26/09/2016
1 recensioniBonus track: Confessio - Kajiura Yuuki (Madoka Magica Soundtrack)
Confessio
«Sei in ritardo di quasi venti minuti» fece notare uno scocciato Silver a Gold mentre questi faceva il suo ingresso nella radura dove avevano (per la precisione, aveva, Silver) deciso che avrebbero trascorso la notte.
«Ma ho un fantasticissimo regalo con me!» ribattè il moro, estraendo dallo zaino un sacchetto di caramelle assortite dalle dimensioni invidiabili. L’altro si domandò se, come immaginava, ci avesse effettivamente speso quei pochi soldi che gli rimanevano per comprarlo, ma non era sicuro di voler conoscere la risposta.
«Almeno renditi utile e accendi il fuoco» ordinò il fulvo alzando gli occhi al cielo. Due settimane in sua compagnia e aveva già perso ogni speranza di non dover assistere a vari ritardi per i più disparati motivi.
«Domani devo tornare da Mr. Pokémon» esordì Gold sbuffando mentre accatastava la legna di fianco al cerchio di sassi che delimitava l’area del falò «il Prof. Elm vuole continuare a studiare il comportamento delle uova, e me ne deve affidare un altro»
Silver lo guardò, con un sopracciglio inarcato e l’espressione più dubbiosa di questo mondo in viso: aveva avuto il (dis)piacere di fare la conoscenza di Togebo, e la scelta di un secondo incarico, viste le probabilità che il suo compagno trasformasse anche quell’uovo in un teppista, era quantomai bizzarra.
«È inutile che mi guardi così, non so nemmeno da dove iniziare. L’altra volta non ho fatto nulla se non portarmelo dietro, non ho idea di come funzioni. Ne sai per caso qualcosa?»
«Diciamo che l’allevamento non è esattamente la mia specialità. Faresti prima a chiedere ai vecchi della Pensione.»
«L’ho già fatto, non hanno saputo dirmi molto. Strano però che nella formazione degli “Allenatori di tutto rispetto” quel tizio non abbia pensato alle uova» se ne uscì il moro per sdrammatizzare, facendo riferimento ai fatti di qualche settimana prima. Solo dopo qualche secondo, dato che –come suo solito- aveva parlato prima di riflettere, si rese conto che forse non era qualcosa di carino da dire.
«Penso che, semplicemente, al tempo non si sapesse quasi nulla a riguardo. Scambi, evoluzioni, allenamento, catture, metodi di cura… ognuno aveva la sua specialità, ma l’allevamento non era contemplato» commentò invece Silver con una noncuranza che Gold non si sarebbe mai aspettato. Non vi era traccia di freddezza, risentimento o dolore nella sua voce: era come se stesse facendo un’osservazione sul tempo assolutamente per caso.
«Eravate in molti?» domandò a quel punto Gold, che si era tenuto la curiosità fino a quel momento, anche se più per dimenticanza che altro. Fece un cenno ad Explo per invitarlo ad accendere il fuoco.
«In sei. Non tutti lì contro la nostra volontà, però. Solo io e Blue siamo stati rapiti.»
La bocca del moro si aprì a formare una ‘o’ di incredulità: davvero qualcuno poteva scegliere consapevolmente di restare con quell’uomo? Non gli era tuttavia sfuggita la breve esitazione con cui il compagno aveva pronunciato il nome della ragazza.
«Blue è la ragazza con cui sei scappato, vero?»
Silver sospirò. Il passato per lui non aveva valore se non come fonte eventuale di esperienza, non vi era emotivamente legato e non gli veniva difficile parlarne, ma se si trattava di Blue, una delle persone che gli erano più care (e paradossalmente una di quelle che non vedeva da più tempo) aprirsi era ancora meno facile di quanto per lui non lo fosse di norma.
«Già. E ho perso il conto di quanto è che non ho più sue notizie» non che fosse particolarmente preoccupato in realtà, Blue era sempre stata una ragazza molto sveglia e molto abile, era certo che in qualche modo se la stesse cavando, come lui, se non meglio.
Gold sapeva bene che le parole non erano il suo forte, né quando si trattava di esprimere i propri senitmenti –cosa che in realtà capitava assai di rado- né quando avrebbe dovuto consolare qualcuno. Non che Silver ne avesse avuto alcun bisogno: il ragazzo comprendeva il peso ed il valore di quella confidenza del tutto nuova che gli era stata appena concessa, ed in tutta onestà la apprezzava parecchio. Probabilmente, sotto quel punto di vista erano simili, cocciuti e taciturni allo stesso modo.
«Che sia chiaro» esordì Silver per rompere il silenzio, una punta di imbarazzo e di orgoglio nella voce «non ti ho raccontato nulla di tutto questo per farmi compatire. Non mi interessa la commiserazione.»
«Ma quale commiserazione. Per chi mi hai preso?» ribatté Gold, frugando con la mano nel pacchetto di dolciumi. Ne estrasse tre o quattro cilindri bianchi e soffici.
«Vuoi un marshmellow? Ti assicuro che cotti così sono il massimo».
Dei dolci ed un sorriso: di certo il moro sapeva come essere gentile, più con i gesti che con le parole. Ed anche in questo, riflettè Silver, non erano poi così diversi.