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Autore: Lady Memory    01/10/2016    1 recensioni
Il duo perfetto, ovvero Hermione e Severus secondo fanfiction. Cosa potrebbe succedere se un giorno Hermione decidesse di sfidare il professore più temuto di Hogwarts con una scommessa? Una piccola storia spensierata, completamente AU, scritta per il piacere di giocare con le parole.
Completa. In attesa di un ultimo capitolo bonus indipendente.
Genere: Azione, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Minerva McGranitt, Severus Piton, Sibilla Cooman | Coppie: Hermione/Severus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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LA SCOMMESSA

by Lady Memory

Una piccola storia spensierata, completamente AU e OC, scritta per il piacere di giocare con le parole. Da non prendere assolutamente sul serio.

Consueto disclaimer: Ovviamente, i personaggi di questa storia non mi appartengono. Un ringraziamento a JKR per averli inventati e per averci dato il permesso di continuare a farli vivere.

21. La verità, tutta la verità, nient'altro che la verità

"Dialoghi amorosi - parte 1"

Dopo, tutto si svolse nell'arco di pochi secondi. Mentre Minerva, abbagliata dall'incantesimo Oblivion, ritrovava lentamente la coscienza di sé, Crookshanks acchiappava Severus per la collottola come avrebbe fatto con uno dei suoi cuccioli (se ne avesse avuti) e scompariva con lui sotto un mobile alla velocità della luce.

Così, quando la preside finì di battere le palpebre e guardò Hermione con aria confusa, la ragazza era già pronta con un bel sorriso.

"Come sei stata gentile, Minerva, a venire ad avvisarmi per il pranzo!" cinguettò allegra. "Quassù è difficile rendersi conto dell'ora giusta. Il tempo passa così lentamente quando non succede niente! E voi, che avete fatto? Qualche notizia?"

Nel dire questo, Hermione continuava a tenere il sorriso sulle labbra per calamitare l'attenzione della strega più anziana – aveva infatti capito da un pezzo che Minerva ascoltava più volentieri le parole di chi, parlando, le sorrideva.

Ma nel frattempo, metà del suo cervello analizzava freneticamente la situazione: Crookshanks e Severus non si vedevano più; nella stanza non c'erano prove del passaggio di un coniglio; gufi, allocchi e compagnia bella non potevano certo raccontare quel che era accaduto; e forse sarebbe riuscita a superare le domande di Poppy e Sibilla senza dover Obliviare anche loro… Quindi il vero problema adesso era: fin dove era arrivata la potenza del suo incantesimo di memoria? Cosa avrebbe ricordato Minerva al suo risveglio?

Quasi a risponderle, la preside si passò una mano sulla fronte. "Ho la sensazione di non sentirmi troppo bene, sai, Hermione? Pensa che non riuscivo a capire come mai fossi qui… ma adesso che me l'hai ricordato, è tutto chiaro. Andiamo a pranzo, allora."

"Perfetto, ho una fame incredibile!" esclamò subito Hermione, sempre con un sorriso alla gatto del Cheshire (quello di Alice nel paese delle meraviglie della Disney per intenderci). E si incamminò verso la porta, annunciando in linguaggio cifrato al mondo e agli amici scomparsi, "Vedrò di rifornirmi di cibo il più possibile oggi… con tutto quel che c'è da fare, io mangerei sempre!"

"Eh, la gioventù, che bella cosa," convenne Minerva per poi interrogarsi in tono perplesso, "Mi chiedo che fine abbiano fatto gli altri… in effetti, è parecchio che non li vedo…"

La voce si affievolì mentre entrambe scendevano le scale che portavano ai piani bassi.

A quel punto, Crookshanks si girò a guardare il coniglietto che aveva schermato col suo corpo fino a quel momento, per maggior sicurezza. Poi, affettuosamente, non sapendo come evidenziare la sua gioia per lo scampato pericolo – o forse, sapendolo fin troppo bene – il gattone srotolò la lingua e leccò accuratamente Severus, che si dibatteva cercando vanamente di sfuggirgli.

Sì, proprio come uno dei cuccioli che non aveva mai avuto e di cui Crookshanks, stimolato ormai da quella atmosfera di schermaglie amorose, cominciava a sentire il desiderio.

************************

Il pranzo fu una lenta tortura. Hermione cercò di evitare Sibilla e Poppy il più possibile, sedendosi all'estremo opposto della tavola. A fine pasto però, sempre inquietantemente inturbantata dalle orecchie enormi, la veggente non poté trattenersi e si avvicinò alla ragazza per lanciarle un messaggio dolcemente perfido.

"Allora, tesoro, che fine ha fatto quel povero animaletto? Sei riuscita a tirarlo fuori da quel muro?"

"Con la paura che ha avuto, credo che ormai sarà arrivato a Hogsmeade, Sibilla. Suppongo quindi che non lo rivedrò mai più," rispose Hermione, e aggiunse gelidamente, "Spero solo che nessuno dei nostri gufi l'abbia adocchiato. In tal caso, saprei chi ringraziare."

A quel punto, Sibilla si zittì di colpo, anche perché Poppy, avvicinatasi di soppiatto, l'aveva guardata con la stessa espressione gelida di Hermione.

"Sono sicura che qualcosa si potrebbe tentare…" cominciò la guaritrice nell'evidente intento di confortare la ragazza.

"Grazie," ribattè freddamente Hermione. "Ma non intendo parlarne più."

E si allontanò con aria tragica, sentendo Poppy prendersela con Sibilla a bassa voce. Beh, almeno ogni tanto qualcuno gliene diceva quattro a quella là!

************************

Nel frattempo, Severus si stava torturando a sua volta di desiderio.

Era successo! Ce l'aveva fatta! Hermione si era dichiarata! E anche se la tenerezza della ragazza si era effusa sulla forma conigliesca del mago, le cose che Hermione aveva detto erano altamente promettenti e facevano sperare che si sarebbero ripetute al momento del ritorno di Severus in forma umana. Quanto meno, lei non avrebbe potuto negarle.

Ma che avventata che era stata però quella ragazza a Obliviare Minerva! Ovviamente, aveva agito con la tipica impetuosità che caratterizzava da sempre i Grifondoro; tuttavia, in una situazione come quella, c'era ben poco da essere raffinati. In fondo, quel che contava era il risultato, e finora, bene o male, se l'erano cavata tutti e due. O meglio, tutti e tre, data l'irritante tendenza di quel felino mezzo Kneazle a intromettersi.

Severus sentiva il cuore battergli violentemente in petto mentre cercava di ripulirsi alla bell'e meglio dopo la lavata di testa di Crookshanks. Quel dannato gatto! Quando fosse ritornato a dimensioni normali, gliel'avrebbe fatta vedere lui! Ma intanto, perché Hermione non arrivava? Quando, quando, quando sarebbe riapparsa nella Guferia? Il cervello gli si squagliava al pensiero di essere nuovamente oggetto delle sue coccole.

E infine, si sentì un rumor di passi affrettati per le scale. Severus e Crookshanks appiattirono le orecchie e si misero in guardia. Chi stava salendo? In quei momenti di ansia, dovette ammettere il mago, la presenza di quel gattone rompiscatole era decisamente confortante.

Ma ad entrare senza fiato per i gradini fatti di corsa fu proprio Hermione, che reggeva un vassoio di cibarie tra le mani. Gufi, civette e allocchi la squadrarono con sdegno. Come osava quella sciagurata umana rientrare nel loro piccolo regno piumato? Hermione capì che avrebbe dovuto penare parecchio prima di riavere la loro fiducia, ma in quel momento la fiducia di un pennuto era l'ultima cosa a cui fosse interessata.

"Crookshanks!" chiamò piano, appoggiando il vassoio al sicuro dai becchi famelici dei rapaci. "Sei qui?"

Il micio uscì trionfante da sotto il mobile, ed Hermione lanciò un'esclamazione di sollievo. "Bravo Crookie! E Severus dov'è? Dov'è?"

Il dolore di essere nominato subito dopo il gatto per un momento fece venir voglia al mago di non rispondere. Poi capì che solo la prudenza aveva spinto Hermione ad agire così. E soprattutto, capì che la felicità che quella voce esprimeva era troppo irresistibile per poter essere accolta da un silenzio sdegnoso.

Così Severus apparve alla luce, mostrando già sul musetto di coniglio i segni di un rimbambimento amoroso ad avanzamento rapido.

"SEVERUS!" lo chiamò Hermione, con una tale espressione di gioia che il coniglietto cominciò subito a vacillare per poi afflosciarsi completamente tra le mani della ragazza non appena lo ebbe raccolto da terra.

Crookshanks sedette composto in un angolo, leccandosi accuratamente le zampe mentre la scena di effusioni amorose che era avvenuta qualche ora prima si ripeteva nuovamente, condita da espressioni tenere sempre più appassionate da parte di Hermione.

Ben sapendo che erano gli ultimi attimi di Severus in forma così coccolabile – e soprattutto, muta e arrendevole – Hermione lo vezzeggiò a lungo, baciandolo e parlandogli ininterrottamente di lei e dei suoi sentimenti; sentimenti, lo assicurò, che non vedeva l'ora di ripetergli di persona, sebbene Severus fosse nuovamente ridotto ad uno stadio di rimbecillimento totale e capisse un decimillesimo di quello che gli diceva lei.

E poi venne finalmente (o tristemente?) il momento. A malincuore, Hermione si inginocchiò, riappoggiò a terra l'animaletto inebetito e traballante, quindi alzò la bacchetta sussurrando l'incantesimo. Di colpo, il coniglietto scomparve e al suo posto riapparve nuovamente Severus Snape in tutta la gloria dei suoi venti centimetri d'altezza.

**************************

Diciamo che, una volta che Severus ebbe riacquistato sembianze umane, la situazione si raggelò di colpo. Una cosa è coccolare un coniglietto e dirgli tante cose amorose con voce tenera, un'altra è vedersi di fronte il proprio professore, per quanto in formato miniatura.

L'imbarazzo prese il sopravvento; tutti e due i protagonisti della nostra storia arrossirono intensamente, e per qualche secondo, guardarono da tutte le parti meno che nella direzione che ci poteva aspettare, ovvero se stessi.

Poi, come sempre, fu Hermione a rompere il ghiaccio.

"Mi spiace per tutto quello che hai passato, Severus," disse con il tono umile con cui si offre il classico ramoscello d'ulivo a chi si è offeso (e restando per di più in ginocchio). "E' stata colpa mia, anche se certo non mi sarei mai immaginata che la pozione sarebbe arrivata a tanto."

"Non importa, Hermione," rispose lui, e lei fremette deliziosamente al sentire di nuovo il suono di quella voce. "Io invece vorrei ringraziarti. Sì, ringraziarti, perché senza il tuo sbaglio, adesso noi non saremmo qui a… a parlare… e tu non avresti… non saresti…"

Imbarazzato, Severus tacque, sentendosi molto stupido e augurandosi che lei colmasse i suoi vuoti. Hermione l'avrebbe anche fatto, ma purtroppo c'era sempre qualcosa, quando Severus era in forma umana, che li portava inevitabilmente a litigare.

"Il mio sbaglio?" disse infatti lei con voce fredda. "Il MIO sbaglio? Io direi invece che se tu fossi stato sincero con me, tutto questo non sarebbe successo."

"Ah!" ribattè lui, riscaldandosi subito. "Quindi è colpa mia se sono ridotto in questo stato! E' colpa mia se un gatto mi tratta come una pallina da riporto, se devo farmi la doccia in una casa di bambole, e se sono stato trasformato in un coniglio, col grave rischio di essere scoperto da quelle… da quelle streghe!"

"Io non ho detto che è colpa tua! Santo cielo, Snape, come sei permaloso! Ho detto solo che, se tu fossi stato sincero…"

"Tu non mi avresti creduto comunque! Questa è la verità," rispose lui, ferito a morte a sentirsi chiamare di nuovo Snape, e per di più con quel tono sdegnoso. "Tu pensi sempre di saperne più degli altri! E' sempre stato il tuo vizio da che ti conosco! Eri solo uno scricciolo di ragazzina e già pensavi di batterti contro un Troll!"

"Non è vero! Io stavo solo piangendo per i fatti miei quando quel Troll molto maleducato è comparso nei bagni delle femmine!"

"L'avevo capito benissimo!" scattò lui, lasciandola di stucco; poi, con più calma, rispose alla domanda inespressa che aleggiava nell'aria. "Con quegli occhi così arrossati, sul serio avevi pensato di poterci prendere in giro dicendo che volevi affrontare il Troll? Ci avrà creduto Minerva alla tua bugia, non certo io!"

"Severus!" disse lei intenerita. "Ma davvero ti ricordi tutte queste cose di me?"

Lui rovinò subito tutto, dichiarando, "Io mi ricordo sempre quando cercano di imbrogliarmi."

Hermione si irrigidì di nuovo. "Mi fa piacere saperlo, perché anche io ho buona memoria. E direi che, questa volta, a imbrogliare sei stato tu!"

"Non è vero!" gridò lui sforzandosi di alzare la voce per renderla autoritaria. Sostenere una conversazione in quelle dimensioni gli stava schiantando le corde vocali.

"Dì la verità, speravi che fallissi, non è così?" continuava nel frattempo Hermione gelidamente. "Per questo sei rimasto zitto! Guarda un po', la Granger si è messa in testa di far qualcosa di importante, vediamo di rovinarle tutto!"

"Non è vero!" strepitò di nuovo Severus, arrossendo per la rabbia.

Hermione sospirò amaramente. "E pensare che ero così felice che tu… che io… che noi…"

La ragazza si alzò risolutamente in piedi, dominandolo come una montagna.

"Basta! La nostra storia finisce qui! Non posso innamorarmi di un bugiardo!"

"Perfetto!" esclamò lui ferocemente dal pavimento. "Anche a me non serve una donna testarda e piena di preconcetti!"

"Ottimo!" gridò Hermione, ormai con le lacrime agli occhi. "Allora me ne vado!"

E, incrociate le braccia, rimase lì a guardarlo.

"Magnifico!" rispose Severus con voce rauca per lo sforzo. "Così potrò finalmente starmene in pace!"

E anche lui incrociò le braccia e rimase a guardarla.

Gufi, allocchi e civette sembravano molto seccati di quel litigio che turbava la loro quiete, ma il più seccato di tutti era proprio Crookshanks. Dopo tutte quelle fatiche, questo era il risultato? Ma con chi credevano di avere a che fare, quei due sciagurati?

Perciò, quando Severus e Hermione cominciarono a guardarsi col mento alzato in aria in atto di sfida e l'espressione di chi non vuole darla vinta all'altro neanche se dovesse cascare il mondo, Crookshanks soffiò minacciosamente verso entrambi, poi con una zampa bloccò Severus a terra, e con l'altra artigliò il bordo del vestito di Hermione.

Il miagolio che emise salì potente in cielo, e sembrò parlare ai cuori dei due sventurati, ricordando loro tutto quello che era avvenuto in quella stanza nelle ultime ore.

E così Hermione si asciugò le guance, Severus si rimise lentamente in piedi. Mago e ragazza si guardarono di nuovo, questa volta con aria di attesa, e Crookshanks perse decisamente la pazienza.

Umani! Perché diavolo erano loro a dominare il mondo? Nessun animale che si rispetti poteva capirlo.

Crookshanks miagolò più forte, come ad incoraggiarli, poi col testone diede una pacca potente a Severus, mandandolo a rotolare ai piedi di Hermione. La ragazza lanciò un grido di spavento e si chinò subito a raccogliere il povero professore, esprimendo contemporaneamente tutta la sua preoccupazione con un fiume di parole.

A quella vista, Crookshanks annuì soddisfatto e si ritirò in un angolo, lasciando i suoi due protetti intenti ad una nuova e molto più ragionevole conversazione.

********************

"Mi dispiace, Severus, è stato sciocco da parte mia," ripeteva Hermione, tenendo il mago tra le mani e desiderando di poter ripetere i gesti affettuosi che le erano venuti così naturali quando Severus era in forma di coniglio. E come sempre, cercò di superare il momento riportando la conversazione su binari più piacevoli.

"Quello che è successo ormai è successo," dichiarò in tono assennato. "Scoprire di chi è la colpa non servirà a farci più felici né a risolvere la situazione."

"E invece sì," sospirò a questo punto Severus, che era rimasto in silenzio sotto la grandinata di parole di lei. E preso il coraggio a due mani, confessò.

"Perché vedi, Hermione, quello che è successo è effettivamente colpa mia."

  
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