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Autore: Kira_chan88    05/05/2009    1 recensioni
Questa è la prima ff di Twilight che scrivo, spero vi piaccia! Ehm..."E se Esme non fosse mai esistita e Carlisle stesse ancora cercando il suo vero amore? E se lo trovasse in una ragazza un pò sfortunata, che diventerà la "nuova" signora Cullen?" Spero possa piacervi e vi prego di recensirla! ^_^
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4: Passione e ricordi
Il giorno dopo mi  sono svegliata  dopo una notte tormentata e sono subito andata in cucina per fare colazione; potevo prendermela con calma dato che avevo deciso di non andare a scuola, seguendo il consiglio del dottor Cullen. Il dottor Cullen…ho pensato a lui praticamente tutta la mattina, mentre spolveravo, svuotavo le valige, lavavo i vetri, pulivo ogni stanza e mettevo in ordine ogni angolo della casa, fino a quando non è arrivato mezzogiorno. Dopo aver pranzato, ho deciso di occuparmi del giardino, ed è stato mentre mi trovavo li che ho sentito il rombo di un’automobile davanti al vialetto di casa. Mi sono avviata in quella direzione giusto in tempo per vedere il dottore che usciva dalla sua auto, e quando lui mi ha vista e salutata con un sorriso sulle labbra, il mio cuore ha fatto un salto. Sono riuscita a uscire con molta fatica  dai cespugli dove mi ero ficcata, e l’ho salutato tendendogli la mano e invitandolo in casa. Appena entrato si è guardato intorno sempre con le narici dilatate, che stesse annusando l’aria? Ho ricacciato indietro quel pensiero e l’ho invitato a seguirmi nella sala, facendolo accomodare su una sedia
-Posso offrirle qualcosa da bere?-
-No, non  ti scomodare-
-Perché è qui?-
-Volevo sapere come stavi. Ho notato con piacere che hai seguito il mio consiglio di ieri-
-Si…ho pensato che se era il medico a dirmi di farlo, dovevo farlo. Mi dica…- ho aggiunto, stringendo i jeans - è venuto qui anche per sapere qualcosa sulle cicatrici, vero?-
-Effettivamente…si. Vorrei sapere qualcosa su quelle cicatrici se non ti spiace: se stai tanto male da volerti suicidare, dovrei preoccuparmi, in fondo sei una mia paziente ora-
-Beh, allora…sappia che sono vecchie…perciò può anche rilassarsi. La fonte dei miei problemi non è più qui-
-I tuoi problemi?-
-Si, ma…non…non credo che la riguardino, sono personali-
-Naturalmente-
-E’ veramente sicuro di non volere niente?- ho chiesto nuovamente, cercando di trovare una scusa per allontanarmi
-No, ti ringrazio, non ti scomodare. Ero venuto qui solo per vedere come stavi, sai, con quelle cicatrici…comunque, visto che stai bene direi che posso andarmene. Scusa per il disturbo- ha fatto lui alzandosi
-N-nessun disturbo..- ho balbettato io accompagnandolo alla porta.
Eravamo sull'uscio, io sullo scalino, lui sul terreno, e io mi sono sporta in avanti per stringergli la mano, quando sono scivolata:  mentre cadevo in avanti ho chiuso gli occhi, pensando all’imminente caduta, quando ho avvertito qualcosa che mi afferrava la schiena; mi sono sentita sollevare e ho aperto gli occhi giusto per ritrovarmi a due centimetri dal viso del dottor Cullen. Il mio cuore rischiava di uscire fuori dal petto, e cercando di liberarmi ho notato una cosa strana: i suoi occhi, che solitamente erano color dell’ambra, in quel momento erano neri come la pece; poi, senza alcun preavviso, lui mi ha baciata di scatto, spingendomi dentro casa. Mi ha sbattuta contro il muro, continuando a baciarmi e devo ammettere che, dopo l’iniziale paura, cominciava pure a piacermi: è stato così che, invece di cacciarlo via, lo stringevo a me con sempre maggiore forza, baciandolo a mia volta, bramando le sue labbra sulle mie; il perché io mi stessi comportando così, dopo le brutte esperienze in quella situazione, non lo so, ma forse è successo perché a differenza di lui, il dottore faceva tutto con molta più dolcezza, da come mi stringeva il corpo, a come cercava di far entrare la sua lingua nella mia bocca…direi che mi stava facendo impazzire, così come io stavo facendo impazzire lui: le sue mani, che fino a quel momento aveva tenuto sulla mia schiena, avevano cominciato a salire su, sempre più su, fino a sfiorare il mio volto per poi tornare sui miei capelli,di cui ha preso una ciocca per annusarla con evidente piacere;poi si sono spostate sul collo, sono scivolate sulle mie braccia, hanno accarezzato languide i miei fianchi, per poi risalire verso i miei seni, sfiorandoli. Tutto questo provocava in me ondate di piacere, tanto che l’idea di fermarlo era sempre più lontana: gli ho messo le mani al collo e mi sono abbandonata completamente a lui, lasciando che facesse ciò che voleva; dopo essersi occupato della parte superiore è sceso giù e ha cominciato ad accarezzarmi la pancia. A quel gesto, un ricordo è riaffiorato nella mia mente:un’altra mano che toccava quella stessa pancia, con violenza però; senza staccarmi da lui ho preso le sue mani portandole sui miei fianchi, e, mentre facevo ciò, lui si è separato da me, mi ha guardato con uno sguardo accecato dal desiderio prima di abbassarsi sul mio collo per continuare la sua opera e ricoprirlo i baci; mentre io cercavo di dimenticare ciò che avevo ricordato, ho sentito qualcosa che pungeva il mio collo. Mi sono innervosita chiedendomi cosa fosse e mi sono voltata verso di lui mentre  tornava sulle mie labbra, e riprendeva a baciarmele, stavolta con più foga,  iniziando ad abbassare nuovamente le mani, per poi afferrarmi i fianchi e sollevarmi da terra; prima di stringermi nuovamente nel suo forte abbraccio, ha fatto aderire le mie gambe ai suoi fianchi e se prima non ci facevo caso,ora avevo iniziato a preoccuparmi sentendo qualcosa premere in mezzo alle mie gambe, mentre lui si muoveva su e giù. Sono stata presa dal panico e, staccandomi da lui, gli ho sussurrato di fermarsi, ma lui non mi ha ascoltato
-Ho detto BASTA!!- Ho gridato spingendolo lontano da me e serrando le gambe.
Dopo essermi calmata ho deciso di affrontarlo e ho alzato lo sguardo verso il suo, per poi rimanere di sasso: anche lui mi stava guardando, piccola e indifesa contro la fredda parete, con gli occhi, tornati di un colore dorato venato di nero, pieni di dolore, paura e sorpresa, come se neanche lui si fosse reso conto di ciò che aveva fatto. Ho aperto bocca per sapere il perché di quello sguardo, ma lui mi ha anticipato
-Mi dispiace, ti prego di scusarmi,io…-ma si è interrotto, ha scosso la testa ed è uscito dalla porta dell’ingresso, lasciandomi sola e piena di dubbi.

Vi ringrazio per avermi recensito! E ci terrei molto se continuaste a farlo! Comunque per tutte coloro che hanno iniziato a leggere la mia FF e sono fan della coppia Edward/Bella, mi dispiace sottolineare che non ci sarà molto spazio per suddetta coppia. Vi ha incuriosito la storia delle cicatrici? Devo dire che in questo capitolo si spiega da dove provengano, o almeno vi è un accenno, tanto per stuzzicare la vostra curiosità e inventiva: secondo voi perché se le è procurate? Attendo eventuali idee! A presto!!^__^
  
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