” Disse con un filo di voce, il ghigno era già svanito quando spinse leggermente Harry contro la parete.
 
Ma non lo era. E dal suo tono, lo sapeva anche lui.
 
Si fissarono a vicenda, quasi naso contro naso. I loro petti si stavano decisamente toccando; Harry riusciva a sentire il battito del cuore dell’altro contro la pelle, che si trasferiva nel suo petto. Poteva sentire il suo respiro sul volto, e questo gli mandava brividi lungo tutta la schiena. C’era di nuovo quell’avvolgente profumo di vaniglia, che era solo leggermente coperto da quello del whiskey incendiario. Era Draco allo stato puro.
 
I suoi occhi stavano di nuovo scintillando, ma questa volta, senza la minima traccia di divertimento. Quella sfida faceva sembrare tutte le altre, facili e patetiche; quella sfida l’avrebbe ferito se non avesse risposto, se non avesse reagito.
 
In modo lento, dolorosamente lento, Draco annullò la distanza, sfiorando a malapena le labbra di Harry con un delicato bacio casto.
 
Fece formicolare le sue labbra, provocandogli un leggero dolore; una dolce provocazione.
 
Harry voleva di più.
 
Con un’azione spaventosamente più decisa di quanto si sentisse, Harry si avvicinò e strinse la nuca di Malfoy, spingendolo in avanti per far toccare le loro labbra in maniera decente. Non c’era più nulla di dolce questa volta.
 
Era completamente diverso dai baci di Ginny. Harry non voleva pensarci, ma il pensiero gli saltò alla mente prima che avesse la possibilità di reprimerlo. Con una donna, dovevi essere dolce e gentile. Ma non c’era nulla di gentile in quel bacio.
 
Malfoy si mosse con disinvoltura, era un esperto. L’allettante e fugace tocco della sua lingua, una mano che tirava i suoi capelli, il dolore provocato dai morsi sulle labbra; anche quello mandava dei brividi di piacere lungo la spina dorsale di Harry.
 
Il suo cuore stava battendo forte, molto forte. Non c’era più niente nella stanza, a parte loro due. Non sentiva nulla a parte il suo cuore, e il respiro affannoso. Merlino, avrebbe avuto bisogno d’aria molto presto.
 
Riusciva a sentire Malfoy ghignare contro le sue labbra.
 
Un fischio ruppe il silenzio, trascinando Harry alla dura realtà. Aveva limonato Malfoy, in una stanza piena di gente. Merda.
 
Harry si bloccò, come se fosse paralizzato. Merda. Merda! Che diavolo avrebbe dovuto fare adesso? Per poco non scoppiò a ridere istericamente, visto l’accumulo di forti emozioni. Era stato lui ad iniziare il bacio, per un suo bisogno animalesco; e Malfoy lo sapeva. Avrebbe ricattato Harry fino alla fine dei tempi. Tutto quello che voleva era… Malfoy! Ma Malfoy no, non doveva e quasi sicuramente non lo voleva.
 
Harry trasalì quando le sue mani, che si trovavano ancora fra i capelli di Malfoy, iniziarono a tremare. Doveva spostarle al più presto, se voleva evitare di coinvolgere il biondo in un altro bacio. In ogni caso, non credeva che sarebbe andato bene. Poteva già sentire il panico, quasi come se vedesse nel futuro.
 
Lentamente, Malfoy accarezzò la nuca di Harry con il pollice.
 
Continuò per pochi secondi, prima di indietreggiare, allontanando anche le mani di Harry.
 
Harry vide per un istante le iridi argentee, ma distolse velocemente lo sguardo. Non riusciva a guardarlo in quel momento, non poteva essere umiliato, mortificato o deriso. L’avrebbe distrutto.
 
“ Potter- ”
 
“ Che cazzo era?! ”
 
Harry deglutì nervosamente, incrociando le braccia contro il petto. Malfoy era ancora troppo vicino, e non sembrava in procinto di allontanarsi. Faceva meglio ad alzare le barriere prima che fosse troppo tardi. Magari l’avrebbe baciato di nuovo.
 
“ Era un obbligo. ” Rispose freddamente Malfoy, con un tono di voce tagliente. Harry non sapeva se esserne contento o preoccupato.
 
“ Non era un bacio da obbligo. ”
 
“ Stavo seguendo le regole del gioco, Greg. ”
 
“ Stronzate, e tu lo sai! ” Urlò Goyle, rivolgendo ad Harry un ghigno. “ Mandalo via di qui, o dimmi che cazzo di problemi ha! ”
 
Be’ doveva esserci per forza un po’ di spirito Serpeverde in lui.
 
Suppose che il gioco fosse terminato.
 
Harry sospirò, lanciando un’occhiatina veloce a Malfoy. Stava di nuovo indossando la maschera, il suo volto era inespressivo, ma emanava furia allo stato puro. Riusciva praticamente a percepire l’aumento di tensione fra di loro.
 
Dopo quella… scenata… Harry pensò che fosse meglio sparire. Non sarebbe mancato a nessuno. Aveva ottenuto quello che voleva.
 
Harry raggiunse in silenzio le porte, assicurandosi di evitare gli sguardi. Pochi minuti prima, pensava di essere un ragazzo etero con una malattia di cui non gli fregava nulla. Adesso, non così tanto.
 
Non avrebbe mai dovuto lasciare che Malfoy si avvicinasse a lui.
 
Ora, tutto quello che voleva, più di ogni altra cosa, era vivere.
 
.
 
.
.
 
23. Giocare a Mago o Sangue-sporco
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: smak978