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Autore: Sakkaku    22/10/2016    2 recensioni
Un giornalista si ritrova a dover documentare l'ultima giornata di un killer prima che venga giustiziato. Il suo caso ha creato molto scalpore tra la popolazione, perché è stato il protagonista di una strage. Questo compito gli sta stretto, eppure lo deve portare a termine, dopotutto il materiale è già pronto, deve soltanto essere pubblicato e lui ha visto e sentito cose che preferirebbe dimenticare, ma è impossibile.
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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III° Articolo

 

Bentornati gentili lettori.
Questa volta scrivo con l'intento di rispondere ad un lettore che ha lanciato accuse verso il sottoscritto. Per prima cosa voglio dire che i famigliari delle vittime erano presenti il momento in cui Dicme è stato condannato, quindi sono a conoscenza di tutto, l'ho accennato nel mio articolo precedente. La verità ha molte sfaccettature.
Chi può dire quale verità sia giusta da dire e quale sia quella sbagliata? Ritengo che una verità scomoda sia un coniuge che tradisce e non rivela a colui o colei, a seconda del caso, che è unito in matrimonio con un'altra persona, nascondendo a chi ha giurato fedeltà che la tradisce. Se saltasse fuori, la persona in questione dovrebbe affrontare una scomoda verità, nonché situazione.
Io eseguo gli ordini come tutti i dipendenti di qualsiasi azienda. Il giornalista deve documentare i fatti, però ci sono dei limiti. Per questioni di sicurezza, le autorità vogliono mantenere il segreto, almeno fino alla fine delle indagini. Quindi non sono io, misero giornalista che sabota le informazioni. Potrei perdere persino il posto per quanto sto scrivendo.
Confido nelle forze dell'ordine. Solo allora potrò scrivere liberamente. E sarò contento di condividere con voi tutto quanto.
Con questo ho concluso la premessa e passo alla documentazione dell'ultimo giorno di Paul Dicme. O almeno solo la prima parte. Nella prossima uscita del quotidiano troverete il seguito.
Buona lettura. [sempre se si possa definire tale ndr]

Per questioni di riservatezza i nomi delle guardie carcerarie sono stati modificati con nomi inventati.

Attenzione: il seguente articolo contiene un linguaggio scurrile.

 

Mattino: Ore 5.00

Suona la sirena. E' l'avviso che è giunto il momento di svegliarsi. I detenuti si alzano svogliati dalle loro brandine. Le guardie fanno scorrere il manganello sulle sbarre per comunicare a chi non si è alzato di muoversi. Una volta che tutti i detenuti sono in fila davanti alle sbarre, suona il "biiiing".
Di scatto e con un rumore assordante all'unisono si aprono le celle e in fila indiana i detenuti iniziano ad avviarsi verso le docce.
- Hei Paul, ti metti in tiro come un damerino oggi?
- Mica è il mio compleanno.
- E' comunque un giorno importante.
- Su questo sono d'accordo - Dicme sogghigna.
- Come mai ora te la ridi Paul? Stanotte hai urlato come un bamboccio!
- Taci Grill!
- Adesso basta! - ordina una guardia e i detenuti si zittiscono.
Una volta finita la doccia, si dirigono verso la mensa per fare colazione. Lì regna un gran caos.
Dicme si siede a un tavolo e subito inizia una discussione molto accesa.
- Peccato che non ti mandino sulla sedia elettrica. Ti uscirebbe il sangue anche dagli occhi.
- Grill hai davvero voglia di rompermi i coglioni anche il mio ultimo giorno?
- Ti seguirei anche nel altro mondo per romperti, bastardo - lancia addosso a Paul il caffè.
- Dico vuoi davvero prendere un pugno, brutto stronzo?
- Dicme, smettila di attaccar briga - una guardia gli si avvicina e lo colpisce con il manganello sulla nuca.
- Brutto figlio di....
- Se fossi in te non continuerei la frase Paul - lo avverte la guarda carceraria.
- Prendersela così con qualcuno d'innocente è una vergogna.
- Sei un pessimo attore Paul - urla qualche detenuto seduto qualche tavolo più in là.

 

Mattino: Ore 7.00

Inizia il lavoro. Ogni detenuto ha dei compiti e ognuno si dirige verso il proprio posto. Dicme è assegnato alla lavanderia.
- Riempi quel misurino di detersivo altrimenti le macchie rimangono - gli consiglia il detenuto alla sua destra.
- Evitate le chiacchiere e lavorate - la guardia carceraria si volta sbuffando e quella sua minima distrazione fa scattare una rissa. Nel mezzo della scazzottata un detenuto tira fuori un cucchiaino appuntito, lo usa per ferire il braccio della guardia che cerca di chiedere rinforzi, ma qualcuno gli ruba la radio.
Paul si allontana dalla lavanderia per dirigersi verso la stireria, un posto decisamente più calmo della lavanderia.
- Dicme torna al tuo posto - gli ordina la guardia.
- Sono venuto ad avvisarti che di là stanno pestando il tuo compagno – fa un sorriso beffardo - Stavolta non è colpa mia. Gollish ha tirato fuori un cucchiaino appuntito. Probabilmente l'ultima volta non avete perquisito bene la sua cella.
- Perché non hai detto subito che è stato quello psicopatico di Gollish? - l'agente si mette a parlare alla radio trasmittente - Richard è stato attaccato da Gollish nella lavanderia, mandate rinforzi. Ora mi dirigo a vedere la situazione.
Dicme commenta - Peccato che l'arma appuntita era nelle mani di Gollish. Al suo posto avrei puntato alla carotide.
- Tornatene di là, Paul, non ti vogliamo nel nostro gruppo! Porti solo guai - si lamentano un paio di detenuti.
- Tanto dovrete sopportarmi ancora per poco – commenta Dicme incamminandosi per tornare nel locale lavanderia.
Le discussioni finiscono lì. Ognuno ritorna alla sua mansione. La mattinata prosegue tranquillamente.

 

Mattino: Ore 12.00

I detenuti si mettono in fila indiana per raggiungere la sala mensa. Si lamentano del cattivo odore e del gusto pessimo del cibo che gli viene proposto.
- Allora, hai intenzione di confessarti? Sai che dobbiamo avvisare il prete tra poco se vuoi che venga qui .
- Non ne ho bisogno. Quel che ho fatto ho fatto. Io mi sento innocente e mi definisco tale.
- Sei il solito bastardo verme schifoso.
- Gollish chiudi quella boccaccia se non vuoi che ti infilzo la forchetta nell'occhio.
- Provaci. Tanto ho la scorta per quello che ho fatto stamattina e dopo non mi beccherai più, perché mi manderanno in isolamento per una settimana.
- Così diventerai ancora più pazzo.
- Come se ora fossi normale ahahah
- Avete finito di parlare voi due? I vostri discorsi mi rovinano il pasto! - si lamenta un detenuto seduto qualche sedia più in là.
- Suvvia io e Paul mica stiamo parlando di come ci siamo divertiti a massacrare quei rifiuti umani.
- Gollish, chiudi quella boccaccia! Ti ricordo che stanno documentando tutta la mia giornata. Inoltre sono innocente per molte persone là fuori. Se parli così non faranno più proteste e cartelloni in mio favore.
- Sei subdolo in maniera pazzescaaaaaaaaarggggghhh.
Dicme infila la forchetta nel collo del detenuto, lo rigira varie volte, nel viso ha un espressione felice.
- Considerati fortunato. Ho evitato di proposito l'arteria. Questo posto noioso ha bisogno di gente malata e pazza come te. Purtroppo non potrò più farti compagnia nei nostri piccoli esperimenti. Ma almeno avrai un ricordo di me.
- Dicme....sei il...migliore... - il detenuto Gollish sviene e viene portato in infermeria da un paio di guardie.
Un detenuto grande come un armadio commenta - Sempre a metterti in mostra, per una volta che pensavo di poter pranzare in tutta calma e tranquillità.
- Covrev, solo perché tutti si comportano bene perché ci sono i giornalisti, non vuol dire che io farò altrettanto. I poveri illusi pensano che con la loro buona condotta di questa giornata gli venga perdonato tutto? Suvvia non scherziamo.
- Dicme, muoviti il direttore ti vuole vedere. Ora - la guardia lo tira per un braccio.
- Va bene, va bene, che modi. Ti ricordo che questo verrà scritto.
- Guarda che non ti sto maltrattando, ti sto solo dicendo di muoverti - commenta la guardia scuotendo la testa.
Il direttore del carcere inizia la sua ramanzina - E' il tuo ultimo giorno e invece di renderlo producente causi confusione come al solito?
- Voglio divertirmi fino all'ultimo, signor direttore.
- Paul - la voce è esausta e stanca - Almeno questo pomeriggio vuoi stare tranquillo? Ti libero dai tuoi incarichi, basta che non crei altro disordine.
Un largo sorriso dipinge il volto di Dicme - Lo sapevo. Sei prevedibile direttore. Ti ringrazio della libera uscita.
Il direttore dietro la scrivania diventa paonazzo - Ho detto che non dovrai lavorare non che potrai uscire a zonzo.
- Peccato, ci ho provato - il detenuto fa spallucce, poi si rivolge alle guardie dietro di lui – Allora Gary, mi farai da scorta o posso andare in libreria da solo?
- Perché fai domande, quando sai già la risposta? Sai perfettamente che puoi andarci anche da solo .
- Perfetto. Allora ci vediamo stasera, signor direttore - esce dalla stanza fischiettando.


 

E con questo abbiamo finito la prima parte del documentario. Nella prossima pubblicazione, troverete il seguito.

  
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