Capitolo
5 – To end up in the lion’s den
Dopo
molti squilli, una voce maschile profonda risponde con uno stanco: “Pronto?”.
“Harry…
sono io, Hermione…” .
“Ciao
Herm!” risponde allegro “Da quanto non ci sentiamo! Come stai? E Dean?”.
Ingoio
un rospo grande come una casa al nome di Dean e sussurro che stiamo entrambi
benissimo.
“Avrei
dovuto immaginare che fossi tu… “ mi dice “Porto il cellulare solo per i miei
amici babbani… anche se ultimamente lo usano
parecchio anche Ron e Neville… i camini del ministero sono un inferno!”.
“Lo
immagino” commento piattamente “Come va il lavoro?”.
“Insomma…”
mormora lui afflitto, in sottofondo delle voci concitate che si attutiscono
all’improvviso “C’è stata una manifestazione dei Medimaghi
del San Mungo perché ritengono di essere sottopagati… sai dopo l’incidente
all’Emporio di Zonko, hanno avuto un sacco da fare…
il peggio qual è? Che hanno imparato cos’è una vertenza
sindacale dai babbani… Blair al mio confronto è un
tranquillo nullafacente… e tu, invece?”.
Noto
subito che la sua voce nel finale si è tinta di una vena di preoccupazione. Sa
benissimo la mia situazione, è stato costretto a firmare la mia sanzione
disciplinare… però non sa che non ho ancora un lavoro… pensa che me la cavi.
Non so perché non gliela abbia fatto sapere, sarà perché sono certa che mi
avrebbe aiutato. E io detesto essere aiutata, sono decisamente troppo
orgogliosa.
“Va
tutto bene… ma volevo chiederti una cosa…”.
“A che
proposito?”.
“A
proposito di Malfoy…” mugugno controvoglia.
“Di
Malfoy?!” chiede lui sinceramente colpito “E cosa vorresti
sapere?”.
“Dov’è
adesso, per esempio”.
“Tu mi
hai chiamato per chiedermi dov’è Malfoy?! Herm, ma sei
sicura di stare bene?!” la voce di Harry trasecola
leggermente; in effetti, sembra troppo strano, quindi mi sento in obbligo di
dover dare una spiegazione qualsiasi.
“L’ho
incontrato stamattina…” rispondo brevemente “A Londra. In un locale babbano… mi
è sembrato strano, ecco. Chiamala pure ex deformazione
professionale, ma non mi ha convinto…”.
Harry
sospira di sollievo ed aggiunge: “Quando tornerai a capo degli Auror, saremo
tutti più tranquilli… sei decisamente la migliore nel tuo campo… comunque posso
assicurarti che ti preoccupi troppo… Malfoy è a posto…”.
“Come fai ad esserne certo? Non è strano che
viva da babbano?” chiedo nervosa.
“No,
Herm” risponde lui sintetico, poi, presagendo nel mio silenzio, una nota di
nervosismo replica: “Lo so perfettamente come vive Malfoy, dato che sono stato
io a dargli quello che ha…”.
“Tu?!”.
“Esattamente…
alla fine della guerra…” prosegue con tono incerto Harry “Sai che hanno ucciso
i suoi genitori? Insomma è stato una specie di risarcimento…”.
“Non
capisco”.
“Non ce
n’è bisogno…” la voce di Harry è ferma e decisa “Malfoy ha collaborato con noi,
ma ha rischiato più di tutti, persino di me, te e Ron,
se mai questo fosse possibile. Ha fatto il doppio gioco, rimanendo dalla parte
di Voldemort… e per poco non è stato scoperto. Credo che non avremmo vinto,
senza il suo aiuto, non ho problemi ad ammetterlo… quando la guerra finì,
chiese a Scrimeogeor di sparire, di poter ricominciare
una nuova vita e di dimenticare tutto. Ma il Ministro non volle, disse che
sarebbe stato meglio che avesse preservato la sua identità e che era al sicuro.
Gli fu dato un posto al Ministero…”, la voce di Harry si blocca per qualche
secondo, lo sento deglutire a disagio e poi sospirare, prima di continuare, il
tono leggermente più roco: “…ma quello che Scrimeogeor non gli aveva detto, era il motivo della sua
opposizione. Se Malfoy avesse cambiato identità, sarebbe stato dichiarato
morto; l’enorme fortuna dei Black e dei Malfoy sarebbe stata ereditata allora
da una loro lontana parente americana. E il ministro non poteva permettere che
quelle preziose ricchezze, tanto utili per la ricostruzione, uscissero dal
paese. Ne sarebbe derivato un danno economico notevole. Quindi, le cose
rimasero come erano, tra mille sospetti cominciò a lavorare al ministero, ma la
cosa durò poco, un anno più o meno. Come prevedevamo, Malfoy fu braccato dai
pochi Mangiamorte rimasti. Era il traditore per eccellenza, l’artefice della
loro sconfitta. Era lampante che gli avrebbero teso
una trappola… e così accadde…”.
Ritrovo
la voce, persa in chissà che momento di quella conversazione, e chiedo: “E
allora?”.
“Non
posso dirtelo, Herm…” rispose laconico Harry, la voce, se possibile ancora più
bassa e profonda “E’ coperto dal segreto di stato e ci sono ancora delle
indagini in corso… posso solo dirti che morirono due persone,
ma Malfoy si salvò. Riuscì a scoprire che cosa era stato teso alle sue
spalle e denunciò Scrimeogeor. Fu il motivo per cui
il ministro perse la carica e potei subentrare io. La prima cosa che ritenni di
dover fare era risarcirlo… sia di ciò che aveva subito in guerra, sia della morte
dei suoi genitori, sia dell’attentato che aveva subito… e l’ho fatto. Ha voluto
lasciare il mondo magico, non appena ho sbloccato parte dei suoi beni. Per questo, vive da babbano, credo si chiami Danny Ryan…”.
Annuisco
solo a me stessa, non credevo che Malfoy ne avesse passate tante.
“Non ha
più contatti con noi da tempo… non ha più voluto nulla da noi…” riprese Harry
malinconico “Avrei voluto fare di più per lui, ma a Malfoy è decisamente
bastato quello che ha avuto. Gestisce un pub che è molto rinomato, evita
accuratamente di farsi vedere in pubblico… insomma, ha la sua vita. Credo che
stia anche abbastanza bene…”.
“Non
l’avrei mai immaginato…” mormoro, uno strano groppo in gola che rende la mia
voce più bassa del normale “Ci si aspetterebbe una cosa del genere da uno come
me e te, ed invece… proprio lui, il principe dei purosangue…”.
“In
effetti, è strano… anni fa, non l’avrei mai immaginato… ma, grazie a Dio, con
la fine dei Voldemort e il ruolo importantissimo giocato da molti mezzosangue
nella guerra, prima tra tutti tu, questi maledetti pregiudizi stanno subendo
una battuta d’arresto… c’è molta più tolleranza nel mondo magico…”.
“A parte
per gli elfi domestici e le altre creature ritenute inferiori…” commento scettica.
“Non
cambierai
“Ci sei
ancora?” mi richiama Harry.
“Sì,
certo… adesso mi sento molto più tranquilla…” rispondo, e lo penso davvero.
Almeno adesso sono sicura di non andare a lavorare presso un Mangiamorte
impenitente, ma presso uno snob ed arrogante incallito. Magra consolazione,
sospiro tra me e me.
“E
comunque, tanto per gradire, Beckwith è un autentico
idiota… spero che tu torni quanto prima…” mi dice Harry, riferendosi al mio
vice che ormai siede stabilmente al mio posto. Evidentemente deve aver
frainteso il mio sospiro.
“Grazie
Harry… una sera di queste, dobbiamo fare una rimpatriata…” sorrido.
“Guarda
che ci conto!” mi risponde Harry, per poi riagganciare.
Mi alzo
pigramente dalla sedia, andandomene in camera mia. Scelgo il vestito per
stasera, un corto abito di seta nera, e me lo drappeggio addosso davanti allo
specchio. Lo poggio sul letto e torno in bagno per asciugarmi i capelli. Ma è
inutile, la curiosità non se ne va. Mi rimane sempre ostinatamente attaccata
addosso. Mi sono anche dimenticata di chiedere ad Harry di Serenity, della
ragazza che Malfoy ha nominato. Va sempre così, dannazione! Quello si attacca
sempre ai miei neuroni, sovraccaricandoli, e non posso nemmeno dirmi Chissenefrega, perché domani lo devo
anche rivedere… che rabbia!!!! Con un passo marziale, vado a vestirmi e a
truccarmi, per poi constatare con angoscia che sono già le
sette e mezzo e che Dean tornerà tra poco. Come una scheggia, finisco
velocemente di cucinare, poi apparecchio la tavola con candele rosse e fiori
d’arancio e mi siedo in attesa.
Accendo
la tv dato che Dean non arriva ancora… un film… in bianco e nero… che bello, è
la trasposizione cinematografica di Orgoglio e Pregiudizio. Speriamo che
Dean arrivi almeno dopo la dichiarazione di Darcy, sono anni che lo voglio vedere questo film e non ne ho mai
l’occasione! Mi appoggio con il gomito sul tavolo, tanto chi mi vede, e la
testa sul palmo della mano aperto. Il tavolo sembra così vicino… ed anche…
comodo… non faccio in tempo a vedere la dichiarazione di Darcy, casco dal sonno alla festa dei Bennet.
Esattamente dieci minuti dopo dell’inizio del film.
Il collo
mi fa male da pazzi, mentre mi risollevo dal tavolo, dove mi sono accasciata la
sera prima. Il sole rende lucide le tende del soggiorno, quindi intuisco che
deve essere mattina. Mi stropiccio freneticamente gli occhi assonnati,
ritraendo le dita sporche di rimmel e di ombretto azzurro. Non mi sono nemmeno
struccata… anzi, mi sono addormentata di sasso, senza neanche raggiungere il
mio comodo letto. E adesso ho tutte le vertebre distrutte! Maledizione…
Mi alzo
pigramente dalla sedia, barcollando, mentre ancora semiaddormentata vado in
camera mia per gettarmi sul letto e dormire fino alla prossima glaciazione, ma
distrattamente lo sguardo cade sulla tavola ancora imbandita della sera prima.
Nessuno ha toccato niente. A parte me, ovviamente, che ero nel mondo dei sogni, ma Dean? Non è tornato a casa? Corro in camera nostra
e noto che è tutto come l’ha lasciato ieri mattina. Insomma, non è passato. Disordinato
com’è, i segni del suo passaggio sarebbero visibilissimi e non credo che si sia
fatto ordinato tutto all’improvviso.
E se gli
è successo qualcosa?
Mi
riaggiusto con una mano il vestito nero spiegazzato, poi corro al telefono, i
tacchi che battono sul parquet e che svegliano la signora Sanchez che chiama in
causa la mia settima progenie per bestemmiarmi. Con foga, compongo il numero
del suo cellulare, che risulta spento. Riaggancio e chiamo immediatamente Alex,
un suo collega di origine babbana e di cui ho il numero di cellulare. Gli
chiedo se ieri era al lavoro e se è andato via all’orario solito; lui mi
conferma di sì e aggiunge che è arrivato un’ora fa. Adesso è in riunione.
“Insomma,
non è solamente tornato a casa…” sussurro tra me e me, ancora con la cornetta
in mano.
“Cosa?!”.
“Niente,
Alex… parlavo tra me e me… quando lo vedi, puoi dirmi di richiamarmi… anzi no…
non dirgli nulla, vengo io al Ministero… mi raccomando, non dirgli niente…”.
Appendo
e scappo in camera, stavolta mi sente, mi ha fatto morire di spavento! Ma da
dove l’ha uscito fuori tutto questo orgoglio? Mi
spoglio e mi lavo la faccia, per poi indossare un corto vestito azzurro cielo e
un paio di sandali bianchi. Fa ancora caldo oggi, e poi è l’unico vestito
decente che mi ha regalato lui, quindi non c’è molta scelta… afferro
velocemente la borsa, saluto Grattastinchi e scappo
via.
Mi metto
a correre per strada come un’invasata per raggiungere il ministero, poi i
rintocchi della campana di una chiesa vicina mi fanno sobbalzare. Uno. Due.
Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette. Otto. Otto rintocchi. Sono solo le otto…
Le otto???!!!
Dovevo
essere al Petite Peste alle otto!
E
adesso?
Se solo
potessi smaterializzarmi…
Mi fermo
in mezzo al marciapiede, il ministero è da una parte, il locale dall’altra. Che
faccio?
Se non
vado da Dean subito, può darsi che quello non ritorna nemmeno stanotte.
Ma, se
non vado al locale, Malfoy mi licenzia.
Ma
possibile che mi ci debba sempre trovare io in queste situazioni assurde? Tra
l’altro, devo sbrigarmi perché sono già in ritardo, qualora decidessi di andare
al mio nuovo lavoro.
Alla
fine, opto per andare al locale, sperando che ci sia solamente Seth, sembra un
tipo comprensivo e magari posso chiedergli di finire prima, oppure di
cominciare direttamente domani. Così, poi, scappo da Dean.
Decisa,
ricomincio a correre ed arrivo giusto in tempo alla stazione per prendere la
metropolitana che porta a Notting Hill. Il viaggio
dura cinque minuti scarsi, appena il treno si ferma riprendo a correre come una
forsennata.
Finalmente
intravedo la stradina del Petite Peste,
giro l’angolo, ricordandomi che Seth mi aveva detto di entrare dal retro.
Mi fermo
per riprendere fiato e mi guardo attorno. Alla fine, individuo una piccola
porta di metallo con un’ insegna fluorescente che reca
il nome del pub. La porta sembra chiusa. E da dove dovrei entrare?
Mi
guardo attorno nello spiazzo circondato da magazzini e locali apparentemente
vuoti. Scorgo su una scaletta antincendio, a qualche metro dalla porta di
metallo, tre figure appollaiate. Una di queste, almeno da lontano, sembra
vagamente Seth.
Mi
avvicino cautamente, pronta a retrocedere se ho preso un abbaglio e sono degli
sfaccendati criminali, poi con sollievo riconosco Seth. E soprattutto vedo che
Malfoy non c’è. Un po’ di fortuna, e che diamine!
Mi rendo
visibile ai loro occhi, mentre con nonchalance continuano a fumarsi le loro
sigarette. Perfetto, io l’odore delle sigarette lo odio, mi fa venire mal di
stomaco. Quelle dei maghi sono peggio, ma anche quelle babbane
non scherzano.
“Ciao
tesoro…” mi saluta affettuosamente Seth, scendendo dalla scala ed avvicinandosi
a me. Una nube di tabacco mi avvolge, facendomi tossire ripetutamente.
“Allontanati
immediatamente da me…” sibilo, agitando freneticamente la mano per disperdere
la nube “Se vuoi uccidermi, preferirei una morte più veloce ed indolore del
cancro al polmone…”.
“Ma
sentila, la salutista…” una voce bassa e profonda mi interrompe con la mano a
mezz’aria. Mi volto verso chi ha parlato, una ragazza ancora seduta a gambe
divaricate sulla scala di metallo. Mora con lunghissimi capelli neri, legati in
una sola ed unica treccia, mi squadra con i sottili e allungati occhi neri.
Aspira il fumo della sua sigaretta, per poi emetterlo bruscamente fuori in una
nuova nuvoletta che ovviamente prende in pieno me. L’ha fatto apposta. Sorride
beffarda, sfidandomi, mentre si alza in piedi e si pulisce il retro degli short
neri, che porta con una canotta dello stesso colore e un paio di anfibi vecchi
e consunti. Tanto per gradire, ha un orribile, a mio dire,
anello al naso. È piccolo sì, ma io non me lo metterei nemmeno tra mille anni…
piccolo, invece, non è assolutamente il tatuaggio d’aquila con le ali spiegate
che copre entrambe le clavicole e che è perfettamente evidente a causa della maglia
scollata.
“Questa
è Lorna, Hermione…” dice sbrigativamente Seth, indicandola con un’alzata di
capo.
“Piacere”
bofonchio, rimanendo a braccia incrociate. Non ci penso proprio a darle la
mano.
“Lei
invece è Corinne…”. Seth indica l’altra figura accanto a lui. Si tratta di una
ragazza dai corti capelli biondo cenere con delle ciocche
rosso acceso. Mi sorride e mi sta immediatamente più simpatica,
nonostante anche lei sembri strana forte. Oltre ai
capelli bicolori, la cui frangetta copre quasi integralmente i suoi occhi
celesti, porta anche lei un brillantino al naso, ma la cosa strana è che da
esso pende una catenina d’argento che conduce all’orecchio e alla piccola gemma
rossa che splende sul lobo. E comunque, alla catenina, è appeso un ciondolino a
forma di croce anch’essa rossa. Tutto questo sopra una salopette di jeans ed
una maglia a righe colorate, su un paio di Converse anch’esse rosse.
Insomma,
solo io sembro normale.
Ma che
razza di posto è questo?
”E’ vero che conosci Danny?” sorride scioccamente Corinne, battendo le mani.
Alzo gli
occhi al cielo, ancora con questa storia… ma che è un vanto conoscerlo quel decelebrato? Manco fosse uno dei Backstreet
Boys! Bleah, i Backstreet Boys… mi faccio schifo
solo a pensarci…
“Sì…”
mormoro velocemente, poi mi ricordo di Dean. Mi volto velocemente verso Seth e
chiedo: “Malfoy, è arrivato?”.
Lui sbatte le palpebre e mi chiede scioccato: “Malfoy? E chi sarebbe?”.
O Dio
santissimo… sta storia del doppio nome mi fa andare di matto… e poi io non lo
voglio chiamare per nome quello là, considerando che lui mi chiama Granger. E
io ho un così bel nome…Hermione… come una poesia di D’Annunzio… altro
che, bleah, Draco… che razza di nome è Draco,
poi… non che sia meglio Danny… alla fine, devo decidere come chiamarlo.
Ecco, un ragionevole compromesso… Ryan… il cognome babbano. Che genio!
“Stavo
pensando ad alta voce…” mi giustifico per il Malfoy, per poi chiedere: “Ryan è
già arrivato?”.
“No” rispose Seth “Perché? Devi parlargli?”.
La sua voce sembra preoccupata.
“Anzi…”
sussurro tra me e me, poi riprendo: “Ascolta, Seth… per che ora prevediamo di
finire? Devo fare una cosa importantissima…”.
“Penso
tra un’oretta… riapriamo domani sera…” snocciola Seth
“Dobbiamo solo finire le ultime cose dell’inventario… in realtà, tu potevi rimanere
a casa, ma volevo farti conoscere a tutti… credo che tra poco arriveranno anche
gli altri…”.
Un’oretta…
bè, tanto Dean non scappa… e poi non voglio che Malfoy abbia una scusa buona
per cacciarmi… meglio non rischiare…
“Va
bene…” sorrido “E’ perfetto…”.
“Allora
che stiamo aspettando, sarà meglio rientrare…” sorride zuccheroso Seth “Gli
altri ci aspettano…”.
Annuisco
con il capo, mentre lui spalanca la porta di metallo, immettendoci in un
ambiente abbastanza grande ed ingombro di tavolini con sedie dalle gambe
altissime. Quei tipici tavolini dove si mangia massimo in quattro e su cui devi
arrampicarti come una scimmia… nel lato destro, emerge un lungo bancone di lego
scuro da cui arriva la luce che illumina malamente la stanza, avvolta da una
pallida luminosità argento. Arriva da alcuni faretti posti sulle mensole dietro
al bancone, che fanno scintillare delle bottiglie di vetro, pieni di liquidi di
vario colore. Non ne ho mai viste così tante. Di fronte a me, invece, c’è una
porta che riconosco uguale a quella che nella zona ristorante portava alle
cucine, quindi deduco che le cucine siano in comune. Invece alla mia sinistra,
intravedo delle scale che portano in un seminterrato. Mi sporgo, ma vedo solo
una corallina fatta di lucenti e glitterate
strisce di carta rossa ed azzurra.
Corinne
si siede su una delle due sedie accanto al bancone, prendendo da una sacca
rossa un quaderno su cui comincia malamente a scarabocchiare, mentre Lorna
raggiunge il bancone, afferra una bottiglia e ne versa buona parte del
contenuto in un bicchiere. Lo beve in una sorsata, strizzando solamente gli
occhi, per poi dire: “Seth, è finito il Jack Daniel’s…”.
Seth sospira, mentre io commento a bassa voce con lui: “Ma
bisogna essere alcolizzati o avere un buco in qualche parte del corpo per
lavorare qui? Non c’era scritto nel mio contratto…”.
“Veramente
il requisito base sarebbe che tu non lo fossi…” risponde Seth “Di due come
quelle, ne abbiamo abbastanza… e poi tu non sarai fissa, sarai una specie di
jolly…”.
“Di
jolly?!” chiedo, senza capire ed iniziando decisamente
a preoccuparmi.
“Se il
ristorante è pieno, vai lì… altrimenti resti qui… dipende da quanta gente c’è
da una parte o dall’altra…” risponde Seth, per poi ridere a mezza voce: “Non
voglio nemmeno sapere che cosa hai pensato quando ho detto jolly…”.
Colta in
flagrante, incrocio le braccia con espressione noncurante: “Io non ho
assolutamente pensato nulla…”.
“Sì, sì,
va bene…” fa con tono accondiscendente, poi si guarda attorno e mi dice di
seguirlo. Lasciamo indietro Corinne e Lorna, la prima totalmente presa dai suoi
scarabocchi, la seconda completamente ubriaca, e passiamo dalle cucine,
tornando nel ristorante dove sono stata la mattina prima.
Anche lì
ci sono delle persone, quattro per l’esattezza, sedute attorno ad un tavolino.
Si
voltano non appena ci sentono arrivare, mi fermo alle spalle di Seth, mentre
lui mi presenta.
Sono due
ragazze più o meno della mia età e due ragazzi che invece sembrano molto più
grandi, almeno una trentina d’anni. La prima ragazza che mi porge la mano è una
brunetta dagli occhi verdi, taglio scalato con ciuffo ribelle, il taglio che
avrei sempre voluto farmi io, se non avessi questi dannati capelli ricci o pseudotali. Si chiama April e mi dice subito di essere
iscritta a Giurisprudenza e che il lavoro da cameriera serve a pagarle gli
studi. Assomiglia alla Barbie che volevo da bambina, prima di capire che le
Barbie sono la peggiore personificazione degli stereotipi sessisti. Ha l’aria
di una cheerleader americana, con il naso a patata e le guance piene su un
corpo invece magro. Constato con sollievo che non è vestita come quelle altre
due tipe strane, porta dei semplici jeans e una maglia verde smeraldo. La
seconda, invece, mi stupisce alquanto, si presenta come Abigail, ma Seth sottolinea
subito di chiamarla Gail. Lei rotea i grandi occhi sporgenti con espressione
meravigliata, ma Seth alza solamente gli occhi al cielo, dicendo di lasciar
perdere. Sembra la copia sputata di Luna Lovegood, a
parte che ha una massa incolta di ricci rossi sulla testa modello Melanie B
delle Spice Girls ed è di colore. Porta due spessi
occhiali da sole, rotondi e di colore rosa, ma dice di averne di tutti i
colori. I capelli sono malamente trattenuti da una fascia rossa, che non fa
altro che far risaltare ancora di più il cespuglio di riccioli. A completare il
tutto, un top nero con delle paillettes e un paio di jeans zebrati su sandali
con zeppa altissima neri. Insomma, sembra uscita dagli anni ’70. Ma qualcuno le
ha detto che sono finiti da secoli?
Poi, si
presentano i due ragazzi. Il primo è Lawrence, il cuoco, un omone dal collo
taurino e capelli lisci e rossicci sul capo. Mi sovrasta in altezza di almeno
venti centimetri buoni e io non sono un tappo! È molto muscoloso e, quando mi
stringe la mano, mi fa decisamente male. Ma sembra anche un tipo a posto. È
gentile e mi dice che se ho bisogno di qualcosa, posso tranquillamente parlarne
con lui. Sorrido ai suoi piccoli ed acquosi occhi celesti, ma che sembrano
sinceri. Il secondo invece mi fa subito innervosire. È Trey, il Dj. Lo so che
sembra una filastrocca, ma c’è anche di peggio. Quando si presenta, si passa
languidamente la mano tra i capelli neri con le punte delle
ciocche biondo platino, che sono sparati in ogni direzione. Poi mi
stringe la mano decisamente per troppo tempo, facendo finta di nulla e
squadrandomi dall’alto in basso, una luce maliziosa negli
occhi castano chiaro. E poi, sempre con enorme nonchalance, mette una
mano in tasca e ne estrae un cartoncino colorato con su
il suo numero di telefono.
“Chiamami, bambolina…” la mano ancora attaccata alla mia,
accompagna il tutto con un occhiolino seducente.
Mi stacco con un violento strattone e sorrido a denti
stretti: “Ne sarei felice! Potrei accompagnarti dal parrucchiere, sai che bello? Tu
ti rifai quei tuoi insulsi capelli bicolori da pseudofigo
che non riesce a rimediare una fidanzata, mentre io… non so… potrei parlarti
del mio ragazzo e delle sue violente crisi di gelosia e del fatto che è già la
terza volta che finisce dentro per lesioni aggravate! Non
sarebbe meraviglioso?”.
Lui impallidisce e dice solamente: “Non hai un ragazzo, vero? Mi volevi solo
far spaventare?”.
“Certo
che ce l’ho…” brontolo offesa “Mi dispiace che tu non ne abbia uno…”.
Tutti
scoppiano a ridere, dandosi di gomito, tranne Gail che rimane con l’espressione
persa nel vuoto. Ora mi ricordo, altro che Luna… questa è identica alla Cooman, quando fingeva di avere le visioni per farci
stramazzare di terrore.
“Ehi,
dolcezza…” Trey si riprende, dopo che finalmente ha capito perché i suoi amici
stavano ridendo “Qui l’unico gay è Seth, non certo io… e se non ci credi, posso
sempre portarti nelle cucine e…”.
“Trey!”
lo interrompe April, scandalizzata.
“E poi
che hai da dire su di me?” chiede Seth innocentemente.
“Perché
non è vero che sei gay?” risponde Trey sulle difensive.
“Certo
che è vero… non credo che sia un problema… no?”.
Ora mi
spiego le movenze femminili… e i tesoro stile
vecchia zia, ripetuti continuamente…
“Amico,
per me non c’è problema…” blatera Trey, sollevando le palme delle mani in
difesa “Fin quando sbavi solo dietro a Danny e lasci stare me…”.
“Sei innamorato di Ryan?!” chiedo, scoppiando a ridere ed
indicandolo. Sono immediatamente seguita da April e Lawrence, ed alla fine
anche da Trey e persino Gail.
“NO!!!” urla Seth, mentre noi continuiamo a ridere e lui nega
con energia, paonazzo dalla testa ai piedi.
“NON E’
VERO!!!!” continua ad urlare lui, i pugni chiusi, ma
non riesco a smettere di ridere. Non per lui, ovvio, ma per Malfoy. Mi farebbe
pena chiunque si prenda una cotta per lui.
“Sii
sincero… non lo sogni, quando si fa la doccia?!” ride
ancora Trey, la mano che si asciuga delle lacrime invisibili.
“E non
scodinzoli come un cagnolino, quando lo vedi?” replica April, ridendo anche
lei.
“Allora
questo è vero amore!” soggiungo divertita, una mano sulla bocca per trattenere
le risate.
Poi
improvvisamente le voci si smorzano all’improvviso, sostituite da un rumore di
passi lento e cadenzato. Tutti tacciono in silenzio e si guardano pensosamente
in viso; non capisco, certo che in questo posto la malattia mentale deve essere
un requisito base per essere assunti. In senso lato, sono una persona al di
fuori dell’ordinario, ma, se si intende se faccio uso prolungato di
psicofarmaci, non sono il soggetto clinico giusto.
Mi
sporgo oltre Seth per vedere chi è arrivato, presupponendo che si tratterà del
principe di tutti gli animali che strisciano su questa terra. Ed invece non è
Malfoy. È una ragazza, credo la più bella ragazza che abbia mai visto.
Avanza
verso di noi una giovane donna, altissima, almeno una spanna sopra di me. Ha
capelli lunghissimi e biondo platino, legati in una
coda alta sul capo. Sembrerebbe quasi una Veela e non
me ne stupirei, considerando che le ultime cose che sapevo di Malfoy, era che
usciva con la cugina di Fleur Delacour.
I presupposti ci sarebbero: il fascino, la bellezza, i capelli biondi, gli
occhi blu oltremare, circondati da una selva di ciglia nere e
folte ed atteggiati in un espressione di svogliata noncuranza. Insomma,
potrebbe essere tranquillamente la nuova ragazza di Malfoy, considerando che
quello dovrebbe prendersi una che sia nei suoi canoni di perfezione assoluta. E
questa ragazza, sia una Veela, una strega o no, lo è
decisamente. Credo che indossi almeno un paio di centinaia di sterline. Occhiali
da sole tondi Chanel, con strass a forma di fiore su una delle stanghette,
calati sul capo; camicetta smaniata bianca con trine e pizzi carinissimi con il
logo della Blumarine su un polsino; pantaloni gessati
neri sotto il ginocchio; ballerine panna. Come se non
bastasse, una collana extra lunga di perle bianche, annodate in due file
attorno al collo, con l’aggiunta di piccoli fiocchi di raso rosa e un bracciale
orologio con piccoli ciondoli d’oro bianco. Una modella, insomma, non può
essere altrimenti. Cerco di recuperare la mia faccia pseudo-razionale,
la sto guardando (ed invidiando, non ho problema ad ammetterlo!) da almeno
mezz’ora buona.
“Vedo
che ci si diverte…” commenta e la sua voce risuona quasi malevola “Nonostante
ci sia da finire l’inventario e domani si riapra… Danny sarà molto contento di
saperlo…”.
Vedo
Seth irrigidirsi, figuriamoci se desidera che Malfoy sappia della sua
negligenza.
“Stavo
presentando la nuova ragazza agli altri, Summer…” risponde impacciato Seth,
grattandosi con nervosismo il collo “Non stavamo perdendo tempo…”.
“Dove
sono Corinne e Lorna?” la voce resta sempre fredda e monocorde. Non pare
nemmeno averlo sentito, inarca solamente un sopracciglio.
Seth si
limita ad indicare con il capo la porta che conduce al pub.
Summer sorride
freddamente, anzi solleva un poco in su gli angoli
della bocca. La parola sorridere è decisamente esagerata. Mi ricorda per un
attimo Lavanda e Calì, quando lessero sul
“Settimanale delle Streghe” che ridere faceva venire le rughe. Se ne andarono un
mese a fare le sfingi, immobili, con la paura persino di parlare e di dire
qualcosa di minimamente divertente. Per loro, fu uno sforzo enorme,
considerando che passavano metà della loro vita a ridacchiare. Forse per
questo, quando lessero sul “Cavillo” che ridere invece faceva ringiovanire,
ricominciarono beatamente a sghignazzare tra loro. Mai parola di quel giornale
spazzatura fu considerata tanto veritiera. Deduco per la scarsa forza di
volontà di quelle due oche. Ma magari questa qui… questa… Summer… ne
deve avere di più… non sorride nemmeno per sbaglio… e l’aria da sergente
maggiore ce l’ha ampiamente…
“Immagino
che stanno facendo Corinne e Lorna…” risponde lei “Staranno dando fondo alle
riserve etiliche della Gran Bretagna… Seth, se dovesse mancare anche una sola
bottiglia, lo sai che succederà. Danny ne detrarrà il costo
dal tuo stipendio… come vicedirettore, non dovresti permettere che queste cose
accadono… ma puntualmente ogni mese siamo ancora allo stesso punto… la faccenda
sta diventando seccante e non vorrei doverla risolvere… personalmente… e
credo anche… definitivamente…”.
Questa
deve essere assolutamente la ragazza di Malfoy! Che razza di arpia, sorride o
perlomeno finge di farlo tutta soddisfatta e tronfia di sé, e so benissimo dove
l’ho già vista quella faccia! Malfoy! E pensare che credevo
che la regina delle serpi fosse
Sono
ancora persa in questi pensieri, quando la donna serpente in questione, mi
chiede raggelante: “Sei tu quindi la nuova cameriera?”. La sua smorfia di
disappunto e disgusto deve essere geneticamente collegata a quella dei Malfoy,
non c’è altra spiegazione. In fondo, i maghi purosangue non si sposavano tra
cugini o altri parenti? Questa deve essere la promessa sposa di Malfoy. Summer
Malfoy… suona anche bene. Ormai è certo, Malfoy l’ha fatto decisamente
apposta.
Annuisco
con il capo, limitandomi solo ad aggiungere il mio nome. Sono educata, io.
Lei,
come se niente fosse, prosegue ancora: “Quali sono le tue referenze?”.
E dalle con queste referenze… NON NE HO!!!!! Lo devo mimare
per farlo capire???!!!
Schiocco
la lingua con fastidio e replico a tono, imitando per quanto mi riesca la sua
voce polare: “A quanto pare, solo la mia sfortunata conoscenza del signor Ryan…
è sufficiente o devo conoscere anche
La scena
che però mi si para davanti non è quella del Carnevale di Rio de Janeiro, con
la mia faccia su ogni bandierina e su un mega poster sopra ogni carro
allegorico… decisamente, non è quella. Direi che è maggiormente simile a quando
Piton ci annunciava un compito a sorpresa sulla
pozione più difficile di tutto il corso. Ed io ero l’unica che ne avevo
minimamente sentito il nome. Le mie ultime parole, infatti, sono state
accompagnate da una serie di strane scenette. Allora, gli altri si sono stretti
nelle spalle e sono impalliditi, lanciandosi sguardi sibillini tra loro, autenticamente
pieni di terrore; Seth ha assunto un’espressione compiaciuta e mi guarda come
se fossi la sua migliore creazione e contemporaneamente osserva di sottecchi
Summer con l’aria di un gatto che si è appena divorato una razione enorme di
panna montata. Ma quella che mi lascia decisamente più sconcertata è Summer, la
donna bionica. Perché adesso non è affatto bionica, anzi devo averla fatta
arrabbiare anche parecchio, qualsiasi cosa io abbia detto. Il bel viso liscio è
coperto di sottili chiazze rossastre, ha contratto convulsamente i pugni, e gli
occhi oltremare sono stretti in due fessure, oltre ad essere attraversati da
scariche elettriche. Un brivido mi passa lungo la schiena, ora capisco perché
gli altri erano spaventati, deve essere una sua attività consueta.
“Quindi
tu conosci Danny…” constata, vuole essere fredda, ma la sua voce risulta
innaturalmente acuta.
Non
capisco che ci sia di strano e di eclatante a conoscere Malfoy… come se nel mio
curriculum vitae, scrivo sempre Conosco Draco Lucius Malfoy quasi come
se avessi scritto Conosco Benedetto XVI ed avete presente la finestra da cui
si affaccia al Vaticano? Io abito accanto! Manco fosse il signore del
mondo…
Annuisco
controvoglia.
“Come lo
conosci?” mi incalza Summer, la voce ancora più alta e il volto sempre più
nervoso.
“Andavamo a scuola assieme… ma che cos’è questo, un
interrogatorio?
Perché non lo chiedi a Ryan come lo conosco?!” sbotto
seccata. A parte il fastidio, c’è anche il fatto che non so che cosa dire e
cosa no. Che diamine avrà detto Malfoy a tutti come Danny Ryan?
Summer mi ignora platealmente e prosegue, avvicinandosi di
un passo: “Siete amici? Da quanto tempo non vi vedete? Vi sentite spesso? E
siete stati assieme?”.
“STOP!!” urlo nervosa, ponendomi minacciosa davanti a lei “Si può
sapere che vuoi?!”.
“Voglio
sapere in che circostanze hai conosciuto Danny…” risponde lei, tornata fredda
come prima.
“E per
quale ragione di grazia?” chiedo falsamente cerimoniosa.
“Perché
è il mio ragazzo… e lui non mi ha mai parlato di te…”.
“Ti posso
assicurare che nemmeno io parlo volentieri di lui…” mormoro a denti stretti
“Quindi, puoi benissimo chiederlo a Ryan di parlarti di me, così gli farai
venire la stessa ulcera nervosa che stai facendo venire adesso a me…”.
“Perché
lo chiami Ryan?” mi fa gelida, ancora incurante di quello che le ho detto.
“Perché
non si chiama cretino, di cognome…” la mia pazienza se ne sta rapidamente
andando ai pesci. Non la sopporto più. Non capisco perché hanno tutti questa assurda curiosità e venerazione per Malfoy? Che
siano sotto Imperius? Potrebbe essere… in effetti, è
la sola spiegazione plausibile. Guardo di sottecchi Summer per scorgere le
pupille dilatate e le narici frementi da Imperius
prolungato, i segnali ci sono, ma Malfoy dovrebbe averla incantata per bene per
farle una fattura simile. Ne sembra ossessionata, non innamorata. E dubito che
Malfoy abbia un simile talento. Né un simile gusto, snobbava
Sono
ancora presa dai quei pensieri, quando nuovamente tutti si ritraggono a disagio
e si stringono nelle spalle. E stavolta so di non potermi sbagliare… infatti,
alle mie spalle, è comparso Malfoy. L’ho capito dallo sguardo di Summer
meravigliato e cuoriforme, da quello di Seth di poco dissimile e da quello
degli altri, anch’essi adoranti. E se ci sia lo zampino dell’Amortentia? No, non sapeva preparare nemmeno quella! Ma che
diamine li ha fatto Malfoy?
“Danny!”
cinguetta Summer, esattamente come Seth che la guarda in cagnesco. Sembra una
scena da commedia napoletana… le due comari che si scontrano per l’uomo dei
loro sogni… incubi, mi correggo… lo guardo in tralice, mentre lui si
avvicina con passo lento e misurato, oltrepassando l’ingresso. Una cosa è vera,
esattamente come accadeva ad Hogwarts, Malfoy ha l’indiscusso talento di
riempire le stanze. Non so come definirlo, è una sensazione particolare, mi
ricordo che l’aveva anche Viktor… come se ti schiacciasse contro le pareti per
fare posto alla sua persona, strano? Abbastanza… allora cerco di spiegarlo
meglio. Quando Malfoy entrava nella Sala Grande, nel bene e nel male ce ne
accorgevamo. Ancora prima che aprisse quella sua sgradevole bocca, ancora prima
che
Adesso infatti lo guardo con il medesimo astio di allora, lo
stesso identico odio della bambina di undici anni che cancella il principe
dalla sua testa, quando lo vede prendere in giro Neville o disturbare la
lezione, entrambi crimini passabili della pena capitale per me. L’astio è
uguale, e in fondo credo che uguali lo siamo anche io e lui. No, invece.
Stavolta siamo entrambi due persone normali e, non lo so perché, mi si accosta
anche l’aggettivo inutili. Siamo babbani tutti e due, per costrizione altrui. È la prima
vera cosa che ho in comune con Malfoy; non ci avevo ancora pensato. Forse mi fa
un po’ ribrezzo o magari mi da solamente una
sensazione strana.
Lo
guardo ancora, atteggiando il mio viso ad un’espressione indifferente, mentre
lui ci raggiunge con un’ultima falcata. Stranamente sfuggo dal suo sguardo,
celato da un paio di RayBan dorati. È come se abbia
paura che legga i miei ultimi pensieri… non che siano chissà che, ma mi
infastidiscono alquanto al pari di lui. Mi dà fastidio quella ciocca di capelli
dorati che gli cade sulla fronte, quella piccola ruga d’espressione ai lati
delle labbra, la sua giacca di pelle nera stile TopGun,
i suoi jeans chiari, insomma mi dà fastidio tutto di lui. Malfoy guarda Summer
e gli altri con espressione interrogativa, deve essere strano che se ne stiano
lì, fermi ed immobili. Poi mi vede e la sua espressione cambia, si resetta sul
mio programma personale. Ovviamente disgusto, fastidio
ed odio malcelato.
“Granger…”
constata freddamente, togliendosi gli occhiali da sole “Evidentemente devo aver
usato involontariamente il serpentese…”.
“Tu non
lo parli il serpentese…” mormoro tagliente.
“Nessuno parla lingue inesistenti, Granger… hai sempre una fantasia sfrenata…”
la sua voce si è fermata sulla parola nessuno con forza. Ho
capito. È ovvio che nessuno parli Serpentese. Tra i babbani.
Quant’è idiota… prima lo dice lui e poi rimprovera
me.
“Che ci fai qui, allora? Ci speravo a rivederti per la fine del mondo…” risponde,
incrociando le braccia e guardandomi in attesa. Come che ci faccio qui?! Ma soffre di amnesie in tempi brevi?
“Come che ci faccio qui, Ryan?!”
chiedo, sconcertata e nervosa.
“Ryan?” chiede lui, perplesso, guardandomi come se
fossi una povera pazza.
“Certo, Ryan!”
accentuo con ironia l’ultima parola “E’il tuo cognome, no?!”.
Il tonno non deve aver capito che gli sto praticamente reggendo il gioco da
povera imbecille, quale sono. Infatti, mi guarda ancora perplesso, poi un lampo
di comprensione gli attraversa il volto ed allora mi guarda sospettoso,
sgranando gli occhi grigi. Evidentemente si chiede perché lo
stia facendo. Magari se lo stanno chiedendo tutti… d’accordo, d’accordo, Malfoy
non mi sta improvvisamente simpatico, ma insomma non lo voglio sulla coscienza.
Un Mangiamorte folle lo rintraccia e lo ammazza solo perché l’ho chiamato con
il suo vero nome. Magari quel giorno sarà proclamato festa nazionale, ma forse
mi sentirei un pochino responsabile, nonostante il clima di festeggiamenti. E
ci manca solamente questo nel caos della mia vita. Essere responsabile
dell’orribile fine di Malfoy. Non ci voglio nemmeno pensare. E poi, Harry mi ha
detto di credergli e lui è il Ministro, e quindi è un po’ anche come… insomma,
obbedire a degli ordini… sono l’ex (ancora per due stramaledettissimi anni!)
capo degli Auror, se non lo do io il buon esempio e non ascolto il Ministro,
non lo farà nessuno! Ne va del futuro del mondo magico e della sua
governabilità!
“Granger!” la sgradita voce consueta mi riporta
alla realtà concreta dei fatti “Sto aspettando una risposta”.
“A quale domanda?!” chiedo
ancora decisamente snervata, incrociando nuovamente le braccia in segno
d’impazienza.
“Alla domanda CHE COSA DIAVOLO FAI DI NUOVO, QUI???!!” pronuncia lui con tono lento e cadenzato,
come se fossi una povera deficiente.
“Ryan, guarda che la schizofrenia è una malattia
alquanto comune… non devi vergognarti… puoi anche farti curare una buona
volta…” concedo in tono accondiscendente e comprensivo “Almeno eviterai di fare
una cosa e dimenticartene il giorno dopo…”. Lui inarca elegantemente un
sopracciglio biondo e chiede ancora: “Granger, sei impazzita tra le altre cose
in questi anni?”. Sbatto le palpebre un paio di volte, guardandolo … o mio Dio…
vuoi vedere che…
“SETH!!!” urlo alla figura
informe alle mie spalle “Ma Ryan non sapeva nulla del fatto che mi avevi
assunta?!”.
Lui si accartoccia su sé stesso come un verme e
mugugna un no.
“L’hai assunta?!” chiede a
sua volta Malfoy, l’espressione furente “Non ti avevo forse detto che io non
avrei mai voluto nel mio locale
Il vermetto, mentre si
contorce nervosamente le mani, mugugna un sì.
“E allora perché mi hai chiamata? Dicendomi
espressamente che Malf… cioè, Ryan… insomma, questo
qua…” e lo indico con un gesto insofferente della mano destra e uno sbuffo di
nervosismo “… voleva che io lavorassi qui?!”.
“Le hai detto questo?!”
alla mia voce si unisce di nuovo quella di Malfoy. È la seconda volta che trovo
una somiglianza con Malfoy nella stessa giornata. Ci deve essere un enorme cospirazione governativa alle mie spalle, più una
congiunzione astrale decisamente sfavorevole alla mia persona.
“Insomma, è tutto risolto, no?” la voce fredda di
Summer mi ferisce le orecchie come lo stridio di un oggetto appuntito su una
superficie liscia “Danny non è d’accordo con l’assunzione di Seth ed è il
proprietario. Io sono il direttore e non lo sono nemmeno io…
quindi…”, si rivolge melensa a me: “Signorina Granger, grazie, ma provvederemo
diversamente…”.
La vorrei uccidere, davvero, la vorrei uccidere…
guardo alternativamente con la bocca spalancata sia lei che Malfoy, che è
rimasto in silenzio. Cioè, fatemi capire bene… sono venuta qui
stamattina per niente? Ho dovuto rivedere per la seconda volta in due giorni
Malfoy per niente? Non sono corsa da Dean per niente?
“Non ha capito, signorina Granger?” chiede ancora
dolce Summer, sorridendo più ampiamente di quanto non abbia mai fatto fino a
questo momento. Gli altri se ne stanno in silenzio, ho ben capito come stanno
le cose. Malfoy e la regina del male dispongono e loro obbediscono. Che schifo…
forse è meglio che sia andata così… ma a chi la do a bere? Ho bisogno di
lavorare, ci avevo contato su questo posto, nonostante tutto. Trovandomi un
lavoro, sentendomi di nuovo utile, magari le cose tra me e Dean si sarebbero
sistemate… l’umiliazione e la rabbia mi fanno offuscare gli occhi di piccole
lacrime nervose, ma le trattengo con forza, stringendo i pugni convulsamente.
“Avresti dovuto immaginartelo, no?” sento Malfoy
dire con voce scontata. Non sollevo lo sguardo che rimane
ostinatamente abbassato, ho abbastanza paura della mia reazione in questo
momento “Sei stata abbastanza stupida… non che sia una novità, in fondo… ma
andiamo… come hai potuto pensare che io ti avrei assunto? E che avremmo lavorato assieme come due amici di vecchia data?”.
“In effetti come ho potuto
pensarlo?” chiedo più a me stessa che a lui, poi sollevo orgogliosamente lo
sguardo e lo fisso negli occhi, alzando il mento. La mia voce ritorna bassa e
meno tremula, saturandosi della rabbia e del disgusto, come sempre.
“Potrei ingannare loro…” dico sadica, rivolgendomi
alla platea silenziosa che ci osserva “La tua fidanzata papera o anche Harry…
“, un mezzo sorriso cinicamente soddisfatto si dipinge sul mio viso “… ma me no, Malfoy, mai… non sei mai cambiato, né mai cambierai…
che c’è? Mi volevi vederti implorare per avere il posto? Hai saputo della mia
condanna? Bene, fatti due risate… non mi interessa… mi basta sapere che tutti
possono dire quello che vogliono, crederti, ma invece essere sicura sempre e
per sempre del contrario. Mi basta questo. Vedere che mi hai fatto
richiamare solo per avere la soddisfazione perversa di fingere di non sapere
nulla… la cretina sono stata io a tornare…”, sputo fuori le mie ultime parole
con ribrezzo: “Sei esattamente come tuo padre…”.
L’espressione apatica con cui mi guardava prima
muta velocemente in una di collera pura. La pelle diafana del suo volto si
tinge di rosso, mentre contrae le labbra nervosamente, sotto gli occhi
assolutamente sconvolti di Summer e gli altri. Non ci devono essere abituati,
evidentemente stona con il loro perfettissimo Danny,
ma invece questo è solo Malfoy. E io so perfettamente di che cosa è capace.
“Non ti azzardare a nominare mio padre, Granger…”
mormora, muovendo minacciosamente un passo nella mia direzione. Gli scoppio a ridere in faccia con disprezzo: “Lo vedi, non
sei cambiato di una virgola… non ti permetterò di rifarmi quello che mi hai
fatto in sei anni…”, mi volto, dandogli le spalle, per poi rivolgermi ancora a
lui, nonostante il mio sguardo sia ancora fisso davanti a me. Aggiungo
sibillina, anche se so perfettamente che lui mi intenderà benissimo: “Ringrazia
solo Harry… e il fatto che tu abbia fatto quella scelta quattro anni fa…
altrimenti sai che ti sarebbe successo… e avrei pregato ogni giorno perché
potessi farlo io e non un altro…”.
Sento gli sguardi degli altri addosso, sulla porta
scorgo anche Corinne e Lorna, evidentemente attirate dalle urla. Non mi
interessa, anche se a loro sembrerò una povera pazza. Sono loro a non capire,
sono loro a credere in una persona che non esiste, non io, io che non ho a che
vedere né con loro, né tantomeno con lui. Sono l’unica qui dentro che ha la
minima idea di che razza di persona sia Malfoy e mi è sufficientemente bastato.
Non mi interessa che si sia redento alla fine della guerra, né che adesso sia
un babbano, né tutto il resto. Già il fatto che abbia detto a Seth di chiamarmi
e poi… che nervi… mentre ripercorro la strada all’incontrario, nel silenzio
generale, stringo ancora violentemente le mie mani, le nocche sono livide. Apro
la porta, uscendo all’esterno e respirando l’aria fresca (anche se non
propriamente pulita… ma sapete quante polveri sottili ci sono in un centimetro
quadrato a Londra? Insomma, tante, non ricordo la percentuale… ma, perché non
mi faccio ancora ricoverare?). Chiudo gli occhi, cercando
di recuperare la calma e il controllo di me stessa, facendo training autogeno.
Malfoy è solo un demente, io sono superiore; Malfoy è solo un demente, io sono
superiore; Malfoy è solo un demente, io sono superiore; Malfoy è solo un
demente, io sono superiore… col cavolo!!! Ci scommetto
la patetica scenetta che ha organizzato! Qualcuno dei Serpeverde, perché sempre
di serpi si parla, gli avrà detto che sono stata licenziata. Chi può essere
stato? Ma certo, quel pettegolo di Zabini, stava
nell’ufficio proprio di fronte al mio, alla Cooperazione Internazionale.
Dannato! E Malfoy si è fatto una bella risata, per ore, e quindi ha orchestrato
questo bel pianetto! Che altro motivo avrebbe avuto Seth in caso contrario, no?
E poi è perfettamente nella sua natura di Mangiamorte incallito! Lo so che non
è un Mangiamorte, ma chissene… il marcio sempre quello è! Maledetto, tutto solo
per umiliarmi!! E poi faceva l’attore, il candido e il
puro… di che parli, Granger?!… ma quanto vorrei ucciderlo… sarei diventata una Mangiamorte, se
Voldemort mi avesse offerto la sua testa su un piatto.
Batto i piedi con foga, irritata per
l’ingiustificata perdita di tempo. Poi guardo l’orologio al mio polso, le dieci
e mezzo… bene, faccio appena in tempo per la pausa caffè di Dean. Forse è
meglio che passi da Ginny, almeno ci smaterializziamo e mi accompagna, così non
rischio di arrivare in ritardo. Ci mancherebbe anche questa… tra l’altro, il
cielo si è rannuvolato, l’aria si è fatta più fredda e il vento gonfia la gonna
larga del mio vestito azzurro, facendomi rabbrividire e chiudere nelle spalle,
mentre un brivido di freddo mi scorre lungo la schiena. Incrocio le braccia
attorno alle spalle nude ed inizio a camminare per raggiungere la strada
principale e dire finalmente addio a questa alcova (alcova? Alcova?! Ma da dove mi è uscito?!) di
pazzi.
Faccio qualche passo, ma nemmeno riesco ad uscire
dalla strada che qualcosa di pesante mi colpisce sulla testa. Ahia! Ma che
cavolo! Oggi è veramente giornata! I piccioni sono diventati stitici o che
altro? Mi massaggio dolorante la testa, mentre vedo l’autore del misfatto
allontanarsi veloce nel cielo grigio. Le sue ampie ali scure risaltano contro
le nuvole temporalesche… ali scure… lo
guardo bene, strizzando gli occhi a causa della lontananza. Un gufo! Mi guardo
febbrilmente attorno, e vedo ciò che mi aveva colpito prima. Un piccolo
pacchetto circondato da una carta scura e tenuto assieme da uno spago. Lo
prendo esitante tra le mie mani, guardandomi attorno, ma l’unica strega o pseudotale sono io, quindi deve essere per me… l’ultimo
sospetto che potrebbe essere per Malfoy viene fugato dalla piccola etichetta
sul pacco, che reca le parole Per Hermione Jane Granger.
Ed ecco a voi, fresco di giornata, un nuovo
aggiornamento!! Sono davvero cattiva, lascio sempre
nel momento migliore…!! Ahahahha!!! Sono contenta che le recensioni stanno aumentando, olè!! Forse allora sta storia non fa poi così schifo!! Ehehehe!!!
Ringrazio tantissimo giuly94, cy17_love, lunachan62,
francy_hurt_16 (non so davvero da dove mi sia uscito l’incanto imber, insomma Hermione pensa alle cose più assurde quindi
ci può stare… è facile scrivere di lei, perché praticamente per come l’ho resa
sto descrivendo me stessa!) e nefene (Ron è stato
davvero moooolto ingenuo!!).