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Autore: Eloreden    27/09/2016    0 recensioni
Tal, un menestrello giramondo, arriva per la prima volta nella città maggiore del continente: Moreim. Una storia come tante che inizia come molti si aspettano, tuttavia già del primo momento qualcosa non torna e Lorens impegnato a giocare a carte se ne accorge facendo ricadere la su attenzione su Tal.
"Tal, De Rocerc…” sillabò Lorens mentre squadrava la figura del menestrello. “Non è un nome di queste parti, e nemmeno l’accento, da dove viene se posso chiedere?”.
“Lontano… molto lontano, vi basti sapere questo”

Un mondo avvolto dal mistero dove la magia è nascosta agli occhi degli uomini e solamente alcuni sono in grado di usarla. Una guerra nell'ombra senza vincitori ne vinti. Una partita a scacchi tra dei che mettono in gioco le loro più potenti pedine. Cosa succederà quando tutto esploderà nel tumulto? Chi parteciperà al conflitto?
Sarà una storia lunga, dove non ci sono eroi protagonisti, dove non esistono scelte giuste o sbagliate. Sarà quando si potranno vedere tutti i fili del burattinaio che si comprenderà a pieno il piano divino.
Genere: Azione, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusate il ritardo, nel prossimo periodo rischi di procrastinare un po' la storia dato che ho unsacco di lavoro e poco tempo per scrivere. Posterò capitoli in maniera più lenta rischiando anche di saltare qualche settimana ma non temete non lo mollerò mai. Oltretutto rischio anche di peccare molto nella correzione e quindi fornirvi un lavoro più scadente e questo sarebbe inevitabile dato che la fretta è, come si suol dire, cattiva consigliera.

In questo capitolo trattiamo in maniera più accurata Erini e vediamo un pò anche la sua vita conoscendola meglio mentre Tal fa ritrno alla sua vita lasciando il Ricovero.

Cosa accadrà a Tal ora che è di nuovo a piede libero ignaro delle sue reali capacità?
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Tal varcò la soglia del locale di Edmund. L’uomo era al bancone che parlava distrattamente con alcuni clienti. Quando Tal si affacciò alla porta con disinvoltura si congedò per farglisi incontro.
“Come va? Ho saputo da Layla cos’è successo, posso assicurarti che la tua stanza è esattamente come l’hai lasciata!” affermò con sicurezza. “Ad Eccezione del letto, quello lo abbiamo rifatto”.
Tal annuì e sorrise al locandiere “Siete stato molto gentile, non dovevate disturbarvi tanto e grazie infinite della cortesia”.
“Avete bisogno di una mano per raggiungere la stanza?”.
“Ce la faccio ce la faccio” affermò con pacatezza.
Con calma si incamminò verso le scale, Aveva il braccio al collo e la spalla fasciata e ora che iniziava a muoversi più del solito sentiva un po’ di dolore intensificarsi ma nulla di insopportabile. Una volta salito in camera controllò subito se lo sgabello c’era o meno. Lo trovò immediatamente con un sospiro di sollievo, e trovò anche tutta la sua roba comprese le monete d’argento che aveva guadagnato con le sue storie qualche giorno prima. Era una città che offriva moltissimo a chi aveva qualcosa da dare e il gruzzoletto che aveva racimolato non era affatto male per essersi esibito un solo giorno. Quei soldi erano molto più di quando aveva fatto in altre città, molto spesso aveva più successo di altri menestrelli, non era una novità, ma questa volta, probabilmente grazie anche alla mole della città, andava incredibilmente bene. Si incamminò verso la finestra afferrando il suo amico di mille viaggi e quindi si sedette sopra di esso osservando alla finestra quello che succedeva. C’era poco da fare, si rese conto che quella città lo aveva catturato in ogni suo aspetto. Qualcosa, o qualcuno lo tratteneva lì, si sentiva sotto uno strano influsso ma non era per Layla, questo lo sapeva bene. Aveva viaggiato per innumerevoli posti e conosciuto altrettante persone belle quanto lei. C’era un’aura quasi magica che aleggiava in quella città, era un sesto senso, una fantasia, ma per ora questa fantasia lo teneva occupato e lo legava a Moreim, nel bene o nel male. Portò una mano verso i capelli accarezzandosi la testa. Deciso: sarebbe rimasto ancora un po’. Sapeva che avrebbe capito da solo quando sarebbe stato il momento di andarsene. Sorrise, si alzò di scatto e uscì dalla porta, qualcuno lo stava osservando.
 
Una piccola bottega, un’anonima drogheria di Moreim. Erini stava riordinando uno scaffale quando Lorens gli apparve dall’altra parte. In mezzo hai barattoli si riusciva a intravedere al di là di una delle finestre del locale. La ragazza sussultò solo un attimo, portò quindi una mano al petto, fece un sospiro per ritrovare la calma, Lorens non disse nulla. La sua espressione era piuttosto accigliata e seria. Erini annuì con la testa, a questo punto, l’uomo scomparve uscendo dal piccolo spiraglio. Gli occhi verdi della donna tornarono concentrati sul proprio lavoro, leggeva le etichette e poi sistemava tutto nello scaffale corretto. Una volta finito prese e si diresse verso il bancone a controllare. I capelli erano raccolti sotto un cappello e un lungo abito blu la vestiva.
“Erini!” una voce maschile dal retrobottega la chiamò. “Vieni a darmi una mano” continuò.
“Arrivo” disse lei. I clienti non erano ancora arrivati e velocemente saltellò dietro una tenda che stava alle sue spalle.
“Dimmi!” Disse ma appena varcata la soglia il ragazzo poco più grande di lei la cinse alla vita e la strinse a se baciandola. Lei ricambiò il bacio portando una mano sulla guancia del ragazzo. Dopo qualche attimo lei si scostò sentendo il tintinnio del campanello della porta che si apriva. Gli sorrise dolcemente “Era tutto qui?”. Il ragazzo annuì sorridendo. il retro del negozio era un piccolo laboratorio dove il ragazzo lavorava la carne che gli veniva consegnata, la preparava in vari modi per poi portarla sul bancone dove Erini la vendeva hai clienti.
“Signora Miranda” affermò la ragazza solare. Una signora anziana aveva appena varcato la soglia ed era spuntata nel locale.
“Come va signora Miranda?” Erini non ricevette risposta nonostante avesse utilizzato un tono di voce molto alto. “Mh… Il suo udito sta peggiorando”.
“Come dici Erini?”
“Vi chiedevo come stava andando” affermo la ragazza sorridendo. “Per un pelo” pensò tra sé e sé mentre la signora miranda prese a muoversi verso i due scaffali del locale.
“Èh! L’udito non è più come quello di una volta”. Erini sorrise a denti stretti “Me ne sono accorta”.
L’anziana Miranda era una signora arzilla, con qualche problema d’udito ma sempre allegra.
Raccolse un barattolo e si diresse al bancone proprio mentre Amir scostava le tende e distendeva la carne sul bancone. Lei gli sorrise e lui ricambiò per poi vedere l’arzilla signora dall’altra parte del bancone che stava arrivando.
“Signora Miranda!” affermò il ragazzo “È sempre un piacere vederla così in forma”.
La signora non rispose, in realtà non lo guardò nemmeno.
Non ricevendo risposta fece per scostare la testa verso Erini ma lei lo anticipò “Si sta peggiorando…” disse sempre a denti stretti.
E quando poi la signora Miranda sollevò la testa e riconobbe il ragazzo disse “Giovanotto!” affermò. “Non si saluta più?”.
Lui scattò dritto e alzò le mani “Perdonatimi signora Miranda, non volevo”.
“Oh! Povero ragazzo, non lo sapevo, allora sei giustificato” Rispose la vecchietta.
Erini e Amir si guardarono per un secondo poi sbottarono in una piccola risata. Lui tornò nel retro e Erini lo sentì distintamente ridere, la signora Miranda probabilmente no.
La giornata di Erini passò tranquilla, il lavoro lo affrontava sempre con allegria, finché aveva vicino a sé Amir non temeva nulla e sentiva di poter affrontare ogni cosa. C’erano stati periodi dove vivere non era esattamente facile, specialmente quando i primi tempi avevano aperto insieme quella bottega. Fortunatamente per loro la simpatia di Erini ha fatto arrivare altri clienti, poi si è sparsa la voce e ora fortunatamente se la passavano bene, stavano anche pensando di allargarla o spostarsi in una più grande sempre in zona ma erano opzioni che dovevano essere valutate attentamente. Uscì dal lavoro e si diresse a casa, mentre passeggiava sotto il lungo portico che seguiva la strada e sfilava tra le altre botteghe strinse il mantello attorno al collo. L’aria iniziava a farsi fredda l’inverno stava arrivando, la strada era poco trafficata a quell’ora ma i portici ospitavano un discredo viavai di persone, la maggior parte delle quali rientrava a casa dopo una giornata di lavoro. Rientrò in casa chiudendo la porta dietro le sue spalle e subito Amir gli si fece in contro, i due si abbracciarono e lei lo baciò sulla guancia.
“Devo uscire questa sera, ma torno presto!” affermò la ragazza.
“Ancora quella questione? Quando deciderai di smettere?” lui fece un sospiro, “È pericoloso, e lo sai come la penso”.
“Eccolo l’uomo che si preoccupa per la sua donna, così mi piaci”.
“Dai non scherzare” continuò lasciandola andare dal suo abbraccio e dirigendosi verso la cucina.
“Tranquillo sospirò lei, sembra che Lorens debba dirmi qualcosa d’importante, sarò di ritorno molto presto, non noterai nemmeno che sono uscita”.
Lui scosse la testa mentre lei lo seguiva in cucina, “D’accordo, ora mangiamo”. La tavola era imbandita c’erano delle scodelle con delle verdure uno stufato di manzo e la cosa che lei adorava più di tutte: una torta di more.
“Adesso mi ricordo perché ti amo così tanto”.
   
 
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