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Autore: Ivrine    10/05/2009    3 recensioni
Ho scritto questa storia un pò di tempo fa, prima che uscisse l'ultimo volume della saga della Meyer, stravolgendo un pò le cose, in un modo che potrà essere inaspettato o forse estremamente banale..chissà!
Immaginate che la storia tra Bella ed Edward fosse finita, immaginate che Bella si sia rifatta una vita, magari con un insospettabile Jacob…. Pensate che Bella possa dimenticare Edward per sempre?
- Caro Edward.. ti amo e ti amerò per sempre….
Aspetto i vostri commenti, le vostre recensioni o che semplicemente qualcuno la legga! Buona lettura!
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

-Dolore-

 

 

 

There's a song that's inside of my soul
It's the one that I've tried to write over and over again
I'm awake in the infinite cold
But You sing to me over and over and over again
So I lay my head back down
And I lift my hands
and pray to be only Yours
I pray to be only Yours
I know now you're my only hope

 

Only Hope-Mandy Moore

 

 

 

 

 

Caro Edward..

Vedere quel nome risaltare su quel pezzo di carta bianco e slavato in quella calligrafia indecifrabile le faceva già un certo effetto.

La mano si fermò di scatto come se qualcuno la tenesse stretta forte,senza darle la possibilità di continuare quelle righe

Respira Bella. Respira.

Era come se si fosse sdoppiata in due, da un lato la Bella che voleva ancora amare,che aveva bisogno di lui come linfa vitale per sopravvivere…dall’altro invece c’era la Bella responsabile,la Bella che sapeva di avere una figlia e di dover prima di tutto pensare a lei…era un conflitto, un eterno conflitto che la teneva in una morsa, come la preda nella ragnatela di un ragno, agonizzante ma consapevole della sua fine.

 La penna,ferma sempre sul medesimo rigo, macchiò il foglio. Erano dei puntini che parevano muoversi tanto la loro circonferenza era sbavata…parevano fiocchi di neve,gli stessi fiocchi candidi che ricordava nel suo ultimo Natale a Forks con Edward. Una fitta lancinante le attanagliò il petto,come se quel ricordo così felice avesse lasciato in lei solo il dolore e i rimpianti.

 “ Mamma!!E’ tornato papà!”

La voce ingenua della piccola Daphne fece demordere il dolore di Bella,mentre i suoi occhi scuri si spostavano verso l’esile figura della bambina che si slanciava verso la porta per abbracciare il suo papà.

Gli occhi di Bella si spostarono lenti verso il foglio che adesso sembrava sormontato da quel nome,quel nome che nella sua mente aveva trovato eco straziante che continuava a vagare tra i suoi ricordi,tra le pagine più belle della sua vita.. pagine che adesso sembravano essersi sbiadite e ingiallite…

Quando la giovane rialzò gli occhi si trovò a scontarsi con gli occhi burberi del marito che la fissava in uno sguardo misto tra rassegnazione e rabbia.

“ Jacob”

Il debole vocio si perse nel vuoto della stanza e i due continuarono a incrociare lo sguardo. Sguardi inquisitori,sguardi che nascondono mille dubbi celando ferite che non si rimarginano.

“ Papà mi porti al parco vero?” La piccola senza difficoltà si intrufolò nel letto,inabissandosi tra le pesanti coperte  invernali , alla ricerca di chissà quale bambola dimenticata.

“ Papà è stanco Daph, magari ti porta un'altra volta…” Il corpicino della bimba si bloccò accusando il colpo. Bella scostò la coperta e ritrovò gli occhioni nocciola della figlia sul punto di bagnarsi di lacrime.

“ Non sono affatto stanco,andiamo piccola!”Neanche finì di parlare che lei era già saltata tra le braccia forti di Jacob. Invidiava il loro rapporto, il loro essere uniti, la loro complicità. Era anche quello il motivo che aveva frenato la mano di Bella sulla carta liscia…l’amore per sua figlia veniva prima di tutto.

Quando la stanza rimbombò nel silenzio la giovane donna si ritrovò sola.

Si accostò alla finestra cercando qualcosa che distogliesse la sua attenzione , per un attimo , da Edward e da tutto ciò che evocava anche al sol pronunciare del suo nome.

Si perse ad osservare il cielo stranamente limpido per essere una giornate pienamente invernale, concentrandosi sulle piccole nuvole bianche che fluttuavano eleganti nell’aria, come i suoi pensieri incostanti, che le rendevano la vita difficile.

Guardò gli alti palazzi e grattaceli che fin da bambina aveva visto con aria sinistra e minacciosa e si rese conto di non essere adatta a tutto ciò .Aveva vissuto a Seattle per molti anni eppure non riusciva a sentirla come casa…

Sfiorò  con le dita la fede dorata che le legava il dito . La sfilò lentamente,quasi avesse paura che Jacob potesse vederla in quel momento.

I suoi ricordi viaggiarono al giorno del suo matrimonio… quello che tutte le donne aspettano, per coronare il loro sogno d’amore..ma quello che per Bella era stato l’inizio della sofferenza.

Pioveva,pioveva a dirotto quel giorno.

Tante piccole gocce di pioggia si erano ramificate tra l’elegante abito bianco di rito…era come se fosse il gesto di dissenso di Edward…come se avesse avuto il potere di indirizzare su di lei quel terribile temporale.

“ Vuoi tu Marie Elisabeth Swan prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Jacob Black?”

Aveva pronunciato un flebile si ,socchiudendo gli occhi. Poteva sembrare un gesto normale infondo.. l’emozione del matrimonio,del giorno più bello della vita…

Socchiudendo gli occhi Bella cercava di rendere più reale la figura che si proiettava nei suoi occhi.

Poteva riuscire a vedere i capelli appena dorati,gli occhi chiari e tranquilli in quel momento,l’abituale sorriso sbilenco che tanto aveva amato da quella sera a Port Angels..

Edward.

Era lui che stava sposando,era lui accanto a lei..

Ma poi aveva aperto gli occhi e la realtà non aveva dato spazio ai sogni..

Aveva obbligato se stessa ad amare Jacob,aveva obbligato a se stessa di provare qualcosa per il suo migliore amico…

Ritornò sul letto e afferrò di scatto il foglietto nascosto tra le pesanti coltre del piumone.

Riguardò lentamente ogni singola lettera che ne componeva il nome,accarezzando con parsimonia la E, più grande e curata a differenza delle altre.

 

“Caro Edward

Ti amo e ti amerò per sempre”

 

Ripiegò con cura il pezzo di carta sempre più sgualcito e si avvicinò alla finestre spalancata,ma da cui non entrava che un filo di aria.

Non sapeva cosa significasse quel gesto,ma affidò il suo scritto al vento,come se tramite quegli speciali canali potesse giungergli il suo straziante messaggio d’amore.

 

Daphne tornò a casa con un ginocchio sbucciato e vari graffietti che deturpavano la sua pelle quasi ambrata. Aveva pianto probabilmente,ma adesso pareva essere passato tutto…Bella cercò di immaginare come Jacob avesse rassicurato la figlia quando l’aveva vista piangere per i graffi o come l’avesse portata sulle sue spalle quando era troppo stanca  per camminare..

Un nodo si aggrappò alla gola quasi soffocandola ripensando alla lettera…

Per il bene di Daphne avrebbe dovuto continuare ad andare avanti..si ma per quanto ancora? Per quanto sarebbe riuscita a resistere rendendo la sua vita una squallida finzione?

 

Jacob non degnò la moglie di uno sguardo, preferendo trovare rifugio nel suo studio.

Se la sofferenza rendeva difficile l’esistenza di Bella, non era facile nemmeno per Jacob vivere con il fantasma ingombrante di Edward che era sempre presente tra loro.

Era una ferita aperta che non riusciva a rimarginarsi totalmente.

Bastava poco per rievocarlo.

Ricordava ancora i modi non proprio carini con cui si appellavano a vicenda –Cane e Succhiasangue-

Aveva dovuto convivere per anni con la mancanza dell’amicizia di Jacob,ma aveva scelto Edward, Edward e la famiglia Cullen.

Aveva già immaginato la sua vita prima ancora di viverla…

Lei sarebbe diventata un vampiro ed avrebbe vissuto per sempre accanto all’uomo che amava e per cui aveva rinunciato alla sua famiglia,agli amici..ad avere una vita normale…

Ma aveva scelto Edward e non si sarebbe pentita di ciò.

 

Mise a letto la figlia ormai stremata dalle fatiche pomeridiane e rimase a guardarla ,languida,come se da un momento all’altro qualcuno potesse portarla via da lei…

Anche Jacob.

Era suo padre,ne aveva il diritto infondo…ma non sopportava l’idea che la piccola lo amasse più di lei.

Era una cosa infantile,una stupida gelosia,ma non poteva fare a meno di pensarci.

Le carezzò la testolina riccioluta intrecciando le sue mani nei piccoli boccoletti biondi.

“Dorme?”

Una voce altisonante quanto tenebrosa e cupa serpeggiò alle spalle della donna.

Bella ancora una volta si trovava in difficoltà.

Gli occhi del marito nascondevano qualcosa che sapeva ma che non voleva sentire.

“ Non ci pensi mai a lei Bella? Non pensi a come soffrirebbe?”

Le labbra di Bella si schiusero ma non produssero alcun suono.

“ No forse non hai pensato ad altro che al tuo bel succhiasangue vero?”

Le parole sibilline di Jacob erano dei duri colpi per Bella che non riusciva in nessun modo a reagire.

Jacob si avvicinò lentamente verso il lettino della figlia e le rimboccò le coperte delicatamente.

Il volto pallido di Bella fu solcato da piccole lacrime che rigarono le guance fino a scendere sul mento,perdendosi nel vuoto.

Risuonavano quelle parole,veloci,come se fossero state spinte da un onda violenta che si infrangeva nella costa.

“ Jacob non sai neanche quello che dici,smettila”

Il tono di Bella divenne un gridolino soffocato dalla voce che andava lentamente a perdersi.

“ E’ vero perché tu mi stai solamente tenendo all’oscuro di tutto..Non so niente di mia moglie!”

Un'altra fitta lancinante si impadronì di Bella, inerme davanti all’odio del marito e dal suo recriminare chiarezza.

Non riusciva più a parlare davanti alla verità, davanti al dolore che stava provocando anche a Jacob.

Avrebbe voluto spiegare, ma non sapeva spiegarlo neanche a se stessa cosa le stesse succedendo.

Volse lo sguardo verso la figlia, che non dormiva sogni tranquilli.

Si girava e rigirava nel lettino in continuazione e le ciocche dei capelli che le ricadevano in fronte erano bagnate dal suo sudore freddo

“Mamma! Ho fatto un brutto sogno!”

Daphne si alzò vorticosa dal lettino e si rifugiò tra le braccia della madre. Sembrava davvero spaventata, come se quell’incubo che aveva disturbato il suo sonno fosse qualcosa di terrificante.

“ Non andrai via vero mamma? Ho sognato che un angelo cattivo ti  portava via.. aveva delle ali lunghe tutte bianche,come le piume”

Come se fossero stati entrambi attirati da una calamita gli sguardi di Jacob e Bella si incrociarono.. Era come se i loro occhi parlassero senza dire una parola..come se i silenzi nascondessero mille discorsi.

“ Era solo un sogno piccola.. io sono qui,mi vedi…adesso dormi tesoro,io sono qui vicino a te”

La piccola annuì stropicciandosi gli occhi mentre Bella le baciò le gote arrossate.

“ Ti voglio bene mamma”

Bella non poté tirare indietro le lacrime al sentire quella vocina flebile. Era una piccola luce infondo a quel tunnel scuro che stava percorrendo. Una stella che illuminava il suo cielo nero e tetro. Sua figlia era tutto ciò che le era realmente rimasto.

“Anche io piccola”

Rimboccò velocemente le coperte della bambina che sembrò essere tornata serena.

“ Non mi pare il caso di parlare qui non credi?”

Bella lo incalzò stizzita, guardandolo in modo inquisitore.

Jacob era rimasto alla porta, con lo sguardo vago ma ferito. Annuì distrattamente e afferrò la maniglia velocemente ed uscì.

Una folata di vento freddo si introdusse sibillino tra i vetri appena accostati della finestra della cameretta di Daphne, spalancandoli.

Un ondata di gelo pervase dentro la stanza,rendendola fredda e ostile.

La donna chiuse velocemente la finestra bloccando il volteggiare sibilino di una foglia che era entrata nella stanza spazzata via dal vento.

 

Anche io

Una voce. Una voce lenta e languida,quasi un sussurro. Una voce così familiare..

 Bella..

Una voce fluttuava nell’intercapedine della sua mente. Era così reale…

Ti amo e ti amerò per sempre…

 

 

 

Era lui.

Edward.

 

 

 

  
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