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Autore: emo_baby    10/05/2009    0 recensioni
Tutto ciò che avevo sempre sognato mi era stato concesso, in un certo censo, ma forse dentro di me avrei dovuto sapere che tutto prima o poi giunge al termine. Ogni cosa, pur bella che sia, finisce, lasciando un inesorabile delusione.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Most guys I dated got intimidated, boys and girls pretend to know me, they try so hard. Two years late. Avrei finalmente affrontato una scuola vera e propria, dopo due anni passati girando di città in città e spedendo i miei compiti ad un tutor privato, ci eravamo finalmente fermati in una cittadina dal nome impronunciabile in Germania, poco distante dalla capitale. Questa nazione era il sogno di Katy, c’erano tutti i suoi idoli qui, avrebbe saltato di gioia se in questo momento fosse al mio posto. Camminai verso l’edificio scolastico lasciandomi sopraffare dai miei stupidi pensieri, erano passati due anni da quando ero partita e molte cose erano cambiate, la prima ad essere cambiata ero proprio io. Avevo trovato un piccolo gruppo di amici e anche un… ragazzo. Sia chiaro non l’amavo, ma provavo a volergli bene, ci stavo assieme solo perché mi riempiva di attenzioni e, egoisticamente, era ciò che mi serviva per dimenticare almeno in parte la mia vecchia vita. Ero stata con diversi ragazzi in quel periodo di tempo, ma nessuno mi interessava particolarmente, cercavano tutti una cosa e dopo averla ottenuta andavano via. Per me andava bene, tanto cambiando sempre città non avevo una reputazione vera e propria, ma dal momento in cui ci eravamo fermati qui dovevo cominciare a guardare le situazioni da una diversa angolazione. «Ehi, tesoro» due mani mi strinsero da dietro nel cortile scolastico, mi voltai e vidi Nicolas, il mio ragazzo. Era molto carino, alto, magro con i capelli neri liscissimi che ricadevano fino alla nuca e la frangia gli copriva un occhio, gli occhi erano la cosa che più amavo in lui, erano verdi. Bastava guardarlo e pensavo di aver davanti quel piccolo tassello del mio passato «buondì» risposi lasciandomi coccolare, ben presto la quiete fu distrutta dall’arrivo di Mindy, June, Stephan e Horklian, ma per tutti il piccolo Horky. La prima, Mindy, aveva 17 anni anche lei e mi ricordava molto Katy nei suoi modi di fare, era energica e eccentrica, ma inesorabilmente dolce… quando voleva. Aveva i capelli di base neri, ma la testa era un miscuglio di colori vivaci, c’erano le due ciocche davanti rosa schoking, le exstation blu e viola e qualche ciuffo di dietro color platino. Aveva un visino molto da cucciolo smarrito e due grandi pozzi neri al posto degli occhi, sempre contornati da quintali di matita, eyeliner e mascara. June aveva 16 anni ed era la più bimba del gruppo, gli piaceva scherzare e ridere ma in alcuni periodi era colta da momenti di depressione assoluta, in quei casi era meglio stargli alla larga poiché infondeva un’aura negativa alle persone che le erano accanto. Aveva dei bei boccoli neri che contornavano quel visetto assai pallido, e due occhietti curiosi che chiedevano silenziose domande sul mondo che l’avvolgeva. Stephan era… Stephan. Era il più grande con quei suoi diciannove anni di tutta saggezza, aspettate ho detto realmente saggezza? Mi sarò sicuramente sbagliata! Non capisce mai nulla di ciò che gli accade intorno, ed il più inebetito del gruppo. Un esempio? Sarò lieta di accontentarvi! Quest’estate c’era Linda, una ragazza assai carina, che gli andava dietro e praticamente glielo aveva dimostrato in ogni modo e dopo molti tentativi riuscì ad ottenere un appuntamento. Il giorno dopo la poveretta era più abbattuta del solito e io gli chiesi perché, lei mi rispose che Stephan aveva capito che lei lo odiava, ero scioccata e così decisi di andare a parlare con lui e mi disse che lei pensava che lui la odiava e così di conseguenza lei odiava lui, comunque alla fine di tutto a Linda venne una crisi di nervi e lo lasciò in pace, quando noi spiegammo la situazione a Stephan sembrò che avesse appena visto un fantasma, era bianco cadaverico e realmente mortificato, ma era troppo buffo e gli scoppiamo a ridere in faccia. Concludo le presentazioni con il mitico e ossuto Horklian, il suo nome è strano quanto lui, possiede la cosiddetta “forza di mille uomini” ed è circa il mio triplo, tutti noi lo chiamiamo piccolo Horky e lui sembra non esserne particolarmente fiero. «Pensierosa la ragazza» disse Stephan riferendosi a me «caro il mio Fanni io sono una donna assai impegnata» gli risposi per le rime guardandolo maliziosa «Nico tieni a bada la tua donna!» gli feci una spudorata linguaccia e mi dedicai al resto del gruppo «Hey lady» mi salutò Mindy stampandomi un grosso bacio sulla guancia «’giorno tesoro» le dissi restituendole il bacio, «ciao» alzai un sopracciglio voltandomi verso la direzione da cui proveniva quella voce «oh no, anche oggi June è in preda a uno dei suoi attacchi depressivi» alzai lo sguardo al cielo esasperata «proprio così Missy» mi rispose Horky «allora pronta per il primo giorno di scuola?» annuii e quest’ultimo si avvicinò per scompigliarmi i capelli che avevo rigorosamente tinto di nero. Mi aspettava una nuova vita ed ero pronta ad accettarla, Nicolas mi si avvicinò e mi diede un casto bacio a fior di labbra. Notai come ognuno, delle persone che mi passavano accanto, aveva a che fare con un mondo a parte, a volte quel mondo era costituito da un unico individuo, altre volte erano vere e proprie collettività che si univano in unico esemplare. Tutti erano in fibrillazione per quel nuovo inizio e, sinceramente, lo ero anch’io. A passo svelto mi indirizzai verso la mia aula e appena entrai fu accolta da una gran confusione, erano tutti ammucchiati in unico punto, c’erano grida di stupore e facce inebetite che sognavano ad occhi aperti, nessuno si accorse della mia presenza. Presi posto al penultimo banco sulla destra che era apparentemente vuoto. Mi sedetti e aspettai l’inizio delle lezioni ma una chioma bionda, in compagnia di altre tre teste platinate, mi si avvicinarono accigliate «senti ma tu sai dove stai seduta?» la voce la faceva assomigliare molto ad una papera con il raffreddore «oh si che lo so, terza fila, penultimo banco sulla destra» le risposi sorridendole tutta carina, le tre platinate si tiravano gomitate e bisbigliavano una nell’orecchio dell’altra. «Ma che simpatica, se non fosse per il fatto che mi stai sulle palle sarei diventata tua amica» ma perché dovevano esistere persone tanto snob sulla faccia della terra? «Perché ce l’hai? Sai avevo gia qualche dubbio se tu fossi maschio o femmina ma ora mi hai tolto ogni incertezza, gentile da parte tua, comunque tranquilla la simpatia non è ricambiata.» mi rivolse uno sguardo omicida , che ricambiai orgogliosa,ma poi sorrise e le platinate fecero lo stesso, sembravano tutte uguali, stessi capelli, stessi occhi azzurri, stesso trucco, stesso stile di abbigliamento e stessa acidità«tu non puoi odiarmi!» disse sorridente «ah e perché no?» mi affrettai a domandare «mi sembra ovvio, sono ricca, ho una carta di credito e sono popolare» le risi in faccia. A volte mi lamentavo con Mindy per la sua fantasiosa acconciatura, ma almeno lei era originale e non sembrava un clone. «Senti cocca noi non ci siamo capite, questo banco è mio!» cominciavo a divertirmi sul serio «uh che carina siamo passate ai nomignoli, ti consiglio di non alterarti tanto altrimenti poi ti si fanno tante piccole rughe e poi il chirurgo plastico dovrebbe fare miracoli» sogghignai e la guardavo sinceramente divertita, fece un verso strano, simile a un barboncino che miagola invece di abbagliare, e fece retro fronte sedendosi in uno dei primi banchi. «Ahah» una risata cristallina attirò la mia attenzione, proveniva da un ragazzo biondo (fosse una novità -.-) che si avvicinava a me, ma perché non mi lasciavano semplicemente in pace? «Sei riuscita a far stare zitta Katy» il mio cuore perse un battito, sapevo che non aveva nessuna attinenza con la mia Katy, ma provai un piccolo fastidio allo stomaco… probabile senso di colpa «e tu saresti…» chiesi al misterioso boy «John piacere» ok, questo era davvero troppo «io sono Julia» si mise una mano sotto il mento con fare teatralmente pensieroso e dopo qualche secondo esclamò «wow bel nome!» alzai un sopracciglio scettica «comunque mi è davvero piaciuto come hai trattato Katy, se lo meritava» mi dava una vaga, e dico vaga, impressione che volesse provarci con me «a quanto pare manco te la sopporti» gli dissi, ma lui scoppiò in una fragorosa risata «è la mia ragazza». Ero giusto un po’ confusa, «ops» emise la mia piccola bocca «tranquilla non mi dispiace quando qualcuno le risponde per le rime» gli sorrisi ma una voce stridula interruppe la nostra conversazione «oddio oddio oddio oddio!!! Cuccioletto non pensi che sarò io a vincere??» la testa bionda, Katy, strinse il braccio attorno a quello di John «certo cara, sabato sera sarai fantastica!!» si scambiarono sguardi mielosi «sei obbligato a dirmi certe cose». And I get what I want, my name is my credit card, don’t try to hate me because I am so popular!
  
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