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Autore: josephine seele black    25/09/2016    0 recensioni
Black in Mind è la mia visione introspettiva degli eredi Black. Quando Regulus, Sirius, Bellatrix , Andromeda e Narcissa erano nient'altro che i rampolli of the most ancient and noble house of Black. Dedicando ad ogni episodio una canzone ( secondo la mia mente contorta) e rivivendo con loro un percorso intimo ed emotivo su quelli che erano i loro sogni, ambizioni e sensazioni fino ad arrivare all'elisione delle loro vite spezzate nel bene o nel male. 5 Vite legate da un nastro nero, un destino che li spezzerà schiacciandoli col peso del cognome che portano. Per poi cadere nella rovina; la fine di ogni aspettativa; la loro oscura eclissi. Il loro Black-Out.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy, Regulus Black, Sirius Black | Coppie: Lucius/Narcissa, Sirius Black/Bellatrix Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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“Although I'm not making plans
I hope that you understand
There's a reason why
Close your, close your, close your eyes
No more broken hearts
We're better off apart
Tell me, tell me, tell me lies.”
Little Lies – Fleetwood mac
 
 
Andromeda fissava il silenzio che incombeva sulla strada desolata, cercando di evitare pozzanghere qua e là per non rovinare le sue scarpe di camoscio e cuoio.
Si chiuse il cancello di casa Black alle spalle cercando di non fare troppo rumore, nessuno doveva accorgersi della sua assenza.
Aveva legato un foulard chiaro con uno sfondo di margherite in testa, un po’ per non bagnarsi i capelli sotto la pioggia (un ombrello sarebbe stato troppo d'ostacolo), un po’ per camuffarsi meglio tra la gente.
Evitò di soffermarsi con lo sguardo nelle ombre circostanti; evitando così di incrociare occhi indiscreti che avrebbero potuto fermarla.
Aveva recuperato da un blazer che Sirius aveva distrattamente lasciato nella sua camera circa due mesi fa, delle monete babbane, delle sigarette malmesse e dei fiammiferi magici.
E adesso, con quelle monete che le traballavano nella borsetta di pelle che portava alla sua destra, si accingeva verso la stazione ferroviaria babbana.
Avrebbe potuto prendere il nottetempo o smaterializzarsi, ma voleva provare, o perlomeno vedere, come si stava nel mondo di Ted.
Non ebbe difficoltà a salire sul treno e ad acquistare il biglietto. Ma, sfortunatamente, il vagone dove aveva preso posto era vuoto. Nemmeno un babbano da poter analizzare… nessuno. L’unico incontro che ebbe fu con il capotreno che gli chiese di consegnargli il biglietto, controllandolo. “Certo…di essere sono contorti. Forse dovrei seguire babbanologia quest’anno ad Hogwarts, per capirne un po’ di più...” si disse, sospirando.
Per un lasso di tempo che le apparve interminabile rimase sul vagone, rimpiangendo dopo circa due ore di noia su quel sedile usurato e scomodo, e con la fronte poggiata sul vetro insudiciato da impronte varie, di non aver scelto un’alternativa magica.
Giunse alla stazione di Hogsmeade con quindici minuti di ritardo per l’appuntamento con Ted. Si affrettò a cercare il pub da lui designato come loro luogo di incontro. Lo trovò all'estremità della strada principale.
Entrò. Era un pub frequentato per lo più da babbani anche se qualche mantello viola poggiato su alcune sedie poste ai lati della sala, indicava la presenza di qualcuno del mondo magico e Andromeda si accorse subito che i camerieri erano senz'altro dei maganò.
Scorse Ted in un piccolo tavolo sulla destra, vicino alla grande vetrata che dava sulla via. Teneva un mazzo di rose bianche in mano, aveva l’aria nervosa e fissava fuori dal vetro.
Gli si avvicinò timidamente, sentiva il cuore in gola e le sue gote erano un po’ troppo rosse per il clima di quella notte.
<< Eccomi…scusa il ritardo >>>>
<< Pensavo avessi cambiato idea, sono felice di vederti.>> disse Ted mettendosi in piedi e porgendole il mazzo di rose.
Dromeda arrossì: << Sono stupende… grazie >> rispose entusiasta, e Ted si perse per dieci secondi nel brillio dei suoi occhi nocciola.
Ordinarono del cibo, salsiccia e uova per Ted e roast-beef per Andromeda; e finalmente Thonks ruppe l’imbarazzo porgendole delle foto.
<< Le ho sviluppate. Sono bellissime…tieni; queste sono delle copie che ho fatto per te, che sei la mia musa. Non credo di essere mai riuscito a immortalare in uno scatto tanta sublimità. >>.
Andromeda stava zitta. Scrutava sia le foto che Ted con un’aria complicata. Le immagini erano davvero belle anche se, non si muovevano. Restavano immobili quasi di pietra. Avrebbe voluto farlo notare all'autore ma rimase in silenzio.
<< Si...mi rendo conto, ti sto assillando. Eh...mi faccio prendere un po’ troppo la mano da te >> aggiunse Ted sorridendo energicamente, ed anche lei accennò un debole sorriso.
Durante le portate, cenarono adagio, discutendo discretamente sulle giornate che avevano trascorso dal loro ultimo incontro.
Lei evitò moltissimi dettagli, stando scrupolosamente attenta alle parole che utilizzava e questo le diede un aspetto malinconico, che Ted percepì con facilità.
Cosa avrebbe potuto dirgli? Che era una strega? Che la sua famiglia era una delle più antiche e nobili esistenti nel suo mondo? E che, ovviamente, lo avrebbero odiato tutti i suoi parenti anche senza nemmeno conoscerlo?
Sospirò.
<< Qualcosa ti turba. Sai che puoi dirmi tutto…con me puoi parlare Dromeda. >>.
Ma Andromeda rimase impensierita e con lo sguardo fisso dentro il bicchiere mezzo pieno di birra babbana. Stava rischiando molto per vederlo, inutile continuare a farlo se non era disposta sin da subito ad ammettere chi era e da dove proveniva. Doveva essere sincera, smetterla di omettere la sua vita e di mentire…
Avevano terminato da un po’ di cenare e chiese a Ted di fare una passeggiata.
Tolsero i tovaglioli scadenti e con pessimi orli dalle ginocchia e si diressero alla cassa, dove una grassa signora stava facendo le parole crociate masticando, troppo rumorosamente, un bastoncino di liquirizia.
A quel punto Andromeda si ricordò di avere ancora delle monete babbane in tasca e le tirò fuori riempendosi i palmi delle mani. Ted la guardò esitante e afferrandole i polsi li ricacciò sotto il mantello beige drappeggiato che le copriva le spalle.
<< Ma che fai, Andromeda?! Non dovresti sventolare cosi tutti quei soldi, in un luogo come questo perlomeno …>> disse Thonks scrutandosi attorno.  << Sono tantissimi >>  aggiunse.
Andromeda era perplessa. << Davvero? Li utilizza mio cugino Sirius per comprarsi le sigarette …>>
Ted scoppiò a ridere. << Le sigarette?? Ahahahahahah, credo che, con quello che reggi in mano, tuo cugino potrebbe acquistare un intera piantagione di tabacco!
Comunque riposali in borsa, offro io! >> le sorrise, e iniziò a cercare monetine in un piccolo portafoglio grigio topo.
<< No, te ne prego…>> rispose Andromeda << Offre Sirius! >>
Scoppiarono in una risata divertita, pagarono il conto e si diressero fuori.
 Aveva smesso di piovere ma il cielo era rimasto offuscato con qualche stella bistrattata sparsa tra le nubi.
Dromeda era tormentata, stava cercando disperatamente delle parole che potessero spiegare in modo chiaro la verità a Ted senza farlo scappare.
<< E dunque...cosa ti affligge? >> disse infine Thonks, dopo che avevano percorso tutto il vialetto in silenzio.
Andromeda si sentì venir meno, le tremavano le ginocchia, aveva il respiro sempre più pesante; socchiuse gli occhi un attimo, cercando un coraggio che non aveva.
D’improvviso, furono scossi da un rombo assordante alle loro spalle. Si voltarono. Una moto di grossa cilindrata scivolava a zig zag per la strada investendo cassonetti dell’immondizia e schivando i passanti a malapena. Sterzata bruscamente verso la loro direzione, si accingeva ad arrivargli addosso ma Ted cinse i fianchi di Andromeda e la trascinò lateralmente, contro il muro, scansando per un pelo il mezzo a due ruote che gli sfrecciò davanti. In un attimo Andromeda riconobbe il pirata della strada. Deglutì e urlò: << SIRIUUUUS!!! >>.
Ted la guardò titubante. << Tuo cugino? Beh ha appena cercato di ucciderci… era a conoscenza del fatto che hai sottratto tutti quei soldi dalla sua giacca?? >>
Andromeda accennò un mezzo sorriso mentre seguiva con lo sguardo Sirius, il quale era sul punto di investire un vecchietto sorretto da un bastone che si accingeva ad attraversare, ignaro, la strada.
<< No assolutamente >> riprese rivolta verso il ragazzo che teneva ancora la sua stretta sui suoi fianchi << Sarà solamente ubriaco fradicio. E’ scappato da casa quasi tre giorni fa >>
<< Oh..capisco...ecco perché sei stata un po’ triste per tutta la cena >>
Andromedà annuì col capo, facendo un lungo respiro di sollievo, distraendosi dal caos che Sirius stava seminando per il viale, un attimo. Addolcì gli occhi e avvicinò il suo viso a quello di Ted, mettendosi sulle punte poiché questi era molto alto, e lo baciò con slancio. Fu un bacio lungo e appassionato, Ted baciava benissimo e Andromeda si sentiva davvero in un altro mondo.
<< Ora devo proprio andare >> disse poi, << recupero mio cugino dalla sua perdizione prima che uccida qualcuno! >>
<< Vengo con te…ti do una mano >> gli rispose Thonks << sembra un po’ troppo fuori controllo…>>
<< Non te ne rammaricare, davvero. Mia zia vive a pochi isolati da qui...lo riporto a casa e mi fermo da loro per la notte. Non stare in pensiero. Ho salvato mio cugino da se stesso una miriade di volte e in situazioni ben peggiori. Malgrado ciò, sei gentile a preoccuparti per me >>  ribatté Andromeda, cercando di sviarlo il più possibile con le sue bugie fuori da quella circostanza, che avrebbe potuto far scoprire chi fosse lei davvero.
Ted annuì dolcemente, carezzandole il naso e la strinse forte a sé. La baciò a lungo, come se non riuscisse a staccarsi da lei; e si allontanò lentamente, girandosi indietro a guardarla ogni dieci metri.
Andromeda aspettò che fosse troppo lontano per distinguerne la figura, raccolse la borsetta che le era scivolata durante l’urto e con la sua camminata flemma e la testa tra le nuvole, andò incontro al cugino. Pensava che non era corretto mentire a Ted che si fidava così tanto di lei, credendole ciecamente. E nonostante sapeva benissimo che avrebbe dovuto dirgli al più presto la verità, si vantava orgogliosamente di come le sue bugie fossero formidabili. Non per altro era pur sempre un serpeverde.
Quando fu così vicina al cugino da poterlo immobilizzare, agitò la bacchetta e la moto si arrestò scaraventando Sirius a terra.
<< Ciao Sirius >> gli disse avvicinandosi ancora di più. << Che stai combinando??...oltre distruggere Hogsmeade, s’intende… >>
<< Ehiiiii Dromeda!! La mia cugina preferita!!! Ti piace la mia nuova moto?? L’ho presa da un tizio al paiolo magico! l’ho barattata con una donna! >>
Andromeda alzò gli occhi in cielo << che intendi esattamente con  SCA-MBIA-TA CON UNA DON-NA?? >> Sirius aveva un ghigno seducente sul viso << Naaaa non guardarmi cosi Dromeda…era solo una cameriera che avevo rimorchiato in un pub…inoltre avevo già finito con lei. >> le disse ammiccando. Detto ciò si sdraiò definitivamente sull’asfalto, i riccioli neri che si confondevano con la strada umida, e si incantò a fissare il cielo oscuro sopra di lui.
Andromeda aveva appena finito di scrivere un biglietto per Remus e James, lo legò al suo gufo che era apparso dal nulla nell’istante in cui l’aveva chiamato, e si era adagiata sulla moto, incrociando le gambe. Aveva bisogno dell’aiuto dei due malandrini per affidargli Sirius. Puzzava di alcol e non aveva nessuna intenzione di riportarlo a casa Black in questo stato… a sua zia stavolta sarebbe preso un accidenti. Oltre al fatto che Sirius abitava a svariati chilometri di distanza, mica a tre isolati da lì come aveva detto a Ted.
Uno spruzzo di luce verdognola ed apparvero James Potter e Remus Lupin. Quest’ultimo le sorrise e si affrettò a raggiungerla per salutarla.
James, invece, era preso solo da Sirius, aveva l’aria preoccupata e gli si avvicinò per cercare di farlo rialzare da terra; invano.
<< Remus! Non dovevi lasciarlo andare via da solo tre sere fa! >>
Lupin si affrettò a raggiungerlo per dargli una mano a far rialzare l’amico sbronzo dal suolo; mentre questi si dimenava come un forsennato, ridendo a crepapelle.
<< Sfido te a provare a fermarlo quando ha la luna girata!! >> sbuffò Remus in sua difesa.
Andromeda osservava distrattamente la scena dalla sua postazione, comodamente seduta. Rimuginava sul bacio con Ted e le batteva ancora forte il cuore; si sentiva quasi volare ma al contempo ripensava che aveva da dirgli troppe cose che forse lui non avrebbe mai compreso o peggio, accettato. Un miscuglio di sensazioni che la rendevano confusa, non era del tutto felice, ma nemmeno triste.
<< SU SIRIUS ALZATI, PER LA MISERIA!! >> sbottò Remus, mentre James disperato, cercava a tentoni i suoi occhiali che l’amico ubriaco, nel dimenarsi, aveva scaraventato a terra con una gomitata.
Sirius non aveva nessuna intenzione di alzarsi. Era lì sdraiato in mezzo all’oscurità, con lo sguardo fisso verso il cielo. Aveva smesso di ridere e gli amici avevano smesso di tentare di rimetterlo in piedi.
Remus, scapitando le aspettative, si era unito ad Andromeda la quale, riemersa dai suoi pensieri, civettava allegramente con lui. Ad Andromeda non piaceva affatto Lupin, ma si divertiva a vederlo così invaghito di lei…si sentiva quasi come Bella. Ciò nonostante gli voleva molto bene. Solo che la vanità vinceva sulla temperanza d’animo.
James invece, dopo essere rimasto in silenzio per un po’ a fissare Sirius, si sdraiò a terra vicino a lui. Si rese conto, tutto d’un tratto, cosa Sirius stesse rimirando da terra nelle tenebre. Il cielo era troppo oscuro per essere disposti ad ammirarlo in quella nottata; ma solo un punto luminava predominantemente in tutta la volta celesta, a nord rispetto la cintura di Orione… la stella di Bellatrix.
Sirius rimase lì per quasi tutta la notte con James, mentre Remus si era offerto gentilmente di riaccompagnare Andromeda a casa.
Quando le prime luci del mattino stavano per levarsi su di loro, Sirius si alzò dal suolo. Colse la sua giacca e salì sulla sua nuova moto.
<< Non sparire di nuovo. >> gli disse James.
Il giovane Black sorrise. << Sali! >> gli rispose. James salì dietro Sirius e gli porse qualcosa che aveva in tasca.
<< Oooh! le mie sigarette russe!! Ehi… aspetta un attimo!! Tu non sai dove comprarle...solo un'altra persona, oltre me, sa dove trovare queste! >> disse voltandosi cagnescamente verso l’amico.
<< Non ti mettere strane idee in testa, lo sai che faccio il filo da anni a Lilly Evans!!!!!! >> disse imbronciato Potter. << L’ho incontrata per caso davanti Magie Sinister ! Sai, ho passato gli ultimi tre giorni a Notturn Alley per cercarti!!! Ad ogni modo...me le ha consegnate per darle a te. Era sicura che ci saremmo visti. >>.
<< Ha detto qualcosa? >> Disse Sirius guardandolo negli occhi.
<< Si. Che non hai gusto nel fare shopping e preferisce Regulus per i consigli di moda. >> Aggiunse James. Non sapeva perché stava omettendogli la sua conversazione con Bella che detestava, ma non gli sembrava corretto riferirgli le confidenze che lei gli aveva concesso…anche se lui era il suo migliore amico.
<< Bene! >> esclamò Sirius. Sembrava aver cambiato umore improvvisamente.
<< Dobbiamo subito correre a rimedi. Serve un regalo da dare a Bellatrix. Non posso lasciare che vinca cosi…Nessun debito James con lei, Nessuno! >> Sirius aveva ripreso la solita espressione furba e intrigante, aveva gli occhi pieni di foga e James era felice di questo. Un rombo assordante e sfrecciarono per le strade alla ricerca di un regalo per Bellatrix Black tutto il giorno.
Andromeda aveva aspettato l’alba insonne. Si dimenava nella sua camera tra la poltrona, lo scrittoio, la finestra e lo specchio; aveva una penna in mano, e diversi fogli con poche righe erano sparsi qua e là. Stava cercando, senza effetto, di mettere giù un discorso da fare a Ted; ma ogni inizio sembrava banale e ogni conclusione troppo disastrosa. Senza considerare che la spiegazione più ovvia era anche quella più indenne e quella più velata era sicuramente un addio. Aveva paura di perdere Thonks per sempre.
Adesso che era mattina, sentiva Narcissa canticchiare nella stanza accanto; sicuramente, pensava Andromeda, era intenta a spazzolare i suoi lunghi capelli biondi. Dalla stanza di Bella non si sentiva nessun rumore, il che era abbastanza insolito. Le luci erano spente e Andromeda avrebbe tanto voluto andare a vedere cosa le succedeva ma non era mai una buona idea disturbare Bellatrix nei suoi momenti cupi. Soprattutto quando si tiene nascosto un segreto, come un fidanzato babbano. Quindi evitò di farlo.
Si tolse le scarpe e, gettandosi sul letto, rimase a contemplare il suo amato Ted Thonks godendosi i raggi del sole sul viso per tutto il resto della mattinata.
Tra due giorni sarebbe tornata ad Hogwarts e i loro incontri fugaci sarebbero stati più frequenti e questa era la cosa più bella che poteva succederle, ne era sicura.
Adesso non sentiva più il bisogno di essere la prima nei contesti che le appartenevano da sempre, anzi non le importava affatto.
Adesso aveva un mondo tutto suo, che gli altri non potevano capire e a cui lei, ne era certa, non avrebbe mai rinunciato; nemmeno per compiacere le aspettative della nobile e molto antica casata dei Black.
   
 
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