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Autore: Pallina    07/04/2005    7 recensioni
[In Revisione]
Gli studenti di Hogwarts organizzano gare clandestine, ma cosa succederebbe se in una di queste gare gli fosse chiesto di rivelare i propri segreti più nascosti? E cosa succederebbe se Ginevra Weasley avesse parecchi segreti da tenere nascosti a tutti? Riuscirà a svelarli vincendo così la competizione?
Per saperne di più vi consiglio di leggere...Ce ne saranno delle belle!
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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PARTE SECONDA

 

Dopo quelle che sembrarono ore, Ernie Macmillan si alzò in piedi, richiamando la sala all’ordine. Ginevra poté notare che i bigliettini erano stati divisi in due gruppi, uno composto da quelli fatti da Grifondoro e Corvonero, l’altro da quelli di Tassorosso e Serpeverde.

«Silenzio.» ordinò, passando i suoi occhi su un piccolo pezzetto di carta che aveva in mano. «Bene, iniziamo. Ecco la prima domanda per i ragazzi di Grifondoro. Vi pregherei di mettervi in fila e rispondere uno per volta.» attese un momento prima di continuare, durante il quale la sala fu attraversata da un brivido di eccitazione. «Mai avute esperienze e/o attrazione verso il proprio sesso?»

Una leggera risata serpeggiò tra le sedie, mentre Ginny era pronta a uccidere chiunque avesse fatto quella domanda, se solo l’avesse scoperto.

Ma come si permettevano? Erano cose personali e poi, se magari diceva una bugia, quella stupida macchina l’avrebbe scoperto rilevando in ogni modo la verità a tutti… Doveva cercare un modo per aggirare l’ostacolo.

Il primo della fila era Ron che, inspirando profondamente e scuotendo il capo -forse per la insensatezza della domanda-, fece un passo avanti pronto a rispondere.

«No, e credo sia anche piuttosto stupido chiederlo!» dichiarò, tornando subito dopo alla sua postazione e guardando Harry che si trovava dopo di lui.

«No.» disse semplicemente il Bambino Sopravvissuto, ripetendo i movimenti del giovane Weasley.

E la macchina rimase in silenzio ambedue le volte.

Il turno successivo toccò a Colin che divenne improvvisamente di un rosso vivo, mentre tremante faceva un passo in avanti, rimanendo però in silenzio.

Poverino, chissà quale segreto che si portava dentro da tanto stava per svelare. Colin era forse omosessuale? Non che lei avesse qualcosa contro, semplicemente non le sembrava il tipo. Così piccolo, gracile… e lei che credeva avesse solo dei problemi di timidezza con le ragazze.

Gli appoggiò una mano sulla spalla, cercando di incoraggiarlo.

In fondo anche lei avrebbe risposto affermativamente a quella domanda, non che avesse avuto qualche esperienza, ma le era capitato di trovare attraente una ragazza. Certo, da un punto di vista puramente oggettivo, ma era comunque successo e negare la cosa con quell’affare avrebbe prodotto molto più scalpore.

Colin finalmente si decise a parlare.

«B-beh….è-è….i-i-i-i-o….»

«Colin Canon la pregherei di rispondere alla domanda senza tanti giri di parole.» lo riprese bruscamente Ernie, che venne fulminato con lo sguardo da una Ginevra Weasley decisamente poco affabile.

«…»

«Colin Canon, vuole rispondere alla domanda?» continuò imperterrito l’organizzatore, ignorando volutamente la ragazza ramata.

«…»

Colin sembrava improvvisamente diventato muto e continuava ad aprire la bocca senza che da essa uscisse alcun verbo.

«Canon?»

«Ma vuoi stare zitto pezzo di idiota?» replicò stizzita Ginny, mentre dalle sue iridi nocciola mandava scintille. «Non è mica semplice sai? Ci avete inchiodato qui a raccontare tutti i nostri segreti, perché ho una certa idea di quali domande ci siano in quei biglietti, e non vi basta? No, voi volete anche che lo facciamo in fretta!»

Poi si avvicinò a Colin, poggiandogli nuovamente una mano sulla spalla.

«Parlerò io prima di te, va bene Colin?» gli chiese in un sussurro, dolcemente.

Il ragazzo annuì tremante, tornando subito dopo al suo posto, mentre la giovane rimaneva ad un passo di distanza dai suoi compagni con lo sguardo fisso davanti a sé.

Ecco, era arrivato il momento. Bene adesso doveva rispondere alla domanda.

Ok, prendi un respiro profondo e vai. Pronta…

Merda, perché adesso, dopo che aveva fatto quel casino, si sentiva così debole?

Fece scorrere i suoi occhi sui ragazzi Serpeverde seduti sulle sedie…Va bene, era meglio guardare il muro. Dai, forza Ginny, ce la puoi fare!

«Si.» affermò ad alta voce, ostentando un tono di voce sicuro.

Ernie la guardò perplesso.

«A che cosa scusa?» chiese, aggrottando le sopracciglia.

«Ho risposto alla domanda.»

Improvvisamente si sentì cinquecento paia di occhi increduli puntanti contro.

Oddio, non era mica la fine del mondo… O no?

Tornò al suo posto ostentando una calma che era lontana dal provare, mentre Ron ed Harry le si avvicinavano preoccupati, pronti a chiedere spiegazione.

Ma c’era un’altra persona che era molto sorpresa dell’accaduto ed osservava la ragazza con aria perplessa.

«No, scusate. Qui ci deve essere un errore.» disse infine Draco Malfoy, spostando l’attenzione dei presenti su di sé.

«Non credo, la macchina non ha rilevato alcuna traccia di menziona.» rispose Ernie, che si era appena ripreso.

«E io vi dico che questa stupida macchina deve essere rotta.» replicò il giovane biondo con la voce che gli si incrinava leggermente.

Ron per la prima volta nella sua vita si trovò perfettamente d’accordo con Malfoy.

«Si, la macchina deve essere rotta! Per forza!» sostenne il giovane Weasley. «Vero Ginny? Diglielo anche tu che stavi scherzando…»

La Grifondoro prese un profondo respiro cercando di calmarsi.

Avevano veramente superato il limite quei due: che ne sapevano loro della sua vita? Chi si credevano di essere? E poi perché la cosa gli scioccava tanto? Non avevano nessun diritto di intromettersi, la facevano sembrare ancora più stupida di quanto già non si sentisse.

«Ma la volete smettere voi due?» strillò irritata, facendo immediatamente ammutolire sia Draco, che suo fratello. «Non mi sembra di dover dare conto delle mie azioni a qualcuno. Se avete dei problemi per la mia risposta, beh…non sono affari miei!»

I due ragazzi indietreggiarono con la coda fra le gambe, mentre Ginny si avvicinava a Colin trasformando la sua smorfia di rabbia in un sorriso incoraggiante.

«Vai, ora tocca a te.»

Mentre sia Colin che Dean -“Bisogna provare tutto nella vita”- ammettevano di si, aver avuto delle esperienze omosessuali -su Colin non si era ben capito quello che aveva balbettato, ma quello che era risultato chiaro a tutti era che provasse attrazione verso gli uomini-; Harry si era lentamente accostato al suo migliore amico, cercando di non farsi scoprire dalla sorella di quest’ultimo.

«Ron…» lo chiamò in un sussurro appena udibile.

Ronald si avvicinò, ancora piuttosto seccato per la sgridata che aveva ricevuto.

«Che c’è?» borbottò, tenendo anche lui un tono di voce basso.

«Non ti è sembrato strano il comportamento di Malfoy?» chiese Harry, indicando con il capo il ragazzo in questione.

Ron osservò un momento il giovane Serpeverde che continuava a squadrare gli studenti con un’aria omicida negli occhi.

«L’unica che mi sembra strana qua è Ginny.» rispose infine, lanciando un’occhiata alla sorella ancora imbronciata.

Il Bambino Sopravvissuto scosse il capo come se la cosa che stesse cercando di dire fosse più che ovvia.

«Ma non ti sembra che si sia arrabbiato un po’ troppo per la risposta di Gin? In fondo a lui che gli frega se lei ha avuto o meno attrazione per un’altra ragazza?»

Nel tempo che passò, il ragazzo ramato mise in moto tutti i pochi neuroni che possedeva, per infine arrivare a capire quello che Harry stava cercando di dirgli.

«Vuoi dire che lui e Ginny…»

Il giovane grifone annuì.

«Credo di si…»

«Ma io lo ammazzo!»

 

***

 

Cho Chang si alzò in piedi pronta a formula la domanda per i Serpeverde che, dopo quello che era successo ai loro avversari, non erano molto propensi nel rispondere.

«Domanda per Serpeverde.» illustrò, vltandosi verso quest’ultimi. «La cosa più audace che hai fatto?»

Ginny sbuffò.

E certo, le domande più difficili capitavano sempre a loro. Ma questa era una vera ingiustizia… Che cosa ci voleva a rispondere?

Le risposte dei loro avversari furono parecchio scontante. Ginevra ebbe quasi un conato di vomito quando ascoltò Pansy Parkinson -“La cosa più audace che ho fatto è stata senz’altro nominarmi come Reginetta dell’Anno, non mi sarei mai aspettata di vincere quel premio”-, ma quando fu il turno di Draco Malfoy uno strano, quasi inquietante, silenzio calò nella sala. E dire che fino a qualche minuto prima un chiacchiericcio fastidioso era sempre aleggiato al di sopra delle loro teste. Che cosa si aspettavano? La scoperta di un nuovo Mangiamorte?

Il Serpeverde fece un passo in avanti con tranquillità, mentre cinquecento –se non di più- paia di occhi si puntavano su di lui.

«Credo che, in assoluto, la cosa più audace che ho fatto sia stata…»  affermò, prendendo una breve pausa prima di continuare. «Beh, l’essermi schierato dalla parte migliore in questa Seconda Guerra.»

Ron ed Harry immediatamente, prendendo la risposta del ragazzo come una dichiarazione di guerra a loro e all’Ordine, iniziarono a ringhiare riducendo le iridi in due fessure.

Ma, proprio nel momento in cui sembrava per scoppiare in putiferio, in cui la squadra di Grifondoro si sarebbe lanciata addosso a quella di Serpeverde; in cui una massa di studenti si sarebbe lamentata di quella risposta indecifrabile; in cui sarebbero successo milioni di spiacevoli cose, proprio in quel momento, in quell’istante tra caos e tranquillità, la macchina suonò.

Ginny spostò immediatamente il suo sguardo alternativamente dall’affare a Draco Malfoy che, più sorpreso di lei, aveva allargato i suoi occhi chiari.

Possibile che quella non fosse stata la cosa più audace che avesse fatto? In fondo schierarsi da una parte o dall’altra, scegliere con chi stare, era una cosa estremamente coraggiosa, almeno secondo la sua opinione personale.

Un mormorio stupito si espanse nella sala, mentre Draco Malfoy riprendeva, nonostante tutto, la sua espressione ghignante.

«Lei ha tolto un punto alla sua squadra, Signor Malfoy.» aveva detto all’improvviso Cho Chang, attirando l’attenzione degli alunni.

«In questo momento Grifondoro è in vantaggio!» dichiarò subito dopo, provocando grande ovazione dalla parte destra della sala.

 

***

 

Le domande successive passarono senza troppi intoppi, mentre Ginny continuava a pensare allo strano errore di Malfoy e al suo sguardo sorpreso, che -era sicura- non aveva mai visto comparire su quel volto.

Naturalmente i Serpeverde erano stati più maliziosi nel formale le domane e anche più creativi,  mettendo così in difficoltà i loro avversari. Ed era bastato qualche minuto perché recuperassero il punto perso, riportando le due squadre in parità.

«Domanda per Grifondoro.» Ernie era di nuovo in piedi, con un aria abbastanza divertita negli occhi. «Sei vergine? Se no, con chi la tua prima volta? E quando?»

Ginevra inorridì.

No, non potevano farle quella domanda. No, no, no, no, no e ancora no.

Oh Merlino, non voleva nemmeno pensare al casino che sarebbe successo. Ok, adesso poteva dichiararlo onestamente: lei odiava i Serpeverde.

Non sarebbe stata mica colpa sua se, per quella stupida risposta che era costretta a dare, sarebbe scoppiato il putiferio. Eh, no.

Non avrebbero mica potuto indicare lei, come unica colpevole. Eh, no.

Avrebbero dovuto mettere in mezzo almeno duecento persone, togliendo –naturalmente- fuori da tutto lei: povera ed innocente ragazza spinta da chissà quale demone interiore a fare quello che aveva fatto e a partecipare a quella gara-.

Affari loro. Questa stupida prova se l’erano inventata e adesso ne dovevano giustamente subire le degne conseguenze.

Ron fece un passo avanti pronto a rispondere. Fino a quel momento aveva risposto alle domande, aggirandone alcune in maniera impressionante -Ginny si era sorpresa nel costatare che suo fratello avesse un cervello-, senza un minuto di incertezza; ma, arrivato a quel punto, sembrava improvvisamente aver perso l’uso delle corde vocali e sul suo volto era comparso un bel rosso accesso a colorargli le gote.

La sorella era certa che in quello stato non avrebbe potuto articolare alcuna parola.

Ma -forse prontamente o forse per una serie di fortuite coincidenze- proprio nel momento in cui Ron aveva spalancato la bocca ritrovando -non si sa bene dove- il coraggio di Grifondoro che lo contraddistingueva, Hermione, tutta rossa in volto, scattò in piedi.

«NO!» strillò e anche lei si ritrovò a far parte del club C.O.P.A. -cinquecento occhi puntati addosso-, rendendosene conto però si ricompose velocemente.

«N-non mi sembra giusto che i concorrenti siano obbligati a rispondere a questo tipo di domande a carattere sessuale.» aggiunse subito dopo, mascherando brillantemente il suo comportamento equivoco.

Ma Ginevra aveva capito dove andava a parare tutta quella messa in scena.

Rapidamente spostò le sue iridi nocciola sul fratello e, immediatamente dopo, incontrò lo sguardo d’intesa che le stava lanciando Harry.

Ah, bene… e così quei due, la prima volta…

Avrebbe preferito venir mangiata da dei leoni -e si, anche rispondere pure lei a quella domanda- pur di vedere quello che avrebbe fatto Hermione o magari Ron, dopo che quest’ultimo avesse rivelato il loro segreto.

«Ma come Hermione, prima non mi sembrava vedessi tutto questo sfondo sessuale, quando ci è stato chiesto di rispondere quale posizione preferissimo!» affermò ironicamente Ginny, meritandosi uno sguardo omicida da entrambi i ragazzi interessati, mentre Harry se la rideva sotto i buffi.

«In effetti non ha tutti i torti, Hermione…» mormorò sommessamente Ernie, leggermente intimorito dalla figura della ragazza.

«B-beh…poteva benissimo riferirsi a qualcos’altro, quella domanda…» replicò, alquanto dubbiosa, la Caposcuola.

La giovane Weasley ghignò divertita.

«Non ci sarà per caso qualcosa che non ci vuoi dire?»

Hermione Granger prese in volto il colore dei capelli del suo fidanzato -si faceva per dire- segreto.

«N-no! Ma che cosa vai a pensare…»

Una leggera risata comparve nella sala, mentre Ginny continuava il suo perfido piano.

«Allora non avrai nessun problema a far continuare la prova, giusto?» domandò, sorridendo sadica.

Alla Grifondoro non rimase altra scelta che accasciarsi sulla sua sedia, mentre un sospiro esasperato le usciva dalla bocca.

«Procediamo.» commentò pacatamente Ernie. «Signor Weasley se vuole continuare...»

Ma Ron che, dopo quel battibecco avrebbe dovuto, rispondere alla domanda ormai rassegnato, si sentiva improvvisamente preso dal panico. E per un momento, mentre apriva la bocca per parlare, odiò sua sorella.

«N-no, non sono vergine…»

Un leggere silenzio teso si propagò per la sala che aspettava la prossima risposta, leggermente esitante.

«L-Lavanda Brown, quinto anno.»

Dopo un attimo di silenzio attonito, tutti si mossero contemporaneamente: Harry guizzò attento, sempre più divertito dalla piega che stava prendendo il discorso; Ginny si voltò verso fratello scioccata; Hermione scattò in piedi come se la sua sedia fosse appena diventata incandescente.

«CHE COSA?» strillarono i tre a una voce. 

   
 
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