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Autore: I aint bothered    12/05/2009    1 recensioni
Innanzitutto il titolo è provvisorio. non avevo proprio idea di quale mettere e ho messo quello. cmq, siamo a Forks e i personaggi sono tutti quelli della Meyer con in più alcuni inventati da me, myself and I. Ah! tenete in considerazione che Bella è trasformata, Nessie è nata ma frequentano ancora il liceo. detto questo spero che vi piaccia, ci tengo molto.. Buona lettura! Prongsina... PS: mi piacerebbe trovare numerose recensioni. grazie!! :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Et voilà! Come promesso ecco a voi il 5 capitolo della mia bellissima (si fa per dire) FF!!

 

Buona lettura!

 

Prongsina…

 

 

Quinto capitolo:

 

L’ora “X” era quasi arrivata.

Erano le 16:55 e io e Jasper partimmo alla volta della nostra meta. Più mia che sua, veramente.

Partimmo insieme, ma poi lo superai per l’eccitazione.

Mio fratello mi lasciò fare.

Dopo pochi minuti, quando arrivammo, lui era già lì che mi aspettava. Jasper mi fece l’occhiolino come segnale d’incoraggiamento ed entrò con disinvoltura in biblioteca.

Io e Mirko ci salutammo cordialmente, ma badai a non farmi baciare la guancia. La nostra differenza termica era troppo evidente e sicuramente l’avrebbe notata.

Da casa avevo portato dei guanti, cosicché non potesse sospettare niente a causa della mia pelle superfredda a contatto con la sua. Un bacio lo potevo evitare, ma una stretta di mano no.

Entrammo subito perché lui aveva freddo e io… e io finsi di sentirne come lui. In effetti era una brutta giornata e sicuramente se non fossi stata quello che ero avrei sentito molto freddo. Non potevo percepire le sensazioni come le percepivo da umana, ma sentivo l’aria frizzante che mi accarezzava il viso.

Cominciammo subito a studiare. Senza perder tempo. Vedere Jazz, sempre, in lontananza mi faceva stare più tranquilla: il piano stava funzionando alla grande. Lo sapevo che mi sarebbe stato indispensabile! Non voglio pensare a cosa sarebbe potuto accadere se non ci fosse stato lui con noi.

Dopo la mia “lezione” mi invitò a fare una passeggiata con lui, per prendere un gelato. Cercai di giustificarmi con la scusa di una dieta rigidissima che stavo seguendo, ma lui non volle sentire ragioni.

Mi disse che ero abbastanza magra da potermelo permettere, e anzi mi trovava piuttosto pallida e secondo lui un pò di zucchero mi avrebbe fatto sicuramente bene.

A questo punto non sapevo che fare. Le possibilità erano due: o gli dicevo la verità riguardo la mia particolarità, rischiando che lui cominciasse inutilmente a scappare a gambe levate, oppure facevo un piccolo sacrificio per una volta e andavo a mangiare quel maledetto gelato con lui.

Optai per la seconda.

Era di gran lunga la decisione più saggia, anche se la più scomoda.

Certo, dirgli una volta per tutte la verità sarebbe stato più semplice, anche perché mi avrebbe evitato un sacco di disagi successivi, ma non sarebbe stata la scelta più giusta. Anche perché non potevo conoscere la sua reazione. Chi mi assicurava che l’avrebbe presa bene come Bella, o se, al contrario, per la paura lo avrebbe sbandierato ai quattro venti? Per ora era meglio non rischiare. D’altronde lo conoscevo appena, poi più in là se ne sarebbe parlato.

   << Va bene, andiamo. >> improvvisai un sorriso timido. Avevo formulato tutti i miei pensieri in una frazione di secondo, così lui non notò la mia pausa, per fortuna.

   << Oh, ti sei decisa. Menomale! >> lui era assolutamente più sincero di me.

   << Vado un attimo al bagno, ti spiace? >> gli domandai, sforzandomi di essere il più credibile possibile.

   << Certo. Va’ pure. Io ti aspetto fuori. >> speravo che lo dicesse. Non volevo che mi vedesse parlare con Jasper. Ancora non si era accorto di lui e in quel modo avrei solo attirato la sua attenzione su di lui. E ciò significava che il piano saltava completamente.

Mirko si diresse verso la porta d’entrata della biblioteca e non appena fui del tutto sicura che lui non potesse vedermi andai subito da mio fratello.

   << Jasper, mi vuole portare al bar a prendere un gelato, io avevo detto di no, ma lui ha insistito e non ho potuto più rifiutare. Cosa faccio? >>

   << Beh, vai no? Perché cosa vorresti fare? >>

   << Non lo so. tu ci seguirai, vero? Ho paura a stare da sola con lui, lo sai. >>

   << Come vengo? Una cosa è in biblioteca, un’altra è al bar. Due coincidenze in una volta mi sembrano difficili nel calcolo delle probabilità. Abbi fiducia in te stessa e andrà tutto bene, vedrai. Piuttosto, non ti ha detto niente di me? >>

   << No, credo proprio che non ti abbia visto, quindi potresti pure venire con noi… >> lo implorai con lo sguardo.

   << Vediamo… >>

   << Ricordati che lo saprò… >> e mi toccai prima la punta del naso e poi le orecchie con un dito, << Ti racconto meglio dopo, comunque. Ora devo andare. Gli ho detto che dovevo andare in bagno. >> gli baciai la guancia e scappai.

   << Non riuscivo a trovare il sapone per lavarmi le mani, scusami se ti ho fatto aspettare molto. >> mi giustificai mentre uscivo e mi richiudevo la porta alle spalle.

Mi sorrise e mi strinse alla vita con un braccio.

Io ebbi un fremito di terrore, che lui interpretò come un brivido di freddo. Mi diede il suo cappotto da mettere sulle spalle. Il suo profumo mi invase tutta in un secondo. Dovevo fare come mi aveva detto Jasper: dovevo stare calma e dovevo avere fiducia in me stessa, e tutto sarebbe andato per il verso giusto.

Cercai di essere più sciolta possibile così da non permettere che si accorgesse della mia super forza. Mi lasciai guidare delicatamente dal suo braccio che mi avvolgeva la vita.

Dopo pochi passi mi voltai verso la biblioteca sicura che Jasper mi potesse vedere, e gli lanciai uno sguardo pieno di significati: paura, ansia, preghiera, ecc…

La cosa era più pericolosa di quanto mi aspettassi.

 

   
 
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