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Autore: LadyRunami    17/10/2016    3 recensioni
-Tu sei di questa zona?-
-Sì, vivo qui da molto tempo- lo sguardo dell’arancione si incupì –voi invece da dove venite?-
-Da diversi mari, io per esempio dal Mar Occidentale, siamo una ciurma-
-Wow, ne avete fatta di strada- si riprese quasi subito.
-Già, ora scusaci, ma dobbiamo andare. A proposito, dato che sei di quest’isola, non è che sai di qualcuno che conosce l’arte della navigazione?-
-Beh, veramente...-
---------------------------------------------------------------------------
E se...i nostri eroi non avessero incontrato Nami all'inizio della storia?
Cosa sarebbe successo se l'avessero incontrata dopo aver viaggiato in tutto il mare e la volessero aiutare?
Tre anni dopo, stesso posto, tanto Runami e un pizzico di divertimento ;)
Buona lettura a tutti.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nico Robin, Nojiko, Sanji | Coppie: Rufy/Nami
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Premetto una cosa:
Io, davvero, non volevo alzare il raiting della storia, non era nelle mie intenzioni.
Leggete poi in fondo al capitolo per alcuni chiarimenti.




“Ma che succede lì dentro?!” pensava Nami guardando il palazzo iniziare a crollare.
-Nami!!- urlò una voce.
-Che c’è, Nojiko?-
-Andiamo via di qui, sta cadendo tutto!!-
-Ma...Rufy...- disse toccandosi il cappello sulla sua testa.
-Lui se la caverà, ora corri!!-
Non fecero in tempo ad andarsene da quella piazzola che l’edificio cadde del tutto.
Tutti osservavano preoccupati e abbastanza intimoriti la scena. “e se avesse vinto Arlong?” si domandavano tutti i cittadini accorsi fino a lì per supportare i ragazzi che stavano liberando la loro cittadella.
Ad un certo punto, dalle macerie si innalzò glorioso il corpo del vincitore, che nessuno aveva ancora capito chi fosse.
-NAAAAMIII!!!-
-Rufy...-sussurrò lei.
Robin indicò spaventata la grossa montagna fatta di cemento crollato.
-A me quello non sembra Rufy...-
-E la voce non è la sua...- si aggiunse Sanji.
-Ma non può essere!-
L’essere si avvicinò a Nami e le prese il mento fra la mano schiacciandole leggermente le guance. –Cara Nami, sei pronta a lavorare per me per il resto della tua vita?-
-No, mai e poi mai!! Te lo scordi essere viscido!-
-Ma come sei crudele con me...dai, non ucciderò nessuno della tua gente, ma torna con noi AHAHA, magari ti concederò una pausa quando sarai decrepita-
-Ma tu sei un folle!! Ehm...si accetto...va bene, torno nella tua banda-
-Davvero?! AHAH-
-E ci credi pure! Rufy, finiscilo!!-
Il ragazzo rimasto sotto l’edificio distrutto per tutto il tempo, diede un pugno sulla schiena all’uomo pesce che cadde a terra sputando sangue.
-Così impari a toccare la mia Nami!!-
Mia...Nami non se lo sentiva dire da almeno dieci anni, da quando sua madre Bellemere la chiamava “la sua bambina”.
La ragazza si avvicinò a Rufy e lo abbracciò talmente forte, che in confronto un pugno di Arlong sarebbe stata una sciocchezza.
Anche tutti gli altri della ciurma di cappello di paglia erano usciti da quello scontro vincitori e per fortuna nessuno era rimasto ferito gravemente.
...
Quella sera...
-Hey Nami, non vieni a festeggiare?- chiese il ragazzo moro.
-No, non mi va...-
-A che pensi?- disse sdraiandosi vicino a lei sotto il cielo stellato.
-Devo proprio dirtelo?- chiese un po’ dubbiosa.
-Se vuoi...-
-Mmmh...io ho provato per anni ad andarmene di qui senza mai riuscirci, e ora sei arrivato tu e in meno di quattro giorni hai cacciato Arlong...mi sento debole...-
-Tu non sei affatto debole! Sei la ragazza più forte che conosca, l’unica che vorrei al mio fianco...- era diventato rosso.
-Grazie, ah, e grazie anche per il cappello, mi ha tenuto compagnia mentre tu combattevi- gli aveva rivolto un sorriso più che sincero.
-Di nulla shishishi- disse grattandosi la nuca.
-Allora, quando partiamo?-
-Anche domani-
-E stasera che facciamo?-
-Non lo so, se non vuoi andare alla festa potremmo fare un giretto-
-Sì, è una buona idea! Ma prima- si avvicinò a lui, più precisamente alle sue labbra –non c’è forse una cosa di cui dovevamo parlare?- chiese maliziosa.
Ingoiò a vuoto. Era decisamente impacciato.
-Beh, se la metti in questi termini...cioè...forse...ehm- alla rossa sfuggì una risatina e fece congiungere le loro labbra. In un primo momento era solo una sfiorarsi di labbra, ma ben presto il bacio casto dell’inizio si era trasformato in un bacio passionale, una danza di lingue che volevano rimanere unite tutta la sera, e perché no, tutta la vita.
Quando si staccarono l’attrazione che li univa era più forte che mai.
E anche qualcos’altro lo faceva intendere...
-Rufy...i tuoi pantaloni- era imbarazzatissima.
Sul cavallo dei pantaloni del ragazzo era ben evidente il rigonfiamento del suo amichetto che aveva reagito fin troppo bene a quel bacio.
Appena il ragazzo se ne accorse diventò rosso come la sua maglietta.
Si calò appena il cappello sulla testa. Non riusciva a guardarla in faccia.
-Rufy?- lo richiamò –tutto bene?-
-Io...scusami- disse dispiaciuto.
-E di che dovrei scusarti? Del fatto di essere un uomo?- gli chiese lei che aveva superato l’imbarazzo iniziale.
Lui alzò lo sguardo –Quindi non ti ha dato fastidio?-
Scosse la testa -Anzi, mi ha fatto sentire desiderata-
-Nami...-
La ragazza si ritrovò stesa a terra con sopra Rufy che la stava baciando ancora più passionalmente di prima.
Ma la cosa che le fece perdere la testa, in senso positivo, fu l’inesperta mano del ragazzo che iniziava ad esplorare il suo territorio.
La scena era pressoché questa: Nami sotto, con le mani sotto la maglietta di Rufy, ed il ragazzo sopra che la stringeva a sé, e le loro labbra che non si erano staccate neanche per un attimo.
-Rufy, andiamo a casa mia...-
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e in meno di due minuti si trovavano sotto casa di Nami e in quel momento non gli importava neanche che qualcuno li avesse visti, e anche se fosse stato?
Il moro chiuse a fatica la porta d’ingresso con il piede, dato che le mani erano impegnate a fare altro, come tenere la ragazza in braccio e toccarle il fondoschiena, e la salita per le scale non aiutò la situazione in quanto dovettero stare attenti a non cadere più di una volta.
Arrivati in camera dovette staccarsi un attimo dalle labbra belle e invitanti di Nami per riuscire a chiudere la porta imprecando due o tre volte prima di riuscirci, facendo scappare una risatina a lei che gli stava scompigliando i capelli.
Una volta dentro, lontani da tutti i rumori lontani che provenivano dalla piazza principale si buttarono sul letto facendo sollevare il lenzuolo e iniziarono a spogliarsi.
Quando Nami si rese conto di non avere nulla addosso d’istinto si coprì con le mani. Rufy, percependo chiaramente il messaggio di imbarazzo si avvicinò al suo orecchio sussurrandole dolci parole  –Non devi vergognarti sai, sei bellissima così...-
La ragazza acquistò fiducia e tolse le mani guardando Rufy. Lui era perfetto, muscoli giusti, nulla di esagerato, occhi neri che nonostante tutto le trasmettevano grande fiducia e poi la riga dell’inguine che invitava a sbirciare al di sotto.
Dio, era semplicemente divino.
Nami si ritrovò anche a pensare quante donne avessero avuto l’onore di guardare il suo corpo, di stare strette a lui, di fare l’amore con lui e un pizzico di gelosia si depositò sul suo cuore.
Certo, era ovvio che non era la prima, ma quantomeno voleva essere l’ultima.
-Nami...io vado- disse svegliandola dai suoi pensieri e dandole un bacio a fior di labbra prima di entrare in lei. La ragazza inarcò la schiena permettendogli di entrare del tutto e gemette nel sentire il ragazzo dentro di lei.
E per Rufy non era da meno, Nami era calda, accogliente, e ci mise qualche secondo a riprendersi.
Si sentiva strano, aveva avuto altre ragazze prima di lei, eppure con Nami si era ridotto a un bambino alla sua prima cotta. Beh, forse Nami era davvero la sua prima cotta. Nessuno di quelle con cui era andato a letto erano mai state qualcuno per lui, eppure questa ragazza con i capelli arancioni gli piaceva, gli piaceva davvero!!
Iniziò a muoversi sempre più velocemente, sentiva l’adrenalina scorrergli nelle vene, ancora di più quando si mise a fare un succhiotto vicino al seno della ragazza e la sentì gemere senza ritegno, fregandosene se prima era intimorita anche solo a farsi vedere.
Sentiva il cuore pompare, Nami, o forse era solo Rufy dentro di lei, ma questo poco importava, sapeva solo che quello che stavano facendo non era semplicemente la passione di una notte insieme, c’era dell’altro.
Rufy ormai era al limite come Nami, e entrambi, invocando i loro nomi all’unisono, raggiunsero l’estasi per il rapporto appena avuto.
Lui le baciò piano la fronte e invertì le posizioni, in modo che lei potesse stare comoda e dormire tranquillamente per tutta la notte, dato che il giorno dopo sarebbe stato un giorno importante.





Diciamo che dopo aver riletto il capitolo che anche voi avete appena letto, non sono riuscita a trattenermi...mi dispiace.

Il titolo penso che abbia parlato da solo...ma comunque spero che abbiate notato che non c'è nulla di troppo esplicito, ma purtroppo io son fatta così, anche la cosa più minima per me è troppo, come dire...imbarazzante, sia da scrivere che da leggere...Rufy è molto OOC, mi dispiace...
Abbiate pietà di un'imbarazzatissima LadyRunami che per riprendersi ha assolutamente bisogno di un commento, anche se piccolo...°_°
Un bacio a tutti ^^
   
 
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