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Autore: Haiga    04/10/2016    0 recensioni
Devi incontrare tua sorella, ancora una fermata. Solo una fermata! Ma quando mai le cose sono andate come speravi?
Inizia a correre, non fermarti nel bosco, non guardare le fiamme del fuoco blu, non ascoltare le misteriose figure riunite attorno ad esso.
Per una volta riuscirai ad ascoltare i tuoi stessi consigli?
(taggata violenza ma sarà presente solo più avanti e comunque niente di troppo esplicito)
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Stava correndo senza sosta, il controllore alle sue spalle continuava a gridare ma fortunatamente nessun altro pareva essere nei paraggi. Era andata male, mancava pochissimo alla sua destinazione ma avevano scoperto che non aveva il biglietto, se l'era dovuta dare a gambe, almeno ci avrebbe messo solo qualche giorno a raggiungere Woodwretch, lì l'attendeva sua sorella.
Era ormai tardi, stava calando la notte, doveva accamparsi da qualche parte, sarebbe stato troppo rischioso chiedere alloggio in una locanda e non aveva certo i soldi con cui ripagare l'ospitalità.
Si sedette sull'erba di un parco poco affollato, prese il cellulare, praticamente scarico, ovviamente. Erano le 8, trangugiò qualche cracker e si avviò verso il bosco oltre il quale sapeva esserci l'autostrada, forse poteva fare abbastanza pena a qualche passante e scroccare un passaggio. 

Si trovava nel mezzo del bosco, la stanchezza era troppa, avrebbe dormito lì, dopo aver recuperato le forze avrebbe ripreso il suo viaggio. Mentre guardava le stelle sentì un fruscio alle sue spalle, con cautela si alzò e si mise ad ascoltare.
Tre figure illuminate da una luce blu sedevano in cerchio, le risate che provenivano dal gruppo erano un rimbombo incessante nella sua testa, eppure parevano così flebili alle sue orecchie. Avvicinandosi meglio notò che la luce blu proveniva da quello che pareva essere fuoco, aveva sentito parlare di fuochi nati dal gelo, dalla morte e dalle esalazioni provenienti da tombe scoperchiate, i fuochi fatui, ma non ne aveva mai visto uno.
Le tre figure illuminate appena da quella luce erano ancora più ambigue: parevano tre ragazze ma qualcosa non sembrava quadrare. Quella più a sinistra aveva capelli biondi e occhi chiari, il suo trucco pesante ed il rossetto sgargiante ne contrastavano i colori tenui e naturali, stava raccontando qualcosa alle altre che ridevano divertite. Notò solo dopo una più attenta osservazione che la ragazza aveva strani segni nei punti in cui gli arti si univano, come se le giunture fossero particolarmente marcate ed evidenti. I movimenti erano meccanici, quasi come se qualcuno ne muovesse i fili e lei non fosse altro che una bambola.
La seconda aveva i capelli tinti di rosa, gli occhi castani e intensi non si spostavano mai dalla compagna, i suoi denti parevano affilati e... su più file come quelli di uno squalo. Si stava togliendo le scarpe, quasi lottava con esse come se fossero solo uno stupido impiccio e quando finalmente riuscì a togliersele ne emersero due arti simili a quelli di un volatile, completamente neri e con artigli affilati come lame, che rilucevano nella luce lunare. Il cappello che si sfilò poco dopo rivelò due orecchie da cerbiatto e accanto ad esse due piccole corna limate recentemente.

La terza ragazza aveva occhi e capelli completamente neri, pareva quasi non avere pupille e stava scrivendo su una serie di fogli, come se stesse preparando copie per se e le sue amiche. La sue pelle era bianca, quasi splendeva il che rendeva il contrasto tra la sua carne ed i suoi capelli ancora più evidente. Portava solo reggiseno e mutande ma la maggior parte del suo corpo era coperta da strani segni, come fratture nella sua pelle che si univano lentamente fino a coprirla completamente dagli avambracci fino alla punta delle dita, dalle ginocchia fino alla punta dei piedi. Non sembrava avere freddo, non pareva disturbata dal vento autunnale che faceva svolazzare i loro capelli e che in qualche modo ravvivava la fiamma blu di fronte a loro. Quando ebbe finito di scrutarle la bionda aveva smesso di parlare, la ragazza semi nuda si era alzata e aveva dato loro i fogli su cui stava scrivendo.
Non sapeva cosa fare era come se una paralisi avesse pervaso il suo corpo e non poteva fare a meno di osservare quel trio così assurdo. Non è difficile credere alla magia, al paranormale quando si cresce soli e senza una guida, gli eventi ambigui si susseguono e si finisce per non accorgersene nemmeno più, diventano la normalità. Ma questa era una prova fin troppo evidente, qualcosa per cui nessuno sarebbe mai stato preparato. 

Un canto accapponò la sua pelle e raggelò il suo sangue, simile al suono di artigli che stridevano contro il vetro di una finestra, al sibilo di esseri che strisciano sotto il letto, al rumore di ali grandi e oscure nel silenzio della notte. Non voleva guardarle, si rannicchiò serrando gli occhi e tappandosi le orecchie ma il suono incessante penetrava il suo essere. Dopo minuti interminabili quel rumore indefinito mutò, le voci presero consistenza, divennero sopportabili ma il tono di quelle parole incomprensibili era ancora inquietante. Una pesante nebbia aveva avvolto il bosco, strane esalazioni provenivano dal fiume vicino, si addormentò senza neanche accorgersene.

Il suo ultimo pensiero fu una forte richiesta di aiuto rivolta alle stelle.

 
   
 
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