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Autore: Soul Mancini    29/10/2016    3 recensioni
"Camilla, una ragazza angelica.
Generosa, saggia, spigliata, intelligente, allegra.
Una migliore amica, una bella famiglia, voti al di sopra della sufficienza.
Insomma, proprio un tesoro.
Ma, si sa, non è tutto oro ciò che luccica.
Un'estate per cambiare, per trovare se stessa, per capire che la perfezione non esiste."
Ciao! ;)
Premetto che quando, anni fa, ho cominciato a scrivere questa storia, non avrei mai pensato che sarebbe andata a finire così.
Vi spiego da cosa è nata quest'idea: dopo aver letto innumerevoli romanzi e storie, mi sono decisamente stancata di protagonisti simpatici, saggi, mai in torto. Allora mi sono chiesta: "Perché non scrivere una storia dove la protagonista è così insopportabile da non trovare nessun modo per giustificarla?"
Ed ecco cosa ne è venuto fuori. Sarò riuscita nell'intento di farla odiare anche a voi lettori?
Se pensate di conoscere le persone peggiori del pianeta, leggete e cambierete idea! ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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ReggaeFamily

C'è sempre una prima volta



Domenica arrivò prima che me ne accorgessi e alle cinque del pomeriggio ero già a casa di Diego.

Tra poco arriva Gaia per salutarci. Partono stasera” annunciò il mio amico con un'espressione triste. Poche volte lo avevo visto in quello stato.

Dai Diego, sarà molto più facile di quel che pensi!”

In realtà non ne avevo idea, non avevo mai avuto una relazione a distanza.

Alle cinque e mezza Gaia arrivò con in mano dei regali per me e Diego. Anche lui le aveva fatto un regalo, mentre io non avevo pensato a niente.

Diego le aveva regalato una maglietta con una loro foto assieme stampata sopra. Quando Gaia la vide, il suo volto si illuminò e gli promise che l'avrebbe usata.

Lei gli regalò un bellissimo ciondolo con una G.

Comprartelo con la D di Diego sarebbe stato troppo scontato, così te l'ho regalato con la G di Gaia. Che ne dici?” spiegò lei sorridendo.

Lui apprezzò tantissimo il gesto e indossò subito la collana.

Io ricevetti un bellissimo braccialetto di pietre colorate. Quel bracciale mi avrebbe ricordato per sempre quell'estate magica, magnifica e orrenda allo stesso tempo.

Alle sette Gaia dovette scappare. Prima di scendere i due piccioncini si scambiarono l'ultimo bacio.

Vederli insieme in quel modo era strano, non riuscivo a guardare; era la prima volta che lo facevano di fronte a me e avrebbero anche potuto risparmiarselo!

All'ingresso Gaia mi diede un veloce bacio sulla guancia e un leggero abbraccio. Ma come si permetteva? Ci conoscevamo appena e non mi stava per niente simpatica! Ero felice che se ne stesse finalmente andando!

Diego rimase a guardare la macchina della famiglia di Gaia che si allontanava, finché non scomparve all'orizzonte, poi salimmo in camera sua.

Lui scoppiò a piangere inaspettatamente. Non lo avevo mai visto piangere, non sapevo che fare, così mi sedetti accanto a lui sul letto e gli circondai le spalle con un braccio.

Tranquillo Die, lo so che è un momento difficile, ma passerà anche questo. Devi avere coraggio” tentai di rassicurarlo.

Tu non hai idea di quanto sia difficile, credimi. Io sono davvero innamorato di lei!” piagnucolò, facendomi saltare per l'ennesima volta i nervi.

Già, era molto più coinvolto rispetto a quando stava con me.

Lo consolai finché ne ebbe bisogno, ma la verità era che io mi sentivo esausta e non ne potevo più di stargli vicino e sostenerlo.


Mancava circa una settimana alla riapertura delle scuole e io, anche se può sembrare strano, non vedevo l'ora che quel giorno arrivasse.

Era un afoso pomeriggio di inizio settembre. Il sole splendeva nell'immenso azzurro del cielo e le strade del paese erano deserte, mentre l'asfalto ribolliva per via del troppo calore.

Proprio quel giorno decisi di fare una follia, ovvero andare a fare una passeggiata e visitare i luoghi in cui si erano svolte le situazioni più importanti della mia estate.

Per prima cosa entrai al parco. Era da parecchio tempo che non ci mettevo piede, e i ricordi mi travolsero come un fiume in piena.

Vidi la panchina in cui eravamo sedute io e Nadia quando avevo visto Diego per la prima volta, la stessa panchina in cui avevo baciato Charlie e tradito Ismaele; osservai il prato dove avevo baciato Ismaele e tradito Diego; scorsi anche l'albero sotto il quale avvenne la prima conversazione con Diego.

Ricordi, troppi ricordi.

Uscii dal parco e mi diressi verso il Lovers, quello che per due settimane era stato il locale preferito da me e Diego. Non entrai nel bar, ero da sola e non mi andava di sentirmi fuori luogo in mezzo a tutte quelle coppiette felici. Attraverso la vetrata, nell'angolo sinistro, scorsi il tavolino in cui io e lui ci sedevamo sempre, ora occupato da un'altra coppia.

La terza tappa fu il boschetto dietro la casa di Ismaele, protagonista della maggior parte dei nostri incontri. Quando arrivai, fu come se non fossi mai andata via da lì; mi ricordavo ogni centimetro, lo conoscevo troppo bene per scordarmelo, lo avevo amato in una maniera assoluta. Tuttavia non mi addentrai tra gli alberi, non volevo rischiare di imbattermi in Ismaele, mi sarei sentita terribilmente a disagio.

C'era un altro luogo in cui dovevo tornare, anche se avrebbe destato dei ricordi negativi: il posto in cui avevo incontrato Matteo e i suoi amici. Avevo paura di trovarli nuovamente lì, ma ero determinata a portare a termine il mio viaggio a ritroso nel tempo.

Quando vi giunsi, scorsi subito il vicoletto dove Matteo mi aveva condotto, e un brivido mi attraversò la schiena.

Decisi di sostare nella piazzetta situata di fronte al bar dove io e Diego avevamo litigato quel giorno; mi sedetti su una panchina per riprendere fiato dopo la camminata sotto il sole.

Trascorsero alcuni minuti, nei quali rimasi immobile e assorta nei miei pensieri, finché qualcuno non mi sfiorò la spalla.

Ciao bambina” esordì una voce in tono mellifluo.

Quando mi voltai, rimasi pietrificata in preda al terrore: Renzo si era comodamente stravaccato sulla panchina al mio fianco, con un sorriso malizioso dipinto in volto. Renzo, l'amico di Matteo, l'ultima persona che avrei voluto incontrare.

È da molto che non passi da queste parti, Camilla. Sei sempre fidanzata con quel tizio sfigato dell'altra volta?”

Era totalmente rilassato, come se questa conversazione fosse la cosa più naturale del mondo.

Cosa vuoi da me? Sappi che non sono disposta a darti niente!” ribattei in tono sprezzante, incrociando le braccia sul petto.

Perché ti comporti così? Non ti ho fatto niente, l'altra volta non me ne hai dato l'opportunità.”

Sbuffai. “Ma non hai degli amici con cui passare il tempo?!”

Cercavo di mantenere la calma, ma in realtà ero terrorizzata.

Cami, per favore! Non fare tanto la preziosa, lo sappiamo entrambi che non sei così!”

Lo fulminai con lo sguardo. “Io non voglio avere niente a che fare con te, non l'hai ancora capito?” ruggii.

Lui mi si avvicinò pericolosamente, mi afferrò le mani e cominciò a sussurrare a un centimetro dal mio orecchio: “Camilla, non sai quanto ho pensato a te in tutto questo tempo... il tuo modo di fare da dura mi ha conquistato, tu per me sei l'unica... farei di tutto per stare al tuo fianco. Ti voglio. Ti prego, lascia che io mi prenda cura di te, tesoro.”

Un'ondata di adrenalina inondò completamente il mio corpo. Ma non era paura: il suo modo di parlare, le sue promesse, le lusinghe... mi amava, io lo sapevo, lo sentivo!

Presi seriamente in considerazione la sua offerta. In fondo, cosa avevo da perdere? Mi sarei lasciata andare per una volta soltanto, ero curiosa di sapere cosa si provasse, io e Renzo saremmo stati bene insieme e avremmo finito per innamorarci l'uno dell'altra.

Lasciai al mio corpo la decisione definitiva. E il mio corpo lo voleva.

Sì Renzo, ti prego, lo voglio fare...” sussurrai emozionata.

Lui cominciò a mordicchiarmi il lobo dell'orecchio e io capii che stava per succedere qualcosa di incredibile, e un incendio divampò dentro di me.

Mi aggrappai a lui. Renzo passò alle mie labbra, regalandomi un bacio violento, impaziente, qualcosa che non avevo mai sperimentato prima d'allora. E mi piaceva da morire.

Non mi sembra il caso di rimanere qui in bella vista” constatai in un sussurrò colmo di desiderio.

Hai ragione. Seguimi, ma facciamo in fretta, non resisto più” rispose Renzo, afferrandomi per un polso e strattonandomi via dalla panchina.

Corremmo verso il palazzo abbandonato dell'altra volta. Quando arrivammo all'interno, notai un lenzuolo malridotto gettato sul pavimento e mi chiesi se davvero dovessimo farlo lì.

Ma Renzo interruppe i miei pensieri, mormorando: “Cami, spogliati, dai...”

Sarebbe potuto sembrare un ordine, ma lui lo disse con una tale dolcezza, e non potei fare a meno di ubbidire.

Mi sfilai il top e i pantaloncini, mentre lui faceva lo stesso. Poi non resistette più, e mi trascinò su quel lenzuolo, senza nemmeno preoccuparsi di sistemarlo.

Quel che accadde dopo, beh, non lo saprei spiegare. Renzo con me fu splendido, sapeva esattamente cosa voleva il mio corpo e mi fece provare delle sensazioni uniche. Non mi pentii affatto della mia scelta, sarei stata con lui ore e ore a farmi coccolare e amare in quel modo dolce e rude allo stesso tempo.

Tuttavia, un'ora dopo, ci stavamo già rivestendo e io ero completamente frastornata, mentre lui era tale e quale a quando l'avevo incontrato.

Ehm, per sicurezza, prendi la pillola del giorno, non vorrei ritrovarmi con un marmocchio tra nove mesi” spezzò il silenzio Renzo in tono piatto.

Cosa?! Ma certo, lo so, non sono così sprovveduta! Grazie Renzo, io... sono senza parole. Sei il primo ragazzo che mi ha fatto davvero sognare!” esclamai in brodo di giuggiole.

Figurati piccola, sempre a tua disposizione!”

Beh, ecco... non so quando lo rifaremo, io sono molto indecisa... ma spero che avrai pazienza e non mi tradirai alla prima occasione. Perché adesso stiamo insieme, vero?” domandai, mentre uscivamo alla luce del sole.

Lui scoppiò a ridere di gusto, rovesciando la testa all'indietro. “No, non ci credo, ci sono riuscito! Un'altra che crede a tutte le cazzate che dico, sono un grande! Avevo ragione, una puttanella come tutte le altre! Questa devo proprio dirla a Matte e gli altri! Ma secondo te, sono il tipo da relazioni serie?! Ah, voglio darti un consiglio: prima di fidarti ciecamente di tutti, assicurati di sapere con chi hai a che fare! Non ci posso credere, che idiota questa qua!”

E se ne andò sghignazzando, lasciandomi lì, impalata e con le lacrime agli occhi.

Nella mia vita era successo di tutto, ma niente mi aveva ferito come quello che accadde quel giorno.

Renzo si era approfittato di me, illudendomi che saremmo stati insieme, mentre invece mi aveva abbandonato e riso in faccia. Stavo malissimo.

Ci avevo creduto, eppure avrei dovuto imparare la lezione già da tempo, ricordandomi del giorno in cui Matteo mi aveva ingannato; invece ero stata ingenua e avevo voluto credere a quello che uno sconosciuto qualsiasi mi aveva propinato.

Certo, mi era piaciuto, ma avevo sprecato una delle sperienze più importanti della mia vita con uno stronzo qualunque.

Scoppiai a piangere e mi accasciai a terra con la schiena contro il muro. Cos'avevo fatto di male?

Io, Camilla, quella che non vedeva di buon occhio le sgualdrine, la classica ragazza pudica e ragionevole, proprio io mi ero lasciata convincere a perdere la mia verginità a quattordici anni!

Non avevo voglia di continuare il mio tour per il paese, ero troppo scossa. Così, quando riuscii a riprendermi, cominciai a passeggiare senza una meta precisa.

Mi sentivo strana, diversa, qualcosa in me era cambiato per sempre. Quell'estate era stata molto significativa per me, avrei iniziato il secondo anno di liceo con una nuova mentalità, un nuovo modo di pensare, uno spirito diverso.

Tornai a casa alle otto e un quarto, completamente rilassata. In fondo non avevo fatto una cosa poi tanto grave, fare l'amore era naturale, no?

Non raccontai niente a nessuno, era qualcosa di troppo personale e nessuno avrebbe approvato e capito.

Certo, Diego era mio amico, ma non me la sentivo di confidargli un'esperienza del genere. Per quanto riguardava Rachele, non sapeva quasi niente di me ed era troppo ingenua, l'avrei turbata troppo con quella confessione.

Dopo cena mi rinchiusi in camera e mi sdraiai sul letto a riflettere.

In fondo Renzo mi piaceva, non potevo farci niente. Continuavo a non pentirmi di quel che avevo fatto.

Però mi sembrava strano: io ero sempre stata contraria a queste cose, eppure proprio io, il 7 settembre, a sedici giorni dal mio quindicesimo compleanno, avevo fatto sesso per la prima volta.

Con Renzo.



* * *


Scusate un attimo *corre a vomitare*

Bene, quindi... non mi pare ci sia nulla da aggiungere per quanto riguarda questo capitolo, si commenta da sé... lascio a voi la parola! Sempre se avete il coraggio di commentare questo schifo...

Ormai stiamo per giungere al termine anche di questa avventura, miei cari! Però, mentre aspettiamo il gran finale (?), ci tengo a ringraziarvi per il vostro prezioso supporto! Siete stati davvero coraggiosi a leggere e seguire questa specie di storia, capitolo dopo capitolo, mentre Camilla cadeva sempre più in basso!

Vi prometto che le farò leggere i vostri insulti per lei!!! :3

Grazie ancora a tutti e al prossimo capitolo! ♥


   
 
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