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Autore: __Lunatica    09/10/2016    2 recensioni
Nella vita ci sono sempre delle scelte da fare, non sempre si può scegliere la strada più semplice, ma sicuramente Ester scelse la strada più pericolosa. Ester è una ragazza come tante, ma è anche una grande amica del magico trio e di tutta la famiglia Weasley. Cosa può arrivare a fare una ragazza di appena sedici anni per tenere al sicuro le persone che ama? Cosa perderà a causa delle sue scelte? Chi le rimarrà accanto? Quali amicizie finiranno e quali inizieranno quasi per caso?
Questa storia si svolge durante il sesto anno del trio, che è anche il sesto anno di Ester e in parte seguirà gli avvenimenti della storia originale mentre alcuni dettagli saranno aggiunti o cambiati.
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro, personaggio, Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ester: Tell You the Truth'
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All These Things 


Dalla conversazione che avevo avuto un paio di sere prima con Silente ogni cosa che facevo mi sembrava irripetibile. 
Iniziai persino ad apprezzare le lezioni di Ruf e le ore passate a fare i compiti, iniziai a chiudere gli occhi ogni volta che spiccavo il volo sulla mia scopa per assaporare quella sensazione di libertà che mi procurava, quel vento che mi scompigliava i capelli e quel silenzio che mi circondava fino a farmi immaginare di essere in un mondo parallelo, un mondo in cui non esisteva alcun Lord Voldemort, alcuna guerra, in cui io e i miei amici parlavamo ancora, un mondo che mi permetteva di vivere la mia adolescenza senza dovermi chiedere dove e quando sarei morta. 
L’unica cosa che mi permetteva di andare avanti era Fred, o almeno le sue continue lettere. Mi faceva ridere anche senza essere fisicamente accanto a me e col passare del tempo mi ero resa conto che staccarmi da lui sarebbe stato davvero difficile, ero davvero innamorata e forse non avrei mai potuto dirglielo. 
Ogni sera andavo a dormire stremata, a volte neanche mi addormentavo e allora decidevo di passeggiare per i corridoi del castello imprimendo nella mia mente ogni angolo e ogni dettaglio, ogni ricordo della mia Casa, della mia adolescenza ormai finita.
Ma ogni sera, prima di chiudere gli occhi mi facevo una promessa che non avevo intenzione di infrangere, li avrei salvati, li avrei fatti vivere tutti, loro lo meritavano, loro dovevano vivere, altrimenti la mia vita non avrebbe più avuto lo stesso valore. Ogni persona della mia vita corrispondeva a un colore, se anche solo uno di loro fosse morto io quel colore non lo avrei mai più rivisto e anche se uno solo non avrebbe più fatto parte della mia quotidianità la vista del mondo non sarebbe stato più la stessa.
Avrei preferito non parlare più con nessuno, rimanere sola per il resto della mia vita, ma saperli vivi da qualche parte del mondo, lontani ma vivi. 
Era pomeriggio e io avevo liquidato con delicatezza chiunque volesse starmi vicino, alcuni, Blaise e Ginny, si erano accorti che qualcosa non andava, ma li tranquillizzai usando la scusa dei troppi compiti e stress scolastico. 
Sapevo che Ginny aveva provato a parlare col trio delle meraviglie, come lo chiamava Blaise, ma non aveva ottenuto nessun risultato e io alla fine ne ero anche contenta.
Ora che il momento si stava avvicinando e che da un momento all’altro avrei dovuto fare cose apparentemente orribili non ci tenevo a riappacificarmi con loro, era meglio abituarsi definitivamente alla loro assenza. 
Senza accorgermene mi stavo dirigendo verso l’ufficio di Severus. Avevo già parlato con lui dopo il discorso con Silente e lui, vedendomi arrivare in lacrime nel suo ufficio mi aveva abbracciato, titubante, e mi aveva promesso che ce l’avremmo fatta, insieme. 
Ero grata a quell’uomo che fino ad un anno fa ritenevo un imbecille malvagio nasone unto, ero grata di averlo accanto. Non solo perché era un mago veramente capace, ma perché c’era e mi aveva promesso che sarebbe rimasto nonostante tutto, non mi avrebbe abbandonato, non sarebbe morto. 
E io, che proprio non volevo rimanere sola, ci avevo creduto, dovevo crederci, volevo. 
Una volta arrivata al suo ufficio bussai, ma non ricevetti risposta. Così, dopo essermi guardata intorno entrai. 
Il suo ufficio era deserto, tutto era in ordine ed io proprio non capivo dove potesse essere. 
All’improvviso sentii una strana sensazione sopraffarmi. 
Uscii dall’ufficio attenta a non farmi vedere da nessuno e richiusi la porta. 
Mi guardai intorno senza sapere cosa fare, c’era qualcosa che mi suggeriva che qualcosa stava succedendo, qualcosa di grave, ma non riuscivo a capire cosa. 
Così decisi di tornare in biblioteca dove sapevo che avrei trovato Blaise. Non mi andava di parlare, il ragazzo avrebbe capito che qualcosa mi stava logorando, ma non volevo neanche rimanere sola. 
Camminavo lenta e con la testa per aria quando qualcuno mi venne addosso. Sentii il tonfo dei libri che cadevano a terra e alzai lo sguardo seccata. 
Davanti a me vidi Blaise con l’aria terribilmente preoccupata che in fretta cercava di radunare le sue cose senza neanche rendersi conto di chi aveva davanti. 
Mi chinai ad aiutarlo e –Blaise cosa è successo?- chiesi confusa da tutta la sua fretta. 
Lui alzò lo sguardo e mi vide. Lo vidi iniziare a respirare più velocemente, preso dall’ansia e l’unica cosa che disse fu –Malfoy- e poi, dato che aveva finito di riprendere le sue cose, iniziò a correre. 
Io rimasi immobile per qualche secondo confusa e senza neanche pensare iniziai a corrergli dietro chiamandolo e chiedendogli, inutilmente, di aspettarmi. 
Ma cosa diamine stava succedendo? 
Quando si fermò mi resi conto di dove eravamo, l’Infermeria, lui entrò ed io col fiato corto cercavo di respirare e far arrivare l’aria ai miei polmoni. Mi guardai intorno, sapevo che non potevo entrare e fare visita a Malfoy, sarebbe stato davvero sospetto e inoltre dall’Infermeria provenivano diverse voci che non riuscii a riconoscere perché troppo basse. 
Quindi presi la mia bacchetta e mi resi invisibile prima di entrare. 
La prima cosa che vidi fu Severus che parlava fitto con Madama Chips che ogni tanto scuoteva incredula la testa, poi il mio sguardò si posò su Blaise che era rimasto in piedi vicino la porta, infine vidi una donna, con i capelli lunghi e biondi seduta accanto ad un letto, la riconobbi, Narcissa Black in Malfoy stava tenendo stretta la mano del figlio. Per ultimo guardai Malfoy, diverse parti del suo corpo erano avvolte da bende bianche e spesse, era più bianco del solito e sembrava avesse bisogno urgentemente di una trasfusione di sangue. 
La situazione sembrava davvero grave. 
Mi avvicinai a Blaise, ancora invisibile, e gli posai una mano sulla spalla cercando di fargli capire che c’ero. Lui aveva un colorito terribilmente tendente al verdognolo, e deglutì senza sapere cosa fare. 
Lo capivo, mi ero sentita allo stesso modo quando avevo visto Ron Weasley su uno di quei letti pochi mesi prima e anche molte altre volte, come quando Hermione era stata paralizzata dal Basilisco o quando Harry al terzo anno era caduto dalla scopa a causa dei Dissennatori. 
Sapevo bene cosa volesse dire avere un amico sdraiato su quei letti, sapevo la sensazione di dolore e smarrimento che si provava. 
Madama Chips all’improvviso uscì, forse diretta a preparare qualche pozione curativa, e Severus dopo essersi guardato intorno disse –Ester, ora puoi farti vedere- 
Senza tentennare mi tolsi l’incantesimo di dosso e vidi Narcissa fissarmi con gli occhi sbarrati, probabilmente sorpresa della mia presenta. 
-Severus…- sussurrai una volta vicina al mio professore e lontana da Blaise –Cosa è successo?- 
Lui mi guardò titubante e poi parlò. Mi raccontò di come aveva trovato Draco Malfoy steso a terra e sanguinante in un bagno, mi disse che fattura lo aveva colpito, una fattura inventata da lui, decisamente molto pericolosa. Una volta dettò ciò tacque, come avesse paura di proseguire, ma non c’era bisogno di dirmi chi fosse stato. 
Lo capii. 
Se era un suo incantesimo quello usato allora solo due persone in tutto il castello potevano esserne a conoscenza. Uno di loro era l’uomo che si trovava davanti a me e che non avrebbe mai osato ferire in quel modo il biondo Serpeverde e l’altro… l’altro era il ragazzo che io consideravo mio fratello, Harry James Potter. 

-Io lo ammazzo, giuro che se lo vedo io lo…-
-Tu non ucciderai proprio nessuno- lo zittii e mi guardai intorno temendo che qualcuno lo avesse sentito. 
Poi tornai a guardare il ragazzo che stava camminando avanti e indietro per l’infermeria da ormai mezz’ora. 
Narcissa era andata a parlare con Severus e Madama Chips era impegnata a preparare le pozioni che le aveva detto Severus quindi quando ero rimasta sola con Blaise e lui mi aveva chiesto cos’era successo gli avevo raccontato tutto. 
-Come fai ancora a difenderlo?- mi sbraitò lui –Dopo come si è comportato con te, dopo quello che ha fatto a Draco… Poteva morire!- 
Non lo avevo mai visto così, lui sempre perfetto e pacato ora era rosso dalla rabbia e gesticolava confusamente ogni volta che diceva qualcosa, o meglio, urlava qualcosa.
-Ascoltami bene Blaise Zabini- dissi puntandogli un dito contro –Malfoy- grazie a Severus che gli ha parato il culo –è vivo. Se tu ora dovessi fare qualcosa l’unico risultato che otterresti sarebbe metterti nei guai quindi ti consiglio, anzi, ti ordino di non fare assolutamente niente, altrimenti dovrai vedertela con me- 
-Io farei come vuole lei amico- sussurrò una voce debole. 
Entrambi ci girammo verso il letto in cui era sdraiato Malfoy. 
Sentii Blaise sospirare prima di andare al suo fianco e riempirlo di domande, rimproveri ed infine insulti.
Risi, sembravano una coppia di sposini. 
Malfoy rassicurò Blaise e incasso gli insulti senza fare una piega, capiva forse che non era il momento di fare il superiore, non col suo migliore amico. 
-Blaise- lo richiamò ad un certo punto Malfoy –Potresti lasciarmi un attimo solo con la Burke?- 
Zabini mi guardò e poi annuì, prima di uscire mi mise una mano sulla spalla e –Cerca di non farlo innervosire troppo- disse sorridendo debole. 
Quando sentii la porta dell’infermeria chiudersi vidi Malfoy aprire la bocca per parlarmi ma –Aspetta- lo anticipai 
Puntai la mia bacchetta contro la porta e –Muffiato- dissi prima di girarmi verso Malfoy e –Ora puoi parlare- dire. 
-Devo parlarti- sospirò il biondo
-Si grazie, questo lo avevo capito anche da sola- dissi seccata 
-Non posso parlartene ora- spiegò e io lo guardai confusa –Più che altro è una cosa che devo farti vedere- 
-Non capisco allora perché hai mandato via Blaise- dissi sincera
-Ah, ora vi chiamate anche per nome?- disse divertito lui 
-Non sono cose che ti interessano- risposi seccata, possibile che neanche sdraiato moribondo su un letto riuscisse ad essere meno irritante del solito?
-Ma tu non stavi con uno dei gemelli Weasley? Hai capito che c’è di meglio, molto meglio, al mondo?- ghignò
-Malfoy, giuro che se non la pianti finirò il lavoro iniziato da Potter e questa volta neanche Piton riuscirà a salvarti- soffiai puntandogli la bacchetta contro 
-Non oseresti- disse fissandomi negli occhi 
-Non sfidarmi- risposi sicura delle mie parole e poi, senza un perché, lui scoppiò a ridere. Ridere veramente. Di una di quelle risate piene e gioiose e io lo guardai preoccupata, aveva per caso subito un danno celebrale? 
-Scusa- disse lui continuando ancora a ridere –scusa- disse di nuovo prima di smettere di colpo di ridere e fissarmi intensamente negli occhi –Scusami Burke, scusami per essere stato un totale idiota per tutto l’anno e per gli insulti, le minacce che ti ho sempre fatto- 
Lo guardai e per un momento pensai davvero che avesse riportato qualche serio danno al cervello ma poi vidi che mi fissava serio, più serio che mai e capii. Capii che essere stato vicino alla morte per la prima volta nella sua vita gli aveva fatto rivalutare qualche cosa, capii che si pentiva di non aver accettato subito il mio aiuto. 
Lo guardai e annuii. Non pretendeva che il rapporto tra di noi diventasse improvvisamente rose e fiori, ma almeno aveva fatto un passo nella giusta direzione. 
-Allora Malfoy- dissi decisa a cambiare discorso –Mi vuoi dire cosa è successo?- 
Lui sospirò e –Stavo pensando a cosa dovremmo fare tra pochi giorni- un brivido mi attraversò –ero in un bagno e stavo cercando in qualsiasi modo di non farmi prendere dal panico, so che non sembra, ma sono davvero terrorizzato- disse lui guardandomi negli occhi per farmi capire che era sincero –E a un certo punto è arrivato Potter. Ha iniziato a dirmi che sapeva cosa volessi fare, che lui non me lo avrebbe permesso, che mi avrebbe ucciso piuttosto e io…- si bloccò incerto, probabilmente, se essere totalmente sincero o meno. Iniziò a torturarsi le mani e abbassò lo sguardo –stavo per scagliarli una maledizione cruciatus, neanche io so come, non ragionavo più, e poi lui mi ha colpito- 
Sospirai combattuta se uccidere Malfoy, uccidere Harry o magari ucciderli entrambi. 
-Ma devo dire che anche lui sembrava spaventato quando ho iniziato a sanguinare in modo assurdo, non so cosa si aspettasse che succedesse con quella fattura, ma di certo non si aspettava di rischiare di uccidermi- disse Malfoy in un sussurrò. 
Sbarrai gli occhi e sentii il peso che opprimeva il mio stomaco abbandonarmi. Harry, quello stupido del mio migliore amico, non voleva ucciderlo, almeno non si aspettava di farlo con quell’incantesimo. 
Guardai Malfoy, poi volsi il mio sguardo al grande orologio che era sopra la porta dell’Infermeria. Era ora di cena. 
-Vai a mangiare, tanto io non posso muovermi da qui- disse il biondo quasi divertito –E per favore fai mangiare anche Blaise- aggiunse.
Io annuii decisa e con un cenno della mano lo salutai, mi voltai e uscii da lì. 


Una volta arrivati in Sala Grande io e Blaise andammo in due direzioni diverse. Lui decise di raggiungere i suoi compagni di Casa per informarli sulla condizione di Malfoy mentre io raggiunsi Ginny e Neville che erano intenti a parlare tra di loro. 
Mi abbandonai sulla panca convinta di poter finalmente assaporare un po’ di pace, ma purtroppo le mie aspettative vennero deluse.
-Ester non puoi capire cos’è successo!- esclamò agitata Ginny 
Mi girai verso di lei mentre mentalmente maledicevo Merlino, Morgana e i quattro fondatori di Hogwarts. 
-Harry ha attaccato Malfoy, stava per ucciderlo, Piton è arrivato, ha salvato giusto in tempo Malfoy e ora il furetto è in infermeria- dissi quasi annoiata facendole capire che sì, sapevo cos’era successo. 
Lei mi guardò sorpresa e quindi –Ero con Blaise prima- spiegai e lei annuì appena 
-Ma non è successo solo questo- disse la piccola Ginny –Piton, quel nasone dai capelli unti, ha messo in punizione Harry fino alla fine della scuola- mi spiegò
-Poteva andare anche peggio dopotutto- dissi alzando le spalle 
-Non hai capito!- mi rispose lei contrariata –E’ in punizione per tutte le domeniche fino alla fine dell’anno, tutte le domeniche- scandì bene 
Io lo guardai confusa, cosa voleva farmi capire esattamente? Ma poi capii e la forchetta che avevo in mano cadde rumorosamente sul piatto e –Ma tra due settimane, domenica, abbiamo la partita!- esclamai a voce alta.
Alcuni Grifondoro si girarono verso di me e alcuni annuirono comprensivi. La coppa delle case era persa. 
-Ci sei arrivata finalmente!- disse Ginny tutta impettita 
-Siamo nella cacca di drago fino al collo- sospirò Neville e io non potei far altro che concordare. Non potevamo di certo vincere la partita senza cercatore. 
-Mhmh- una finta tosse i fece girare di scatto e davanti a me trovai una austera Minerva McGranitt che mi guardava dall’alto. 
-Sono certa che è stata informata del problema della squadra- iniziò a parlare e io annuii confusa –Bene, dato che Potter non potrà essere presente alla partita la nomino Capitano provvisorio della squadra di Quidditch- disse per poi porgermi una spilla dorata con incisa sopra una luminosa “C”.
Appena la professoressa si voltò e iniziò a camminare verso il tavolo dei professori sentii Ginny emettere un verso simile ad uno squittio e Neville sussurrare un –Per tutte le mutande di Merlino…-
Io li guardai ancora incapace di metabolizzare la notizia ma vidi entrambi sorridermi raggianti. 
-Devo riorganizzare la squadra e poi dobbiamo fare molti più allenamenti di prima e rivedere gli schemi da usare contro i Corvonero. Dobbiamo fare una riunione e… Per Morgana non ho tempo per tutto questo!- iniziai a parlare a vanvera come spesso mi capitava di fare quando ero nervosa
Sentii la mano di Ginny sulla mia spalla, probabilmente cercava di farmi calmare. Mi girai di scatto verso di lei e –Tu sarai la Cercatrice, lo hai fatto anche l’anno scorso quando la Umbridge aveva espulso Harry e i gemelli dalla squadra. Però chi posso mettere come Cacciatrice al tuo posto?-
Vidi Ginny strabuzzare gli ochhi e –Io? Cercatrice?- chiedere confusa 
-Ovvio- risposi –E’ un ruolo troppo importante per poter rischiare e scegliere qualcuno che non conosco e non è già in confidenza con la squadra, mentre di Cacciatori ne abbiamo tre, quindi se anche uno dovesse fare schifo pazienza- spiegai rapidamente 
Poi ragionai e –Dean ha sostituito Katie quando non poteva giocare, quindi lui sarà il cacciatore che ci serve. Devo dirglielo subito, sai dov’è?- chiesi a Neville e Ginny che mi guardavano divertiti. 
-Ora tu ti calmi, mangi, ti distrai e dopo, in Sala Comune parlerai con tutta la squadra- disse la piccola Weasley che cercava di farmi stare tranquilla 
-Giusto- concordò Neville –E mettiti la spilla, io vorrei farlo sapere a tutti di essere il Capitano della squadra di Grifondoro- disse lui facendomi l’occhiolino 
Aprii il pugno in cui avevo chiuso la spilla e la guardai per qualche secondo incerta se appuntarla alla camicia o meno. 
Poi decisi che sì, anche io volevo farlo sapere a tutti di essere il Capitano, anche se provvisorio, così davanti a occhiate curiose del tavolo della mia Casata mi appuntai la spilla e quasi mi venne da ridere quando, per caso, intravidi l’espressione sgomenta di Ron che mi fissava con tanto d’occhi la spilla. 

Il sole iniziava a calare e io ero circondata dai componenti della squadra di Grifondoro e spiegavo loro il perché avessi la spilla di capitano. 
Katie, Ginny, Dean… 
-Ginny – la chiamai all’improvviso 
-Che succede?- mi chiese lei 
-Ho dimenticato di… Tuo fratello, gli potresti chiedere di venire un attimo- dissi per poi lanciare uno sguardo a Ron, Hermione ed Harry che erano seduti sul divano a parlare tra loro.
-Oh si certo- disse prima di andare verso di lui. 
Li vidi parlare, vidi la piccola Weasley diventare paonazza e serrare i pugni prima di afferrare il fratello per il braccio e trascinarlo con la forza verso di noi. 
-Bene, ecco ora che siamo tutti vi spiegherò cosa faremo- sentii Ron sbuffare ma lo ignorai –Harry è fuori gioco, abbiamo bisogno di un Cercatore- iniziai –Ho già deciso chi sarà, Ginny Weasley. L’ho scelta perché ha già giocato in quel ruolo. A sostituire Ginny nel ruolo di Cacciatore ci sarà Dean, va bene?- chiesi guardando il ragazzo che mi sorrideva felice e annuiva vigorosamente. 
-Gli allenamenti diventeranno quattro alla settimana. Sì, so che siamo a fine anno e che siamo tutti sommersi dai compiti ma dobbiamo vincere- dissi risoluta –Gli allenamenti saranno dalle cinque alle sette e mezza, dobbiamo mettere in atto nuovi schemi e sorprendere i Corvonero. Domani la voce che Harry non giocherà si spargerà per tutto il castello, i Corvonero saranno sicuri di poter vincere e i Serpeverde, sicuri di avere la coppa in mano, vi infastidiranno. Non voglio vedere nessuno di voi cadere nelle loro trappole, non ho bisogno di avere altri componenti in punizione. Fate finta di non sentirli e tirate dritto- 
-Disse l’amicona delle serpi- sentii borbottare Ron e vidi Ginny rifilargli una gomitata ben assestata nello stomaco che lo fece imprecare sotto voce. 
-Io mi occuperò degli schemi per i battitori, Ginny dovrai concentrarti sul modulo di gioco di Cho Chang e trovare i suoi punti deboli per sfruttarli al meglio, sappiamo che i Corvi amano lanciare dall’alto, quindi R… Weasley ti allenerai principalmente su quel tipo di parata e infine i Cacciatori cambieranno il loro modulo, dobbiamo sorprenderli e giocare in un modo in cui non si aspettano- dissi guardando di volta in volta le persone a cui mi riferivo ad eccezione di Ron che a sua volta era incredibilmente interessato dalle sue scarpe dato che non alzava gli occhi da esse. 
-Il primo allenamento sarà domani, vi voglio riposati, tutti quanti, quindi non fate le ore piccole per nessuna ragione- dissi e tutti annuirono –Perfetto, grazie mille per la vostra collaborazione- e sorrisi raggiante. 
Era andata bene dopotutto. 


L’allenamento era stato un vero e proprio disastro. 
Il mio compagno battitore sembrava aver perso tutta la sua mira, Ron non era riuscito a parare neanche una pluffa, Ginny, anche se si impegnava davvero tanto, essendo ormai abituata al ruolo di Cacciatore, sembrava non riuscire a prendere neanche mezzo boccino. Gli unici a funzionare erano i Cacciatori e furono gli unici ad attenuare la mia disperazione. 
Stavo tornando al castello per ultima, stanca e sporca dopo gli allenamenti. Camminavo lentamente per i corridoi del Castello mentre pensavo ad un modo per risolvere i problemi della squadra quando all’improvviso andai a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno. 
-Porco Merlino guarda dove vai! Cos’è vai in giro con gli occhi chiusi per paura di incontrare un Basilisco brutto idiota?- dissi senza guardare la persona in questione mentre cercavo di rialzarmi e di non badare al dolore che proveniva dal mio fondoschiena che aveva appena avuto un incontro poco delicato col duro pavimento del castello. 
-Ah, quanto mi sono mancati i tuoi insulti- disse il destinatario delle mie imprecazioni.
Alzai lo sguardo sbalordita e –Fred!- urlai prima di gettarmi tra le sue braccia e stringerlo forte mentre lui mi sollevava da terra per farci fare un piroetta su noi stessi. 
-Cosa ci fai qui? Come sei entrato? Devi nasconderti se ti trovano sei nei guai- iniziai a parlare a raffica mentre lui mi sorrideva divertito 
-Si, mi sei mancata tanto anche tu Esty- e io storsi il naso a quell’orribile soprannome 
Mi guardai intorno furtiva e –Non puoi farti vedere in giro, andiamo- dissi afferrandogli una mano e iniziando a trascinarlo in giro per il castello verso una meta molto chiara. 
Una volta arrivati davanti alla Stanza Delle Necessità camminai veloce davanti al muro spoglio per tre volte e apparve la porta. Entrai e Fred mi seguì veloce. 
Era una grande stanza con un letto matrimoniale al centro, Fred appena lo notò mi fece un sorriso malandrino che io ignorai bellamente, poi un camino con un divanetto davanti e una seconda porta che portava chissà dove. 
Fred si sedette sul divano e mi fece segno di avvicinarmi. In quel momento però mi ricordai in quale condizioni ero: indossavo ancora la divisa da Quidditch e questa era sporca di fango, i miei capelli erano malamente legati una cipolla alta da cui però fuggivano varie ciocche e quel poco di trucco che indossavo, sicuramente, si era sciolto o rovinato. 
-Io… ehm... dovrei farmi una doccia- dissi incerta. 
Lo vidi sorridermi e –Vuoi una mano?- chiese con una finta aria innocente 
Lo incenerii con lo sguardo e –No grazie ce la faccio benissimo anche da sola, aspettami qui- poi mi diressi verso la misteriosa porta e quando la aprii con mia enorme gioia mi apparve davanti un’enorme bagno, simile a quello dei Prefetti, con una vasca da bagno già riempita d’acqua di di sapone.  Ringraziai Merlino per quel dono. 
Entrai e chiusi la porta alle mie spalle, mi tolsi quei vestiti ormai sporchi da far schifo e mi slegai i capelli. Con lentezza mi infilai nella vasca e constatai che era esattamente della temperatura che avrei voluto, calda ma non troppo.
Mi sdraiai e chiusi gli occhi per godermi di quel momento di relax totale. 
Iniziai a giocare con le bolle di sapone che si levavano dalla vasca e sentii il mio cervello svuotarsi da ogni pensiero, sensazione più unica che rara per me, e ne fui felice. 
Dopo quelli che a me parvero solo pochi minuti però sentii uno strano rumore mi girai verso la porta , non ricordavo se l’avessi chiusa a chiave o meno. La porta però era chiusa quindi tornai a rilassarmi con gli occhi chiusi. 
-pensavo fossi annegata- disse ad un certo punto una voce alle mie spalle. 
Sobbalzai. Pessima mossa, e velocemente iniziai a radunare più schiuma possibile sul mio corpo completamente nudo. 
-Fred! Chiudi gli occhi immediatamente! Perché diavolo sei entrato? Porca Morgana!- iniziai a urlare isterica 
-E’ più di mezz’ora che sei qui dentro, pensavo fosse successo qualcosa- spiegò lui alzando le spalle ma senza accennare a voler voltarsi o chiudere gli occhi e –Tranquilla non si vede niente- disse convinto di rassicurarmi ma riuscì solo a farmi arrossire ancora di più. 
-Esci fuori immediatamente!- urlai isterica
Lui rise divertito prima di voltarsi e uscire e permettere al mio cuore di riprendere a battere nella norma. 
Dopo poco, sicura che se avessi aspettato troppo quell'idiota sarebbe rientrato senza farsi troppi scupoli, uscii dalla vasca facendo attenzione a non scivolare. 
Mi guardai intorno e mi resi conto di non avere niente con cui asciugarmi o coprirmi, di certo non potevo rimettere la divisa sporca. 
Nello stesso instante in cui avevo formulato quel pensiero un asciugamano e degli indumenti apparveto vicino a me. 
Ringraziai mentalmente quella meravigliosa stanza e una volta asciutta mi rivestii, legai i capelli ancora bagnati e uscii dal bagno. 
Trovai Fred sdraiato sul letto che mangiava della cioccolata, alzò lo sguardo e mi sorrise, sentii il mio cuore scaldarsi e ricambiai il suo sorriso prima di sedermi vicino a lui. 
Tirò fuori una barretta di cioccolata di Mielandia e -Vuoi?- chiese porgendomela, come se io avessi mai rifiutato della cioccolata. 
La scartai e iniziai a mangiare nel silenzio che sapeva di pace e tranquillità. 
Mi girai a guardare Fred e per la prima volta dopo troppo tempo mi sentii bene, bene davvero. Fu in quel momento che mi resi conto di quanto importante fosse diventato per me, quando pensavo a lui lo collegavo al benessere, alla sicurezza, a casa.  Fu in quel preciso momento, quando lui si girò curioso verso di me resosi conto che lo stavo fissando e io non abbassai lo sguardo che mi resi conto di amarlo. Amarlo davvero. 
Fu in quel momento che mi resi conto anche di non volerlo perdere, non volevo allontanarmi da lui, sentivo che se lui se ne fosse andato, se mi avesse dimenticato o sostituito io mi sarei sentita persa. 
Se c'era una persona che non ero pronta a lasciare andare era proprio lui, era sempre stato lui. 
Fin da piccolissima lui c'era sempre stato. La nostra nostra non era un'amicizia come quella che avevo con Harry, neanche lontanamente, ma lui c'era sempre, con le sue battute, i suoi scherzi, la sua protezione. Per me era sempre stato un porto sicuro, più di chiunque altro. 
-Ester- mi richiamò dai miei pensieri e io annuii appena per fargli capire che lo stavo ascoltando -Stai bene? E' successo qualcosa?- mi chiese e nella sua voce sentii un pizzico di preoccupazione. 
No Fred non sto bene proprio per niente -Si sto bene- e mi sforzai di sorridere
-Lo sai che...- e si concentro come a voler trovare le parole giuste da dire -Lo sai che io sono qui per te- disse guardandomi dritto negli occhi quasi a voler penetrarmi nella mente e leggere i miei pensieri.
-E io che pensavo che fossi qui per trovare una delle tue tante ammiratrici- provai a scherzare ma lui rimase serio
-Senti- disse lui mettendosi a sedere dritto davanti a me -So che c'è qualcosa che mi stai nascondendo, lo sento- disse posandosi una mano all'altezza del cuore -Voglio solo che tu sappia che quando ne vorrai parlare io sarò un buon ascoltatore- 
Posai la mia mano sulla sua e per la prima volta fui tentata di sputare fuori tutto, di raccontargli in che gran casino mi fossi cacciata e che ora non potevo più tornare indietro. Volevo giurare di non essere una dei cattivi prima che fosse troppo tardi per farmi credere da chiunque, volevo giurargli che lo stavo facendo anche per lui. Forse a questo punto lo facevo soprattutto per lui. 
Guardai la mia mano sulla sua e poi alzai di nuovo lo sguardo e puntai i miei occhi nei suoi e -Ti amo- sussurrai quasi senza rendermene conto. Quel sentimento che cercavo di celare per paura di metterlo in pericolo, mi stava investendo come un'onda inarrestabile, una marea che mi stava investendo e faceva quasi male. 
Capii che anche se avevo avuto relazioni prima di stare con lui quel sentimento non lo avevo mai provato e avevo quasi paura. Era nuovo, meraviglioso e terribile insieme. 
Sentii gli occhi pizzicarmi appena ma riuscii a impedirmi di piangere. 
Non volevo stare senza di lui, non potevo. 
-Ti amo anche io- sussurrò Fred sicuro -Ti amo da troppo, di amo troppo, talmente tanto che quando non sono con te mi fa quasi male il cuore, ma ti amo, come non ho mai amato nessuno- disse senza spostare i suoi occhi dai miei -Ti amo- disse di nuovo prima di avvicinare il suo viso al mio e posare le sue labbra. 
Portai le mie mani alle sue spalle e lo feci avvicinare a me, avevo bisogno di sentirlo vicino, di saperlo lì con me. 
Fu un bacio lento, uno diquelli che ti fanno scoppiare il cuore, uno di quelli che valgono più di qualsiasi discorso strappalacrime. Cercai di fargli capire in quel bacio quanto lo amassi, quanto avessi paura di perderlo, quanto avevo bisogno di lui. 
Separai le mie labbra dalle sue -Non dimenticarlo mai- sussurrai a un centimentro dalle sue labbra 
-Mai- rispose lui prima di ricominciare a baciarmi, più sicuro, più possessivo, come se volesse farmi capire con quanta forza avrebbe ricordato le mie parole. 
Mi ritrovai sdraiata sotto di lui, neanche io seppi come, ma non mi dispiaceva, per niente proprio. 
Sentirlo sopra di me, così vicino, i suoi gomiti puntati sul materasso per non pesarmi, come se volsse creare una barriera tra me e il mondo, come se volesse proteggermi. 
Ma non era pronta a fare quel passo, non perchè non mi fidassi di lui, ma perchè sapevo che da lì a poco per il mondo sarei diventata una cattiva, anche per lui.
Sentii le sue labbra smettere di baciare le mie e scendere piano verso il mio collo. 
Il mio cervello smise di pensare per alcuni secondi e sospirai mentre sentii il mio corpo fremere. Iniziò a baciare il mio collo e poi lo morse delicatamente mentre sentii le sue mani inifilarsi sotto la maglietta che indossavo. 
-Fred...- lo chiamai in un attimo di lucidità, ma lui non parve sentirmi -Fred- lo chiamai ancora. 
Lui si staccò immediatamente da me come se si fosse risvegliato da un sogno all'improvviso e mi fisso per un attimo prima di -Lo so- dire comprensivo -Lo so, scusa- 
Gli passai una mano tra i capelli come a fargli capire che non doveva scusarsi, non aveva fatto niente di male e sorrisi e lo vidi ricambiare incerto. 
-Puoi...- iniziò a parlare ma poi scosse la testa 
-Posso cosa?- chiesi spingendolo a parlare
-Puoi rimanere con me qui stanotte?- chiese abbassando un attimo lo sguardo -Solo per dormire- chiarì -Ho bisogno di stare con te- 
-Fred- lo richiamai per poterlo guardare negli occhi -Non avevo intenzione di andare da nessuna altra parte- lo rassicurai prima di farlo sdraiare accanto a me e posare le testa sul suo petto.
Mi circondò con le braccia e dopo poco sentii il suo respiro farsi pesante, si era addormentato. 
Piano cercai di afferrare la mia bacchetta che prima avevo posato sul comodino vicino al letto, la puntai contro di lui e -Semper inveniet*- sussurrai l'incantesimo di localizzazione permanente. 
La riposai al suo posto e poi mi accoccolai a lui, chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare nel mondo di Morfeo. 


*Incantsimo palesemente inventato da me. Si tratta di un incantesimo che ti permette di olocalizzare la posizione di una persona finchè la stessa persona che l'ha lanciato non lo scioglie. 


SALVE GENTEEEE

Allora si sono in ritardo ma questo capitolo tremendamente lungo spero possa aiutarvi a perdonarmi. 
Il mio computer si era rotto (di nuovo) e rurri i capitoli che avevo scritto, ero arrivata all'epilogo piango, sono andati persi quindi ora mi tocca riscrivere tutto e ho pochissimo tempo a disposizione (Ho iniziato l'università IUPPI')
Allora, succedono davvero TROPPE cose in questo capitolo,ma cosa ne pensate voi?
L'utilità dell'incantesimo e la modalità si rivelerà in futuro, per ora ricordatevi solo che esiste, grazie. 
Poi ovviamente la faccenda del Capitano provvisorio è inventata ma mi piaceva inserire u pizzico di normalità in un intreccio assurdo. 
E POI I MIEI BELLISSIMI FRED E ESTER, PIANGO. 

Alla prossima belli! 
(Che credo purtoppo sarà tra circa un mese, I'm sorry) 

  
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