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Autore: Nazuhi    21/09/2016    1 recensioni
Sequel di "Tutte le mie prime volte" (ripostata su gentile richiesta di una lettrice, che ringrazio di cuore)
****
Yomi è riuscita, non con poche difficoltà, a superare il suo primo anno all'Accademia del Duellante. Il ricordo del suo primo anno e la scomparsa dei suoi amici, però, continuano a tormentarla. Si sente inutile e vorrebbe scoprire cosa è realmente successo agli studenti d'élite, ma le indagini si risolvono tutte in un buco nell'acqua e la ragazza inizia ad esserne ossesionata, al punto da allontanarsi sempre più dai pochi amici rimasti. Tuttavia l'arrivo del fratello e il suo burrascoso ingresso in Accademia la aiuteranno a ritrovare la sua strada e ad allontanare i fantasmi che continuano a perseguitarla. Non tutto però è rosa e fiori; nell'ombra si nascondono dei nemici impensabili, pronti a tutto pur di portare alla luce segreti antichie dimenticati dai più, e che minacceranno la felicità degli studenti e dei due fratelli Yuki.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri personaggi, Jaden/Judai Yuki, Nuovo personaggio, Zane Truesdale/Ryo Marufuji
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4- “Una giornata un po’ movimentata


Agosto e le vacanze estive erano ormai alle porte e gli studenti dell’Accademia, dopo aver sostenuto i tanto temuti esami di fine trimestre, si stavano godendo gli ultimi giorni di scuola sull’isola, prima di poter tornare a casa dalle famiglie. Le giornate si erano allungate parecchio e anche il clima si era fatto ancora più torrido, tanto che gli studenti preferivano trascorrere il loro tempo in spiaggia, piuttosto che all’interno del campus.
Quel giorno Yomi era stata chiamata dal cancelliere. Al telefono l’uomo non aveva detto granché, eccetto che doveva vederla urgentemente, e la ragazza non aveva fatto domande. Sebbene non avesse la più pallida idea del motivo che si celava dietro quella chiamata, non si preoccupava più di tanto. Sapeva che non aveva fatto niente di grave e, dopo essere stata rimproverata da Zane qualche mese prima, aveva anche smesso di gironzolare intorno al dormitorio abbandonato. Per quanto riguardava Alexis, la ragazza aveva promesso che non ne avrebbe fatto parola con nessuno e Yomi le aveva creduto. Così, quella mattina del 31 luglio, la studentessa del secondo anno si stava dirigendo verso l’ufficio di Sheppard, senza sapere del perché l’uomo volesse vederla.
Una volta giunta di fronte alla porta della stanza, bussò leggermente ed entrò, senza nemmeno attendere una risposta da parte del cancelliere.
-Volevate vedermi?-fece, una volta entrata.
L’uomo pelato era in piedi, accanto alla poltrona, con le spalle rivolte alla porta e lo sguardo fisso sulla vetrata che si trovava dietro alla scrivania. Stava osservando interessato un puntino blu e rosa che si trovava proprio di fronte all’ingresso della scuola e non si era ancora accorto che la giovane era appena entrata.
-Dovrei comprarle un furgoncino nuovo…-mormorò, tra sé e sé, continuando a guardare fuori dalla finestra.
-Cancelliere?-fece Yomi, cercando di attirare l’attenzione dell’uomo. Ci riuscì, tanto che Sheppard sussultò leggermente, girandosi di scatto verso la sua studentessa.
-Yomi! Da quanto tempo sei qui?
-Sono appena entrata… Piuttosto, volevate dirmi qualcosa?
-Ah, sì! Menomale che sei venuta subito! Ho bisogno che tu mi faccia un favore…-disse l’uomo, mentre si avvicinava alla scrivania.
-Un favore?-chiese Yomi, tirando inconsciamente un sospiro di sollievo. Era abbastanza sicura che nessuno avesse scoperto della sua incursione notturna al dormitorio abbandonato, ma, in fondo, non ne era certa e il dubbio che qualcuno avesse potuto vederla aveva continuato a tormentarla per tutto il tempo.
-Si tratta di Chumley…-continuò l’altro.
-Chumley? Cos’è successo?
-Non si è mai presentato a lezione e non ha sostenuto il test di fine trimestre. Probabilmente non ha digerito il fatto di essere stato bocciato l’anno scorso, nonostante tutto il suo impegno…
-In effetti, da quando ha saputo di essere stato bocciato, ha iniziato a chiudersi in camera sua, cercando di evitare tutti gli altri studenti. E so anche che non è mai andato a lezione…
-Se continua così sarò costretto a bocciarlo di nuovo e questa volta non potrà più ripetere l’anno qui. Per questo vorrei che ci parlassi tu. Sei sua amica; sono sicuro che sapresti come aiutarlo!
-Non vedo come potrei aiutarlo… Da quando è riniziato l’anno, non l’ho ancora visto, né l’ho mai chiamato. L’ho praticamente abbandonato, perciò non vedo come potrei essere d’aiuto. Probabilmente mi odia pure…
-Finché non ci provi, non puoi saperlo! Se è veramente tuo amico, sono sicuro che capirà.
-Non sarebbe meglio se ci parlaste voi professori?
-Non credo che questo sia un problema che noi professori possiamo risolvere. Se si rifiuta di venire a lezione è perché non si fida di noi e, in questo momento, lui ha bisogno di parlare con una persona di cui si fidi. E’ per questo motivo che ho chiesto a te…
-E se non si fidasse nemmeno di me?
-Allora non saprei proprio cosa fare…
-Io non sono la persona più adatta…-continuò, imperterrita, la ragazza. Era certa di non essere la persona più adatta per quell’incarico delicato.
-Sei la nostra unica speranza! L’ultima cosa che voglio è cacciare un bravo ragazzo come Chumley… Ti prego, Yomi!-insistette il cancelliere.
-Va bene, ho capito. Cercherò di fare del mio meglio, ma non le posso assicurare niente.
Detto questo, la ragazza fece per uscire dall’ufficio, quando l’uomo la fermò e disse:
-Ho saputo che tuo fratello si è segnato per l’esame di ammissione che si terrà fra qualche settimana.
-Jaden non è una testa calda come me, non si preoccupi!
-Lo so bene; i tuoi genitori me lo hanno già detto…
-Davvero?-chiese l’altra, sorpresa.
-E’ un ragazzo interessante…
-Può darsi… Comunque sia, non è detto che sarà ammesso in Accademia; lo studio non è mai stato il suo forte. Adesso devo andare… Con permesso!-fece la ragazza, inchinandosi leggermente. Poi uscì dalla stanza. Sheppard sorrise leggermente, poi ritornò ad osservare il puntino rosa e blu che, nel frattempo, continuava a fare la spola tra il magazzino e il furgoncino, trasportando faticosamente scatoloni e casse ricolme di cibo in scatola.
Yomi, nel frattempo, aveva appena finito di svoltare l’angolo alla fine del corridoio e stava per scendere le scale, quando si sentì chiamare per nome. In fondo alla rampa, appoggiato con le spalle al muro e le braccia conserte, c’era il Kaiser. La stava fissando, talmente accigliato che la ragazza iniziò a domandarsi cosa avesse combinato di grave.
-Eri da Sheppard?-chiese Zane, continuando a rimanere appoggiato al muro.
-Sì, perché?-fece, a sua volta, la Obelisk, mentre scendeva le scale.
-Non ti sarai mica fatta beccare?
-No, non preoccuparti… Mi ha solo chiesto un favore.
-Yomi-
-Zane, ti ho già detto che ho abbandonato quelle ricerche. Dovresti fidarti…-lo interruppe l’altra, fermandosi di scatto a pochi gradini di distanza da lui. Il giovane distolse lo sguardo, senza aggiungere altro.
-Riguarda Chumley…-continuò poi, mentre finiva di scendere i restanti scalini.
-Chumley?-chiese, sorpreso, l’altro studente.-Perché?
-Vogliono che lo convinca a frequentare di nuovo le lezioni. Dopo che è stato bocciato, si è praticamente rinchiuso in camera ed esce giusto per mangiare. I professori e il cancelliere sono preoccupati, ma non hanno intenzione di intervenire, perciò hanno chiesto a me. Ma nemmeno io so cosa fare…
-Dubito che tu possa convincerlo…
-E’ quello che penso anch’io. Tra le altre cose, ho la sensazione che mi detesti…
-Non essere ridicola! Non credo proprio che ti odi; probabilmente ha solo bisogno di rimanere da solo per un po’.
-Ma io l’ho abbandonato! Ero talmente concentrata sulla ricerca degli studenti scomparsi che mi sono dimenticata di lui. E di te…
-Non dovresti continuare a pensarci. Per quel che mi riguarda, ti sei già fatta perdonare…
Detto questo, il ragazzo accennò un sorriso e si scostò dalla parete, facendo qualche passo in avanti.
-C’è una cosa che vorrei darti…-fece, poi.
-Una cosa?
-Ne riparliamo dopo…
-Perché?! Non è giusto, mi hai incuriosita!-protestò l’altra, alzando leggermente la voce.
-Per qualche ora non sarà la fine del mondo; cerca di portare pazienza una volta ogni tanto.
Zane si chinò e le baciò la fronte, poi le scompigliò i capelli e si allontanò dalla Obelisk, lasciandola in mezzo al corridoio, curiosa di sapere di cosa parlasse il Kaiser e indispettita per essere stata lasciata sulle spine.
-Che antipatico…-mormorò Yomi, mentre lo guardava allontanarsi. Poi sospirò e, cercando di dimenticarsi del ragazzo, si allontanò dalla parte opposta, per dirigersi verso il dormitorio rosso.
Scese fino al piano terra e attraversò tutto l’atrio, uscendo dall’edificio principale. Si incamminò sul vialetto sterrato che portava all’edificio degli Slifer e, in una decina di minuti, fu davanti alla vecchia catapecchia. Il dormitorio era sempre lo stesso; la struttura era talmente malandata che sembrava dovesse cadere da un momento all’altro. Alcune tegole del tetto erano saltate ed erano cadute sul terreno sottostante, mentre un pezzo della gronda si era staccato dalle fascette in rame che lo reggevano e penzolava su un lato. Yomi fece un sospiro profondo, poi decise di andare a bussare alla camera dell’amico, sperando di riuscire a parlarci e a convincerlo a tornare a lezione. Salì la scala esterna che portava al piano superiore dell’edificio, facendo attenzione ad evitare i gradini marci, e si diresse alla stanza da letto. La ragazza ricordava benissimo quale era e, una volta giunta di fronte, diede qualche colpo alla porta, senza tanti convenevoli. Da dietro, una voce debole e piagnucolosa biascicò qualcosa sul fatto che non ci fosse nessuno.
-Chumley, sono Yomi. Aprimi!-esclamò la Obelisk, ignorando completamente le lamentele dell’altro.
-Yomi?-chiese, sorpreso, l’altro. La voce si era fatta più forte e chiara, segno che il ragazzo si era avvicinato un po’ alla porta.
-Esatto! Adesso aprimi, devo parlarti!
-Vattene, non voglio vederti…-mormorò l’altro, da dietro la porta.
-Devo parlarti!
-Se stai cercando di convincermi a tornare a lezione, ti avverto subito che è tempo perso. Non ho alcuna intenzione di farlo! Ormai non ha alcun senso continuare a impegnarsi…
-Ti stai sbagliando! Non è tempo perso e tu hai ancora diverse possibilità!-esclamò Yomi, alzando sempre più il tono della voce.
-Perché vuoi illudermi? Ormai non ho speranze; non sono mai stato portato per duellare. Io non sono come te, io non ho alcun talento! Tu sei bravissima, intelligente, hai un carattere forte e una volontà di ferro, non ti fai scoraggiare da niente… Io non sono come te, perciò tu non puoi capirmi.
-Chumley…-insistette l’altra.
-Mi dispiace che tu ti stia preoccupando per me, ma ormai ho deciso che finirò l’anno in questo modo, perciò gradirei che tu non cercassi di farmi desistere.
-Non se ne parla! Io non accetto una decisione del genere senza nemmeno vederti in faccia! Aprimi e parliamone insieme!-strillò la ragazza, sempre più nervosa per il comportamento testardo dell’amico.
-Non c’è niente di cui parlare; non è una decisione che spetta a te. Adesso vattene!
Yomi fece per ribattere, poi ci ripensò e non disse niente. Continuò ad osservare la porta chiusa, cercando di trovare il modo migliore per farlo ragionare e farlo, perlomeno, uscire dalla stanza.

Sono mesi che si è chiuso qui dentro… Deve esserci un modo per farlo uscire, ne sono sicura! Devo capire dove sta il problema e farlo ragionare. Non può trascorrere il resto dell’anno chiuso in camera e farsi bocciare! Se non riesce a passare, sarà costretto ad abbandonare per sempre l’Accademia e rinunciare ai suoi sogni. In quanto sua amica, è una cosa che non posso lasciargli fare. Anche a costo di essere odiata, non posso rimanere ferma e lasciare che si rovini con le sue stesse mani! In questo caso, è mio dovere intromettermi nei suoi affari e fargli capire che sta sbagliando. E per farlo devo solo trovare un modo per entrare in camera sua…” pensò, mentre si guardava intorno, alla ricerca di un modo per intrufolarsi all’interno della stanza. Controllò lo stipite della porta e la serratura, valutando quanto potesse essere facile scassinarla.
-La serratura è vecchia e potrei benissimo scassinarla con una forcina… Però, se lo facessi, Crowler andrebbe su tutte le furie. Una volta scassinata, diventa inutilizzabile e non posso danneggiare un oggetto della scuola, per quanto possa essere malridotto. Sarebbe meglio trovare un altro modo per entrare…-mormorò tra sé e sé, alzando lo sguardo al tetto. Poi percorse il corridoio esterno in lungo e in largo, due o tre volte, osservando attentamente il tetto e cercando di trovare una via alternativa.
-Ma certo! La finestra! Posso passare da lì!-esclamò, ad un certo punto, bloccandosi di scatto di fronte alla porta di un’altra camera. Poi diede una rapida occhiata al tetto e al parapetto del corridoio, valutando la distanza tra i due.

Dovrei riuscire a farcela! Se riesco a salire sul tetto, poi mi basta scendere dall’altra parte ed entrare dalla finestra. Con questo caldo sono sicura che sia aperta! Una volta entrata in camera, dovrà ascoltarmi per forza!” pensò, certa di riuscire nel suo intento. Poi salì sul parapetto e, cercando di mantenere l’equilibrio per non cadere di sotto e farsi male, si diede lo slanciò e, con un po’ di fatica, si issò sul tetto malridotto del dormitorio rosso e si mise in piedi sulle tegole rotte, cercando di non inciampare. Stava per dirigersi verso l’altro lato della costruzione, quando un urlo catturò la sua attenzione. Sotto di lei, di fronte all’edificio, c’erano due studenti, probabilmente matricole, che stavano cercando di attirare la sua attenzione in tutti i modi possibili.
-Ehi, tu! Si può sapere cosa stai facendo?!-strillò uno dei due, affinché la ragazza potesse sentirlo.
-Non sono affari tuoi, nanerottolo!-gli rispose la studentessa, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
-Come ti permetti! Guarda che lo sto dicendo per te! Se cadi da lassù, potresti anche farti male!
-Ti ripeto che non sono affari tuoi! Adesso vedi di sparire!
Detto questo, Yomi fece per passare dall’altra parte, quando un’altra voce la bloccò in bilico sul tetto.
-Yomi, scendi subito da lassù!
Era una voce calma, quasi gentile, ma che non nascondeva una leggera punta autoritaria. La ragazza sapeva a chi apparteneva e sapeva anche che avrebbe dovuto obbedire se non voleva passare dei grossi guai.
-Professor Banner…?
L’uomo era in piedi, accanto ai due studenti, insieme a Faraone che, come sempre, si trovava tra le sue braccia. Nonostante stesse sorridendo come sempre, Yomi sapeva bene che era su tutte le furie e che quel suo sorriso non rifletteva i suoi veri pensieri.
-Yomi, se non vuoi passare dei guai, scendi subito da lassù!-continuò l’uomo, sistemandosi gli occhiali sul naso.
-Non posso! Devo fare una cosa!-provò a protestare la studentessa.
-Una cosa?-chiese l’altro, leggermente sorpreso.
-Non si preoccupi, non mi farò male!
-Non m’interessa! E’ pericoloso e se ti succedesse qualcosa la colpa ricadrebbe sulla scuola, perciò scendi subito da lassù.
-Non si preoccupi, farò in fretta!
-Se non scendi subito, dovrò riferire tutto a Sheppard. Potresti anche essere espulsa…
-Le ho già detto che farò in fretta!
-Non è questione di quanto tempo ci metti; è pericoloso salire su un tetto! Scendi!-le intimò l’uomo, alzando leggermente la voce. Yomi lo fissò per qualche minuto, poi decise che sarebbe stato molto più saggio obbedire ed evitare ripercussioni sulla sua carriera scolastica. In fondo, se anche Banner si era arrabbiato significava che l’aveva combinata grossa. Così ritornò sui suoi passi e scese dal tetto, delusa di non essere riuscita nel suo intento. Il professore la raggiunse al primo piano della palazzina e, afferrandole un orecchio la trascinò fino alla caffetteria, per farle una lavata di capo di cui non si sarebbe dimenticata troppo in fretta. Dopo averle spiegato una trentina di volte quanto sarebbe potuto essere pericolo, decise di lasciarla andare a patto che il giorno dopo le consegnasse un tema di dieci pagine sulle conseguenze del suo gesto, giusto per essere sicuro che la studentessa avesse realmente capito la gravità delle sue azioni. Yomi gli lanciò un’occhiataccia, ma preferì non ribattere per non far indispettire ulteriormente l’uomo.
Dopo essersi congedata dall’insegnante, decise che avrebbe passato un foglio sotto la porta di Chumley, sperando che quest’ultimo lo avrebbe letto. Prese un foglio da un blocchetto che si trovava su uno dei tavoli della caffetteria e scrisse qualche breve riga, in cui si scusava per averlo trascurato e lo pregava di ritornare a lezione o, perlomeno, di parlare con lei, perché era certa che “tutto si sarebbe risolto nel modo migliore”. Appena finito di scrivere, uscì dalla stanza, ripercorse il corridoio esterno che portava alle camere del primo piano, si fermò di fronte alla stanza dell’amico e infilò il foglio sotto la fessura dell’uscio. Poi bussò e si allontanò, lanciando un’occhiata alla porta della stanza, nella speranza che il ragazzo notasse il pezzo di carta ripiegato in quattro e decidesse di leggerlo.
La ragazza ritornò sul vialetto che portava agli edifici principali, diretta di nuovo verso l’ufficio del cancelliere per comunicargli che la sua missione non era andata a buon fine e che non aveva potuto fare niente per parlare a voce con l’amico e convincerlo a tornare a lezione. Era ormai in prossimità dell’imponente ingresso, quando lo spirito del samurai rosso cremisi comparve al suo fianco, con un’espressione talmente spaventata che sembrava avesse visto un fantasma. E, come sempre, la sua apparizione improvvisa spaventò non poco la studentessa, che, dalla paura, lanciò uno strillo, attirando l’attenzione dei pochi studenti che si trovavano nelle vicinanze.
-Yuki, perché diavolo devi sempre apparire in questo modo e quando sono in mezzo ad altre persone?!-sibilò la ragazza, a bassa voce, affinché nessuno, eccetto lo spirito, potesse sentirla.
-Sono desolato…
-Allora, cosa vuoi?
-Ho avuto una sensazione di pericolo e ho pensato che fosse meglio venire a dare un’occhiata…-mormorò lo spirito, abbassando lo sguardo in terra.
-Yuki?-fece Yomi, perplessa. Era la prima volta che vedeva il samurai fare un’espressione così terrorizzata e la cosa non la faceva stare tranquilla. Lo spirito di Duel Monster si sfiorò il braccio sinistro, continuando a tenere lo sguardo basso, come ad evitare quello della sua padrona.
-C’è qualcosa che non va? Devo preoccuparmi?-insistette l’altra, alzando leggermente la voce in preda all’ansia. C’era qualcosa di strano nel mostro e Yomi non riusciva a capire cosa potesse averlo turbato tanto. Era sempre stato un tipo pacato e riflessivo, che non si faceva prendere troppo dalle emozioni e che rifletteva sempre su ciò che gli accadeva intorno. Per certi versi era esattamente il tipo di consigliere di cui aveva bisogno lei.
-Mi è sembrato di avvertire l’oscurità intorno a voi, ma probabilmente mi sono sbagliato… Adesso non avverto più niente, perciò non dovete preoccuparvi.
-Non riesco a capirti…-mormorò Yomi, leggermente confusa.
-L’oscurità che ho avvertito era molto potente e avrebbe anche potuto farvi del male se si fosse materializzata nel vostro mondo. Per questo motivo sono uscito; volevo proteggervi. Però, non appena mi sono materializzato, quell’energia è sparita del tutto. Potrei essermi sbagliato, ma era talmente forte e nitida che ne dubito fortemente.-continuò lo spirito, cercando di nascondere la sua ansia. La studentessa, però, se n’era accorta.
-Vuoi che faccia qualcosa? Io non capisco cosa tu abbia avvertito, perciò non so come comportarmi…
-Non preoccupatevi, ci penseremo noi a proteggervi. L’unica cosa che vi chiedo di fare è portarci sempre con voi, così, nel caso in cui voi siate in pericolo, possiamo intervenire e proteggervi. Vi chiedo solo di non lasciare il vostro deck, per nessuna ragione al mondo.-le rispose Yukimura, scuotendo leggermente il capo.
-D’accordo… C’è qualche altra cosa che devo fare?
-E’ sufficiente così; anche se non possiamo materializzarci in questo mondo, siamo forti a sufficienza da proteggervi dall’oscurità. Voi potete continuare la vostra vita di sempre…
-Hai un bel coraggio a dire una cosa del genere dopo avermi detto che c’è qualcosa o qualcuno che vuole farmi fuori!-protestò la ragazza, incrociando le braccia al petto, con fare stizzito. Il samurai abbozzò un sorriso, poi si inchinò e scomparve nel nulla, esattamente come tutte le altre volte, lasciando la ragazza da sola con i suoi pensieri.

Forse quello che ha detto Yuki ha a che fare con tutto quello che è successo negli ultimi mesi. Se così fosse, non mi sorprenderei più di tanto! Ultimamente stanno accadendo un sacco di cose assurde… Prima scompaiono degli studenti nel nulla e nessuno è in grado di dare una spiegazione logica alla loro scomparsa, anzi la faccenda è stata volutamente insabbiata. Poi trovo tutti quei simboli sul pavimento della stanza di Yusuke e quando provo a cercare qualcosa su Internet o in biblioteca non viene fuori niente di niente. Sembra che nessuno sappia cosa siano e non fanno parte di nessuna religione o setta. L’unica cosa che sono riuscita a fare è stato tradurre quella strana frase in latino, ma non mi dice niente di nuovo. «L’uomo dal nero mantello risorgerà dall’oscurità» Non capisco a cosa si riferisca e non capisco nemmeno cosa voglia dire… Anche quella strana caverna che ho scoperto sembra spuntata fuori dal nulla! Adesso che ci penso, quella volta che mi sono intrufolata nel dormitorio abbandonato ho avvertito una voce; non ho capito cosa mi stesse dicendo, però sono abbastanza sicura di averla sentita. Yukimura, però, non ha avvertito niente… Che strano! Questa storia è veramente assurda…”
La giovane stava riflettendo su ciò che era successo negli ultimi mesi, mentre camminava per il corridoio dell’edificio principale, diretta verso l’ufficio di Sheppard. Doveva ancora riferirgli il suo insuccesso e non aveva molto tempo per preoccuparsi di ciò che le aveva detto il samurai.
-Forse sto solo diventando paranoica…-mormorò tra sé e sé, mentre svoltava l’angolo e si fermava di fronte alla porta dell’ufficio. Bussò ed aspettò che l’uomo all’interno le desse il permesso per entrare; poi oltrepassò la porta, che si richiuse alle sue spalle.
-Yomi?! Che strano, non è da te entrare in questo modo!-fece Sheppard, mentre si voltava verso la studentessa. Si trovava in piedi, dietro la scrivania, con le braccia incrociate dietro la schiena.
-Perché?-domandò la ragazza, confusa per quella affermazione.
-Di solito entri senza aspettare alcuna risposta… Comunque sia, com’è andata con Chumley?
-Male; ho cercato di parlarci per convincerlo a tornare a frequentare le lezioni, ma non mi ha voluta neanche vedere. Così ho cercato di salire sul tetto ed entrare dalla sua finestra, ma-
-Sei salita sul tetto?!-la bloccò Sheppard, spalancando gli occhi dalla sorpresa.
-Forse era meglio se non dicevo niente…-mormorò Yomi, tra sé e sé.
-E’ pericoloso; potevi farti male!-continuò l’uomo grassoccio, sbattendo violentemente i palmi delle mani sul piano della scrivania.
-Infatti sono scesa subito…
-Non avresti dovuto nemmeno salirci.-commentò l’altro, portandosi una mano sulla fronte. Poi, guardando di nuovo la sua alunna, continuò:
-Non cambierai mai; dovresti evitare di metterti in pericolo inutilmente. Se ti fosse successo qualcosa, ci saremmo ritrovati la stampa accalcata all’ingresso. La notizia di un incidente, anche lieve, in una delle scuole migliori di tutto il mondo, avrebbe attirato i media come lucciole. Ed in questo momento l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è altra pubblicità gratuita. Dopo la scomparsa degli studenti, abbiamo attirato anche fin troppa attenzione…
-A proposito di quella storia, avete scoperto qualcosa?-chiese Yomi, interrompendo bruscamente il cancelliere.
-Non ancora, ma sono sicuro che prima o poi qualcosa salterà fuori. Dobbiamo solo avere fiducia!
-Capisco…
-Yomi, tu sei in grado di comunicare con gli spiriti di Duel Monster, vero?
Il cancelliere si voltò verso la ragazza, fissandola talmente tanto negli occhi che Yomi si sentì, per un breve istante, intimorita.
-Sì, perché me lo chiede?
-Se avverti qualcosa fuori dal normale, gradirei che tu mi avvertissi. Posso contare sul tuo aiuto?
-Certo…
-Perfetto, allora puoi andare!-fece il cancelliere, accompagnando la frase con un gesto della mano. Yomi fece un breve inchino e, pensierosa, uscì dalla stanza. Appena fuori dall’ufficio, Yuki ricomparve al suo fianco, chiedendole il motivo per cui non aveva riferito all’uomo ciò che aveva scoperto negli ultimi mesi.
-Non so se posso fidarmi di lui… La storia è ancora troppo contorta e io non ho nessuna certezza che Sheppard sia innocente.
-Dubitate di lui?
-Non proprio. In cuor mio so che è una brava persona, che ama realmente i suoi studenti, ma potrebbe essere indirettamente coinvolto. In fondo, non capisco perché mi abbia chiesto di aiutarlo… Potrebbe aver intuito che ho fatto qualche ricerca per conto mio e forse sta cercando il modo per smascherarmi. Devo essere cauta e non posso fidarmi di nessun’altro!
-Io penso che possiate fidarvi del cancelliere. O, quantomeno, potete fidarvi del vostro Zane!
-Cosa c’entra Zane adesso?!-esclamò l’altra, innervosita che lo spirito avesse tirato in ballo il fidanzato.
-Secondo me dovreste raccontargli tutto quello che avete scoperto…
-Non se ne parla! Finirebbe con l’arrabbiarsi inutilmente… O con il preoccuparsi… Gli ho detto che stavo svolgendo delle ricerche e per ora è sufficiente! Non c’è bisogno che sappia anche cosa ho scoperto.
-D’accordo, fate come credete…
Detto questo, il samurai dall’armatura rossa come il fuoco scomparve di nuovo, lasciando la padrona sola e immersa nei suoi pensieri più profondi.

Adesso che ci penso… Zane doveva darmi qualcosa, o sbaglio?”
All’improvviso si era ricordata della breve conversazione avvenuta qualche ora prima, così estrasse il dispositivo dalla tasca e chiamò il ragazzo.
-Hai già finito?-chiese lo studente del terzo anno, non appena comparve sullo schermo del palmare.
-Sì e non è andata bene…
-Mi dispiace, ma te l’avevo detto.-fece l’altro.
-Hai intenzione di girare il coltello nella piaga ancora per molto?!-esclamò l’altra, stizzita.
-No, stavo solo riflettendo ad alta voce. Scusa…
-Lascia perdere! Piuttosto, sbaglio o dovevi darmi una cosa?
-Ah, sì, hai ragione. Se vieni un attimo in classe mia, te la do.
-Uhm, ok, vengo subito…
Detto questo, la ragazza non aspettò nemmeno che l’altro replicasse, chiuse la conversazione e si avviò verso l’aula in cui le aveva dato appuntamento il Kaiser. Una volta giunta là, vide che Zane la stava già aspettando fuori dalla stanza, appoggiato al muro. Non appena la vide, si scostò e la raggiunse.
-Vedo che ci hai messo poco…-mormorò l’altro, non appena si fu avvicinato.
-Ero da Sheppard… Allora cosa dovevi darmi?!-chiese Yomi, curiosa di sapere cosa le dovesse dare il ragazzo.
-Che donna impaziente…
-Che uomo antipatico!
L’Obelisk la ignorò e, sorridendo leggermente, fece:
-Sai che giorno è oggi?
-Mi sono dimenticata qualcosa?-chiese, a sua volta, la studentessa.
-Direi di sì…
-Non capisco dove vuoi arrivare…-commentò l’altra, confusa e leggermente irritata dai giri di parole dell’altro studente.
-Oggi è il tuo compleanno… Non dirmi che te lo sei dimenticato?
-Non è vero, me lo ricordavo!-mentì la Obelisk, arrossendo per la vergogna. In quei giorni era stata talmente impegnata, che si era completamente dimenticata che, proprio l’ultimo giorno di luglio, compiva 17 anni.
-Lo immaginavo… Comunque, tanti auguri!-fece l’altro, porgendole un piccolo pacchetto, avvolto in una carta blu e bianca e decorato da un lungo fiocco color argento. Yomi lo prese delicatamente e iniziò a rigirarselo tra le mani, incerta se aprirlo o meno. Poi alzò lo sguardo al ragazzo e borbottò:
-Non dovevi regalarmi niente di niente…
-E’ solo un piccolo pensiero. Non fare la difficile e aprilo!
-Come vuoi…-mormorò l’altra, rossa dall’imbarazzo, mentre iniziava a scartare il pacchetto sotto gli occhi attenti del Kaiser.
-Ti piace?-chiese Zane, impaziente di sapere cosa ne pensasse la ragazza. Tra le mani della studentessa brillava un oggetto, grande poco più di una ventina di centimetri e dalla forma allungata come una matita. Era di legno, laccato in un rosso cupo e decorato, probabilmente a mano, con tanti piccoli fiorellini blu scuro, e dalla sua cima pendeva un piccolo origami a forma di cicogna e dello stesso colore della notte. Si trattava di una bacchetta cinese, una di quelle che si utilizzavano per raccogliere e fermare i capelli in una crocchia quando davano fastidio. Yomi fissò prima l’oggetto che aveva in mano e poi l’altro Obelisk, incerta su cosa dire.
-So bene quanto tu sia poco femminile, ma quando l’ho visto non ho potuto fare a meno di pensare a te. Hai i capelli molto lunghi e ho visto che d’estate, per raccoglierli, li attorcigli sempre intorno alle matite, perciò ho pensato che potesse tornarti utile. E sono sicuro che ti doni molto!
-Non so cosa dire…
-Non ti piace?-fece l’altro, leggermente preoccupato.
-No, anzi! E’ veramente bellissimo! Non credo di aver mai avuto niente di così bello in vita mia…
-Menomale…-sospirò Zane.
-Immagino che ti sia costato tanto…-commentò l’altra, stringendo l’oggetto al petto.
-Non più di tanto e comunque ne valeva la pena, se sono riuscito a renderti felice.
-Non era necessario che tu mi facessi il regalo. Mi basta averti accanto…
-Immaginavo che l’avresti detto, ma farti il regalo di compleanno era una cosa a cui tenevo parecchio. Prova a mettertelo; voglio vedere se ti sta bene…
Yomi lo guardò per qualche secondo, poi raccolse i capelli intorno alla bacchetta e, dopo aver fatto diversi giri, li fissò alla nuca. La cicogna in carta di riso le pendeva da un lato della testa e si muoveva seguendo i suoi movimenti, oscillando di qua e di là, come mossa dal vento, mentre il rosso del legno stagliava sul castano scuro dei capelli della ragazza.
-Sei bellissima…-mormorò il Kaiser, sorridendo di fronte all’imbarazzo della fidanzata.-Dovresti tenerli raccolti in questo modo più spesso! Sembri una geisha…
-Una geisha?! Tra tutte le cose che potevi dirmi proprio quella?!-esclamò l’altra, puntandogli un dito contro il petto e tendendosi verso il suo volto, con fare minaccioso.
Zane sorrise di fronte alla sua reazione, poi l’abbracciò improvvisamente e mormorò:
-Comunque sia, buon compleanno!

  
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