Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ViolaStories    09/10/2016    2 recensioni
Come saranno le giornate di Viola da adesso?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono stesa sul mio letto con il libro di fisica davanti, dovrei studiare ma Gabriele sta urlando come un pazzo. -Gab, abbassa la voce!- urlo dalla mia camera. Nessuna risposta, come al solito. Ai miei genitori non bastavano due figli? Oh… a proposito dei miei genitori, si chiamano Rebecca ed Emanuele, sono delle persone fantastiche ma molto spesso succede che vengano calcolati solo Federico e quello sgorbio di 14 anni. Per carità, non voglio essere al centro delle loro attenzioni, ma a volte si scordano persino di chiamarmi per cena… -Gabriele abbassa quella cazzo di voce!- mi sto seriamente arrabbiando e non è un bene. Sbuffo sonoramente quando sento qualcuno bussare sulla porta -Posso entrare?- -Sì, entra Papà- La porta si apre e mio padre entra nella stanza -Io e mamma dobbiamo andare dalla nonna e Federico tra poco va da qualche parte con Tommaso…vieni con noi o resti qui?- -Ehm…resto a casa, salutatemi la nonna- rispondo. Papà lascia la stanza e dopo pochi minuti sento il portone di casa chiudersi, se ne sono andati. Scendo in cucina per prendere qualcosa da bere e trovo Federico che fissa il frigorifero -Fede che stai facendo?- gli chiedo ridendo. -Cercavo il mio cellulare- risponde. -Nel frigo…?- -Lunga storia. Oh, eccolo- dice spostando dei pomodori -Adesso vado, non uccidere Gabriele- -No aspetta, io dovrei stare a casa con quello?!- -“Quello” è nostro fratello e…- non lo lascio finire. -Va bene, vattene da Tommaso, tanto al quattordicenne ci pensa la tua sorellina- -Ci vediamo stasera- dice chiudendo il frigorifero per poi uscire da casa. -Ci vediamo stasera gne gne gne- ripeto scimmiottando la sua voce mentre salgo le scale per tornare in camera. -Vio…- sussurra Gabriele entrando in camera mia. -Gab, dimmi- rispondo. -Ho bisogno di aiuto: non riesco a fare degli esercizi di matematica- dice avvicinandosi a me. -Sono una frana in matematica, lo sai- -Sei in terza superiore e non sai fare gli esercizi di prima?!- inizia a urlare. -Primo, sono in quarta, secondo, dipende che esercizi sono e terzo, non urlare o ti lancio qualcosa addosso- -Okay, va bene, mi aiuti?- chiede ed io annuisco molto semplicemente. Gab va a prendere il libro di matematica e quando ritorna mi mostra gli esercizi che deve fare: gli insiemi, fortunatamente me li ricordo abbastanza bene, questo significa che sarò più chiara nella spiegazione. -Quindi se l’insieme B si interseca con l’insieme A, quali sono i numeri che si trovano nell’intersezione dei due insiemi?- chiedo. -Ehm…6,9,1, e 18- -Esatto- affermo. Lui mi ringrazia ed esce dalla stanza. Controllo l’orologio, sono le 18:37, siamo seriamente stati così tanto tempo sul libro di matematica? In ogni caso, domani è domenica: niente scuola, che bello. Sento il mio cellulare squillare, è…Benjamin? Inizio della telefonata
-Vio, Vio, Vio ho bisogno di aiuto- -Ben che cazzo hai fatto?! Stai bene?!- -Sì cioè no, insomma- -In che senso “sì cioè no, insomma”?- -Nel senso che è successo un casino- -Ti sei fatto male? Benjamin, spiegati cazzo!- -Ehm…non posso spiegartelo al telefono- -Aspettami, arrivo subito- -Non sono a casa- -E dove cazzo sei?! Benjamin mi stai facendo preoccupare!- -Sono al parco davanti alla Chiesa- -Il tempo di cambiarmi e corro da te- -Grazie piccina- Fine della telefonata
Sono molto preoccupata per Ben, tengo troppo a lui, lo conosco da quando sono piccola: lui e Federico sono sempre stati grandi amici e, con il passare del tempo, lo siamo diventati anche lui. La maggior parte delle mie amiche è convinta che abbia una cotta per lui, ma non è così, siamo solo amici. Mi tolgo il pigiama, apro l’armadio e tiro fuori una felpa che avevo rubato a Federico un po’ di tempo fa e un paio di pantaloni di tuta neri. In seguito, indosso le mie Vans e corro in camera di Gabriele. -Io devo uscire, è successo qualcosa a Benjamin, se torna qualcuno digli che sono andata da lui- urlo tutto d’un fiato. -Oh…okay- Scendo di corsa le scale ed esco sbattendo la porta. Inizio a correre verso la Chiesa e dopo circa cinque minuti di corsa, arrivo al parco. Mi giro intorno per cercare Ben, lo vedo seduto con la schiena appoggiata al tronco di un albero…ha la mano destra poggiata sulla pancia, ho paura. Vado velocemente verso di lui, faccio una specie di scivolata e mi trovo davanti a lui: ha il labbro spaccato e dei lividi sugli zigomi -Che cazzo ti è successo?!- -Ti prego, stai tranquilla- sussurra lui. -Come faccio a stare tranquilla se uno dei miei migliori amici è ridotto in questo modo?- -So di non essere ridotto nel migliore dei modi, ma, per favore, calmati- -Va bene, mi calmo. Adesso torniamo a casa, riesci a stare in piedi?- chiedo alzandomi da terra. -Credo di sì…- prova ad alzarsi ma non riesce. -Oh…ti aiuto, appoggiati e cerca di tirarti su- dico abbassandomi alla sua altezza e riesce ad alzarsi. Prendo il suo braccio e lo porto sulle mie spalle facendo in modo che abbia meno peso possibile da sopportare. -Facciamo così: adesso andiamo a casa mia, ti disinfetto per bene, poi aspettiamo che Federico torni e ti faccio accompagnare a casa- dico mentre stiamo camminando verso casa mia. -Va bene- risponde Ben poco convinto. Arriviamo davanti alla porta di casa mia, suono il campanello -Chi è?- chiede Gabriele. -Sono io- rispondo. -Io chi?- -Gab apri questa porta, muoviti- -Cosa mi dai in cambio?- -Gabriele apri questa cazzo di porta!- -Okay- risponde svogliato. Appena entriamo, faccio sedere Benjamin sul divano e vado a prendere del cotone e il disinfettante. -Cosa gli è successo?- mi chiede Gabriele fermandomi per le scale. -Niente che possa interessarti- sputo acida. -Va bene, mentre tu fai da infermiera al tuo fidanzatino, io vado a giocare alla Play- -Bravo, vattene- ribatto. Torno da Ben e mi scuso per il comportamento di mio fratello -Tranquilla, so com’è il vostro rapporto- risponde ridacchiando. Ha un sorriso bellissimo, un sorriso così lo hanno in pochi, poterebbe fare invidia all’aurora boreale. Viola, torna in te, grazie. Ho seriamente detto che ha un sorriso bellissimo? Effettivamente è vero, ma non ho mai pensato di poter credere che potesse superare un’aurora boreale… -Ben, mi dispiace dirtelo, ma sentirai un po’ male adesso.Io però ti prometto che sarò il più delicata possibile- affermo mentre bagno un dischetto di cotone con il disinfettante.Inizio a tamponargli il labbro, ho paura di fargli male, ma devo farlo o starà peggio.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ViolaStories