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Autore: DarkSirius    03/04/2005    3 recensioni
Il 6 anno è arrivato e la guerra fra il bene e il male è sempre più vicina. Ma sono più vicine anche verità sepolte che stanno per essere ridestate
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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C A P I T O L O 7

C  A  P  I  T  O  L  O     7

 

 

RICOMINCIA

LA SCUOLA

 

 

Ciò che aveva visto a Diagon Alley aveva lasciato Harry abbastanza perplesso. Gli occhiali che, almeno secondo una sua ipotesi, la figura misteriosa aveva perso erano troppo simili ai suoi per essere una sola coincidenza. Ron aveva ipotizzato che l’uomo misterioso altri non fosse che Harry, tornato da un futuro abbastanza prossimo con una GiraTempo, ma Hermione aveva scartato a priori questa ipotesi.

       -Con le normali GiraTempo si possono effettuare viaggi di al massimo un giorno, e questo significa che Harry dovrebbe entrare in possesso di una Clessidra entro domani!- aveva spiegato la ragazza

       -E non è possibile?- chiese Ron

       -Si, lo sarebbe, se non fosse che non avrebbe senso tornare indietro nel tempo dal domani se non devo far nulla per cambiare il corso della storia.- aveva risposto Harry. Nemmeno lui però era arrivato ad una conclusione molto più possibile.

       -Io vado a letto ragazzi. Nei prossimi giorni devo ancora finire gli addestramenti. Devo riposarmi!- aveva infine buttato lì, prima di alzarsi e salire in camera.

Arrivato al suo letto, vi si buttò sopra, e non resistette più di cinque minuti con gli occhi aperti.

Dopo pochi secondi però spalancò gli occhi sentendo un freddo improvviso.

Non era più in camera, si trovava in un cortiletto, sotto dei portici, nascosto dietro ad una colonna, ed osservava qualcosa. O meglio, qualcuno. Per la precisione un paio di persone che stavano confabulando poco distanti da lui. Riusciva a sentire i loro discorsi.

       -Dobbiamo agire in fretta, oppure Voldemort sarà troppo potente!- disse una delle due persone, entrambi Mangiamorte a giudicare dall’aspetto. Harry sapeva di aver già sentito quella voce da qualche parte, ma non rammentava dove.

       -Sai che non possiamo fare nulla finchè…- stava rispondendo la seconda, quando si fermò di colpo guardando in direzione di Harry -Ehi… chi va la?- chiese, ma non ricevette risposta. Il campo visivo di Harry era ora cambiato. Evidentemente la persona tramite la quale vedeva tutto aveva cambiato posizione. Più precisamente doveva essersi girata, e aveva anche iniziato a correre. Harry poteva sentirla ansimare, e nel contempo udiva anche i passi delle altre due figure dietro. Poco dopo, la persona fu raggiunta da uno dei due Mangiamorte che gli saltò sulle gambe, da dietro, facendolo quindi cadere. L’altro gli saltò addosso, sedendosi sopra il suo petto, e lo teneva per il colletto della vestaglia. Harry capì che gli occhi con cui stava vedendo non erano di Voldemort, ma di un suo suddito. Evidentemente aveva usato la maledizione Imperius per prenderne il controllo. Se fosse stato veramente così per gli altri due non ci sarebbe stato scampo. Ora l’Oscuro Signore sapeva che stavano tramando contro di lui.

Ma quel pensiero venne sovrastato da un’immagine impressionante per Harry. Il mangiamorte seduto sopra la persona tramite cui vedeva, abbassò un po’ il capo e così facendo si espose un poco alla luce della luna, che illuminò l’area scura sotto il cappuccio. Per un secondo, a Harry sembrò di aver scorto l’ombra del volto di suo padre sotto quel cappuccio, o di qualcuno che gli assomigliava tremendamente.

Scosso dalla visione, Harry si sveglio nel suo letto, madido di sudore, incapace di parlare.

       -Harry, cos’hai? Sembri pallido!- fu la prima cosa che si sentì dire il giorno seguente Harry, da Hermione, che come al solito aveva notato che c’era qualcosa che non andava.

       -Non è nulla. Sono solo un po’ stanco!- mentì Harry, sapendo benissimo di non essere stato per nulla convincente. PeròHermioneRon portarono avanti il discorso e lui gliene fu grato. La giornata passò senza troppi eventi degni di nota. Mentre Ron ed Hermione avevano passato il tempo in camera a preparare le ultime cose di scuola, Harry fece la sua ultima lezione di Occlumanzia con Sheyla.

       -Bene Harry. Nonostante uno scarso inizio siamo arrivati a una conclusione quanto meno decente!- aveva esclamato quest’ultima, dopo che Harry aveva per ben tre volte di fila i suoi attacchi a sorpresa. Harry non si prese neanche la briga di rispondere. Secondo lui aveva fatto dei passi da gigante. Quindi si girò e si diresse verso le scale senza nemmeno aprir bocca. Forse per questo, Sheyla decise di tentare un’ultimo attacco, che prese Harry in pieno, senza dargli il tempo di chiudere la propria mente. Ma non durò molto. Dopo aver rivisto per pochi secondi il sogno della sera prima, Harry svenne di colpo. Dopo poco aprì gli occhi, sicuro di ritrovarsi in Grimmauld Place. E invece non fu così. Si risvegliò in una stanza a lui familiare, senza però inizialmente capire dove si trovasse. Poi un particolare della stanza gli fece ricordare tutto, un arco di pietra con un velo proprio nel mezzo della sala. Era la stanza dove qualche mese prima era morto Sirius. Harry a quel ricordo a stento trattenne le lacrime, e desiderò con tutta la sua volontà di risvegliarsi. Ma una voce lo colse di sorpresa.

       -Harry…- sentì, da dietro le sue spalle. Era una voce che conosceva fin troppo bene, una voce che gli mancava da morire

       -Sirius…- disse piano voltandosi. Il suo padrino era lì davanti a lui, ma Harry sapeva che doveva essere un sogno o qualcosa del genere

       -Cosa… cosa…- stava chiedendo Harry, ma non riuscì a emettere alcun suono

       -Non c’è bisogno di parlare. So quanto ti devo mancare. E ti chiedo scusa. Ma ora devi andare avanti, hai una battaglia da vincere… E ricorda non sei solo!- disse Sirius

       -Lo so… ci sono Hermione, Ron e tutti gli altri… ma mi manchi da impazzire. Eri ciò che di più vicino a un parente mi rimaneva. Perché… Perché non sei voluto almeno tornare come fantasma?- chiese Harry con le lacrime agli occhi

       -Perché non potevo. Non era il mio compito…- rispose Sirius stranamente triste e afflitto, come se non stesse dicendo tutta la verità. Ma Harry non se ne accorse, perché il dolore lo attanagliava

       -Ora devi andare… Fammi un favore Harry… Non smettere mai di lottare. Mai!- concluse Sirius. Harry lo guardò sparire insieme a tutta la sala, mentre annuiva. Si risvegliò con Ron ed Hermione, che lo guardavano e lo chiamavano

       -Harry! Harry!- gridava Ron, tenendolo per il colletto del maglione

       -Ron…- pronunciò con voce flebile

       -Oh, grazie al cielo Harry!- esclamò Hermione sospirando.

       -Pensavamo che ti stesse succedendo qualcosa…- stava dicendo Ron quando una voce lo sovrastò

       -Perché gridavi il nome del tuo padrino?- chiese Sheyla, rivolta verso un muro

       -Il nome di…- stava dicendo Harry, ma non concluse la frase, e guardò invece i due amici in cerca di conferme, mentre si metteva seduto sul pavimento

I due annuirono

       -Sirius!- concluse Sheyla con voce tremolante –Perché gridavi il suo nome?- chiese irata, voltandosi a guardare i tre.

Harry vide che stava piangendo

       -L’ho… l’ho sognato…- si giustificò Harry

       -L’hai sognato.- ripetè Sheyla con voce vuota

       -Ma tu… lo conoscevi?- chiese Harry piano

Sheyla gli rivolse uno sguardo carico d’odio

       -Certo che lo conoscevo… Lui… lui… era tutto per me!- rispose la ragazza tremando per il pianto e per la rabbia

       -Che significa….?- stava chiedendo Ron, ma non fece in tempo a finire la frase che Sheyla gridò

       -E TU ME LO HAI PORTATO VIA!-

Harry rimase allibito. Si sentiva già molto in colpa per la morte di Sirius, senza che una semi-sconosciuta come Sheyla si mettesse ad accusarlo. Abbassò lo sguardo e non rispose

       -Altro che bambino sopravvissuto, altro che profezia…- disse con voce rabbiosa –Per me non sei che un moccioso irresponsabile… Ho perso due persone care a causa tua!- lo accusò

       -Due? E chi sarebbe la seconda?- chiese Hermione con voce dura. Harry la guardò in volto. Dai suoi occhi traspariva il fatto che fosse arrabbiata con Sheyla. Evidentemente non gli andava che trattasse in quel modo Harry

       -Mia cugina…. Lily Evans!- tuonò con tono accusatorio la ragazza.

Harry Ron ed Hermione ci rimasero di stucco. Lily Evans era cugina di Sheyla. Harry non lo aveva capito subito perché la ragazza non si era presentata con nome e cognome.

       -Tu e mia madre eravate cugine?- chiese Harry con voce roca. Ma Sheyla non rispose. Semplicemente lo guardò per un’ultima volta con gli occhi gonfi di lacrime e poi se ne andò sbattendo la porta e lasciando i tre del tutto allibiti.

       -Harry… tu non sapevi…- cercò di chiedere Ron, ed Harry scosse la testa

       -Harry, lei può avere tutte le sue ragioni, ma tu non devi ascoltarla, non devi credere neanche per un secondo che sia colpa tua ciò che è successo a Sirius o ai tuoi genitori!- esclamò Hermione guardandolo. Prima di rispondere Harry pensò alle parole di Sirius.

       -Ha ragione. Sono morte per causa mia…- rispose, poi vedendo lo sguardò dell’amica concluse la frase –Ma si sono sacrificati per me, e non posso abbattermi ora, o sarebbe un’insulto alla loro memoria!-

I tre si guardarono per un secondo. Con i suoi amici al fianco, Harry sentì di poter fare qualsiasi cosa. Tutte le sue preoccupazioni sparirono in un botto.

 

 

*

 

 

Qualche giorno dopo Harry aveva smesso di pensare alle rivelazioni di Sheyla. Aveva altro a cui pensare, visto che era arrivato il momento di tornare a scuola.

       -Forza ragazzi, svegliatevi, o non arriveremo mai in tempo alla stazione!- aveva urlato Molly alle 6 del mattino dell’1 settembre. Sembrava una cosa strana, eppure aveva ragione. Anche se erano rimasti solo in quattro a dover partire per la scuola, i ragazzi cravano un gran trambusto comunque, e alla fine, fra colazione e ricordi dell’ultimo minuto, la combriccola partì abbastanza in ritardo con le auto del ministero (mandate da Caramell di sua spontanea volontà) alla volta di King’s Cross. Non ci misero molto ad arrivare, e scaricarono velocemente i bagagli, aiutati da Fred e George che li avevano accompagnati.

       -Muoversi, su!- gridava Molly, in testa alla fila, mentre si dirigevano verso al barriera fra i binari 9 e 10. Il primo ad attraversarla fu Harry, seguito a ruota da Ginny, Fred, George, Ron, Hermione e infine la signora Weasley.

Il treno della scuola apparve davanti ai ragazzi, col suo solito aspetto vecchio, ma affascinante.

       -Forza, su, caricate i bagagli e cercate un posto, o non troverete posto. I quattro salirono sul treno e posarono i bagagli in uno scompartimento libero,

       -Harry, io e Ron dovremmo andare, sai, dobbiamo vedere gli altri Prefetti e Capiscuola.- disse Hermione. Harry che si era dimenticato di questo particolare, annuì, ma non rispose, e i due se ne andarono.

Si sedette con Ginny sui divanetti del treno

       -Finalmente si torna a scuola!- esclamò la ragazza –Sono un po’ preoccupata, sai… questo per me è l’anno dei G.U.F.O e devo impegnarmi molto.- concluse

       -Oh, è vero!- rispose Harry, ricordandosi che per la ragazza era il 5° anno –Beh, ti posso dire solo di non agitarti, sennò è finita!- disse

La ragazza gli sorrise. Poi la porta si spalancò, ed entrò una persona conosciuta dai ragazzi

       -Professor Lupin?- chiese Harry –Cosa ci fa lei qui?- continuò

       -Harry, cosa ci fai ancora qui? Vai, ti stanno aspettando!- lo rimproverò Lupin, in maniera calma

       -Chi mi sta aspettando?- chiese Harry stupito

       -I Prefetti e gli altri Capiscuola!- rispose mentre con un dito indicava il corridoio.

Harry guardò incerto Ginny che scosse le spalle

       -Resto io a far compagnia alla signorina Weasley, tu vai!- esclamò Lupin, sedendosi. Harry si alzò incerto, poi uscì dallo scompartimento e prese a camminare per il corridoio, verso l’inizio del treno, dove aveva sentito dire ci fosse la carrozza dei Prefetti e Capiscuola. Passò 5 vagoni, prima di entrare in quello giusto. Se ne accorse perché era diverso dagli altri. Era molto più lussuoso, e le pareti recavano il Blasone di Hogwarts impresso su di esse. Aprì la porta dell’unico scompartimento del vagone e si vide davanti 11 facce che lo guardavano sorprese. C’erano Ron, Hermione, Malfoy, Pansy Parkinson, Cho Chang, Ernie Mc Millan, Hanna Habbot, e altre 4 persone che Harry non riconobbe. Non poteva biasimarli se lo guardavano straniti, nemmeno lui sapeva il motivo per cui era lì.

       -Guarda chi si vede!- Esclamò Malfoy con un ghingno -Potterino! Hai forse qualche motivo per stare in questa carrozza? Ti hanno forse sostituito a Weasley?- chiese aspro e sia Harry che Ron lo fulminarono

       -Veramente mi ha mandato il professor Lupin! Ha detto che mi stavate aspettando.- disse semplicemente. Poi un ragazzo, che Harry pensò dovesse essere un Tassorosso prese parola

      -Noi stiamo aspettando solo…- ma non finì la frase. Un gufo abbastanza grosso era planato dentro la stanza da un finestrino aperto e si era diretto verso Harry.

       -C’è posta per te Harry!- esclamò Ron, e prese il gufo, togliendo la lettera che era legata alla zampa e porgendola a Harry, che l’aprì e prese a leggere.

 

Harry,

Mi spiace non essere riuscito a comunicartelo personalmente, ma come avrai notato,

non sono riuscito proprio a venire al quartier generale dell’Ordine il mese scorso.

Ti devo chiedere un grosso favore.

Purtroppo, dopo aver valutato tutti i candidati possibili,

ho dovuto ammettere che l’unico adatto al ruolo di Caposcuola per Grifondoro,

quest’anno sei tu.

Questo per darti modo di essere più attivo nella lotta contro Voldemort.

Probabilmente Hogwarts subirà degli attacchi durante l’anno. Per questo Lupin riprenderà la cattedra di Difesa.

E inoltre voglio che tu riprenda le lezioni dell’ES.

Solo per i vecchi membri!

Mi raccomando, conto su di te!

 

                                                                                 Albus Silente

 

Harry rilesse la lettera per ben due volte, prima di essere sicuro di quello che aveva letto. Silente si era finalmente deciso a metterlo in prima linea.

       -Cosa c’è scritto Harry?- chiese Hermione

Ma Harry non rispose a parole, semplicemente rovesciò nella sua mano il contenuto della busta della lettera di Silente. Una rilucente spilla da Caposcuola scivolò nella sua mano. Tutti lo guardarono sorpresi, ma la faccia che fece più divertire Harry fu quella di Malfoy. Era diventato verde dalla rabbia e iniziò a strepitare

       -Potter Caposcuola? Non è possibile, non sei del settimo anno! Protesterò con….- ma a quel puntò si zittì. Suo padre era stato arrestato qualche tempo prima, ma nessuno si prese la briga di ricordarglielo, e lui, per non scoppiare se ne andò dallo scompartimento. Erano tutti intenti a complimentarsi con Harry. Hermione e Ron erano felicissimi. I tre altri Capiscuola si presentarono

       -Piacere, io sono Amanda Sthealter, Caposcuola di Serpeverde!- ha parlare era stata una ragazza abbastanza alta, con dei capelli biondi raccolti in una coda graziosa, e degli occhi celesti. A Harry sembrava diversa da tutte le persone che erano capitate a Serpeverde, anzi, gli sembrava proprio simpatica

       -Io invece sono Eric Mc Mandar, Caposcuola di Tassorosso!- Disse un ragazzo molto alto, con dei capelli castani piuttosto lunghi, e degli occhi verde smeraldo, mentre stringeva la mano ad Harry.

Cho Chang, che era diventata Caposcuola di Corvonero invece non strinse la mano ad Harry, ma gli fece un sorriso e gli disse un semplice

       -Complimenti!-

Harry non ci fece particolare caso. Nonostante tutto però quel sorriso gli mosse qualcosa nello stomaco.

       -Harry, Malfoy però ha ragione. Come mai Silente ha scelto te?- chiese Hermione curiosa, e Harry capì che non era l’unica a cui interessava la risposta, perché tutti si avvicinarono a lui per sentire

       -Nella lettera semplicemente dice che ero il candidato migliore. Non mi da altre spiegazioni!- rispose Harry, mettendo in tasca la lettera e appuntando la spilla sul petto.

       -Bene, ora che ci siamo tutti, qualcuno mi spiega quali sono i compiti dei Caposcuola?- chiese Eric grattandosi il capo.

       -Primo, sorvegliare gli studenti delle proprie case!- rispose una voce familiare. Alastor “Malocchio” Moody era appena entrato nella carrozza.

       -Secondo- continuò –Sorvegliare i dormitori nel castello, dando una mano agli insegnanti. E terzo- sospirò e poi finì la frase –Aiutare il corpo insegnanti a proteggere il castello dagli attacchi di Lord Voldemort e dei suoi Mangiamorte.- a queste ultime parole, quasi tutte le persone nella sala fecero un saltino per la paura e indietreggiarono di parecchi passi, come se avessero  davanti Voldemort in persona.

       -Alastor, potresti cercare di essere un po’ più rassicurante ogni tanto?- chiese Harry, guardando gli altri.

       -Io vi informo sui vostri compiti. E’ giusto che sappiate! Meglio essere pronti.- rispose lui semplicemente. Amanda prese la parola

       -Quindi noi dovremmo proteggere la scuola da- deglutì –Voi-Sapete-Chi?- chiese incerta

       -Si!- rispose semplicemente Alastor

       -E come dovremmo fare? Noi non siamo all’altezza dei Mangiamorte.- esclamò Eric

       -Vi insegnerà Potter!- ribattè Malocchio indicando Harry –Silente non ti ha forse detto di continuare le lezioni dell’E.S.?- chiese. Harry annuì.

       -Cos’è l’E.S.?- chiese Amanda

       -In realtà è solo una sigla… Significa Esercito di Silente!- rispose Harry

       -Si, ne avevo sentito parlare sul Profeta verso la fine dello scorso anno.- Commentò Eric –Tu ne sei il capo, giusto?-

Harry annuì ancora.

       -Potter vi insegnerà come difendervi dagli attacchi dei Mangiamorte.- disse con semplicità Malocchio

       -Ma Alastor io…- stava ribattendo Harry, però Amanda lo sovrastò

       -Se le cose stanno così… Io ci sto!-

       -Anch’io!- esclamò Eric

       -Non ve ne pentirete, Harry è un’ottimo insegnante!- disse Cho entusiasta, e Harry si girò verso di lei.

Ma perché diamine si comporta così?” si chiese “L’anno scorso non voleva nemmeno parlarmi più, dopo la nostra ultima litigata!”. Quei pensieri lo accompagnarono fino a metà del viaggio, quando fu richiamato alla realtà da un evento insolito. La signora col carrello, che di solito passava per le carrozze a vendere dolci e altro cibo, entrò nello scompartimento e lasciò loro gratis un bel po’ di mercanzia. Harry ne fu sorpreso, di solito era abituato a comprare tutta quella roba, e invece ora gli veniva regalata.

       -Perché non ha voluto i soldi?- chiese Harry, mentre afferrava una scatola Gelatine Tuttigusti +1.

       -Privilegi da Caposcuola e da Prefetti!- commentò Amanda, mentre finiva una Cioccorana, e ne guardava la figurina, con un Silente raggiante impresso su di essa, che si muoveva da una parte all’altra della cornice. Tutti la guardarono divertiti, e sorrisero, poi si diedero alla carica dei dolci e delle cibarie che gli erano stati gentilmente donati.

Il viaggio passò veloce come non era mai stato nei 5 anni precedenti di Harry a Hogwarts. Lui, Ron ed Hermione, fecero amicizia con gli altri Caposcuola e con i Prefetti che non conoscevano piuttosto velocemente, e fra una partita a Sparaschiocco, qualche risata e parecchie discussioni sull’anno che li aspettava, si fece notte in quello che ai ragazzi sembrò a malapena un attimo.

Poco prima del loro arrivo a Hogwarts, Lupin comparve nello scompartimento.

       -Lunastorta!- esclamò Harry.

       -Piaciuta la sorpresa Harry?- chiese il professore, sorridendo.

Harry annuì.

       -E per quest’anno è solo una delle tante che Silente a in serbo per te e gli altri studenti. Ma vedrete quando arriveremo a scuola!- ribattè Lupin

       -Eh no, ora che ci ha messo la pulce nell’orecchio deve darci qualche informazione in più professor Lupin!- protestò Hermione in tono curioso

       -Primo- disse Lupin ad alta voce –Chiamatemi pure Lunastorta, o semplicemente Lupin!- esclamò sorridendo.-Secondo, per capire una delle sorprese, vi basterà guardare fuori dalla finestra esattamente…- e controllo l’orologio a pendolo dello scompartimento –Ora!-

Tutti i ragazzi presenti nella carrozza si fondarono alle finestre, come se una forza misteriosa li attirasse li.

Dietro le colline, scure ormai, per via del tramonto inoltrato, iniziarono a troneggiare le guglie del castello della scuola. Harry aveva già visto più volte quella scena e non ci trovava nulla di particolare. E così anche tutti gli altri, a quanto pareva, tranne Hermione, che a un certo punto, gridò

       -Sono tre!-

Tutti si girarono verso di lei.

       -Cosa?- chiese Ron con un’espressione supita

       -Guardate il castello, è troppo grosso per essere il solito… e inoltre ci sono tre orologi!- rispose Hermione indicando le tre torri più alte. Harry strizzò gli occhi per vedere meglio, e con suo stupore, constatò che Hermione aveva ragione. C’erano tre orologi e il castello era diventato grosso almeno il triplo del solito.

       -Cosa significa tutto questo Lunastorta?- chiese Harry, ma il professore era già sparito. Avrebbero dovuto aspettare il banchetto di inizio anno per sapere cosa era successo al castello.

Arrivati alla stazione di Hogsmeade, Harry e gli altri si diressero verso la prima carrozza libera, per arrivare più in fretta che potevano al castello. Non avevano nemmeno salutato Hagrid, che stava chiamando i ragazzi del primo anno per la traversata del lago.

       -Chissà cosa diamine ha combinato Silente stavolta!- esclamò Ron fremente di curiosità. Harry non rispose. Stava guardando fuori dalla carrozza, verso il castello, che appariva molto più imponente del solito.

Quando le carrozze si fermarono, lui Ron ed Hermione, sceserò impazienti, presero tutte le loro cose e si diressero verso l’entrata. A pochi metri dal portone, però si fermarono spaesati. Ora c’erano anche tre portoni, e non sapevano quale fosse quello giusto. Non erano gli unici, perché a poco a poco, la folla davanti al portone crebbe, e nessuno sapeva cosa fare. Poi arrivò Hagrid con i ragazzi più piccoli

       -Hey, allora, ci vogliamo muovere a entrare?- chiese guardando la folla di ragazzi.

       -E in quale portone Hagrid?- chiese Ron indicando i tre portoni di legno.

       -In questo, signorino Weasley!- esclamò una voce autoritaria. Era la Mc Granitt, appena uscita dal portone centrale.

Harry Ron ed Hermion non se lo fecero ripetere due volte, sollevarono i bagagli con la magia, ed entrarono nel castello. Tutto era rimasto uguale, le sale erano le stesse, non era aumentate di dimensione, quindi significava che i castelli erano divisi. I tre si diressero in Sala Grande.

       -Chissà che spiegazione darà Silente?- chiese Ron incuriosito, mentre si sedevano al tavolo dei Grifondoro.

       -Mi sa che dovremmo aspettare lo Smistamento, prima di saperlo!- rispose Hermione, prendendo posto accanto a Ron. Harry annuì e guardò la sedia davanti al tavolo dei professori. Vi era sopra un cappello  da mago tutto rattoppato, il Cappello Parlante. Quando tutti gli studenti furono nella sala, La Mc Granitt spuntò da una sala, con dei ragazzini di prima, e li fece fermare davanti al cappello. Questo, prese a cantare, la canzone di rito, che ogni hanno componeva per il banchetto

 

“Anno nuovo, vecchia vita,

Non sperate sia finita,

Tutto è ancor da incominciare,

Ci dobbiamo organizzare.

Come fecero i Grandi Quattro,

Prima che uno desse fuor di Matto.

Per prima cosa, bisogna imparare,

Tutti quanti son da rispettare,

Anche se avversari in gara sarete,

Unirvi contro il Male Voi dovete.

Se non capite cosa intendo,

sentite ciò che vado raccontando,

Dai miei ricordi sto per pescare,

Qualcosa che dovete in primis sapere.

Per viver qui a Hogwarts con gran diletto

Dovete giurarvi onestà e rispetto,

Come all’inizio disse Godric Grifondoro ,

Che dei quattro contava il coraggio come oro,

Come confermò Tosca Tassorosso,

Il cui motto è “Prendo ciò che posso!”

Come reputò un po’ futil Salazar Serpeverde

Che non amava la gente che il tempo così perde,

Come trovò congeniale Cosetta Corvonero,

Che preferiva lo spirito studioso a quello avventuriero.

Quindi i Quattro così iniziarono,

Su questo la loro Scuola fondarono,

E per esser sicuri che gli avi lo ricordassero,

Per evitare che fatali errori commettessero,

Me, ai loro tempi normal cappello,

Stregarono e mi diedero un gran cervello.

Poi però Uno andò per la sua strada,

Serpeverde sparì in qualche lontana contrada,

E gli altri tre, senza più litigare,

Continuarono la scuola a gestire.

Or bene attenti dove stare

Perché dividervi è il mio dovere,

Ma come ho già detto uniti sarete

Se i miei consigli ascolterete.

Non ripete l’errore di esser testardi,

oppure sarà troppo tardi.

Un vecchia minaccia è tornata dai morti,

Coi suoi vecchi seguaci dal buio risorti,

Ora è pericolosa per tutti quanti,

Se soli vi farente avanti,

Ma se insieme combatteremo,

Senza problemi la sconfiggeremo.

Odio sol odio serve a creare

Mentre l’unione serve a salvare.

Ascoltate i consigli di un vecchio cappello,

Che nulla possiede se non un cervello,

Così che io vi possa in pace smistare,

Sicuro che poi sarà l’amicizia a dominare.

Questo vi chiedo, e spero ascoltarmi  possiate,

Suvvia, vi prego, un polveroso cappello accontentate.”

 

Quando ebbe finito, la sala esplose in un applauso. La canzone del Cappello Parlante  era sempre acclamata da tutti, perchè si chiedevano come un cappello potesse pensare a certe parole. La Mc Granitt prese a chiamare a uno ad uno i nuovi iscritti alla scuola. Insieme a loro, però Harry notò che c’era una persona che non aveva mai visto prima. Era una ragazza bionda, abbastanza alta, che doveva avere l’età di Harry. La Mc Granitt si voltò per un secondo verso Silente, prima di iniziare l’appello, e il Preside le annuì, così che lei si voltò verso la ragazza dai biondi capelli e pronunciò il suo nome

       -Christine McKinnon!-

La ragazza si mise sulla sedia e si lasciò mettere in testa il Cappello Parlante. Harry la vide chiudere gli occhi, e poi, dopo qualche secondo, il cappello, gridò

       -Grifondoro!- senza commentare in alcun modo. Dopo questa breve parentesi si diede il via allo smistamento vero e proprio. La ragazza passò di fianco a Harry Ron ed Hermione per andarsi a sedere, e i due ragazzi la guardarono allibiti.

       -Quella lì è una Veela!- commentò sottovoce Ron, prima di accorgersi che Hermione lo stava fulminando. Harry però, non era della stessa idea dell’amico. Quella ragazza era umana, però era veramente molto carina. Dopo qualche secondo, Silente prese parola.

       -Bene, ora che lo smistamento è finito, è mio dovere dare il benvenuto ai nostri nuovo iscritti e il bentornato alle vecchie conoscenze!- La voce del Preside aveva riportato il silenzio totale in Sala Grande. –Per quest’anno ci sono alcune sorprese. Come avrete di certo notato, abbiamo una ragazza che si è trasferita qui da non molto. Diamo il benvenuto a Christine! –Esclamò l’anziano insegnante, e un applauso scoppiò in sala.

       -Quindi- riprese parola –Come avrete notato ancor di più, il castello si è…. Ingrandito diciamo!- e detto ciò sorrise –In realtà abbiamo alcuni ospiti quest’anno, per via dei recenti accadimenti, quindi serviva un castello un po’ più grande, o meglio, tre castelli!- esclamò, e un mormorio si diffuse fra i ragazzi.

       -Diamo il benvenuto- prese poi parola –Agli studenti delle scuole di Beuxbatons e Durmstrang!- concluse ad alta voce, battendo le mani. I muri laterali della sala grande allargarono di molto, e comparvero due grandi tavoli, uno per lato. Dalla porta centrale, entrarono poi due file di persone, al capo delle queali, c’erano due persone che Harry conosceva molto bene. Erano Madame Maxime e Igor Karkaroff, i presidi delle due scuole, seguiti dai loro studenti, e anche da qualche persona adulta, che Hermione ipotizzò essere i professori delle sue scuole straniere. Harry sapeva che di sicuro Silente li aveva invitati a passare l’anno a Hogwarts perché temeva un attacco di Voldemort. Quando comunicò questa sua idea a Ron ed Hermione, i due sembrarono essere concordi.

       -Voldemort ha ormai di nuovo i suoi poteri, dobbiamo stare attenti. Non credo che rischierà di già un attacco diretto, però…- aveva detto Harry, e i due avevano annuito.

       -Bene, ora che abbiamo finito con il benvenuto, buon appetito a tutti!- concluse Silente sedendosi sulla sua sedia. Sulle tavolate comparvero cibi di tutti i tipi e le nazionalità, evidentemente in onore degli stranieri. Harry e Ron si abbuffarono come al solito, ed Hermione, li rimproverò

       -Non vi farà certo bene mangiare così tanto!- aveva esclamato, prima che Ron tentasse di risponderle e le sputacchiasse addosso residui di cibo. A quel punto lei gli mollò un ceffone che il ragazzo incassò in pieno. Come sempre presero a litigare, ma stavolta il finale fu diverso, ed Harry scoppiò a ridere. Ron, per far smettere Hermione di parlare, le diede un bacio e questa, una volta ricompostasi, rimase zitta per tutto il resto del banchetto, sorridendo però sotto i baffi.

Una volta finito di mangiare, Silente si rialzò in piedi e battè le mani, così che tutti i piatti sparirono dai tavoli. Dopo, prese di nuovo parola.

       -Bene, prima di lasciarvi andare, vi devo dare alcune comunicazioni. L’accesso alla foresta proibita è assolutamente vietato a tutti, eccezion fatta per mie diverse disposizioni- e mentre diceva questo, Harry lo vide lanciare a lui Ron ed Hermione un occhiata fugace. –Poi, mastro Gazza mi ha pregato di informare tutti di leggere l’elenco delle cose proibite, che si trova appeso sulla porta del suo ufficio.- Silente si girò verso Gazza, che teneva in mano Ms Purr, e guardava i ragazzi con un odio, nemmeno troppo velato.

       -Per ultimo, quest’anno, la coppa di Quidditch vedrà partecipi anche le due squadre dei nostri ospiti stranieri, e verrà inoltre integrata con un altro evento che prenderà il via a Novembre, ossia, un piccolo torneo, organizzato fra le scuole, al posto della Coppa delle Case!- esclamò il Preside, e una gran confusione si formò nella sala. Silente, con un battito di mani, richiamò tutti al silenzio

       -Le modalità del torneo vi saranno comunicate al Banchetto di Halloween, quando sceglieremo le 6 squadre che parteciperanno al torneo.- concluse. Quando però la gente aveva iniziato ad alzarsi, il Preside richiamò ancora l’attenzione.

       -Un’ultima cosa!- esclamò –Vorrei che il signorino Harry Potter, la signorina Hermione Granger, e il signorino Ronald Weasley, venissero un’attimo qui.-

Harry Ron ed Hermione si guardarono. Cosa mai poteva volere Silente da loro? Senza saper cos’altro fare, i tre si avvicinarono al tavolo degli insegnanti, osservati da tutti. Quando furono davanti, Silente riprese la parola

       -Mi è stato comunicato dal Ministero, che, giorni fa, è successo un fatto singolare a Diagon Alley.- i tre si guardarono. “Si riferisce al drago?” Si chiesero con gli sguardi.

       -E… se non mi è stato comunicato il falso, voi tre avete aiutato a fermarlo. Quindi, il Ministro in persona mi ha affidato un incarico assai piacevole.- si avvicinò ai tre e prese delle medaglie a forma di 3 con una bachetta incrociata assieme al numero.

       -E’ con immenso piacere che vi conferisco, in qualità di Stregone capo del Wizengamot, l’Ordine di Merlino, Terza Classe!- disse sorridendo e appuntando le spille sul petto dei tre. La folla inizialmente in silenzio per lo stupore, scoppiò in un fragoroso applauso, quando Lupin si alzò e propose un brindisi per i tre. Tutti gli insegnanti, compreso, per gran felicità di Harry, il professor Piton, e tutti gli studenti, a parte un gruppo di serpeverde, fra cui Malfoy, acclamarono i tre per una mezz’ora buona.

La professoressa Mc Granitt andò a complimentarsi di persona

       -Congratulazioni ragazzi!-esclamò –Ah Harry, sapevi di essere diventato anche il nuovo capitano della squadra di Quidditch?- chiese e sorrise al gesto di diniego di Harry, poi aggiunse un’ultima cosa –La parola d’ordine della sala comune è “Rota Fortunae”!- detto ciò, torno dagli altri insegnanti. Dopo circa mezz’ora di festeggiamenti in Sala Grande, Silente decise che era ora di mandare nelle Sale Comuni i ragazzi. Harry si stava già allontanando, quando Hermione lo richiamò

       -Harry! Devi chiamare quelli del primo anno e portarli fino alla Torre. –

Harry, che si era completamente dimenticato di quel particolare, iniziò a gridare

       -Grifondoro, primo anno! Da questa parte prego!- Mentre i ragazzini si avvicinavano, si sentiva importante, un punto di riferimento per loro.

Giunti alle scalinate principali, parlò ancora, con un tono, che gli sembrava quello di Percy al suo primo anno.

       -Seguitemi, ma fate attenzione! Alle scale, piace cambiare- Non ebbe il tempo di finire la frase che le scale iniziarono a muoversi, spontandosi da un piano all’altro. Non ci misero molto a raggiungere il ritratto della Signora Grassa, e arrivati lì, Harry disse ai ragazzi di Grifondoro la parola d’ordine.

Nella loro stanza, Harry, Ron, Dean, Seamus e Neville restarono svegli fino a tardi a ridere e scherzare. Prima di addormentarsi Harry pensò che quell’anno era iniziato splendidamente, e che per ora, non poteva lamentarsi di nulla, nemmeno di Malfoy per una volta. Quindi si lasciò cullare dal mondo dei sogni

  
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