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Autore: Ivrine    11/05/2009    1 recensioni
Ho scritto questa storia un pò di tempo fa, prima che uscisse l'ultimo volume della saga della Meyer, stravolgendo un pò le cose, in un modo che potrà essere inaspettato o forse estremamente banale..chissà!
Immaginate che la storia tra Bella ed Edward fosse finita, immaginate che Bella si sia rifatta una vita, magari con un insospettabile Jacob…. Pensate che Bella possa dimenticare Edward per sempre?
- Caro Edward.. ti amo e ti amerò per sempre….
Aspetto i vostri commenti, le vostre recensioni o che semplicemente qualcuno la legga! Buona lettura!
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2

Fortunata ma felice?

 

 

 

Essere allegri non significa necessariamente essere felici,talvolta si ha la voglia di ridere e scherzare per non sentire che dentro si ha voglia di piangere

 

J.Morrison

 

 

Aveva cercato incessantemente la voce di Edward,la sua voce nitida che scandiva a chiare lettere il suo amore.

Aveva pensato inizialmente che fosse solo il lavoro del  suo subconscio,come una consolazione che la parte di lei più nascosta mandava a quella sofferente…

Non era la prima volta che sentiva nella sua mente…quando lui e la famiglia Cullen era andata via da Forks dopo il diploma, aveva continuato a sentire la sua voce,a percepire la sua presenza…

Ma adesso era diverso…non era più una ragazzina sognatrice.

Con Jacob era sempre più dura.

Rimanevano ancora quegli atroci silenzi e quegli interrogativi che non riuscivano ad avere una risposta… il dolore lancinante la stava logorando in una lenta agonia.

Daphne aveva avuto ancora gli stessi incubi di quella notte.

L’angelo.

Lo descriveva sempre più chiaramente,capelli bronzei,occhi cerulei che andavano a mutarsi di sogno in sogno..ali bianche..

Sembrava come una premunizione,come se Edward stesse preparando il suo arrivo.

Ma perché nei sogni di sua figlia?

“ Mamma,ma l’angelo non ti prenderà vero?”

Quando la vocina labile di Daphne pronunciava quelle parole,i dubbi e le sofferenze di Bella ritornarono malamente in superficie.

Cercava di rassicurarla,ma non era capace.

Nella sue parole si tradiva l’incertezza,la paura di non sapere come proteggere la figlia..

Non sapeva più se era capace di essere un genitore,forse non lo era mai stata in verità.

Forse aveva ragione Jacob, aveva pensato sempre a se stessa, alla voglia di ritrovare Edward ed essere nuovamente sua, lasciandosi trasportare da quello stupido desiderio che la disarmava davanti al dolore.

Ma non riuscivo a non amarlo…era più forte di me.

“….Il suo nome scuoteva tutte le mura che avevo costruito per contenerlo. Edward, Edward, Edward. Stavo per morire. Poco importava che pensassi a lui o no, in quel momento. Edward, ti amo…”

 

 

 

La primavera era ormai alle porte.

Il cielo cominciava a schiarirsi, mostrando lentamente i raggi del sole che baciavano la pelle ancora lattea dall’inverno appena trascorso, che aveva portato con se neve, pioggia, vento sibillino, freddo…cose che adesso parevano essere sparite, sovrastate dalla nuova stagione che era entrata prepotentemente sulla scena.

“ Quando arriva il nonno?”

Daphne non parlava d’altro da giorni.

Charlie sarebbe arrivato a momenti da Forks, per trascorrere con loro il quarto compleanno della nipote, che cresceva davvero a vista d’occhio.

Quando avevano deciso di trasferirsi nuovamente a Seattle, Charlie aveva sorriso amaramente guardando la figlia sparire sul grande furgone dei Black.

Ma lui sapeva, sapeva che sarebbe stato meglio per tutti lasciar partire la figlia, specialmente per lei stessa. Non poteva più vivere a Forks.

“ Tra poco Daph, papà è andato a prenderlo all’aeroporto!”

La prese in braccio, annodandole il fiocco che le cingeva la vita nel bellissimo vestito rosso scarlatto, regalo di Renee che l’aveva subito immaginato addosso alla nipotina sin da quando lo vide, tra le grucce di un raffinatissimo negozio.

“ Mi porterà un regalo grandissimo vero mamy?”

Bella la guardò, trattenendo le lacrime.

Era così emozionata, così felice, spensierata…

Talvolta invidiava la sua noncuranza e la velleità della sua età, erano tutte cose che ormai non le appartenevano da tempo…

Era un adulta ormai, una di quelle che stanno in quei tailleur neri ed ingessati, una di quelle che non ridevano mai e si prendevano sempre troppo sul serio..

“ Grandissimo? Certo, più di quanto tu immagini piccola”

Le sue parole vennero interrotte dal suono metallico del campanello che si insinuò tra il silenzio che si era creato tra le due.

Daphne balzò dalle braccia della madre, correndo entusiasta verso la porta.

“ Nonnoooo!!”

Riuscì a malapena ad aprire la porta senza farsi male, avvinghiandosi alla  maniglia con non poche difficoltà.

Quando si trovò davanti Charlie fu una festa.

“ Ma dov’è la mia piccola donnina? Mi hanno detto che oggi è il suo compleanno!”

Charlie era un ottimo nonno, anche a distanza.

Non voleva commettere lo stesso errore di non aver visto crescere la figlia, di essersi perso buona parte della sua vita e di non averla conosciuta abbastanza.

E ci stava riuscendo, davvero alla grande.

“ Si nonno è vero, oggi divento un anno più vecchia lo sai?”

Jacob entrò nell’ingresso, portando le poche valigie di Charlie nel salone.

Aveva uno sguardo spento, come se qualcuno gli avesse detto qualcosa di terribile ed inaspettato al contempo.

Si scambiarono una gelida occhiata che fece desistere ogni tentativo di Bella di approcciarsi al marito per chiedergli che cosa era successo.

“ Guarda mamma, il nonno mi ha regalato una casa delle bambole gigantesca!”

La vocina gioiosa di Daphne la fece tornare sulla terra, lasciando perdere per un attimo Jacob che si ritirò nel suo studio, come ormai faceva abitualmente.

“ Oh è bellissima tesoro!”

Bella cercò di sembrare entusiasta quanto la figlia per non deludere le sue aspettative, anche se la sua voce era in quel momento un debole sospiro.

“ Daph perché non vai a posarla nella tua cameretta adesso? Dopo ti prometto che giochiamo insieme a cavalluccio, come ti piace tanto..”

Lo sguardo burbero di Charlie trafisse quello della figlia, più assente, che mascherava malamente il dolore.

La piccola non se lo fece ripetere e partì allegramente verso la sua stanzetta, trascinando contenta il suo regalo.

“ Bells.. mi sei mancata..”

Charlie l’abbracciò, carezzandole il capo corvino.

Lei si sentì una bambina tra le braccia vigorose del padre che la tenevano stretta, una bambina indifesa che non riesce a trattenere le lacrime.

“ Anche tu papà… anche tu..”

Non le erano mai piaciuti i melodrammi, ma in quel momento il suo abbraccio le parve una liberazione, la valvola di sfogo che aveva cercato da tempo ma che non aveva mai trovato.

Rivedere suo padre era come aprire nuovamente una pagina sul suo passato.

Era lui che, meglio di chiunque altro, le ricordava Forks e tutto ciò che era legato a quella piovosa città che le aveva cambiato la vita. Per sempre.

Four years before

 

 

Pioggia, pioggia che cadeva incessante da ore.

Un bel giorno per sposarsi no?

Sposa bagnata, sposa fortunata… fortunata, ma felice?

Bello lo sarebbe stato davvero? Avrebbe capito che la cosa migliore per lei non era una vita da vampira, costernata dal impulsività, dal desiderio accecante di quel labile miele che scorreva nelle vene degli umani?

Non lo sapeva, non l’avrebbe mai saputo.

- E’ la cosa migliore Edward…non sappiamo che cosa potrebbe accaderle…lasciala andare..-

Lasciarla andare?

Diamine, era così semplice detto così a parole..ma ai fatti?

- Non mi dire che hai intenzione di andare al matrimonio di Bella con quel cane rognoso!-

Rosalie, acida come sempre, lo guardò prepararsi con aria sdegnata.

Perché farsi ancora del male?

Non aveva poi tutti i torti in effetti.

- Sei solo uno stupido masochista Edward…-

Lui non faceva caso alle parole della sorella, non aveva altro in testa che Bella, Bella, la sua Bella che era tra le braccia di un altro.

Cosa voleva fare?

Non lo sapeva neanche lui.

Non voleva fermarli, non voleva sfidare il cane che esultava alla vittoria… no, voleva semplicemente rivederla.. rivederla forse per l’ultima volta.

Masochista si, forse lo era davvero, ma doveva farlo, doveva vederla a tutti costi.

- Ed..-

Esme con fare preoccupato lo guardò uscire dalla stanza, rabbioso.

Si guardarono per qualche istante negli occhi, in un silenzio che tradiva mille parole.

- Devo andare..-

Fu la risposta cupa di Edward, stringendo i pugni per trattenere la rabbia che lo stava uccidendo.

Era un vampiro, un algido e magnifico vampiro… ma in quel momento si sentiva terribilmente vivo, come un umano in balia delle sue emozioni.

Che strana sensazione…non avrebbe mai pensato di provarla.

Eppure, stando accanto a Bella aveva ritrovato un'altra “vita”, aveva trovato lo scopo della sua esistenza immortale.

“Prima di te, Bella, la mia vita era una notte senza luna. Molto buia, ma con qualche stella: punti di luce e razionalità. Poi hai attraversato il cielo come una meteora. All'improvviso tutto ha preso fuoco. C'era luce, c'era bellezza…”

Il suo cielo si sarebbe spento di nuovo.

 

La Volvo correva più velocemente del solito sull’asfalto bagnato dalle gocce sibilline di pioggia che continuavano ad insidiarsi dal cielo.

Sarebbe riuscito a vederla in abito bianco senza provare il desiderio di uccidere il cane una volta per tutte?

Probabilmente no, ma sarebbe stato l’ultimo suo ricordo di Bella, anche se forse il più doloroso.

Si accosto nei dintorni di casa Swan, sperando di non essere visto da nessuno.

Sarebbe stato capace di attaccare chiunque, tanto il suo autocontrollo si era andato a farsi benedire.

L’attesa non fu lunga.

La vide camminare incerta, sorretta da Charlie, varcare la soglia di casa.

Era bellissima ma al contempo goffa e non a suo agio come lo era sempre stata.

Era lei, era la sua Bella… ma stava per diventare quella di qualcun altro.

Cercava di convincersi che era la cosa giusta, che era per il suo bene… ma adesso non riusciva.

Non riusciva a dire a se stesso che era la cosa giusta lasciar perdere l’unica luce che aveva accesso la sua vita scura e tenebrosa.

Lo sguardo di Bella pareva vago, disinteressato, mentre stringeva il bouquet di fiori candidi, come se fosse una spada appena sguainata.

Supportata da Angela e Jessica entrò in una grande auto scura già in moto, che aspettava solo l’arrivo di Charlie.

L’uomo era ancora alla porta, alzandosi la giacca sulla testa per proteggersi dalla pioggia che aveva adesso rallentato la sua corsa, dando un po’ di tregua agli ultimi preparativi delle nozze imminenti.

Fu un attimo, un secondo che passo velocemente.

Gli occhi di Charlie incontrarono quelli di Edward, rimanendo fissi in quella posizione.

Lo sguardo dell’uomo era indecifrabile anche ad un vampiro, ma capì che era il momento di andarsene prima che la situazione gli potesse scappare dalle mani.

Addio Bella. Addio per sempre.

Ti amo e ti amerò sempre.

 

  
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