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Autore: shuste    09/05/2009    3 recensioni
Alice il giorno in cui si ritrova vampira...pensieri e paure e le ombre della sua mente...jasper e la sua storia...
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi tornata con un nuovo capitolo di My end is my beginning! Finalmente gli eventi mi sono stati favorevoli…

Ringrazio tanto coloro che mi hanno inserita con questa storia tra i preferiti e coloro che mi hanno recensita (troppo gentili!!!!)… continuate a farmi sapere cosa ne pensate, sarà più facile proseguire con le vostre critiche!

Vi lascio ad Alice, un abbraccio a tutti… Stella J

 

 

Just my imagination

 

Cominciava ad essere buio e la luce che filtrava dalle tende era ormai solo quella dei lampioni per strada.

 

Mi alzai, andai in bagno e aprii il rubinetto della vasca.

Lasciai che l'acqua scorresse, mentre mi guardavo allo specchio.

Vidi degli occhi stanchi e un viso che tanti definivano bello. Io non l’avrei mai ritenuto davvero tale.

Mi sfilai la maglia, i pantaloni che indossavo e li lasciai cadere a terra.

Osservai la persona nello specchio di fronte a me. Mi osservai per la prima volta, come se non mi fossi mai vista prima. E davvero non lo avevo mai fatto.

La pelle lattea. I seni quasi inesistenti. I fianchi ossuti. Quasi un corpo di bambina. Esile e forte allo stesso tempo.

 

L'acqua calda al primo impatto mi fece salire un brivido dai piedi fin su per la schiena.

 

Lui mi aspettava di là, nella stanza che avevamo preso in una locanda, paziente. Avevamo l’eternità di fronte.

Quel ragazzo spaventato. Bello e terribile come un dio.

 

Tutti quei giorni di ricerche.

Avevo imparato ad incontrarlo nei sogni che non potevo fare la notte e, durante il giorno, a cercarlo. Come un pellegrino.

L'avevo cercato con lo sguardo, tra la gente.

 

Alcune volte mi era addirittura sembrato di distinguere il suo profumo.

Lo avevo inseguito, alla disperata ricerca di chi già sapevo che non avrebbe potuto essere.

Altre invece avevo premuto il naso contro i miei palmi, contro la mia pelle. L’avevo sentito talmente forte da credere di aver sempre vissuto con lui.

Era rimasto nelle mie mani. Nel mio respiro. Senza che io mai gli fossi stata ancora accanto.

Dolce poesia di ciò che avrei trovato.

...

Mi lasciai scivolare fino a che la testa non si bagnò, lasciando emergere solo il viso.

L'acqua penetrò calda nelle orecchie, gorgogliando. Attutì tutti i rumori che provenivano dall'esterno.

 

...

...

 

Era strano.

Non avrei mai pensato all'inizio di arrivare a sentirmi in questo modo.

...

 

 

Poche ore prima mi aveva dato il bacio più puro che avessi mai immaginato.

C'era in quel gesto un pudore che mi era sconosciuto e che mi affascinava più di quella sensualità che già sentivo nascere.

 

Le sue labbra mi avevano sfiorata, seguendo alla perfezione i miei intenti.

Leggere come ali.

 

Era il bacio che un bimbo avrebbe dato alla sua mamma o al suo papà, ingenuo ed ebbro d'amore al punto da risultare commovente nella sua purezza.

Forse quello era il vero amore.

 

In quell'istante, mentre il pianto mi si era bloccato in gola per la tenerezza che lui mi aveva fatto, quando avevo riaperto gli occhi e mi ero ritrovata nel fondo dei suoi cremisi, avevo capito che da quel luogo non sarei più uscita.

Non avevo potuto vedere nelle mie visioni che una minima parte di quello che realmente avrei provato.

Avevo giurato a me stessa che mai avrei permesso che lui se ne andasse, che sarebbe stato mio per sempre.

Avevo promesso a quel che di creato c'era che non l'avrei mai lasciato.

Sì, anche se fossimo entrati nel buio così. Avevo quegli occhi addosso, quella mano che mi stringeva.

Cosa importava del mondo, della vita che avremmo fatto? Cosa importava se fosse successa qualunque cosa?

Jasper ora era con me. Potevo percepirlo sul letto, seduto, oltre la porta chiusa del bagno.

 

 

Cercai di non barare con me stessa e chiusi la mente, per quanto possibile, alle visioni di ciò che sarebbe accaduto tra noi da lì a poco.

 

Avrei voluto che tutto fosse una sorpresa, come accadeva tra tutte le coppie normali dell’universo.

Ma come potevo …

 

Trois allumettes, une à une allumées dans la nuit

 

… sentii nella mia testa il rumore del mio asciugamano che cadeva a terra …

 

 

La première pour voir ton visage tout entier

 

… le sue mani sui miei fianchi …



La seconde pour voir tes yeux

 

… un bacio sullo sterno …

 

 

La dernière pour voir ta bouche

 

… le sue labbra sulle cosce …

 

… STOP.

 

 

 

 

et l'obscurité toute entière pour me rappeler tout cela
en te serrant dans mes bras.

 

 

Controllando ogni singolo muscolo del mio corpo, uscii dall’acqua, avvolsi il mio corpo in un asciugamano.

Sorrisi verso la donna sconosciuta, cui non ero abituata, che mi fissava allo specchio, rendendomi il sorriso.

 

Finalmente aprii la porta e lentamente mi diressi verso di lui che già si era voltato, ansioso, verso di me.

 

 

 

 

 

 

N.B. La poesia citata è di Jacques Prévert, “Paris at night”, qui tradotta:

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L'ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.

 

  
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