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Autore: Lady Memory    25/09/2016    1 recensioni
Il duo perfetto, ovvero Hermione e Severus secondo fanfiction. Cosa potrebbe succedere se un giorno Hermione decidesse di sfidare il professore più temuto di Hogwarts con una scommessa? Una piccola storia spensierata, completamente AU, scritta per il piacere di giocare con le parole.
Completa. In attesa di un ultimo capitolo bonus indipendente.
Genere: Azione, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Minerva McGranitt, Severus Piton, Sibilla Cooman | Coppie: Hermione/Severus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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LA SCOMMESSA
by Lady Memory
 
Una piccola storia spensierata, completamente AU e OC, scritta per il piacere di giocare con le parole. Da non prendere assolutamente sul serio.

Consueto disclaimer: Ovviamente, i personaggi di questa storia non mi appartengono. Un ringraziamento a JKR per averli inventati e per averci dato il permesso di continuare a farli vivere.

15. Al peggio non c’è mai fine, anche se lo si desidera tanto

“M-M-M-Minerva?” balbettò Hermione, spalancando gli occhi come due fanali.

“Esattamente!” tuonò la voce dell’anziana strega dall’altro lato del pannello di legno. “Cosa aspetti ad aprirmi, signorina Granger?”

“E mi chiama anche signorina!” si disperò Hermione sottovoce, conscia che qualcosa doveva essere accaduto, e di non particolarmente simpatico, se Minerva l’apostrofava così formalmente.

Ma intanto il suo cervello lavorava a tutto vapore. Tempo. Doveva guadagnare tempo.

“Un attimo!” gridò verso la porta mentre si chinava a nascondere la casetta dietro la scrivania, e con un rapido colpo di bacchetta, ritrasformava il letto di Severus in una innocua scatola di fazzoletti.

“Si può sapere cosa succede?” si spazientiva intanto la preside. E poi si insospettì. “Con chi stai parlando? Chi c’è nella tua stanza? Fammi entrare subito!”

Hermione si guardò in giro disperata, ebbe un’illuminazione e piegò le labbra in un sorriso astuto.

“Scusa, stavo facendo la doccia. Un attimo solo!”

Preparandosi per la recita che doveva sostenere, si tolse il maglione con un colpo secco e lo lanciò sul letto, quindi cominciò a sbottonarsi la camicetta… e a quel punto intercettò lo sguardo di Severus. Il mago aveva assunto un’espressione attonita, quasi imbambolata, mentre le sue guance si coloravano di un intenso scarlatto.

Irritata e lusingata allo stesso tempo, Hermione gli voltò le spalle, bofonchiando “Fine dello spettacolo… dilettante!”

Con uno sguardo sornione, Crookshanks fece il giro del tavolo e interpose la sua mole gattesca e pelosa tra la ragazza e il mago. Il quale mago però non voleva rinunciare, e sempre muovendosi con aria totalmente trasognata, cercò di spingere da parte l’animale… ovviamente senza riuscirci. Sarebbe stato come spostare il Partenone.

Intanto anche il reggiseno di Hermione volava sul letto e, giudicando ormai di non poter perdere altro tempo e altri vestiti senza insospettire Minerva, la ragazza afferrò la vestaglia e se la drappeggiò addosso, lasciandola mezza aperta in modo da far notare la nudità sottostante.

Poi tese il braccio oltre lo schermo creato da Crookshanks e, cogliendo Severus di sorpresa, lo prese delicatamente ma fermamente tra le dita e lo infilò nella tasca della vestaglia, intimandogli “Silenzio!” con un sussurro aspro. Quindi cominciò a passarsi una mano tra i capelli, nel tipico gesto di chi li ha appena asciugati e li sta ancora sistemando; infine, con il cuore in gola, aprì la porta.

“Finalmente!” esclamò l’anziana signorina, e come tutte le anziane signorine, arrossì di colpo quando la vestaglia di Hermione si aprì al colpo di vento della porta spalancata e rivelò la bianca carnagione del suo corpo.

“Grangerrrrrrr!” balbettò imbarazzatissima, accentuando il suo già forte accento scozzese, e girò immediatamente la testa. “Copriti subito, ragazza! Che modi sono questi!”

A Hermione veniva da sorridere, ma si controllò e prese un’aria modesta.

“Scusami, ho cercato di fare più in fretta che potevo…” recitò con tono contrito e richiuse la vestaglia, sicura ormai che Minerva si sarebbe guardata bene dall’investigare ulteriormente su di lei.

Ma l’anziana preside era pudica, non stupida. Quindi, come si fu accertata che la ragazza era di nuovo presentabile, andò all’attacco come un mastino.

“Chi c’è qui con te?” chiese severamente.

“Ma nessuno, Minerva!” protestò Hermione.

“Storie! Ti ho sentito parlare!”

“Ah, sì, è vero, stavo chiacchierando con Crookshanks! E’ tanto affettuoso, lui… A volte dimentico che è solo un gatto…”

E si chinò a grattare la testa del micio, che la ricambiò con uno sguardo seccato.

Dato che la sua forma di Animagus la rendeva particolarmente sensibile ai cambiamenti umorali dei gatti, anche se mezzi Kneazle, Minerva non abboccò completamente.

“Non mi sembra che gli siano piaciute molto le tue chiacchiere,” commentò seccamente.

Hermione intanto recitava a soggetto, preoccupatissima della tempesta che vedeva annuvolarsi negli occhi della preside; e sentendosi sempre più preoccupata, osò forzare la situazione.

“Oh, lui è fatto così. Buono ma tanto irritante. Un po’ come il povero Severus… Volevo appunto chiederti… non è arrivata ancora nessuna notizia di lui, Minerva?”

“Nessuna,” confermò la donna guardandola fissamente. “E a questo proposito, signorina, volevo appunto chiederti. Sicura di non sapere niente, TU?”

Inconsciamente, la mano di Hermione si infilò nella tasca della vestaglia.

*****************

Severus si era trovato intrappolato in un posto morbido e ovattato, dove stare in equilibrio era terribilmente scomodo se non impossibile. Allora si era accovacciato, tendendo le mani per proteggersi dalla stoffa morbida e calda - troppo calda! - che gli premeva contro.

Aveva capito il piano di Hermione e non si era opposto, anche perché altrimenti non avrebbe avuto scampo e Minerva l’avrebbe scoperto in pochi attimi. Nonostante la sua aria di superiorità, l’idea di essere visto in quello stato era qualcosa che lo angosciava immensamente.

Ma c’era anche un’altra interessante considerazione che aveva frenato eventuali reazioni di sdegno da parte sua. In quella tasca, era molto più vicino a Hermione e a quelle affascinanti rotondità che aveva appena intravisto ma che gli avevano fatto seccare la lingua in gola e paralizzare il cervello.

Così, quando la mano di Hermione invase prepotentemente il suo soffice spazio oscuro, Severus evitò a stento un’esclamazione di sorpresa che li avrebbe traditi entrambi.

Poi quelle dita morbide e profumate, che aveva imparato a conoscere in modo così stravagante nelle ultime ore, gli si avvolsero protettive attorno.

Il caldo triplicò, ma una sensazione di tenerezza immensa e di gioia inesprimibile gli inchiodò la mente, rendendolo momentaneamente muto e rimbecillito.

Poi sentì parole che non avrebbe voluto sentire e che lo risvegliarono bruscamente.

*************

“Sono venuta per pregarti di darci una mano, Hermione.”

Mentalmente, la ragazza sospirò, sollevata. Era stata chiamata col suo nome, il che voleva dire che Minerva aveva – almeno momentaneamente – accantonato i sospetti.

“Ma certo! Con gran piacere! Cosa ti serve?” chiese sollecita, spalancando gli occhioni e sorridendo angelica.

Minerva sorrise freddamente.

“Voglio fare una battuta.”

“S-scusa???” balbettò Hermione, esterrefatta.

“Sì, voglio fare una battuta.” E con uno sguardo diabolico, Minerva aveva aggiunto, ghignando da quella vecchia strega che era, “Di caccia. All’uomo.”

“C-cioè?” aveva pigolato atterrita Hermione, anche se aveva – ahimè - capito benissimo.

“Come ho spiegato stamattina, sono sicura che Severus è rimasto qui tra noi e si sta nascondendo per non farsi trovare. La mia domanda è: perché?”

“G-già, perché?” ansimò Hermione che vedeva spalancarsi la porta dell’inferno e sentiva le rauche risate dei demoni in attesa.

“Sono sicura che hai voglia di scoprirlo anche tu!” ribattè la preside, scoccandole un’occhiata di quelle cosiddette ‘da donna a donna’.

E poi proseguì imperterrita. “Non solo ti ha rovinato la dimostrazione, ma non ha avuto neanche il fegato di ammettere la sua sconfitta. Perciò intendo trovarlo il prima possibile… e quando lo troverò, ho già in mente un programmino completo e molto divertente. Sono anni che aspetto di metterlo in pratica. Ma stai tranquilla, ragazza, non sono tanto cattiva come sembro. Insonorizzerò la camera, così le urla non vi disturberanno.”

E Minerva uscì in una risatina chioccia molto, molto allarmante.

Hermione ritirò una mano sudatissima dalla tasca della vestaglia.

Severus cercò di aggrapparsi a quelle dita per costringerle a restare con lui. Ma ovviamente, non ebbe successo.

***********

Finalmente, Hermione riuscì a buttar fuori Minerva dalla sua stanza, assicurandole fermamente che si sarebbe riunita il prima possibile ai colleghi che stavano preparandosi in Sala Grande per la battuta di caccia.

La preside se ne andò con uno sguardo che esprimeva nuovamente parecchi dubbi. Prima di uscire, si era anche premurata di fare un tour di controllo dei domini privati di Hermione senza neanche far finta di truccare le sue intenzioni, come buona creanza vorrebbe.

Si era addirittura chinata a guardare sotto il letto, ed aveva aggrottato la fronte quando aveva scoperto la casetta dietro la scrivania. Ma Hermione se l’era cavata dicendo che era un pensierino per la sua cuginetta Babbana, a cui era ‘tanto ma tanto affezionata’.

Minerva aveva avuto un sorriso agro, ed Hermione aveva reinfilato la mano in tasca, stendendo – e questa volta in senso letterale – Severus che stava cercando di arrampicarsi sulla stoffa. A quel punto, la ragazza l’aveva tenuto premuto sul fondo della tasca per evitare altre eventuali belle trovate del suo minuscolo prigioniero.

Stranamente, l’unico spazio che Minerva non aveva violato era l’armadio, e ne aveva spiegato il perché con poche frasi secche.

“Io non guardo nella biancheria altrui perché ognuno ha diritto alla sua privacy. E poi, se veramente Severus si fosse ridotto a nascondersi nell’armadio di una ragazza, ah be’! Davvero non credo che potrei avere ancora rispetto per lui. Sarebbe come quegli amanti delle barzellette Babbane!”

Ciò detto, se n’era andata col capo orgogliosamente rialzato, lasciando Hermione di stucco. Cosa accidenti ne sapeva Minerva delle barzellette Babbane sugli amanti negli armadi? A volte quella donna era davvero sconcertante!

Meno male che almeno Hermione si era ricordata di trasformare di nuovo il letto di Severus. Quello sì che sarebbe stato ben difficile da giustificare… e a quel punto, la ragazza si ricordò di un dettaglio importante che si stava agitando nella sua vestaglia, e finalmente ripescò il povero, stanco, sudatissimo ed estremamente irrequieto professore dalla tasca.
  
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