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Autore: A r o h a    01/10/2016    5 recensioni
|AU| Ennesima Storia a OC xD | Iscrizione aperte fino a Lunedì 20/06 |
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Il villaggio di Akuma è poco conosciuto e non è segnato sulle cartine, ma i pochi turisti lo amano per l'ospitalità dei suoi abitanti e le milioni di leggende che circolano nelle strade.
Nessuno sa che quel villaggio in realtà è protetto dalla dea della caccia Hanta, la quale ha disperato bisogno d'aiuto.
Momoro è un vecchio il cui destino ha imposto il ritrovamento del suo castello, Haru il figlio con in mano il destino della scuola. Un nemico si sta risvegliando, tutti sono all'oscuro della verità.
Toccherà alla futura generazione di cacciatori salvare la loro dea e cercare di non morire.
_*_
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Capitolo V 

•primo atto •
 
_Strange Events 






Nella stanza l'atmosfera era molto tesa.
Il preside Haru era in piedi, girato di spalle verso la grande finestra del suo studio, coperta da una patina di gelo. Indossava il suo miglior completo, nero gessato, aveva i capelli disordinati ma che gli conferivano un aspetto affascinante. A giudicare da come si tormentava le mani e dal sudore che gli colava sul collo, era molto nervoso.
-Le avete parlato?- domandò la voce sommessa della professoressa Heart, ritta dietro la scrivania del suo maggiore, accanto al professor Ulpin.
-Non ancora, lo farò questa sera, quando tutti saranno nelle rispettive stanze...- fu la risposta secca del preside, la sua voce era stranamente roca e velata dalla preoccupazione.
-È davvero così imminente... la guerra, intendo – aggiunse il professor Ulpin, gli occhi neri trapassati da una luce di fatica e tristezza.
-Non lo so, solo lei potrà dirmelo...- Haru si voltò, sedendosi sulla grande poltrona nera dietro la scrivania in mogano. Incrociò le mani sotto il mento, poggiando i gomiti sulla superficie del tavolo.
Era evidente che la risposta era , forse la situazione stava degenerando e il tempo accelerando davvero troppo in fretta. I due professori si scambiarono un'occhiata allarmata.
-Non sono ancora pronti... - esalò la Heart - ...Sono appena due mesi che sono qui... -
-Ma non sono studenti normali Katherine, lo hai potuto costatare tu stessa, sono stati scelti... e Lei non ha sbagliato, non ha mia sbagliato... - gli occhi di Haru si velarono di un ricordo lontano.
-Non sanno di aver fatto il giuramento... ma sanno di essere speciali, bizzarro no?- Ulpin si grattò il mento pensieroso, con uno strano sorriso affiorato sul volto.
-Non è uno scherzo, è il momento di addestrarli sul serio...credo che saremmo arrivati alla primavera, invece no...è molto più vicino...- lo sguardo del preside si perse nel vuoto.
-Faremo il possibile signore!- esclamò la Heart drizzando la schiena – Cominceremo da oggi l'allenamento!-
-Ma...- Ulpin boccheggiò a vuoto, stringendo i pugni all'improvviso.
Haru lo guardò con un sorriso comprensivo – Ti sei affezionato alla ragazza vero?- sorrise leggermente, come se sapesse la situazione in cui Ulpin si trovava.
-L'ho cercata per tanto tempo, mi è stata affidata... non posso farci niente, Haru – l'uomo si tormentava i bottini dorati della camicia semi aperta, gli occhi petrolio scintillarono.
-Proprio per questo non voglio perderla proprio ora, sono tutti ancora impreparati...-
-Non abbiamo scelta, cambieremo strategia e io cercherò di contattare l'Ordine... - Haru annuì in silenzio, segnandosi nella mente quella cosa così importante.
-Io direi di aspettare...- sulla soglia della porta apparve un uomo slanciato, dai capelli e una barba viola, l'unico occhio visibile dai capelli era nero e freddo.
In due falcate si avvicinò ai due professori, beccandosi occhiate stizzite da parte della Heart.
-In questo momento l'Ordine sta lavorando da solo, hanno una nuova recluta, mi è stato appena riferito. É una persona molto importante, quella che cerchiamo e ci serve – disse imperterrito, con un tono di voce piatto ma deciso.
-Percival...- ringhiò la Heart – Lascia che il preside si occupi della faccenda da solo...-
-Ti ricordo Katherine, che facevo parte dell'Ordine. Con tutto il rispetto per Haru, credo di esserne un po' più informato, non credi?- terminò alzando un sopracciglio violetto.
La donna sbuffò incrociando le braccia al petto – Comunque sia signore, io provvederò per quel che è possibile ad addestrarli...molti di loro sono già bravi – sembrò lanciare uno sguardo eloquente a Ulpin, che sebbene con un sospiro molto contrario, annuì.
-Lascio la loro preparazione a voi... e quando Lei vorrà, rivelerò loro del giuramento...- fece il preside spianando i palmi delle mani sulla scrivania.
-Bene, direi che potete andare, buon lavoro a tutti! Addestrateli a non morire...-

 
~♦~


Un piccolo e sottile manto di gelo, copriva il terreno e i rami secchi e spogli degli alberi.
Il patio era gelato e la temperatura molto bassa, nonostante fossimo ancora ai primi di Novembre.
Gli studenti si scambiavano sguardi confusi, mentre avanzavano come soldati verso la loro classe esterna di Combattimento con Spade. Appena misero piede fuori dalla porta scorrevole, la pelle si gelò e il respiro quasi venne meno. Si strinsero di più per cercare di trasmettersi calore l'un l'altro.
Dopotutto l'abbigliamento che indossavano non era consono al clima esterno. Il professor Ulpin aveva detto loro di cambiarsi negli spogliatoi con i vestiti che avrebbero trovato.
Inizialmente tutti avevano pensato ad uno scherzo, molto possibile dato che si trattava del professor Ulpin, ma alla fine avevano capito che la cosa era seria e così avevano ubbidito agli ordini.
Erano stati smistati in due squadre, una gialla e una rossa, contrassegnata dal colore delle loro maglie senza maniche. Per il resto erano tutti in nero, pantaloni, stivali da montagna e scalda braccia in lana che coprivano anche i palmi delle mani. Il freddo però era davvero pungente e difficile da contrastare con un vestiario simile.
Si stupirono ancora di più quando raggiunsero il loro professore e scoprirono che al suo fianco c'era anche la Heart. La donna si era legata i lunghi capelli corvini e sorrideva loro con molta malizia.
-Vedo che vi siete preparati!- esclamò battendo le mani. Intorno a lei stavano decine di sacchi neri con delle frecce colorate di rosso e giallo.
-Che significa tutto questo?- domandò Atsuya impaziente – Una sfida a squadre?-
-Precisamente Atsuya!- rispose Ulpin – Siete stati divise in base al caso in due squadre, contrassegnate dai rispettivi colori, perché oggi giocheremo a qualcosa di molto interessante!Sarà una sfida che testerà le vostre abilità di sopravvivenza nel bosco e il lavoro di squadra -
Mayumi starnutì rumorosamente.
-Lo so che sentite freddo...- il professore rivolse un caloroso sorriso – Ma dovete imparare a combattere anche a temperature estreme e con vestiti più comodi. Dovete crearvi una corazza...comunque, direi che possiamo passare a spiegare il regolamento!- lanciò un'occhiata alla Heart, che annuì e proseguì il discorso.
-Sono stati creati manichini e bersagli e sono stati sparsi per tutto il bosco, il vostro compito è quello di colpirli con le frecce, così facendo farete guadagnare punti alla vostra squadra...-
Jul e Star alzarono contemporaneamente la mano guardandosi in cagnesco.
-No ragazze, non potete usare le vostre frecce, altrimenti le mie ore passate a colorare queste saranno state perse!- ammonì la donna in tono truce e le due abbassarono le mani borbottando.
Dallo sguardo della Heart, non provarono nemmeno e controbattere- Se vedete bersagli già colpiti non potete fare altrettanto e dovete passare avanti-
-Se incontrate qualcuno della squadra avversaria, dovete combattere contro di lui...e no Daphne, non dovete ucciderlo...- la bionda fece una linguaccia di nascosto a Ulpin – Basterà che lo disarmiate come nella prima lezione. Poi una volta fatto ciò, ridate l'arma al compagno e gli prendete dalla spalla queste...- tirò fuori dalla sua giacca nera una piccola scatolina bianca.
Dentro vi erano tante piccole striscioline adesive da attaccare sulla spalla, dei colori delle squadre.
-Ricordate ragazzi, questo è un gioco, pertanto vorrei che vi non uccideste a vicenda!- ammonì la professoressa incrociando le braccia – CHIARO?- tutti annuirono insieme con decisione.
Lo sguardo della Heart si rilassò e diede segno ai ragazzi di mettersi in fila per poter attaccare le varie striscioline.
-Io e la professoressa saremo in giro nel bosco a cavallo, se sentite uno scampanellio non preoccupatevi, siamo solo noi...- Ulpin attaccò una strisciolina sul braccio di Irina, che se ne andò trotterellando emozionata.
-E se succede qualcosa?- domandò Ayaka sistemandosi i ventagli nella cintura.
-Mi dispiace...- Ulpin scosse la testa - ...Ma come ho già detto dovete cavarvela da soli e cercare una soluzione...- e su questa nota felice, le due squadre si separarono.
-Ricordate di decidere i capitani!- gridò la Heart prima di vedere i suoi alunni sparire nella boscaglia gelata di Novembre.




Il rumore dei passi risuonava come un eco, mentre la squadra rossa marciava verso un punto indeterminato dove poter decidere una strategia.
La terra era bagnata e si appiccicava alla suola degli stivali, risuonavano rumori secchi di rametti spezzati e il canto dei pochissimi uccelli rimasti prima di emigrare.
-Oh!- Mayumi si strozzò con la saliva mentre rischiava di cadere a terra, inciampando in una radice dispettosa. Per fortuna ci fu subito Irina accanto a lei che la prese per un braccio.
-Fate attenzione!- gridò Paolo da inizio gruppo – Il terreno non è così sicuro!-
-Grazie eh...- borbottò Irina roteando gli occhi. Si stavano arrampicando su una piccola collina, coperta da un sottile strato di neve e di alberi dai lunghi rami intrecciati e le grandi radici che fluivano in superficie come tante trappole per inciampare.
Tirarono un sospiro di sollievo solo quando furono in cima, in un minuscolo spiazzo dotato di un vecchio tronco caduto e qualche masso coperto di brina.
I ragazzi si gettarono sul tronco per accaparrarsi un posto a sedere, eppure erano circa una quindicina di minuti che camminavano.
-Spostati!- esclamò Star rifilando una gomitata a Gianluca, che fu costretto a rimanere in piedi.
-Gian mettiti qui!- esclamò l'amica Elissa, battendo dolcemente sulla roccia che sembrava poter contenere un altra persona. Il ragazzo però ringraziò con un gesto della mano e preferì stare in piedi.
Elissa aveva notato un sottile rossore sulle sue guance, ma poteva essere tranquillamente il freddo, perché anche le sue erano di un bel colorito vermiglio, oltre ad avere la punta del naso congelata come tutti.
Per alcuni secondi aleggiò un lungo silenzio, interrotto solo da qualche starnuto.
-Dannati professori!- sbottò Afuro imprecando – Di questo passo la pelle mi cadrà a pezzi!-
-Zitta signorina!- ribatté di nuovo Star spingendolo a terra dal tronco, così da avere un bello spazio tutto per sé.
-Lurida...- ruggì il biondo mentre si rialzava. Sentiva che la poca neve era entrata negli stivali e gli aveva bagnato i calzini, oltre al sedere completamente gelato.
-Bhe...- Irina si schiarì la voce - ...Direi che dobbiamo decidere un capitano...che dite?- lanciò sguardi mortificati ai compagni – Io voto per...Elissa!-
La castana scattò in piedi, una piccola nuvoletta bianca le uscì dalla labbra – IO?!-
-Si tu!- Ayaka la guardò con gli occhi lucenti -Tu sei perfetta!- la compagna sapeva benissimo cosa si celava dietro quel complimenti e fu grata a Ayaka per non averlo detto.
Anche Touko e Mayumi si sentirono d'accordo e così subito anche altri cominciarono ad alzare le mani per votare. La Merlay continuava a balbettare qualcosa sul fatto che non era adatta e gesticolava impazzita in direzione dei suoi migliori amici, che invece ridacchiarono e si unirono alla votazione.
-No, davvero, io non sono adatta!- si risedette sul tronco esausta.
-Io propongo di votare per me!- gridò Star alzandosi in piedi e lo sguardo di Elissa si illuminò.
-Star ha ragione! È meglio lei di me, credetemi!-
-Voterò anch'io la manesca – ammise Afuro scoccandole un occhiata di sfida.
-Ma c'è comunque una disparità...- fece calma Mayumi – Perciò Elissa, tu sarai il nostro capitano!-
La Kareyama si risedette sul tronco grugnendo imprecazioni e parole poco educate in direzione dei suoi compagni di squadra. Ma ormai era fatta e la 'Pantera Rosa' era il capitano.
-Gra...grazie...- gracchiò la riccia imbarazzata – Beh...direi che allora possiamo cominciare con la gara, altrimenti la squadra gialla ci soffierà via tutti i bersagli!-
-Propongo di dividerci a coppie o in trii, così da non rimanere da soli in caso emergenza!- tutti risposero alla proposta con un prorompente “sì”. Fu così allora, che la squadra rossa capeggiata da Elissa Merlay, partì per vincere la sfida.








Dall'altra parte del bosco, la squadra gialla si era già divisa da un pezzo.
Era stato facile decidere il capitano, perché Daphne si era imposta come un tiranno e siccome a nessuno faceva piacere battibeccare – sebbene Akio e Jul ci avessero provato – decisero di concludere lì la questione. Esattamente come la squadra avversaria, avevano deciso di separarsi per avere più possibilità di vittoria.
Aki era capitata con Jul, inizialmente si era pensata a qualche rissa per un cambio di coppia, invece la corvina si era dimostrata molto tranquilla e aveva accetto senza problemi la compagnia della verde. Da ormai una decina di minuti, camminavano a passo spedito nel bosco.
Juliette aveva incoccato una sacco di frecce e a ogni minimo rumore del bosco sembrava essere pronta a uccidere qualcuno, tuttavia però ancora non avevano visto alcun bersaglio.
Aki era nervosa, le tremavano le mani e ogni passo che compieva era fatto a fatica e con lo sguardo basso e timoroso. Si era legata i corti capelli come poteva, quindi dalla nuca le spuntava un piccolo codino verde. La sciabola dorata al suo fianco era calda e sembrava voler essere sguainata.
In segreto Aki ci aveva provato, nella sua camera quando Mayumi era via aveva provato qualche affondo e difesa, ma ogni volta la mano le tremava e l'arma le cadeva a terra.
Durante le lezioni cercava sempre di nascondersi per non essere scelta nelle dimostrazioni, e la cosa funzionava il più delle volte, perché non era la migliore del corso.
Ma ora voleva far vincere la sua squadra e dimostrare il suo valore, ora era da sola con Jul e forse avrebbe potuto davvero provare a lottare senza imbarazzo;anto la compagna non sembrava una tipa dedita alla conversazione.
-Eccolo!- Jul come un fulmine incoccò una freccia gialla e la lanciò. Ci fu un rumore sordo e un cigolio, il bersaglio colpito si trovava a metri di distanza ma Juliette era riuscita in un centro perfetto.
-Com...come lo hai...- boccheggiò Aki ammirata.
-Un gioco da ragazzi!- alzò il naso la corvina, poi prese altre due frecce e ricominciarono a camminare. Qualche passo nel sentiero ghiacciato e altri due bersagli furono colpiti, sottraendoli alla squadra rossa.
-Devi avere più fiducia in te...- Jul si abbassò per schivare un ramo grosso e la verde le andò subito dietro, confusa -Scusa?- domandò.
-Sei troppo buona, in un vero combattimento dubito che sopravviveresti...e Aiden non sarà sempre lì a coprirti le spalle...- il viso della Kino divenne paonazzo e cominciò a balbettare parole senza senso. Jul colpì un altro bersaglio e si girò, con l'arco ancora in posizione per tirare.
-Aiden è tuo amico...- le rivolse un piccolo sorriso -...ma devi imparare a cavartela da sola, in questo mondo è dura sopravvivere...-
-La mano mi trema se tocco l'arma...- sussurrò Aki scoraggiata.
-Ma nonostante ciò lei ha scelto tu...non puoi piegare il destino, è ora che combatti...-
Si sentì un ramoscello spezzarsi, poi un fruscio in direzione di una coppia di cespugli secchi.
-Vediamo come te la cavi con lei...- Jul spinse la compagna in avanti.
Dal cespuglio era appena spuntata Touko.





-Mayumi, visto qualcosa?- gridò Irina dal basso dell'albero.
-Tre bersagli a cento passi da qui!- esclamò la ragazza, in piedi sopra uno spesso ramo.
Si scostò dei piccoli ciuffi di capelli dalla fronte, poi spiccò un balzo atterrando con grande maestria sul terreno.
-Aaah!- respirò a fondo allargando le braccia – Amo arrampicarmi!-
Irina ridacchiò e ripresero in fretta a camminare verso i bersagli. La rossa aveva l'arco e la faretra sulle spalle, ma un po' tremava al pensiero di doverli usare, non era di certa esperta.
-Adesso!- erano ormai vicini ai due bersagli, appesi con una vecchia corda a due rami di due alberi diversi, posti a grande distanza tra loro.
-100 punti se li becchi entrambi!- scherzò Mayumi spingendo in avanti l'amica.
Irina la guardò con in voltò un sorriso affilato – Mi sono allenata, non sono bravissima, ma ce la farò!- prese due frecce rosse e si posizionò, tendendo bene la corda dell'arco. Si leccò le labbra, socchiuse leggermente gli occhi e fece partire le frecce. I bersagli dondolarono violentemente quando furono colpiti.
-Bum!- Mayumi batté forte il cinque alla rossa, raggiante come non mai – Bella mossa Irina!-
La ragazza arrossì leggermente, soddisfatta di sé. Non era certo un talento come Elissa, Jul o Star, ma dopo tanti allenamenti sembrava sapere il fatto suo.
-Niente male bellezze!- le due ragazze si girarono di scatto, Mayumi impugnò subito la sua katana, Irina afferrò una freccia e la tese davanti a sé. Erano schiena contro schiena.
-Conosco questa voce...tsk, non ci credo...- sbuffò Irina abbassando leggermente l'arco- AKIO!!-
Il ragazzo comparì da dietro un albero, il ciuffo castano che gli copriva gli occhi diabolici come il suo sorriso. Accanto a lui stava invece il suo opposto, Shirou, con uno sguardo serio.
-Sembra proprio che dobbiamo combattere!- Akio alzò le spalle, osservando le fascette rosse che le due amiche portavano attaccate alla spalla.
-Se vi arrendete vi risparmierò la fatica, oltre che la reputazione!- ghignò.
-Mi dispiace, la tua proposta è allettante, ma vorrei proprio conquistare altri due punti per la mia squadra...- ribatté Irina, gettò l'arco a terra e si sfilò il macete dalle spalle, impugnandolo saldamente tra le mani.
-Quale onore, combatterò con molto piacere con te!- Akio si diresse verso la rossa a passi lenti, mentre con estrema calma prendeva la sua lunga spada nera, appesa al fianco.
-Allora io penserò a te, Shirou – disse Mayumi squadrando il grigio con un sorrisino compiaciuto -Ti va?-
-Sono pronto!- rispose il ragazzo, sfrecciò in avanti con un pugnale di ferro, dando inizio alle danze.
Le due ragazze si separarono, scoccandosi un ultima occhiata e annuendo in silenzio.
Ora sembrava il momento adatto per testare le loro armi gemelle.
Akio si muoveva velocemente, di sicuro era migliorato nel corso di un mese, ma Irina riusciva a tenergli testa perfettamente. Le due armi cozzava violentemente tra di loro, creando piccole scintille che rendevano l'aria ancora più elettrica.
Akio si gettò in un affondo, Irina parò con il macete, poi fece roteare l'arma sopra la sua testa e gli rifilò con l'elsa un potente colpo alle scapole. Akio soffocò un grido, un debole rivolo di sangue gli calò dalla bocca, ma riuscì a farsi indietro prima di ricevere un altro colpo.
Irina socchiuse gli occhi smeraldini, il respiro corto e esitante dopo aver visto il sangue cadere.
Non doveva uccidere né fare troppo male, ma quel colpo le era venuto irrazionalmente.
-Giochi...duro, ragazzina...- Akio si asciugò le labbra con il dorso della mano – Lo farò anch'io!Non mi risparmierò di certo solo perché sei una ragazza!-
L'occhiata pazza che le rivolse scacciò subito i pochi secondi di esitazione e dispiacere della Redfox. Di nuovo le spade si incontrarono a mezz'aria, questa volta fu proprio Irina a soccombere e imprecare, mentre la spada nera dell'avversario le sfiorava una guancia.
Sentì qualcosa di caldo colarle sulla pelle, ma proseguì, lanciandosi occhiate intorno nella speranze di intravedere anche il combattimento di Mayumi.
L'amica era dopo un piccolo muro di cespugli, che lottava contro Shirou molto tranquillamente, senza la minima fatica.
-Mi dispiace, ma devo vincere!- disse Shirou ad un certo punto. Mayumi lo guardò ansimando un secondo per riprendere fiato, le spalle ber dritte e la katana lunga e affilata davanti a sé.
-Fa quello che devi!- lo sfidò sorridendo tra il fiatone – Non ho paura!-
Shirou annuì e lanciò il suo pugnale. L'arma lacerò l'aria, Mayumi cercò di proteggersi con la sua katana, ma il pugnale cozzò contro il metallo. La ragazza cadde in ginocchio, il grosso coltello a terra, davanti a lei, incrostato di sangue.
-MAYUMI!!- Irina, che aveva visto la scena di sfuggita, abbandonò il suo combattimento con Akio (dopo avergli infilato una ginocchiata sullo stomaco a tradimento) e corse dall'amica.
-SHIROU COSA CAZZO HAI...- ma quando fu davanti a loro, si accorse che la scena era diversa e presentava più personaggi.
Mayumi giaceva a terra, l'orecchio coperto da sangue denso che sgorgava a fiotti da un taglio alla testa, bagnandole anche la guancia sinistra. Shirou le stava accanto con gli occhi spalancati che vagavano tra gli alberi come palline impazzite.
-Merda...- bofonchiò Mayumi, scacciò la mano di Shirou e si rialzò traballante. La testa le pulsava e aveva i pensieri e la vista confusa, tuttavia anche il suo guardo vagava allarmato tra gli alberi.
Accorse anche Akio e fu allora che scoprirono di essere accerchiati da tre uomini.
Avevano tutti e tre un corpo massiccio e la pelle cadaverica, così pallida e lacera da sembrava inesistente, indossavano una tenuta nera elegante, decisamente fuori luogo per il posto.
Gli occhi rossi li guardavano penetranti, malvagi e senza vita.
-Ditemi che fanno parte dell'addestramento – sussurrò Akio.
-Idiota, stavano per ammazzare Mayumi!- gridò Irina rifilandogli una gomitata. Si ritrovarono tutti e quattro schiena contro schiena, con le armi puntate a difesa davanti a loro.
Uno degli uomini aprì il palmo della mano e su esso comparve un altro pugnale, nero come la pece, identico a quello che ora giaceva tra l'erba tinta di rosso. Lo scagliò, questa volta verso Irina.
La ragazza cacciò un potente gridò quando vide la spada di Akio passarle davanti al viso a proteggerla. Il grosso pugnale cadde ai suoi piedi. Se non fosse stato per l'amico, di sicuro a quest'ora lei sarebbe morta, trafitta in piena fronte da quella lama.
-A quanto pare dobbiamo allearci e sconfiggere 'sti tizi per un po'...- bofonchiò il ragazzo stringendo i denti nell'ennesimo sorriso diabolico – E se muori...dopo non saprò con chi lottare...-
Irina spalancò leggermente la bocca, il taglio sulla guancia bruciava ancora, questa volta più forte e sentiva le guance andare a fuoco. Scrollò le spalle e scosse la testa, tornò a fissare i suoi tre nemici e con sua grande sorpresa, le parole che stava per urlare vennero fuori dalla bocca di Akio.
-È ORA DI UCCIDERE!!- e gli uomini si lanciarono all'attacco.






Star sbuffò continuando a lanciare occhiate malvagie verso i suoi due compagni, che camminavano al suo fianco chiacchierando come se nulla fosse. Tre tutti gli inetti del suo gruppo, le erano capitati i due peggiori con cui fare coppia.
-Bambola, ascolta...- cominciò Afuro con voce sommessa – Siamo capitati nella stessa squadra, quindi ora fattene una ragione e non tenere il broncio, non ti rende affatto attraente!-
Star accelerò il passo, sempre più rigido e arrabbiato, calpestando radici e erba come se volesse far fuori anche loro, oltre che ai suoi compagni.
-Stai zitto!- abbaiò – Se non vuoi che ti ficchi una freccia dove non batte il sole!-
-Ammirevole la tua cattiveria!Ne sei davvero capace?- la canzonò di nuovo il biondo.
-Vuoi vedere?!- Star fece una giravolta su se stessa e scoccò in un millesimo di secondo una delle frecce rosse presenti nella faretra. Dalla bocca di Afuro uscì un versetto stridulo, quando vide l'oggetto sfiorargli l'orecchio e anche Hera, l'amico, si immobilizzò.
Tuttavia la freccia non era diretta a loro, bensì a un bersaglio qualche metro più lontano, che colpito, cadde a terra dentro un cespuglio.
Star li guardò con un un grosso sorriso compiaciuto e con gli occhi gelidi che luccicavano.
-E questo non è niente!- sentenziò prima di rimettersi a camminare più in fretta di prima.
Da quel momento in poi, i due ragazzi non parlarono più, ma si limitarono a starle dietro e fare il loro dovere (come la corvina aveva imposto) segnalando bersagli da abbattere.
Ben presto, quel tratto di bosco si ritrovò stra pieno di punti per la squadra rossa, lasciando ben poco per l'avversario in giallo.
Si fermarono in un piccolo spiazzo e si sedettero a riprendere fiato su un tronco caduto.
Star continuava a sogghignare, era piuttosto soddisfatta del lavoro, ma aveva ancora la forte esigenza di conficcare qualche altra freccia da qualche parte.
-Credo abbiamo finito i bersagli...- disse Hera - ...Dovremmo spostarci altrove...-
-Hai ragione!- Star si alzò di scatto, spazzolandosi via dai pantaloni dei pezzetti di muschio -Muoviamoci, torniamo a fare piazza pulita di bersagli!-
-Non potremmo riposarci...un altro po'?- domandò Afuro sospirando, ma la corvina non lo sentì.
Star drizzò le orecchie, irrigidendo la schiena come una statua, gli occhi fissi verso un punto lontano, tra il folto degli alberi.
-Arriva qualcuno...- annunciò a voce bassa, pensante - ...qualcuno...sta arrivando...-
I due ragazzi scattarono in piedi, afferrando in contemporanea le loro armi, due grossi coltelli dalla lama seghettata e il manico color terra.
-Cosa facciamo?- soffiò Afuro dietro di lei, di nuovo Star non rispose.
La ragazza chiuse gli occhi e affidò tutto ai suoi sensi, rilassò i muscoli solo quando sentì qualcosa tintinnare in lontananza.
I due ragazzi la videro sospirare e annuire, sempre ad occhi chiusi, fin quando il suono non giunse anche alle loro orecchie. Lo scampanellio indicato dai professori, Ulpin o la Heart dovevano essere nei paraggi, nessun pericolo per fortuna.
-Sono solo...- ma i quel momento un ruggito si fece strada dietro di loro, scuotendo le fronde degli alberi e facendo volare via i pochi uccelli.






Aki stringeva l'elsa della sua sciabola dorata, le mani graffiate e il volto ferito e coperto di terra.
Touko le stava davanti, perfettamente pulita e tranquilla, con un sorriso.
-La squadra rossa deve vincere, dammi la spada Aki e lasciami prendere il punto...- parlò la rosa alzando le spalle – Così potrai smettere di combattere!-
Aki sentiva il cuore batterle furiosamente nel petto, da una parte voleva davvero gettare la spada e correre via, dopotutto combattere non era servito, provarci le aveva solo fatto male. Ora si ritrovava con tagli e chiazze di terra sui vestiti, stava facendo una pessima figura con Jul, che credeva in lei più di quanto non facesse se stessa. Si stava rendendo ridicola.
-Io...- le mani le tremavano, non riusciva più a pensare . Jul se ne stava appoggiata ad albero a braccia incrociate e non sembrava accennare a parlare o ad incoraggiarla.
-Scusa, ma no – se avesse esitato un secondo di più, di sicuro Touko si sarebbe trovata senza la testa, perché il fendente che Aki mirò con la sciabola, aveva una precisione millimetrica.
Volarono delle scintille, le lame cozzarono insieme, Jul cacciò un fischio di ammirazione.
Il sudore luccicava sulla fronte della Kino, mentre faceva leva sull'elsa e con un movimento del polso spingeva indietro Touko. Accadde in un attimo, Aki si tuffò in avanti approfittando di una distrazione della compagna, con una finta riuscì a farle cadere la spada ai piedi.
Aki rimase a bocca aperta per qualche secondo, incapace di realizzare quello che era successo.
Le braccia le bruciavano per lo sforzo, aveva il fiato mozzato e i capelli spettinati dal vento; ma almeno aveva vinto e la spada di Touko era ai suoi piedi.
Anche la rosa se ne stava ferma lì davanti, rigida e scioccata per aver perso, sul suo viso stava una smorfia seccata.
-Touko, la fascetta prego!- data la situazione di silenzio, Jul intervenne e in due falcate raggiunse la ragazza e le strappò dalla spalla la piccola strisciolina rossa.
-D'accordo...- Touko si chinò a raccogliere la spada – Sarà per la prossima volta...Aki – poi si girò e si allontanò nella boscaglia con molta tranquillità.
Jul sorrise maliziosa sventolando davanti a gli occhi di Aki il pezzetto di carta rossa.
-Sei in gamba, non sottovalutarti...congratulazioni Aki!- gliela attaccò sulla spalla sinistra, mentre un grande sorriso ora compariva sul viso affaticato della verde.




Irina scattò in avanti fiancheggiata da Mayumi.
Le due spade rotearono in aria e si andarono a scontrare contro quella di uno dei tre uomini, anche questa volta comparsa a comanda nella sua mano. Saltarono indietro per la forza di repulsione che dava quell'individuo, strinsero i denti.
Un pugnale volò dalla mano di Shirou sfrecciando nell'aria, ma il suo avversario riuscì a schivarlo con estrema e disumana velocità. Questo contrattaccò lanciando a sua volta altri due pugnali, che si incrociarono a mezz'aria formando una x. Shirou si abbassò per un soffio, senza però poter evitare il taglio di alcune ciocche grigiastre.
Anche Akio sembrava in difficoltà con il suo avversario, decisamente quei tre tizi sbucati dal nulla non sembravano umani e sicuramente non si sarebbero fermati a una sconfitta banale.
Il grido di Irina riecheggiò come un eco, screziato dal dolore e per metà rimasto nei polmoni.
Cadde a terra, stringendo ancora il suo macete, la spalla che sanguinava copiosamente, trafitta appena da un pugnale, lanciato tradimento da un altro uomo, l'avversario di Akio precisamente.
Gli occhi di Mayumi si spalancarono per la rabbia, le mani si riscaldarono intorno all'elsa della katana, come un corrente elettrica ricca di energia, la ragazza menò un fendente.
La lama attraversò il corpo dell'uomo da parte a parte, ma da esso non ne uscì sangue, anzi... scomparve dal nulla in una nuvola di fumo nero.
-BASTARDO!- Akio si girò verso il suo uomo, gli occhi furenti ridotti a due fessure e il viso furibondo. Alzò la spada nera e con un colpo secco e preciso fece fuori anche il suo avversario, dissolvendolo in una nube nera.
-Irina!!- Il castano corse verso la compagna, che cercava di rialzarsi boccheggiando piano.
Gli occhi verdi e luminosi avevano assunto una sfumatura cupa e la pelle perdeva piano piano il suo colore. La ferita non sembrava così profonda, ma era evidente che il dolore era gigante e il sangue che usciva a fiotti scorreva sul braccio della ragazza.
-Va ad aiutare Shirou! Qui ci penso io!- ordinò Akio con fermezza. Mayumi boccheggiò qualcosa per risposta e, ancora piuttosto scioccata si allontanò per soccorrere Shirou con l'ultimo avversario.
-Sto bene...lascia...lascia perdere...- disse la Redfox con estrema lentezza, le parole uscivano con grossi respiri affaticati e le labbra secche tremavano. Si reggeva il braccio, ma non aveva ancora osato guardare la ferita.
-Idiota!Lasciami fare o morirai dissanguata!- Akio strinse i denti e strappo l'orlo finali dei pantaloni con l'aiuto della spada, per poi fasciarlo con impacciata delicatezza sulla spalla della compagna.
-È stato un colpo ba...ahi- si scansò appena, sentendo la spalla pulsare più forte.
-Zitta stupida! Conserva le forze per tornare al castello!- la ammonì Akio, rifinendo la fasciatura, che seppure improvvisata, sembrava reggere.


L'ultimo nemico rimasto, sembrava quello più forte e tenace, difatti Shirou non riusciva ad ucciderlo neanche con l'aiuto di Mayumi.
Erano spalla contro spalla, la katana tesa davanti alla ragazza e i due pugnali stretti in mano del ragazzo. Gli occhi dell'uomo in nero, erano ancora più rossi e infuocati; la sua immagine tremolava con un ologramma, mentre nella sua mano appariva un altro grosso pugnale.
-Non ti permetterò di ferire ancora qualcuno!- con un gesto improvviso, Mayumi scattò in avanti, pronta a fronteggiare da sola il grosso avversario.
-Mayumi aspetta!- Shirou gridò invano perché la ragazza si era già lanciata in un combattimento corpo a corpo contro quello strano essere dall'aspetto umano, ma decisamente magico.
La ragazza sentiva la katana bruciare sotto il suo tocco, ad ogni passo, ad ogni schivata repentina, l'energia cresceva dentro di lei e il calore dell'arma si intensificava.
L'uomo, dal canto suo, cercava di ucciderla con una pioggia di affilati pugnali, lanciati con estrema precione; Mayumi però riusciva a schivarli tutti, procurandosi solo leggeri tagli sulle braccia.
-Sta attenta!- Shirou fece per intervenire, quando la situazione cambiò.
L'ultimo pugnale lanciato colpì il bersaglio e anche Mayumi cadde in ginocchio.
L'arma sfregiata dal sangue affondò nell'erba ispida del bosco, macchiata anche dal sangue che aveva cominciato a uscire dalla coscia della rossa. L'uomo si avventò contro la Sakamoto, la lama argentea in alto sopra di lei, pronta a trafiggerla e a metterla a tacere per sempre.
-Se credi di aver vinto così ti sbagli...- sussurrò la ragazza, prima che il pugnale le oscurasse la vista.
-MAYUMIII!!!-
Il grido di Irina riecheggiò per tutto il bosco, acuto, stridulo e pieno di disperazione.
Dei campanelli presero a tintinnare più forte, il rumore degli zoccoli risuonò come un eco, mentre la disperazione si disperdeva nell'aria e i respiri si dissolvevano al vento.


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Angolo della Prima Cacciatrice:

Chiedo scusa per il ritardo, ma purtroppo d'ora in poi gli aggiornamenti saranno molto lenti...colpa, come al solito, della scuola -3-
Anyway, spero davvero di non avervi deluso con questo capitolo. Come vedete le cose stanno prendendo una piega strana e le vicende saranno ancora più intricate e confuse.
Nel prossimo capitolo vedremo se le cose finiranno bene, secondo voi ? u.u 
Ringrazio tutti coloro che lasciano una recensione per farmi sapere, e state tranquilli, nel prossimo capitolo apparirranno anche gli altri OC.
Baci!

-Elisachan
   
 
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