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Autore: Tifawow    08/05/2009    1 recensioni
”Senza Nome essi Sono, Devastatori dal Fato scelti. Vite e Regni insieme mietono, più della Morte Sono svelti”. Un'antica ballata, una profezia vecchia come il mondo, canta ciò che l'umanità teme e aspetta da secoli: il Devasto senza nome profetizzato, i seguaci del Caos leggendario che lotta per riemergere dalla Luce della Sfera. E nella notte, Lancaster, un Cavaliere del Vento, viene portato laggiù, dove il Devasto nasce...e sottoposto alla prova peggiore, per qualcuno che è nato libero.
Seconda classificata al concorso di Eylis "la Sfera e...il Matto"
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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..::.CAPITOLO 4.::..


Femhalt stava seduto su una roccia, serio e compunto, un lungo mantello nero drappeggiato sulle spalle scendeva a coprire la sottile ed emaciata figura. Stava a braccia conserte sul petto, lo sguardo fisso su Lancaster ancora fermo ai margini della radura, come a volerlo divorare con gli occhi.
Dietro di lui, la Sfera si ergeva alta e imponente.
Era assai diversa da come Lancaster l'aveva immaginata: aveva pensato a un luogo carico di orrore e paura come il resto del mondo all'interno del Cubo, e invece era quasi attraente. Era per l'appunto una sfera, ma non pareva essere di materiale corporeo...luce, sembrava costituito di un 'intera luce violacea, che emanava un che di immensamente freddo e brutale.
Non orrido, ma brutale.
-Ti aspettavo, Prigioniero...- la voce di Femhalt si alzò, nel silenzio quasi innaturale che sembrava aver coperto tutto come un velo di nebbia.
Lancaster avanzò di un passo, tenendo stretto il pugnale che Fire gli aveva dato all'inizio di tutto -Chi sei? Che cosa vuoi da me?- decisione, senza un filo di paura.
La Sfera, la libertà, erano a pochi passi.
Non avrebbe ceduto.
Lentamente, come mosso da fili invisibili, Femhalt si alzò, portando la mano all'elsa della spada che teneva assicurata alla cintura -Io sono Femhalt, candidato all'investitura del Matto- una pausa -E tu sei il mio sacrificio, Prigioniero... sono qui per te...- un solo, sicuro e fluido gesto, gli fece estrarre la spada, una spada dall'aspetto regale, dalla lama lucida e cesellata come se fosse appartenuta in passato a qualche nobile.
Lancaster non tremò.
Si fermò di colpo, quasi senza capire -Matto?- domandò, incerto. Non aveva mai sentito qualcuno fregiarsi di quel titolo da solo -Sacrificio?- ripeté -Che cosa intendi dire? Non capisco...-.
-Capirai...- un altro passo, diretto verso di lui -Ti arrendi al tuo destino, Prigioniero, o preferisci batterti?-.
Battersi.
Quella parola causò nell'animo del Cavaliere del Vento una sensazione quasi nostalgica, nel ripensare ai duelli passati. Ora era solo l'ombra del guerriero che era stato, sporco e coperto di sangue -Fammi passare...- disse, scandendo la parole con voce ferma e decisa -Devo entrare in quella Sfera... è l'unico modo...-.
Una risata ruppe la frase. Femhalt stava ridendo -L'unico modo per cosa? Pensi che riuscirai davvero a uscire da qui?- tenendo stretta la propria arma, avanzò di nuovo, verso di lui - Mi dispiace, ma devo darti una notizia: l'unico motivo per cui ti è stato chiesto di arrivare fino qui, è perché io devo banchettare con un corpo umano prima di accedere al sacro seggio del Matto...- ghignò, malefico.
-Un inganno...- quelle parole rimbombarono nella mente di Lancaster per un lunghissimo secondo -Sono stato ingannato...-.
-Sei mio... è diverso...- e senza attendere oltre, si lanciò contro Lancaster.
Istintivamente, nel vedersi attaccato, Lancaster si mosse abilmente di lato, schivando il colpo a lui diretto.
Ingannato.
Quella parola, infingarda e maligna, gli fece quasi perdere il controllo.
Lo avevano ingannato.
Come una furia, stringendo il pugnale, contrattaccò scattando in avanti,  con un fendente al braccio. Femhalt, non aspettandosi una reazione così rapida, si levò un attimo più tardi del previsto, finendo colpito di striscio.
Un rivolo di sangue rosso come il fuoco sgorgò dalla ferita.
-Bastardo...- sibilò Femhalt, alzando di nuovo la propria arma e preparandosi a menare un nuovo colpo, carico di un odio che quasi non aveva eguali.
Fu un combattimento lungo ed estenuante.
La forza della pazzia, contro la forza dell'orgoglio.
Spada e pugnale l'uno contro l'altro.
Tecnica e furia cieca.
E Femhalt cadde.
Un affondo, un fendente, un colpo a tradimento.
Niente bastò a sedare la voglia di vita che da Lancaster sgorgava, come un fiume in piena che rompeva gli argini.
Lancaster voleva vivere.
Girò su stesso rapidamente, schivando l'ennesimo colpo diretto alla sua testa, un colpo di certo devastante. Si abbassò di scatto, menando di sorpresa un affondo diritto al cuore del rivale.
Fu solo un istante di distrazione.
I battiti che rapidamente, come un tamburo, aumentavano di frequenza, per poi fermarsi di botto, come un colpo di frusta.
E sangue.
Sangue ovunque.
Femhalt, era morto.
E Lancaster, davanti a sé, aveva la sua via di salvezza.
Come un  monito, il vento si alzò, forte, lambendo la sua figura insanguinata.

* * *

Nathirra sorrideva, attendendo l'entrata di Lancaster.
-Arriva...- mormorò Sensitive, ora in piedi a fianco della Regina bambina.
-Lo so...- rispose l'altra, attendendo semplicemente.
Pochi secondi.
E la Sfera si aprì.
Dotata di propria magia, permise che le mille sfaccettature violacee delle sue pareti si aprissero, lasciando finalmente entrare la figura del Prigioniero, di Lancaster, che lento e trionfante faceva la sua avanzata.
Era stanco, ferito... ma era arrivato alla fine.
Dal suo scranno, Fire sorrise, vincitore.
-Dove sei???- la voce di Lancaster si alzò, alta e decisa -Dove sei??!- urlò ancora, rivolto a chi o a che cosa non lo sapeva con esattezza.
Nathirra scese le scale -Sono qui...-.
Istintivamente Lancaster si fermò di colpo, alzando gli occhi verso di lei: il volto si fece ancora più pallido, nel riconoscere la bambina con trecce che aveva sognato quando era stato salvato dalla strega delle nebbie.
-Chi sei?- domandò nella di lei direzione, ancora senza accorgersi della presenza degli altri devastatori.
-La tua Regina...- mormorò lei, scendendo gli ultimi gradini e fermandosi a pochi metri da lui.
Lancaster sentì un brivido salirgli la schiena nel riconoscere le parole che lei stessa aveva pronunciato, quando, quella medesima domanda, le era stata posta in sogno -Io non ho regina- rispose, tenendo stretto un fianco sanguinante -E non ho idea di chi tu sia...-.
-Tu sei l'unico che ha superato la prova, Lancaster...-.
Il suo nome.
Come faceva a conoscerlo?
Era davvero lei nella sua mente quando aveva sognato?
-La prova?- osò domandare.
-La prova...- confermò lei, piegando graziosamente il capo di lato e sorridendo -Hai affrontato il Cubo e sei giunto qui... unico vincitore. Hai persino battuto Femhalt, il prescelto...-.
-Mi avete promesso la libertà!- esclamò lui, stufo di sentir la bambina parlare di cose a lui sconosciute -Lasciatemi andare!-.
-Certo, ti lasceremo andare...- annuì lei, lentamente -Ma nessuno qui ha mai parlato di libertà...- improvvisamente, la sua espressione mutò -Damon! Mimic! Prendertelo...-.
Lancaster si girò, cercando di ignorare il dolore delle ferite, tentando di riprendersi il minimo che bastava a fronteggiare l'attacco.
Tutto fu inutile.
In meno di un minuto, i due devastatori l'avevano preso, bloccandolo come se fosse un giocattolo rotto.
La bambina sorrideva.
-Avevate... promesso...- mormorò lui, stanco, troppo stanco.
-Ti lasceremo andare- riprese Nathirra -Ma non prima che tu abbia fatto qualcosa per noi...-.
Con gesti rabbiosi, i due Devastatori lo sollevarono, tenendolo per le braccia da ambedue le parti. Lancaster era sfinito, ma poté chiaramente vedere, mentre i due lo trasportavano, che il corpo di Femhalt era stato portato all'interno della Sfera e adagiato nel centro.
-Nutriti del suo corpo...- sentì dire dalla voce della bambina, mentre i suoi carcerieri lo costrinsero a inginocchiarsi vicino al corpo senza vita, di colui che avrebbe potuto essere un loro compagno -Divoralo e fai tuo il suo potere-.
Lancaster inorridì -Mai!- trovò la forza di esclamare -perché dovrei... che cosa..?-.
-L'hai ucciso...- sibillina, la voce di Sensitive sovrastò le sue urla -E ora tocca a te prendere il suo posto. Fai tue le cinque arti, rendile e sei e diventa uno di noi...-.
-No, no!- sentiva la mano del Demone premere sulla sua testa, costringendolo verso il basso, verso il cadavere ormai freddo.
-Sì...- rispose Nathirra -L'ultima cosa, prima di lasciarti andare...-.
La libertà.
La sua vita.
Il vento.
Avrebbe tradito tutto quello, il suo credo, i suoi giuramenti.
Disgusto, terribile disgusto all'idea di quell'atto contro natura. Poteva un uomo cibarsi della carni di un suo simile, commettere un atto degenere, al solo scopo di riuscire a salvarsi? Per difendere la libertà che tanto amava, forse, ma per altro?
-No...- non poteva.
-Allora morirai...- .
Morire.
Morire.
Morire per il vento.
Perché era proprio questo che significava nell'insieme, ciò che aveva giurato e in cui credeva si rifletteva solo in quella parola: Vento.
Non era forse quello che aveva giurato il giorno che era diventato Cavaliere? Fare sempre quello che era giusto, rispettare la legge e difendere gli inermi.
Lui non era come loro.
-Morire...- mormorò, stancamente.
Non poteva commettere quell'atto innaturale e credere di non aver perso il proprio credo.
Vita e morte.
Giusto e sbagliato.
Onore e paura.
Davanti a lui come pezzi di un puzzle che non era in grado di comporre.
-Io giuro... di rispettare la vita...- un sussurro stentoreo gli uscì dalle labbra, come un'ultima preghiera -Giuro di difendere gli inermi e i deboli, di essere giusto, di essere saggio, e di... mettere la mia spada al servizio della verità...- una lacrima, solitaria, scivolò dal suo occhio destro -Giuro di servire la legge e di proteggere il bene. Sempre. Sul mio cuore... sul mio onore... sul mio nome... difenderò per sempre la Libertà. Vivrò per sempre nel Vento...- antico giuramento, parole ormai lontane ma che sempre lo avevano sostenuto, dal momento in cui era diventato Cavaliere.
Nathirra sorrideva ancora.
E Lancaster, fece la sua scelta.


CONTINUA...


Al solito, un bacio e un abbraccio per chi legge.
Tifa.
   
 
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