Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: UnGattoNelCappello    19/10/2016    1 recensioni
Una replica della storia originale; ma questa volta, il nostro eroe indossa verde e argento, non rosso e oro.
-
(TRADUZIONE)
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Capitolo 7:

Nel Quale i Membri del Nostro Trio Entrano in una Disputa Sartoriale e Diventano Stalker

 

Quando Harry e Draco arrivarono in biblioteca il pomeriggio seguente, Hermione si era già sistemata ad un tavolo, circondata da pile di libri.

“Come fai ad avere già così tanti compiti?” chiese Draco scivolando su una sedia.

“Cosa? Oh, beh, sto ancora cercando di scoprire chi sia Flamel, no?” disse Hermione. Segnò la pagina del libro che stava leggendo e alzò lo sguardo. “Ciao, Harry.”

“Ciao. Um, a proposito di Flamel…” iniziò Harry.

“Non gliel’hai detto?” lo interruppe Draco incredulo.

“Dirmi cosa?” sbottò Hermione.

Draco lanciò ad Harry uno sguardo fulminante prima di rispondere a Hermione. “Potter ha fatto un grande scoperta su Flamel a Natale, ma a quanto pare non ha sentito il bisogno di dirtelo.” Draco tolse gentilmente il libro dalle mani di Hermione. “Anche se, nel caso che ti piaccia ricevere delle lettere facilmente leggibili e prive di insulti, dovresti considerarti fortunata.”

“Vuoi smetterla di parlare di quella dannata lettera!” Harry guardò torvo Draco, poi sospirò. “Mi dispiace, Hermione. Volevo dirtelo, ma non era sicuro che Edvige ti avrebbe trovato nel mondo Babbano. O se avrebbe spaventato i tuoi genitori.”

“Certo che sarebbe riuscita a trovare Hermione, i gufi possono trovare qualsiasi persona a cui tu voglia mandare una lettera, anche se non sai dove sono,” disse Draco in tono di scherno.

“Beh come facevo a saperlo, nessuno me l’ha mai detto…” replicò Harry.

“Ragazzi!” Guardarono entrambi Hermione. “Draco, sono sicura che la lettera di Harry non era così male come la stai descrivendo. E Harry, per questa volta ti perdono, visto che alcuni di questi libri erano affascinanti. Ma per il futuro, sentiti libero di mandare Edvige da me quando vuoi. Ai miei genitori non importerà.”

“Okay. Va bene.” Harry le porse la figurina delle Cioccorane di Silente. “Ta-da.”

Mentre Hermione leggeva la figurina, Draco rivolse un sorrisetto ad Harry. “Sai, per essere una grande rivelazione, lascia molto a desiderare.”

“La prossima volta sarò più drammatico. Con tuoni e fulmini, magari,” rise Harry, per poi essere interrotto dal gridolino che fece Hermione prima di correre verso gli scaffali di libri. La guardarono allontanarsi. “O forse farò come lei.”

“Quello funzionerebbe,” annuì Draco.

Hermione tornò e sbatté uno grosso libro sul tavolo, aprendolo all’indice.

“Cos’è?” chiese Harry.

“Il secondo volume di una serie che ho cominciato a leggere prima di Natale. L’avrei preso in prestito più in là questa settimana… Qui! Nicolas Flamel è l’unico di cui si sappia aver fabbricato la Pietra Filosofale!”

Alzò lo sguardo eccitata. Draco trattenne il respiro emozionato, ma Harry le rivolse uno sguardo vacuo. “E che cos’è?”

Draco e Hermione alzarono gli occhi al cielo.

“Ma insomma, Potter!”

Hermione lanciò un’occhiata a Draco prima di leggere ad alta voce per Harry. “L’antica disciplina dell’alchimia si occupa di fabbricare la Pietra Filosofale, una sostanza leggendaria dai poteri sbalorditivi. La pietra è in grado di trasformare qualsiasi metallo in oro puro e per giunta produce l’Elisir di Lunga Vita, che rende immortale chi lo beve.

Nel corso dei secoli si è parlato molto della Pietra Filosofale, ma l’unica che esista attualmente appartiene a Nicolas Flamel, noto alchimista e appassionato di opera lirica. Flamel, che l’anno scorso ha festeggiato il suo seicentosessantacinquesimo compleanno, conduce una vita tranquilla nel Devon insieme alla moglie, Peronella, che ha seicentocinquantotto anni.

Harry la guardò eccitato. “Quindi è questo che sta cercando Raptor! Non c’è da stupirsene, se è terrorizzato dal quel vampiro che lo sta cercando.”

Draco annuì. “Potrebbe finalmente smettere di puzzare d’aglio, se avesse l’Elisir di Lunga Vita a proteggerlo.”

Hermione aggiunse, “Ma certo! Silente e Flamel sono ovviamente vecchi amici…”

“Amici molto vecchi,” la interruppe Draco.

“…Quindi lui ha chiesto a Silente di proteggere la Pietra. Dovevano sapere che Raptor avrebbe cercato di scassinare la Gringott, e hanno pensato che a Hogwarts sarebbe stata più sicura,” finì Hermione.

“Peccato che Raptor lavora qui,” disse Draco. “Voglio dire, è una strategia terribile.”

“Allora non sanno che il ladro è Raptor!” disse Harry. “Dobbiamo avvertirli.”

“Ma non ci crederanno,” disse Hermione con tono abbattuto.

Harry annuì cupamente. “Neanche Hagrid mi ha creduto sul fatto che Raptor stesse tramando qualcosa, e lui sa della Pietra e di cosa gli fa la guardia.”

“Forse un professore, allora? La Professoressa McGranitt è la Vicepreside e la Direttrice della mia Casa, potrei chiederle un appuntamento,” offrì Hermione.

Harry e Draco si scambiarono uno sguardo scettico.

“Che c’è?” chiese lei.

“Senza offesa, ma no. Non ti crederebbe, e di certo non infastidirebbe il Preside per una cosa del genere,” disse Draco.

“Che ne dite di Piton?” chiese Harry.

“Piton? Ci metterebbe in punizione per aver sprecato il suo tempo!” disse bruscamente Hermione.

“No, non lo farebbe! Io posso parlarci! A differenza della spaventosa Direttrice della tua Casa!” sbottò Harry in risposta.

“Tu pensi che la McGranitt sia spaventosa? E allora Piton, che piomba in picchiata con la sua tunica nera a terrorizzare chiunque metta piede nella sua classe?”

“Pensi che Piton faccia paura perché la sua tunica gli svolazza dietro? Quello si chiama avere un buon sarto e un gusto per la teatralità. Le spalline delle tuniche della McGranitt hanno delle dannate borchie!” esclamò Draco.

Harry rise. “Quelle sono fiche, però.”

Gli altri due si girarono verso di lui per un attimo per lanciargli un’occhiataccia, prima di iniziare anche loro a ridere.

“Questo è ridicolo. Quello di cui abbiamo bisogno sono delle prove,” disse infine Draco.

“Sono d’accordo. E credo che dovremmo iniziare a fare ricerche sulla Pietra stessa, scoprire se ha delle debolezze,” disse Hermione.

“E tenere d’occhio Raptor,” aggiunse Draco.

“Ovviamente. Ma nel frattempo, dovremmo andare a cena.” Harry si alzò. “Mentre andiamo, Hermione, ti racconto una storia su Piton, e su come mia madre l’ha costretto a leggere Jane Austen.”

“Che cosa?” Hermione lo guardò a bocca aperta.

Harry la prese a braccetto e iniziò a raccontare. Draco li seguì ridacchiando fuori dalla biblioteca.

 

********

 

Quel sabato mattina, Harry e Draco erano sulla via per la biblioteca per continuare le ricerche sulla Pietra Filosofale insieme a Hermione. Nessuno dei due moriva dalla voglia di farlo, visto che non avevano trovato niente di utile dal giorno in cui avevano scoperto chi era Flamel.

“Credo che preferirei addirittura fare i compiti,” borbottò Draco.

Harry rise. “Non farti sentire da Hermione. Potrebbe o arrabbiarsi con te per esserti stufato delle ricerche, o emozionarsi al pensiero dei compiti.”

Draco ridacchiò. “Quale sarebbe peggio, secondo te?”

“La prima. Più possibilità di violenza.”

Stavano entrambi ridendo quando entrarono in biblioteca, guadagnandosi un’immediata occhiataccia da Madama Pince. I due si affrettarono verso il loro solito tavolo, dove Hermione li stava già aspettando. Davanti a lei c’era una pila di libri molto più bassa del solito.

“Siamo a corto di libri, quindi?” chiese Harry sedendosi.

“Certo che no, ho solo pensato che…” Hermione aveva un’aria inquieta, e prese un bel respiro. “Ho pensato tutta la settimana al fatto che sei andato da Piton a chiedere di tua madre.”

“Sì…” Harry non sapeva dove volesse arrivare.

“E a come eri così affascinato dallo Specchio delle Brame…”

Quello Harry non glielo aveva detto. Guardò torvo Draco, che gli rispose con uno sguardo calmo.

“E mi ha fatto pensare: tu non sai niente della tua famiglia, no? Quindi, ho preso ogni libro della biblioteca che ti menzionava,” disse Hermione tutto d’un fiato.

“Io… Cosa?” Harry si era lentamente abituato ad essere riconosciuto da estranei, ma l’idea che si parlasse di lui all’interno di libri era qualcosa che non aveva ancora considerato. Era stata probabilmente una svista da parte sua, considerato il modo in cui Draco stava alzando gli occhi al cielo. “Okay, quindi si parla di me dentro dei libri. Continua.”

Hermione lo guardò nervosamente prima di iniziare. “D’accordo. I dettagli sono un po’ vaghi nei libri, quindi abbi pazienza. I tuoi genitori hanno iniziato a nascondersi quando tua madre era incinta di te. Non so per certo dove, visto che i libri non dicono se cambiavano spesso posizione o no. Tutto quello che so è che tu sei nato mentre si stavano ancora nascondendo. Sembra che nessuno sapesse dov’erano, finché Tu-Sai-Chi non li ha attaccati. Nel giorno di Halloween del 1981, ha trovato la loro casa a Godric’s Hollow.”

Harry scosse la testa. “Godric’s Hollow… Non l’ho mai sentita.”

“Da quello che ho capito, è un villaggio piuttosto piccolo, ma ha un numero più alto della media di residenti magici. O almeno, li aveva.” disse Hermione. Draco annuì.

“Okay, quindi li ha trovati e li ha uccisi,” Harry prese un respiro profondo prima di continuare. “Ma perché si stavano nascondendo? Lo facevano molte persone, a quei tempi?”

“Non molte, no. Più che altro quelli che pensavano che il Signore Oscuro li stesse cercando,” disse Draco.

“E perché Voldemort li cercava?”

Draco trasalì al nome. “Probabilmente avevano scatenato la sua ira in qualche modo. Forse erano addirittura tra le persone che lo combattevano.”

“O forse era solo per la madre di Harry,” disse Hermione piano.

“Mia madre?”

“Era una Nata Babbana, e Tu-Sai-Chi e i suoi seguaci odiavano quelli come lei,” spiegò.

“Oh, giusto. Immagino che abbia senso,” disse Harry. Hermione lo guardò torvo. “Non intendevo in quel modo! Dio, Hermione, perché dovrei pensare una cosa del genere? Intendevo solo che ho sentito… Beh, Piton mi ha detto che ci sono dei purosangue a cui non piacciono i Nati Babbani. Perfino alcuni mezzosangue, a volte.”

Harry fece attenzione a non guardare Draco mentre lo diceva, ma Hermione non aveva di questi scrupoli. “È vero?”

Draco si mosse a disagio. “Io… Beh, sì. Voglio dire, non agli estremi del Signore Oscuro. Ma sì, alcune persone lo pensano.” Quando Hermione continuò a guardarlo male, lui alzò le mani. “Non io! Perché sarei tuo amico se odiassi le persone come te?”

Quando vide che Hermione non sembrava ancora convinta, Harry parlò. “Da quello che mi ha detto Piton, penso che sia come il razzismo per i Babbani. Solo quelli davvero matti diventano violenti e cose del genere.”

Hermione annuì, poi strinse gli occhi quando lo sguardo di Draco si scurì. “Che c’è?”

“Mio, em, mio padre può essere… Lui crede nella purezza di sangue. Non è, um, non è molto felice che io sia tuo amico, Hermione. Non era neanche del tutto contento quando ha sentito di te, Harry, ma non parla molto di te. Penso che essere il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto sia un vantaggio, però. Non lo so.”

Draco sembrava così a disagio, ed Hermione così livida, che Harry si intromise. “Sì, io, em, già lo sapevo.”

“Come? Non hai mai incontrato mio padre.”

“Beh, dovete promettermi entrambi di non dire nulla, perché lui per primo mi aveva fatto promettere di stare zitto,” iniziò Harry. Quando ricevette due confusi cenni d’assenso, continuò. “Quando ho detto che Piton mi aveva informato su tutto questo, lui potrebbe anche, em, avermi detto di tuo padre.”

“Lui cosa?” Draco strinse gli occhi rivolto a Harry.

“Non fare così! Ti prego, mi ha detto di non dire niente, ma visto che ne avete parlato… Mi ha detto che tua madre non è così, però,” Harry lo guardò speranzoso.

Il viso di Draco si ammorbidì al riferimento a sua madre. “Beh, no. Voglio dire, tutti i suoi amici sono dei purosangue, ma da alcune cose che ha detto, credo che lo faccia più per non far arrabbiare mio padre. Le piacerebbe molto incontrarti, Harry.”

Harry sorrise sollevato. “Piacerebbe anche a me. Sembra fantastica da come l’hai descritta.”

Draco gli sorrise in risposta. “Gli piacerai, sai. Beh, forse non i tuoi capelli. Ma puoi pettinarli prima di venirmi a trovare.”

“Io mi pettino i capelli! È solo che rifiutano obbedirmi,” Harry indicò i suoi capelli con la mano. “Una volta mi sono anche ricresciuti tutti in una notte quando mia zia me li aveva tagliati.”

Draco rise. “Questo è un esempio ridicolo di magia accidentale.”

“Non lo diresti se avessi visto che cosa aveva fatto ai miei capelli.”

Hermione li interruppe. “Possiamo ritornare al punto, per favore? Non vuoi imparare di più sui tuoi genitori, Harry?”

“Sì, certo. Ma non così. Non da un libro. È strano, okay?”

“Ma-”

“Senti, Hermione, apprezzo tutto questo. Ma preferirei imparare cose sui miei genitori da qualcuno che li conosceva, non da un libro di storia!”

“Preferiresti chiedere a Piton, intendi?” Hermione si accigliò.

“Beh, forse anche a Hagrid, ma sì. Erano amici, Hermione. Ti ho detto quello che mi ha già raccontato, pensi che troverei cose del genere in un libro scolastico? Preferirei di gran lunga sentire di com’era mia madre come persona, non come una qualche tragedia storica.”

“Solo tua madre?” chiese Draco.

“Ho la sensazione che a Piton non piacesse molto mio padre. Voglio dire, ha detto solo di essere amico di mia madre.”

Draco annuì pensieroso mentre Hermione iniziava di nuovo. “Non pensi che sia un po’ crudele continuare a chiedergli di lei? Voglio dire, non sarà facile parlare di qualcuno con cui era così vicino.”

“Ma Piton non era la persona più spaventosa del mondo? Adesso ti importa dei suoi sentimenti?” Draco alzò un sopracciglio.

“Volevo solo dire-”

Harry li interruppe. “Dio, possiamo non ricominciare? Hermione, non starò continuamente a chiedergli cose. Solo, beh, se si offre lui. A Santo Stefano ho sgusciato un intero barattolo di coleotteri mentre parlava, quindi non è che lui non ci guadagna niente.”

“Ma puoi fidarti di lui?”

“Sì. Te l’ho già detto.” Harry la guardò torvo.

“Inoltre, che motivi avrebbe di mentirgli?” le chiese Draco.

“Immagino che sia così.”

“Bene, allora questa è sistemata,” disse Draco allegramente. “Adesso vogliamo metterci a scoprire qualcosa in più sulla Pietra, o io e Harry siamo liberi di andare?”

“Dimentichiamoci della Pietra per un momento,” disse Harry.

“Dimentichiamoci della Pietra?” Hermione aveva un’aria scioccata.

“Sì. È inutile. Non ne sono state fabbricate poi così tante, e nessuno che ne abbia fatta una sembra aver scritto molto sull’argomento, probabilmente per evitare che tutti iniziassero a fabbricarle. Stiamo affrontando la situazione nel modo sbagliato.”

“Che suggerisci?” chiese Draco.

“Dovremmo tenere d’occhio Raptor.”

“E come, seguendolo in giro per la scuola?” chiese Hermione scettica.

“Esattamente. E irrompendo nel suo ufficio.” Harry si appoggiò indietro allo schienale.

“Irrompere nel suo ufficio? Vuoi farci espellere?” chiese Draco.

“No, certo che no. Ed è per questo che continueremo questa conversazione fuori.” Harry si alzò.

“Fuori? Lo stesso fuori che è coperto di neve e maledettamente freddo?” domandò Draco mentre lui e Hermione lo seguivano.

“Se solo conoscessimo qualcuno bravo ad evocare fuochi,” sospirò Harry.

“Ma dove mai potremmo trovare un insegnante che ci faccia tale gentilezza?” chiese Draco in un tono di finta preoccupazione.

“Immagino che dovremmo congelare, allora,” Harry scosse la testa tristemente.

“Oh, finitela, voi due. Farò un fuoco per tutti quando usciamo. Ma non ho intenzione di scassinare l’ufficio di un insegnante!”

 

********

 

Il mese di gennaio passò velocemente una volta che i tre decisero di seguire Raptor. A Harry e Draco l’attività piacque immediatamente, ma Hermione ci mise di più ad abituarsi a quello che vedeva come un’invasione della privacy.

“Ma è malvagio, Hermione. Non si merita la privacy,” cercò di spiegarle Draco, invano. Fu solo quando iniziarono a notare quanto tempo spendesse Raptor vicino al corridoio del terzo piano, o dentro la Foresta Proibita, che la ragazza capitolò e iniziò a godersi lo sgattaiolare in giro per la scuola.

Erano fortunati ad essere ancora tutti piuttosto minuti. Entravano tutti e tre sotto il mantello dell’invisibilità abbastanza facilmente, anche se dovevano camminare ancora più lenti di quando erano solo Harry e Draco.

Alla fine però, la situazione smise di essere divertente. Nonostante Raptor stesse decisamente tramando qualcosa, tutto ciò che potevano osservare era quanto fosse interessato al corridoio del terzo piano e alla Foresta. Non entrò mai realmente nel corridoio, e non lo seguirono mai nella Foresta, visto che il professore tendeva ad andarci al calare della notte. A nessuno di loro piaceva l’idea di avvicinarsi alla Foresta quando era buio.

Oltretutto, Harry iniziò ad avere dei mal di testa ogniqualvolta seguivano Raptor.

“Sono mal di testa da stress,” disse Hermione quando lui gliene parlò qualche settimana dopo. Erano seduti in uno dei cortili, stretti intorno al fuoco evocato da Hermione.

“Ma per cosa dovrei essere stressato? Beh, a parte per la partita di Quidditch, ma quella è solo alla fine di febbraio. E mi fa male la testa quando seguiamo Raptor, non agli allenamenti di Quidditch,” osservò lui.

“Lo stress per essere annoiato a morte, magari,” disse Draco. “Tiger e Goyle mi fanno venire il mal di testa quando mi parlano per troppo tempo.”

“Non penso che sia proprio la stessa cosa…” disse Hermione.

“No. Perché non mi vengono quando mi addormento a Storia della Magia. E dubito che il dolore ti venga da una cicatrice fatta da Voldemort,” disse Harry con voce asciutta.

“Ti fa male la cicatrice?” Hermione e Draco si scambiarono uno sguardo. “Harry…”

“Sto bene, la smetterò di lamentarmi,” disse lui raddrizzando la schiena.

“Dovresti andare in infermeria. Madama Chips può darti una pozione contro il dolore,” suggerì Hermione.

“No, non è niente. Solo, non so, possiamo prenderci una pausa dal pedinare Raptor? Non è molto interessante per essere un cattivo.”

“Stavo per suggerire la stessa cosa. Non penso che scopriremo qualcosa in questo modo,” disse Hermione.

“È deciso, allora. Non abbiamo altra scelta se non entrare nel suo ufficio,” disse Draco allegramente.

Quello catturò l’attenzione di Harry, ma Hermione si scurì in volto. “Penso che abbiamo molte altre alternative.”

“Non se vogliamo scopre qualcosa di utile,” Draco scrollò le spalle.

“E abbiamo il mio mantello. Andrà tutto bene. E sarà molto più emozionante rispetto al guardarlo fissare la porta di quel maledetto corridoio.”

“Voi due avete una qualche idea del genere di guai in cui ci cacceremmo se ci beccassero a scassinare l’ufficio di un professore?” chiese Hermione.

“No. Sarebbe peggio o meglio di venire beccata ad appiccare fuoco a Piton?” ribatté Draco.

“Quello era diverso! Harry era in pericolo.”

“Non proprio. Piton mi ha detto che anche se fossi caduto, uno degli insegnanti sarebbe riuscito a rallentare la mia caduta abbastanza da non farmi fare male seriamente,” replicò Harry.

“Ecco, visto? Harry ha dei mal di testa ora, è tanto in pericolo quanto lo ero durante il Quidditch,” ridacchiò Draco.

“Oh sì, è proprio la stessa situazione,” disse Hermione.

“Okay, va bene. Hermione, se non vuoi farlo, la scelta è tua. Ma Harry e io lo faremo. Se vuoi scusarci, abbiamo un’incursione da pianificare,” Draco afferrò il braccio di Harry e fece per andarsene.

“Va bene. Va bene! Ma sarà meglio che voi due sappiate cosa state facendo,” disse lei a malincuore.

“Andrà tutto bene. Questa non è la prima volta che entro in un posto dove non dovrei andare. L’ho fatto anche a casa mia, in passato,” disse Draco.

“Facevo la stessa cosa dai Dursley, tutto il tempo,” Harry scrollò le spalle quando lei lo guardò.

Hermione sospirò. “Perché i miei amici sono dei tali criminali? Un tempo ero una brava ragazza…”

Draco sorrise. “Abbiamo avuto una buona influenza su di te, ecco tutto.”

 

*******

 

“Credo che dovremmo entrare dalla porta collegata alla classe. Potremmo nasconderci sotto un banco alla fine della lezione,” bisbigliò Draco.

“Ma Hermione? Non abbiamo Difesa con lei, e visto che si è finalmente decisa a venire con noi, si arrabbierebbe molto se lo facessimo senza di lei,” replicò Harry.

I due erano seduti in fondo alla classe di Difesa, apparentemente scrivendo quello che Raptor stava spiegando sui diversi modi per placare le fate irate, ma pianificando in realtà come entrare nel suo ufficio. Harry si strofinò la cicatrice distrattamente.

“Un altro mal di testa?” Draco si accigliò.

“Cosa? No, è solo un’abitudine che mi è venuta. I mal di testa mi vengono solo quando lo seguiamo,” disse lentamente Harry.

“È strano,” disse Draco.

“Già… Ma non importa. Credo che dovremmo entrare dalla finestra.”

“La finestra? E come?”

Harry alzò un sopracciglio. “Ti ricordi quelle cose chiamate manici di scopa? Penso che ci potrebbero essere d’aiuto in questo caso.”

“Intendi quei manici di scopa che ai primo anno non è permesso avere?”

“Ne prenderemo in prestito qualcuno dalla scuola, allora,” disse Harry.

“Non cambia il fatto che Hermione è stata in sella a una scopa solo durante le lezioni di volo, nelle quali non ci hanno fatto andare neanche più su di dieci metri,” bisbigliò aspramente Draco.

Harry fece una risata nasale. “Dici davvero? Okay, lasciamo perdere. Però, se Hermione cambia idea, noi due potremmo farlo.”

“Immagino di sì. Quindi, esclusa la finestra, le nostre uniche opzioni sono entrare dalla classe, e dalla porta dell’ufficio stesso,” riassunse Draco.

“Hanno entrambi dei pro e dei contro,” sospirò Harry. “Ma penso che entrare direttamente dall’ufficio sarebbe meglio. Significa che abbiamo solo una porta da aprire.”

“Vero. Quando dovremmo farlo?”

“Io ho gli allenamenti di Quidditch tutti i giorni fino alla partita di sabato,” disse Harry. “Magari domenica?”

Pansy si sporse verso di loro. “Che cosa state bisbigliando, voi due?”

“Em,” balbettò Harry.

“Stiamo solo organizzando i festeggiamenti nella sala comune per dopo la partita,” mentì Draco.

“Oh, è un’idea eccellente. Farò il passaparola,” Pansy sorrise e si girò per parlare con Tracy.

Harry sorrise grato a Draco. “Bella pensata.”

“È una buona cosa che uno di noi due sappia pensare velocemente. Come puoi fare così schifo a mentire?” Draco aveva un’aria genuinamente confusa.

“Io so mentire!” Harry pensò a tutte le volte che aveva mentito ai Dursley. “Sono solo stanco. Ho avuto gli allenamenti di Quidditch oltre al dover seguire in giro tu-sai-chi.”

Draco strinse gli occhi con sguardo calcolatore. “Spero sinceramente che sia solo questo. Un Serpeverde che non sa mentire è un abomino agli occhi dell’umanità.”

Harry sbuffò. “Sei proprio una drama queen¹.”

“Come se non ti piacesse,” ribatté Draco.

“Stupido.”

“Ti piace, idiota.”


 



 

¹ Ho preferito non tradurre l’espressione drama queen, visto che non sono riuscita a pensare a niente in italiano che indichi quell’esatto significato, ed era troppo divertente da lasciare fuori. Se qualcuno di voi ha per caso un’idea migliore, non esiti a farmelo sapere!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: UnGattoNelCappello