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Autore: MaDeSt    08/10/2016    5 recensioni
Non è necessario leggere il prologo ma è caldamente consigliato.
Sei ragazzini provenienti da un villaggio sperduto, cresciuti in un piccolo paradiso, ignoranti dell'orrore che li circonda, si ritrovano ad avere tra le mani sei uova di drago, di cui poi diventeranno amici... e la loro leggenda ha così inizio.
Dovranno salvare il mondo, ecco ciò che ci si aspetta da loro. Ma ne saranno all'altezza? Riusciranno a capire chi è il loro vero nemico prima che questo li distrugga?
[Pubblicazione interrotta. Non aggiornerò più questa storia su EFP, non aggiornerò i capitoli all'ultima versione, pubblicherò solo in privato per chi realmente è interessato a seguire la storia a causa di plagi e ispirazioni non autorizzate non tutelati a discapito del regolamento apparentemente ferreo. Trattandosi della mia unica storia, a cui lavoro da anni e a cui sono affezionata, non vale la pena rischiare. Chi fosse interessato a capire come seguire la storia troverà tutte le informazioni nelle note all'inizio dell'ultimo capitolo pubblicato. Risponderò comunque alle recensioni qualora dovessi riceverne, ma potrei accorgermene con del ritardo.]
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dargovas'
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Il colore del titolo del capitolo corrisponde al colore della regione in cui la storia al momento si svolge, tenete d'occhio la mappa per sapere dove ci troviamo!

LITTLE MEDDLER

Ormai passata la metà del mese di Voldar i soldati di Eunev si ripresentarono, insolitamente presto per i tributi, ma spiegarono che al momento la città stava attraversando un periodo difficile. E alcuni giorni dopo arrivarono altri soldati ancora, forse una decina, che si accamparono poco più a sud del villaggio sulla sponda est del fiume. Data la brutta esperienza che il villaggio aveva vissuto con gli altri soldati che non si trovavano lì per i tributi, questo gruppo spiegò di trovarsi lì semplicemente per reclutare uomini forti dal villaggio per combattere una guerra da qualche parte a est; solo secondariamente aggiunsero di trovarsi lì per proteggere il villaggio.
Si guadagnarono così una certa fiducia da parte di alcuni abitanti, ma i ragazzini avevano il forte sospetto che anche quelli si trovassero lì per loro e per i draghi, quindi prestarono attenzione a non essere seguiti ogni volta che andavano nel bosco a trovare le creature.
Le madri di Jennifer e di Andrew non chiesero niente riguardo al fatto che stavano troppo tempo fuori casa ultimamente: erano invece felici per i propri figli perché significava che avevano degli amici con cui stavano bene e con cui avrebbero potuto divertirsi sempre, almeno finché qualcuno non si sarebbe fatto male sul serio; i graffi che portavano sulla pelle stavano a significare che i giochi che facevano erano piuttosto pericolosi e forse un giorno avrebbero potuto farsi male sul serio, perché ogni volta che ne avevano di nuovi erano sempre poco più gravi dei precedenti. Ma finché rispettavano gli orari e non tornavano a casa troppo tardi non pensavano di avere più motivo di preoccuparsi per loro.
Così Mike Jennifer e Andrew ebbero vita facile, senza che le donne sospettassero di niente, almeno per il momento.
La madre di Layla era ancora convinta che la figlia si fosse invaghita di qualche amico, dunque – ora che la storia dei soldati che avevano rapito il panettiere e la moglie pareva lontana – era relativamente serena e poco in pensiero riguardo ciò che la ragazza potesse combinare fuori casa, dando anche per scontato che gran parte del tempo lo passasse con Emily, di cui si fidava ciecamente.
Ilion invece era molto preoccupata: il fatto che Cedric uscisse così spesso la metteva in agitazione, perché, per quanto ne sapeva, non era mai stato così legato agli amici. Anzi, non credeva nemmeno che ne avesse dopo la faccenda della madre e il conseguente cambiamento del ragazzo. Ora invece usciva quasi tutti i giorni per ore, a volte non tornava nemmeno per pranzare e ogni volta portava un graffio in più sulla pelle. Non trovava sbagliato che si svagasse dopo anni passati a dedicare tutto il suo tempo a casa e famiglia, anzi lei era in un certo senso felice di occuparsi di tutto – o quasi – al posto suo per lasciargli un po’ di tempo per se stesso. Ma non così tanto; aveva anche casa propria a cui badare, e i bambini al villaggio.
Inoltre a rendere più strane le cose c’era questa Susan che conosceva da un paio di mesi: stava tutto il giorno insieme a lui, ridevano, scherzavano e lei desiderava persino che le insegnasse a scrivere, quando Ilion non era in casa lo aiutava a occuparsi delle sue cose, e non uscivano mai da soli.
Quando i due ragazzi rincasarono erano già le nove di sera e la donna ormai aveva finito di cucinare da qualche minuto, era seduta su una poltrona in sala davanti al camino; si stava facendo leggere una storia da Lily. Aspettarono il padre per cenare, che arrivò dopo meno di dieci minuti e la donna tornò a casa sua salutandoli allegramente.
Dopo aver finito di mangiare sparecchiarono e salirono le scale per entrare ognuno in camera propria, ma all’ultimo Susan decise di seguire lui, chiedendogli se avesse libri che parlassero di draghi o se conoscesse lui stesso alcune storie da raccontarle.
Lily era rimasta seduta sulla poltrona a leggere il resto della storia, ma loro non l’avevano vista perché era nascosta dallo schienale. Era piuttosto arrabbiata col fratello appunto per il fatto che la trascurava più del solito, preferiva la compagnia di Susan alla sua. Pensò che stessero tramando qualcosa, motivo per il quale forse passavano tanto tempo fuori casa.
Le dava davvero molto fastidio tutto ciò, Cedric le aveva sempre detto di non avere tempo da perdere quando gli chiedeva di giocare, invece a quanto pareva il tempo l’aveva, dato che non faceva altro che stare fuori.
Il tempo ce l’hai quando vuoi, ma non per giocare con me pensò inviperita, così si alzò e in silenzio li seguì su per le scale.

Susan seguì Cedric fino in camera sua mentre il ragazzo cercava il libro più adatto da una mensola nella stanza, ma dato che non c’erano libri che parlassero esclusivamente di draghi ne prese uno che racchiudeva alcune tra le più famose leggende, sperando che le interessassero.
«Leggiamo qui?» domandò lui.
«Va bene.»
Chiusero la porta e la ragazza si sedette alla scrivania dove lui di solito scriveva mentre Cedric accendeva una candela, poi si sedette accanto a lei e mise la candela al centro del tavolo.
«Posso provare…?» domandò lei indicando la penna del rapace che permetteva di lasciare segni colorati su qualsiasi superficie.
Lui gliela porse annuendo: «Che vuoi fare?»
«Provo a disegnare Sulphane mentre leggi!»
«Prego, fa’ pure.» le diede un foglio di pergamena e dell’inchiostro rosso, poi lui aprì il libro e cominciò a leggerlo, mentre la ragazza s’impegnava per impugnare correttamente la penna, divertendosi molto nel vedere come il segno rosso variava in base a come la inclinava rispetto al foglio. Ogni tanto lui interrompeva la lettura per metterle meglio la penna in mano o per ricordarle d’intingere la punta nell’inchiostro prima che si seccasse, e lei rideva divertita seguendo le sue istruzioni.

Lily era appostata sull’ultimo gradino delle scale intenta ad ascoltare, ma quando richiusero la porta fu costretta ad avvicinarsi per riuscire a sentire. Sentì nominare una certa Sulphane da Susan.
Sarà il suo nome in codice in un gioco? si domandò, premendo un orecchio contro la porta.
Ma sentì solamente suo fratello leggere quella che era una tra le sue storie preferite, nulla di sospetto. Entrò in camera per esserne sicura e Cedric la guardò smettendo di leggere; alla sua domanda di poter restare risposero in modo contrapposto: la ragazza esclamò ‘Ma certo!’ mentre il ragazzo disse un secco ‘No, vattene.’
Entrambe lo guardarono incredule, Lily presto mutò la sua incredulità in rabbia e se ne andò di corsa sbattendo la porta e pestando i piedi per tutto il corridoio e anche sulle scale.
«Ma cosa ti è preso? Perché le hai parlato così?» gli chiese Susan attonita.
«Forse perché non volevo che vedesse il tuo disegno?»
«Ma a malapena si capisce cosa sia!»
«Non è stupida, conosce le storie su Garandill. È meglio non rischiare.» concluse, e come se nulla fosse successo riprese a leggere, e dopo un po’ anche Susan riprese a disegnare.
Prima di andare a letto Susan scoprì un altro lato di lui che la divertì non poco: sembrava essere ossessionato dall’ordine, ogni cosa in camera sua doveva stare esattamente dove e come diceva lui. Lo prese in giro approfittando del fatto che per una volta sembrasse di buon umore, e ogni volta che lui rimetteva la boccetta d’inchiostro rosso al suo posto, la ragazza la spostava da un’altra parte.
Dopo averle sclerato dietro per dieci minuti buoni, alla fine Cedric si arrese e la invitò non troppo gentilmente a lasciare la sua stanza per andare a dormire in quella accanto, e Susan se ne andò ridendo a crepapelle senza nemmeno curarsi di augurargli la buonanotte.

Lily era certa che i due ragazzi non sarebbero tornati prima delle quattro del pomeriggio, si trovava da sola in casa con Ilion, e non appena la donna scese in cantina per decidere cosa cucinare per cena la bambina sgattaiolò di corsa al piano superiore. Prese un lungo sospiro, poi in punta di piedi percorse il corridoio, come se temesse di essere sentita anche se sapeva perfettamente che non c’era nessuno.
Aprì la porta della camera di Cedric e non la richiuse, per cogliere qualsiasi rumore sospetto che provenisse da fuori, e cominciò a setacciare la camera in lungo e in largo in cerca di indizi, qualsiasi cosa strana potesse indicarle che lui e Susan stessero combinando qualcosa; era ancora arrabbiata per il comportamento del fratello, non le importava in che modo ma gliel’avrebbe fatta pagare, li avrebbe scoperti e costretti a scusarsi per le loro bravate e poi Cedric avrebbe finalmente dedicato il suo tempo libero a lei. Anzi, si disse che già era stata gentile a non raccontare a Jorel come le avesse risposto la sera prima, facendola sentire rossa di rabbia.
Non trovò nulla sotto al letto, né tra le coperte, né in cassetti, armadio e baule. Si diresse alla scrivania e immediatamente le saltò all’occhio che la boccetta d’inchiostro rosso non era ordinata insieme alle altre. Cosa insolita per un tipo ordinato come lui. Quindi prese il libro che lui aveva letto la sera prima, lo sfogliò rapidamente in cerca di appunti o foglietti volanti nascosti tra le pagine, ma non trovò nulla. Prese in mano le pergamene che c’erano sulla scrivania e le sfogliò una ad una e, finalmente, trovò un disegno in inchiostro rosso.
Lo guardò attentamente storcendo il naso, non aveva mai visto raffigurazioni di una creatura simile: testa grande, orecchie da cavallo, collo lungo, quattro zampe, ali piumate, una lunga coda, e persino una criniera. Gli occhi così grandi lo facevano sembrare un cucciolo.
Era certa che non si trattasse di una strana specie di uccelli nonostante avesse ali piumate; non era un cane perché aveva le ali, e la coda e il collo troppo lunghi; non era un serpente, perché aveva orecchie e sei arti, criniera e piume sulla coda.
Ma allora cos’è? Forse è solo frutto della sua immaginazione... notevole pensò.
Poi, d’un tratto, ebbe l’illuminazione. Nel libro che Cedric aveva letto si parlava di creature simili a rettili, ma con un paio di enormi ali. Draghi. Possibile che quello fosse un drago?
Riprese in mano il libro e lo sfogliò fino a trovare il punto in cui veniva descritto uno dei pochi draghi conosciuti dalla razza Umana, Garandill, e lesse una descrizione spaventosamente simile al disegno su quel foglio: sembianze da rettile, lungo collo, quattro zampe e due ali, lunga coda, criniera, lunghi denti e lunghi artigli. Ma non accennava a orecchie da cavallo, né a piume, bensì a scaglie dure più dell’acciaio e forse protette da magia.
Ma come l’hanno trovato un drago? Sulphane... sarà il suo nome? pensò sconvolta.
Non riusciva a crederci, né riusciva a concepire possibile una cosa del genere. Da quanto sapeva, i draghi non erano addomesticabili, erano enormi creature leggendarie che volavano e sputavano fuoco. Come avevano fatto a farsene amico uno? Quanto era grande? Da quanto tempo andava avanti la storia? Rimembrò che all’improvviso e senza un’apparente ragione diversi ragazzini erano venuti a casa loro quasi tutti i giorni per un certo periodo, a detta di Cedric per imparare a cavalcare. E se invece tutto fosse cominciato per quel drago? Se tutti loro fossero stati coinvolti?
Devo assolutamente indagare più a fondo... pensò cupa.
Rimise a posto tutto come l’aveva trovato, perché sapeva bene che Cedric si sarebbe accorto anche di lievi cambiamenti – non aveva idea di come ci riuscisse, ma ricordava esattamente dove e come lasciava ogni cosa.
Si allontanò verso la porta e diede una rapida occhiata alla stanza per essere certa di non aver dimenticato qualcosa in una posizione diversa da come l’aveva trovata entrando, annuì soddisfatta e uscì richiudendo la porta, attendendo con ansia il loro ritorno.

Appena li sentì rientrare in casa, Lily mise in atto il piano che aveva pensato e perfezionato durante il pomeriggio. Come si aspettava, Cedric andò a parlare con Ilion per dirle che poteva tornare a casa sua perché al resto avrebbe pensato lui, e rimase nell’altra stanza con lei. E come aveva previsto Ilion lo trattenne perché Lily, quel pomeriggio, le aveva raccontato di alcuni suoi comportamenti preoccupanti apposta perché lo tenesse occupato prima di andarsene, in modo che avrebbe avuto Susan tutta per sé. Nulla di ciò che aveva detto a Ilion sarebbe stato preoccupante, se non lo avesse ingigantito di proposito. E sapeva che la donna non avrebbe mai fatto il suo nome, così Cedric non avrebbe potuto sospettare di lei, ma solo pensare che Ilion fosse paranoica.
Susan invece si sedette sulla poltrona a godersi il calore del fuoco sempre più indispensabile con un sospiro, gli occhi chiusi e le labbra piegate in un lieve sorriso.
Lily si sedette sulla sedia della piccola scrivania, vicina a lei, e disse con aria sognante: «Certo che sono proprio strani i draghi, eh? Hai mai letto una loro descrizione?»
La sua vocina squillante e l’argomento della conversazione le fecero rizzare i capelli sulla nuca, ma ugualmente la guardò negli occhi e le rispose con un largo sorriso tirato: «Io non so leggere, Lily!»
«Ah già, è vero. Te la sei fatta leggere da Ced allora? Ne vale la pena, sai? Si sa davvero poco su di loro, sono così rari! Mi piacerebbe tanto averne uno, o anche solo vederlo!»
Sapendo che Lily era una bambina intelligente cercò di non variare la sua espressione, ma soprattutto si chiese se per caso le fosse sfuggito qualcosa nel sonno, o se la piccola avesse parlato con Cedric, o se li avesse sentiti parlare dei loro draghi o di Nerkoull un giorno.
«Qualcosa non va?» la vocina di Lily la riportò alla realtà.
«Oh no, nulla, pensavo.»
«Ai draghi? Allora ti ha già letto qualcosa, vero?» esclamò animata sporgendosi dalla sedia e sollevando le gambe da terra.
«Beh... sì, mi ha letto un libro ieri, e c’era la descrizione di un drago.»
«Sai che quello è uno dei miei libri preferiti? Cioè, intendo dire che c’è una delle mie storie preferite. Ma ce n’è un’altra che mi piace molto in quel libro, mi piace la storia di Garandill! Te l’ha letta ieri?»
«Sì...» sussurrò, cominciava a pensare che davvero la bambina sapesse qualcosa, le sue domande erano mirate a confonderla o preoccuparla: Non devo lasciarlo trasparire!
«Secondo te come fanno i draghi a sputare fuoco? E quanto sarà grande Garandill, in realtà? Pare che nessuno lo sappia!»
«Ma certo, è ovvio! Nessuno l’ha mai vista da vicino!»
«Facciamo una gara a chi disegna meglio Garandill? Oppure a chi disegna il drago più bello!» esclamò vivacemente.
Susan si ritrasse nella poltrona, ora davvero spaventata e più che certa che Lily in realtà volesse arrivare da qualche parte, le sue non erano domande o affermazioni casuali. Ma doveva fare finta di non sapere nulla di draghi, dunque la guardò e di nuovo sorrise e annuì.
La bambina non si mostrò delusa, sebbene in realtà un poco lo fosse, si volse e dietro di sé prese delle pergamene, due penne e una boccetta d’inchiostro nero, poi si sdraiò sul pavimento di legno e fece cenno a Susan di unirsi a lei.
Cominciarono a disegnare mentre Lily ripeteva in continuazione e a voce bassa la descrizione di Garandill come la ricordava dal libro. Avevano disegnato a malapena testa, collo, e spalle della creatura, che finalmente Ilion le salutò per tornare a casa sua e se ne andò, mentre Cedric, passando per andare a chiudere la porta, vedendole sdraiate a terra davanti al camino si avvicinò per vedere cosa stessero facendo.
Lily assunse subito un atteggiamento ostile e sulla difensiva, nascose il suo disegno con le braccia come meglio riuscì e lo guardò irata e innervosita a un tempo, senza dire una parola.
Susan invece, approfittando del fatto che Lily sembrava molto occupata a non staccare gli occhi da Cedric, guardò il ragazzo con uno sguardo quasi disperato, sperando che capisse che erano nei guai. Per essere ancora più sicura, indicò lentamente il suo disegno.
Cedric la guardò perplesso, ma non impiegò più di una manciata di secondi a capire cosa stesse succedendo, avendo riconosciuto la forma di un drago nel disegno. Guardò Lily severamente, si piegò in avanti fino a quasi portare gli occhi all’altezza dei suoi, e le disse: «Ti sembra il modo di trattare una nostra ospite? Farla sdraiare sulla cenere del camino?»
«Avresti potuto spazzare il pavimento invece di farti gli affari tuoi fuori casa.» ribatté lei stizzita «E poi ormai non è più un’ospite, la sento più vicina a me di quanto lo sia mai stato tu in tutta la mia vita! Stiamo giocando, lasciaci in pace!»
«Giocate a un gioco pericoloso.» continuò lui con un tono di voce incredibilmente calmo, sebbene il suo sguardo esprimesse l’esatto opposto.
«Nessuno verrà mai a sapere cos’abbiamo disegnato! Vattene!»
«Papà o Ilion potrebbero vederlo, e chi lo sa, forse potrebbero lasciarselo sfuggire a lavoro.»
«Non sono stupidi, non lo farebbero. Forse nemmeno capirebbero cos’abbiamo disegnato! E ora lasciaci in pace.»
«Cambiate gioco, basta fantasie.»
«Quanto sei paranoico! Sei insopportabile! Ora non posso nemmeno disegnare quello che mi piace! Cos’ho fatto per meritarmi un fratello come te? Ti odio!» urlò, pestò un pugnetto a terra, si alzò in fretta e lo spinse da parte mentre correva per andare in camera sua.
Susan si lasciò sfuggire un lungo sospiro di sollievo, poi guardò Cedric che le rivolse uno strano sorriso.
«Grazie!» sussurrò lei esasperata «Non sapevo come comportarmi, faceva domande sui draghi e quel libro che mi hai letto, e... non sapevo cosa risponderle!» sebbene l’avessero chiaramente sentita sbattere i piedi al piano di sopra, non osò alzare la voce «Ora ho paura a dire qualsiasi cosa! Mi farà altre domande di sicuro, e...» s’interruppe e lo guardò con più attenzione, perché non aveva mai smesso di guardarla, né aveva cambiato espressione «Va tutto bene?»
Lui scosse le spalle e finalmente si rialzò e distolse lo sguardo: «Oh sì. Tanto mi odiava già.»
«Mi dispiace...»
«Figurati, le passerà. Non so che dirti, fai attenzione a quello che le dici e a come glielo dici. È sveglia.»
«Sì infatti, lo so. Per questo ti ringrazio per averla fatta scappare, anche se... poverina, forse voleva davvero solo giocare.» sussurrò tristemente, ora guardando verso il camino.
«No. Ha capito qualcosa. Vado a controllarla.» disse, e s’incamminò verso le scale.
Susan annuì dicendo: «Ti seguo.»
Salendo al piano superiore trovarono la porta di camera di Lily chiusa dall’interno e quando Cedric le disse di aprire la bambina gli gridò dietro con tutte le sue forze di andarsene e lasciarla stare. Non sentirono altri rumori, a loro insaputa stava tramando un nuovo piano diabolico decisa a scoprire se davvero possedessero un drago, perché le era parso che Susan sapesse molto più di quanto lasciasse intendere; ora era ancora più infuriata col fratello, e la sua vendetta, se mai sarebbe arrivata, sarebbe stata terribile.

  
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