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Autore: the beast02    22/10/2016    0 recensioni
La sagoma era più nera del buio stesso. Da essa uscirono tentacoli viscidi che si avvolsero intorno alla ragazza trascinandosela via
Genere: Horror, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Violenza
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Capitolo 2

Chi è il mostro?

Giovanni rimase pietrificato, in faccia bianco come la farina, rimase così per u ntempo che parve infinito, nella testa del ragazzo si figuravano tutti gli scenari possibili. E tutti finivano con quel dannato sogno che si avverava.

"Ehi! Che hai? Ti vedo strano". Queste parole dette da Alice riportarono Giovanni alla realtà

"Niente... Niente" tentò di dire lui cercando di apparire normale,

"Pensavo ad un sogno che ho fatto"

"Va bene" continuò lei " comunque ti devo ancora dire quella cosa".

 

La giornata passò velocemente, tra equazioni di matematica e versioni di latino. Tornato a casa Giovanni posò lo zaino all' ingresso ed ,istintivamente, disse "Sono tornato!" poi si disse "Ma a chi lo stò dicendo? Sto da solo in questa casa." Andò spedito a controllare la segreteria telefonica e fece partire l' unico messaggio

"Ciao tesoro" era la madre "io e tuo padre dovremo stare fuori un altro paio di giorni mi dispiace, e se hai bisogno di aiuto chiama"

"Come volevasi dimostrare..." pensò il ragazzo.

Giovanni si mise sul divano e, chiusi gli occhi, ripensò a quella iniziata in modo strano e finita in modo ancora più strano.

La famosa cosa che Alice gli doveva chiedere era se poteva venire da lui per una mano sul disegno di tecnica. Giovanni all' inizio era contento, poi divenne più titubante, insomma, perchè propio lui? Ce ne erano di più bravi in tecnica, eppure Alice aveva scelto proprio lui. Perchè? Inoltre c' era sempre quella dannatissima sagoma nera, la vedeva dapertutto.

"Basta con le fantasie complottische, Alice ha scelto te perchè sei uno dei più bravi." Rise da solo sulla assurdità della affermazione, Quindi si avviò verso il bagno per darsi una sciacquata Alice sarebbe arrivata alle 17, erano già le 15 e doveva mettera ancora a posto almeno il salone.

 

Alice arrivò giusto 10 minuti prima, ma quando entrò Giovanni sentì una strana sensazione, come di intenso gelo dentro le ossa, poi sentì una risata divertita, si girò verso Alice ,che però stava seduta sul divano. Il ragazzo scosse la testa e chiuse la porta, quindi si avvicinò a dAlice e gli chiese se volesse qualcosa da bere, quindi gli chiese "Allora, precisamente,su cosa serve una mano?"

"Bhe..." cominciò lei "in generale sulle assonometrie per lunedì, poi sulla squadratura e dopo..." "Perchè io?" La ragazza venne interrotta tanto improvvisamente quanto bruscamente.

"Come?" Chiese stupita lei "Perchè io? In classe ci sono persone più brave di me" "Il fatto è....." tentò di spiegare lei, venendo nuovamente interrotta, stavolta però da un rumore esterno.

"Lascia vado io." Disse Giovanni alzandosi, mentre Alice accendeva la televisione.

Fuori era buio, faceva fraddo e l' unica luce la forniva un lampione avvolto dalla tormenta

"Ottimo....... Alice mi sa che devi restare qui. Fuori c'è troppa neve e si sta preparando una bufera manda un messaggio ai tuoi."

Giovanni rimase a guardare la tormenta, e, mentre pure la luce dell lampione si spegneva Giovanni sent' di nuovo quella risata, come se lo stesse prendendo in giro, guardò megli e la vide, vide quella sagoma nera che lo tormentava da quella mattina. Alta, senza gambe, con dei lunghi tentacoli, che, diramandosi in lungo ed in largo stringevano la città in una morsa. Le braccia finivano in adunchi artigli, del volto vedeva solo il ghigno sporco e crudele.

Quindi dei tentacoli saettarono veloci verso la ragazza, ora dormiente, si fermarono a pochi centimetri dal viso di Alice, poi le toccarono la pelle delle braccia,lasciandoli dei lunghi e profondi tagli. La ragazza si risvegliò urlando e in quel preciso momento i tentacoli scomparvero, lasciando Giovanni terrorizzato e con un coltello sanguinante in mano

   
 
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