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Autore: MaDeSt    06/10/2016    5 recensioni
Non è necessario leggere il prologo ma è caldamente consigliato.
Sei ragazzini provenienti da un villaggio sperduto, cresciuti in un piccolo paradiso, ignoranti dell'orrore che li circonda, si ritrovano ad avere tra le mani sei uova di drago, di cui poi diventeranno amici... e la loro leggenda ha così inizio.
Dovranno salvare il mondo, ecco ciò che ci si aspetta da loro. Ma ne saranno all'altezza? Riusciranno a capire chi è il loro vero nemico prima che questo li distrugga?
[Pubblicazione interrotta. Non aggiornerò più questa storia su EFP, non aggiornerò i capitoli all'ultima versione, pubblicherò solo in privato per chi realmente è interessato a seguire la storia a causa di plagi e ispirazioni non autorizzate non tutelati a discapito del regolamento apparentemente ferreo. Trattandosi della mia unica storia, a cui lavoro da anni e a cui sono affezionata, non vale la pena rischiare. Chi fosse interessato a capire come seguire la storia troverà tutte le informazioni nelle note all'inizio dell'ultimo capitolo pubblicato. Risponderò comunque alle recensioni qualora dovessi riceverne, ma potrei accorgermene con del ritardo.]
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dargovas'
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NOTE DELL'AUTRICE
Chiedo un attimo di attenzione prima di leggere il capitolo, scusatemi sono una palla al piede.
Mi è piaciuta l'idea di Sagas di creare un gruppo Facebook dedicato alla propria storia, perciò se v'interessa e la seguite vi consiglio di mandare la richiesta per farne parte; ho deciso di non pubblicare più disegni su EFP (salvo eccezioni) e invece pubblicarli lì su richiesta. Ho inoltre creato documenti di testo che spiegano e traducono le lingue che qui trovate incomprensibili, che aggiornerò di volta in volta per non fare anticipazioni.
Insomma, QUI c'è il gruppo, dategli un'occhiata se volete, ci sono più informazioni senza stare a dilungarmi qui.
Mi farà piacere se vi unirete e ora direi di lasciarvi alla storia (finalmente!)

Il colore del titolo del capitolo corrisponde al colore della regione in cui la storia al momento si svolge, tenete d'occhio la mappa per sapere dove ci troviamo!

NERKOULL

Scosse la testa e allungò il collo verso il cielo per poi puntare i grandi occhi rossi dalla pupilla stretta e verticale su di loro, comprendendoli tutti e dodici con una singola occhiata. Sia ragazzi che draghi s’immobilizzarono intimoriti dalla sua mole, Sulphane Andrew e Susan fecero qualche passo indietro.
Di nuovo il drago nero si fece strada nelle loro deboli menti, parlando anche ai draghetti questa volta: Non dovete temermi, non ho intenzione di farvi del male.
«Per ora...» sussurrò Andrew inquieto, ma il drago a quelle parole reagì come se non avesse sentito.
Era completamente nero fatta eccezione per le scaglie del ventre, appuntite e di colore grigio scuro. Aveva la testa circondata di spine, e poi una fila di spine lungo tutta la schiena dalla testa alla punta della coda, che crescevano sulle scaglie a intervalli regolari. Erano piccole sulla fronte, si allungavano lungo il collo e poi si accorciavano verso le spalle, sulla schiena c’erano le più lunghe, che poi cominciavano ad accorciarsi via via che la coda diventava più sottile. Sul collo e sulla coda aveva altre due file di spine più corte di quelle dorsali ma che variavano dimensione al pari delle altre. Aveva due sole zampe munite di tre dita e un pollice, come gli uccelli, dalle quali spuntavano lunghi artigli grigi. Aveva un paio di grandi ali con sei dita di cui solo tre erano allungate a formare la vera e propria ala, la cui membrana di un grigio quasi nero era frastagliata ai bordi e bucata in qualche punto. Poggiava parte del suo peso anche su esse, come se fossero state delle zampe anteriori, proprio come Zaffir. Aveva un corno sulla punta del muso e altri due, più lunghi e sottili, sopra le tempie, i denti superiori sporgenti, ma non molto lunghi.
Sebbene fosse un drago relativamente giovane, le sue dimensioni per i ragazzi – e anche per i piccoli draghi che non avevano mai visto altri loro simili – erano spaventose: Cedric, che era il più alto tra loro e superava i cinque piedi e mezzo, era poco più alto del suo muso da naso a mento. Aveva la testa così grande da poter prendere un cavallo tra le fauci senza alcuno sforzo.
Fu Umbreon a rompere il ghiaccio: Chi sei? Cosa vuoi da noi?
Il mio nome è Nerkoull rispose lui Sorvolavo Dargovas in cerca del sangue del mio sangue.
«E... e l’hai trovato?» tentennò Mike, immaginando che si riferisse a un fratello o una sorella.
Äeh. Sì.
«E questo cosa c’entra con noi?» domandò Jennifer con un filo di voce.
Nerkoull distolse lo sguardo solo per puntarlo all’orizzonte, come per accertarsi che nessuno si stesse avvicinando, poi guardò in direzione del bosco a nord-ovest di Darvil e disse con voce quasi triste, malinconica: Khraalzeh. Lei era il sangue del mio sangue.
Cedric credette di aver capito e domandò: «Il drago morto nel bosco?»
Nerkoull tornò a guardarli: Sì. Khraalzeh era figlia mia, come dite voi Umani.
Layla spalancò la bocca incredula: «Ma se lei era tua figlia... tu pensi che... loro...» e indicò Ametyst.
Sempre del mio sangue si tratta, esattamente.
Sei qui per portarci via? gli domandò Sulphane tristemente.
No. Volevo conoscervi e ascoltare le vostre ragioni prima.
«Le... le nostre ragioni?» domandò Jennifer confusa.
Per quale ragione state crescendo dei giovani draghi? domandò, e per la prima volta parve innervosito.
«Noi...» la ragazzina si guardò intorno cercando negli altri il coraggio che le mancava, e alla fine fu lei a spiegare: «Abbiamo trovato le uova vicine a... a Khraalzeh. Le avevano dei banditi che volevano darle a qualcuno, quindi abbiamo preferito tenerle per sicurezza. I draghi sono nati senza che facessimo nulla, e da allora ci siamo presi cura di loro.»
Quindi intervenne Susan: «Dei soldati. I banditi volevano darle a dei soldati. Sono venuti qui il mese scorso, ci hanno quasi presi...» evitò di parlare dei suoi genitori, anche se già aveva un nodo alla gola.
Layla le mise un braccio attorno alle spalle per confortarla.
Volevate proteggerli, dunque.
«Sì. Non volevamo che cadessero nelle mani sbagliate.» disse Mike «Abbiamo pensato di lasciarli nella Foresta, ma alla fine abbiamo preferito assicurarci che nascessero.»
«E quando una volta nati abbiamo provato a liberarli hanno pianto, quindi li abbiamo tenuti.» concluse Andrew, sperando che dopo quella confessione il grande drago tenesse per sé la voglia di sbranarli.
«Perciò possiamo continuare a crescerli, o vuoi portarli con te?» lo incalzò Layla timidamente.
Nerkoull rimase in silenzio a lungo, come soppesando la scelta, e infine disse: Loro cosa vogliono? Volete crescere insieme a questi esseri umani o preferite crescere insieme ai vostri simili?
Ci lasci scegliere? domandò Zaffir sorpreso.
Non vedo perché non dovrei. Ne vale del vostro futuro, non del mio.
Io voglio crescere insieme a Susan disse subito Sulphane ripensando a quanto la ragazzina in quel momento avesse bisogno di lei per non pensare alla sua famiglia.
Anch’io disse Zaffir.
Gli altri non espressero apertamente il loro assenso ma lasciarono intendere di trovarsi d’accordo con loro due.
E voi? Lo volete? Nerkoull si rivolse ai ragazzi.
«Come no!» esclamò Mike entusiasta «Perché lo chiedi? Io adoro Zaffir, non me ne separerei per nulla al mondo!»
Zaffir?
Sono io rispose prontamente il draghetto blu È il mio nome.
Sarebbe stato meglio darvi nomi nella nostra lingua commentò il drago adulto, ma non si alterò e invece riprese: Vorrà dire che, dal momento che già avete il vostro nome, in futuro ve ne troverò uno alternativo da usare per il richiamo.
«Richiamo?» domandò Andrew.
Ognuno di noi ha un nome specifico, che ci permette di chiamarci l’un l’altro ovunque siamo ed eventualmente rispondere alla chiamata. Ciò funziona perché si usa la nostra lingua, la prima lingua della magia.
«Quindi i nomi che gli abbiamo dato noi non funzionano.» annuì Layla comprensiva.
Crescere al fianco di creature magiche quali noi draghi potrebbe comportare complicazioni, perciò ve lo richiedo: è ciò che volete?
«Che genere di complicazioni?» domandò Cedric incupendosi.
Non ho una risposta precisa. La magia scorre in loro da ancor prima che il loro uovo si schiudesse. Potrebbe alterare il vostro corpo, rendervi più longevi se non immortali, cambiare il vostro modo di pensare e di percepire il mondo. Forse fino a rendervi più draghi che umani nel profondo. Siete disposti a questo?
Susan guardò Sulphane pensierosa e sussurrò: «Se anche non volessimo siamo già molto affezionati gli uni agli altri. Sarebbe difficile, forse impossibile fare a meno di loro ormai.»
Cedric scosse la testa incredulo e non riuscì a trattenersi dal dire: «Scusa la franchezza, ma a te cosa importa di noi? Per questi piccoli draghi sarebbe senza dubbio meglio crescere coi loro simili, con altri draghi. Cosa mai potremmo insegnargli noi, oltre a parlare e riconoscere le emozioni? Perché mai vorresti darci la possibilità di crescere... il sangue del tuo sangue?»
Nerkoull sembrò divertito dalla sua improvvisa sfacciataggine incurante della creatura a cui si stesse rivolgendo: Si può dire che ho un buon presentimento. Seguirò la crescita di questi draghi, ma non interverrò se non per insegnargli ciò che in quanto draghi dovranno sapere. Posso vederlo, avete buon cuore e sareste disposti a rischiare voi stessi per saperli al sicuro da quei... soldati. È vero, con me sarebbero ancora più al sicuro. Ed è vero, sono il sangue del mio sangue. Ma non sono i miei figli, pertanto per quanto sia il consanguineo più prossimo che hanno non è in mio potere scegliere per loro. Se loro preferiscono voi a me, mi adeguo a una loro scelta.
«Vorrei che mia madre fosse altrettanto comprensiva.» brontolò Andrew.
E Cedric ribatté in un sussurro: «A chi lo dici...»
«Insomma, un drago adulto si fa da parte per lasciare che dei piccoli di appena due mesi scelgano cosa fare della loro vita... e io non posso uscire di casa la sera!» continuò l’altro irritato.
Nerkoull grugnì una risata che fece tremare la terra sotto i loro piedi e disse con fare ironico: Apparteniamo a due razze molto dissimili. Loro, a differenza vostra, saprebbero già cavarsela da soli nell’aspro mondo che li circonda.
«Nerkoull?» lo chiamò Susan con una vocina flebile. Il grande drago la guardò dall’alto e lei proseguì con la sua domanda: «Come facciamo a capire se sono maschi o femmine? Sulphane mi ha sempre detto di non saperlo ancora, eppure sa qual è la differenza.»
Nerkoull ringhiò come se stesse ponderando una risposta, e alla fine disse: Perché ancora non ha deciso. La voce che senti è femminile per il semplice fatto che si è legata a te e ti ha considerata come una madre, la cosa più vicina a un genitore che potesse avere.
Mike balbettò perplesso: «Ma allora tu... voglio dire, tutti i draghi... non avete un genere?»
Lo abbiamo. E col tempo lo avranno anche loro. Ma sono ancora molto giovani.
Tra quanto? gli domandò Ametyst Lo sceglieremo noi?
Avrete tempo per sceglierlo finché il vostro controllo sulla Magia sarà ancora instabile. Quando si stabilizzerà potrete decidere il genere, e la Magia si asseconderà alla vostra scelta. Lo capirete da soli quando sarà il momento, non potrete fraintendere.
«Quindi, se ho capito bene.» cominciò Jennifer muovendosi avanti e indietro e catturando gli sguardi di tutti «Noi abbiamo il permesso di crescere i draghi ma tu li seguirai da lontano... ed è tutto qui? Insomma, noi andiamo avanti con la nostra vita e tu starai nei dintorni per chiamare i draghi a te quando lo riterrai necessario?»
A grandi linee, sì.
«Incredibile... Grazie Nerkoull!» esclamò Layla esibendosi in un timido inchino.
Badate che non li obbligherò a restare, se loro un giorno vorranno andarsene per vivere coi nostri simili di certo non li fermerò.
«Sì è comprensibile. È un buon rischio da correre per avere il privilegio di crescere questi piccoletti! Non sai quanto sia felice di avere come amico anche te!» disse Susan saltellando con le mani giunte, improvvisamente non le parve di sentire più tanto freddo.
Frena l’entusiasmo ringhiò Nerkoull contrariato Non mi definirei vostro amico.
«Ma sei lo zio dei nostri amici draghi!» protestò Mike «Se ancora non sei nostro amico lo diventerai! Non possiamo essere in cattivi rapporti.»
«È il nonno.» lo corresse Cedric, senza guardarlo.
«Cosa?» fece il ragazzino interdetto.
E allora il più grande capì di aver pensato ad alta voce, scosse la testa e disse più chiaramente: «Nerkoull è il nonno dei nostri amici draghi, non lo zio.»
Mike lo guardò storcendo il naso, blaterando poi qualcosa riguardo la poca importanza di quella precisazione del tutto superflua, e Andrew ridacchiò.
Si può essere in buoni rapporti pur rimanendo distaccati e neutrali continuò Nerkoull, facendo finta di nulla Ero in debito con voi per aver impedito a umani malvagi d’impossessarsi delle uova, e l’ho ripagato permettendovi di crescere gli stessi cuccioli che avete salvato e a cui vi siete affezionati. Non è un rapporto di amicizia, il nostro.
Mike fece per ribattere, ma Jennifer gli tirò una gomitata per zittirlo sussurrando: «Stai parlando con un drago adulto che potrebbe sbranarci tutti e prendersi i cuccioli per sé, frena la lingua.»
E il grande drago ribatté, nuovamente divertito: Se lo facessi non mi guadagnerei né la loro fiducia né la loro simpatia, sarebbe controproducente.
Jennifer rimase così sorpresa da immobilizzarsi, facendo ridere Andrew che disse: «Hai un buon senso dell’umorismo, è interessante sapere quanto il nostro modo di pensare sia simile!»
Relativamente. Non ho spesso il piacere di conversare con creature come voi, è un’esperienza affascinante. Cerco di adattarmi.
«Ti riesce bene, mi sei simpatico.» gli sorrise il più giovane.
Nerkoull ringhiò un ringraziamento esibendosi in un elegante inchino piegando il lungo collo fino a toccare terra, poi tornò con la testa alta e disse: Ora sarebbe meglio separarci, hai detto di non poter uscire quando è buio e immagino che molto presto gli abitanti del vostro villaggio torneranno sotto il proprio tetto, scoprendo così che mancate. Io troverò un posto non troppo lontano, abbastanza da non destare fastidio o sospetto, ma sufficientemente vicino perché voi e i piccoli draghi possiate raggiungermi. Vi farò sapere di me in futuro.
«Grazie ancora Nerkoull, davvero.» disse Layla con un sorriso.
«Buonanotte!» gli disse invece Jennifer animatamente.
Buonanotte rispose lui solo leggermente perplesso, probabilmente perché a lui quell’usanza era ancora sconosciuta. Poi spalancò le ali, si volse dall’altra parte e con un balzo prese il volo sollevando una nube di neve e salendo rapidamente di quota fino a superare in altezza le cime degli alberi della Foresta. Si diresse a nord-est, probabilmente in cerca di una radura abbastanza spaziosa all’interno della stessa dove poter atterrare e condurre la sua nuova vita non lontano da Darvil.
«Un drago adulto... abbiamo parlato a un drago adulto!» esordì Jennifer quasi senza fiato.
A Umbreon brillavano gli occhi, ancora stava guardando la sagoma di Nerkoull, ormai un puntino nero nel cielo scuro che lui tuttavia riusciva ancora a vedere.
Andrew lo notò e ridendo gli disse: «Diventerai come lui un giorno. Se continui a crescere con questa velocità scommetto in dieci anni!»
«Facciamo anche venti.» precisò Mike.
Sulphane saltò in braccio a Susan, quasi facendola cadere, e strusciandole il muso in faccia disse felice: Il nostro parente più prossimo ci ha permesso di considerarvi ancora più vicini di quanto lo sia lui! Sono felice di non dovermene andare!
«Lo sono anch’io piccola mia. Lo sono anch’io.» sussurrò lei accarezzandole la criniera sempre più lunga.
«Meno male che non ci ha sbranati.» commentò Cedric cupo.
Layla gli puntò un dito contro: «Tu... Hai cercato per l’ennesima volta di far sì che il destino ci separasse! Sei un maledetto guastafeste!»
«Cerca di capirlo, alla parola ‘complicazioni’ avrà già pensato alle peggiori disgrazie.» commentò Mike guardandolo storto mentre accarezzava Zaffir dietro la nuca.
Il più grande scosse le spalle e sussurrò: «Volevo solo che le cose si concludessero nel migliore dei modi per tutti.»
«E a quanto pare il migliore dei modi è che noi cresciamo i draghi, Nerkoull è d’accordo con noi!» ribatté Mike, ora con aria infastidita.
Cedric stava per rispondergli quando d’un tratto Smeryld domandò: Tu non mi vuoi?
Si era rivolto a lui, ma tutti avevano sentito.
Il ragazzo lo fissò interdetto, non si aspettava quella domanda così diretta. Scosse la testa e disse leggermente in difficoltà: «No, non è questo. Tu mi piaci, mi sono... affezionato. Ma ancora penso che crescervi non sia stata una buona idea...»
«Nerkoull la pensa diversamente.» lo interruppe Jennifer fredda «Perciò non dovrebbero più esserci problemi. L’unico nostro problema ora sei tu.»
«Oh, certo, il perfido Cedric. E quei soldati. Perché torneranno quei soldati, aspetta e vedrai. E sono sicuro che sia solo l’inizio.» ribatté lui.
«Adesso basta!» esclamò Layla, e tutti la guardarono in silenzio «Le cose sono andate così e per ora vanno bene. Tu sei sempre in tempo di rifiutare la presenza di Smeryld se proprio lo vuoi. E ora sarebbe meglio tornare tutti a casa, in fretta anche!»
«Bene dici? Sto ospitando Susan in casa mia perché a causa nostra dei soldati dalla provenienza ignota hanno rapito i suoi genitori! Ti sembra un bene questo?» esclamò irritato.
Contro ogni aspettativa fu proprio Susan a rispondergli, con calma: «Non eravamo preparati a questo, ma adesso lo siamo. Se i soldati dovessero tornare... sappiamo cosa fare.»
Il più grande la guardò: «Davvero? Ossia?»
A quelle parole la discussione morì, perché nessuno se la sentiva di rispondere. Seguì un breve silenzio, dopodiché Smeryld corse via subito seguito da Rubia e Umbreon. I ragazzi cominciarono ad avviarsi verso Darvil affiancati da Zaffir Ametyst e Sulphane, ma sebbene non parlarono per tutto il viaggio si separarono soltanto quando Susan e Cedric andarono a riprendersi i cavalli, e dunque i tre draghetti seguirono loro fino al bosco per poi lasciarli e andare alla loro tana mentre i due tornavano alla stalla.
Layla fu l’unica a trovare i propri genitori dentro casa preoccupati dalla sua mancanza, ma riuscì a salvarsi dicendo loro che era semplicemente andata a cercare Susan per accertarsi che quella creatura non fosse venuta a Darvil come i soldati per prendersela con lei. Una scusa senza senso, ma la madre la prese per buona storcendo il naso e le intimò di tornare in camera sua e cercare di dormire.
La ragazza annuì e obbedì non del tutto certa che sarebbe riuscita a lasciarsi andare al sonno con l’emozione che ancora aveva in corpo e la faceva tremare dalla felicità.
Moriel, la madre di Andrew, rincasò poco dopo di lui coi lunghi capelli neri in disordine e un’aria a dir poco inviperita. Stava inveendo contro i suoi due figli più grandi per il fatto che avessero preso l’iniziativa e fossero usciti di casa.
Indicò Andrew e gridò sempre rivolta a loro: «Dovreste dare l’esempio al vostro fratello minore e invece è lui a darlo a voi! È rimasto in casa come gli avevo detto nonostante abbia avuto l’occasione di disobbedire!»
Andrew non poté fare a meno di ridacchiare di nascosto mentre tutti e tre salivano le scale per entrare in camera propria, ma si guardò dal ridere apertamente o smentire la madre dicendole che in realtà con tutta probabilità aveva combinato qualcosa di ben più grave rispetto agli altri due, e dovette nascondersi sotto le coperte per non farsi vedere dai fratelli mentre ridacchiava cercando di prendere sonno.

  
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