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Autore: tonksnape    03/04/2005    2 recensioni
La prima prova di FF. Un ipotetico inizio (da agosto a dicembre) del 6° anno per il trio e tutta Hogwarts. A voi i commenti. Grazie. I personaggi originali sono naturalmente di JKR.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Il trio protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il primo scontro

Due giorni dopo il 6° anno di Griffondoro e Serpeverde (coloro che avevano superato i G.U.F.O.) si presentò a lezione di Pozioni. L’aula era vuota, silenziosa. Tutto in perfetto ordine.

Ognuno si sistemò come meglio pensava e attesero. Anni di esercizio li avevano portati ad aspettare il silenzio in quell’aula e così fecero.

Quando l’attesa cominciava a prolungarsi oltre il normale, la porta si aprì ed entro il Professor Lupin.

Nessuno se lo aspettava e un astratto, enorme punto interrogativo comparve sulla testa di tutti i presenti.

In sei anni non si erano sentite mai notizie di una assenza di Piton. Era… impossibile!

Si guardarono l’un l’altro finché Hermione alzò la mano. Lupin , ormai alla cattedra, si ricolse alla classe e disse:

“Adesso spiego i motivi della mia presenza. Se dopo non ho risposto alla sua domanda, signorina Granger, le darò la parola. Il professor Piton è impossibilitato a fare lezione. Lo so che lo immaginate intoccabile, ma anche lui a volte si ammala. Questa è una delle volte. Niente di grave o di prolungato. Lo sostituirò, come lui ha fatto con me, fino a nuove disposizioni.”

Hermione aveva già abbassato la mano. Ma i dubbi rimanevano. Mentre Lupin tentava di spiegare la lezione ad una classe sconcertata dalla situazione, Hermione cominciava a mettere insieme le informazioni che aveva e cercava un filo conduttore. Silenziosa e assorta non aprì il libro, non lo guardò, né prese in mano il necessario per scrivere. Harry e Ron, vedendola impegnata in qualcosa di diverso dal prendere appunti, si affrettarono a sostituirla, almeno per quella volta.

Al termine della lezione, mentre andavano a pranzare, Harry chiese ad Hermione: “Cosa hai capito?”

“Sto ancora riflettendo. Piton è stato mandato da Silente a cercare informazioni. Poi lo abbiamo visto?”

“Sì.” disse Ron “A lezione. Ma mi sono chiesto come mai non c’era sugli spalti durante la partita.”

“Giusto!” Hermione si bloccò poco prima della porta che conduceva al tavolo da pranzo “Strano. Questo non è da lui.”

Harry la sospinse verso il tavolo e si sedettero a mangiare.

L’argomento principale era l’assenza del Professore di Pozioni, argomento di domande e ipotesi in ogni casa.

Nel pomeriggio le informazioni che circolavano erano numerose, ma inconcludenti.

Qualcuno aveva visto Lupin arrivare dalla stanza di Piton nei sotterranei. Altri avevano notato Tonks aggirarsi preoccupata per la scuola. Qualcuno disse di aver visto anche Moody aggirarsi vicino all’ufficio del Preside. L’aula era perfetta e tutto era al suo posto, secondo la maniacalità del professore. Qualcuno parlava di malattia contagiosa. Altri di una pozione che lo avrebbe reso impresentabile. Il commento di Ron a quest’ultima ipotesi era stato che, mancando i gemelli, era difficile che qualcuno avesse giocato uno scherzo tale ad un professore come quello.

La sera il Preside si limitò a ripetere, quasi con le stesse parole, le informazioni date da Lupin, che però non sedeva al tavolo dei professori. Tonks arrivò a cena iniziata e a quel punto se ne andò Shacklebolt.

Harry guardò Ron. C’erano troppe stranezze. Ron acconsentì a quello che Harry stava pensando.

Il mantello dell’invisibilità. Dopo l’orario del coprifuoco.

Il dubbio era se coinvolgere Hermione. Sarebbe stata disponibile a fare una indagine così fuori dalle regole?

In realtà lei stessa, mentre studiavano, dopo cena, disse: “Pensate che potremmo starci in tre?”

Ron guardò lei e guardò Harry. Harry guardò Ron e poi lei.

Hermione aggiunse: “So che avete già pensato tutto. Quando uscite? Posso venire anch’io?” Tutto era stato detto con la faccia immersa in un libro di studio di notevoli dimensioni.

 

Quando tutti erano a letto si ritrovarono in Sala Comune.

Direzione: stanza di Piton. Idee su dove fosse: un po’ confuse. Nei sotterranei sicuramente.

Harry prese la Mappa del Malandrino e la mise in funzione. Si avvolsero nel Mantello dell’invisibilità e partirono. Harry teneva la mappa, Ron faceva luce e Hermione si trovava nel mezzo.

Arrivati in vicinanza della stanza nella quale, secondo la Mappa c’erano Piton Tonks e Shacklebolt, ne videro uscire quest’ultimo. Rivolto verso l’interno stava dicendo: “Se non ce la fai questa notte, chiamami. E’ la seconda ormai.”

E si chiuse la porta dietro le spalle.

Come entrare?

Si avvicinarono. Ron alzò leggermente il mantello con la mano libera, passando sopra la testa di Hermione e lo portò sopra la serratura. Lei si avvicinò e spiò.

“Vedo Tonks vicino ad un letto. E’ una normale camera mi pare.” Sussurrò Hermione.

Si spostarono alla sinistra della porta, in attesa di qualcosa.

Dopo una decina di minuti di attesa in silenzio Tonks aprì la porta e ne uscì, lasciandola spalancata. Subito e silenziosamente entrarono.

Al centro della parete di fronte c’era un letto a baldacchino, in legno scuro coperto da lenzuola bianche. A sinistra l’intera parete era ricoperta di una libreria zeppa di libri e c’era un tavolino vicino al letto, sullo stesso lato. A destra del letto c’era un caminetto acceso che riscaldava l’ambiente. Lungo la parete di destra c’era una porta socchiusa che portava forse al bagno. Vicino un cassettone in legno, chiuso, con appoggiato sopra un mantello nero e dei vestiti neri gettati alle rinfusa. A terra un paio di stivali logori.

Vicino alla porta un appendiabiti, pieno di vestiti.

Tutta la stanza era illuminata da candele che davano una luce soffusa, ma sufficiente a rendere tutto visibile.

Nel letto, disteso con gli occhi chiusi c’era il professor Piton. Era esangue. Bianco quanto le lenzuola che lo ricoprivano quasi interamente. Erano visibili solo le braccia, allungate sulle lenzuola e la parte superiore dello sterno. C’erano delle evidenti cicatrici rosso fuoco lungo un braccio e un’altra cicatrice, più profonda, cominciava da una spalla e segnava lo sterno verso il cuore, fino a dove era possibile vedere.

I ragazzi, rimasti a bocca aperta, sentirono rientrare Tonks e si misero tra la porta del bagno e il cassettone. Potevano vedere il professore respirare regolarmente e lentamente.

Tonks appoggiò una pila di garze in fondo al letto e poi mise una mano sulla fronte di Piton, come volesse sentire se c’era febbre. L’amica aveva il volto segnato dalla stanchezza, anche se appariva efficiente e vigile.

“Come sta?” Silente era entrato silenziosamente nella stanza.

“Sempre in lento miglioramento. Adesso non soffre più quando le lenzuola vengono appoggiate alle cicatrici. Sono riuscita a fargli prendere anche del cibo solido questa sera.”

Silente lanciò uno sguardo fugace esattamente nel punto in cui i ragazzi si trovavano, attentissimi a non farsi sfuggire nessuna informazione. Fissò quel punto per alcuni secondi, con una espressione prima incerta, poi leggermente infastidita.

“Perché Professor Silente? Perché arrivare a tanto?” chiese Tonks, con lo sguardo addolorato, rivolto prima a Piton poi a Silente.

“Per loro è un traditore. E come tale va punito. Non esistono messe misure Tonks. O con Lui o con noi. Da quando Piton ha scelto noi, sapeva quali potevano essere i rischi. Quando è arrivato, anni fa, poco prima della morte dei Potter, era ridotto molto peggio. Ci sono volute settimane di duro impegno da parte di Madama Chips per riuscire a farlo guarire nel fisico e anni per riuscire a farlo guarire dal senso di colpa.

“Era necessario che ci andasse? Che si facesse riconoscere?” chiese Tonks sottovoce.

“Era necessario dal suo punto di vista. La stessa inflessibilità che ha verso gli altri la dimostra verso se stesso: la scelta che ha fatto richiede la sua totale partecipazione. Ma non si fa riconoscere. Quando cerca informazioni non ha lo stesso aspetto che ha ora. Credo abbiamo cercato nel mucchio e questa volta lo hanno preso.”

“Angimagus?” chiese, curiosa, Tonks.

“Credo possa bastare Ninfadora.” Piton aveva sussurrato la frase senza aprire gli occhi, ma con tono chiaro e deciso. “Conosci anche troppo.”

Tonks, sollevata dal sentirlo parlare, ma stizzita dalla risposta, lo osservò mentre, appoggiate le mani sul letto, si metteva seduto, appoggiandosi allo schienale, con evidenti smorfie di dolore mentre piegava braccia e sterno. Il lenzuolo scese e la cicatrice divenne ancora più visibile e spaventosa. Si fermava sotto le costole, ma sembrava pulsare e diventare più scura con il movimento. Non sembravano graffi o tagli, ma un marchio impresso a fuoco.

“Bello spettacolo, ragazza?” le chiese, sostenuto, con gli occhi ridotti a fessure. I capelli neri e lunghi ricadevano a lato del viso.

“Niente di eccezionale se si riferisce a se stesso, professore. Molto brutto se parla della cicatrice” Il sollievo di vederlo attivo, unito ai commenti spiacevoli, la resero acida.

Prese delle garze, le bagnò dentro una bacinella alla sua destra contenente un liquido bluastro, e gliele porse. “Provi ad appoggiare queste, se non le da fastidio.”

Piton si appoggiò una garza sul petto, con un leggero sussulto per la fitta di dolore. Ne avvolse altre due lungo gli avambracci, sulle cicatrici.

“Dopo quello che vi ho riferito ci sono cambiamenti o novità?” chiese rivolto a Silente

“Ne parleremo con calma domani. Non è il momento. Posso solo dirti che ci stiamo lavorando”

“Mi pareva fossimo in troppi.” Anche Piton aveva percepito la presenza di qualcun altro nella stanza, pur non riuscendo a definirlo. “I ragazzi fanno di testa loro come il solito?”

“Esatto.”

Sotto il mantello i tre amici stavano sudando freddo. Hermione vedeva fioccare punizioni, Ron compiti di Pozioni impossibili da completare, Harry sentiva la rigidità di Silente per quello che stavano facendo.

Tonks pensava fosse un cambio di argomento assurdo. Cosa c’entravano gli alunni e le lezioni? Ma rimase in silenzio. Se doveva assistere il professore quella notte, non voleva trovarsi a discutere fin dall’inizio.

Silente salutò Piton e uscì dalla stanza lasciando la porta aperta.

I tre ragazzi ne uscirono qualche secondo dopo, approfittando della situazione.

 

Rientrati in Sala Comune si misero seduti vicino al caminetto per schiarirsi le idee.

“Allora.” cominciò Hermione “Ha cercato informazioni e lo hanno preso. Per caso, ma lo hanno ferito malamente.”

“E qualcosa deve aver saputo se ha chiesto a Silente se ci fossero novità dopo quello che aveva scoperto. Avrà riferito qualcosa e stanno cercando di confermarlo o di … beh, stanno decidendo una strategia. Se ci stanno lavorando significa che vogliono fermarli o tenerli sott’occhio.” aggiunse Harry.

“Che sia un Angimagus?” chiese Ron

“Non lo so. Non mi pare ci fosse nell’elenco che ho letto… forse usa altre magie…” Hermione era dubbiosa “Ma ha detto che hanno cercato nel mucchio. Nel mucchio di cosa?”

“Non credo si trasformi in un oggetto! Forse in qualche animale che si muove in gruppo.” Propose Ron

“Esatto.” Harry era concentrato su cosa fare ora “Silente ha detto che ne avrebbero parlato domani delle novità. Cosa facciamo?”

“Cerchiamo di saperne di più” propose Ron

“Però, pensando anche al discorso dell’altro giorno …” soggiunse Hermione “Noi facciamo parte di un gruppo, dobbiamo condividere con loro tutto questo. Non possiamo fare finta che coinvolga solo noi.”

“Convochiamo l’ES. Per domani pomeriggio e sentiamo cosa dicono gli altri” disse Harry

Hermione mise in funzione la procedura per comunicare a tutti che il giorno successivo l’ES si sarebbe riunito nella Stanza delle Necessità il pomeriggio prima di cena.

 

Il mattino successivo nella stanza del Professore di Pozioni una assonnata Tonks si stava risvegliando da un profondo sonno. Aveva passato al notte nella stanza, in una comoda poltrona arancione con girasoli rossi e foglie gialle che aveva fatto comparire per l’occasione dopo una breve litigata con Piton sulla necessità di rimanere a portata di voce nel caso fosse stato male durante la notte. La notte precedente si era svegliato urlando dal dolore per quanto aveva subito.

La risposta di Piton fosse stata molto secca: “Soffro da prima di conoscerti Ninfadora, anche se per punizioni diverse da questa, e ne sono sopravvissuto da solo. Non mi serve una balia, tu non sei infermiera e non voglio immaginarti mentre mi guardi mezzo nudo in un letto!”

Tonks, per ripicca, in silenzio aveva fatto apparire la poltrona sotto lo sguardo allucinato e schifato di Piton e vi si era accoccolata sopra dandogli le spalle.

“Eviterò di prendermi un choc guardandola allora. Se ha bisogno urli!”

Durante la notte aveva avuto un solo incubo, sufficiente a far passare ad entrambi una brutta mezz’ora tra il dolore fisico dato dal movimento continuo per proteggersi dal nemico sognato, e il dolore di vederlo agitarsi, urlando in silenzio, fino a strappare le lenzuola. Nessuno dei due aveva parlato del contenuto dell’incubo, neppure mentre Tonks lo medicava e lo aiutava a sistemare le lenzuola. Avevano fatto tutto senza guardarsi, veloci, efficienti (tranne due vasi rotti da Tonks movendo bruscamente un braccio).

Piton non aveva ringraziato.

Al risveglio Tonks sentì scorrere l’acqua del lavandino in bagno.

Mentre si alzava si rese conto che qualcuno, nella notte, aveva sistemato i cuscini dietro la sua testa e le aveva messo una coperta addosso. In tinta con i girasoli. Sorrise.

 

Grazie a Caillean e daffydebby: mi fa piacere sapere che sollevo tanto entusiasmo.. è lo stesso che provo scrivendo. Seguitemi, mancano tre capitoli oltre questo. Ciao e ancora GRAZIE!

  
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