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Autore: Sparrowhawk    06/10/2016    1 recensioni
Cosa sarebbe successo, se...?
In un mondo divorato da una guerra lunga cento anni in cui la figura dell'Avatar è diventata mistica, una sola città rimane in piedi per offrire un opponente alla Nazione del Fuoco: da una parte abbiamo Zuko, il giovane ed intraprendente Signore del Fuoco che da solo ha conquistato quasi ogni terra libera; dall'altra abbiamo Toph, Regina della città stato di Ba Sing-Se e temeraria condottiera del proprio esercito. Dopo mesi di stallo, finalmente i due avranno modo di incontrarsi e dal loro confronto si svilupperà la nostra storia.
N.B.: I personaggi e le ambientazioni riportate in questa storia non appartengono a me, ma ai creatori di Avatar - The Last Airbender. Ringrazio la creatrice del fumetto che mi ha ispirato a scrivere questa storia e che mi ha permesso di reinventare il tutto: (deviantart) Minari-hanul
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aang, Katara, Sokka, Toph, Zuko
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Book Two: Fire

Chapter two: Disappointment



A Zuko non erano mai piaciuti gli incontri che si tenevano nella sala del Trono, con i vari Generali e le persone più importanti della Nazione del Fuoco. A non farglieli piacere non era solo il ricordo di come si era procurato la cicatrice che portava in volto da più di due anni, bensì l’atmosfera carica di tensione che aleggiava nell’aria quando vi si presenziava. Da sempre suo padre Ozai aveva governato con il pugno di ferro, riempiendo di timore chiunque avesse anche solo osato pensarla diversamente da lui e punendo chi, come il suo stesso figlio, avesse avuto abbastanza coraggio da alzarsi in piedi e dire ciò che non andava nel suo modo di fare.

Per anni Zuko si era detto pronto a cambiare le cose, una volta che fosse diventato Signore del Fuoco ed il potere fosse passato nelle sue mani: la sua giovane mente era piena di innovazioni, di bontà e di ideali ben consacrati, ma ora che finalmente aveva preso il posto del padre non aveva fatto ancora niente per far sì che qualcosa diventasse diverso.

Per questo non apprezzava quelle riunioni.

Erano un monito costante alla sua inefficienza.

Si era semplicemente abituato a ciò che aveva intorno, considerando sciocco da parte sua confidare ancora nei sogni di un se stesso lontano, distante anni luce dall’uomo che era diventato. Il mondo non necessitava di pace, ma di un Sovrano pronto a tutto per riuscire a renderlo perfetto sotto ogni punto di vista.

- Ora che siamo tutti riuniti, prego i Generali di riferirmi i loro dubbi. Siamo in una stanza a porte chiuse, nessuno, a parte i presenti, saprà mai ciò che qui verrà detto. Insisto, perciò, nel voler ottenere da parte vostra totale sincerità.

Come già detto odiava simili incontri, però li rispettava, e come Signore del Fuoco si dimostrava risoluto e pieno di sicurezza, come tutti volevano che fosse. Nel suo universo non c’erano più spazi per dubbi, ripensamenti o utopie. Stavano combattendo una Guerra e, come d’altro canto il resto della popolazione mondiale, i presenti erano stufi di farlo. Si era giunti ad un punto morto, dove la prossima mossa doveva essere quella decisiva se non si voleva che le truppe gettassero una volta per tutte la spugna.

Dopo la perdita di Ba Sing-Se a favore di una mocciosa spuntata fuori dal nulla, sia Zuko che il suo entourage avevano perso la propria presa sulla popolazione. Erano stati a tanto così dal vincere e poi tutto era andato in malora nel giro di un attimo.

- I soldati sono stanchi, mio Signore.

- Lo siamo tutti, Generale Quiang.

L’uomo annuì mestamente, fissando il proprio sguardo in quello del proprio signore e padrone.

- Me ne rendo conto, ma nonostante le nostre vittorie siano sempre innumerevoli e il numero delle nostre colonie sia in continua crescita, la gente si domanda quando riusciremo a porre fine a tutto questo.

Zuko ricambiò il suo sguardo, sostenendolo senza difficoltà. Non parlò subito, poiché non gli era facile ammettere che la cittadinanza avesse ragione nel dubitare che la fine della Guerra, e quindi l’avvicinarsi della vittoria, fosse poi così vicina. Lui stesso aveva cominciato a diffidare di una simile visione d’insieme, così ottimistica e poco costruttiva.

Si mosse appena, posando le mani sulle ginocchia.

- Questo me lo chiedo anche io, in effetti. – Rivelò infine, senza peli sulla lingua. – Non siete stato forse voi a dire, non più di qualche mese fa, che combattere contro la nuova ondata di ribellione sarebbe stato semplice?

- L’ho detto, mio Signore, ma questo prima di capire che la Morte dell’Est fosse un simile osso duro.

Il ragazzo abbozzò un sorriso sentendogli pronunciare quel nome.

La “Morte dell’Est”. Non c’era più scampo, ormai, dalla presenza di quella fanciulla nella sua vita. Più tentava di mettere in atto nuove strategie, cambiando dunque modo di fare, e più lei, la famosissima neo Regina di Ba Sing-Se, gli metteva i bastoni fra le ruote. C’era dell’ironia nel fatto che non la avesse ancora mai vista in volto. Continuava a ricevere dettagliati rapporti da coloro che la avevano conosciuta sopravvivendo per miracolo al suo passaggio, ma mai prima d’allora aveva avuto modo di scontrarsi con lei faccia a faccia.

Ecco uno degli altri motivi per cui, alcune leggi della Nazione del Fuoco, andavano cambiate.

Che senso aveva, per il Sovrano indiscusso, starsene sempre dietro le quinte a meno che la battaglia da combattere non fosse quella decisiva?

Magari ad Ozai quella condizione poteva andare bene, ma per Zuko era un’assurdità. Era arrivato il momento di mettere in dubbio alcune cose, a partire da faccende che avrebbero solo potuto metterlo ancora più in cattiva luce con i suoi sudditi.

- A quanto pare non c’è altro da fare.

- Come dite, vostra Maestà?

Si alzò in piedi, lasciando il suo comodo cuscino per cominciare a camminare avanti ed indietro di fronte al trono. Il fuoco che lo circondava stava crepitando, innalzando una barriera calda e dirompente fra lui e il suo pubblico. La luce di quel fuoco proiettava una grande ombra alle sue spalle, oscura, stilizzata, eppure tanto simile a come Zuko si sentiva dentro: un corpo pieno solo di tenebra, svuotato del sentimento che un tempo, neanche tanto prima, lo aveva arricchito giorno per giorno.

- Ho deciso di andare al fronte.

Subito si udì un gran vociare. Molti dei Generali più anziani fecero per alzarsi, scuotendo forte i capi mentre frasi come “No, non è prudente” o “Mio Signore, lasci che ci pensiamo noi” uscivano dalle loro labbra.

Lui alzò una mano, interrompendo una volta per tutte il caos che era nato così dal nulla.

- Trovo sia inutile recriminare, signori. – Rispose, calmissimo. – Ho preso la mia decisione. Sono stufo di sapere solo approssimativamente ciò che accade sul fronte Est. Devo vedere con i miei occhi, altrimenti non sarò mai in grado di prendere decisioni giuste, prive d’esitazione.

Poi, dando loro le spalle, abbassò lo sguardo posandolo sul pavimento splendente e cerato.

- Inoltre… - Aggiunse. – Credo sia arrivato il momento, per me, di incontrare la cosiddetta Morte dell’Est.

Solo uno, fra i presenti, parve riscuotersi ad una simile notizia. Il figlio dell’ormai deceduto Generale Yong, colui che per primo aveva visto la Regina del Regno della Terra ed era morto a causa sua, aveva decisamente un conto aperto con quella ragazza. Così come il suo Signore, anche lui voleva vederla di persona, vendicandosi della morte del padre come qualunque altro giovane della sua età avrebbe voluto fare.

- Sarei felice di farvi da scorta, vostra Maestà.

Zuko si girò, mostrando a colui che aveva parlato la parte del volto sana. Riconobbe subito, nel suo sguardo, una punta di ostinata rabbia che ben riconosceva: anche lui, solo un anno addietro, guardandosi allo specchio aveva quella stessa espressione.

Si strinse nelle spalle, alzando un poco il mento.

- Una scorta non mi farà di certo male.

Sapeva che gli avrebbe creato dei problemi, di fronte alla loro comune nemica, ma confidava nel fatto che averlo al proprio fianco lo avrebbe aiutato a tenerlo sotto controllo. Non poteva permettersi che uno dei suoi, vinto da ribollenti desideri, mandasse a monte il suo primo incontro con lei.

- Il giovane Tai verrà con me. – Esclamò infine, tornando a contemplare l’arazzo che stava alle spalle del trono con fare pensieroso. – Mi assicurerò che le mie cose vengano preparate al più presto, quindi avvisate del mio arrivo le truppe. Voglio che si sparga la voce fra le retrovie nemiche. Voglio che si sappia che Zuko, il ventiduesimo Signore del Fuoco, sta arrivando, pronto a combattere lui stesso contro a tutti quelli che avranno abbastanza coraggio per affrontarlo.

- Sarà fatto.

Quando rimase solo, Zuko si mise seduto incrociando le gambe. Mentre gli occhi ambrati osservavano senza attenzione ciò che aveva intorno, il cuore già era corso verso i confini del suo Regno, dove la battaglia per la conquista di Ba Sing-Se e la caduta dell’intero Regno della Terra stava imperversando da lunghi, interminabili mesi. L’arrivo della “Morte dell’Est” di certo lo aveva spiazzato, su questo non c’erano dubbi, tuttavia confidava che una volta incontrata tutto gli sarebbe stato più chiaro: non avrebbe più permesso che l’ignoranza circa le sue fattezze potesse intimorirlo, donando a lei più potere di quanto non possedesse in realtà.

Era una ragazzina, questo lo sapeva per certo, e se una fanciulla come lei poteva apparire unica nel suo genere – dopotutto aveva sconfitto i suoi soldati da sola -, lui non sarebbe stato da meno.

Aveva diciotto anni, era un uomo ormai, i giorni passati a ridere e giocare li aveva lasciati a marcire nel profondo del suo subconscio, dove anche tutte le altre sue emozioni erano state recluse. Non aveva senso affidarsi a quelle quando, là fuori, sul campo di battaglia, non è il cuore a saperti fornire la giusta rotta da seguire.

Avrebbe abbattuto ogni ostacolo, si sarebbe liberato di chi ancora aveva da ridire sulla sua condotta, e quando anche l’ultimo dei suoi nemici sarebbe caduto, allora e solo allora si sarebbe goduto il dovuto riposo.

Il mondo non poteva rimanere così.

Vittoria assoluta o sconfitta totale.

***

Il giorno stesso in cui arrivò a destinazione, si assicurò in primo luogo di conoscere le condizioni delle sue truppe, schierate al limitare dei confini della loro colonia più vicina nel Regno della Terra.

Ba Sing-Se era poco distante, bastava affacciarsi dalla collina per notare, in lontananza, illuminata dalla luce arancione scure del tramonto, la sua maestosa cinta muraria.

Zuko rimase in ascolto dei suoi sottoposti, donando prima la propria attenzione a loro e poi a quella visione quasi aliena: era già stato lì, il giorno in cui la aveva conquistata difficilmente si sarebbe mai cancellato dalla sua memoria, eppure ora se ne stava in quel posto, nel tentativo di compiere un secondo miracolo.

Ba Sing-Se, la città fortezza.

Perfino suo zio Iroh non era riuscito nell’intento di farla sua, ma ora, come niente, gli si chiedeva di rifarlo.

La vita sapeva essere così strana, alle volte.

- Ho saputo che di recente la Regina non si è fatta vedere dai nostri. – Domandò ad un certo punto, camminando a fianco di Comandante Ai per le vie dell’accampamento. Al suo passaggio tutti salutavano e lui, nonostante fosse preso dai suoi discorsi con il compagno, trovava sempre modo di rispondere. – …dubito che la sua assenza sia dovuta al mio arrivo.

Il Comandante rise, accarezzandosi con sicurezza la barba.

- Oh, mio Signore, per quanto sono certo che conosca la sua grandezza, dubito che quel piccolo demonio sappia cosa sia la paura. Non fuggirebbe di fronte al peggiore degli spiriti, a mio avviso.

- Allora devo pensare che si sia ritirata a Ba Sing-Se per incontrarsi con i suoi capi di stato.

- Probabilmente è così, sì.

Zuko annuì impercettibilmente. – Spero che torni presto. Se sono qui è soprattutto per poterla vedere con i miei occhi.

- I miei rapporti non l’hanno soddisfatta…? Eppure sono piuttosto fedeli.

- Sono certo che non abbiate tralasciato nulla, all’interno di quei documenti, però sono anche dell’idea che certe cose si debbano vedere di persona.

- Avete intenzione di combattere o di provare col dialogo?

- Scontrarsi con lei sarebbe molto interessante, non lo nego…

Ed era vero. Chiunque avrebbe atteso con ansia il momento in cui, finalmente, avresse avuto l’occasione di lottare contro il proprio acerrimo rivale. Una vita passata senza simili occasioni era, per un Leader, una vita non vissuta a pieno potenziale. Di tanto in tanto era necessario avere nemici capaci di donarci il piacere della sfida, pari a noi per astuzia e potenza, e si dava il caso che il Signore del Fuoco considerasse la Regina della città fortezza una sua pari.

Confidava nel fatto che sarebbe stato divertente incontrarla, non solo necessario.

- …essendo questo il nostro primo incontro, comunque, penso sia meglio optare per il dialogo. Desidero capire qual è il suo filo conduttore. Cosa la spinge ad andare avanti.

Se c’era una cosa che suo padre gli aveva insegnato era proprio quella: una volta che si era compreso per cosa, chi ti si opponeva, lottava, era molto facile distruggerlo. Era proprio quando si portava via tutto a qualcuno che si mandava in frantumi il suo essere.

La “Morte dell’Est”, per quanto scaltra e capace, non era diversa dai comuni esseri umani.

Colpirla al cuore sarebbe stato semplice come con tutti gli altri.

  
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