Allora
signori e signore, siccome per motivi
tecnici ci ho messo semplicemente una vita ad aggiornare, ho deciso che
ne
pubblicherò due in una volta. Spero che vi
piacciano… :)
Buona
lettura…
Prongsina….
Quarto
capitolo:
<<
Ciao, sono Mirko, quello nuovo. Tu chi sei? >> una voce
calda e sensuale
mi accarezzò l’orecchio.
<<
Parli con me? >> chiesi super imbarazzata. Essere una
vampira era
conveniente in casi come questo, perché non avrei potuto
diventare rossa.
Fortunatamente! Altrimenti avrei fatto concorrenza a un peperone.
Quando
mi voltai mi accorsi che lui mi stava
fissando, chissà da quanto tempo. Con la coda
dell’occhio mi resi anche conto
che mi stava porgendo una mano. Feci finta di non accorgermene. Non ero
ancora
“attrezzata” per spingermi così oltre.
<<
Mi chiamo Grace e … non sono nuova. >>
azzardai, cercando di essere
spiritosa.
Probabilmente
ci riuscii, perché alla mia battuta
seguì una sua risata.
Forse
forzata.
Forse
no.
Aveva
uno sguardo così tenerone che mi veniva
voglia di strapazzarlo di coccole.
Ma
ovviamente non potevo farlo.
Nonostante
ciò ero molto tesa e concentrata. Temevo
che lui potesse accorgersi del mio strano atteggiamento. Come avrei
potuto
giustificarlo?
Ricominciò
a parlarmi, ma, onestamente, non ero
molto attenta a quello che mi diceva.
<<
Nell’altra scuola siamo rimasti indietro col programma.
Potresti prestarmi i
tuoi appunti? >>
<<
Certo Mike… >>
<<
Mirko. >>
<<
Come? >>
<<
Mirko, mi chiamo Mirko, non Mike, Grace.
>>
<<
Sì, giusto, Mirko.
>> risi
forzatamente e terribilmente invasa dalla vergogna.
Lui
si era ricordato subito il mio nome e io no.
In
più me lo aveva fatto notare rimarcando il mio
nome, facendomelo pesare un po’.
Uffa.
<<
Potresti anche aiutarmi tu, no? Così recupero prima e te li
restituisco prima.
>> sorrise affettuosamente.
Come
potevo dire di no ad un viso così dolce?
-
Edward so che mi stai ascoltando. Non osare
ricattarmi con questa frase. –
<<
Va – va bene, quando vuoi tu. >> ricambiai il
sorriso cercando di essere
al suo pari, ma nonostante il mio fascino da vampira, mi
sembrò impossibile.
<<
Puoi venire oggi pomeriggio a casa mia, sempre se ti va.
>>
Cosa?
A casa sua?
Assolutamente
no.
Già
era difficile trattenersi solo con lui,
figurarsi con tutta l’allegra famigliola.
<<
Preferirei che ci vedessimo in biblioteca. Molti dei miei appunti
inoltre sono
già lì, e… >> che scusa
banale.
<<
Okay, come preferisci, allora a oggi pomeriggio, in biblioteca
– all’apertura –
mi raccomando! >> si alzò e andò
via, palesemente entusiasta, senza
lasciare spazio a eventuali ripensamenti.
La
lezione era finita. E per fortuna anche l’intera
giornata scolastica.
Mi
avvicinai ai miei fratelli per informarli del
mio impegno pomeridiano.
<<
Sappiamo già tutto. >> dissero tutti e sei
all’unisono.
Mi
voltai verso Alice ed Edward, stavolta con
sguardo riconoscente. Un po’ mi vergognavo a raccontare la
nostra
conversazione.
Soprattutto
quel piccolo particolare che
conoscevamo solo io ed Eddy.
Mi
avvicinai a Jasper per ringraziarlo del suo
intervanto costante. L’avevo sentito avvicinarsi durante la
lezione, e
ovviamente mi fu molto d’aiuto.
Tornammo
a casa e stavolta Carlisle era già lì.
Parlammo
tutto il tempo del mio appuntamento.
Appuntamento.
Appuntamento. Continuavo a ripetermi
la stessa parola nella testa, e ogni volta mi faceva sempre
più impressione.
<<
Potresti cambiare parola, Grace? Sei noiosa e anche un po’
snervante. >>
mi “rimproverò” Edward.
<<
E a te chi ti dice di leggermi la
mente? Ben ti sta. >> gli feci la linguaccia e scappai.
Edward,
come mi aspettavo, mi rincorse per tutta la
foresta.
Correvamo
velocissimi.
Come
due saette.
Nonostante
lui fosse più veloce di me, riuscii a
tenergli testa per un po’ utilizzando la mia
agilità, cambiando spesso e
improvvisamente direzione.
Cercavo
naturalmente di agire d’istinto per non
permettergli di conoscere tramite i miei pensieri la mia nuova meta.
Mi
distrassi per appena un secondo e lui riuscì a
recuperarmi.
Mi
si buttò di sopra e “lottammo” per un
po’. Io mi
divertivo un mondo a giocare al combattimento con Edward, Emmett e
Jasper.
Soprattutto con Em.
Rotolavamo
sull’erba come dei cuccioli di orso.
Ora
ero in vantaggio io.
Ora
lui.
Ora
io.
Ora
lui.
<<
Okay. Mi arrendo! Mi arrendo! >> esclamai con una
fragorosa risata. La
mia eco continuò a risuonare per qualche secondo tra gli
alberi.
Con
le mie orecchie riuscii ad udirla mentre si
allontanava, fino a scomparire.
<<
Chi è il più forte? >> mi ripeteva
Edward mentre tornavamo a casa.
<<
Tu, fratellino. Tu ovviamente.
>>
una
volta arrivati trovammo Jacob che giocava con
Nessie.
<<
Buon pomeriggio ragazzi. >> ci salutò,
<< spero che vi siate
divertiti… >>
<<
Sì, eccome! Ci siamo divertiti da morire! >>
risposi io e automaticamente
gli diedi un pugno sul braccio destro.
<<
Mi fa piacere per voi. Sapete, io stavo dormendo, ma sono stato
svegliato da
dei rumori fortissimi. Come dei tuoni, a ciel sereno però.
>> ci guardò
con fare accusatorio, poi vedendo che non avevamo afferrato il suo
messaggio,
continuò << insomma, fate più piano
la prossima volta. >> e allargò
le braccia stufo.
<<
Oh, scusaci Jake. Non sapevamo che stessi dormendo. >>
disse Edward
mortificato.
<<
Colpa mia. >> confessai alzando una mano e abbassando la
testa.
Jacob
ci scusò, infondo non era veramente
arrabbiato per come voleva dimostrare. Subito dopo i ragazzi si misero
alla TV
per guardare la partita di Baseball.
Esme
e Carlisle stavano cucinando il pranzo a
Jacob, Seth e Leah.
Bella,
Alice e Rose stavano giocando con Nessie.
Io
ero al computer per scrivere le mie storie.
Guardai
l’orologio in basso al monitor.
Erano
le
Mi
alzai dalla scrivania e andai da Jazz. Dovevo
chiedergli un favore.
<<
Jasper scusa, dovrei parlare con te. >>
Lui
si voltò verso di me e mi interrogò con lo
sguardo. Poi si alzò e mi seguì in garage.
<<
Dimmi Grace. Che succede? >>
<<
Nulla di particolare, Jazz. >> gli mentii,
<< ho solo bisogno del
tuo aiuto. >> stavolta fui più sincera.
<<
Cosa posso fare per te? >> mi chiese preoccupato.
<<
Vorrei che venissi con me all’appuntamento. >>
non persi tempo con giri
di parole.
<<
Cosa? E perché? >>
<<
Molto sinceramente, Jasper, io non mi fido a stare da sola con lui. Non
ancora.
>>
<<
E
io che dovrei fare? >>
<<
Quello che hai sempre fatto per me senza che te lo chiedessi. Stavolta
però
sono costretta a farlo, sono io a chiedertelo. Ti prego. Ti prego. Ti
prego.
>> lo implorai.
<<
Ma come faccio? Lui si chiederà perché sono con
voi, no? Lui vuole stare solo con
te. >>
<<
Lo so, lo so. Infatti tu non starai con noi. Non esattamente, almeno.
Per
favore Jasper non si tratta di una situazione normale. Noi siamo diversi. Io sono
diversa, e lui potrebbe
essere in pericolo con me. Non voglio essere tragica, ma è
una questione di
vita o di morte. >> cominciai ad essere più
specifica, più chiara.
<<
Ti giuro che non riesco a starti dietro. Cosa dovrei fare allora? Dove
starò?
>>
<<
Starai a qualche scrivania di distanza, farai finta di studiare o di
leggere e
controllerai le mie emozioni. Okay? Tutto chiaro? >>
<<
Sì, tutto chiaro. >>
<<
Allora? Affare fatto? >>
<<
Affare fatto. >>
_______________O°°*°°O__________________O°°*°°O___________
Grazie
mille a tutti quelli che stanno seguendo la
storia e che stanno lasciando recensioni!!!
Siete
la mia forza!!
Vi
voglio bene a tutti!! :) :) :)