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Autore: adorvlou    30/09/2016    1 recensioni
Era il 18 settembre del 1987, quando Samantha Miller venne trovata morta, con un proiettile in testa, sul pavimento del bagno della sua stanza, proprio dalla sua compagna. Fu qualcosa di sconvolgente e misterioso e nessuno riuscì a trovare una spiegazione nè un assassino, facendo così passare la morte della ragazza per un suicidio.
A quel tempo, qualcosa di strano aleggiava nell'aria, qualcosa che a distanza di quasi trent'anni, l'agente Gray, voleva riportare alla luce. Nonostante i continui avvertimenti e le minacce, l'agente non si sarebbe mai fermato. Ne era certo, quello di Samantha non era stato un suicidio. Avrebbe rinvenuto altri cadaveri? Si sarebbe ritrovato al centro di un grande mistero? Questo non lo sapeva, ma di una cosa era certo; finchè non fosse riuscito a scoprire la verità e rendere giustizia a quella povera ragazza, non si sarebbe fermato.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Ha visto questa donna?- Probabilmente era la ventesima persona a cui Gray mostrava la foto di Lauren. Quella donna era scomparsa nel nulla, come se non fosse mai stata lì, nemmeno per un attimo.
-Trovato niente?- Tristan si avvicinò a Mark e a guardare bene la sua faccia, anche a lui le cose non erano andate esattamente bene.
-E' scomparsa. Sembra impossibile, ma è così.- rispose Gray.
-Tutto ciò mi fa infuriare. Non siamo degli sciocchi in giacca e cravatta, siamo agenti dell'FBI e come tali, meriteremmo rispetto e sincerità. Qui mentono, mentono tutti.- l'agente Benson era amareggiato, quasi disgustato dal comportamento delle persone che aveva intorno. -Se urlassi a squarciagola che quella donna potrebbe essere una possibile sospettata di omicidio credo che si farebbe avanti qualcuno, ma tu non vuoi dare nell'occhio.
-Ascolta, forse ho avuto un'idea.- disse Gray sottovoce.
-E sarebbe?
-Guardati intorno, è normale che nessuno voglia parlare con noi. Chi vorrebbe trovarsi coinvolto in un'indagine dell'FBI? Questa gente non vuole rogne e noi siamo solo un problema in questo momento.
-Ok, fin qui ti seguo, ma non riesco a capire quale sia la tua idea.- ammise Benson grattandosi la testa.
-Se tu fossi al loro posto, parleresti con qualcuno in giacca e cravatta? Con qualcuno che ti mostra un distintivo e sotto la giacca nasconde una pistola?
-Credo di no.- rispose l'uomo.
-Ecco, come pensavo!- esclamò Gray dirigendosi verso l'auto.
-Mark, aspetta! Non ho ancora capito, sii più chiaro.- Tristan lo prese per un braccio.
-E' semplice; dobbiamo vestirci come se fossimo qui da compratori e non in veste di agenti. Le persone parlano molto, ma non con noi.
-Ora ho capito. Idea geniale!- si congratulò Benson 
-Sono contento che tu ci sia arrivato. Ora potresti mollare il mio braccio?- l'agente Benson sembrava non averci quasi fatto caso, così scuotendo la testa mollò il braccio di Gray.

-Adesso che siamo vestiti con gli abiti di tutti i giorni credi davvero che ci diranno qualcosa?- chiese Benson interdetto.
-Segui me, ok?- Benson annuì e corse dietro Gray.

-E' come ti dico io, fidati. Quel pazzo è tornato ed è proprio per questo che ho fatto installare un programma di videosorveglianza. Ho una moglie e non ero tranquillo a saperla così vulnerabile anche dentro casa nostra.- Gray si era avvicinato ad una bancarella fingendo di voler comprare qualcosa e Benson gli stava al suo fianco, cercando di capire il suo gioco.
-Hai fatto la cosa giusta. Dopo aver sentito ciò che è successo a quella donna anche io ho voluto installare delle videocamere. Nella vita non si è mai troppo prudenti.
-Il solo pensiero di ciò che potrebbe fare quell'assassino a mia moglie, mi mette i brividi. La povera signora Hook è stata la prima di una lunga lista.
-Non farmici pensare. Detesto il fatto di sentirmi così impotente davanti a tutto ciò.- Continuò Tristan reggendo il gioco al collega.
-Prendo questo.- disse infine Gray al negoziante. 
-Lo vuole incartato?- chiese l'uomo che si trovava dietro al bancone.
-Si, grazie.
-Comunque, pochi minuti fa, un agente dell'FBI mi ha mostrato la foto di una donna chiedendomi se l'avessi vista. Chissà perchè la cercavano...- continuò Benson.
-Probabilmente conosceva la vittima o roba del genere. Di solito è così che agiscono.- disse Gray facendo spallucce.
-Ecco a lei il suo regalo.- L'uomo allungò una busta porgendola a Mark.
-Grazie mille e buona giornata.- Lo pagò e fece per allontanarsi quando si sentì chiamare.
-Mi scusi, involontariamente ho ascoltato il vostro discorso e sono rimasto leggermente turbato. 
-Da cosa?- chiese Benson avvicinandosi di più.
-Chi è questo pazzo che è tornato?- chiese l'uomo.
-A quanto si vocifera, l'uomo che ha assassinato Cassandra Hook, è lo stesso che trent'anni fa, ha ucciso Samantha Miller. Non so se conosce la storia.
-Ne ho sentito parlare. E purtroppo ho anche saputo dell'omicidio di Cassandra, era una così cara donna, peccato che nessuno l'abbia mai trattata come meritava.- disse l'uomo quasi si fosse dimenticato che davanti a lui ci fossero Benson e Gray.
-In che senso? Come veniva trattata?- chiese Benson.
-Il marito l'ha sempre trattata male, o perché tornava ubriaco a casa o perché ne aveva semplicemente voglia.
-E nessun altro se la prendeva con lei?- chiese Gray cercando di sembrare il meno interessato possibile. Non doveva far capire che era un agente in borghese.
-Qualcuno c'era...- l'uomo fissò lo sguardo altrove.
-Povera donna.- commentò Benson per far sembrare la discussione un semplice scambio di informazioni tra compratore e venditore.
-Prima avete detto che l'FBI vi ha mostrato la foto di una donna, sapreste descriverla?
-No, non ricordo molto del suo volto, l'ho vista di sfuggita, perché?- intervenne Gray.
-Niente, è solo che...- cominciò l'uomo.
-Cosa?- chiese Gray ancora più curioso.
-...ho sentito che la figlia di Lauren, una signora che lavora qualche bancarella più in la, la stava cercando. Forse è la stessa persona che l'FBI cerca di rintracciare.- disse infine il venditore.
-Potrebbe avere qualcosa a che fare con l'omicidio?- chiese Benson fingendosi sconvolto. 
-Potrebbe...- ammise l'uomo.
-E lo dice così?Con tono del tutto calmo?- Gray si alterò.
-Come dovrei dirlo?
-Una donna è stata uccisa nel suo appartamento, l'FBI ne cerca un'altra con grande urgenza e lei sa qualcosa e rimane qui in silenzio a far finta di niente?- Gray era esploso. Non ci vedeva più dalla rabbia, avrebbe voluto avere le manette per stringerle forte contro i polsi di quel venditore menefreghista.
-E cosa dovrei fare? Quella donna ormai è morta, non voglio problemi. Qui se si parla troppo, si fa una brutta fine. E poi perché mi aggredisce così, c'è qualcosa che non va?
-No, il mio amico è solo agitato, lo scusi. Crede che questa donna possa essere pericolosa? Sa, siamo un po' spaventati da tutto quello che sta accadendo.- disse Benson cercando di sviare i sospetti.
-So solo che lei e Cassandra non era così tanto amiche come va dicendo in giro. Battibeccavano spesso su cose sciocche, arrivando anche alle mani se necessario. Una volta Lauren la stava per colpire con uno di quegli oggetti che ha nella bancarella, per fortuna la figlia è arrivata in tempo o probabilmente Cassandra si sarebbe fatta davvero male. Purtroppo, poco tempo dopo è successo quello che tutti sappiamo.- rispose l'uomo a bassa voce.
-Già... Beh, la ringraziamo per questa chiacchierata. Da oggi starò più attento alle amicizie di mia moglie e alle donne che si aggirano nel quartiere.- Benson fece un sorriso al venditore e con forza tirò via Gray che continuava a lanciare occhiate piene di disprezzo verso quell'uomo.
 

-Stavi per mandare a monte l'operazione da te stesso ideata, te ne rendi conto, vero Mark?- i due agenti erano ormai saliti in macchina e si erano finalmente allontanati da quel mercato degli orrori.
-Hai sentito anche tu le parole di quel tizio. Se avessi avuto le mie manette...
-Non avresti fatto nulla. Tieni troppo a questo caso per rovinarlo così.- fini Benson.
-Grazie Tristan.- disse Mark cambiando tono. -Hai ragione tu.
-Figurati. So bene cosa può far fare la rabbia, per questo ti ho portato via.- disse l'agente. -Posso farti una domanda?- chiese Benson guardando Mark.
-Chiedimi tutto quello che vuoi.- acconsentì lui.
-Quando la Miller è morta tu non avevi più di cinque, sei anni. Perché hai preso così a cuore il suo caso se non lo hai nemmeno vissuto da vicino?
Mark fissò a lungo la strada prima di rispondere. -Si, è vero, a quell'epoca ero solo un bambino. Andando avanti negli anni e con gli studi sono venuto a conoscenza di questo storia e quando sono entrato nell'FBI ho subito voluto leggere il caso. La fine che aveva fatto Samantha, le ingiustizie che aveva subito e la leggerezza con cui era stato trattato e poi chiuso il caso, mi hanno spinto a volere di più, a saperne di più, ed eccoci qui.- rispose Gray con un sospiro finale.
-Sei una brava persona, Mark. All'inizio sembri un po' stronzo, ma le apparenze ingannano, dico bene?- concluse Tristan con una leggera risata.
-Mi fa piacere sapere che pensi questo di me dopo nemmeno una giornata passata insieme.- rispose Mark ridendo a sua volta.
-Ehi!- urlò Tristan. -Mark, ferma la macchina. Quella è Lauren, la donna che cercavamo. 
-E' vero, è proprio lei.- Gray fermò di colpo l'auto, entrambi presero pistola e manette e scesero senza farsi notare.
-Io faccio il giro nel caso dovesse scappare.- Gray annuì con un cenno.
-Lauren, si fermi, sono l'agente Gray e lei deve venire con noi. Metta lentamente le mani dietro la testa e non provi a fuggire.- La donna si fermò di colpo e fece ciò che le era stato ordinato, ma non appena Mark si avvicinò, Lauren cominciò a correre.
Tristan, che aveva previsto la sua reazione, l'aspettava nascosto dietro un angolo e non appena la donna vi passò accanto, la prese con sforza sbattendola contro il muro. -Proprio come pensavo. Adesso non si muova, lei dovrà seguirci in centrale e rispondere a molte domande.- così dicendo, le mise le manette e la scortò fino all'auto.
 

-E' quasi un'ora che siamo qui e ancora non ha aperto bocca. Ho i nervi a fior di pelle e quella donna farebbe meglio a parlare.- disse Tristan uscendo dalla sala dell'interrogatorio per raggiungere Parker nella saletta accanto.
-Mark sa come fare per farla parlare. Ci vuole solo pazienza.- disse il capo fissando Lauren attraverso il vetro.

-Allora, Lauren, possiamo stare qui tutto il giorno a guardarci in faccia, oppure, potresti renderti utile e partecipe e raccontarci ciò che sai e soprattutto per quale motivo sei fuggita dal mercato.- Gray aveva parlato con un tono talmente pacato che Benson ne rimase quasi sconvolto. -Non credo tu voglia passare la notte qui, i topi mordono.- riprese Gray con un sorriso divertito.
-Non mi fanno paura.- rispose Lauren scrollando le spalle.
-Loro no, ma qualcun altro sicuramente.- disse Mark togliendosi la giacca.
-Cosa vuole insinuare?
-Oh, niente, riflessioni tra me e me.- l'agente si girò verso il vetro a specchio per poi tornare a fissare la donna.
Pochi secondi dopo, il telefono che si trovava all'interno della stanza degli interrogatori, squillò e Gray rispose. -D'accordo, tutto chiaro.- rispose poco dopo. riattaccò la cornetta e guardò Lauren. -E' libera di andare.- disse con lo stesso tono pacato di prima.
-Siete a corto di roditori?- chiese Lauren con aria spavalda. 
-Oh no, di quelli ne abbiamo in abbondanza.- rispose Gray con un sorrisetto di sfida. -E' solo che abbiamo trovato il colpevole, o meglio, lui ha trovato noi. Finalmente abbiamo preso l'assassino.
-Oh, meno male. Ora mi sento meglio.- disse lei alzandosi. 
-Bene, ci dispiace per averla trattenuta.- Gray si avvicinò al muro accanto alla porta dove si trovava un piccolo citofono con il microfono e premette il bottone. -Sto facendo uscire la signora Keller, potete portare la figlia, è tempo che ci racconti la verità.- A quelle parole Lauren rimase impietrita.
-Cosa volete da mia figlia? Lei non ha colpe!- sbraitò la donna.
-Noi non vogliamo niente, è lei che è venuta a costituirsi.- rispose tranquillo l'agente.
-Lei non c'entra niente. E' tutta colpa di quel maledetto!- urlò ancora più forte Lauren.
-Di chi sta parlando? Chi è questo maledetto?
-Logan Martin, parlo di Logan Martin.
-E chi sarebbe questo Logan?- chiese Gray sempre più curioso.
-Ha una bancarella a pochi passi dalla mia. Una barba nera come il catrame e degli occhi scuri e profondi come un buco nero. E' un maledetto!- ripeté Lauren. In un solo istate, Gray capì tutto.
-Bene, grazie Lauren.- disse guardandola.
-Adesso possiamo andare? Potete lasciare mia figlia? Sicuramente è venuta qui con l'intento di proteggermi, ma lei non ha fatto nulla a Cassandra Hook.- chiese lei supplicante.
Gray si limitò a fare una smorfia di soddisfazione. -Lauren, si sieda.
-Mia figlia non è qui, vero? Era una bugia, una sporca bugia detta solo al fine di farmi parlare. Beh, complimenti, ma sappia che da questo momento in poi non aprirò bocca nemmeno per prendere aria.- rispose la donna infuriata.
-Non fa nulla, per ora l'interrogatorio è terminato. E' arrivato il momento di tornare al mercato. Non so cosa quest'uomo le abbia fatto per terrorizzarla a questo punto, ma spero che raccolga tutto il suo coraggio e che al nostro ritorno possa finalmente dirci la verità.- Gray uscì dalla stanza lasciando la signora Keller da sola a combattere con i suoi demoni.

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Finalmente ho un computer tutto mio e posso scrivere quanto e quando voglio. Scusate il ritardo nell'aggiornare ma a causa della scuola non ho avuto molto tempo. 
Se la storia vi sta integrando sono davvero curiosa di ricevere qualche vostro commento. 
Da oggi in poi cercherò di aggiornare il più possibile perché, non appena finirò la storia, la invierò ad una casa editrice che mi ha davvero dato grande disponibilità. Incrociamo le dita.

Baci e al prossimo capitolo xx

Ps: per eventuali errori correggerò nel pomeriggio

-Vals💕

   
 
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