Team Blondies
2.0
A Mirko, il
mio Dorian in questa vita.
Cole
“I’m
learning all about my life
By looking through her eyes”.
Dream Theater, Through her eyes.
By looking through her eyes”.
Dream Theater, Through her eyes.
Al Riposo
dell’Araldo le risate dei clienti che riprendevano
malamente le canzoni riecheggiavano nel locale, rallegrando Cole che
era più felice che mai: sentiva che, in compagnia dei suoi
amici, era benaccetto, per nulla fuori posto, e tutti gli volevano bene.
D’improvviso Maryden indirizzò il suo sguardo verso il giovane, mentre lui – senza leggere nel cuore di lei – si voltava in direzione della ragazza, l’istinto che parlava per Cole e che il ragazzo aveva deciso di ascoltare.
Sorrise timidamente alla barda e non poté fare a meno di arrossire, cercando di nascondere il viso sotto la tesa del cappello.
«Ragazzo, oggi è il compleanno della tua bella: hai pensato a un regalo per lei?» chiese Varric, guardandolo con l’aria di qualcuno che la sapeva lunga, come suo solito.
«S-Sì» disse Cole incerto, sperando vivamente che il dono potesse piacerle.
Non aveva dimenticato le parole che Delia gli aveva detto tempo addietro, insegnandogli a prendersi cura delle piante in fiore, e mai avrebbe creduto che un giorno sarebbe stato in grado di comprenderle appieno; in quel momento sentì le viscere stringersi al sol pensare al viso e alla dolcezza di Maryden, un po’ preoccupato per una reazione negativa della giovane.
Quando la sentì stanca per il troppo cantare, prese una bella dose di coraggio e la invitò a fare una passeggiata con lui, nei giardini di Skyhold. Le portò le mani sugli occhi, coprendoglieli, mentre lui inspirava a pieni polmoni il profumo speziato che proveniva dalla pelle di lei, fino a quando non portò la ragazza di fronte un vaso di rose rampicanti.
«Adesso puoi aprire gli occhi» la barda fece quanto le era stato detto «per te» disse poi Cole, indicandole la pianta.
Il sorriso di Maryden gli illuminò il volto, e Cole pensò che i pallidi raggi di luna che creavano un gioco di luci e ombre sul viso della ragazza la rendevano ancora più bella.
Lei, stupita e felice, impiegò del tempo per ringraziarlo.
«Sono bellissime, grazie!» esclamò, prendendolo per mano.
«Pianta in vaso. Radici. Tengo a te. Sentimento che ha radici, e che fiorisce.»
«Cole, sei un tesoro.»
«Si dice... auguri, vero?»
«Non avresti potuto dirlo meglio.»
“Ricordare. È bello ricordare, ci sono cose che non devono essere dimenticate”.
E Cole avrebbe ricordato per sempre la morbidezza delle labbra di lei sulle sue, in quel bacio impacciato, ma spontaneo, come lo sbocciare di quel sentimento così inaspettato e al contempo presente e vivo, come il loro sfiorarsi.
La mano libera di Cole andò a posarsi sui capelli della ragazza, goffamente, con tutta la dolcezza che però già gli apparteneva: stava imparando ad accarezzare Maryden, che gli aveva portato una mano al petto, bella come le rose che le aveva donato, una rosa a cui non avrebbe mai fatto cadere un petalo, promettendo a se stesso di custodirla come il suo tesoro più prezioso.
Dalla torre dei maghi Delia li osservava, sorridendo complice a Caderyn, entrambi felici per quel giovane che ormai era diventato parte della loro vita.
«Nostro figlio è un romanticone, a quanto pare» disse il ragazzo, posando un braccio sulle spalle della sorella, in un gesto pieno d’affetto, di quelli che le riservava sempre.
«Proprio come noi, mio caro» replicò Delia, felice «ora però lasciamoli soli, non facciamo le comari impiccione. Ce ne sono fin troppe qui a Skyhokd... e sono sicura che tu non vedi l’ora di appartarti con comare Dorian, vero?» chiese, per far arrossire il fratello.
Caderyn avvampò, ma non disse nulla e, dando un’ultima occhiata a Cole e Maryden, poté dire finalmente che tutta la sua famiglia sapeva cosa volesse dire la parola amore.
D’improvviso Maryden indirizzò il suo sguardo verso il giovane, mentre lui – senza leggere nel cuore di lei – si voltava in direzione della ragazza, l’istinto che parlava per Cole e che il ragazzo aveva deciso di ascoltare.
Sorrise timidamente alla barda e non poté fare a meno di arrossire, cercando di nascondere il viso sotto la tesa del cappello.
«Ragazzo, oggi è il compleanno della tua bella: hai pensato a un regalo per lei?» chiese Varric, guardandolo con l’aria di qualcuno che la sapeva lunga, come suo solito.
«S-Sì» disse Cole incerto, sperando vivamente che il dono potesse piacerle.
Non aveva dimenticato le parole che Delia gli aveva detto tempo addietro, insegnandogli a prendersi cura delle piante in fiore, e mai avrebbe creduto che un giorno sarebbe stato in grado di comprenderle appieno; in quel momento sentì le viscere stringersi al sol pensare al viso e alla dolcezza di Maryden, un po’ preoccupato per una reazione negativa della giovane.
Quando la sentì stanca per il troppo cantare, prese una bella dose di coraggio e la invitò a fare una passeggiata con lui, nei giardini di Skyhold. Le portò le mani sugli occhi, coprendoglieli, mentre lui inspirava a pieni polmoni il profumo speziato che proveniva dalla pelle di lei, fino a quando non portò la ragazza di fronte un vaso di rose rampicanti.
«Adesso puoi aprire gli occhi» la barda fece quanto le era stato detto «per te» disse poi Cole, indicandole la pianta.
Il sorriso di Maryden gli illuminò il volto, e Cole pensò che i pallidi raggi di luna che creavano un gioco di luci e ombre sul viso della ragazza la rendevano ancora più bella.
Lei, stupita e felice, impiegò del tempo per ringraziarlo.
«Sono bellissime, grazie!» esclamò, prendendolo per mano.
«Pianta in vaso. Radici. Tengo a te. Sentimento che ha radici, e che fiorisce.»
«Cole, sei un tesoro.»
«Si dice... auguri, vero?»
«Non avresti potuto dirlo meglio.»
“Ricordare. È bello ricordare, ci sono cose che non devono essere dimenticate”.
E Cole avrebbe ricordato per sempre la morbidezza delle labbra di lei sulle sue, in quel bacio impacciato, ma spontaneo, come lo sbocciare di quel sentimento così inaspettato e al contempo presente e vivo, come il loro sfiorarsi.
La mano libera di Cole andò a posarsi sui capelli della ragazza, goffamente, con tutta la dolcezza che però già gli apparteneva: stava imparando ad accarezzare Maryden, che gli aveva portato una mano al petto, bella come le rose che le aveva donato, una rosa a cui non avrebbe mai fatto cadere un petalo, promettendo a se stesso di custodirla come il suo tesoro più prezioso.
Dalla torre dei maghi Delia li osservava, sorridendo complice a Caderyn, entrambi felici per quel giovane che ormai era diventato parte della loro vita.
«Nostro figlio è un romanticone, a quanto pare» disse il ragazzo, posando un braccio sulle spalle della sorella, in un gesto pieno d’affetto, di quelli che le riservava sempre.
«Proprio come noi, mio caro» replicò Delia, felice «ora però lasciamoli soli, non facciamo le comari impiccione. Ce ne sono fin troppe qui a Skyhokd... e sono sicura che tu non vedi l’ora di appartarti con comare Dorian, vero?» chiese, per far arrossire il fratello.
Caderyn avvampò, ma non disse nulla e, dando un’ultima occhiata a Cole e Maryden, poté dire finalmente che tutta la sua famiglia sapeva cosa volesse dire la parola amore.
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Angolino autrice:
beh... stavolta sono di un giorno in anticipo. Oggi è il mio
compleanno e ho pensato potesse essere una cosa carina postare in
questa data la storia del mio bambino.
Davvero, per me Cole è diventato proprio come un figlio, da crescere e da proteggere. Mi ha colpito sin da quando ho avuto modo di conoscerlo leggendo Asunder e in Inquisition questo amore da mamma chioccia per lui è esploso e non si estingue.
Va da sé che io abbia scelto di rendere Cole umano, lo capite proprio dal fatto che sta con Maryden.
Credo di non avere altro da dire, se non altro che ci vediamo alla prossima settimana con Cullen.
Ciao!
Davvero, per me Cole è diventato proprio come un figlio, da crescere e da proteggere. Mi ha colpito sin da quando ho avuto modo di conoscerlo leggendo Asunder e in Inquisition questo amore da mamma chioccia per lui è esploso e non si estingue.
Va da sé che io abbia scelto di rendere Cole umano, lo capite proprio dal fatto che sta con Maryden.
Credo di non avere altro da dire, se non altro che ci vediamo alla prossima settimana con Cullen.
Ciao!