[Epilogo]
«Allora Hyuuga... - Sasuke si accomodò di fronte a Neji, nel parlatorio del carcere - A quanto pare sei indagato.»
«E' solo una faccenda temporanea. Sarò presto fuori.»
Sasuke studiò l'uomo che aveva di fronte. Una pallida ombra dell'avvocato che era stato. Gli occhi chiari mostravano segni di cedimento. Probabilmente, nel giro di qualche mese sarebbe impazzito, se la giustizia avesse fatto il suo corso.
«Piuttosto... quell'affare...»
«La società? Spiacente, Hyuuga, ma sono mesi che tratto con lo studio legale Aburame. Sai - un ghigno si dipinse sulle labbra pallide - loro mi hanno sempre voluto come socio. Avevo rifiutato, dando la precedenza al tuo studio, ma vista la tua offerta e... beh, la situazione attuale ho deciso di accettare.»
«Non puoi. Tu... tu non puoi...»
Le dita di Neji strinsero
convulsamente il ripiano in legno del parlatorio. Nervose, si muovevano
continuamente, come in preda ad un tremito.
Era spaventato. Sconvolto. Terrorizzato.
E non era ancora giunto il giorno del processo.
Sasuke provò un flebile moto di compassione verso quel relitto umano. Un tempo,
Neji era stato un bravissimo avvocato. Un vero e proprio principe del foro, ma
era troppo abituato a vivere nella bambagia e, quando la sua vita apparentemente
perfetta aveva cominciato a crollare, non aveva saputo reagire all'uragano.
«Senza rancore, Neji. Sono affari. E non sarebbe vantaggioso entrare in società con uno studio di cui il principale esponente è indagato per omicidio. Comprendi, vero?»
Annuì, lievemente. Sasuke si alzò.
«Bene, io vado. Ho Naruto che mi aspetta fuori. Se hai bisogno di un avvocato, chiama pure.»
Neji non avrebbe mai fatto
quella telefonata.
Peccato.
Per lui, ovviamente.
«Neji Hyuuga, la corte qui presente vi dichiara colpevole di omicidio premeditato. Pertanto, vi condanna all'ergastolo. Che Dio abbia pietà della vostra anima.»
«Non sono stato io! Non...»
«Neji.»
Hinata salutò cordialmente
il marito con un cenno del capo, protetta dal vetro antiproiettile del
parlatorio del carcere.
Un sorriso increspò le sue labbra, mentre l'uomo si sedeva di fronte a lei.
Era sciupato Neji. I capelli erano stati tagliati corti; pesanti occhiaie gli
cerchiavano gli occhi ed era dimagrito. Molto.
«Hinata! Fammi uscire di qui! Fam...»
La donna scosse il capo; le ciocche corvine ondeggiarono seguendo il movimento della testa.
«Non è in mio potere, caro. A questo proposito, sono stata molto dispiaciuta dai tentativi di farmi finire in carcere al posto tuo o insieme a te. Per fortuna, avevo un'alibi per quell'ora.»
Neji studiò attentamente la moglie. Le labbra imbellettate si increspavano in un sorriso compiaciuto; gli occhi parevano divertiti dal rossore che gli aveva imporporato le gote alla notizia di essere stato scoperto.
«Che... che stavi...?»
Domandò. Era intimidito,
Neji. Impaurito da quella donna sempre fedele. Sempre tranquilla. Sempre
sottomessa.
Fin troppo.
Il sorriso dalle labbra di lei non se ne andava. Non rispose alla domanda,
limitandosi ad accennare col capo all'uomo che l'aspettava sulla soglia. Neji
riconobbe subito il detective Inuzuka, lo stesso che lo aveva fatto arrestare.
«Tu... voi... eravate...»
Hinata tirò fuori gli
occhiali da sole dalla borsetta. Si alzò, inforcandoli.
Un altro sorriso.
«E poi c'è chi dice che il delitto perfetto non esiste. Addio, Neji. Ah, non dimenticare di firmare i documenti per il divorzio.»
Neji Hyuuga fu arrestato il
giorno seguente all'omicidio della sua amante, Tenten Mirabashi.
In carcere, ricevette solo due visite: una da parte dell'avvocato Sasuke Uchiha,
adesso socio dello studio legale Aburame; l'altra dalla sua ex moglie, Hinata
Hyuuga.
Due mesi dopo l'incarcerazione, fu internato al manicomio criminale di Londra,
in seguito ad una crisi di nervi particolarmente violenta.
Morì suicida due anni dopo la condanna.
Fino all'ultimo, si dichiarò innocente del delitto commesso.
N/A
Dunque, che dire? Forse,
sono riuscita ad uscire dal blocco. Ma solo forse.
Per ora, devo ammettere che questa storia mi soddisfa, anche se devo ammettere
che dal mio punto di vista c’entra poco col pairing scelto. Insomma, è sì:
NejiHinaTen, ma anche KibaHina, SasuNaru, ecc…
Un po’ un bordello. E Hinata è incredibilmente OOC, anche se a me dà solo in
parte quest’impressione. Mettendo da parte le antipatie per questo
personaggio, non può rimanere inerte per sempre in una situazione di tal
genere, giusto? Oggettivamente parlando è come nel capitolo 440 (possa
Kishimoto patire le pene dell’inferno): la disperazione la porta a compiere
atti di coraggio.
E basta.
Inoltre, adoro Sasuke. È amabilmente stronzo e, devo ammetterlo, è il
personaggio che mi sono divertita maggiormente a muovere, anche se mentre
scrivevo mi era presa una voglia enorme di whisky XD. Suppongo si sia capito da
quanto tracannava Uchiha.
Vi ringrazio per aver seguito questa storia. Sinceramente, mi è piaciuto parecchio scriverla e ne vado particolarmente orgogliosa. Scusate se non rispondo ai commenti, ma il pranzo attende.
That’s all.