Crossover
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Autore: Shakuma92    07/05/2009    4 recensioni
“Quando la terra sarà macchiata del sangue degli umili e l’onore sparirà nel vuoto, il Re Dorato, il Portatore della forza e il SenzaPace si leveranno per spezzare le catene e allora il Mostro Nero sarà libero e al rombo dei suoi passi i pilastri del cielo vacilleranno e tremeranno.
Il coraggio e la crudeltà si peseranno sulla bilancia e il destino sarà scritto, tra lacrime e sangue la scelta sarà fatta"
Tre eroi in cerca del loro destino tra battaglie, lacrime e risate in un grande viaggio carico di sorprese e colpi di scena, avanti fino alla fine del mondo.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Libri
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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PREPARATIVI

Dopo tre giorni, passati ad attraversare foreste oscure e paludi puzzolenti Naruto arrivò a Methrelant, la piccola capitale di Roncar.
Non era molto grande, niente più che un insieme abbastanza vasto di capanne di pietra e legno che spuntava dall’infinita foresta che copriva il pianeta.
Non era certo paragonabile a metropoli come Zantora o Arkatia, eppure i suoi abitanti la consideravano una vera perla di bellezza e ne andavano orgogliosi più di ogni altra cosa.
Naruto percorreva le sue strade trafficate con un gran sorriso sulla labbra, ammirando ogni cosa come se fosse la prima volta.
Le bancarelle colorate dove i mercanti esibivano i loro articoli, il via vai continuo di persone che si muovevano per le strade, indaffarate a contrattare o per portare carichi e merci, il parlottare continuo.
A Naruto quella città piaceva davvero molto, era un posto allegro e pieno di vitalità e voglia di fare, né troppo caotico né mai noioso, per questo gli piaceva farci un salto ogni volta che la vita di cacciatore di taglie perennemente alla ricerca del sostentamento vitale glielo permetteva.
Inspirò a fondo l’aria della città, felice per essere tornato alla civiltà e cominciò a camminare, facendosi strada tra la folla, verso l’ufficio per la riscossione delle taglie.
Aveva preferito portarselo dietro comunque l’uomo che aveva catturato, non perché tenesse particolarmente ai soldi della taglia, erano spiccioli in confronto a quello che aveva già incassato, ma solo perché non gli andava di buttare all’aria il lavoro di quasi quattro faticosissimi giorni.
Cosi, dopo aver percorso un pezzo di strada che conosceva ormai a memoria, raggiunse il grosso edificio che veniva usato come prigione.
All’interno c’era solo una guardia seduta ad un tavolino di pietra e intenta a esaminare delle carte.
Naruto attese qualche secondo che lo notasse, ma visto che non accennava ad aprire bocca, prese l’iniziativa - Ehm, io dovrei consegnare un ricercato-
La guardia sollevò lo sguardo dai documenti e lo squadrò critico da capo a piedi, poi tirò fuori da non si sa dove un enorme pila di fogli e li posò davanti a Naruto.
- Prego, scriva nome, cognome, generalità, data della cattura, data dell’inizio della ricerca, nome….-
E mentre si perdeva nelle chiacchiere di quel tizio a Naruto scappò un sospiro, a quella giornata non sarebbe sicuramente sopravvissuto.
Al contrario di tute le aspettative se la cavò prima del previsto e dopo “sole” due ore dopo, riattraversò la porta, biascicando un saluto stentato e con la sgradevole sensazione che qualcuno lo stesse prendendo a martellate in testa.
Si fermò un attimo in mezzo alla strada, cercando di riordinare le idee, quando venne subito richiamato alla realtà dal brontolio del suo stomaco che gli annunciava che era ora di pranzo, confermato dal fatto che il sole stava esattamente a picco sull’orizzonte.
Cosi riprese il cammino, diretto a verso un posto dove poteva mettere qualcosa sotto i denti.
All’inizio si trovò a camminare in una zona gremita di persone e case eleganti, attraversata da un’unica strada ben curata, poi man mano che proseguiva, il flusso di gente diminuì fino a ridursi a qualche sporadico passante dallo sguardo sospettoso e le villette vennero sostituite da case povere e sporche attaccate le une alle altre che incombevano sulla strada oscurando la luce del sole quasi del tutto.
Era il quartiere povero della città, abitato perlopiù da mendicanti e poveracci, eppure era l’unico posto che a dispetto di tutto Naruto riusciva a chiamare casa.
Un sorriso gli si disegnò sulle labbra, mentre entrava in un piccolo locale, defilato in mezzo alla selva formata dagli edifici.
- Salve, signore, come posso…Naruto!!- l’avvenente ragazza mora che stava servendo ad un tavolo rimase sorpresa nel vedere il biondino.
- Ciao Tifa- disse Naruto sorridendo e con una mano alzata.
Tifa servì velocemente i clienti e gli fece segno di seguirlo.
La ragazza si mise dietro al bancone, mentre Naruto si lasciò andare su uno degli sgabelli.
- Allora, che i racconti? E’ da un bel po’ che non ti fai sentire- cominciò Tifa, mettendo da parte il vassoio che aveva utilizzato.
- Prima dammi qualcosa da mangiare o giuro che svengo, ho passato una giornataccia- supplicò Naruto, appoggiando esausto il mento sul bancone.
Tifa rise divertita - Va bene, dato che non voglio cadaveri nel locale, ti preparo una porzione di ramen- disse per poi voltarsi e prendere da un cassetto una scatola di spaghetti istantanei.
- Grazie, ti adoro- fu l’entusiastico ringraziamento del ragazzo, Tifa versò il ramen in una pentola e la posò su un oggetto a forma di parallelepipedo bucato appoggiato insieme ad altri sul ripiano di legno, dietro al bancone.
La ragazza picchiettò sull’oggetto con il dito affusolato un paio di volte e da esso si sprigionò una leggera fiamma costante che cominciò a scaldare la pentola.
Il profumo cominciò a spandersi per tutto il locale, solleticando le narici di Naruto, che si sentì subito meglio.
- Chi ti ha ridotto cosi? Una banda di predoni assetati di sangue?- domandò Tifa, curiosa, mentre aspettava che il pasto fosse pronto.
- Peggio- disse Naruto melodrammatico, sottolineando l’enfasi con un movimento del braccio.
- Un battaglione di squig infuriati?-
Naruto scosse la testa - Nemmeno-
Tifa ci rifletté un attimo su, poi capì - Due ore ad ascoltare le ciarle del vecchio Berkley?- disse sicura di aver indovinato.
E infatti Naruto assentì gravemente con la testa. Tifa sorrise, d’altronde si trattava sempre di Naruto, probabilmente avrebbe preferito affrontare un esercito a mani nude, piuttosto che ripetere l’esperienza.
- Esagerato- lo seccò, mollandogli uno scalpellotto in testa.
- Perché? Non è terribile? Quel uomo è un aguzzino, mi ha fatto scrivere pure che numero di scarpe portava il tizio che avevo catturato e tutto per 200 miseri ryo- si lamentò Naruto e gettò sul bancone un sacchetto, le monete al suo interno tintinnarono, attirando l’attenzione di più di un orecchio.
Tifa lo prese velocemente e lo nascose in una tasca.
- Che cavolo fai?- disse a metà tra lo sconvolto e lo stupito - i soldi non sono mai miseri, soprattutto se sono quelli guadagnati col sudore della fronte-
Naruto inarcò un sopracciglio - E questa cagata filosofica da dove esce fuori?-
- L’ho letta in un libr..ehi, non è una cagata- sbottò Tifa, tirandogli uno strofinaccio che Naruto afferrò al volo.
- Tifa- il suo tono improvvisamente serio, attirò l’attenzione della ragazza - perché non chiudi questa baracca una volta per tutte?-
Negli occhi rossi come rubini della mora balenò un lampo di irritazione.
- Io questo bar non lo lascerò mai- rispose secca, tornando ad occuparsi del ramen che bolliva.
Naruto non demorse - Ma, tu sei bravissima nelle arti marziali, potresti essere una bravissima cacciatrice di taglie- disse cercando di convincerla.
- No, preferisco stare qui, non mi piace la vita avventurosa- disse meccanicamente, come se avesse ripetuto quella frase molte volte, poi si voltò di nuovo verso Naruto, sorridendo - e poi non credo che si guadagni cosi tanto con il tuo lavoro-
- Sicuramente di più che con questo- ribattè Naruto, accennando ai pochi clienti nel locale.
Tifa non rispose, si sporse un po’ verso di lui - Che carino, ti preoccupi per me- disse, sfiorandogli il naso con un dito.
Naruto arrossì furiosamente e distolse lo sguardo, ma in lui rimase la netta sensazione che la sua amica avesse voluto troncare quel discorso di proposito.
- Ma te l’ho ripeto- continuò la ragazza, - Io. Non. Lascerò. Mai. Questo. Bar. Capito?- sillabò soave, ma con sguardo assassino.
Naruto deglutì - Ok, come vuoi tu- sapeva bene che era meglio non stuzzicare troppo Tifa, ne aveva ben ricordo la sua testa, di quando l’aveva incontrata per la prima volta.
Anche allora era di ritorno da una caccia, solo non aveva avuto lo stesso risultato positivo di quella odierna e perciò era arrabbiato più o meno con tutto l‘universo.
Il destino aveva voluto che quel giorno anche Tifa non fosse di buonumore, cosi, quando era entrato nel locale come una furia e aveva ordinato da bere con l’educazione di un dinosauro, si era beccato un poderoso pugno in testa, seguito da un numero non identificabile di calci, dopo aver tentato di reagire.
Si era risvegliato due giorni dopo con la granitica convinzione di essere passato a miglior vita.
Tifa era entrata nella stanza proprio in quel momento, e dopo il primo spavento dovuto ai ricordi delle botte subite, si erano chiesti reciprocamente scusa e una parola dopo l’altra, senza neanche accorgersene, erano diventati buoni amici.
Le chiacchierate con Tifa erano una delle cose che facevano piacere Methrelant a Naruto, con lei si poteva parlare schiettamente, di tutto e di tutti, senza pregiudizi o peli sulla lingua, era una persona di mentalità estremamente aperta e per questo Naruto la trovava davvero simpatica.
E poi era anche un ottima compagna di allenamento
Almeno una volta alla settimana, Tifa chiudeva il bar, prima del solito per accompagnarlo in durissime sessioni d’addestramento e non passava volta che Naruto non imparasse qualche tecnica nuova dalla ragazza o che lei non gli facesse notare un difetto nei suoi schemi di combattimento.
Le aveva chiesto più volte dove avesse imparato tutte quelle nozioni sulle arti marziali, ma lei si limitava sempre a liquidarlo con una scrollata di spalle o con un “segreto” appena sussurrato.
Naruto moriva dalla curiosità, ma aveva capito che non doveva spingersi oltre, d’altronde anche lui aveva dei segreti che non voleva rivelare e anche in questo erano in qualche modo simili.
- Comunque non hai risposto alla mia domanda- lo richiamò alla realtà la ragazza - non posso credere che l’unica cosa emozionante che hai fatto in questi giorni sia firmare documenti-
- Puoi dirlo- rispose al volo Naruto e subito cominciò a raccontare.
Raccontò a Tifa del tempo passato nella fredda foresta per catturare il ricercato, soffermandosi sul fatto che non fosse stato niente di difficile per lui, descrisse gli uomini che aveva incontrato nella locanda, di come lo avevano aggredito e soprattutto si gonfiò d’orgoglio nel narrare la rissa che arricchì con qualche elemento palesemente inventati che fecero sorridere la ragazza e infine raccontò dell’incontro che aveva avuto con l’inquietante uomo con la maschera bianca e della sua offerta.
Alla fine del racconto, Naruto si fermò, ansimando per le troppe parole dette, sentiva la bocca secca, perciò accettò con gratitudine il bicchiere di birra che gli offrì Tifa.
Il ragazzo tracannò la bevanda tutta d’un fiato e la appoggiò pesantemente sul bancone, emettendo un profondo sospiro di sollievo.
Era sicuro che Tifa sarebbe stata felice per lui e l’avrebbe riempito di congratulazioni, cosi rimase sorpreso nel vedere che sul volto della mora era apparsa un espressione a dir poco preoccupata.
- Una maschera bianca, hai detto?- chiese con uno strano tono meditabondo.
Naruto assentì, adesso anche lui cominciava ad inquietarsi, non l’aveva mai vista tanto turbata.
Tifa incrociò le braccia sul petto, sollevando lo sguardo verso il soffitto,le sembrava di aver già sentito parlare di qualcosa del genere, si spremette le meningi nel tentativo di ricordare, ma non le venne in mente nulla.
Alla fine per la frustrazione sbatté entrambe le mani sul bancone.
- Cavolo, non me l’ho ricordo, l’ho già sentito, però non me l’ho ricordo- sbraitò ad alta voce, poi si rivolse a Naruto, che era rimasto alquanto sconvolto per quella reazione improvvisa.
- Stammi bene a sentire-
Le orecchie di Naruto scattarono sull’attenti.
- Non so quanto ti abbiano pagato, ma faresti meglio a non andarci- disse risoluta.
Naruto sbarrò gli occhi - Prego?- chiese a metà tra lo stupito e lo sconvolto - Mi stai dicendo che dovrei rinunciare?-
Tifa annuì vigorosamente. - Ma tu sei tutta matta, quando mi ricapita un occasione del genere?- protestò Naruto.
Tifa fece per insistere, ma appena vide lo sguardo deciso del ragazzo, capì che non sarebbe mai riuscito a convincerlo, non in quel modo.
- Naruto…- cominciò, cercando un approccio più condiscendente.
Il biondo la zittì con una mano - No, Tifa, ormai ho preso la mia decisione, come tu non vuoi chiudere questo bar, io non voglio perdere questa occasione-
Tifa rimase a bocca aperta - Cavolo, questo ragazzo cresce troppo in fretta- pensò, mordendosi la lingua e nel contempo dandosi mentalmente dell’idiota per le parole di poco prima.
Purtroppo far ragionare quella testa quadra era più difficile che far roteare un pianeta al contrario.
- Va bene, non insisto- abbandonando la serietà, Naruto esultò, non gli andava a genio dover fare ua cosa senza il consenso di Tifa, gliela faceva sembrare sbagliata.
- Però- l’esclamazione della ragazza, mise un freno alla sua gioia, si fece attento alle sue parole - devi promettermi che se la situazione diverrà troppo pericolosa, te ne tirerai subito fuori-
Naruto sorrise e le fece l’occhiolino - Certo, dimentichi che Naruto Uzumaki non è uno sciocco- con un balzo saltò giù dallo sgabello.
- Ehi, dove vai, adesso? Il ramen è quasi pronto- lo richiamò Tifa, stendendo un braccio verso di lui.
- Devo andare, quel tizio aveva detto di presentarsi oggi e sono già in ritardo- rispose Naruto, facendola rimanere letteralmente a bocca aperta, e che aspettava a dirlo? Una cartolina?
- Grazie per la chiacchierata, stammi bene Tifa- salutò Naruto.
Stava per uscire, quando la ragazza lo richiamò.
- Naruto-
- Si? Che c’è?- chiese fermandosi sulla soglia.
- Stà attento- lo ammonì Tifa, burbera. Faceva tanto la dura, ma dentro le dispiaceva moltissimo per la partenza del suo amico.
Naruto fece un sorrisone a trentadue denti - E quando non lo sono?- e dopo aver salutato ancora, attraversò la soglia della porta, uscendo dal locale.
Tifa aspettò qualche istante, le braccia conserte e gli occhi ancora fissi dove la chioma bionda del ragazzo era sparita - Mai, Naruto, mai- sussurrò, sorridendo dolcemente.
Si accorse che i pochi clienti presenti nel bar la stavano ascoltando.
- Che vi origliate voi! Fatevi gli affaracci vostri!- la sfuriata bastò per farli tornare precipitosamente a concentrarsi sulle loro bevande.
Tifa ritornò dietro il bancone, lo sguardo gli cadde sulla porzione di ramen, ormai pronto.
Lo prese tra le mani, poi riportò lo sguardo sulla porta.
- Buona fortuna, Naruto- augurò, per poi prendere due bacchette, era un peccato sprecarlo.
Non si accorse che un figura si era alzata da una delle sedie, aveva lasciato un paio di monete sul tavolo ed era sgusciata fuori, sorridendo tra sé per la fortuna di essersi trovata nel posto giusto al momento giusto.

Naruto correva, consapevole di essere in mostruoso ritardo, aveva passato troppo tempo a chiacchierare con Tifa e ad ascoltare le sue proposte assurde ed ecco il risultato.
Tirò fuori dalla tasca il foglietto ancora una volta e se lo portò davanti agli occhi.
Riusciva a leggere solo “Ufficio d’arruolamento, via d…” e poi il resto era un groviglio illeggibile, ma chi cavolo l’aveva scritto? Un analfabeta?
Lui scriveva meglio e solo questo era tutto dire.
- L’unica è chiedere a qualcuno- pensò, anche perché non dovevano esserci molti uffici d’arruolamento in città, da parte sua non ne aveva neanche mai sentito parlare.
Corse a più non posso, cercando invano qualcuno a cui chiedere informazioni.
Imprecò tra sé, ma dove finiva la gente, quando serviva?
Purtroppo la fretta gli fece dimenticare di guardare dove andava e questo gli impedì di evitare la figura che sbucò all’improvviso da dietro l’angolo.
Ci un forte scontro e Naruto rischiò di cadere, ma fece pressione sulle gambe e riuscì a tenersi in piedi.
- Ehi, attento- disse una voce che non riconobbe. Sollevò lo sguardo per capire contro chi fosse andato a sbattere.
Si trattava di una figura coperta da capo a piedi da un lungo mantello marrone chiaro.
Superando lo smarrimento Naruto si portò una mano dietro la nuca - Scusami, non ti ho visto, potresti dirmi dov’è l’ufficio arruolamento?- chiese sperando di risolvere il suo problema.
La figura sembrò sorpresa - Mi stai prendendo in giro, vero?- chiese irritata, anche se la sua faccia era completamente oscurata dal cappuccio, si capiva chiaramente che la voce apparteneva ad una ragazza.
- Ehm, no?- rispose un po’ timoroso Naruto, incerto su cosa avesse sbagliato.
La ragazza si battè una mano sulla fronte e con l’altra indicò a destra.
Naruto la seguì con lo sguardo e rimase alquanto sorpreso.
Davanti a loro, appena dall’altra parte della strada, c’era un grande palazzo di pietra rossa, sulla facciata un enorme insegna recitava a caratteri cubitali, la limpida scritta “Ufficio Arruolamenti”.
- Ops- fece Naruto, arrossendo per l’imbarazzo.
- Comunque, graz..- si voltò per ringraziare, ma trovò solo l’aria, la figura incappucciata era scomparsa nel nulla.
- Mah, strana gente- disse tra sé, con una scrollata di spalle. Con passo sostenuto andò verso il palazzo e ne attraversò le porte spaziose.
Lo accolse un frastuono infernale di colpi e rimbombi, davanti a lui si stendeva un enorme spiazzo in terra battuta racchiuso tra mura di pietra, accanto ad esso il palazzo che aveva visto, troneggiava minaccioso.
L’intera area era completamente gremita di soldati che si allenavano combattendo tra loro con le più svariate armi, spade, lance, asce, uno impugnava perfino un forcone.
Più in là, diverse file di arcieri lanciava frecce contro delle sagome di legno allineate contro il muro.
Naruto si avviò verso l’edificio, osservando stupefatto quella grande massa di persone, non ne aveva mai saputo nulla di un posto del genere.
Perse l’orientamento quasi subito, la folla gli ostruiva la visuale e adesso non riusciva a vedere a un palmo dal naso.
Camminò ancora per un po’, affidandosi all’istinto, ma alla fine capì che era inutile e si fermò, sbuffando, con le mani sui fianchi.
Stava per chiedere ancora informazioni, quando una macchia nera in lontananza attirò la sua attenzione, aguzzò lo sguardo e vide la ragazza in minigonna che aveva visto in compagnia dell’uomo mascherato. Si trovava a pochi metri dall’entrata e lui nel caos non l’aveva vista, facendo tutta quella strada a vuoto.
Corse in quella direzione, ma giunto a pochi metri, inciampò e dopo essersi fatto l’ultima tratto, praticamente volando, atterrò di faccia sul duro terreno.
- Il signor Uzumaki, suppongo- disse una voce pacata sopra di lui.
Con la testa dolorante si rialzò a fatica, la ragazza era davanti a lui.
- Si, sono arrivato- mugugnò, massaggiandosi il naso con una mano. Decisamente la faccenda non era cominciata con i migliori auspici. Aveva già fatto una figuraccia.
- Prego, mi segua- lo invitò.
Naruto seguì la ragazza all’interno del palazzo rosso. Attraversarono in silenzio un corridoio deserto.
Naruto si sentiva a disagio, sia per la pessima entrata, sia per lo strano mutismo della sua accompagnatrice, a quanto si ricordava doveva chiamarsi Nemu.
Adesso che la vedeva meglio non poteva certo dire che non fosse carina.
Arrossì immediatamente a quel pensiero, come faceva a farsi venire simili idee?
La ragazza si fermò davanti a una porta e l’aprì, per poi attraversarla, seguita da Naruto.
La stanza era molto spartana, assolutamente priva di qualsiasi ornamento a parte una scrivania e qualche sedie di cui una era occupata da una persona.
- Signor Uzumaki, devo informarla di un cambiamento nel programma- lo informò Nemu compostamente.
Il ragazzo, perché di questo si trattava, sbuffò pigramente, poi si alzò di malavoglia, mettendosi bene in mostra.
Aveva dei lunghi capelli argentei che gli arrivavano fino alle spalle e gli coprivano gran parte della fronte.
I suoi occhi erano dello stesso colore del ghiaccio, da essi non traspariva nessuna emozione a parte un evidente contrattazione per quello che considerava un imprevisto.
Indossava una semplice giacca grigia che gli lasciava scoperto le braccia muscolose e il petto possente e pieno di cicatrici.
Le gambe erano coperte da dei pantaloni blu scuro, in spalla portava una piccola sacca.
- Questo non me l’ho avevate detto- protestò impassibile, squadrando Naruto - Non ho bisogno di palle al piede-
Naruto aggrottò la fronte. Ma chi si credeva di essere quello lì?
- Signor Uzumaki le presento il signor Riku Kawazaki, mercenario, assunto da noi per assisterla nella sua missione- spiegò Nemu, ignorandolo a bella posta.
- Molto piacere- sibilò Naruto, fulminandolo con lo sguardo.
- Come dicevo, palle al piede- ripeté Riku, guardandolo dall’alto in basso.
Naruto provò l’impellente bisogno di farlo a fette.
-Siete stati assunti per portare a termine la vostra missione e non verranno tollerati litigi che possano metterne a repentaglio il successo, perciò vi prego di andare d’accordo- la pacata sferzata della ragazza bastò per mettere a tacere i bollenti spiriti.
Riku e Naruto si guardarono reciprocamente negli occhi, per poi distoglierli nello steso momento.
- Oh, per me va bene- dissero contemporaneamente e tornarono a guardarsi male.
Nemu sospirò, sarebbe stato più difficile del previsto.
- Comunque prima di iniziare a spiegare in cosa consista la vostra missione, dobbiamo aspettare il terzo membro- un rombo tremendo risuonò proveniente dall’esterno, il pavimento tremò- che credo sia arrivato-

E’ FINITO!!!! C’E’ L’HO FATTA!!!!! UN HIP HIP-URRà PER ME!!!
Stimati lettori, non potete immaginare come mi ha fatto sudare questo capitolo, un pezzo che non andava, una frase idiota, un attacco di rabbia, raffiche di testate contro il muro, in pratica un odissea e alla fine non ne sono neanche del tutto convinto.
Mah, mi sa un po’ di insipido, comunque lascio il giudizio a voi e ora fuoco alle polveri e via con le risposte alle recensioni.

Ijen: La tua non vale di recensione dato che te l’ho fatta fare a casa mia, comunque grazie per non aver opposto resistenza, (difficile con una mannaia appoggiata sul collo), recensisci ancora, vecchio mio e insieme conquisteremo il mondo!! BUHAHAHAHA…argh...coff…coff
Suikotsu: Errorini? D’oh, maledizione devo mettermi più d’impegno. CERTO che gli attaccabrighe sono ovunque, c’è anche il detto che mondo sarebbe senza attaccabrighe? O era two attaccabrighe is meglio che one?
Comunque grazie per il consiglio, scaricherò quel programma appena possibile, e grazie per la recensione, sei un eroe se riesci a sopportarmi.
Contro P.S. Non scervellarti inutilmente, il tizio dell’inizio è un mio original carachter(come cazzo si scrive?), mi raccomando, acqua in bocca con Paolini o qua finisce a botte.
Stuck93: Eeeh, lo so, lo so, è dispiaciuto anche a me doverla cancellare, (il momento è stato duro e patetico con fanfare e colpi di schioppo)ma stava venendo veramente uno schifo e io sono un fottuto perfezionista in queste cose e non ne ho potuto fare a meno.
Sauro ci sarà sicuramente, il mio neurone invalido di guerra Giantantonio mi ha detto di essere amico stretto del tuo e io non posso far altro che obbedire ai suoi tirannici voleri. Purtroppo
Giodan: Addirittura un bestseller!!! Esagerato!! Che dire, mille grazie per la recensione, continua a seguirmi, mi raccomando, altrimenti (indica il tagliaerba)
Bene e questo è fatto, alla prossima e ricordate ORCS, ORCS, ORCS!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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