PARTE SECONDA
Dopo
quelle che sembrarono ore, Ernie Macmillan si alzò in piedi,
richiamando la sala all’ordine. Ginevra poté
notare che i bigliettini erano stati divisi in due gruppi, uno composto
da quelli fatti da Grifondoro e Corvonero, l’altro da quelli
di Tassorosso e Serpeverde.
«Silenzio.»
ordinò, passando i suoi occhi su un piccolo pezzetto di
carta che aveva in mano. «Bene, iniziamo. Ecco la prima
domanda per i ragazzi di Grifondoro. Vi pregherei di mettervi in fila e
rispondere uno per volta.» attese un momento prima di
continuare, durante il quale la sala fu attraversata da un brivido di
eccitazione. «Mai avute esperienze e/o attrazione
verso il proprio sesso?»
Una
leggera risata serpeggiò tra le sedie, mentre Ginny era
pronta a uccidere chiunque avesse fatto quella domanda, se solo
l’avesse scoperto.
Ma
come si permettevano? Erano cose personali e poi, se magari diceva una
bugia, quella stupida macchina l’avrebbe scoperto rilevando
in ogni modo la verità a tutti… Doveva cercare un
modo per aggirare l’ostacolo.
Il
primo della fila era Ron che, inspirando profondamente e scuotendo il
capo -forse per la insensatezza della domanda-, fece un passo avanti
pronto a rispondere.
«No,
e credo sia anche piuttosto stupido chiederlo!»
dichiarò, tornando subito dopo alla sua postazione e
guardando Harry che si trovava dopo di lui.
«No.»
disse semplicemente il Bambino Sopravvissuto, ripetendo i movimenti del
giovane Weasley.
E
la macchina rimase in silenzio ambedue le volte.
Il
turno successivo toccò a Colin che divenne improvvisamente
di un rosso vivo, mentre tremante faceva un passo in avanti, rimanendo
però in silenzio.
Poverino,
chissà quale segreto che si portava dentro da tanto stava
per svelare. Colin era forse omosessuale? Non che lei avesse qualcosa
contro, semplicemente non le sembrava il tipo. Così piccolo,
gracile… e lei che credeva avesse solo dei problemi di
timidezza con le ragazze.
Gli
appoggiò una mano sulla spalla, cercando di incoraggiarlo.
In
fondo anche lei avrebbe risposto affermativamente a quella domanda, non
che avesse avuto qualche esperienza, ma le era
capitato di
trovare attraente una ragazza. Certo, da un punto di vista puramente
oggettivo, ma era comunque successo e negare la cosa con
quell’affare avrebbe prodotto molto più scalpore.
Colin
finalmente si decise a parlare.
«B-beh….è-è….i-i-i-i-o….»
«Colin
Canon la pregherei di rispondere alla domanda senza tanti giri di
parole.» lo riprese bruscamente Ernie, che venne fulminato
con lo sguardo da una Ginevra Weasley decisamente poco affabile.
«…»
«Colin
Canon, vuole rispondere alla domanda?» continuò
imperterrito l’organizzatore, ignorando volutamente la
ragazza ramata.
«…»
Colin
sembrava improvvisamente diventato muto e continuava ad aprire la bocca
senza che da essa uscisse alcun verbo.
«Canon?»
«Ma
vuoi stare zitto pezzo di idiota?» replicò
stizzita Ginny, mentre dalle sue iridi nocciola mandava scintille.
«Non è mica semplice sai? Ci avete inchiodato qui
a raccontare tutti i nostri segreti, perché ho una certa
idea di quali domande ci siano in quei biglietti, e non vi basta? No,
voi volete anche che lo facciamo in fretta!»
Poi
si avvicinò a Colin, poggiandogli nuovamente una mano sulla
spalla.
«Parlerò
io prima di te, va bene Colin?» gli chiese in un sussurro,
dolcemente.
Il
ragazzo annuì tremante, tornando subito dopo al suo posto,
mentre la giovane rimaneva ad un passo di distanza dai suoi compagni
con lo sguardo fisso davanti a sé.
Ecco,
era arrivato il momento. Bene adesso doveva rispondere alla domanda.
Ok,
prendi un respiro profondo e vai. Pronta…
Merda,
perché adesso, dopo che aveva fatto quel casino, si sentiva
così debole?
Fece
scorrere i suoi occhi sui ragazzi Serpeverde seduti sulle
sedie…Va bene, era meglio guardare il muro. Dai, forza
Ginny, ce la puoi fare!
«Si.»
affermò ad alta voce, ostentando un tono di voce sicuro.
Ernie
la guardò perplesso.
«A
che cosa scusa?» chiese, aggrottando le sopracciglia.
«Ho
risposto alla domanda.»
Improvvisamente
si sentì cinquecento paia di occhi increduli puntanti contro.
Oddio,
non era mica la fine del mondo… O no?
Tornò
al suo posto ostentando una calma che era lontana dal provare, mentre
Ron ed Harry le si avvicinavano preoccupati, pronti a chiedere
spiegazione.
Ma
c’era un’altra persona che era molto sorpresa
dell’accaduto ed osservava la ragazza con aria perplessa.
«No,
scusate. Qui ci deve essere un errore.» disse infine Draco
Malfoy, spostando l’attenzione dei presenti su di
sé.
«Non
credo, la macchina non ha rilevato alcuna traccia di
menziona.» rispose Ernie, che si era appena ripreso.
«E
io vi dico che questa stupida macchina deve essere rotta.»
replicò il giovane biondo con la voce che gli si incrinava
leggermente.
Ron
per la prima volta nella sua vita si trovò perfettamente
d’accordo con Malfoy.
«Si,
la macchina deve essere rotta! Per forza!» sostenne il
giovane Weasley. «Vero Ginny? Diglielo anche tu che stavi
scherzando…»
La
Grifondoro prese un profondo respiro cercando di calmarsi.
Avevano
veramente superato il limite quei due: che ne sapevano loro della sua
vita? Chi si credevano di essere? E poi perché la cosa gli
scioccava tanto? Non avevano nessun diritto di intromettersi, la
facevano sembrare ancora più stupida di quanto
già non si sentisse.
«Ma
la volete smettere voi due?» strillò irritata,
facendo immediatamente ammutolire sia Draco, che suo fratello.
«Non mi sembra di dover dare conto delle mie azioni a
qualcuno. Se avete dei problemi per la mia risposta, beh…non
sono affari miei!»
I
due ragazzi indietreggiarono con la coda fra le gambe, mentre Ginny si
avvicinava a Colin trasformando la sua smorfia di rabbia in un sorriso
incoraggiante.
«Vai,
ora tocca a te.»
Mentre
sia Colin che Dean -“Bisogna provare tutto nella
vita”- ammettevano di si, aver avuto delle
esperienze omosessuali -su Colin non si era ben capito quello che aveva
balbettato, ma quello che era risultato chiaro a tutti era che provasse
attrazione verso gli uomini-; Harry si era lentamente accostato al suo
migliore amico, cercando di non farsi scoprire dalla sorella di
quest’ultimo.
«Ron…»
lo chiamò in un sussurro appena udibile.
Ronald
si avvicinò, ancora piuttosto seccato per la sgridata che
aveva ricevuto.
«Che
c’è?» borbottò, tenendo anche
lui un tono di voce basso.
«Non
ti è sembrato strano il comportamento di Malfoy?»
chiese Harry, indicando con il capo il ragazzo in questione.
Ron
osservò un momento il giovane Serpeverde che continuava a
squadrare gli studenti con un’aria omicida negli occhi.
«L’unica
che mi sembra strana qua è Ginny.» rispose infine,
lanciando un’occhiata alla sorella ancora imbronciata.
Il
Bambino Sopravvissuto scosse il capo come se la cosa che stesse
cercando di dire fosse più che ovvia.
«Ma
non ti sembra che si sia arrabbiato un po’ troppo per la
risposta di Gin? In fondo a lui che gli frega se lei ha avuto o meno
attrazione per un’altra ragazza?»
Nel
tempo che passò, il ragazzo ramato mise in moto tutti i
pochi neuroni che possedeva, per infine arrivare a capire quello che
Harry stava cercando di dirgli.
«Vuoi
dire che lui e Ginny…»
Il
giovane grifone annuì.
«Credo
di si…»
«Ma
io lo ammazzo!»
***
Cho
Chang si alzò in piedi pronta a formula la domanda per i
Serpeverde che, dopo quello che era successo ai loro avversari, non
erano molto propensi nel rispondere.
«Domanda
per Serpeverde.» illustrò, vltandosi verso
quest’ultimi. «La cosa più
audace che hai fatto?»
Ginny
sbuffò.
E
certo, le domande più difficili capitavano sempre a loro. Ma
questa era una vera ingiustizia… Che cosa ci voleva a
rispondere?
Le
risposte dei loro avversari furono parecchio scontante. Ginevra ebbe
quasi un conato di vomito quando ascoltò Pansy Parkinson
-“La cosa più audace che ho fatto
è stata senz’altro nominarmi come Reginetta
dell’Anno, non mi sarei mai aspettata di vincere quel
premio”-, ma quando fu il turno di Draco Malfoy uno
strano, quasi inquietante, silenzio calò nella sala. E dire
che fino a qualche minuto prima un chiacchiericcio fastidioso era
sempre aleggiato al di sopra delle loro teste. Che cosa si aspettavano?
La scoperta di un nuovo Mangiamorte?
Il
Serpeverde fece un passo in avanti con tranquillità, mentre
cinquecento –se non di più- paia di occhi si
puntavano su di lui.
«Credo
che, in assoluto, la cosa più audace che ho fatto sia
stata…» affermò,
prendendo una breve pausa prima di continuare. «Beh,
l’essermi schierato dalla parte migliore in
questa Seconda Guerra.»
Ron
ed Harry immediatamente, prendendo la risposta del ragazzo come una
dichiarazione di guerra a loro e all’Ordine, iniziarono a
ringhiare riducendo le iridi in due fessure.
Ma,
proprio nel momento in cui sembrava per scoppiare in putiferio, in cui
la squadra di Grifondoro si sarebbe lanciata addosso a quella di
Serpeverde; in cui una massa di studenti si sarebbe lamentata di quella
risposta indecifrabile; in cui sarebbero successo milioni di spiacevoli
cose, proprio in quel momento, in quell’istante tra caos e
tranquillità, la macchina suonò.
Ginny
spostò immediatamente il suo sguardo alternativamente
dall’affare a Draco Malfoy che, più sorpreso di
lei, aveva allargato i suoi occhi chiari.
Possibile
che quella non fosse stata la cosa più audace che avesse
fatto? In fondo schierarsi da una parte o dall’altra,
scegliere con chi stare, era una cosa estremamente coraggiosa, almeno
secondo la sua opinione personale.
Un
mormorio stupito si espanse nella sala, mentre Draco Malfoy riprendeva,
nonostante tutto, la sua espressione ghignante.
«Lei
ha tolto un punto alla sua squadra, Signor Malfoy.» aveva
detto all’improvviso Cho Chang, attirando
l’attenzione degli alunni.
«In
questo momento Grifondoro è in vantaggio!»
dichiarò subito dopo, provocando grande ovazione dalla parte
destra della sala.
***
Le
domande successive passarono senza troppi intoppi, mentre Ginny
continuava a pensare allo strano errore di Malfoy e al suo sguardo
sorpreso, che -era sicura- non aveva mai visto comparire su quel volto.
Naturalmente
i Serpeverde erano stati più maliziosi nel formale le domane
e anche più creativi, mettendo
così in difficoltà i loro avversari. Ed era
bastato qualche minuto perché recuperassero il punto perso,
riportando le due squadre in parità.
«Domanda
per Grifondoro.» Ernie era di nuovo in piedi, con un aria
abbastanza divertita negli occhi. «Sei vergine? Se
no, con chi la tua prima volta? E quando?»
Ginevra
inorridì.
No,
non potevano farle quella domanda. No, no, no, no, no e ancora no.
Oh
Merlino, non voleva nemmeno pensare al casino che sarebbe successo. Ok,
adesso poteva dichiararlo onestamente: lei odiava i Serpeverde.
Non
sarebbe stata mica colpa sua se, per quella stupida risposta che era
costretta a dare, sarebbe scoppiato il putiferio. Eh, no.
Non
avrebbero mica potuto indicare lei, come unica colpevole. Eh, no.
Avrebbero
dovuto mettere in mezzo almeno duecento persone,
togliendo –naturalmente- fuori
da tutto lei: povera ed innocente ragazza spinta da chissà
quale demone interiore a fare quello che aveva fatto e a partecipare a
quella gara-.
Affari
loro. Questa stupida prova se l’erano inventata e adesso ne
dovevano giustamente subire le degne conseguenze.
Ron
fece un passo avanti pronto a rispondere. Fino a quel momento aveva
risposto alle domande, aggirandone alcune in maniera impressionante
-Ginny si era sorpresa nel costatare che suo fratello avesse un
cervello-, senza un minuto di incertezza; ma, arrivato a quel punto,
sembrava improvvisamente aver perso l’uso delle corde vocali
e sul suo volto era comparso un bel rosso accesso a colorargli le gote.
La
sorella era certa che in quello stato non avrebbe potuto articolare
alcuna parola.
Ma
-forse prontamente o forse per una serie di fortuite coincidenze-
proprio nel momento in cui Ron aveva spalancato la bocca ritrovando
-non si sa bene dove- il coraggio di Grifondoro che lo
contraddistingueva, Hermione, tutta rossa in volto, scattò
in piedi.
«NO!»
strillò e anche lei si ritrovò a far parte del
club C.O.P.A. -cinquecento occhi puntati addosso-, rendendosene conto
però si ricompose velocemente.
«N-non
mi sembra giusto che i concorrenti siano obbligati a rispondere a
questo tipo di domande a carattere sessuale.» aggiunse subito
dopo, mascherando brillantemente il suo comportamento equivoco.
Ma
Ginevra aveva capito dove andava a parare tutta quella messa in scena.
Rapidamente
spostò le sue iridi nocciola sul fratello e, immediatamente
dopo, incontrò lo sguardo d’intesa che le stava
lanciando Harry.
Ah,
bene… e così quei due, la prima volta…
Avrebbe
preferito venir mangiata da dei leoni -e si, anche rispondere pure lei
a quella domanda- pur di vedere quello che avrebbe fatto Hermione o
magari Ron, dopo che quest’ultimo avesse rivelato il loro
segreto.
«Ma
come Hermione, prima non mi sembrava vedessi tutto questo sfondo
sessuale, quando ci è stato chiesto di rispondere
quale posizione preferissimo!»
affermò ironicamente Ginny, meritandosi uno sguardo omicida
da entrambi i ragazzi interessati, mentre Harry se la rideva sotto i
buffi.
«In
effetti non ha tutti i torti, Hermione…»
mormorò sommessamente Ernie, leggermente intimorito dalla
figura della ragazza.
«B-beh…poteva
benissimo riferirsi a qualcos’altro, quella
domanda…» replicò, alquanto
dubbiosa, la Caposcuola.
La
giovane Weasley ghignò divertita.
«Non
ci sarà per caso qualcosa che non ci vuoi dire?»
Hermione
Granger prese in volto il colore dei capelli del suo fidanzato -si
faceva per dire- segreto.
«N-no!
Ma che cosa vai a pensare…»
Una
leggera risata comparve nella sala, mentre Ginny continuava il suo
perfido piano.
«Allora
non avrai nessun problema a far continuare la prova, giusto?»
domandò, sorridendo sadica.
Alla
Grifondoro non rimase altra scelta che accasciarsi sulla sua sedia,
mentre un sospiro esasperato le usciva dalla bocca.
«Procediamo.»
commentò pacatamente Ernie. «Signor Weasley se
vuole continuare...»
Ma
Ron che, dopo quel battibecco avrebbe dovuto, rispondere alla domanda
ormai rassegnato, si sentiva improvvisamente preso dal panico. E per un
momento, mentre apriva la bocca per parlare, odiò sua
sorella.
«N-no,
non sono vergine…»
Un
leggere silenzio teso si propagò per la sala che aspettava
la prossima risposta, leggermente esitante.
«L-Lavanda
Brown, quinto anno.»
Dopo
un attimo di silenzio attonito, tutti si mossero contemporaneamente:
Harry guizzò attento, sempre più divertito dalla
piega che stava prendendo il discorso; Ginny si voltò verso
fratello scioccata; Hermione scattò in piedi come se la sua
sedia fosse appena diventata incandescente.
«CHE COSA?» strillarono i tre a una voce.