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Autore: Rory__96    29/09/2016    1 recensioni
Vite che si intrecciano in modo inspiegabile, inaspettato e del tutto travolgente. Due anime che si fonderanno in una per mettere fine al Male e permettere all'amore di trionfare.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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CAPITOLO CINQUE
“UN CAVALLO E UN CIGNO”
Draco era immobile, di spalle. Si girò di scatto al suono di quella voce con gli occhi sgranati e la bocca aperta, l’ombra di un sorriso sul volto. Sentì il cuore prendere un ritmo diverso.
“sei venuta!”
“certo! Non potevo proprio mancare dopo quella figuraccia che mi hai fatto fare con quel bigliettino volante!! E per la cronaca, a causa tua, mi sono beccata una punizione dalla McGranitt! Ora mi devi un favore” e fece una linguaccia sedendosi sul muretto insieme a lui. Poi continuò:
“allora dimmi. Cosa ti turba per far scendere quelle lacrime? Hai ancora gli occhi arrossati”
“io piangere?! Ma cosa blateri! Vado via.”
“ma come! Mi hai detto tu che ci saremmo visti qui stasera.”
“Hai ragione, ma ormai è tardi, in più non sto tanto bene…questo non è un periodo semplice per me…” cavolo! No no no…non doveva raccontarle queste cose… ma lei sapeva trasmettergli una strana calma e un senso di tranquillità, come se nulla di male potesse accadergli in quel momento. Ciononostante non riuscì a continuare a parlare. Era già dura riuscire a prendere coscienza di ciò che stava accadendo nella sua vita, non ne parlava nemmeno con sua madre o Blaise, ora di certo non ne avrebbe parlato a lei.
Ginny sembrò quasi leggergli nei pensieri e così disse:
“Allora credo tu abbia bisogno di pensare ad altro ora, no?” le labbra si allargarono in un caldo sorriso, luminoso. Aveva un odore di rose, lei era come una rosa bianca in quell’oscurità. Gli piaceva quell’odore. Lo riportava con la mente a quando ero piccolo e restava per ore nella serra di sua madre, piena di rose. Nonostante i domestici e i giardinieri, Narcissa si occupava da sola delle sue rose. Era non solo un passatempo, ma una passione. E lui la guardava sempre prendersene cura. All’epoca era tutto diverso, lui era incosciente su ciò che è la vera vita. Ora quella serra era abbandonata a se stessa. Si ricordò di esserci entrato quella estate e non aver visto altro che piante incolte. Si ridiscosse da quei pensieri e sorrise per dire:
“hai proprio ragione. E si, questa è l’unica volta che mi sentirai ammetterlo.” rise per la prima volta quel giorno. “allora cosa vuoi fare, Ginevra?” alzò un sopracciglio con un sorriso malizioso sulle labbra.
“Vuoi che usciamo a inseguire la fugace tentatrice?
“Ma di cosa stai parlando?” lei era perplessa.
“L’avventura, Ginevra” le sussurrò in uno orecchio. Prese poi a solleticarle il collo con una mano. Si trovò ad ammirare la sua pelle candida, liscia e vellutata.
Ginny arrossì leggermente a quel contatto e rise nervosa:
“ma siamo già fuori.” Era un po’ perplessa.
“Si ma credo tu non abbia mai volato di notte oltre le mura del castello.”
Lei era scioccata…doveva accettare? Non si fidava fino a quel punto…eppure aveva voglia di seguirlo.
“Mi farai ammattire!” rise anche lei “non ho altro da dirti che evocare la tua scopa e io la mia!” proferì coraggiosamente.
“Mi sciocchi così! Ah quanto coraggio grifondoro! Ma credo che una sola scopa possa bastare.” Aveva una strana espressione in viso. “Accio scopa!” la sua nuova Nimbus arrivò dopo qualche attimo e lui vi saltò su con un agile balzo mettendo in evidenza i muscoli sotto la camicia nera forse un po’ troppo attillata. Aveva un aspetto dionisiaco alla luce della luna e sebbene Ginny fosse solitamente più razionale, con lui perdeva il controllo. Draco gli tese la mano per farla salire insieme a lui.
“Ti sembrerà folle ma…ti fidi di me?”
Lei rise forte e di gusto:
“A questo punto non credo abbia importanza! Ma la prossima volta guido io!”
Afferò la mano di Draco e con un balzo si sedette.
“Dove mi porti?” la curiosità era fin troppo evidente nella sua voce.
“Lo scoprirai presto!” e schizzò a tua velocità. Volò in alto, sentirono il vento tra i capelli, quella sensazione di adrenalina febbricitante mentre lei si stringeva a lui. Inizialmente era stato solo un tocco lieve.
“Ti dispiace se …”
“Come scusa?”
“ti dispiace se mi tengo a te?” chiese la ragazza un po’ imbarazzata.
“Ma figurati. Anzi, mi fa piacere che finalmente mi abbracci.” Rise Draco “Mi chiedevo quando lo avresti fatto.” Aveva sul viso quel suo  sorriso sghembo.
“Ah Ah Ah… molto divertente pomposo di un serpever..AAAAAAH” non ebbe tempo di continuare la frase che lui accelerò bruscamente e la giovane dovette stringersi di più a lui per non cadere. Sentì sotto le mani gli addominali scolpiti di Draco, la fece arrossire e sentì il cuore battere con un nuovo ritmo.
“così impari a insultarmi!” disse ridendo il giovane. Era fin troppo felice in quel momento e il contatto con la ragazza lo intrigava troppo.
Sorvolarono il castello, attraversarono il lago Nero alla luce della luna e passarono la foresta proibita. Una volta oltrepassata questa, Draco si recò verso una piccola radura. Era magica a quell’ora della notte! Le lucciole producevano strani ma affascinanti giochi di luce. Gli alberi posti in maniera circolare creavano come una bolla in quel piccolo angolo di paradiso attraversato da un piccolo ruscello su cui si rifletteva tremolante la luna. Si sentiva solo il verso di qualche gufo insieme allo scorrere dell’acqua.
“Ma come hai trovato questo posto?” Chiese meravigliata Ginny una volta scesa dalla scopa. Fece un giro su se stessa, con la bocca aperta per lo stupore, per ammirarne la bellezza. Lui la guadava entusiasta. Aveva avuto voglia di stupirla e a quanto pare vi era riuscito.
“Mi piace vagare di notte, è tutto più speciale.” Poi evocò una soffice coperta rossa a quadri e vi si sdraiarono sopra a testa in su per ammirare le stelle.
“Qual è il tuo pensiero felice?” Chiese Ginny di botto.
“pensiero felice?”
“Si, il tuo pensiero felice. Se ti va di dirmelo, insomma. Quando impari a evocare un patronum è grazie a un pensiero felice. Io quando sono triste penso a qualcosa in particolare che mi possa far sentire meglio. Uno di quei ricordi che ti riscaldino il cuore e ti facciano sentire protetto da una strana felicità. Poi evoco il mio patronum e lo guardo finché non si dissolve come una nuvola di fumo.”
“aspetta!!Tu sai evocare un patronum?! Ma chi te l’ha insegnato? Quella è magia da M.A.G.O.!!”
Ginny si morse la lingua...accipicchia!! aveva parlato troppo senza pensarci!
“Lascia perdere come lo so…ma quindi qual è?”
“come faccio a saperlo se non ne ho mai evocato uno? Dai insegnami!”
“Non se ne parla proprio…”
“E perché? Che ti costa, dai”
Ginny sbuffò ma senza perdere il buonumore:
“E va bene! Come vuoi. Teoricamente non è complicato. Devi pensare  a qualcosa di veramente felice, un ricordo talmente potente in grado di colmarti. Una volta che avrai lasciato che esso scorra in te, potrai riuscirci. Ma hai bisogno di molta concentrazione. Inizialmente è dura, a me uscivano solo leggeri sbuffi di fumo.” Finì la grifondoro. Lui aveva ascoltato tutto pensando che oltre ad essere di una bellezza disarmante, quella ragazza doveva essere una strega eccezionale, era un anno più piccola di lui e era già riuscita in una magia di quel livello. Chissà chi doveva avergliela insegnata…forse i suoi fratelli, d’altronde ne aveva molti ma alcuni non vivevano più in Inghilterra, Lenticchia era una capra, forse i gemelli. Poi i suoi pensieri lo portarono all’anno precedente a quando lui e la Umbridge avevano trovato un mucchio di studenti ad allenarsi nella stanza delle necessità, con quel Potter a guidarli. Sempre lui di mezzo. A quanto pare doveva averle insegnato quella magia e chissà cos’altro ancora. Potter poteva essere suo nemico ma di certo sapeva che non era un imbecille, non lo aveva mai davvero considerato tale, anzi in cuor suo invidiava la sua naturale propensione per alcune materie come difesa contro le arti oscure.
Ginny attirò la sua attenzione parlando:
“Guarda come faccio io.” Chiuse gli occhi un breve istante che le permettesse di visualizzare qualcosa nella sua mente e pronunciò: “Expecto Patronum!” a gran voce. Un imponente cavallo argenteo si librò dalla bacchetta della giovane illuminando l’intera radura. Corse in quello spiazzale per poi dissolversi così com’era apparso.
“Wow…sai Ginevra è difficile lasciarmi senza parole…questa è una di quelle volte!”
“Allora visualizza nella tua mente qualcosa di felice e prova.”
“Non è semplice…” come faceva a spiegarle che non aveva neanche un ricordo abbastanza felice? Da quando Voldemort era davvero entrato nella sua vita tutto era buio.
“Tu a cosa hai pensato?”
“alla mia famiglia” sorrise dolcemente la ragazza “precisamente al nostro viaggio in Egitto. Dopo non ci sono state molte occasioni per viaggiare, ma quella volta eravamo tutti riuniti per fare qualcosa insieme.” Trasmetteva dolcezza solo a sentirla.
Draco chiuse gli occhi, pensò a sua madre e suo padre, ma non riusciva a visualizzare una vera immagine felice, era più come un ricordarne le sembianze. Provò ugualmente:
Expexto Patronum!” non accadde nulla. Niente di niente.
Si leggeva la delusione negli occhi di Draco.
“è normale le prime volte. Riprova ma cambia ricordo o intensificalo. Deve essere qualcosa di davvero potente.”
A cosa poteva pensare? Ricordare i suoi genitori non aveva fatto altro che incupirlo pensando a suo padre che era stato rinchiuso in una cella di Azkaban. Aveva avuto notizie da sua madre che Lui aveva fatto in modo che lo rilasciassero. Ciononostante non voleva dire che l’umiliazione sarebbe stata minore, anzi tutt’altro. Aprì gli occhi e vedendo il volto della ragazza si ricordo delle rose di sua madre. Di quella volta che da piccolo toccandone una si era punto e lei chinandosi bonariamente per sapere il motivo degli urli di Draco, aveva preso la sua manina paffuta di bimbo e, dandogli un bacio sul palmo gli aveva detto:
“va meglio adesso? Se mamma ti da un bacio passa tutto il dolore.” E gli aveva sorriso, come ora non faceva più. Permise a quel ricordo di colmarlo, di scorrere dentro ogni sua articolazione, prese un gran respiro e con tutta l’aria che aveva in corpo urlò:
EXPECTO PATRONUUUM!”
Ginny sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta. Era il suo solo secondo tentativo ma non c’erano sbuffi di fumo, o animali indistinti. A volare per la radura c’era uno splendido e maestoso cigno argenteo che andò a posarsi sul ruscello per poi scomparire.
“Formidabile Draco!” era davvero affascinata “e quindi un cigno, eh?”
Lui era raggiante, un sorriso gli illuminava il volto, aveva guardato esterrefatto la scena e ora quasi non sapeva cosa dire. Corse verso Ginny l’abbracciò sollevandola da terra, risero entrambi e poi la fece girare in aria.
“Draco ma cosa fai! Mettimi giù o ci faremo male entrambi!” ma lo disse ridendo, era orgogliosa anche lei del risultato e ora abbastanza rossa in viso per quella reazione.
“Ma vaaa, pensi che non ce la faccia a tenerti?” così dicendo la prese tra le braccia e lei si trovò a piedi sospesi dal terreno, le braccia intorno alle spalle di Draco e il viso a pochi centimetri dal suo. Il ragazzo poteva sentire il respiro di lei sul viso, occhi negli occhi non distolse lo sguardo.
Passarono degli attimi interminabili in cui nessuno disse alcunché o si muovesse. La presa del giovane era ben salda e lei non aveva affatto voglia di muoversi, ma anche se avesse voluto si sentiva pietrificata. Continuavano a specchiarsi uno negli occhi dell’altro. Lui sentiva il suo profumo, fu allora che parlò:
“hai un odore buonissimo, Ginevra Weasley, di rose. Potrei star qui a sentire il tuo profumo tutta la notte.”
Lei era imbarazzata e ogni volta che ciò accadeva sembrava facesse di tutto per divincolarsi da quella situazione per poi pentirsene. Rise nervosamente con le guance quasi più rosse dei suoi capelli.
“nessuno lo nota mai… è abbastanza lieve. Detesto quegli odori invadenti. Comunque ora che hai dato prova della tua straordinaria forza alzandomi”, lo canzonò lei, “potresti anche farmi scendere, non trovi?”
Lui la liberò a malincuore, ma non le lasciò la mano. Si guardarono negli occhi ancora qualche istante e Ginny pensò che se non avesse spostato lo sguardo il suo cuore sarebbe potuto esplodere da un momento all’altro. Si poteva morire di batticuore?! Lui gli faceva un effetto intorpidente. Sicché la ragazza, volendo eliminare quell’imbarazzo appena creato disse:
“Vedi ora mi devi ben due favori.” E sorrise raggiante.
“Dio mio! Devo due favori a una Weasley! Il prossimo passo è il linciaggio.” Scherzò lui e iniziarono a ridere, lei gli diede un pizzicotto sul braccio a scherno come risposta.
“ah è così che la metti Weasley?! E guerra sia allora!” e ridendo le si fiondò addosso per farle il solletico.
“non è giusto così!!” riuscì a tuonare lei scossa dalle risa. Persero l’equilibrio e caddero a terra. Ginny si trovò ad essere schiacciata dal peso di Draco che la guardò in viso, vide il rossore delle sue guance e disse:
“Forse è arrivata ora di andare.” Aveva un sorriso sul volto, sarebbe voluto rimanere ma ormai era tardi.
Si scostò da lei e si sdraiò al suo fianco, guardò l’orologio e scattò in piedi.
“Merlino! Sono le tre passate!!”  come aveva fatto il tempo a trascorrere così velocemente davvero non sapeva. Ginny si alzò e insieme salirono sulla scopa per tornare al castello.
Questo volo fu diverso ma si tennero stretti egualmente.
Arrivati sulla terrazza dove tutto era iniziato lei scese dalla scopa e fece per andarsene ma Draco la fermò tirandole un braccio.
“Ehi Ehi aspetta, un minuto in meno o uno in più non cambierà nulla.”
“mmh veramente è proprio tardi ed è meglio che io vada…”
“così?”
“così come?”
“insomma senza nient’altro?”
Lei lo guardò accigliata con una espressione confusa in viso “spiegati meglio.”
“Va bene.” E sul viso del ragazzo comparve quel sorrisetto sghembo che faceva perdere il respiro alla giovane.
Ancora confusa Ginny vide Draco avvicinare il suo volto al suo. Adagiò le sue labbra su quelle di lei. Ciò che nessuno avrebbe mai immaginati fu la reazione di lei.
Avvolse velocemnete le sue braccia intorno al collo di lui, immerse le dita nei capelli biondi del ragazzo, al che a lui sfuggì un leggero risolino e l’attirò maggiormente a sé facendo aderire ogni parte del suo corpo con quello di lei, le porto una mano alla nuca e si impossessò dei suoi capelli. Divenne un bacio urgente, carico di desiderio, le loro lingue si incontrarono e si scontrarono più volte. Ginny sentiva fuoco ovunque. Sempre quello stesso fuoco che solo Draco sapeva generare in lei. Si fermarono ansanti, risero leggermente e lei gli baciò una guancia per sussurrargli all’orecchio:
“spero che questo saluto ti sia piaciuto. Buonanotte.”
“non vuoi che ti accompagni? Mi sentirei più sicuro se ti vedessi entrare nel dormitorio.”
“tranquillo, me la caverò benissimo sola” fece una linguaccia ma poi sul viso comparve un’espressione corrucciata.
“Che succede? Qualcosa non va?” Draco sembrava preoccupato, le riprese le mani.
“No tutto bene, anzi stasera è stata stupenda, davvero.” Draco le sorrise di risposta e chiese:
“Ma..?”
“ma adesso abbiamo complicato tutto… sai meglio di me come sono i rapporti tra le nostre famiglie… poi là fuori ora tutto è diverso…”
Draco sospirò chiudendo gli occhi e mettendo la fronte su quella di lei, le mani ancora intrecciate. Lui sapeva meglio di lei quanto tutto fosse complicato. Sentiva pulsare sotto la manica sinistra della camicia in modo martellante. Si sentiva frustrato. Lei si stava rivelando una vera sorpresa, in ogni senso. Non voleva più considerarla come una distrazione, era qualcosa di più. Nonostante ciò gli era impossibile sbilanciarsi. Non poteva andare oltre ma voleva. Non poteva voltare le spella a suo padre, sua madre. Non gli importava di ciò che aveva sul braccio. Non gli era mai importato sul serio. Ma ora tutto stava mutando. Innanzitutto Lui non avrebbe dovuto saperlo, o avrebbe mandato a monte la sua operazione. Quella missione che ora gli stava tornando alla mente…ma ancora aveva tempo. E una volta compiuta? Ginny non lo avrebbe più degnato di uno sguardo e ciò che c’è di peggio, forse un giorno si sarebbero travati a combattere l’uno contro l’altra.  Non ne avrebbe mai avuto la forza. Scacciò quel pensiero orribile e in quel momento così assurdo.
Tornò a concentrarsi su Ginny.
“Lo so…ma ora almeno cerchiamo di goderci quest’anno insieme.”
“la cosa migliore però è tenercelo per noi, sarebbe troppo complicato per tutti.”
Draco era confuso, sapeva che era la cosa giusta ma gli sembrava strano che lei fosse stata ad avere quell’idea. Se la sarebbe aspettata da lui ma non da Ginny.
“Ginevra?”
“Mmh?”
“non sei come mi aspettavo.”
“neanche tu.”
Risero entrambi, si staccarono per congedarsi.
 
 
 
Tornati ognuno nei propri dormitori, sia Draco che Ginevra non riuscirono a chiudere occhio.
Ginny aveva passato la notte ad ascoltare musica e il mattino si trovò con delle profonde occhiaie. Aveva pensato a Draco ovviamente. Aveva paura di tutto quello che stava accadendo, aveva paura di affezionarsi a lui e poi doverlo perdere. Era una storia impossibile. Nulla aveva senso. Draco pensava le medesime cose e non sapeva come uscirne. Ciò che entrambi non sapevano è la piega che le cose avrebbero preso nel corso di quell’anno, del tutto imprevedibile.
 
 
 
 
 
Ben ritrovati!! Spero possate perdonare l’enorme ritardo!
Per quanto non mi piaccia cercare scuse vi garantisco che questo ritardo è stato causato dalla linea che purtroppo non ho più avuto per settimane in casa e non sono riuscita a trovare una qualsiasi wifi disponibile, per di più se avessi pubblicato dal cellulare non sarebbero usciti gli spazi come per i capitoli uno e due.
Parlando di cose serie, per rimediare in settimana pubblicherò più capitoli.
Spero che questo non lo abbiate trovato noioso e io sono ora ansiosa di farvi leggere il seguito perché ci saranno molti colpi di scena e alleanze insolite.
Bando alle ciance!! Non vi rivelerò null’altro!!
Vi esorto a commentare numerosi e come sempre ringrazio tutti coloro i quali abbiano avuto la pazienza di leggere tutto.
A presto cari,
baci e alla prossima!
 
 
 
   
 
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