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Autore: Pallina    02/04/2005    16 recensioni
[In Revisione]
Gli studenti di Hogwarts organizzano gare clandestine, ma cosa succederebbe se in una di queste gare gli fosse chiesto di rivelare i propri segreti più nascosti? E cosa succederebbe se Ginevra Weasley avesse parecchi segreti da tenere nascosti a tutti? Riuscirà a svelarli vincendo così la competizione?
Per saperne di più vi consiglio di leggere...Ce ne saranno delle belle!
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La Macchina Della Verità

Fred and George Weasley Production 

 

PARTE PRIMA

 

Non sapeva ancora cosa l’avesse convita a partecipare. Era tutto così assurdo: una buffonata, ecco cos’era! Una buffonata bella e buona e andava avanti da ormai tre mesi.

Tre mesi di prove, punizioni, penitenze… Silente non riusciva ancora a capacitarsi di cosa fosse successo ai suoi bravi ragazzi.

E lei? Beh, lei era stata scelta come una delle rappresentanti di Grifondoro e per questo era pressoché obbligata ad aderire.

Ma chi cavolo glielo aveva fatto fare? Obbligata un corno, con queste stupidi rivalità tra Case -come le aveva definite una volta Hermione- non voleva averci più a che fare.

O almeno per ora.

Ginny Weasley con un movimento irritato della mano si scostò alcune ciocche ramate, che le erano  ricadute davanti agli occhi.

Sembrava andare tutto a meraviglia: gli avevano fatto fare queste prove idiote, gli avevano costretti a fare cose assurde -estremamente assurde, come combattere contro un animale il cui nome aveva cercato di dimenticare o spedirli a Noctum Alley per acquistare un ingrediente introvabile-, ma allora sembrava non andare ancora bene. E no, sarebbe stato troppo semplice.

I Corvonero erano arrivati all’ultimo posto, forse per la poca voglia che avevano di impegnarsi in quei compiti. O meglio per la troppa voglia che avevano di studiare, lasciando così il terzo posto, con sorpresa di tutti, ai Tassorosso, che da amici fedeli quali erano ne erano stati estremamente felici.

E così i Serpeverde e i Grifondoro erano arrivati, puntualmente, a pari merito e la battaglia finale –Ginny maledì la sua sfortuna- si sarebbe tenuta quella sera. Si, proprio quella sera… Ma lei, aveva un appuntamento quella sera!

Merlino, per colpa di questa stupida pagliacciata non si erano pressoché visti per tre mesi e adesso, che sembrava tutto finito, questi se ne uscivano con un ballottaggio? Ma era tutti stupidi?

Ma oltre ad arrabbiarsi ed inveire contro Hermione -che di sicuro centrava qualcosa nell’organizzazione essendo Caposcuola-, cosa che tra l’altro aveva già fatto senza ricevere un benché minimo risultato, non le restava che dire addio alla sua cenetta romantica a lume di candela e correre in Sala Comune per sapere a quale supplizio mortale si sarebbe dovuta preparare.

Come una furia entrò nella sala, avvicinandosi rapidamente a suo fratello ed Harry che confabulavano con altri due ragazzi.

Ronald Weasley, Harry Potter, Dean Thomas, Colin Canon e naturalmente lei, Ginevra Weasley. 

Ecco a che cosa si riduceva la sua squadra. Squadra che, del resto, era stata scelta da più di un centinaio di studenti -a quelli che non facevano il 5° anno non era permesso partecipare né assistere alla gara-. A lei, tra l’altro, sembravano solo un mucchio di frutta ammucchiata assolutamente senza una logica.

Ma dai, bastava guardarli un attimo: Ron sembrava improvvisamente imbarazzato, molto probabilmente perché stava raccontando le informazioni che aveva ricevuto da Hermione -loro continuavano a negare, ma la loro relazione era ormai evidente a tutti-; Harry osservava, maliziosamente, l’espressione che si andava dipingendo sul viso dell’amico, non capendo di sicuro più di una parola di quello che stava dicendo; Colin, che era il più interessato, non perdeva una parola di quello che affermava Ron prendendo anche appunti; poi c’era Dean che, come al solito, da buon dongiovanni qual era diventato, lanciava occhiate languide alla sua ultima conquista.

E inoltre c’era lei: Ginevra Weasley, sesto anno, con i capelli rossicci che non volevano un minuto stare a posto e con un unico desiderio: andare al suo maledetto appuntamento!

Dovevano essere una squadra loro? No, proprio non lo potevano essere, né sembrare, l’unica cosa a cui assomigliavano -e doveva proprio ripetersi- era un’enorme cesto con della frutta ammucchiata completamente a cavolo!

«Ciao ragazzi!» salutò, affiancandoli e sedendosi per terra a lato di Dean.

Harry alzò come un lampo lo sguardo su di lei.

«Ah Gin! Ron ci stava giusto dicendo che…»

«“Che questa volta sarà più difficile del previsto e che centra qualcosa tipo una specie di Macchina Della Verità”» lesse Colin, venendo senza saperlo in aiuto del Bambino Sopravvissuto.

Ron annuì convito col capo mentre, sotto lo sguardo ammiccante della sorella, si tingeva ancora di più di un bel rosso porpora.

«Si proprio così! Ma non né ho saputo niente di più…» dichiarò leggermente dispiaciuto.

Dean, che fino a quel momento non aveva ascoltato -né guardato- quello che stavano architettando, si voltò con ghigno sadico disegnato sulle labbra verso il giovane Weasley.

«Ma ci vuoi spiegare come riesci a procurarti tutte queste informazioni, eh?» disse con tono malizioso, tirando una lieve gomitata all’amico. «Ron vecchio marpione!»

Ginny scosse la testa scoraggiata.

«Ma la volete smettere di dire cretinate? Già ci hanno messo questa stupida prova a rovinarmi la giornata, ci mancate solo voi e le vostre stupidaggini, guarda!» affermò stizzita, alzandosi successivamente in piedi.

E no, quella non era proprio la sua giornata.

Rapidamente si allontanò dagli amici, che la osservavano ancora sgomentanti dal suo scattò di rabbia, andandosi a nascondere nel suo dormitorio.

 

***

 

Fortunatamente per lei -e anche per le persone che le stavano accanto-, la sera arrivò prima del previsto e con essa l’arrabbiatura si affievolì.

Sembrava tutto tornato alla normalità, o almeno il suo stato d’animo, per il resto  infatti nulla poteva apparire normale!

Quella sfida sembrava essere diventata l’evento dell’anno. Era assurdo! Tutti i ragazzi del quinto, sesto e settimo anno non avevano fatto altro che parlare per tutta la cena di quello che sarebbe successo. E dire che se li avessero scoperti come minimo avrebbero sospeso mezza scuola, per non parlare di quello che sarebbe successo a lei e agli altri componenti delle squadre, come agli organizzatori… Nemmeno ci voleva pensare da quanto sarebbe potuta essere terribile la loro punizione!

E quegli incoscienti dei sui compagni cosa facevano? Ne parlavano allegramente a tavola, ma mi sembra ovvio! Per non parlare dei ragazzini più piccoli che dovevano essere tenuti all’oscuro di tutto… Ma come si faceva ad essere così incoscienti?

Quando finalmente arrivò nella sala in disuso utilizzata per quella sera, accompagnata –naturalmente- dalla sua squadra, tirò un respiro di sollievo.

Non sapeva perché ma si aspettava qualcosa di molto peggio di quello che si trovò sotto gli occhi. Molto, molto peggio.

In mezzo alla stanza era stato contornato con dei tavoli, simili a quelli della Sala Grande, uno spazio abbastanza grande. Dietro a queste tavolate era presenti molte sedie, sulle quali i ragazzi si stavano accomodando e, tanto per non far scoppiare una rissa nel momento in cui si sarebbe svolto il tutto, Grifondoro e Corvonero erano stati messi da una parte, mentre dall’altro lato Serpeverde e Tassorosso, che essendo i più quieti erano i migliori per affiancare le serpi.

All’estremità centrale, precisamente a sinistra, erano posti due banchi con le rispettive sedie, sopra le quali erano sedute quattro persone, tra cui Ginny non ci mise molto a riconoscere il volto di Hermione.

Come aveva indovinato, l’amica era al centro della cosa, anche se poteva solo  immaginare quanto tempo avessero impiegato per convincerla a partecipare.

Appena lei, insieme ai suoi Frutti-Mal-Assortiti, fecero il loro ingresso un mormorio eccitato si propagò per la sala ed Hermione, dopo averli individuati, li si avvicinò.

«Hermione! Non mi sarei maaai immaginato di vederti a capo di questa gara!» la salutò Harry con una strizzatina d’occhio tutt’altro che celata.

Ron divenne improvvisamente porpora, mentre la ragazza dai riccioli castani lo fulminava con lo sguardo, riprendendo subito dopo la sua aria professionale.

«Vi pregherei di mettervi al centro, davanti ai tavoli. Grazie.»

Detto questo la Caposcuola si allontanò velocemente.

«E’ stato un piacere conversare con te! A preso!» le urlò dietro Dean, sventolando ironicamente la mano.

Ginevra soffocò una risata. Il suo ex-ragazzo delle volte era veramente esilarante. A proposito di ragazzi chissà se… No, non era il momento di pensarci, aveva altro di cui occuparsi in quel momento.

Ben presto tutti gli studenti arrivarono e loro -il cesto di frutta- si ritrovarono la squadra di Serpeverde a pochi passi di distanza, davanti ai loro compatrioti che li acclamavano senza ritegno.

La giovane Weasley distinse chiaramente il ringhio sommesso che usciva dalle labbra di Ron ed Harry diretto naturalmente a Draco Malfoy, che ghignava divertito.

Quanto avrebbe voluto togliergli quel ghigno ironico dal volto.

Sorridendo ingenuamente ai suoi avversari, o almeno era questo che gli voleva far credere, si avvicinò ad Harry, posandogli pacatamente un mano sul braccio.

-Non preoccuparti, dopo che avremmo vinto quei ghigni spariranno dalle loro facce!- mormorò, mentre la piega delle sua bocca si allargava.

Oh, gliel’avrebbero fatta vedere loro!

In quel momento Hermione si alzò in piedi, attirando così l’attenzione dei presenti su di sé.

«Benvenuti a tutti.» annunciò, mentre la sala calava nel silenzio. «Prima di iniziare con la prova avrei alcune brevi cose da dirvi. Per primo vorrei presentarvi i ragazzi che, gentilmente, mi hanno aiutato a organizzare, a far in modo di non venir scoperti e a valutare le vostre prove. Quindi vi pregherei di salutare con un applauso: Cho Chang, Corvonero; Ernie Macmillan, Tassorosso e Michele Dickins, Serpeverde.» ogni ragazzo chiamato in causa si alzò in piedi esibendosi in un breve inchino. «Come seconda cosa, vorrei mettervi a conoscenza che questa prova non era pianificata e abbiamo dovuto fare una piccola piega nel programma, facendoci aiutare da esterni. Adesso passo volentieri la parola a Michele, che vi illustrerà lo svolgimento della prova.»

E concludendo così il discorso si riaccomodò sulla sua sedia, seguita -lusingata- da un boato di applausi.

Questa Michele si alzò immediatamente dopo Hermione, sorridendo seducentemente alla sala.

«Salve a tutti!» salutò, lasciando ondeggiare i suoi lunghi riccioli miele. «Vi presento la “Macchina Della Verità”.» con un movimento longilineo del braccio indicò un grande porta in fondo alla sala da dove uscì una grande macchina colorata. Lo stomaco della giovane ramata ebbe un piccolo sobbalzo. «Prodotta per noi direttamente dai gemelli Fred e George Weasley.»

No, non poteva essere! Stavano scherzando…

Bene, lo scherzo era finito, adesso potevano dirle da chi era veramente prodotto quell’affare.

Ma perché quella bambolina bionda non si decideva a parlare?

Oh, Merlino! Doveva essere un sogno… Si, si un sogno! Forza Ginny svegliati, è mattina!

Perché non si stava svegliando?

Stava per iniziare a prendersi a schiaffi per sortire l’effetto sperato, quando decise di darsi un minimo di contegno, cercando intanto un po’ di sostegno nella sua squadra che, però sembrava presa dal panico.

E ci credeva, chi non lo sarebbe stato? Usare una macchina di Fred e George era pressoché un suicido! Anzi, senza il pressoché, ERA un suicidio e lei, era troppo giovane per morire.

«Naturalmente la macchina è stata sottoposta a tutti i test possibili, quindi vi assicuriamo che siete fuori pericolo.»

E meno male che almeno avevano fatto dei controlli!

Gli studenti presero quella come una battuta di spirito, ma chi aveva avuto la sfortuna di conoscere i gemelli non si sarebbe tolto quell’espressione preoccupata dal volto tanto facilmente. E per chi ne era il fratello o la sorella ed aveva dovuto subire e testare tutti i loro scherzi, l’espressione preoccupata -se avessero scampato il pericolo- non se ne sarebbe andata per giorni.

-Ma adesso è meglio che inizi a spiegarvi le regole del gioco. Ogni membro delle due squadre verrà legato con un incantesimo apposito alla macchina, cosicché qualsiasi parola uscirà dalla sua bocca verrà testata simultaneamente se vera o falsa. Appena finirò di parlare, verranno consegnati a tutti i presenti dei bigliettini sopra i quali potrete scriverci una domanda da porre hai nostri gareggianti. Dopo verranno raccolti e noi ne estrarremo dieci, a cui  sarà obbligato a rispondere ogni membro della squadra. Vince chi riesce a dare le risposte ai quesiti mentendo meno, quindi vi pregheremo di scegliere delle domande difficili ed imbarazzanti. Grazie, è tutto.-

E così dicendo la dolce bambolina bionda si accomodò sulla sua sedia, mentre su tutti i ragazzi presenti, tranne naturalmente le due squadre, comparivano dei fogli e delle penne.

Ginevra tirò un sospiro di sollievo finalmente sollevata. Alla fine non poteva essere tanto male, ne avevano passate di peggio e poi rispondere a delle stupide domande non poteva essere così terribile.

Ma non sapeva nemmeno quanto si potesse sbagliare.

 

 

   
 
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