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Autore: KathPierce    30/10/2016    1 recensioni
“ Cara prima pagina del mio diario [...] semplicemente questa è la mia storia. La storia di Elena Gilbert. ”
Elena all'apparenza è una ragazza come tante, con un fidanzato dagli occhi di ghiaccio e delle amiche amorevoli. Ma chi la conosce veramente sa che non è un'adolescente qualsiasi: è un vampiro. Alla sua assurda storia e a quella di Stefan, Damon, Caroline, Bonnie, Matt, Tyler si intrecciano quelle della saggia streghetta Claire, del vampiro millenario Margaret, del folle stregone Jackson, dei fratelli Originali contro Klaus, del talismano da tempo cercato dalle streghe. Tanti intrecci, tante verità celate, tanti patti ma anche tanto amore, tanta positività. Perché in fondo siamo a Mystic Falls, gente.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Anna/Jeremy, Caroline/Tyler, Damon/Elena, Katherine/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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La sera di Natale era giunta in fretta e la maggior parte dei cittadini di Mystic Falls attendevano impazienti il cenone che ogni anno si svolgeva in una delle piazze principali della città, allestite sempre in modo impeccabile per l'occasione. Era un modo per fare nuove conoscenze e preservare il vero spirito natalizio, basato sull'unione. Molte persone erano già uscite per occupare i primi posti e pian piano il buio era calato, facendo accendere le lucine di alberelli, balconi, finestre e illuminando tutto in modo più che magico.
A casa Gilbert, dopo un cambio di programma dell'ultimo minuto, si sarebbe svolta la solita cena alla quale avrebbero partecipato tutti i parenti e gli amici della famiglia, a partire da Elena, Matt, Caroline, continuando così con tutti i nomi di quel gruppetto di persone che ormai si conoscevano da anni e provavano un bene immenso l'una per l'altra.
Verso le nove si riunirono tutti nell'abitazione, portando con sé alcuni piatti da loro preparati, regali, lettere e qualsiasi cosa che avrebbero condiviso con gli altri durante quella serata.
Per Elena era arrivato il momento di esporre il suo piccolo discorso sul Natale, che preparava ogni volta con cura e molte settimane di anticipo e che ogni anno era sempre diverso e sempre più emozionante per tutti i presenti. Si fece strada tra gli invitati, alzandosi leggermente in punta di piedi e sorrise radiosa, osservando il salotto di casa pieno di volti con la sua stessa espressione.
- Sapete ormai tutti che il Natale è sempre stata una delle mie feste preferite. Sin da piccola, ho sempre amato festeggiarlo con i miei genitori, che puntualmente chiamavano in casa ogni persona che conoscevano e organizzavano pranzi, cene, feste, condividendo tutto ciò che avevano con gli altri, come se fossimo tutti una grande famiglia, anche senza un legame di sangue. Il primo Dicembre dopo l'incidente, ricordo che il Natale era stato per me una tortura, un sofferente ricordo degli anni precedenti trascorsi con mia mamma e mio papà che ormai non c'erano più. Quasi non mi ero accorta che accanto a me c'erano molte altre persone che mi volevano bene e mi sarebbero state accanto, nonostante tutto, così l'anno dopo promisi a me stessa che quel Natale me lo sarei goduto al massimo, che mi sarei divertita, avrei sorriso al futuro e smesso di stare ferma nel passato. Così è stato, lo passai con Jeremy, John, Alaric,  Jenna e molti di voi; abbiamo giocato a tombola, a bingo, a carte. Stasera, posso affermare con sicurezza che sono davvero felice, felice con la 'F' maiuscola e sono fiera di celebrarlo qui con voi e insieme a Damon. Buon Natale a tutti! -
Damon, che durante il discorso era rimasto a guardarla negli occhi, quasi incantato da quelle parole così dolci che si vedeva le venivano dal cuore, in un primo momento quasi non si accorse che l'aveva nominato. Realizzò il tutto solo pochi attimi dopo, rimanendo quasi spiazzato di fronte a quella cosa così piccola, ma per lui così significativa. Era ancora strano pensare che Elena, dopo tanto tempo, aveva capito di amarlo e che in quel momento i due erano in una relazione. Il fatto che lei ne fosse così contenta e non avesse problemi a farlo sapere a tutte quelle persone, molte delle quali l'avevano sempre criticato, sembrava troppo bello per essere vero.
Allungò la mano, protendendola lentamente verso la sua e intrecciando le loro dita in un incastro perfetto. Si scambiarono uno sguardo complice, finché Damon non allungò un angolo della bocca in un sorrisetto e si avvicinò al suo volto, lasciandole un tenero bacio sulle labbra che avrebbe voluto durasse per sempre.
Alcuni presenti applaudirono il discorso ricambiando gli auguri, altri fecero un brindisi e tutti pian piano iniziarono a cenare. Jeremy, impaziente com'era, si era messo ad aprire i pacchetti regalo per lui mentre mangiava, sporcando la tovaglia nuova di zecca e guadagnandosi le occhiatacce di zia Jenna; intanto, Tyler e Caroline erano scoppiati a ridere all'unisono per una battuta di Matt, che già indossava la camicia regalatagli da Stefan. Ognuno sembrava completamente a proprio agio e non c'era cosa più bella.

- Ecco il mio regalo.- Saltellò Caroline. - Coraggio, aprilo! -
Tyler sorrise, scartando il piccolo pacchetto blu e vide davanti ai suoi occhi una scatola trasparente, dalla quale si intravedeva un orologio grigio perla con delle lancette argentate, bellissimo e sicuramente anche costoso. Caroline era fatta così, voleva sempre che tutto fosse perfetto nei minimi dettagli, regali di Natale compresi.
- Ma.. è fantastico! Grazie Car. - Fu la risposta entusiasta del ragazzo, che aveva subito cercato di aprire la scatolina di plastica per indossare l'orologio.
- So che non ne hai mai avuto uno durante gli allenamenti, perciò ecco qui un orologio da polso. Per misurare il tempo che ci separa quando siamo lontani.
Oh, e si illumina anche! O almeno la pubblicità diceva così. -
- Proverò stanotte allora. Ti amo. -
- Anch'io, un sacco. -
Caroline portò le mani sul viso di Tyler, baciandolo dolcemente sulle labbra e accoccolandosi a lui, poggiando la testa sulla sua spalla. Quando erano vicini si sentiva sempre al sicuro, come se nulla avrebbe mai potuto farle del male e non poteva negare che era la sensazione più bella del mondo. Sentirsi protetta da qualcuno era una cosa che non c'era mai stata nella sua vita, ma finalmente aveva trovato la persona giusta. La sua persona. Tyler lo era.
 
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Più in lontananza, Elena stava aspettando che Damon le portasse il drink che avrebbe benissimo preso da sola, se solo lui non si fosse messo a fare il gentiluomo. Stefan ne approfittò per avvicinarsi a lei con un sorriso un po' imbarazzato e le mani nascoste dietro la schiena, come a non far vedere qualcosa. La ragazza notò il suo strano comportamento e con un mezzo sorriso, alzò un sopracciglio.
- Tranquillo, non si è notato che stai nascondendo un regalo. Assolutamente no, anzi. - Esclamò divertita, ridacchiando.
- Mmh, tu dici? - Stefan assunse un'espressione seria del tutto finta, aguzzando la vista in modo scherzoso, per poi scoppiare a ridere e mostrare il pacchetto perfettamente sigillato da un fiocchetto bianco.
Elena posò lo sguardo sul regalo, sorridendo e quando il ragazzo lo spinse verso di lei, tirò leggermente il nastro di raso, lasciando che si sciogliesse e ricadesse nella sua mano. Alzò il coperchio della scatolina e vide un piccolo bracciale d’argento, con il ciondolo di un cuore sul quale era incastonata una piccola pietra luminosa. Era semplicissimo, eppure l’aveva stupita così tanto da lasciarla con un sorriso meravigliato per un minuto buono.
Stefan si era limitato a guardarla, allungando appena gli angoli della bocca, contento del fatto che quel piccolo dono fosse riuscito a farli sentire vicini come lo erano stati una volta. Isolati dal mondo e dalle preoccupazioni esterne, in quel momento c’erano solo loro due in quella stanza, con i loro sguardi persi.
- E’… bellissimo. -  Sospirò lei, inclinando la testa per continuare ad ammirare il gioiello. – Grazie, davvero. -
Stefan annuì lentamente, alzando gli occhi per incrociare quelli da cerbiatta della ragazza. Il sorriso gli scomparve dalle labbra appena vide la figura slanciata di Damon
avvicinarsi ad Elena, portando una mano sulla sua spalla e porgendole un bicchiere di cioccolata calda.
Lei, colta alla sprovvista dal suo arrivo, ripose il ciondolo nella scatolina e si voltò per sorridergli. Damon le si avvicinò, premendo dolcemente le labbra contro le sue in un bacio che si sciolse dopo qualche attimo.
A quel punto Stefan abbassò leggermente lo sguardo, per poi allontanarsi dalla coppia. Vedere suo fratello ed Elena insieme era ancora difficile per lui; in cuor suo, l'amore per lei non era mai svanito del tutto e nei momenti che trascorrevano insieme, i suoi sentimenti si facevano sempre più sentire. Per quanto cercasse di reprimerli o nasconderli, in un modo o nell'altro riuscivano sempre a tornare a galla. A volte ne parlava con Caroline e lei gli ripeteva sempre che un giorno si sarebbe innamorato di qualcun'altro e dimenticare Elena sarebbe risultato naturale. * Più ci rifletteva su e più, invece, si domandava se quel giorno sarebbe mai arrivato.
 
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- Jeremy, puoi passarmi quel piatto laggiù? -
- Questo? -
- No, quello a destra!
- Questo qui? -
- No! Jeremy, la destra è l'altra! -
- Oh, aspetta.. questo? - Esclamò per la terza volta il fratello minore di Elena, indicando un piatto poggiato sulla parte sinistra del lavandino. Zia Jenna lo fulminò con lo sguardo e il ragazzo scoppiò in una sonora risata. - Scherzavo, scherzavo. Tieni. -
Tutti gli ospiti stavano trascorrendo il Natale nel miglior modo possibile, tra chiacchierate su programmi televisivi e scorpacciate di biscotti. Jenna, intanto, aveva deciso di iniziare a sparecchiare e Jeremy, da bravo nipote, si era precipitato ad aiutarla. I due si divertivano sempre quando erano insieme e nonostante il loro rapporto fosse un continuo di alti e bassi, alla fine il loro affetto reciproco vinceva su tutto. Sua zia era stata, per Jeremy, il suo unico punto di riferimento, insieme ad Elena, dopo la morte dei genitori; era diventata come una madre per loro due e doveva ammettere che era terribilmente brava in tutto ciò che faceva.
- Come sta andando la serata? - Domandò Jeremy alla zia, mentre strofinava del detersivo su uno dei piatti.
- Benissimo, direi. Non si è lamentato nessuno finora. - Rispose lei, facendo spallucce e improvvisando una smorfia che sembrava un mezzo sorriso.
Il Natale a casa Gilbert era ogni anno più bello ed emozionante e non era mai successo niente di abbastanza brutto da rovinarlo, tralasciando la volta in cui Logan Fell aveva fatto cadere di proposito l'albero che tutta la famiglia aveva perfezionato per più di un mese e rotto una delle decorazioni più belle. Da allora Jenna aveva evitato di incontrarlo perché più lui la sommergeva di scuse e regali per farsi perdonare, più lei ne usciva infastidita; era stata la ciliegina sulla torta che aveva reso la rottura definitiva.
- Dobbiamo andare avanti ancora per molto? - Jeremy fece schioccare la lingua, prendendo un piatto già pulito e mettendolo sopra a quella che stava diventando una pila bella grande. - Vorrei tornare a festeggiare. Sai com'è -- è Natale! -
Jenna smise con le pulizie e guardò il nipote, che come un bambino stava sporgendo il labbro inferiore in un'espressione da cucciolo alla quale era impossibile resistere. Ridacchiando, gli diede un buffetto sulla spalla e annuì, alzando subito un dito per le solite raccomandazioni. - Va bene, ti lascio andare, anche se la pulizia dei piatti
è un rituale natalizio molto, mooolto importante. Ma non provare ad ubriacarti o saranno guai seri, giovanotto! Mi hai sentito? -
- Sì, okay, okay! Ho sentito. - Ripetè a bassa voce il ragazzo, uscendo dalla stanza mentre ancorava stava ridendo.
 
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Elena portò il bicchiere dalle decorazioni natalizie alle labbra, sorseggiando la poca cioccolata calda che era rimasta. Seguì con lo sguardo i movimenti dei presenti, cercando i suoi amici più stretti. Vedeva Damon parlare con Caroline e, non troppo lontano, Stefan punzecchiare Tyler come erano soliti fare. Ma c'era qualcuno che mancava... Bonnie. Non si era presentata quel giorno, mentre lei era sempre una delle più puntuali per ogni incontro, soprattutto quando si trattava di eventi importanti come il Natale. Non ricordava un anno in cui Elena non lo avesse trascorso con le sue due migliori amiche, che fosse a casa o in qualsiasi altro posto.
La sua assenza era strana e molto, molto sospetta. Sapeva bene che Bonnie non aveva ancora superato l'abbandono della madre, il fatto che se ne fosse andata senza dire nulla e l'avesse lasciata a sua nonna come se nulla fosse; ma sapeva anche che la stessa Bonnie aveva sempre messo gli amici al primo posto e se avesse avuto qualche problema, di qualsiasi tipo, l'avrebbe condiviso con qualcuno. Avrebbe avvisato e da parte sua non era arrivato proprio nessun avviso.
Elena frugò nella sua tasca, pescando il cellulare e digitando il nome dell'amica nella rubrica. Fece la rampa di scale che conduceva al bagno e chiuse la porta, per evitare di sentire tutto il rumore e la musica della festa. Premette il tasto di chiamata e attese per quella che era sembrata un'eternità.
Aveva paura. Mystic Falls non era di certo la città più sicura e tranquilla dove vivere, anzi. Ma nonostante temere costantemente per la vita dei propri amici fosse insopportabile, era casa sua e di tutti loro. Erano nati e cresciuti lì e avevano tutti intenzione di crescere lì anche i loro figli, per questo continuavano a proteggere la città dai suoi mille pericoli.
La ragazza sospirò. Non avrebbe ricevuto risposta, lo sapeva. Staccò il telefono dall'orecchio, quando sentì finalmente una voce familiare.
- Hey, Elena! - La salutò Bonnie. - Tutto bene? -
Elena sorrise per un istante, ma subito dopo assunse un'espressione diversa, aggrottando le sopracciglia. - Bonnie! Ti stavo cercando, non sei venuta a festeggiare il Natale con noi. Ci siamo tutti. -
Avrebbe compreso l'idea di un imprevisto, un impegno molto importante, una decisione dell'ultimo momento, ma l'amica sembrava nascondere molto di più.
- Oh, io.. non credo che-- cioè--... sì, hai ragione. Io mi sono completamente dimenticata di avvisarti, mio padre mi ha fatto una sorpresa e siamo stati al--- in montagna, stiamo tornando a Mystic Falls. Non volevo farti preoccupare, scusami. Sto arrivando! - Balbettò la ragazza, dall'altro capo del telefono.
Elena sospirò, cercando di rilassarsi, quasi incrociando mentalmente le dita nella speranza che fosse tutto a posto come l'aveva descritto Bonnie.
- Va bene, tranquilla! Ti aspettiamo. - Sorrise, chiudendo la telefonata e riponendo il cellulare al suo posto.
Uscì dal bagno, scendendo le scale e tornando nel salone, alla ricerca di Caroline. Era affezionata a Bonnie tanto quanto lo era lei, perciò sarebbe stato opportuno parlargliene e avvisarla dell'accaduto. Per quanto cercasse di nasconderlo, aveva un terribile presentimento e le parole della streghetta non erano state rassicuranti.

Sentì un tocco sul braccio, una stretta che divenne più decisa e che la fece fare una piccola giravolta, fino a trovarsi a pochi centimetri dal volto di Damon, tanto da sfiorare il naso con il suo. Sorridere le venne spontaneo di fronte a quello sguardo di ghiaccio che la incatenava a lui ogni volta.
- Allora, Miss Preoccupazione, hai intenzione di dirmi cosa succede o dovrò provare a indovinare? Perché sono molto bravo con gli indovinelli, eh. -
Elena abbassò lo sguardò, scoppiando a ridere. Ogni volta che si guardavano negli occhi, sentiva come se lui riuscisse a leggerle nel pensiero. I suoi pensieri, i suoi sentimenti. Riusciva a capire tutto, come se avesse di fronte un libro aperto.
- Non ho niente. - Rispose, alzando il viso e incurvando le labbra in un sorriso non appena notò l'occhiataccia che le stava riservando Damon. - Davvero. Ero solo preoccupata per Bonnie, non si è presentata, ma ha detto che sta per arrivare quindi sono tranquilla. -
Damon fece una smorfia, abbassando gli angoli della bocca. - Scusa convincente, brava. –
Elena fece scivolare le dita affusolate lungo il colletto della camicia del ragazzo, stirandolo con un movimento delicato, per poi tirare la stoffa morbida verso di sé e avvicinare il corpo al suo in un attimo. Gli occhi azzurri e glaciali di Damon incrociarono quelli da cerbiatta della ragazza, che scesero immediatamente sulle loro labbra che si stavano sfiorando, addentrandosi lentamente in un bacio più intenso a poco a poco che entrambi chiudevano le palpebre. Quel gesto, per loro così abituale, acquisiva ancora la magia di riavvicinarli, anche dopo gli avvenimenti più spiacevoli o i litigi più spaventosi. Spaventosi come la paura di perdersi a vicenda, in contrasto con la fiducia che riponevano l’uno nell’altro e che li aveva legati sin dai primi istanti. Persino da amici, Damon ed Elena avevano sempre condiviso un rapporto incredibilmente intenso, fatto di piccoli passi e grandi complicazioni, che altro non avevano fatto che renderli più forti.
Elena, dopo essersi abbandonata ai pensieri per qualche minuto durante quel bacio, schiuse le labbra e si allontanò gradualmente dal volto di lui, che teneva tra le mani.
- Per cos’era questo?  - Mormorò Damon, accarezzando con i polpastrelli il viso dell’amata, che arrossiva ingenuamente al suo tocco, assumendo un’espressione gioiosa che la rendeva ancora più bella e innocente.
- Ne avevo semplicemente bisogno. - Elena scrollò debolmente le spalle, sorridendo come una bambina di fronte a una miriade di doni tutti per lei.
Damon allungò un angolo della bocca, nel suo classico sorrisetto beffardo dallo sguardo appena malizioso, che faceva tanto impazzire la giovane. La sua mano scivolò lungo il vestito di lei, percorrendole la schiena e fermandosi appena sotto di essa, mentre l’altra si era avvicinata a quella di Elena, intrecciandosi in un incastro perfetto, come due tasselli dello stesso puzzle che completavano l’un l’altro.
- Signorina Gilbert, potrei avere l’onore di ballare con lei? – Improvvisò lui, con tono solenne e un’espressione tutto fuorché seria.
Elena annuì, senza smettere di sorridere e i due iniziarono una lenta danza sulle note della musica di sottofondo. Erano stati gli unici a decidere di voler ballare nel salotto, ma appena gli altri li notarono si aggiunsero a loro e in poco tempo l’intera sala si stava muovendo all’unisono, chi con la propria dolce metà e chi con un amico del cuore.

Esattamente in quel momento, a casa Gilbert fece ingresso Bonnie con il suo ragazzo Logan, entrambi accolti da zia Jenna che stava ancora sistemando la casa nonostante la festa non fosse finita, da perfezionista quale era.
Logan e Bonnie si erano conosciuti al liceo e spinti a trovarsi dal destino – o meglio, dalla professoressa di storia per una ricerca di gruppo – ,si erano piaciuti fin da subito, instaurando così un rapporto duraturo che portavano avanti da ormai un anno. Il ragazzo in questione, alto, dal fisico slanciato, i capelli bruni e folti e lo sguardo ricco di tenerezza, aveva fatto breccia nel cuore della streghetta semplicemente mostrando la sua personalità interessante e la sua mente curiosa, tratti che condividevano e li rendevano veramente affini. Grazie a lui, Bonnie era riuscita a conoscere il vero amore dopo quella che ormai definiva semplicemente ‘una cotta adolescenziale’ per Jeremy, fratello minore della sua migliore amica.  
I due, mano nella mano, si erano guardati intorno un po’ spaesati dalla disposizione insolita dei mobili ed erano avanzati fino alla stanza che sembrava emettere più frastuono: il salotto. Lì trovarono tutti i loro amici e conoscenti, che salutarono cordialmente; Caroline si fiondò dritta tra le braccia della ragazza, stringendola in un abbraccio rassicurante al quale si aggiunse anche Elena, sottraendosi improvvisamente dalla stretta di Damon per andare incontro all’amica. Erano da sempre il trio inseparabile, amiche sin dall’infanzia e compagne in qualsiasi cosa; nonostante il ritardo di Bonnie potesse sembrare un avvenimento di poco conto, le due sapevano bene quanto fosse strano che una ragazza precisa e puntuale come lei si dimenticasse di un evento così importante, oltretutto senza avvisare e il suo farfugliare confuso al telefono di certo non le aveva rassicurate.
- E’ bello rivedervi ragazze, davvero. – Sorrise la strega, con la voce alterata dalla forte stretta delle amiche, che non volevano saperne di lasciarla andare e la stavano – non letteralmente – soffocando.
L’abbraccio finalmente terminò e le due si scambiarono un’occhiata sollevata, per poi spostare lo sguardo su Bonnie che aveva aperto la bocca per parlare, nell’attesa del momento giusto per proferire parola.
Caroline ed Elena capirono immediatamente che si sarebbe trattato di qualcosa di importante quando la mora si guardò intorno sospettosa, così le si avvicinarono e attesero qualche istante prima di sentire le ultime parole che avrebbero voluto sentirle pronunciare.
- Ho scoperto una cosa. Una cosa molto, molto importante. – Affermò Bonnie con tono deciso, serrando la mascella senza abbassare lo sguardo, ma mantenendolo fieramente alto.
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Stefan aveva finito di ballare con una dolcissima ragazza della quale non sapeva nemmeno il nome, ma che si era attaccata a lui come un koala con un ramo di eucalipto e si era allontanato alla ricerca di una stanza più appartata dove riposare un attimo la mente; il suo udito da vampiro era molto comodo nella maggior parte delle occasioni, ma gli permetteva anche di sentire suoni indesiderati e spesso annebbiava la mente, spingendo in un luogo tranquillo per ‘riprendere fiato’.
Entrò in cucina con lo sguardo verso il pavimento e un mezzo sorriso sulle labbra, senza un apparente motivo, che scomparse subito dal suo viso non appena vide delle gocce e poi una grande pozza di sangue.
Le vene sotto gli occhi del vampiro si mostrarono e le iridi verdi ormai iniettate di sangue per via della fame perquisirono la stanza, fino a scorgere una figura alta dai lunghi capelli castani, acconciati in luminosi boccoli che le giungevano sino alla schiena. Stefan, facendo dei passi a sinistra, aveva visto che la sconosciuta si stava nutrendo di quella che sembrava zia Jenna.
Ma no, non era una sconosciuta. Aveva un’aria familiare, un profilo che lui conosceva sin troppo bene ma che era impossibile associare a quell’immagine crudele: Elena.
A meno che...
 
non fosse Katherine.
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ANGOLO DELL'AUTRICE.

Salve a tutti! Dopo una vita sono tornata ad aggiornare questa FF alla quale tengo un sacco, anche se magari non sembra. L'ispirazione vera e propria è tornata a bussare alla mia porta solo adesso e l'ho accolta a braccia aperte, sfornando questo capitoletto che tutto sommato mi piace molto, perché rispecchia ciò che voglio portarvi: amore, positività, dubbi e colpi di scena ai quali dovrete trovare anche voi una risposta. <3
Piccoli dettagli - IMPORTANTI - riguardanti il capitolo:
(Coppie) - Stefan ed Elena si sono lasciati e lei si è messa con Damon, scegliendo lui. Tuttavia, Stefan non l'ha ancora superata ed è ancora innamorato di lei. Stefan e Caroline, invece, sono solo amici, essendo lei impegnata con Tyler. Jeremy è rimasto single dopo la scomparsa di Anna, che ha lasciato la città; Bonnie è fidanzata con Logan, ragazzo conosciuto al liceo.
(Morti) - Jenna, Alaric, la nonna e il padre di Bonnie, Anna, Jeremy, Carol Lockwood, lo sceriffo Forbes, sono tutti vivi e la casa dei Gilbert non è mai stata bruciata.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, non esitate a recensire! Alla prossima. <3

KathPierce
   
 
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