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Autore: SilverKiria    01/10/2016    4 recensioni
Scorpius Hyperion Malfoy avrebbe dovuto stare alla larga da Lily Luna Potter.
Era nel corso degli eventi che le loro vite scorressero lontane l'una dall'altra.
Eppure, lui non riusciva a dimenticare la stretta della mano di quella bambina dai capelli rossi, e lei poteva fingere di odiarlo quanto voleva, ma a volte le sfuggiva un sorriso al pensiero delle storie buffe che le raccontava da piccola, in quel corridoio del San Mungo.
Lì, dove la loro storia era iniziata e le loro vite, come spesso accade, si erano unite indissolubilmente.
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Dal Capitolo 1:
[...] D’un tratto si ritrovò al suo quarto anno, in preda ad emozioni contrastanti mentre la folla di Hogwarts lo guardava in cagnesco, dirigendosi verso un ammutolito Silente.
Le spille “Potter fai schifo” gli balzarono di nuovo in mente, così come gli insulti e la paura di non superare vivo le ardue prove verso le quali lo aveva spinto una persona sconosciuta.
Rispose alla muta domanda di chiarimento di Ron con la gola secca e un orribile presentimento.
«Credo che questo sarà un anno indimenticabile per i nostri figli, anzi ne sono assolutamente sicuro.»
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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CAPITOLO 8



 
«Bene bene bene, a quanto pare qui ci sono dei precedenti di cui non eravamo a conoscenza, eh?»
La velocità con cui Ethan arrivò al tavolo dei Grifondoro, poco dopo raggiunto da un imbarazzato e irritato Scorpius e un’allibita Selene, fu proporzionale alla rapidità con cui Albus Potter si pose in mezzo tra Lily, che in un silenzio attonito fissava Emmett, incapace di credere che l’avesse davvero abbracciata, e quest’ultimo, in piedi di fronte a lei che la guardava con un sorriso sulle labbra.
Un sorriso a cui Scorpius avrebbe voluto togliere tutti i denti, uno per uno.
«Luna! Ma come, tu non ti ricordi di me?» domandò Emmett, mentre Lily abbozzava un’espressione meno truce di quella che voleva avere in realtà al pensiero, ormai intermittente, di Angelique che baciava Scorpius sulla guancia.
«Ah, no. Mi…mi dispiace ma io non…» balbettò Lily, mentre Emmett mise su una smorfia di finta offesa.
«Ma come? Io ricorda te, otto anni fa. Eri piccola, certo, ma non dimenticherò mai quando un – come lo chiamate voi? – fulmine rosso mi piombò addosso alla partita di Quidditch Inghilterra-Bulgaria, vicino al bar. Tue patatine erano finite tutte sulla mia maglia, ricordi?»
Gli astanti osservarono l’espressione di Lily cambiare e, con sommo orrore di Scorpius, la ragazza si aprì in un sorriso e salutò con una stretta di mano Emmett.
«Morgana è vero! Sembra passato un secolo, come hai fatto a non dimenticarti?» domandò allora Mentre Albus cercava di pensare ad un momento in cui non avesse vegliato sulla sorellina minore affinché palestrati bambini di due anni più grandi – e sì, la sua visione distorta vedeva già all’epoca ogni bambino come minaccia – non potessero abbracciare Lily otto anni dopo, a diciassette anni, con fare accattivante e veri muscoli che fossero motivo di preoccupazione; all’improvviso recuperò un frammento della conversazione e chiese confuso:
«Luna? Lils perché ti chiama col tuo secondo nome?»
Ethan sussurrò malizioso «Forse perché il suo pensiero lo manda in orbita.» e Scorpius ringhiò che l’avrebbe volentieri mandato lui in orbita, se non avesse smesso all’istante di sorriderle.
«Era un trucco di papà: quando da piccola mi sarei dovuta presentare ad un estraneo senza che lui o la mamma fossero attorno, non avrei mai dovuto dire Lily Potter, sempre Luna.»
Hugo e Sophie, avvicinatisi per capire l’origine di quel trambusto, sorrisero riconoscendo la saggezza che Harry Potter aveva sempre posseduto quando si trattava di proteggere i propri figli.
«Quindi tuo vero nome è Lils?» chiese confuso Emmett, e Scorpius sbuffò dall’impazienza, catalogando Krum come un possibile migliore amico per Hagrid.
«No, mi chiamo Lily. Lils è un soprannome che usano i miei parenti: lui è mio fratello maggiore, Albus. E loro sono mio cugino Hugo, la mia migliore amica Sophie, Erik e-» presentò Lily, fino a quando voltandosi non incrociò lo sguardo di Scorpius, ammutolendo.
Sul viso ricco di lentiggini della rossa si dipinse un’espressione strana, ma poco dopo sfoderò un ghigno da vera Serpeverde, tanto che Selene pensò di complimentarsi, ed esclamò:
«E lui è Scorpius Malfoy, l’altro Campione. In effetti, tu l’hai già conosciuto, ma dovresti parlargli ora, non so se dopo dovrà approfondire la conoscenza con qualche francesina dal bel faccino.»
Scorpius si sentì colto in fallo e rispose come ogni Malfoy avrebbe fatto: con la stessa moneta di Lily.
«Per stasera no, ma se proprio ci tieni a sapere i miei impegni, domani farò fare un giro alle ragazze di Beauxbatons, dato che me l’hanno chiesto così gentilmente. Anche tu potresti fare da chaperon al caro Emmett, dato che siete amici di vecchia data.»
Lily non riuscì a rispondere nel modo piccato che preludeva il suo sguardo battagliero, perché la McGranitt congedò tutti gli studenti e gli occhi nocciola della rossa si riempirono solo di una malcelata sofferenza, mentre la sua mente fin troppo creativa le dipingeva Scorpius avvinghiato a quella Angelique.
D’altra parte, non si accorse nemmeno dello sguardo preoccupato che animava gli occhi grigi del biondo, mentre la osservava pensieroso da lontano.
Sentì che qualcosa si era rotto, che lo strano equilibrio eretto da quei pochi appuntamenti per le ripetizioni era stato spazzato via da una valanga di gelosia.
E per quanto fosse difficile da pensare, nell’incapacità di gestire tale sentimento Scorpius e Lily erano fin troppo simili.
 
 
***
 
 
«Che ci fai qui?»
James sputò ogni parola, imprimendola di quanto più disprezzo riuscisse, anche se bastò il suo sguardo vitreo a far tentennare l’espressione conciliatrice di Dominique.
«Speravo di poterti parlare…di poter chiarire…» iniziò la ragazza titubante, appoggiata allo stipite della porta dell’appartamento, il fiatone non più per la corsa.
«Chiarire?» domandò ironico James, con un ghigno che non lasciava presagire nulla di buono.
«Jamie…» bisbigliò lei, una muta richiesta d’aiuto in ogni lettera del suo nome che però venne spazzata via dallo scherno del ragazzo.
«Ah, ora sono Jamie? Vedi, per me è tutto molto chiaro, senza il tuo ausilio. Ammetto di essere stato un po’ confuso nell’apprendere dell’esistenza di un fidanzato, addirittura antecedente a quella sera. O quando non mi hai praticamente più rivolto la parola, nemmeno qualche tempo fa, nel tuo ufficio, ricordi? Ricordi come fui liquidato con freddezza? Mi dicesti di andare avanti, e lo sto facendo. Senza di te, come hai deciso per entrambi. E ora, se non ti dispiace, ti sarei molto grato se te ne andassi da casa mia Dominique Weasley.»
James fece per chiuderle la porta in faccia, ma Dominique mise il piede appena in tempo, e camuffò in modo goffo il lamento spontaneo che seguì il colpo ricevuto.
«James, ti prego. Sono stata una stronza, e hai tutto il diritto di odiarmi. Ma dammi solo la possibilità di spiegarti cosa…cos’ho provato, cos’ho pensato, quanto fossi terrorizzata e-»
«E io non avevo paura secondo te? Non ero spaventato da dei sentimenti che non dovevano esistere, non per te, e che invece esistono cazzo e fanno male, questo non ti è-»
«Esistono.» lo interruppe Dominique, lo sguardo perso e gli occhi lucidi.
«Cosa?» domandò irritato James, non comprendendo perché la cugina sorridesse in quel momento.
«Hai detto esistono. Non hai usato l’imperfetto, hai usato il presente, Jamie. Tu credi che…»
«Devo andare Dominique, non voglio più parlarne. E francamente non…non so se vorrò più parlare con te. Addio.»
James spostò la mano di Dominique dallo stipite, mentre lei lo guardava ferita e con le lacrime agli occhi.
Lo sguardo di lui invece rimase fissato sui suoi capelli, incapaci di sostenere un dolore che sapeva si stesse dipingendo anche sul proprio volto.
Chiuse la porta dolcemente, evitando di sbatterla con violenza.
Sapeva che la violenza c’era già stata, e li stava distruggendo senza bisogno di rumore.
 
 
***
 
 
Hermione Jean Granger cercò di non ridere e farsi andare il the di traverso, mentre guardava il marito sbarrare gli occhi fino a raggiungere un livello degno dei cartoni animati dei Looney Tunes che guardava da bambina.
«Miseraccia, mis-» Ron avvicinò di nuovo la Gazzetta del Profeta al viso, e quando la scostò le orecchie avevano raggiunto una nuova sfumatura di rosso.
«Miseraccia. Noi non eravamo così a diciassette anni, assolutamente. Almeno io non ero così, no?»
Hermione mise su un’espressione incoraggiante, e accarezzò la mano del marito.
«Oh andiamo Ron, sono solo dei normali ragazzi, come lo eravate tu e Harry.»
Ron negò col capo vigorosamente.
«No, assolutamente, lo escludo. Insomma guardali! Questo francese qui è come minimo ventenne, stanno barando. Io e Harry non eravamo così…curati, alla loro età. O alti. O muscolosi.»
Ad ogni aggiunta lo sguardo di Ron diventava sempre più preoccupato ed Hermione dovette fare forza su se stessa per non sbuffare in modo impaziente.
Guardò l’orologio che proprio in quel momento batté le otto meno un quarto, ed Hermione cercò di non far capire al marito quanto considerasse infantile la sua reazione.
Quando la mattina aveva visto in prima pagina della Gazzetta del Profeta la foto dei Campioni di Hogwarts insieme ai Campioni Tremaghi di Beauxbatons e Durmstrang, l’aveva mostrata curiosa ed emozionata a Ron, il quale invece da mezz’ora a quella parte non faceva altro che inveire sull’eccessiva bellezza del Campione francese, o sul corpo atletico degli altri due. Quando poi, leggendo i nomi dei ragazzi, aveva saputo che uno dei Campioni di Durmstrang fosse un lontano parente di Viktor Krum, il suo umore era crollato.
«Ron, saranno pure alti e muscolosi se proprio vuoi pensarla così, ma tu ed Harry alla loro età avete sconfitto Voldemort, tanto per dire. Cos’è che ti turba?» domandò semi-esasperata Hermione, cominciando a sistemare la tavola dove avevano fatto colazione.
«Rose.»
Hermione si bloccò di fronte al lavabo, un piatto sporco di marmellata in una mano e la bacchetta nell’altra.
Non sapeva se ridere o piangere, poiché la sua mente acuta già sapeva come sarebbe andata avanti la conversazione.
«Rose. Tu stai facendo questo... tu sei preoccupato per Rose.» asserì Hermione, osservandolo con uno sguardo serio.
L’uomo annuì, restituendo l’occhiata alla moglie, e iniziò a parlare.
«Voglio dire, guardali! Se sono così loro, figurati gli altri della loro Scuola. E se qualcuno di questi…di questi super dotati ultra forzuti ci provasse con la mia bambina
A quel punto lo sbuffo infastidito che stava trattenendo da quaranta minuti uscì, insieme ad un’espressione incredula.
«Non starai dicendo sul serio spero. Rose ha diciassette anni Ron, è intelligente, in gamba e sa badare a se stessa. Dubito che questo sia il suo tipo di ragazzo, e prima che tu me lo chieda-» lo ammonì immediatamente, vedendo formarsi nel viso del marito un altro commento «- no, non so se ha già avuto un fidanzato, né se gli piaccia qualcuno. Francamente, credo pensi che i ragazzi la distraggano dai M.A.G.O.»
Ron puntò gli occhi azzurri su Hermione, un mezzo sorriso in volto.
«Anche tu eri una ragazza intelligente, in gamba e con la testa sui libri, ciononostante il tuo cuore non riusciva a smettere di battere per me.»
Hermione aprì la bocca per ribattere, irritata, ma alla fine si limitò a osservarlo cruciata.
«Bada bene, Ronald Weasley, stai giocando col fuoco.» lo minacciò con un cucchiaio in mano, prima di posarlo nel lavello.
«Miseriaccia, ora che ci penso anche tu ti sei fatta incantare da Viktor Krum! E se il pronipote-»
«Ron, Viktor ha tre anni più di noi, mica cento.» lo corresse lei.
«Quello che è. Se questo Krum volesse finire l’opera iniziata dall’altro? Merlino, se volesse riconquistarti attraverso Rosie?!»
Hermione cercò di rimanere seria, ma il viso agitato di Ron la fece ridere e di fronte al suo sguardo preoccupato andò ad abbracciarlo.
«Nessuno mi riconquisterà. Dovrei essere io quella preoccupata dei due in questo senso, ti ricordo che Lavanda Brown ha divorziato dal marito e lavora al Ministero come te.»
Ron annuì, rassicurato dalle parole della moglie, e dopo che si furono baciati Hermione uscì dalla porta della cucina.
O meglio, stava per uscire, quando il rosso la chiamò ancora.
«Herm…tu credi davvero che Lavanda voglia riconquistarmi?»
Per il bene di entrambi, Hermione finse di non sentire e uscì di corsa per andare a lavoro.
 
 
***
 
 
Il giorno successivo in effetti Ron non fu l’unico a rimanere stupito dall’articolo della Gazzetta. Harry e Ginny commentarono quanto Albus avesse bisogno di tagliarsi i capelli, Draco e Astoria dovettero constatare che, sebbene non approvassero la scelta di Scorpius di iscriversi al Torneo Tremaghi, Scorpius apparisse decisamente attraente nella fotografia magica, in piedi accanto ad Albus e con il suo sorriso accattivante.
«Degno erede di un Malfoy.» commentò orgoglioso Draco, elogiando la sua postura perfetta e l’espressione determinata.
La realtà però fu che Scorpius quel giorno si svegliò ben poco determinato. O meglio, seriamente determinato a buttarsi dalla Torre di Astronomia.
Ethan gli aveva ricordato che avrebbe dovuto portare in giro le francesi, anche se per la verità incluse se stesso volgendo la frase al plurale.
«Puoi anche andarci da solo con le francesi, io mi sento uno straccio.» aveva risposto Scorpius, trascinandosi giù dal letto e iniziando a vestirsi.
«Solo perché le tue chance con la Potter sono crollate più velocemente della Hawkins durante l’ultima partita di Quidditch dell’anno scorso, non vuol dire che tu ti debba chiudere in clausura, anzi. Le mie fonti hanno confermato che la tua rossa non lo farà, infatti credo avesse appuntamento con faccia da orso – bello il soprannome, vero? – per mostrargli il Parco stamani.»
Scorpius aveva sentito lo stomaco stringersi dolorosamente a quell’informazione, e senza davvero averne voglia si era rassegnato a fare da chaperon al gruppo di Beauxbatons.
Quindi eccolo lì, con Ethan al suo fianco, diretto verso il tavolo della scuola francese che iniziò ad emettere risolini interessati al loro passaggio.
Si fermò accanto ad Angelique, e cercò di assumere un’espressione diversa da quella di un condannato a morte.
Notò che la divisa di Beauxbatons era leggermente più succinta di quella di Hogwarts, cosicché la gonna a scacchi blu e verdi facesse risaltare le lunghe gambe perfette mentre la camicia aderente azzurro cielo mettesse in evidenza il fisico perfetto di ogni studente o studentessa.
Scorpius si chiese se ammettessero a Beauxbatons solo persone geneticamente superiori alla media per bellezza, perché altrimenti avrebbe dovuto ricredersi sull’aspetto fisico della popolazione inglese.
«Ciao, se vuoi possiamo fare quel giro di cui – ehm – parlavi ieri. Oppure no, se hai cambiato id-»
Ma Scorpius fu interrotto dall’esclamazione entusiasta di Angelique, che si alzò immediatamente e baciò su entrambe le guance il biondo Serpeverde.
Scorpius avvertì indistintamente qualcosa cadere e rompersi alle sue spalle, ma era troppo concentrato a capire quello che la ragazza gli stava dicendo, per potersi accorgere del resto del mondo.
«Oui, adeso possiamo fare il tour, tres bien! Ah, ti dispiace se viene anche Eloise? Lei è la mia migliore amica.»
Una ragazza dai capelli più scuri di quelli di Angelique e vispi occhi nocciola si alzò dal tavolo, presentandosi con Ethan.
Scorpius poté distinguere un sorriso malizioso sul volto del migliore amico.
«Sì, credo…non c’è problema. Mmm…vogliamo iniziare dal Parco?»
 
 
***
 
 
Sophie si era sempre reputata una persona empatica, il che le aveva fornito aiuto nell’interpretare i comportamenti spesso schivi della migliore amica, ma quando la vide far cadere un bicchiere dopo aver visto Angelique baciare Scorpius, immaginò che perfino Hugo avesse compreso la situazione.
Cercò di non sorridere sorniona, mentre chiese a Lily se andasse tutto bene.
Lei rispose con eccessiva foga, annuendo in modo poco naturale.
«Sì, una meraviglia, perché non dovrebbe essere così? Emmett dovrebbe venirmi a prendere a breve, credo lo porterò al Parco. Insomma, è bello no? Il Parco, non Emmett, anche se sì, insomma-»
«Lils, respira.» le ricordò Hugo, mentre la rossa beveva un sorso di succo di zucca, e Sophie constatò come stesse facendo evidentemente forza su se stessa per guardare dovunque fuorché verso il tavolo dei Serpeverde.
«Io devo andare, credi di… è tutto ok?» domandò Sophie, alzandosi dal tavolo dei migliori amici e sorridendo incoraggiante quando Lily annuì.
«Sono sicura che Emmett ti farà divertire. Poi mi racconti tutto.»
«Dove vai?» chiese Lily, un po’ preoccupata di non averla attorno, immaginò Sophie.
La mora scosse la testa con indifferenza, caricandosi in spalla la borsa colma di libri.
«Devo finire un tema di Difesa contro le Arti Oscure, e avevo promesso ad una mia compagna che ci saremmo aiutate in Sala Comune. Ci vediamo a pranzo, va bene?»
Quando però uscì dalla Sala Grande qualche minuto dopo non si diresse affatto verso la Torre dei Corvonero, ma al contrario si diresse verso le Cucine.
Il solito senso di colpa le attanagliava le viscere, eppure non poté fare a meno di sorridere quando lo vide.
Era lì, appoggiato al quadro della frutta che fungeva da entrata alle Cucine, e non appena anche lui scorse lei, si aprì in un sorriso smagliante.
«Non credevo fossi serio quando hai scritto di vederci qui.» commentò Sophie, avvicinandosi.
Lui rise appena, dicendole che non c’era miglior modo per inaugurare il loro quarto appuntamento segreto.
«Anche se sei tu a volerli tenere segreti, in realtà.» precisò il ragazzo, accarezzandole l’angolo della bocca.
«Hai un po’ di panna, proprio qui. Aspetta, la tolgo io.»
Sophie non riuscì nemmeno a capire cosa stesse succedendo, quando le labbra di lui si posarono dolcemente sulle sue.
Non era la prima volta, il primo bacio era arrivato qualche giorno prima, ma il cuore della Corvonero perse comunque un battito.
Lo colpì giocosamente sulla spalla, e quello si finse ferito.
«Non puoi fare così…è sleale! E’ un attacco a sorpresa!» lo accusò la mora, mentre l’altro se la rideva sotto i baffi (che non aveva, in realtà).
«Mi dispiace, ma questo è il pacchetto pieno di sorprese che ti sei scelta. A proposito di sorprese, vogliamo entrare?» commentò lui, ridacchiando.
Sophie strinse la mano che gli veniva porta e sorrise anche lei, giurando a se stessa che l’avrebbe detto a Lily quel giorno stesso.
«Albus Potter, tu non finirai mai di stupirmi.»
 
 
***
 
 
Il Parco si estendeva sotto i suoi occhi, e Lily si beò del sole placido autunnale, mentre guardava il manto della Foresta Oscura cambiare sotto i suoi occhi, tingendosi sempre di più di rosso e marrone sanguineo, e in alcuni punti già scoprendo i rami contorti alla luce tenue.
«Qui è davvero bellissimo, Lily. Siete molto fortunati.»
La rossa si riscosse e guardò il suo interlocutore, a fianco a lei.
«Credo di sì. Com’è Durmstrang? Immagino sia molto diversa da Hogwarts.»
Emmett annuì grave, lasciandosi poi andare ad un sorriso, e Lily ricambiò meditando che anche se i tratti di lui fossero davvero diversi da quelli di Scorpius, c’era una dolcezza molto particolare in quegli occhi scuri nascosti da folte sopracciglia.
«Fredda. Davvero fredda. Alcuni di noi hanno avuto difficoltà a dormire, la temperatura nelle stanze che ci avete gentilmente lasciato è molto…calda. Scusa, non so molte parole di inglese.» aggiunse Emmett, ma Lily gli fece capire che non era importante.
«Io non so nulla di bulgaro, quindi non credo che tu debba scusarti di nulla. Sei molto bravo, sul serio. Ah, non te l’ho ancora chiesto: sei davvero imparentato con Viktor Krum?»
Emmett annuì di nuovo, anche se Lily percepì un lieve cambiamento di umore nella rigidità appena accennata che si era impressa sui tratti grezzi del suo viso.
«E’ mio zio, anche se tendo a non volerlo dire molto. Essere parenti di una persona famosa non è sempre facile.»
Lily lo guardò ritrovandosi ad annuire senza accorgersene.
«Non so se te l’hanno detto, ma mio padre è Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto, mentre mio zio e mia zia sono Ron Weasley ed Hermione Granger, i migliori amici di Harry Potter, nonché insieme a lui i Salvatori del Mondo Magico. Quindi sì, credo di capirti.»
Emmett si unì alla risata che scaturì da Lily, e i due ripreso a conversare tranquillamente fino a che non arrivarono di fronte all’entrata del Campo da Quidditch.
A pochi metri da loro si trovava un gruppo di quattro persone, e quando Lily comprese chi fossero si ritrovò la gola asciutta e un nodo alla bocca dello stomaco.
«Quello è Malfoy, l’altro Campione, con Angelique. Non mi ricordo il suo nome…» commentò Emmett, e Lily sussurrò piano la risposta.
«Scorpius. Si…si chiama Scorpius.»
In quel momento Ethan doveva aver fatto una battuta, perché sia biondo Serpeverde sia entrambe le ragazze dalla bellezza quasi impossibile si misero a ridere.
Lily si accorse che Angelique non aveva occhi che per Scorpius, e quando la francese gli pizzicò giocosamente il braccio e lui le rivolse un sorriso, la Grifondoro sentì delle lacrime amare pungerle gli occhi e disse a mezza voce ad Emmett che doveva rientrare per studiare, ma purtroppo non fu abbastanza veloce: come attratto dalla sua voce Scorpius si voltò verso di loro.
Lily si girò, incapace di guardarlo, e senza aggiungere una parola si diresse a grandi passi verso il Castello.
Le lacrime cominciarono a sgorgare impetuose e si odiò prepotentemente, accelerando il passo quando avvertì qualcuno che la chiamava e immaginando fosse Emmett.
Arrivò di corsa alle scale ma non volendo essere vista piangere cambiò strada, e pensò di evitare la folla rifugiandosi nell’Aula adibita a redazione di Felix Felicis, poco più in là.
Aprì la porta e si sedette su un banco, cominciando a respirare profondamente per riacquistare la calma.
Quando qualcuno le alzò il mento pensò di non aver sentito la porta a causa dei propri singhiozzi.
E incrociando un paio di occhi grigi, avvertì di trattenere il fiato, la mente improvvisamente vuota.
 
«Potter, che diavolo combini?»
 
 
***
 
 
Scorpius stava odiando ogni minuto di quel tour. Continuava a pensare ad Emmett e Lily insieme, e da quando li aveva visti da lontano ridere e scherzare, all’incirca vicino alla Sala Grande un paio d’ore prima, un’immagine fissa di loro due che si baciavano con passione continuava a tartassargli il cervello, impedendogli di anche solo sembrare interessato al blaterare delle francesi.
Sebbene Angelique ed Eloise si fossero rivelate più intelligenti ed interessanti di quanto si aspettasse – ad esempio Angelique parlava fluentemente quattro lingue oltre il francese, mentre Eloise aveva studiato in America per due anni -, Scorpius non riusciva proprio a concentrarsi sulle loro parole.
In compenso Ethan come suo solito sapeva mantenere la conversazione attiva e vivace, e il piccolo Malfoy doveva solo fingere un sorriso mentre cercava di seguire i dialoghi degli altri.
Angelique aveva dimostrato abbastanza chiaramente il suo interesse per Scorpius, ma il ragazzo non riusciva a fare a meno di rivivere con la mente ogni istante delle sue lezioni di Incantesimi con Lily, e notare le differenze abissali tra le due.
 
«Non ti concentri abbastanza Potter. Merlino, devi solo riempire questo bicchiere d’acqua, non mi sembra difficile.»
Scorpius l’aveva guardata rabbuiarsi, irritata dai propri fallimenti, e infine sbuffare in modo teatrale che lei non sarebbe mai stata una Strega decente.
«Mi arrendo, getto la spugna.» aveva esclamato infine, lanciando uno sguardo di odio puro all’innocente calice vuoto di fronte a lei.
«No Potter. Col goblin che ti arrendi, non lo permetterò. Nessun mio allievo ha mai fallito.»
Lily aveva sollevato un sopracciglio, guardandolo divertita.
«Hai una lunga esperienza di insegnamento?»
Scorpius aveva sorriso mellifluamente, e aveva risposto:
«Finora sei l’unica allieva, il che già dovrebbe darti motivo di credere in te stessa. Io non assumo casi disperati, e non ti permetterò di rovinarmi la mia percentuale dello 0% di fallimenti.»
«Non puoi fare una percentuale se il tuo unico caso sono io!» aveva protestato ridendo Lily, ma Scorpius le aveva sorriso fieramente.
«Faccio quello che mi pare, Potter, perché comando io qui. E ora concentrati, immagina di essere in un deserto e di avere solo la bacchetta con te-»
«In un deserto con un calice?» ridacchiò Lily, ma Scorpius la zittì con uno sguardo severo.
«Concentrati. Aguamenti al mio tre. Uno…due…tre!»
«Aguamenti!»
Lily aveva chiuso gli occhi e aveva sussurrato piano, quasi non fosse sicura di volerlo dire.
Eppure Scorpius vide i suoi occhi nocciola aprirsi con gioia, quando un leggero getto d’acqua riempì il calice fino all’orlo.
«Ce l’ho fatta! Io…Noi ce l’abbiamo fatta!» aveva urlato Lily e Scorpius aveva sorriso, guardandola prendere il bicchiere in mano e bere un sorso d’acqua per accertarsi che fosse vero.
«Te l’avevo detto Potter, io non accetto mai casi disperati.»
 
Angelique sapeva fin troppo quanto fosse fuori dal comune, Lily invece non ne aveva la più pallida idea.
E Scorpius si trovò a pensare che il sorriso di chi è sorpreso dal proprio successo non avrebbe mai piegato le labbra perfette di Angelique.
E lui amava tanto quel sorriso sulle labbra screpolate di Lily.
Erano arrivati al Campo da Quidditch, ed Ethan doveva aver fatto riferimento a qualche caduta rovinosa di Scorpius in una delle partite, quando il biondo sentì chiaramente il suo nome.
Il suo nome detto da quella voce.
Si voltò e fece appena in tempo ad incrociare gli occhi nocciola di Lily, prima che questa si girasse e corresse via in fretta.
Non abbastanza velocemente perché Scorpius non la vedesse piangere.
Si ritrovò ad urlare internamente a quell’idiota di Krum di rincorrerla, di fare qualcosa maledizione!
Ma Emmett rimase lì, stupito, e Scorpius imprecò sottovoce prima di inseguirla.
 
«Potter, che diavolo combini?»
La sua voce era dolce, intenerita e preoccupata dagli occhi rossi e dai segni freschi che le lacrime avevano tracciato sulle guance coperte di efelidi.
Lily sembrava stravolta dal vederlo lì, e Scorpius fece apparire un pacchetto di fazzoletti sul bancone.
«T-ti reputi un vero insegnante, ma non mi hai mai fatto vedere questo trucco.» scherzò Lily, cercando di alleggerire l’atmosfera mentre si asciugava gli occhi.
«Ho fatto evanescere il pacchetto che tengo sul comodino, e l’ho fatto riapparire qui. E’ un livello esperto, non so se sei pronta. A parte gli scherzi…cos’è successo? Krum…Krum ha detto o fatto qualcosa che-» iniziò Scorpius, cercando di trattenere la rabbia che quelle parole gli istillavano.
Lily scosse la testa, negando che Emmett avesse fatto alcunché di sconveniente.
«E allora perché stai piangendo?»
Scorpius sospettò che stesse cambiando argomento, quando gli chiese invece perché lui l’avesse rincorsa.
«Non eri impegnato con Angelique?» domandò Lily, pronunciando il nome dell’altra quasi come se gli costasse molta fatica.
Scorpius sollevò le spalle, in un gesto indifferente.
«Più che altro stavo reggendo la candela, Ethan vuole farsi Eloise, la sua amica, ma io credo…non sono il mio tipo. Lei non è il mio tipo.»
Lily si alzò dal banco e lo guardò dritto negli occhi, avvicinandosi lentamente.
«E qual è…qual è il tuo tipo? Insomma lei dovrebbe essere il tipo di ogni ragazzo, suppongo.»
«Io non sono come gli altri ragazzi, Lily.»
Non seppe cosa gli avesse dato il coraggio necessario per chiamarla per nome, ma lei non protestò e anzi accennò un sorriso, avvicinandosi sempre di più.
Erano a pochi centimetri l’uno dal viso dell’altro, quando sentirono la porta aprirsi.
Lily si spostò quasi Scorpius stesse andando a fuoco – nel vano tentativo di non far vedere come stessero entrambi andando a fuoco.
La McGranitt guardò Lily, poi Scorpius, e di nuovo Lily.
Infine parlò velocemente, lanciando un’occhiata furtiva all’orologio.
«Signor Malfoy, l’ho cercata ovunque. Lei e il signor Potter siete pregati di venire nel mio ufficio e signorina Potter…»
La donna sembrò accorgersi che Lily avesse appena pianto, quindi accennò un sorriso e addolcì l’espressione in volto quando si rivolse a lei.
«Finito l’incontro con loro vorrei vedere anche lei. Si presenti fra un’ora, credo sarà sufficiente. Andiamo, signor Malfoy?»
Scorpius non riuscì a dire più che un “Ci vediamo” all’indirizzo della rossa, e mentre usciva dalla stanza, sospettò che anche lei come lui avesse l’impressione di aver appena perso qualcosa.
Di aver appena sprecato un momento per capirsi, finalmente.
 
 
***
 
 
Albus aveva l’orribile sensazione di essersi svegliato per scoprire che i M.A.G.O. fosse quel giorno, quando la professoressa McGranitt l’aveva convocato nel suo Ufficio.
Dopo essere andata a recuperare Scorpius, stranamente più taciturno del solito, la Preside aveva brevemente illustrato loro come si sarebbe strutturato il Torneo Tremaghi.
Come da tradizione si sarebbero svolte tre prove, a distanza di circa due mesi l’una dall’altra.
La Prima Prova avrebbe avuto luogo a novembre, a dicembre ci sarebbe stato il Ballo del Ceppo, giusto prima delle vacanze di Natale.
Quando disse quelle parole la McGranitt ignorava che nelle menti dei due giovani si stavano già dipingendo immagini idilliache: Scorpius sognava ad occhi aperti il vestito che Lily avrebbe indossato, come lo avrebbe guardato e quanto sarebbe stato meraviglioso ballare stretto a lei; mentre Albus immaginava Sophie in abito lungo, con quel sorriso che gli stava stregando il cuore.
L’anziana donna concluse dicendo che la Seconda Prova si sarebbe tenuta a gennaio, mentre l’ultima, che sarebbe stata la più impegnativa, sarebbe stata dopo le vacanze di Pasqua, di modo da finire il Torneo Tremaghi per metà aprile e potersi concentrare sugli esami.
«Ovviamente» ci tenne a precisare la Preside «l’intero corpo docenti osserverà attentamente le vostre prestazioni nel corso della gara, e valuterà come opportunamente essere si potranno considerare durante gli esami. Nel caso per esempio riusciate a maneggiare un incantesimo perfettamente in una Prova, ma ai M.A.G.O. per la tensione siate meno efficaci, in questo senso. Non azzardatevi a pensare a favoritismi, perché ad Hogwarts non esistono e mai esisteranno.» concluse severamente la McGranitt, come se uno dei due avesse silenziosamente avanzato qualche pretesa.
Dopodiché congedò entrambi.
Una volta usciti, Albus guardò Scorpius di sottecchi e notò quanto sembrasse distratto.
Si schiarì la voce per attirare la sua attenzione, e quando la ottenne iniziò a parlare.
«Sai, non credevo che sarebbe arrivato questo momento ma credo…credo dovremmo iniziare a vederci più spesso.»
Scorpius mise una mano sul cuore in modo teatrale e sfoggiò un vero ghigno da Serpeverde.
«Potter non credevo fossimo a questo punto del nostro rapporto. Onestamente, sono imbarazzato, io non pensavo di piacerti tanto e-»
«Oh piantala!» sbraitò Albus, diventando rosso in zona orecchie e odiando i geni Weasley per averlo fatto somigliare ad una teiera in ebollizione.
«Intendevo per provare incantesimi, ripassare pozioni e cose simili. Che ci piaccia o no siamo su questa barca insieme, e dobbiamo imparare a remare contemporaneamente, o non ci muoveremo di un millimetro. Ti va bene giovedì mattina? Anche voi Serpeverde del Settimo Anno dovreste avere ora studio, no?»
Scorpius confermò l’ipotesi del Grifondoro, e si misero d’accordo per trovarsi il giorno stabilito nell’Aula di Difesa contro le Arti Oscure, che la McGranitt aveva messo loro a disposizione quando ne avessero avuto bisogno.
«Dico a Lils di chiederlo alla McGranitt, mi ha detto che deve parlare anche con lei ora. Vado, ci vediamo giovedì Malfoy.»
Scorpius salutò Albus e per un secondo considerò l’idea di aspettare Lily lì di fronte allo studio della Preside, ma all’improvviso ebbe paura che il discorso di prima avesse causato troppo imbarazzo.
Alla fine sospirò e decise di avviarsi verso la Sala Comune Serpeverde, ignaro di quello che vi avrebbe trovato.
 
Col senno di poi, considerò che forse sarebbe stato meglio se avesse aspettato Lily.
Di sicuro, almeno, si sarebbe risparmiato un paio di lividi.




Angolo Autrice:


Dopo esattamente nove giorni dall'ultimo aggiornamento (e quindi entro il tempo massimo di 10), ecco a voi il nuovo capitolo! Sicuramente più corposo sia come lunghezza sia come avvenimenti. Spero vivamente vi piaccia tanto quanto piace a me, e spero vorrete condividere come al solito le vostre opinioni a riguardo lasciando una recensione ;) Ringrazio infinitamente le 42 persone che hanno inserito la storia nelle seguite e i miei tre fan ricorrenti che hanno voluto dire la loro anche sullo scorso capitolo, con mia grande felicità: La_Fra, Maga_Merlina e OKUMA! Spero di aver soddisfatto tutti o quasi, e non sapete quanto mi sia divertita nella scena tra Ron ed Hermione. Credo li userò più spesso :D
Spero di sentirvi presto, intanto vi auguro un buon weekend! <3

 
  
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