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Autore: NanaOsaki    08/05/2009    4 recensioni
Ho messo a posto i dialoghi!
Stephenie Meyer ci ha donato i primi 12 capitoli di Twilight visti dalla parte di Edward,ed io,affascinata dal suo modo di vedere il mondo,ho deciso di scrivere la mia interpretazione del capitolo della radura,quello in cui Edward si confessa. Buona lettura!^^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"No no! Certo che c’è speranza!" la mia mente era invasa da parole sconnesse tra di loro che cercavano di uscire per creare la miglior frase di scuse possibile. "Voglio dire,è ovvio,non…" cos’era “ovvio”? Niente era ovvio in quel momento. Un vampiro innamorato di un’umana,che cosa c’era di ovvio in tutto questo? "Per noi è diverso. Emmet…quelle erano delle sconosciute,incontrate per caso. È accaduto tanto tempo fa,e lui non era…allenato e attento come ora."
"Perciò,se ci fossimo incrociati…in un vicolo buio,o qualcosa del genere…" la sua voce era sempre più simile a un sussurro. Quanto avrei dato pur di tranquillizzarla…frenai l’istinto impellente di avvicinarmi e stringerla forte a me.
"Mi ci è voluta tutta la forza che avevo per non assalirti durante la prima lezione,in mezzo agli altri ragazzi" sentii una scossa partirmi dal collo e proseguire per tutta la schiena al solo pensiero di quella giornata; avevo tentato di dimenticarla,di incastonarla in una scatolina e lasciarla nascosta,tra i ricordi dispersi dal passare del tempo,e invece eccola lì,vivida e feroce. "e quando mi sei passata accanto,ho rischiato di rovinare in un istante tutto ciò che Carlisle ha costruito per noi." ma soprattutto,avrei rovinato la mia intera esistenza. "Se non avessi messo a tacere così a lungo la mia sete negli ultimi,be’,troppi anni,non sarei riuscito a trattenermi".
Quella giornata fu davvero singolare: per tutta la durata della prima lezione di biologia,la catastrofe che avrebbe portato la mia carneficina non mi passò nemmeno per l’anticamera del cervello. Volevo il suo sangue,lo esigevo,lo imploravo,e i suoi movimenti leggeri,come lo spostamento di una ciocca di capelli,mandavano in frantumi la mia lucidità… i suoi occhi terrorizzati ritornavano nella mia testa ogni volta che mi permettevo di pensare a quel momento. "Avrai creduto che fossi posseduto dal demonio" i suoi occhi terrorizzati si schiantavano contro i miei e mi passavano tutta la paura che aveva provato in quella singola ora…sempre di più…sempre di più…quasi mi dimenticai che era lì con me,che era viva.
Ormai non avevo più niente da perdere –quante volte mi ero ripetuto quella frase?-,e decisi di scoprirmi completamente,mettermi a nudo ed esplicare il mio punto di vista,come succede nei film dell’orrore in cui il mostro rivela la verità alla povera vittima che non può più fare niente per scappare…e Bella non sarebbe scappata,per il semplice fatto che non avrei permesso la sua fuga. Non più. La gola secca,la voglia di uccidere,quelle sensazioni indescrivibili a parole,sarebbero rimaste dentro la mia bocca assieme al mio veleno,poiché sarebbero state troppo complicate da spiegare anche per me. Le dissi che me n’ero andato per schiarirmi le idee,poiché se fossi stato un altro giorno a contatto con lei,le avrei parlato e…
"Mi avresti seguita,te lo garantisco" terminai la confessione,guardandola negli occhi.
"Senza dubbio." fu la sua risposta,dopo qualche attimo di attesa. Vedeva quanto mi torturava la mia natura non umana? Lo poteva anche solo minimamente percepire?
Posai i miei occhi sulle nostre mani intrecciate. Quella visione fu come una fotografia catturata con una macchina istantanea,pronta a celebrare il momento di pura perfezione tra due persone che non dovrebbero avere nulla da dirsi. Il silenzio che si era creato attorno a noi,le foglie immobili delle piante,gli animali ben lontani da un predatore come me,l’aria stessa in attesa che io ricominciassi a parlare,sembravano aver annullato il tempo,lo spazio,le dimensioni. Era tutto così perfetto,e tutto così dannatamente inconcepibile.
Continuai con il mio racconto,pesando bene le parole e scegliendo accuratamente cosa dire e cosa lasciare più sul vago; le confessai i miei istinti omicidi verso lei e la signorina Cope nella stanzetta calda e chiusa, satura del suo odore inibitore e penetrante,cercando di guardare al di là dell’ immagine dei miei denti affondati nel suo collo che mi si era presentata in quel momento e del gretto piacere nel bere il suo sangue,e proseguii dicendole il perché ero mancato per un’intera settimana a scuola.
"Il mattino dopo ero in Alaska. Ci sono rimasto due giorni,da alcune vecchie conoscenze…" sì,proprio vecchie conoscenze. Tanya ha rischiato un collasso non appena mi ha visto: era euforica e sapevo bene il perché. Nel tempo di un paio di saluti e di formalità, i suoi pensieri presero una piega sgradevole: i nostri corpi avvinghiati,spogli…un brivido di disgusto mi attraversò la schiena. Decisi di fare finta di niente per non darle alcuna soddisfazione. Erano anni che quel giochetto al quale si divertiva solo lei andava avanti,ed erano anni che la respingevo con classe. Nonostante tutti i decenni passati da eterno diciassettenne,non avevo mai provato un desiderio sessuale di qualsiasi tipo nei confronti di una donna,e solo in quel momento,con la mano intrecciata a quella di Bella, capii il perché. Forse un giorno avrei presentato a Tanya l’unica donna che faceva nascere un interesse –quasi morboso- dentro di me…chissà come l’avrebbe presa. Tenetti per me un leggero sorriso,non era il momento di ridere. La verità era che ero un codardo. Codardo e in conflitto.
Bene.
Me lo avevano detto di non mettermi in questo pasticcio,mi avevano avvertito i miei familiari,ma cosa ci potevo fare? Ci si accorge di avere dei guai solo quando ci si è dentro fino al collo,e in quel momento non si può più fare niente per fuggire.







NDA: SONO TORNATA!!:D prometto che posterò non appena la parte successiva sarà di mio gradimento U_U
  
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