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Autore: Vagabonda    06/05/2009    9 recensioni
BELLA'S POV.:Pochi minuti dopo sfrecciavo a massima velocità per la strada. A malapena vedevo dove andavo, non avevo una meta precisa, volevo solo stare un po’ da sola con i miei fantasmi. Con una mano sul volante portai l’altra all’altezza del capo e con un solo movimento una cascata di boccoli ramati mi cadde sulle spalle. Lanciai la parrucca sul sedile posteriore e mi tolsi le lenti a contatto, lasciando liberi i miei occhi color cioccolato. Sospirai di piacere: finalmente potevo essere me stessa.
EDWARD'S POV.:
Velocità. Il vento che ti spettina i capelli, che ti colpisce il viso, che ti fa sentire VIVO. La mia Volvo scintillante percorre con rapidità la piccola stradina di quartiere. Non so come sono arrivato lì, e francamente non me ne frega niente. Sento solo il sibilo dell’aria e vedo solo la strada che sto percorrendo. Già, ma quale sarà la mia strada?
Due vite parallele che si scontrato in un giorno d'estate, due personalità così diverse eppure così affini...un incontro di velocità e amore, con un pizzico di mistero e tanta passione.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Camminavo con passo sicuro e ancheggiante in direzione della concessionaria. Un riflesso nel vetro di una macchina catturò la mia attenzione, mi chinai a guardare: una bellissima donna dai capelli neri e occhi verde smeraldo ricambiò il mio sguardo soddisfatto. Mi rialzai, aggiustandomi lo chignon, poi entrai nel negozio. Appena mi vide il commesso sgranò gli occhi e si aggiustò la cravatta. Sorrisi: facevo quell’effetto a molti. Si diresse verso di me e, arrivatomi di fronte, mi chiese gentile –Posso aiutarla, signorina?-
-Sì, vorrei vedere quella Volvo c30 grigio metalizzata- dissi indicando la splendida macchina per qui ero venuta lì.
-Certamente, mi segua-
Arrivati di fronte all’autovettura cominciò a elencarne le caratteristiche che, ovviamente, conoscevo già a memoria. Ottima carrozzeria, finestrini antigraffio, motore potente…ma non era quello che mi interessava. Quella macchina aveva ben altro significato per me.
-Posso provarla?- domandai al ragazzo, interrompendo il suo sproloquio.
Mi guardò sorpreso e a disagio –Ecco, veramente non si potrebbe…- mormorò titubante.
Lo osservai, non era brutto, moro con splendidi occhi azzurri, ma aveva un po’ troppi brufoli ed era parecchio più basso di me, anche senza i miei vertiginosi tacchi da 12 centimetri che portavo in quel momento. Ma avrei fatto di tutto per avere quella macchina. Mi sporsi verso di lui finche la sua testa non fu esattamente all’altezza del mio seno –Con me puoi fare un eccezione…- dissi con voce sensuale.
Lo sentii deglutire –Potrei andare nei guai…- rispose poco convinto, gli occhi fissi sulla scollatura del mio vestito.
Mi avvicinai ulteriormente, abbassandomi per potergli parlare all’altezza dell’orecchio.
-Sarà il nostro piccolo segreto…- sussurrai.
Trattenne il respiro per qualche secondo –O-ok- si arrese alla fine, porgendomi le chiavi.
Mi rialzai di scatto, esultando dentro. Ottenevo sempre quello che volevo e questa volta non sarebbe andata diversamente.
Entrai nell’autovettura dalla porta che il commesso mi aveva galantemente aperto e sentii la morbida pelle modellarsi sul mio corpo magro. Ispirai il buon odore di cuoio e afferrai il volante con entrambe le mani, infilai la chiave e girai. Immediatamente il motore prese a fare le fusa e fui sommersa di ricordi.
Una bambina stava giocando nel cortile di una grande villa quando una farfalla le si posò sulla mano. La bambina fu subito affascinata dai colori sgargianti delle ali e cercò di afferrare il piccolo animale, che però volo via. La bimba si alzò e seguì la farfalla. Era talmente concentrata su quel nuovo gioco che non si accorse del rombo del motore che si stava avvicinando. Ma quando si voltò, era troppo tardi.
-Signorina, tutto bene?- chiese una voce, allarmata.
Sussultai e aprii gli occhi di scatto. Copiose lacrime mi rigavano il viso e il respiro era affannato.
“Dannazione!” pensai, non era stata una buona idea entrare in quella macchina.
Il motore stava ancora andando perciò lo spensi e uscii dall’abitacolo.
Il mio pubblico, composto dal commesso più due suoi colleghi, mi osservava preoccupato. Sorrisi rassicurante.
-La prendo, quanto vuole?- chiesi poi, tirando fuori dalla borsa il libretto degli assegni.
Il ragazzo era sempre più perplesso –Ma bisognerebbe prima sbrigare alcune pratiche…
Staccai un assegno e glielo misi in mano –Lo riempia con la cifra che vuole, ma non bari!- dissi, facendogli l’occhiolino.
Lui arrossì e borbottò qualcosa di incomprensibile.
Pochi minuti dopo sfrecciavo a massima velocità per la strada. A malapena vedevo dove andavo, non avevo una meta precisa, volevo solo stare un po’ da sola con i miei fantasmi. Con una mano sul volante portai l’altra all’altezza del capo e con un solo movimento una cascata di boccoli ramati mi cadde sulle spalle. Lanciai la parrucca sul sedile posteriore e mi tolsi le lenti a contatto, lasciando liberi i miei occhi color cioccolato. Sospirai di piacere: finalmente potevo essere me stessa.

   
 
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