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Autore: Dayan18    29/09/2016    0 recensioni
Oggi ho detto a me stessa che devo muovermi,che questa vita sta andando come vuole e non come voglio io...come un cavallo impazzito,oggi riprovo con fatica a prendere le redini della mia vita,di questo cavallo confuso e ferito che sta correndo ma non sa dove,senza una meta. Oggi,con timore e una punta di coraggio ,provo a raccontarmi e a raccontarvi chi sono e cosa sono stata per liberarmi da questa prigione che all'esterno appare come un sorriso ma dietro si celano solo ombre,troppe... Oggi provo a prendermi la mia vittoria che in questi anni spesso mi ha sfiorato ma non è mai arrivata completamente ,voglio farlo soprattutto per Te che meriti di avere la parte migliore di me.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ buffo come l’inizio sia diverso ma il susseguirsi delle vicende diventa sempre lo stesso copione.
 Tante donne sono accecate dal bisogno di trovare una persona accanto di cui fidarsi e percorrere insieme la loro vita,inciampando spesso in maschere  che riescono perfettamente a recitare questo ruolo tanto ricercato e per di più a riempire le mancanze o le debolezze della loro compagna.
 E’ un’arte subdola, che lentamente manipola l’altra persona ingenua fino ad arrivare a un punto tale, che la donna difficilmente riesce a uscire da questa ragnatela nei momenti in cui accadrà qualcosa di diverso che non si aspettava da quella figura cosi delicata e premurosa. Tutto si gioca dall’inizio, davanti ai tuoi occhi c’è uno specchio che riflette una favola mentre sul retro c’è l’ombra che pian piano sta calando, inavvertitamente,su di te.                     Inconsapevole delle mie debolezze o forse le ignoravo,nella mia vita entra una persona,un lui che quasi sembra il ritratto del principe azzurro delle favole. Un ragazzo con un bel sorriso sul viso,sempre pronto a essere di buon umore in qualsiasi situazione,gentilezza e attenzioni che si mescolavano a un pizzico di virilità.
 Insomma cosa volere di più?
 Ero affascinata soprattutto dal suo modo di socializzare con la gente con tanta facilità,al contrario di me che sono sempre stata una persona timida e piuttosto lenta a comunicare con altri anche solo per chiedere un’informazione.
 Rappresentava tutto ciò che cercavo e ammiravo in una persona.
Possibile che l’amore rende cosi ciechi? Forse questa domanda dovevo farmela prima.  
I primi giorni, le prime passeggiate insieme erano bellissime, non avevo mai conosciuto prima d’ora tanta serenità con una persona, cominciavo a credere che in qualche modo la perfezione esistesse e cioè si manifestasse nell’unione armoniosa di due esseri umani. 
Ero davvero la ragazza più felice,tant’è  dalla gioia che mi scoppiava il cuore.
Dovevo dirlo a qualcuno e chiamai la mia amica di punto in bianco per dirle  quella frase. 
Non avrei mai immaginato che per quei giorni leggeri la vita mi avrebbe presentato un conto salato.
 Salato dalle mie lacrime.                                                                  
 I primi segnali si presentarono con scatti di rabbia verso situazioni o oggetti;ricordo ancora che cercava di aprire una sottiletta da quella pellicola trasparente che di solito hanno e lui non ci riusciva e dopo nemmeno due minuti,innervosito butta  con forza nella spazzatura la sottiletta ed esce velocemente dalla cucina urtandomi come se non si fosse accorto della mia presenza.                                                        
 In quella serata un pensiero veloce mi attraversò la mente   “ E se avesse con me un atteggiamento del genere?”      ma subito dopo l’altra parte di me,quella bendata        “No,non lo farebbe mai. Sarà nervoso di suo e gli passerà”. 
 Dovevo dare ascolto all’istinto che senza basi concrete,spesso avverte di pericoli veri e noi spesso,deliberatamente,ignoriamo i suoi consigli. Era suonato per la prima volta,nella mia testa un piccolo campanello di allarme che ,tuttavia,contrastava di gran lunga la persona che si era dimostrata in quei giorni.                                                                                                                                                        
  La conferma arriva poco dopo in una sera in cui voleva fare l’amore ma io non ne avevo voglia, lui insisteva ma io lo allontanavo,quando mi piazza uno schiaffo  in pieno viso sulla guancia destra e io rimango incredula con la mano poggiata al viso,gli occhi fissi alla parete e la stanza che mi girava intorno.
 La mente era vuota,sentivo solo un vago ronzio e poi le sue parole, dopo quel gesto mi da le spalle e mi insulta.
 Rimango immobile lì per non so quanto tempo con le sue frasi cariche di cattiveria che aleggiavano in aria e nel frattempo mi domandavo     “Cosa gli ho fatto di male?”.                
 Stesso quella sera mi si avvicina e mi domanda         “E’ finita vero?”
Non gli rispondo,ancora scioccata,nessuno mai prima di allora aveva osato tanto.
 Vedo le sue lacrime, mi ripete che gli dispiace e piagnucola come un bambino dicendomi che non gli era mai successo prima. 
Giura che non si ripeterà mai più,se gli davo una seconda chance perché teneva davvero a me.                                 Non so nemmeno io cosa successe quella sera,mi convinsi solamente che quello doveva essere un episodio
fuori-programma,la prima e l’ultima volta che si verificasse. 
Ignoravo che esistessero persone capaci di manipolare abilmente le emozioni degli altri e soprattutto ignoravo che io fossi una di queste persone cosi facili da gestire. 
Il suo gioco con  le mie debolezze,le mie mancanze ebbe inizio da quella sera.
Istintivamente lo abbracciai riponendo fiducia nelle sue scuse,lo abbracciai come per difenderlo da qualcosa … ma cosa? 
Col tempo capirò che quella sera la persona che dovevo proteggere ero io,non lui.
  
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