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Autore: Una_Ragazza_Qualunque    08/10/2016    1 recensioni
[Rintori centric, ma sono presenti anche altre coppie] [AU! Arabian]
"Lo aveva sempre ammirato da lontano, sin da quando erano entrambi dei bambini, senza mai, però, rivolgergli la parola. D'altronde come avrebbe potuto? Lui era solo un soldato e anche se ora era riuscito a diventare una guardia imperiale Nitori era consapevole di rimanere, sempre, un punto minuscolo in confronto a lui."
Sono molto emozionata per questa fan fiction e spero vi piaccia. Amo questa coppia e questo AU quindi dovevo scriverci per forza. L'dea mi frullava in testa già da un pò ma non ho mai avuto il coraggio di iniziarla.
Buona lettura, Enjoy!
Genere: Angst, Avventura, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Gou Matsuoka, Nitori Aiichirou, Rin Matsuoka, Seijuro Mikoshiba, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 3: Segreti

 

 

 

Seijuro camminava per i corridoi lunghi e stretti del maestoso palazzo. Stava tornando nei suoi alloggi dopo un'estenuante turno durato tutta la giornata.

Nonostante la stanchezza non poté fare a meno di rivolgere i propri pensieri al suo collega: Nitori ultimamente si stava comportando in modo molto strano.

Non lo guardava mai negli occhi, cosa che fece capire immediatamente al capitano che il suo amico gli stesse nascondendo qualcosa.

Seijuro era sicuro che, durante il primo giorno da guardia imperiale dell'altro, fosse successo qualcosa ma Nitori era risoluto nell'inventare qualsiasi scusa per sviare l'argomento.

Il capitano sapeva bene quanto potesse essere meschino il loro Sultano alle volte, soprattutto con i nuovi arrivati.

Ricordava bene il suo primo giorno al palazzo. Nonostante la tenera età, suo padre confidava molto nelle sue abilità e quale occasione migliore per imparare se non sul campo.

Anche il padre del Sultano credeva in lui, probabilmente pensava Seijuro, per gli anni di duro servizio e lealtà della sua famiglia verso il trono o semplicemente per la sua indole gentile verso tutti, anche verso i suoi servitori.

Era allora che aveva visto per la prima volta Rin: un bambino un po' troppo viziato e pieno di sé per la sua età ma sempre allegro. Nascosto, dietro ad una delle possenti collone, Rin lo aveva fissato per tutto il tempo mentre il Sultano gli stava raccomandando di fare particolare attenzione ad un certo bambino, più piccolo rispetto a lui, che era stato adottato con un passato turbolento o giù di lì. Seijuro non stava davvero ascoltando, troppo preso dall'attenzione riservatagli da Rin.

Inizialmente non ne aveva capito il motivo finché non si era accorto che gli occhi del futuro Sultano avevano osservato prima lui e poi il proprio padre.

Al piccolo Seijuro venne da sorride all'idea che Rin potesse essere geloso del padre.

Seijuro invidiava quel sentimento, incapace di provarlo a causa dell'assenza costante del padre dovuta dal duro lavoro che gli portava via la maggior parte del tempo trascorso in famiglia.

Seijuro si era sempre sentito l'uomo di casa. Era lui che doveva sempre consolare sua madre e prendersi del fratellino minore quando il padre non era presente. Responsabilità che sentiva tutt'ora e che, un po', sentiva nei confronti di Nitori.

La prima volta che Rin gli rivolse la parola fu durante un allenamento presso i giardini del palazzo. Gli si era avvicinato piano, sospettoso fermandosi solamente quando fu a pochi centimetri da Seijuro.

<< Hey. >> Lo aveva ammonito per attirare la sua attenzione.

Seijuro, che stava facendo stretching, si era fermato di botto sgranando gli occhi incredulo che gli avesse rivolto la parola.

<< Devi stare lontano da mio padre. Li conosco quelli come te. >> Continuava Rin mentre metteva le braccia conserte.

Seijuro si era alzato da terra ma senza troppa fretta, si era sistemato i pantaloni e si era messo le braccia dietro la schiena in posizione d'ascolto.

Lui e Rin si scambiavano di un anno e, Seijuro, essendo leggermente più alto dell'altro bambino dovette abbassare di poco lo sguardo, cosa che aveva fatto innervosire di più Rin.

Erano rimasti in un silenzio quasi imbarazzante. Seijuro incerto su dove posare lo sguardo mentre Rin continuava a fissarlo con il viso corrucciato.

Seijuro era consapevole che stava cercando di intimorirlo ma con quell'espressione era semplicemente adorabile e dovette mordersi il labbro inferiore per evitare di sorridere. Rin gli aveva puntato il dito contro e stava per urlargli qualcosa ma qualcuno lo aveva interrotto.

<< Rin! >> Lo aveva richiamato una voce femminile. << Cosa stai facendo in questo lato del palazzo? >>

Rin aveva aperto e chiuso la bocca un paio di volte per poi girarsi verso la diretta interessata.

<< E' mia sorella che non dovrebbe stare qui. >> Aveva risposto preoccupato mentre cercava di non darlo troppo a vedere.

<< Di chi credi sia la colpa? Ti ho cercato dappertutto! >> Aveva ribattuto la piccola Gou mentre stava scendendo le scale per raggiungere il fratello maggiore rendendosi conto che non era solo.

<< Chi è lui? Un tuo nuovo amico? >> Aveva chiesto ingenuamente sorridendogli.

Seijuro era rimasto a fissarla a lungo. Aveva gli occhi rosso fuoco e i lunghi capelli color borgogna1, come suo fratello, raccolti in una coda.

Seijuro non sapeva il perché ma era attratto da quella bambina. Voleva conoscerla meglio, esserle amico.

<< No! >> Aveva risposto secco Rin ponendosi tra i due, portando alla realtà Seijuro. << E smettila di dare tanta confidenza agli estranei. Devo ricordarti chi sei? >>

<< No, non serve. Me lo ricordi già troppe volte. >> Aveva risposto annoiata Gou alzando gli occhi in cielo. << Ma a volte vorrei tanto non essere la figlia del Sultano. >>

Rin non aveva risposto a quella confessione ma aveva preso la mano della sorella, Seijuro non seppe dire se per consolarla o per altro, e si era volto verso di lui.

<< Non finisce qui con te. >> Aveva affermato Rin trascinando via con sé Gou che salutò Seijuro con la mano e, Seijuro, non poté fare a meno di ricambiare il saluto un po' titubante.

Il capitano si fermò in mezzo al corridoio sorridendo. Quante cose erano cambiate d'allora. Era diventato capitano delle guardie imperiali, Rin era diventato Sultano, era riuscito persino a vedere di nuovo la sorella del Sultano, Gou. Bhé più di una volta. Molte volte.

Era diventata una donna bellissima conquistando il cuore del giovane capitano. Ma anche Seijuro era riuscito a conquistare quello di Gou. Dopo anni ma ci era riuscito.

Il cuore del capitano perse un battito al pensiero di cosa potesse fare il Sultano se venisse a sapere che lui aveva un'illecita relazione con sua sorella.

<< Mi farebbe impiccare di sicuro. >> Sbuffò all'idea ma Seijuro era convinto che iniziare questa relazione fosse stata la cosa più bella che lui avesse mai fatto. Rifarebbe tutto, anche se lo avessero scoperto. Si era assunto la responsabilità di ogni azione sin dal primo sguardo lanciato di nascosto quando il Sultano non stava guardando, i sorrisi di lei, le prime risate, il primo bacio e le prime paure.

Un tonfo all'improvviso riecheggiò lungo il corridoio attirando l'attenzione del capitano che si precipitò subito a controllare.

A Seijuro gelò il sangue quando, girando l'angolo, vide Nitori steso a terra privo di sensi.

 

 

 

 

- - -

 

 

Makoto aprì piano la porta cercando di non svegliare il suo ospite che giaceva sul suo letto.

Il mercante era ben consapevole del rischio che stava percorrendo. Non solo perché il ragazzo avrebbe potuto aggredirlo ma anche perché nascondere un assassino era un reato grave.

Inoltre non sapeva nemmeno quale fosse il suo obbiettivo. E se fosse il Sultano stesso?

Makoto decise che per il momento non ci avrebbe pensato. Lo avrebbe aiutato a rimettersi in forze per poi lasciare che se ne andasse da solo, niente di più niente di meno anche se ciò non riusciva a far tacere la parte razionale del mercante che continuava a ripetergli che ciò che stava facendo era soltanto un errore.

Si avvicinò al letto con in mano un vassoio pieno di frutta e una brocca d'acqua.

Avrebbe dovuto venderla quella frutta.

Sentì un mugolio di dolore accanto a sé e, posando il vassoio lì accanto, decise di controllare.

Il ragazzo che aveva soccorso aveva ancora la febbre. Doveva essersi preso un'insolazione a causa del suo peregrinare nel deserto senza acqua.

Makoto allungò una mano per toccare la fronte dell'assassino e verificare le sue condizioni quando, all'improvviso, si sentì afferrare per il polso.

Il mercante sobbalzò per lo spavento ma non poté ritirarsi ancora intrappolato in quella morsa. Solo allora Makoto si rese conto che il ragazzo, ancora steso sul letto nella stessa posizione supina, aveva aperto gli occhi e lo stava fissando.

Non c'era odio nel suo sguardo come ci si poteva aspettare da un assassino, anzi era stranamente apatico rendendolo difficile da decifrare.

<< Dove mi trovo? >> Chiese con voce rauca a causa della mancata idratazione.

<< Sei nei miei alloggi. >> Spiegò Makoto un po' titubante per la posizione scomoda.

L'assassino guardò la sua mano e mollò la presa portandosela alla gola dolorante. Il mercante, accorgendosi del gesto, istintivamente gli porse dell'acqua.

Il ragazzo lo guardò sorpreso dalla gentilezza dell'altro. Accettò solo dopo essersi assicurato che nel calice ci fosse solo acqua.

<< Perché mi stai aiutando? >> Chiese l'assassino portandosi il calice alle labbra e mettendosi seduto.

Makoto non rispose subito incerto della risposta. Si sedette sul bordo del letto a disagio consapevole degli occhi dell'altro su di lui intenti a studiare ogni sua singola mossa. Sospirò.

<< Immagino perché è la cosa più giusta da fare. >> Rispose abbozzando un sorriso.

<< Il pugnale che avevo con me non è più in mio possesso. >> Disse il ragazzo come se lo stesse dicendo più a se stesso che a Makoto. << Dov'è? >> Chiese infine.

<< Oh, quello. Sì, ho preferito prenderlo io. >> Spiegò il mercante. << Sai quel pugnale... è impossibile non riconoscerlo e non volevo che lo vedessero anche gli altri. >> Continuò abbassando lo sguardo, come se si vergognasse di averlo preso.

<< Sai chi sono e nonostante tutto hai deciso di aiutarmi lo stesso. >> Non era una domanda ma per un'istante a Makoto parve di aver sentito un tono di sorpresa in quell'affermazione. Il mercante non disse nulla ma annuì.

<< Come ti chiami? >> Chiese all'improvviso il ragazzo.

Makoto rimase stupito da quella domanda e per un attimo non seppe cosa dire. Non era molto saggio dire il proprio nome ad un assassino ma per qualche strano motivo sentiva di potersi fidare.

<< Makoto. Makoto Tachibana. >> Rispose il mercante sentendo ad un tratto la gola secca.

<< Haruka. >> Disse l'altro.

<< Eh? >> Makoto si rese conto che l'assassino gli aveva appena rivelato il suo nome, ma non quello completo. Non era neanche sicuro che fosse il suo vero nome. Ma in fondo cosa si aspettava?

Mi ucciderai? ” Si ritrovò a voler chiedere il mercante ma non era sicuro di voler sentire la risposta. Si stava dando ancora dello stupido quando Haruka gli chiese.

<< Hai paura? >> Il tono di voce continuava a sembrava privo di emozioni come se all'assassino non importasse davvero la risposta.

<< No. >> Mentì il mercante cercando di rimanere calmo quando vide l'altro alzarsi.

<< Non temere. >> Iniziò Haruka. << Assalgo solo i miei obbiettivi. >>

<< Che sarebbero? >> Non seppe trattenersi Makoto.

L'assassino accennò, per la prima volta, ad un sorriso e Makoto rimase incantato.

Ora che lo vedeva davanti a sé si rese conto che era un po' più basso rispetto a lui, snello ma con il corpo segnato dagli allenamenti. La pelle chiara metteva in risalto i suoi occhi blu cobalto e profondi come l'oceano.

Makoto si accorse che lo stava fissando e distolse lo sguardo imbarazzato.

<< Il mio pugnale? >> Chiese Haruka guardandosi intorno.

La stanza non aveva nulla di vistoso. In fondo il mercante non era un mestiere che dava sicurezza economica, non a quei tempi. Inoltre la generosità di Makoto lo aveva costretto spesso a tagliare le spese comprando solo l'indispensabile per il proprio fabbisogno.

<< Vai via? >> Chiese Makoto alzandosi di scatto.

<< Sì. >> Rispose semplicemente l'altro.

Makoto, ancora una volta, si ritrovò incerto sul da farsi. Davvero voleva consegnare il pugnale e fare finta di niente lasciando andare un assassino?

Per la prima volta Makoto si chiese se stesse facendo davvero la cosa giusta ma in fondo cos'altro poteva fare?! Era troppo tardi per avvertire le guardie e sapeva che lui, un misero mercante, non avrebbe avuto alcuna possibilità contro un assassino. Decise di attenersi al suo piano originale e lasciarlo andare ora che poteva.

Haruka, che aveva fissato per tutto il tempo il viso del mercante, perse la pazienza.

<< Puoi tenerlo. >> Disse sospirando e avviandosi verso l'uscita.

<< Aspetta! >> Lo richiamò alzando la voce porgendosi verso di lui. << Va bene. Lo vado a prendere. >> Continuò cercando di ricomporsi ma il rossore sulle guance non aveva proprio intenzione di sparire.

Makoto, dopo essersi accertato che l'assassino lo stesse aspettando, si avvicinò al comò dove aveva nascosto il pugnale ma quando, una volta recuperato, si girò per consegnarlo l'altro ragazzo era già scomparso.

Il mercante, una volta rimasto solo, non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo.

Era stato a disagio per tutto il tempo trascorso insieme all'altro. Certo, il fatto che fosse un assassino non aveva aiutato Makoto ma non era quello il motivo. Ad agitarlo così tanto fu il pugnale che teneva ancora tra le mani.

Lo strinse di riflesso e lo guardò attentamente ancora una volta. Era identico al pugnale che, quando era ancora solo un bambino, aveva ucciso il suo migliore amico davanti ai suoi occhi.

 

 

 

 

 

- - -

Borgogna1: è una tonalità di rosso con sfumature di porpora che prende il proprio nome dal vino di Borgogna, una regione della Francia. Il colore Borgogna è simile ad altre tonalità di rosso scuro, come il bordeaux. È spesso chiamato vino rosso o semplicemente vino.

 

NdA: Sono viva!!

Incredibile ma vero sono riuscita ad aggiornare questa fan fiction.

Non ho parole per esprimere le mie emozioni in questo momento ma sappiate che mi dispiace molto averci messo così tanto.

Credetemi non era nelle mie intenzioni ma mi è successo di tutto e, purtroppo, sono crollata.

Ma adesso sto bene quindi eccomi qua!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, spero di aggiornare presto questa volta.

Non sono riuscita ancora a trovare una beta, si vede? Forse ma spero di riuscirci.

Non sono al 100% soddisfatta quindi fatemi sapere che ne pensate e, come al solito, se ci sono errori.

Mitsuki no Kaze ti sto aspettando ;)

 

 

 

   
 
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